(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Cutro (Crotone), i cui organi elettivi  sono  stati
rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016,  sono
state riscontrate forme di  ingerenza  da  parte  della  criminalita'
organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento  e  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    All'esito di indagini giudiziarie nonche' di verifiche effettuate
dalle Forze dell'ordine sugli amministratori eletti e sui  componenti
dell'apparato burocratico, che hanno evidenziato possibili  forme  di
condizionamento   dell'amministrazione   locale   da   parte    della
criminalita' organizzata del territorio, il prefetto di  Crotone  con
decreto del 7 febbraio 2020 ha disposto l'accesso presso il  suddetto
comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto  legislativo  18
agosto 2000, n. 267 per gli accertamenti di rito. 
    Al termine  dell'indagine  ispettiva  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui
risultanze il prefetto di Crotone, sentito nella seduta del 16 luglio
scorso il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza  pubblica,
integrato con la partecipazione del procuratore  aggiunto  presso  la
direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e del Procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Crotone,  ha  trasmesso  l'allegata
relazione, che costituisce parte integrante della presente  proposta,
in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi su collegamenti diretti  e  indiretti  degli  amministratori
locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme  di
condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto,  i  presupposti
per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto
legislativo n. 267/2000. 
    Successivamente,  a  seguito  delle   dimissioni   del   sindaco,
l'amministrazione  comunale  e'  stata  sciolta   con   decreto   del
Presidente della Repubblica del 22 luglio 2020,  ai  sensi  dell'art.
141, comma 1, lettera b), n. 2, del menzionato decreto legislativo n.
267/2000. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale,
la cornice criminale e il locale contesto ambientale, con particolare
riguardo ai rapporti tra gli  amministratori  e  le  consorterie  del
territorio. Gli esiti degli accertamenti  operati  hanno  evidenziato
come l'uso distorto della cosa pubblica  si  sia  concretizzato,  nel
tempo, in favore di  soggetti  o  imprese  collegati  direttamente  o
indirettamente ad ambienti malavitosi. 
    Il Comune di Cutro insiste in un territorio  interessato  da  una
oppressiva presenza della criminalita' organizzata,  che  estende  le
sue  attivita'  nel  settore  degli  appalti  pubblici,  nel  settore
turistico nonche' praticando diffusamente l'usura, anche  come  forma
di controllo e di intimidazione del tessuto sociale e come sistema di
reimpiego della consistente liquidita' frutto dei proventi illeciti. 
    Il contesto criminale di Cutro ha assunto nel  tempo  un  rilievo
non solo locale o regionale ma anche nazionale, come confermato dalle
numerose indagini e procedimenti  penali  che  hanno  interessato  le
cosche di 'ndrangheta radicate in Cutro e nel  crotonese,  dai  quali
emerge con assoluta evidenza lo spessore criminale di clan  che,  pur
mantenendo la base operativa principale proprio nel Comune di  Cutro,
si  sono  infiltrati  nel  territorio   nazionale   con   diramazioni
soprattutto nel nord Italia. 
    Il   prefetto,   avvalendosi   delle   risultanze   dell'indagine
giudiziaria «Thomas», cui ha fatto seguito  l'ordinanza  del  giudice
per le indagini  preliminari  di  Catanzaro  del  25  novembre  2019,
evidenzia come  la  'ndrangheta  sia  stata  in  grado  di  penetrare
profondamente il tessuto sociale del territorio cutrese, non solo per
assicurarsi la possibilita' di riciclare proventi illeciti  ma  anche
per  influenzare  decisioni  amministrative,  assicurare  appalti   a
imprese funzionali agli interessi delle  organizzazioni  criminali  -
che a loro volta redistribuiscono ricchezza tra gli affiliati  -  per
assumere il controllo di interi settori dell'economia. 
    La  commissione  d'indagine  riferisce  della  presenza  tra  gli
amministratori  eletti  di   persone   che   hanno   collegamenti   e
frequentazioni con soggetti appartenenti o contigui alla criminalita'
mafiosa e a vario titolo legati  alle  famiglie  di  'ndrangheta  del
comprensorio cutrese; tali collegamenti sono emersi gia'  durante  la
campagna elettorale del 2016, nel corso della quale in piu' occasioni
in alcuni dei comizi organizzati dal candidato, poi  eletto  sindaco,
e'  stata  rilevata  la  presenza  di  personaggi  noti  alle   Forze
dell'ordine e riconducibili alle locali cosche mafiose. 
    Le  frequentazioni  e  i   collegamenti   con   esponenti   della
'ndrangheta hanno interessato anche l'apparato burocratico  dell'ente
che, soprattutto nei servizi  piu'  sensibili,  quali  l'area  lavori
pubblici e  manutenzione,  l'area  urbanistica  e  l'area  vigilanza,
risulta a soggetti  appartenenti  alle  principali  famiglie  mafiose
della zona. 
    Funzionari dell'ente, come si rileva da provvedimenti giudiziari,
sono risultati protesi, a vari  livelli,  a  favorire  gli  interessi
delle cosche criminali  presenti  sul  territorio,  con  un  evidente
sviamento  della  gestione  della  cosa  pubblica  dai  principi   di
legalita' cui deve essere improntata l'attivita' amministrativa. Cio'
emerge, in particolare dal modus operandi nella  gestione  dell'ente,
risultata opaca in specie nel settore degli appalti. In proposito, il
prefetto, evidenzia il prevalente  ricorso  ad  affidamenti  diretti,
attraverso l'artificioso frazionamento del valore dei lavori affidati
ripetutamente  agli  stessi  soggetti  in  assenza  di  procedure  ad
evidenza pubblica. 
    La relazione del prefetto si sofferma sulla gestione del servizio
idrico e di depurazione stigmatizzando che, da  quanto  emerge  dagli
accertamenti effettuati dalla commissione  d'indagine,  nel  triennio
2016/2019, su trentanove procedure avviate dal Comune  di  Cutro,  vi
sono stati trentasei affidamenti diretti senza  gara,  di  cui trenta
allo stesso operatore economico  scelto  dall'amministrazione;  dalle
verifiche di cassa  e'  risultato  che,  tale  societa'  nel  periodo
considerato ha ottenuto lavori per la gestione e la manutenzione  del
servizio idrico e fognario per l'importo di € 571.182,80, sul  totale
complessivo previsto per detto servizio, pari a €  742.852,22,  senza
l'espletamento di alcuna procedura selettiva o comparativa con  altri
operatori del settore, ma mediante assegnazioni dirette. 
    Il titolare della ditta e' legato da rapporti di affinita' con un
parente stretto del capo della  cosca  egemone.  Nella  richiesta  di
misure cautelari della procura distrettuale di Catanzaro, nell'ambito
dell'operazione   «Thomas»,   tale   ditta   viene   indicata    come
«completamente ed esclusivamente a disposizione delle cosche». 
    Anche la stessa ordinanza cautelare del giudice per  le  indagini
preliminari evidenzia che l'attivita' giudiziaria  ha  consentito  di
disvelare l'esistenza di un costante  condizionamento  operato  dalla
locale cosca  sul  Comune  di  Cutro  nella  gestione  degli  appalti
pubblici, traendone «diretto e cospicuo giovamento economico». 
    La forza  prevaricatrice  della  criminalita'  organizzata  e  il
consequenziale condizionamento dell'amministrazione comunale di Cutro
emergono, altresi', dall'analisi  delle  modalita'  di  gestione  del
servizio raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, assegnato sin dal
2013 ad una societa' destinataria nel 2014 di interdittiva antimafia.
Nel mese di agosto 2016, all'esito della definizione del  contenzioso
relativo alla menzionata interdittiva e tenuto  conto  che  l'impresa
affidataria  -  destinataria  nel  dicembre  2016  di   una   seconda
interdittiva -  non  risultava  piu'  in  possesso  delle  necessarie
certificazioni  per  proseguire  nel  rapporto  contrattuale  con  la
pubblica amministrazione, il Comune di Cutro procedeva a risolvere il
contratto. Il servizio veniva affidato pertanto  a  un'altra  impresa
che tuttavia, come emerso da fonti tecniche di  prova,  e'  risultata
anch'essa contigua alle cosche criminali e destinataria nel  mese  di
dicembre  2017  di  provvedimento  di  sequestro  e   successivamente
sottoposta ad amministrazione giudiziaria. 
    Anomalie e irregolarita' in parte analoghe  hanno  caratterizzato
anche gli affidamenti della gestione cimiteriale e di lampade  votive
nonche' di ulteriori lavori pubblici, tutti disposti in  via  diretta
alla medesima ditta  per  importi  complessivi  di  rilevante  valore
economico. Le indagini giudiziarie hanno disvelato come  il  titolare
della societa' sia un soggetto contiguo ad  esponenti  apicali  della
consorteria mafiosa locale, tanto che anche  la  ditta  in  argomento
nella gia' citata  richiesta  di  misure  cautelari  della  direzione
distrettuale antimafia di Catanzaro viene  qualificata  come  impresa
completamente ed esclusivamente a disposizione della cosca. 
    La  relazione  del  prefetto  sottolinea  come  l'amministrazione
eletta nel 2016, procedendo in  continuita'  con  il  modus  operandi
delle precedenti amministrazioni  elettive,  ha  favorito  nel  tempo
alcune imprese cui sono stati affidati  lavori  di  sistemazione  dei
corsi d'acqua, di viabilita', di interventi straordinari sul  sistema
idrico. Detti operatori economici si sono rivelati essere espressione
o comunque collegati con le «ndrine» locali. 
    Per quanto attiene all'azione amministrativa volta a  contrastare
l'abusivismo  edilizio,  le   indagini   ispettive   hanno   rilevato
un'assoluta  carenza  di   strumenti   pianificatori   cui   affidare
l'ordinato sviluppo urbano di  Cutro  e  la  sostanziale  assenza  di
vigilanza da  parte  della  polizia  municipale  sul  territorio;  e'
risultato, infatti che negli anni 2016-2020 sono state emesse  n.  55
ordinanze di demolizione, alcune  delle  quali  peraltro  riguardanti
immobili appartenenti a soggetti malavitosi, di cui solo 4  concluse,
mentre i restanti provvedimenti, di fatto, sono rimasti ineseguiti. 
    Allo stesso modo e' stata assolutamente  trascurata  la  gestione
del patrimonio dei beni  confiscati  alla  criminalita'  organizzata,
transitati  nella  disponibilita'  del  Comune  di  Cutro  e  la  cui
valorizzazione assume anche  un  forte  significato  simbolico  quale
forma di restituzione alla collettivita' di beni frutto di  attivita'
criminose; infatti, l'amministrazione comunale non ha  avviato  nuove
procedure per l'assegnazione e anzi ha  trascurato  di  vigilare  sui
beni assegnati, che  risultano  per  lo  piu'  inutilirznri  o  anche
occupati abusivamente come accertato dall'Arma dei carabinieri per un
appartamento. 
    La mala gestio  della  cosa  pubblica  nel  Comune  di  Cutro  si
riscontra pure nella inefficace riscossione dei tributi  locali,  con
grave danno per le finanze comunali; peraltro, solo in  seguito  alle
attivita' di controllo effettuate dall'organo ispettivo i  ruoli  dei
debitori di IMU e TARI sono  stati  integrati  con  i  nominativi  di
contribuenti  fino  ad  allora  non   censiti,   tra   cui   soggetti
riconducibili o legati alle locali organizzazioni malavitose. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto di Crotone attestano una  serie
di condizionamenti nell'amministrazione comunale di  Cutro,  volti  a
perseguire  fini  diversi  da   quelli   istituzionali,   che   hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale nonche' il pregiudizio degli interessi  della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Sebbene il processo di risanamento  dell'ente  abbia  gia'  avuto
inizio con la gestione provvisoria dell'amministrazione, affidata  al
commissario  straordinario  ai  sensi  dell'art.  141   del   decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267, a decorrere dal 22  luglio  2020,
in considerazione della gravita' dei fatti suesposti  e  al  fine  di
garantire   il   completo   affrancamento   dalle   influenze   della
criminalita', si ritiene comunque necessaria luglio la  nomina  della
commissione straordinaria di cui all'art. 144  dello  stesso  decreto
legislativo, anche per  scongiurare  il  pericolo  che  la  capacita'
pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in
occasione delle prossime consultazioni amministrative. 
    L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa  per
la gestione straordinaria consente, inoltre, l'avvio di iniziative  e
di interventi programmatori che  piu'  incisivamente  favoriscono  il
recupero della legalita' nell'attivita' dell'ente. 
    Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143
del  citato  decreto  legislativo,  per  le  caratteristiche  che  lo
configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto
lo scioglimento degli organi per altra causa, differenziandosene  per
funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei
confronti del Comune di Cutro (Crotone), con conseguente  affidamento
della gestione dell'ente locale a una commissione straordinaria  cui,
in  virtu'  dei  successivi  articoli  144  e  145,  sono  attribuite
specifiche competenze  e  metodologie  di  intervento  finalizzato  a
garantire, nel tempo, la rispondenza  dell'azione  amministrativa  ai
principi di buon andamento, legalita' e trasparenza. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 4 agosto 2020 
 
                                               Il Ministro: Lamorgese