(Allegato)
                                                             Allegato 
 
    Itinerario stradale E78 Grosseto-Fano, tratto Grosseto-Siena 
   lotto 9: adeguamento a quattro corsie del tratto Grosseto-Siena 
          (SS 223 «di Paganico») dal km 41+600 al km 53+400 
 
                  approvazione progetto definitivo 
 
                   Prescrizioni e raccomandazioni 
 
Parte prima 
    1. Prescrizioni 
    1.1 Prescrizioni relative agli aspetti progettuali 
    1.2 Prescrizioni relative agli aspetti ambientali 
    1.3 Prescrizioni relative al monitoraggio ambientale 
    1.4 Prescrizioni relative a demolizioni, gestione materie e piano
di utilizzo terre 
    1.5 Prescrizioni relative alla cantierizzazione 
    1.6 Prescrizioni relative agli aspetti  di  tutela  dei  beni  di
interesse   archeologico,   dei    beni    storici,    artistici    e
demoetnoantropologici, dei beni architettonici e del paesaggio 
    1.7 Prescrizioni relative alle opere compensative 
    1.8 Prescrizioni relative alle interferenze 
    1.9  Prescrizioni  relative  alla  bonifica  ordigni  bellici  ed
all'interesse militare 
    1.10 Prescrizioni relative ad aspetti procedurali e gestionali 
Parte seconda 
    2. Raccomandazioni 
Indicazioni per la fase di verifica delle prescrizioni 
 
                             Parte prima 
 
1. Prescrizioni 
 
    1.1 Prescrizioni relative agli aspetti progettuali 
      1.1.1 Aspetti viari 
        1.1.1.1 Valutare la possibilita' di spostare la  bretella  di
collegamento alla strada di San Lorenzo a Merse/Monticiano per quanto
possibile in affiancamento alla E78 in modo  da  eliminare  la  parte
interclusa. 
        1.1.1.2  Approfondimento  sugli  aspetti  progettuali  e   le
problematiche legate al sottopasso c/o Bagnaia. Si evidenzia a questo
proposito il divieto di realizzare sottopassi in aree perimetrate P3. 
        1.1.1.3 In relazione alla previsione dei  3  svincoli  di  Il
Picchetto, I Ponticini e Fontazzi, valutare possibili migliorie sulla
base di quanto  disciplinato  dal  PIT-PPR,  al  fine  di  contenerne
l'impatto. 
        1.1.1.4 Siano  rispettate  le  disposizioni  contenute  nella
circolare dello Stato maggiore della difesa  n.  146/394/4422  del  9
agosto 2000, «Opere  costituenti  ostacolo  alla  navigazione  aerea,
segnaletica e rappresentazione cartografica» la quale, ai fini  della
sicurezza  dei  voli  a  bassa  quota,  impone  obblighi   gia'   con
riferimento ad opere di tipo verticale con altezza dal piano campagna
uguale o superiore a 15  metri  (60  nei  centri  abitati),  di  tipo
lineare con altezza dal piano campagna uguale o superiore a 15 metri,
di tipoo lineare costituite da elettrodotti a partire da 60 kv. 
        1.1.1.5   Sia   osservato   quanto   disposto   dal   decreto
ministeriale LLPP 4 maggio 1990 per eventuali sottopassi  di  altezza
libera inferiore a 5 metri. 
        1.1.1.6 Si richiede una relazione redatta ai sensi  dell'art.
4 del decreto ministeriale 22 aprile 2004, in cui si dia evidenza  di
come l'intervento sia in grado di  produrre  un  miglioramento  delle
condizioni di sicurezza. 
        1.1.1.7 Si chiede una relazione tecnica stradale, in  cui  si
evincano la metodologia di calcolo e di dimensionamento e le  analisi
sviluppate,  in  relazione  alle   esigenze   trasportistiche,   alle
caratteristiche  del  tracciato,  degli  svincoli  e   del   progetto
stradale, in considerazione delle valutazioni progettuali compiute ed
alle scelte di progetto operate. 
        1.1.1.8  Nel  medesimo  ambito  della  relazione   ai   sensi
dell'art. 4 del decreto ministeriale 22 aprile  2004,  si  chiede  di
dare evidenza degli esiti delle verifiche di visibilita' per entrambi
i sensi di marcia, in considerazione dell'andamento plano-altimetrico
del  tracciato,  e  di  effettuare  l'analisi   delle   esigenze   di
visibilita' con riferimento alla visibilita' per cambio di corsia. 
        1.1.1.9  Relativamente  alle  intersezioni,  si   chiede   di
versificare la funzionalita' dello schema adottato con rotatorie come
elementi terminali delle rampe di  svincolo  e  di  connessione  alla
viabilita' esistente, in considerazione della sicurezza rispetto alle
condizioni   di   esercizio.   Inoltre,   si   chiede   di   valutare
approfonditamente le verifiche relative all'esecuzione di manovre dei
mezzi pesanti, all'instradamento del flusso veicolare, ed all'accesso
dei veicoli in contromano delle rampe. 
        1.1.1.10 Si chiede inoltre, di documentare dette verifiche ed
analisi compiute. 
        1.1.1.11 Si richiede il dimensionamento della  sovrastruttura
stradale, con uno studio approfondito e mirato  sia  a  contenere  al
minimo gli impatti  ambientali  delle  diverse  lavorazioni  sia  per
riutilizzare il materiale proveniente dalle demolizioni. 
        1.1.1.12 Si chiede un'apposita  relazione  di  calcolo  delle
sovrastrutture, in relazione alla loro vita utile. 
        1.1.1.13 Nell'ambito dello sviluppo del  progetto  esecutivo,
si valuti la possibilita'  di  accesso  dei  veicoli  destinati  alla
manutenzione, di proprieta' del Consorzio,  lungo  il  corso  d'acqua
Merse ai km 45+100, 45+200 e 45+300. 
        1.1.1.14 Al km 46+200 si consideri per la strada di  servizio
in progetto lungo il fiume Merse,  il  passaggio  dei  veicoli  fuori
sagoma del Consorzio. 
      1.1.2 Geologia e geotecnica 
        1.1.2.1 Predisporre una  carta  geologica  di  dettaglio  con
sezioni significative ad una scala adeguata a stabilire la  relazione
tra i corpi idrogeologici superficiali e profondi. 
        1.1.2.2   Predisporre   cartografie   di   dettaglio    delle
pericolosita' geologiche ed idrauliche che si ritengono necessarie ai
fini di una valutazione completa dell'articolato contesto  geologico,
idrogeologico e geomorfologico. 
        1.1.2.3  Effettuare  le  verifiche  di  stabilita'   globali,
secondo  normativa  vigente,  almeno  lungo  sezioni  ritenute   piu'
critiche del tracciato (ad esempio dove il tracciato interferisce con
le are PFE oppure aree classificate a pericolosita' geologica G3  (se
presenti). 
        1.1.2.4 Predisporre, all'interno della  relazione  geologica,
un inquadramento geologico di dettaglio dell'area, che condiziona  la
stabilita' dei versanti ed un inquadramento dei  caratteri  geologico
strutturali  e  delle  formazioni  presenti.  Si  chiede  inoltre  di
illustrare, nella medesima relazione, l'inquadramento del  PAI  circa
la pericolosita' da frana e di inondazione. 
        1.1.2.5 In relazione alla complessita' geologico  strutturale
dell'area, si  richiede  di  approfondire  l'analisi  geomorfologica,
chiarendo  in  maniera  dettagliata,  la  limitata  presenza  di  una
significativa geomorfologia attiva, valutando le interazioni  tra  il
tracciato e le condizioni di stabilita' dei versanti. 
        1.1.2.6 Identificare le sezioni di dettaglio  che  illustrino
l'interazione del corpo stradale e degli interventi  con  i  litotipi
presenti in sito ed eventuali fenomeni di instabilita'. 
        1.1.2.7 In relazione al contesto geologico in cui si sviluppa
il tracciato, prevalentemente  in  allargamento  rispetto  alla  sede
stradale  esistente,  si  proponga  una  ricognizione  di   eventuali
fenomeni di dissesto verificatisi nel passato. 
        1.1.2.8  Approfondire  alcuni  aspetti  specialistici   della
valutazione della risposta alle azioni sismiche quali quelli relativi
alla velocita' di propagazione dell'input sismico. In fase  esecutiva
potranno anche  essere  aggiornate  ed  approfondite  le  valutazioni
relative ad eventuali cedimenti differenziali. 
        1.1.2.9 In fase di scavo delle  fondazioni  dei  viadotti  su
ambedue le carreggiate, dato che le attivita' potrebbero  interessare
la falda idrica di subalveo del fiume Merse  e  potenzialmente  anche
quella sottostante ospitata nelle  formazioni  carbonatiche,  con  lo
scopo di prevenire la dispersione di  fluidi  di  perforazione  nelle
acque sotterranee, che dovranno essere gestite in superficie  tramite
raccolta in adeguati bacini per essere poi smaltite  come  dichiarato
nel SIA, si ritiene necessario che tali  lavorazioni  siano  condotte
con  le  massime  cautele,   prevedendo,   compatibilmente   con   la
granulometria dei litotipi attraversati, l'intubamento dei prefori. 
        1.1.2.10 Nel  caso  sia  necessario  utilizzare  additivi  si
raccomanda che la scelta degli stessi sia  orientata  verso  prodotti
non pericolosi  e  comunque  che  assicurino  la  minor  interferenza
possibile con l'ambiente. 
      1.1.3 Idraulica e idrogeologia 
        1.1.3.1 Aggiornare  la  documentazione  progettuale  rispetto
alle  normative  vigenti  tra  cui  la  legge  regionale  n.  79/2012
(piuttosto che la legge regionale n. 230/94), la legge  regionale  n.
65/2014 e la D.P.CR. Toscana 53/R del 25 ottobre 2011 (piuttosto  che
la legge regionale n. 1/2005) nonche' le legge regionale n. 80/2015 e
legge regionale n. 21/2012. 
        1.1.3.2 Per  i  toponimi  dei  corsi  d'acqua  riportati  nel
progetto impiegare  quelli  della  legge  regionale  n.  79/2012  che
definisce il reticolo ufficiale di riferimento. 
        1.1.3.3 Gli elaborati  progettuali  dovranno  evidenziare  la
congruenza  per  quanto  riguarda  la  tipologia,  le  dimensioni,  i
materiali  di  costruzione  e  la   denominazione   attribuita   agli
attraversamenti. 
        1.1.3.4 Censire i punti d'acqua  (pozzi,  sorgenti  puntuali,
lineari e diffuse e sorgenti termali) per la definizione delle  curve
isopiezometriche con la direzione e verso di deflusso della falda  ed
eventuali scambi falda/fiume e falda superficiale/falda  carbonatica.
Per ogni pozzo considerato e' opportuno indicare la  profondita',  la
stratigrafia ed il livello stratigrafico entro cui sono posizionati i
filtri. 
        1.1.3.5 Integrare i dati idrogeologici con la  ricostruzione,
dai dati di campagna, dell'andamento della superficie piezometrica. 
        1.1.3.6  Realizzare  un   modello   numerico   del   deflusso
sotterraneo che calibrato con i  dati  sopra  indicati  possa  essere
predittivo sull'eventuale spostamento degli inquinanti immessi  anche
accidentalmente in falda. 
        1.1.3.6.1 In base al modello della dinamica della falda ed in
particolare alla luce  della  direzione  effettiva  di  flusso  delle
stesse e delle interazioni con il vicino  corso  d'acqua,  si  dovra'
valutare di aggiornare il PMA, in  merito  al  posizionamento  ed  al
numero dei punti di monitoraggio delle acque sotterranee. 
        1.1.3.7 Si  dovra'  valutare  l'adozione  di  un  sistema  di
raccolta di tutte le acque di piattaforma ed il loro smaltimento  nel
reticolo idrografico  a  valle  di  specifiche  aree  idrologicamente
impermeabilizzate di fitodepurazione delle stesse. 
        1.1.3.7.1 L'uscita delle acque da  tali  aree  dovra'  essere
monitorata all'interno del PMA. 
        1.1.3.8 Aggiornare gli studi idrogeologici  -  idraulici  con
l'evidenza  delle  condizioni  di  pericolosita'  e  rischio  ed   in
particolare dando evidenza del rispetto di: 
          art. 96 del regio decreto n. 523/1904 (sia in generale  che
in merito alle piantagioni, ai corpi fabbrica ecc.); 
          franchi di sicurezza minimi stabiliti dalle NTC 2018. 
        1.1.3.9 Effettuare lo studio e verifica  della  pericolosita'
idraulica (inquadramento cartografico rispetto  alle  sperimentazioni
di  pericolosita'  del  PGRA,  determinazione  e  esplicitazione  dei
franchi di sicurezza, ecc.) lungo il tracciato stradale compresi  gli
attraversamenti, gli svincoli, la viabilita' principale e secondaria,
le aree di cantiere e le aree di cava (laddove rientrino nella fascia
dei 10 m dal piede esterno  dell'argine  o  dal  ciglio  di  sponda),
tenendo presente il rispetto del franco minimo previsto per  legge  e
la trasparenza idraulica nelle aree allagabili con tempo  di  ritorno
trenta anni (PI3). 
        1.1.3.10 Effettuare  lo  studio  dell'incremento  di  rischio
dovuto  alla  realizzazione  dell'infrastruttura  comprensivo   della
valutazione  della  variazione  delle  dinamiche  di   piena,   della
sottrazione dei  volumi  esondati,  dei  volumi  esondati  interclusi
nonche' delle variazioni delle condizioni di laminazione delle  piene
sui singoli corsi d'acqua nei quali si prevede  di  sostituire  ponti
insufficienti  con  ponti  verificati.  Tale  analisi  dovra'  essere
particolarmente  concentrata  nelle  aree   perimetrate   a   rischio
idraulico molto elevato.  In  base  ai  risultati  di  questo  studio
dovranno  essere  eventualmente  progettati   degli   interventi   di
mitigazione di incremento di rischio. 
        1.1.3.11 Rielaborazione  degli  studi  idrologici  applicando
tutti gli elementi conoscitivi reperibili nella sezione «Attivita' di
ricerca per  la  mitigazione  del  rischio  idraulico».  Dovranno  in
particolare  essere  utilizzati  la  guida  all'uso   della   sezione
«Aggiornamento regionalizzazione precipitazioni»  e  i  Curve  Number
scaricabili nella  sezione  «Implementazione  di  modello  idrologico
distribuito per il territorio toscano». 
        1.1.3.12 In area allagabile non e' possibile fare depositi di
materiale e tenere attrezzature e in nessun caso e' possibile ridurre
i volumi di esondazione in alcun modo. 
        1.1.3.13 Affrontare e approfondire la problematica  idraulica
legata alle parzializzazioni dell'alveo. 
        1.1.3.14  Relativamente  al  corso  d'acqua  interferito  dal
Tombino n. 19, pur non essendo ricompreso nel  reticolo  della  legge
regionale n. 79/2012, si rileva che  il  medesimo  ha  un  bacino  di
estensione paragonabile  a  quello  del  Fosso  Lellarone.  Pertanto,
nell'ambito della progettazione esecutiva, si chiede di integrare  la
relazione  idrologico-idraulica  con  gli  studi  relativi  al  corso
d'acqua sopra menzionato. 
        1.1.3.15 Esplicitazione di tutti i passaggi  per  determinare
il valore dei parametri utilizzati (Abac, L asta, Hmin,  Hmax,  Hmed,
imed asta, Tc,  Coefficiente  di  deflusso,  Dcr)  all'interno  della
procedura di calcolo della portata di ciascuno dei bacini studiati. 
        1.1.3.16 Nella rielaborazione degli studi  si  dovra'  infine
estendere il tratto di studio di ciascun corso d'acqua d'interesse in
modo tale da garantire l'ininfluenza  delle  condizioni  al  contorno
scelte rispetto al tratto studiato e lo studio  di  tutta  l'area  di
interesse. 
        1.1.3.17 Rielaborazione degli studi idraulici considerando la
modellistica idraulica adeguata (almeno moto permanente) per ciascuno
dei corsi d'acqua di interesse (tutti i corsi d'acqua appartenenti al
reticolo della legge regionale n. 79/2012  e  il  tombino  n.  19)  e
impostando la geometria del modello tenendo  conto  delle  confluenze
dei corsi d'acqua tra loro e con il Fiume Merse.  Laddove  necessario
occorrera' impostare un modello unico per piu' corsi d'acqua. 
        1.1.3.18   Rielaborazione   degli   studi   idraulici   degli
attraversamenti  tenendo   conto   anche   delle   problematiche   di
sovralluvionamento, valutandone caso per  caso  la  presenza  e,  nel
caso, motivandone l'esclusione.  Dovra'  inoltre  essere  valutato  e
tenuto in debito conto il trasporto solido flottante. 
        1.1.3.19 Rielaborazione della geometria dei  modelli  tenendo
conto che per definire le sezioni  e  gli  attraversamenti  esistenti
devono essere utilizzati rilievi ad hoc. Tali rilievi dovranno essere
forniti insieme alla documentazione di progetto. Laddove  le  sezioni
dovessero essere estese tramite l'utilizzo della CTR 10k occorre  che
venga prodotto un elaborato in cui si  evidenzi  quali  tratti  della
sezione sono stati rilevati e quali sono stati estesi su  CTR  e  che
venga fatta un'analisi di congruenza tra i dati del rilievo e  quelli
della Cartografia. 
        1.1.3.20 Tutti gli attraversamenti  presenti  sul  territorio
dovranno essere inseriti nel modello idraulico. 
        1.1.3.21 I dati  di  base  e  le  scelte  effettuate  per  la
costruzione della geometria del modello dovranno essere adeguatamente
dettagliate e giustificate (delimitazioni d'alveo,  ineffective  flow
areas, levee, utilizzo di  culvert  al  posto  dei  bridge  ecc.).  I
coefficienti  di  scabrezza   allo   stato   di   progetto   dovranno
corrispondere  a  quelli  utilizzati  per   lo   stato   attuale.   I
coefficienti  di  scabrezza  dovranno   inoltre   essere   rivalutati
utilizzando i valori piu' cautelativi  (massimi)  rispetto  a  quelli
forniti nel manuale  applicativo  del  programma  utilizzato  per  le
verifiche idrauliche ed esplicitare tutti i valori utilizzati. 
        1.1.3.22 Fornire una relazione idraulica contenente gli studi
idraulici relativi  a  ciascun  corso  d'acqua,  corredando  ciascuno
studio con: 
          una planimetria sufficientemente  ampia  da  permettere  di
visualizzare tutti gli elementi che eventualmente  influiscono  sulla
dinamica del corso d'acqua, riportando la perimetrazione  delle  aree
allagate ante e post operam; 
          indicazione delle condizioni al contorno sia di  monte  che
di valle; 
          indicazione del modello utilizzato per lo studio dei ponti; 
          tabulati ed elaborati di Hec-Ras planimetria  del  modello,
profili, sezioni con numerazione conforme a quella della planimetria,
tabelle dei risultati con riportate anche le quote del pelo libero in
corrispondenza degli attraversamenti studiati; 
          risultati  delle  verifiche  ante   e   post   operam,   in
particolare con riferimento ad eventuali criticita' e/o incrementi di
rischio  indotto  dall'opera  in  progetto  in  considerazione  delle
variazioni di livello idrico e di velocita' della corrente; 
          valutazione di eventuali opere  di  sistemazione  idraulica
e/o  opere  di  protezione   spondale,   corredate   da   appropriate
valutazioni idrauliche, di progetto e tavole. 
        1.1.3.23 Analizzare laddove si verificano  elevate  velocita'
sia allo stato attuale sia allo stato di progetto,  le  problematiche
legate all'azione della corrente e l'eventuale introduzione di  opere
di  difesa  corredate  di  tutte  le   valutazioni   necessarie   (in
particolare per il F.sso Ornate). 
        1.1.3.24 Verifica della presenza  di  tratti  di  strada  sia
principale che secondaria (compresi gli svincoli) all'interno dei  10
m dal ciglio di sponda o dal piede esterno dell'argine. Verificare in
particolare lo svincolo presente in destra idraulica subito  a  valle
del viadotto sul Fiume Merse e la viabilita'  secondaria  nei  pressi
dell'attraversamento del Fosso Ornate. 
        1.1.3.25 Prevedere opere di protezione  spondale  nel  tratto
subito a valle della localita' Molino di Mugnone in cui la strada  in
progetto passa tangente alla sponda sinistra del F. Merse in  esterno
curva  di  un  tornante.  Analogamente  si  richiede  la  valutazione
dell'impiego  di  difese  spondali  anche  in  corrispondenza   dello
svincolo in destra idraulica subito a valle del ponte sul F. Merse. 
        1.1.3.26 Redazione di una tavola in cui  vengano  individuati
in modo chiaro rispetto al reticolo  idrografico  tutti  i  punti  di
scarico dell'infrastruttura (comprese le tre vasche di prima  pioggia
previste  lungo  il  tracciato)  e  che  vengano  quantificati   tali
scarichi. 
        1.1.3.27 Per i presidi idraulici dovranno essere  chiaramente
descritte le tecniche e le  modalita'  di  funzionamento  (anche  con
riferimento alla separazione delle acque meteoriche di prima  pioggia
dalle successive) in relazione all'obiettivo di  conseguire  adeguate
prestazioni in termini di abbattimento  del  carico  in  ingresso  di
solidi sospesi e di idrocarburi emulsionati. 
        1.1.3.28 Specificare il dimensionamento rispetto alle portate
attese. 
        1.1.3.29 Introdurre nel piano di manutenzione  una  specifica
sezione relativa a questi dispositivi con le relative istruzioni  per
la gestione dei sistemi. 
        1.1.3.30 In merito alla richiesta di prevenire impatti  sulle
acque e suolo il proponente ha previsto l'adozione  di  canalette  di
raccolta delle acque meteoriche, impianto di trattamento delle  acque
meteoriche di  prima  pioggia  ed  impianto  di  lavaggio  ruote.  La
predisposizione della documentazione prevista dall'allegato  5  parte
II del regolamento 46R/2008 della  Regione  Toscana  viene  rimandata
alla progettazione esecutiva. 
 
1.2 Prescrizioni relative agli aspetti ambientali 
    1.2.1 Aspetti generali 
      1.2.1.1  Contestualmente  alla  progettazione   esecutiva,   il
Proponente dovra' curare che siano aggiornate in apposita  relazione,
anche ai fini della cantierizzazione  e  della  stesura  del  PMA  in
versione finale, gli aspetti relativi a: 
        effetti sulla  rete  infrastrutturale  di  livello  inferiore
durante e dopo il cantiere, anche in relazione al lotto antecedente e
al lotto successivo della Grosseto-Siena; 
        quali modifiche colturali siano ipotizzabili in ragione della
nuova accessibilita', e gli eventuali procedimenti  da  intraprendere
durante e dopo il cantiere, da inserire nel quadro economico. 
    1.2.2 Componente atmosfera e qualita' dell'aria 
      1.2.2.1 L'analisi  dello  stato  di  qualita'  dell'aria  e  il
relativo modello di dispersione in atmosfera per la fase di  cantiere
e per la fase di esercizio dovra' essere integrato e ripresentato  in
fase  di  progetto  esecutivo,  aggiornando   anche   l'inquadramento
meteoclimatico. 
      1.2.2.2 Lo studio finalizzato a dimostrare che le condizioni di
traffico e di velocita'  previste  in  progetto  siano  tali  da  non
determinare  il  superamento  dei  limiti  di  NOx,  a  tutela  della
vegetazione, stabilito dalla direttiva  CEE  2008/50  del  21  maggio
2008, dovra' essere integrato e  ripresentato  in  fase  di  progetto
esecutivo, aggiornando anche l'inquadramento meteoclimatico. 
    1.2.3 Componente vegetazione e fauna 
      1.2.3.1 Al fine di  ridurre  gli  impatti  e  salvaguardare  la
vegetazione e la fauna in fase di  cantiere,  le  attivita'  dovranno
essere strutturate e programmate in modo adeguato. 
      1.2.3.2 Prevedere opportune misure di mitigazione  per  ridurre
la probabilita' di diffusione dei propaguli delle specie alloctone. 
      1.2.3.3  Completare  la  documentazione  con  il  progetto   di
sistemazione ambientale allegato all'aggiornamento  progettuale  2016
ed alle variazioni che saranno ulteriormente imposte  dal  parere  in
oggetto; inoltre sara' opportuno elaborare un apposito  progetto  con
evidenza  e  dettagli  relativamente  a  tutti  gli   interventi   di
ripristino previsti non solo sugli ambiti 3 e 5 ma anche sugli  altri
ambiti, in considerazione del fatto che alcuni di essi  riguarderanno
ripristini  di  habitat  di  interesse  comunitario   e   vegetazione
ripariale. 
      1.2.3.4 Negli ambiti 1 e 4 (viadotti Ornate e Merse), viste  le
dimensioni del cantiere  e  gli  ambienti  ripari  interessati  e  in
applicazione della misura di conservazione IA_I_OI di cui alla D.G.R.
1223/2015, gli  interventi  di  ripristino  ambientale  previsti  dal
progetto dovranno porre particolare cura nel controllare il  ricaccio
delle  specie  alloctone  (in   particolare   robinia   e   ailanto),
effettuando su  di  esse  capitozzature  o  tagli  ripetuti  volti  a
favorire la dominanza delle specie autoctone (pioppi,  salici  ecc.),
per tutto il  periodo  di  manutenzione  previsto  per  le  opere  di
sistemazione (cinque anni). 
      1.2.3.5 Vista la particolare  vulnerabilita'  degli  ecosistemi
acquatici presenti e ai fini di un corretto  e  adeguato  ripristino,
nessun tipo di prodotto agricolo di sintesi dovra' essere  utilizzato
nelle pertinenze della viabilita' stradale in esame, sia  nella  fase
di     realizzazione     degli     interventi     di      inserimento
paesaggistico-ambientale e dei ripristini sia nella fase di esercizio
per la manutenzione delle banchine e delle pertinenze stradali. 
      1.2.3.6 L'eventuale illuminazione dei cantieri e della fase  di
esercizio delle opere previste deve rispettare le «Linee guida per la
progettazione,  l'esecuzione  e  l'adeguamento  degli   impianti   di
illuminazione  esterna»  (D.G.R.  962/2004)  sia   internamente   che
esternamente al sito, con particolare  riferimento  agli  effetti  di
disturbo alla chirotterofauna. 
      1.2.3.7 Siano interamente  e  correttamente  attuate  tutte  le
misure  di  mitigazione  individuate  nello   studio   di   incidenza
aggiornato (elaborato n. 275) e negli altri elaborati  della  sezione
progettuale   «Ambiente»,   con    particolare    riferimento    agli
approfondimenti faunistici (elaborato n. 284). 
      1.2.3.8 Il  ripristino  vegetazionale  dovra'  essere  previsto
anche in corrispondenza del fosso di Barottoli  e  fosso  dei  Cerri,
almeno per quanto riguarda la vegetazione  di  invito  al  sottopasso
faunistico,  privilegiando  una  piantumazione   «casuale»   rispetto
all'impianto a sesto di tipo quadrato e senza utilizzare il cipresso. 
      1.2.3.9  La  progettazione  esecutiva  dovra'  nello  specifico
valutare se la densita' di  sottopassi  in  progetto  e'  sufficiente
anche per gli animali a ridotta mobilita' - vedi anfibi,  e  chiarire
in  particolare  come  viene  evitato  l'accesso   alla   carreggiata
stradale, posto che la recinzione perimetrale prevista, sia  in  fase
di cantiere sia di  esercizio,  potrebbe  non  essere  sufficiente  a
trattenerli; si vedano  a  tal  proposito  le  modalita'  progettuali
specifiche  previste  in  bibliografia  (es.  Scoccianti,  2001,   in
particolare paragrafo  18.2.2).  Sulla  base  di  queste  valutazioni
prevedere eventuali ulteriori  passaggi  specifici  per  gli  anfibi,
almeno nel tratto critico in corrispondenza delle risaie. 
    1.2.4 Componente rumore 
      1.2.4.1 Lo studio  acustico  per  la  verifica  dei  limiti  di
accettabilita' di  emissioni  acustiche  ai  sensi  dei  decreto  del
Presidente della Repubblica 30 marzo 2004,  n.  142.,  dovra'  essere
integrato e ripresentato in fase di progetto esecutivo. 
      1.2.4.2 Riportare  nelle  tabelle  di  output  del  modello  (a
seguito di simulazione) per ogni  ricettore  censito  ed  interessato
dall'attivita' di cantiere: 
        il livello diurno/notturno previsto dalla normativa; 
        il livello diurno/notturno in fase  ante  opera,  il  livello
diurno/notturno in fase di cantiere; 
        il livello diurno/notturno in fase di esercizio con eventuali
interventi  di  mitigazione  (con  la  descrizione  della   eventuale
tipologia di intervento); 
        lo scostamento  rispetto  ai  valori  limite  di  riferimento
(decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 novembre  1997)
per ognuna delle fasi suddette; 
        i valori limiti differenziali di immissione. 
      1.2.4.3 Produrre le mappe di rumorosita' in scala non inferiore
a 1:5000 e secondo quanto previsto  dalle  Norme  ISO  1996/1  -  ISO
1996/2 - UNI 11143:2005, riportando l'indicazione e  numerazione  dei
ricettori interessati. 
      1.2.4.4 Considerato che nelle simulazioni e'  stata  utilizzata
una   pavimentazione   stradale   drenante-fonoassorbente   (con   un
abbattimento di 3 dB sulla sorgente sonora  lineare);  dovra'  essere
fornita indicazione sulla  tipologia  di  asfalto  (doppio  strato  o
monostrato)  che  si  intende  utilizzare  nel   progetto   esecutivo
(attestata da idonea certificazione), nonche' fornire garanzie  sulle
prestazioni previste per il manto stradale in termini  di  durata  ed
efficacia. In fase di progettazione esecutiva dovra' essere  previsto
apposito piano di mantenimento della superficie stradale, in modo  da
monitorare, tramite l'applicazione degli standard ISO 11819 parte 1 e
2 e ISO 13472-1 o analoghe metodologie, le prestazioni nel tempo  del
manto drenante-fonoassorbente. 
      1.2.4.5 Completare gli elaborati inerenti l'impatto acustico in
fase  di  cantiere  (per  tutti  i  cantieri  fissi  e  mobili)   con
l'integrazione delle seguenti mappe acustiche: 
        mappe acustiche ante opera; 
        mappe acustiche in corso d'opera - rumorosita'  prodotta  dai
cantieri. 
      1.2.4.6 Gli elaborati dovranno riportare per tutte le  macchine
(mezzi e attrezzature) di cantiere: 
        i relativi valori di potenza sonora, facendo  riferimento  al
decreto legislativo 4 settembre 2002, n. 262 e  successive  modifiche
(direttiva 2000/14/CE, modificata con  la  direttiva  2005/88/CE  del
Parlamento europeo e del Consiglio - decreto ministeriale  24  luglio
/2006 - Modifiche dell'allegato l - Parte b, del decreto  legislativo
n.  262/2002,  relativo  all'emissione  acustica   ambientale   delle
macchine ed attrezzature destinate al funzionamento all'esterno); 
        i  dati  di  input  del  modello   previsionale   utilizzato,
descritti e tabellati; 
        l'evidenza della taratura del modello. 
      1.2.4.7 Individuare  il  percorso  dei  mezzi  pesanti  per  il
trasporto materiali e l'incremento di traffico veicolare che potrebbe
incidere anche su eventuali  ricettori  presenti  in  zone  acustiche
diverse da quella del cantiere stesso. 
      1.2.4.8 Al fine di un corretto confronto con i limiti  vigenti,
i  valori  prodotti  dalle  attivita'  di  cantiere   devono   essere
confrontati con i valori limite di  emissione  di  cui  alla  Tab.  B
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14  novembre  1997;
inoltre per una valutazione piu' puntuale ed  un  corretto  confronto
con i valori limiti di immissione di cui alla Tab. C del decreto  del
Presidente del Consiglio dei ministri 14 novembre  1997  deve  essere
valutato  il  clima  acustico  ante  operam,  considerabile  come  il
contributo di tutte le sorgenti presenti sul  territorio,  a  cui  va
sommato il contributo specifico del cantiere. 
      1.2.4.9 Per ogni  tipologia  di  lavorazione  si  effettui  una
opportuna valutazione di impatto acustico,  relativamente  alla  fase
corso d'opera, con la previsione di mitigazioni acustiche nel caso di
superamenti dei limiti di zona. 
      1.2.4.10  Nel  caso   vengano   individuati   dei   superamenti
richiedere l'autorizzazione in deroga per le attivita' temporanee  al
comune competente per territorio, secondo quanto previsto dal capo IV
del regolamento 2R/2014 della Regione Toscana. 
    1.2.5 Componente vibrazioni 
      1.2.5.1 Effettuare una stima previsionale  dell'impatto  dovuto
alle  vibrazioni  su  eventuali  ricettori  potenzialmente  impattati
(individuati planimetricamente) e piu' prossimi alle aree di cantiere
fornendo, oltre ai parametri  di  emissione  dei  singoli  macchinari
impiegati,  la  caratterizzazione  della  sorgente  in   termini   di
modalita', di fasi di cantiere ed  attivita',  indicando  inoltre  il
contributo dovuto ai mezzi di trasporto  per  la  movimentazione  dei
materiali, indicando: 
        i  dati  di   input   dell'eventuale   modello   previsionale
utilizzato, descritti e tabellati; 
        l'evidenza della taratura del modello; 
        i  livelli  vibratori  stimati   dal   modello   di   calcolo
previsionale, per la verifica del rispetto dei limiti indicati  dalle
norme UNI 9614 e UNI 9916. 
    1.2.6 Componente radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 
      1.2.6.1 In relazione alla distanza dalla sorgente e al relativo
livello  emissivo,  si  dovra'  tenere  conto  dell'esposizione   dei
lavoratori   ai   campi   elettromagnetici   generati   a    50    Hz
dall'elettrodotto posto in prossimita' del tracciato  (linea  132  kV
TERNA), e\o altre linee esistenti nella zona al fine di attestare  la
conformita' alla normativa vigente a tutela della popolazione  (legge
n. 36/2001, decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  8
luglio 2003, decreto ministeriale 29 maggio 2008). 
      1.2.6.2  Si  ricorda  che  eventuali   spostamenti   di   linee
richiedono, nei casi  previsti  in  base  alla  tipologia  di  linea,
l'acquisizione di autorizzazione unica da parte della Regione Toscana
ai sensi della legge regionale n. 39/2005. 
 
1.3 Prescrizioni relative al monitoraggio ambientale 
    1.3.1 Aspetti generali 
      1.3.1.1 Ripresentare il  PMA  in  fase  di  progetto  esecutivo
adeguandolo alla nuova  struttura  viaria  ed  altresi'  a  tutte  le
osservazioni,  integrazioni  e  prescrizioni  indicate   dagli   enti
coinvolti. 
      1.3.1.2  Il  PMA  dovra'  essere  redatto  nel  rispetto  delle
indicazioni contenute nelle apposite linee guida del MATTM. 
      1.3.1.3  Il  Proponente  dovra'  trasmettere  il  programma  di
rilevazioni ambientali ante operam fino alla data prevista di  inizio
lavori, e, in  sede  di  presentazione  del  progetto  esecutivo,  le
risultanze fino a quel momento. 
      1.3.1.4 Dovra' essere attivato per l'ante operam  almeno dodici
mesi prima dell'inizio della predisposizione del cantiere  ed  essere
concluso  non  prima  di dodici  mesi  dopo  la  smobilitazione   dei
cantieri. 
      1.3.1.5 Concordando gli standard anche in relazione  alle  reti
di monitoraggio degli enti locali di controllo, il proponente  dovra'
prevedere la restituzione periodica programmata e su richiesta  delle
informazioni e dei dati in maniera strutturata e georeferenziata,  di
facile  utilizzo  ed  aggiornamento,  e  con  possibilita'   sia   di
correlazioni  con  eventuali  elaborazioni   modellistiche   sia   di
confronto con i dati previsti nel SIA. 
      1.3.1.6  Per  quanto  riguarda   il   Piano   di   monitoraggio
ambientale, anche in applicazione di quanto  previsto  dal  Piano  di
gestione delle due ZSC (Azione 14) e dalle misure di conservazione di
cui alla D.G.R. 1223/2015  (misura  MO  D_O  I),  si  chiede  la  sua
corretta e completa esecuzione, comprese le integrazioni dei  rilievi
previste a seguito del monitoraggio ante operam e quelle inserite dal
SIA sulle due opere spondali. 
    1.3.2 Componente atmosfera e qualita' dell'aria 
      1.3.2.1 Eseguire  specifiche  campagne  di  monitoraggio  sulla
qualita' dell'aria che includano oltre al  PM10  e  PM2.5  anche  gli
altri inquinanti atmosferici principali. 
      1.3.2.2 Condurre il monitoraggio AO e PO mediante campagne  con
laboratorio mobile, tuttavia nel rispetto di quanto stabilito per  le
«misure indicative» (allegato I al decreto legislativo n.  155/2010),
quindi sia per AO che  per  PO  per  una  durata  di  otto  settimane
distribuite equamente nell'arco dell'anno. 
      1.3.2.3 Nella fase CO il proponente valuti  se  ricollocare  il
punto di misura ATM_2, ovvero - in  ragione  del  cronoprogramma  dei
lavori - il punto di misura ATM  _1,  presso  uno  dei  due  cantieri
preordinati  alla  realizzazione  del  viadotto  sul   fiume   Merse,
limitatamente al periodo necessario per  la  sua  realizzazione,  con
l'obiettivo di tenere sotto controllo nel complesso la  realizzazione
delle tre opere (svincolo «Il Picchetto», viadotto  Ornate,  viadotto
Merse).  Qualora  il   cronoprogramma   dei   lavori   (eventualmente
opportunamente rivisto) non consenta la  ricollocazione  di  uno  dei
punti di misura (a causa della sovrapposizione delle lavorazioni)  si
ritiene opportuno l'inserimento di un ulteriore punto di misura  (ATM
3) presso i cantieri per la realizzazione del viadotto Merse. 
      1.3.2.4 Nella fase CO effettuare le misurazioni in continuo  in
tutti siti di  misura  ATM  mediante  strumentazione  automatica  che
consenta di ottenere il  risultato  entro  il  giorno  successivo  al
prelievo (ad esempio: bilancia a raggi beta). 
      1.3.2.5  Il  monitoraggio  CO  (PM10,  PM2.5,   PTS),   essendo
finalizzato a tenere  sotto  controllo  gli  impatti  nella  fase  di
cantiere ed a consentire  un  tempestivo  intervento  di  mitigazione
degli impatti delle lavorazioni qualora  le  concentrazioni  misurate
siano superiori agli specifici valori soglia, deve essere  effettuato
con sistemi di misura fissi presso i  recettori  di  volta  in  volta
prospicienti ai tratti oggetto delle lavorazioni. I siti  di  misura,
selezionati   opportunamente,   potranno   variare    in    relazione
all'avanzamento delle lavorazioni. 
      1.3.2.6 Finalizzare le misurazioni alla verifica dell'eventuale
superamento del limite giornaliero fissato dalla normativa  e  quindi
indurre il gestore dei cantieri ad  assumere  rapidamente  eventuali,
ulteriori  misure  di  mitigazione,  fino  all'eventuale  sospensione
temporanea dei lavori, secondo una procedura ed  una  graduazione  di
azioni da sottoporre ad ARPAT. 
    1.3.3 Componente vegetazione e fauna 
      1.3.3.1 Gli elaborati di monitoraggio ante operam (Rapporto  di
monitoraggio  e  altri  eventuali)  e  le  corrispondenti   eventuali
modifiche o  adattamenti  progettuali  apportati  in  fase  esecutiva
vengano sottoposti al settore tutela della natura e  del  mare  della
Regione Toscana per verificare l'adeguatezza delle  misure  adottate,
non valutabili in maniera esaustiva in questa fase del  procedimento,
soprattutto  per  quanto  riguarda  l'effetto  barriera  sulla  fauna
minore, con particolare riferimento agli  anfibi,  in  corrispondenza
del tratto che attraversa le risaie, particolarmente critico per  gli
spostamenti di questo gruppo faunistico. 
      1.3.4 Componente rumore 
      1.3.4.1  Il  PMA  -  componente  rumore  -   dovra'   prevedere
l'esecuzione  di  campagne  di  monitoraggio,  da  parte  di  tecnici
abilitati. 
      1.3.4.2 Si rileva la necessita' di aggiornare le tabelle  e  la
planimetria del Piano di monitoraggio allegato al progetto definitivo
del lotto 9, rispetto a quanto riportato nello studio acustico. 
    1.3.5 Componente acque superficiali e sotterranee 
      1.3.5.1 Rimodulare le tempistiche del monitoraggio delle  acque
sotterranee che dovra'  essere  realizzato  nelle  quattro  stagioni,
cioe' in periodo di magra, di morbida e nei periodi intermedi. 
      1.3.5.2 Comunicare almeno trenta giorni prima dell'inizio delle
attivita'  di  monitoraggio  i  metodi  di  analisi  utilizzati,  che
dovranno garantire un limite di rilevabilita' pari a almeno 1/10. 
      1.3.5.3 In linea  generale  il  set  di  analiti  proposti  nel
protocollo e' da ritenere idoneo per le finalita'  del  monitoraggio,
salvo la necessita' di integrare le misure in situ con  il  parametro
«Potenziale redox»; resta inteso inoltre che in caso di  utilizzo  di
schiumogeni o fluidificanti nelle attivita' di  perforazione,  dovra'
essere preventivamente fatta  comunicazione  proponendo  i  parametri
chimici significativi riconducibili a tali sostanze da  inserire  nel
PMA. 
      1.3.5.4 Si  chiede  che  il  programma  di  monitoraggio  venga
integrato, tenendo anche conto delle due opere di protezione spondale
e almeno per il F. Merse e per il F.so Ornate, con la  determinazione
dell'Indice di Funzionalita' Fluviale, da effettuarsi  in  fase  ante
operam, in opera e post operam. Relativamente  al  post  operam  tale
indice dovra' essere determinato almeno  dopo  1  anno  e  si  dovra'
valutare di estenderne il rilevamento a cinque anni dal  termine  dei
lavori, in maniera da evidenziare gli effetti globali  dei  lavori  e
l'efficacia dei ripristini ambientali. 
      1.3.5.5 Almeno per il fiume Merse, prevedere  l'inserimento  di
due  centraline  in  continuo,  posizionate   secondo   il   criterio
monte/valle  rispetto  alla  sezione  posta  in  corrispondenza   del
viadotto, per la determinazione in fase di lavorazioni dei  parametri
chimico-fisici (pH, temperatura, conducibilita', torbidita', oltre al
livello idrometrico)  da  installare  prima  possibile,  in  modo  da
ottenere un sufficiente periodo di AO. 
      1.3.5.6 Al fine di valutare gli impatti complessivi  sul  fiume
Merse, prevedere due ulteriori punti di monitoraggio, da  posizionare
rispettivamente sulle sezioni fluviali all'altezza dello svincolo  di
Orgia (punto di «bianco») e immediatamente a valle  della  confluenza
con il fosso Ornate (punto di «valle»). 
      1.3.5.7 A causa della  frequente  concomitanza  di  periodi  di
secca dell'alveo, valutare l'opportunita' di sostituire  i  punti  di
monitoraggio  monte/valle  posti  sul  reticolo  idrico   di   ordine
superiore (Fossi Ginepraiolo, Lellerone e Maceratano)  con  ulteriori
stazioni di monitoraggio sul fiume Merse, poste in  sezioni  fluviali
significative rispetto alle corrispondenti  opere  e  lavorazioni  di
cantiere. 
      1.3.5.8 Per il monitoraggio AO: prevedere  una  durata  annuale
allo scopo di disporre di misure trimestrali che coprano  le  quattro
stagioni ed i diversi regimi idrologici. 
      1.3.5.9 Per il monitoraggio CO:  intensificare  i  rilievi  dei
parametri chimico-fisici  e  batteriologici,  in  considerazione  del
mantenimento degli  obiettivi  di  qualita'  delle  acque  dei  corsi
d'acqua interessati. Si ritiene congrua una misura mensile almeno per
i seguenti parametri:  pH,  conducibilita',  solidi  sospesi  totali,
ammoniaca, cloruri, solfati  ed  idrocarburi  totali,  garantendo  un
pronto intervento di mitigazione o correzione nel caso di superamento
dei valori soglia. Per tutti gli altri parametri  prevedere  campagne
di   misura   trimestrali.   Inoltre   si   ritiene   necessaria   la
determinazione degli oli minerali (Idrocarburi> C12) nei sedimenti. 
      1.3.5.10 La durata prevista per la fase CO  (tre  anni)  e'  da
considerare come indicativa: pertanto le  attivita'  di  monitoraggio
dovranno protrarsi fino alla conclusione dei lavori previsti  per  la
sua realizzazione, quando avra' inizio la successiva fase PO. 
      1.3.5.11 Per quanto riguarda il monitoraggio PO, si  valuti  di
estenderlo  per  una  durata  annuale,  per  verificare  il  corretto
funzionamento dei sistemi di trattamento delle acque di piattaforma. 
      1.3.5.12 Per il monitoraggio AO: e'  necessario  prevedere  una
durata annuale allo scopo  di  disporre  di  misure  trimestrali  che
coprano le quattro stagioni ed i diversi regimi idrologici connessi. 
      1.3.5.13 Si ritiene opportuno  che  il  punto  di  monitoraggio
AST04 (ex AST02) sia posizionato al confine dell'area di rispetto del
pozzo  ad  uso  idropotabile  in   localita'   «Il   Picchetto»,   in
corrispondenza dell'area di cantiere. 
      1.3.5.14 Il PMA prevede di limitare il monitoraggio PO ai  soli
piezometri AST01 e AST02, posti in corrispondenza dello  svincolo  in
localita' «Il Picchetto». Si ritiene opportuno tuttavia estendere  il
monitoraggio almeno ai piezometri AST09, AST03 e ASTIO, ubicati nella
zona di coltivazione del riso e immediate vicinanze. 
 
    1.4 Prescrizioni relative a demolizioni, gestione materie e piano
di utilizzo terre 
      1.4.1.1 Ripresentare il  PUT  in  fase  di  progetto  esecutivo
adeguandolo alla nuova  struttura  viaria  ed  altresi'  a  tutte  le
osservazioni,  integrazioni  e  prescrizioni  indicate   dagli   enti
competenti. 
      1.4.1.2 Le indagini propedeutiche all'elaborazione  del  PUT  e
l'articolazione  del  PUT  stesso  dovranno  riferirsi   alla   nuova
disciplina introdotta dal decreto del Presidente della Repubblica  n.
120/2017. 
      1.4.1.3 Si segnala la  necessita'  di  elaborare  un  Piano  di
Utilizzo complessivo per tutto il lotto 9 al fine di recuperare tutto
il materiale idoneo, riducendo cosi' il prelievo da cave di prestito.
Dovra' inoltre essere favorita la  possibilita'  di  riutilizzare  il
materiale proveniente dalla demolizione dei due viadotti esistenti. 
      1.4.1.4 Elaborare un «Piano di accertamento» volto a definire i
valori di fondo naturale per  determinati  parametri  che  potrebbero
essere interessati da anomalie geochimiche:  visti  gli  esiti  delle
precedenti indagini sulla qualita' del suolo e sottosuolo svolte  nei
lotti limitrofi (in particolare: lotto 8) si caldeggia l'avvio  delle
caratterizzazioni finalizzate ad evidenziare la presenza di eventuali
anomalie geochimiche. 
      1.4.1.5  Si   dovranno   esaminare   ipotesi   alternative   al
conferimento delle eccedenze ad impianto  autorizzato  alla  gestione
come rifiuto, secondo le indicazioni dettate  dalla  c.d.  «gerarchia
dei rifiuti» di cui all'art. 179 del decreto legislativo n. 152/2006. 
      1.4.1.6 Le alternative saranno volte a consentire l'impiego  di
ulteriori quantitativi di terre e rocce da scavo nella  realizzazione
delle opere previste, circostanza che consentirebbe di: 
        prevenire la formazione di rifiuti; 
        ridurre i fabbisogni di materiali  da  reperire  in  cave  di
prestito e da  mercato  ordinario,  riducendo,  conseguentemente,  il
consumo di risorse non rinnovabili; 
        minimizzare gli ulteriori impatti ambientali connessi con  il
trasporto e la gestione dei rifiuti  nonche'  con  la  necessita'  di
aprire nuove  cave  di  prestito  e/o  di  approvvigionarsi  da  cava
ordinaria. 
      1.4.1.7 Si dovra' valutare a quali siti destinare  i  materiali
in esubero, verificando che la capienza sia idonea per i quantitativi
relativi alla tipologia di rifiuti prodotti. 
      1.4.1.8 Effettuare una valutazione  tecnico-economica  relativa
al trattamento e recupero in cantiere delle  macerie  prodotte  dalla
demolizione dei viadotti, finalizzate alla formazione dei rilevati  e
alla produzione di nuovo calcestruzzo. 
      1.4.1.9  Per  il  riutilizzo  del  materiale   valutare   anche
l'ipotesi di un loro trattamento in sito, per  esempio  con  impianto
mobile di macinazione e vagliatura, al  fine  di  produrre  aggregati
riciclati da utilizzare  per  le  opere  in  progetto,  riducendo  il
consumo di risorse non rinnovabili, il trasporto e  la  gestione  dei
rifiuti fuori sito e mitigando ulteriormente gli impatti ambientali. 
      1.4.1.10 Valutare la  possibilita'  di  utilizzare  il  fresato
ottenuto dalla demolizione della pavimentazione stradale. 
      1.4.1.11 Dovra' inoltre essere valutato, qualora  possibile  in
funzione  delle  fasi  di  lavoro,  il   riutilizzo   del   materiale
proveniente dalle demolizioni. 
      1.4.1.12 La valutazione dell'effettiva necessita' di aprire  le
tre cave di prestito gia' individuate nell'iter progettuale ed i loro
conseguenti dimensionamento e progettazione, dovra' essere  preceduta
e supportata da una precisa definizione del bilancio dei materiali  e
delle possibilita' di approvvigionamento da  fonti  alternative  (es.
materiali ottenuti da  recupero  rifiuti).  Si  sottolinea  a  questo
proposito la  necessita'  di  contenere  al  massimo  il  ricorso  ad
ulteriori risorse non rinnovabili,  derivanti  dall'apertura  di  tre
cave di prestito, in favore del riutilizzo di  materiali  provenienti
da recupero  degli  inerti  dallo  stesso  lotto  9  come  da  quelli
contigui. 
      1.4.1.13 Si richiede di valutare il trattamento  delle  miscele
con  leganti  idraulici  secondo  le  indicazioni  del  decreto   del
Presidente della Repubblica n. 120/2017, non essendo piu' ammissibile
il trattamento come sottoprodotto o come terra e roccia esclusa dalla
normativa dei rifiuti. 
      1.4.1.14 Il deposito  temporaneo  delle  terre  movimentate  e'
previsto in cumuli  presso  le  aree  di  stoccaggio  temporanee:  si
evidenzia in  merito  che  tali  cumuli  dovranno  essere  dotati  di
adeguata cartellonistica per la rintracciabilita' e  che  il  terreno
vegetale, per il quale e' previsto  il  reimpiego  per  i  ripristini
ambientali, dovra' essere stoccato in cumuli di massima altezza di  2
metri al fine di garantirne la fertilita'. 
 
    1.5 Prescrizioni relative alla cantierizzazione 
      1.5.1.1 Il proponente ha predisposto per ogni area di  cantiere
delle schede in cui e'  riportata  la  planimetria,  una  descrizione
dell'organizzazione del  cantiere  con  indicazione  delle  attivita'
svolte e le misure di mitigazione che intende  adottare  in  funzione
degli  impatti  attesi.  Si  prende  atto  di  tali  mitigazioni   ed
accorgimenti, che tuttavia dovranno trovare riscontro nei layout  dei
singoli cantieri e -  soprattutto  -  dovranno  essere  adeguatamente
adottati nelle successive fasi di lavorazione. 
      1.5.1.2 Ai fini delle verifiche sul progetto esecutivo dovranno
essere presentati i layout di cantiere. 
      1.5.1.3 Nell'ambito del  progetto  esecutivo  si  valutera'  la
possibilita' di riferirsi alle disposizioni  contenute  nelle  «Linee
guida  per  la  gestione  dei  cantieri  ai  fini  della   protezione
ambientale» predisposte da ARPAT. 
      1.5.1.4 I cantieri e le relative piste  dovranno  localizzarsi,
compatibilmente con il posizionamento delle opere da realizzare, alla
massima  distanza  possibile  dall'area  golenale,  e  dovra'  essere
evitato il loro dilavamento e trasporto di  terra  e  inquinanti  nei
corsi d'acqua. 
      1.5.1.5 Andra' evitata ove possibile la realizzazione di  guadi
per la cantierizzazione degli  attraversamenti  sul  Fiume  Ornate  e
Fiume Merse. 
      1.5.1.6 Si richiede lo studio di dettaglio delle fasi di lavoro
in relazione all'esigenza di mantenere in esercizio l'infrastruttura,
valutando l'entita' ed i flussi di  traffico  generati  dal  cantiere
sulla pubblica via, nonche' l'impatto sul traffico veicolare. 
      1.5.1.7 Si evidenzia la necessita' che  propedeuticamente  alla
ultimazione della progettazione esecutiva dell'opera principale venga
redatta anche la «sistemazione del singolo sito  in  scala  adeguata»
come richiesto dall'art. 28 comma 5 del decreto del Presidente  della
Repubblica n. 207/2010. 
      1.5.1.8  Considerato  inoltre  che  le   lavorazioni   per   la
realizzazione sia dei  nuovi  viadotti  che  delle  opere  di  difesa
spondale  andranno  ad  interessare  gli  alvei  dei  corsi  d'acqua,
rendendo anche necessaria una parzializzazione del  fiume  Merse,  si
concorda sull'opportunita' di favorire la  programmazione  di  queste
lavorazioni  prioritariamente  in  regime  di  magra   in   modo   da
minimizzare  gli  interventi  necessari  ed  i  conseguenti   impatti
sull'ambiente idrico. 
      1.5.1.9 Per quanto riguarda le aree di cantiere, si  raccomanda
di realizzare un fosso di  guardia  sul  lato  prospiciente  i  corsi
d'acqua, disposto lungo il perimetro delle recinzioni, che intercetti
le acque di dilavamento superficiale e le convogli verso  il  sistema
di trattamento. Si raccomanda inoltre  che  gli  stessi  accorgimenti
introdotti per i cantieri 1, 2, 6 e 7 per proteggere i  vicini  corsi
d'acqua, siano posti in opera anche per il cantiere n. 3  che,  pure,
lambisce un fosso naturale. 
      1.5.1.10 Considerata la vicinanza fra le aree  di  cantiere  in
localita' «Il Picchetto» con il pozzo  ad  uso  idropotabile  omonimo
(facente parte anche della rete regionale di monitoraggio  dei  corpi
idrici sotterranei, MA T-P287 «Pozzo Macereto»), nonche'  con  venute
di acque termali non captate poste lungo l'alveo del  fiume  Merse  a
monte del  viadotto  (Bagni  del  Doccio),  si  rende  indispensabile
adottare   in   fase   di    cantierizzazione    misure    preventive
particolarmente stringenti per impedire qualsiasi interferenza  sulla
qualita' della risorsa idrica sotterranea. 
      1.5.1.11  In  relazione  alle  dimensioni   degli   sbancamenti
necessari a scoprire le fondazioni delle sottostrutture  esistenti  e
all'ubicazione delle stesse in corrispondenza di aree golenali ovvero
delle interferenze con l'alveo, i plinti di fondazione delle opere da
demolire (sia delle spalle sia delle pile) dovranno essere rimossi in
ogni caso e non solo quando interferiscano con le vecchie o parti  di
esse, anche per quanto riguarda la parte non visibile (entro  terra);
l'entita' delle demolizioni dovra' essere valutata, d'intesa  con  la
competente Soprintendenza". 
      1.5.1.12 Per ridurre le emissioni polverulente originate  nella
fase di cantiere, pur assumendo  che  in  parte  le  misure  previste
abbiano carattere cautelativo, si ritiene che le mitigazioni previste
dal proponente siano necessarie. 
      1.5.1.13 In caso  di  superamento  dei  limiti,  potra'  essere
presentata al comune richiesta di autorizzazione  in  deroga  per  la
fase di cantiere, secondo quanto previsto  dal  regolamento  2R/2014,
modificato con D.P.G.R. n. 38/2014, della Regione Toscana. 
 
    1.6 Prescrizioni relative agli aspetti  di  tutela  dei  beni  di
interesse   archeologico,   dei    beni    storici,    artistici    e
demoetnoantropologici, dei beni architettonici e del paesaggio 
      1.6.1.1 Valutare la possibilita' di creare, ove possibile lungo
l'infrastruttura, una fascia boscata con  specie  autoctone  di  alto
fusto. 
      1.6.1.2 Sia osservato il decreto legislativo n. 42/2004 «Codice
dei beni culturali e del paesaggio» con specifico riferimento ai beni
culturali di peculiare interesse militare. 
      1.6.1.3 Nell'ambito della progettazione esecutiva  si  dovranno
realizzare/utilizzare: 
        per le parti in cemento a vista di piloni e muri di sostegno,
una finitura superficiale materica che si integri maggiormente con il
paesaggio naturale. Tale  approfondimento  dovra'  essere  sottoposto
alla  valutazione  della  competente  Soprintendenza  belle  arti   e
paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo; 
        tecniche compositive tipiche dei  luoghi  con  posizionamento
della pietra a filari orizzontali; 
        l'uso dell'acciaio corten per le parti  metalliche  a  vista,
strutturali e di sicurezza; 
        il  ripristino  vegetazionale  delle  aree  alterate  con  il
rinverdimento di alcune scarpate; 
        tecniche di ingegneria naturalistica. 
 
    1.7 Prescrizioni relative alle opere compensative 
      1.7.1.1 Qualora  confermata  la  possibilita'  di  spostare  la
bretella   di   collegamento   alla   strada   di   San   Lorenzo   a
Merse/Monticiano in affiancamento alla E78, a titolo di mitigazione e
compensazione ambientale dovra' essere creata una fascia boscata  con
specie autoctone di alto fusto tra lo svincolo e la  suddetta  strada
in modo da mascherare per quanto possibile la E78, lo svincolo, e  la
bretella dalle vedute nell'area di San Lorenzo a Merse. 
 
    1.8 Prescrizioni relative alle interferenze 
      1.8.1.1 Relativamente allo svincolo il Picchetto, e' necessario
tracciare  le  interferenze  con  i  sottoservizi  e  sottoporre   la
risoluzione all'Ente gestore dell'Acquedotto del Fiora. 
 
    1.9  Prescrizioni  relative  alla  bonifica  ordigni  bellici  ed
all'interesse militare. 
      1.9.1.1 Venga effettuata una  preventiva  bonifica  da  ordigni
esplosivi residuati bellici, nel rispetto dell'art.  22  del  decreto
legislativo n. 66/2010 modificato dal decreto legislativo n. 20/2012,
ovvero secondo le prescrizioni che saranno emanate, previa richiesta,
dal competente  reparto  infrastrutture  una  copia  del  verbale  di
constatazione, rilasciato dal predetto reparto dovra' essere  inviato
anche al Comando militare esercito competente per territorio. 
 
    1.10 Prescrizioni relative ad aspetti procedurali e gestionali. 
      1.10.1.1 Per quanto attiene  la  problematica  archeologica  il
parere  e'  condizionato  all'esito  delle  indagini  di  archeologia
preventiva  previste  nel   Piano   di   indagini   archeologiche   e
disciplinate  dall'Accordo  ex  art.  25,  comma   14   del   decreto
legislativo n. 50/2016, sottoscritto dalla competente  Soprintendenza
e dalla Societa' ANAS in data 12 giugno 2018. 
      1.10.1.2 L'eventuale rinvenimento di  emergenze  archeologiche,
nell'area  oggetto  del  presente  intervento,  potrebbe   comportare
l'imposizione di varianti al  progetto,  nonche'  l'effettuazione  di
ulteriori  indagini  archeologiche  approfondite   finalizzate   alla
documentazione delle  eventuali  emergenze  antiche  ed  ai  relativi
interventi di tutela. 
      1.10.1.3 Il progetto di  recupero  dei  tre  siti  di  cava,  a
seguito della corretta definizione del piano di  coltivazione,  sara'
sottoposto per approvazione  alla  Soprintendenza  Archeologia  Belle
Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. 
      1.10.1.4 Per quanto riguarda le opere di protezione spondale  e
di  ingegneria  paesaggistica  (scogliera)  e  le  «fascinate   vive»
previste lungo i versanti, nonche' tutte le opere  di  mitigazione  a
verde,  dovranno   essere   vincolate   a   specifica   garanzia   di
attecchimento da valutarsi a sei mesi dal  termine  di  realizzazione
delle stesse. 
      1.10.1.5   Contestualmente   alla   comunicazione   dell'inizio
operativo dei cantieri, il Proponente dovra' presentare il manuale di
gestione ambientale dei  cantieri  conformemente  a  quanto  previsto
dalla Norma ISO 14001 o dal sistema EMAS, come previsto dall'allegato
tecnico XXI del decreto legislativo n. 163/2006. 
      1.10.1.6 Dovra' essere riaggiornato il quadro economico  con  i
costi definitivi previsti per monitoraggi ambientali; compensazioni e
mitigazioni. 
      1.10.1.7  Dettagliare  le  somme  relative  agli  oneri   della
sicurezza, pari al 6%, nel documento di cui alla lettera n) dell'art.
24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 207/2010. 
      1.10.1.8 Dovranno essere disposti tutti  gli  accorgimenti  per
evitare l'arrivo di inquinanti al fiume Merse e affluenti anche nella
fase di esercizio. 
      1.10.1.9  Per  quanto  riguarda  eventuali   approvvigionamenti
idrici e  scarichi  in  acque  superficiali  e  sotterranee  (la  cui
localizzazione deve essere individuata negli  elaborati  progettuali)
le valutazioni di competenza e le autorizzazioni saranno  finalizzate
in fase di Progettazione Esecutiva. 
      1.10.1.10  Si  ricorda  inoltre  che  gli  attingimenti  e  gli
scarichi dovranno essere opportunamente autorizzati dal Genio  Civile
Toscana Sud. 
      1.10.1.11 La reportistica delle diverse  fasi  di  monitoraggio
ambientale sara' trasmessa alle autorita' ambientali  competenti  sia
di livello centrale sia di livello territoriale. 
      1.10.1.12 Per alcune componenti o  fattori  ambientali  oggetto
del PMA e' prevista la definizione  di  soglie  di  attenzione  e  di
soglie d'intervento, il cui  superamento  comportera'  l'adozione  di
azioni/procedure per ricondurre il valore  dell'indicatore  entro  le
soglie definite e l'immediata comunicazione agli  enti  preposti.  Si
ritiene, in analogia con altre opere consimili, che i  valori  soglia
siano definiti dal proponente in accordo con ARPAT, anche  alla  luce
dei risultati che emergeranno dalle misure condotte nella fase AO. 
      1.10.1.13 Si  chiede  di  sottoporre  il  PMA  all'approvazione
dell'ARPAT. 
      1.10.1.14 Il Consorzio 6 Toscana Sud dovra' in ogni caso, avere
libero accesso alle aree  interessate  anche  durante  il  corso  dei
lavori  per  effettuare  qualsiasi  tipo  di   lavorazione   a   fini
manutentivi, senza che il concessionario possa  avanzare  pretese  di
competenza, indennizzi, richieste di risarcimento od altro. 
      1.10.1.15 Il Consorzio 6 Toscana Sud si  intende  sollevato  da
ogni responsabilita' per danni  di  qualsiasi  genere  che  dovessero
derivare dall'esecuzione dei lavori oggetto del rilascio del presente
parere. 
      1.10.1.16  Limitatamente  alle  componenti   ambientali   Acque
Superficiali  e  Acque  Sotterranee,  si  chiede  che  i  report  dei
monitoraggi previsti dall'apposito piano in  ogni  sua  fase  vengano
trasmessi anche all'Autorita' di Bacino dell'Appenino Settentrionale,
in formato digitale. 
      1.10.1.17  Il  proponente   dovra'   sottoporre   le   varianti
progettuali individuate al  Reparto  Trasporti  del  Ministero  della
difesa. 
 
2. Raccomandazioni 
 
    1.10.1.18 Qualora  si  concluda  prima  dell'appalto  dei  lavori
l'iter di definizione dei Criteri minimi ambientali (CAM) «Servizi di
progettazione e lavori per la nuova  costruzione  e  manutenzione  di
strade» previste  dal  Piano  d'azione  nazionale  sul  Green  Public
Procurement da parte del Ministero  dell'ambiente  se  ne  raccomanda
l'adozione. 
    1.10.1.19 In merito alle protezioni  di  sponda  lungo  il  fiume
Merse al km 50+200-50+350 si ritiene opportuno che la  protezione  di
sponda segua l'andamento dell'attuale  viabilita'  onde  evitare  che
venga aggirata dalla corrente di piena e scalzata lato campagna. Ogni
altra valutazione sulle dimensioni e  la  collocazione  delle  difese
spondali potra' essere fatta solamente alla luce  della  elaborazione
del progetto esecutivo. 
    1.10.1.20 Valutare l'estensione della determinazione  dell'indice
StarICMI per la fase post operam oltre il periodo  di  un  anno  gia'
previsto. 
    1.10.1.21 Tenuto conto  della  tipologia  di  strada,  prevedere,
specificandolo nella relazione di calcolo e negli elaborati grafici e
tecnico-amministrativi (i.e. particolari costruttivi, elenco prezzi e
computo metrico estimativo) un impiego di bitume  modificato  per  il
confezionamento delle miscele in conglomerato bituminoso  sia  chiuse
(base e collegamento) che porose (usura drenante). 
 
                 Indicazioni per la fase di verifica 
                         delle prescrizioni 
 
    Le prescrizioni dovranno essere recepite nella  fase  progettuale
esecutiva.