Art. 6. Legame con l'ambiente geografico L'Alta Valle Brembana costitui' storicamente un'entita' amministrativa con propri ordinamenti statutari dal 1364, confermati e aggiornati nel periodo della dominazione di Venezia. Nello specifico, l'ambiente geografico in cui ha avuto origine e si produce il «Formai de Mut» e' quello dell'Alta Valle Brembana (BG). Un'area ben definita geograficamente, racchiusa dalla corona di vette che dal monte Ortighera e dal Monte Menna giungono fino al Pizzo dei Tre Signori e al Monte Venturosa, lasciando ai confini ad est la Valle Serina e la Valle Seriana, a nord la Valtellina ed a ovest le valli Taleggio e Valsassina. Le principali risorse e le connesse attivita' furono, lungo i secoli, i boschi e i pascoli. Il crinale orobico dell'Alta Valle Brembana e' costituito da cime e da selle di non facile accessibilita' e da un articolato sistema di valli e versanti a differente sviluppo altimetrico e diversa esposizione che hanno fortemente condizionato la scelta e il consolidamento nel tempo delle strutture insediative e produttive. Il territorio montano dell'Alta Valle Brembana si caratterizza quindi per vallate, pendii e alpeggi che offrono una straordinaria diversita' geologica e vegetale con una significativa presenza di specie vegetali endemiche. La Valle Brembana fu soprattutto valle di mandriani e la produzione di formaggio, a cui era finalizzato l'allevamento bovino della zona, e' attestata in diversi documenti storici. Questa tradizione si esprime ancora oggi, pur ovviamente avvalendosi di standard igienici ben differenti, nella produzione del caratteristico formaggio locale «Formai de Mut dell'Alta Valle Brembana» DOP. Era diffusa la pratica della transumanza, con la quale alcuni mandriani trasferivano le loro bestie nella bassa milanese durante il periodo invernale, per tornare sui pascoli di montagna nella bella stagione. I mandriani di queste terre sono detti bergami', e la bergamina e' la mandria, che essi conducono. L'attivita' collaterale necessaria all'allevamento era la fienagione. I prati, concimati con lo stallatico, venivano sfalciati due volte nella stagione estiva. Ai «bergamini» di altri tempi subentrarono i mandriani valligiani, che utilizzarono in affitto i pascoli della loro zona caricandoli con bestiame proprio o preso in affitto. Si e' originata cosi' una transumanza «locale», caratterizzata dallo spostamento delle mandrie dal fondovalle agli alpeggi, superfici pascolive poste al di sopra del limite superiore del bosco. Di conseguenza, i prati-pascoli di fondovalle liberati dal bestiame fornivano le scorte di fieno per la stagiona invernale. Ogni alpeggio e' sovente suddiviso in piu' «stazioni», aree di pascolo dotate delle strutture necessarie per la permanenza del bestiame e dell'uomo. In ogni stazione gli animali si muovono lentamente lungo i pendii, nutrendosi delle numerose e abbondanti essenze aromatiche. Il personale alloggia nelle baite, piccole costruzioni di pietra in cui avviene anche la lavorazione del latte. Quando tutta l'erba e' stata consumata, gli animali salgono verso la stazione successiva alla ricerca di nuova pastura, fino a superare a volte i 2000 metri di altitudine. Il formaggio prodotto e' posto a stagionare nella casera, unica per tutto l'alpeggio, logisticamente collocata nella posizione piu' favorevole. La casera favorisce condizioni stabili di temperatura e umidita'. Il formaggio prodotto in alpeggio viene portato a valle, ove completa la propria stagionatura, che puo' durare piu' anni, insieme alla mandria che trova l'ultimo ricaccio dei prati-pascoli nonche' il fieno pronto in azienda per tutto il periodo invernale. Oggigiorno la monticazione e la conseguente produzione d'alpeggio avvengono nel periodo che va da maggio a ottobre, a seconda delle caratteristiche climatico-ambientali, nelle malghe indicate nel Piano regionale degli alpeggi. La restante produzione, che puo' avvenire dal 1° gennaio al 31 dicembre, ha luogo nel fondovalle, sempre e comunque rigorosamente in territorio montano. In questo contesto ambientale e territoriale viene prodotto il «Formai de Mut dell'Alta Valle Brembana». La denominazione tradizionale si puo' tradurre, letteralmente, con «formaggio di monte»; ma e' da rilevare che la parola mut (monte) sia nel passato sia nella parlata corrente non indicava e non indica «montagna, altura, rilievo» ma «pascolo montano», per cui parlare di affittanze ecc. di «monti» significa appunto parlare di atti relativi ai pascoli. Le condizioni dell'ambiente hanno permesso e permettono tuttora che il bestiame abbia un'attitudine specializzata per la produzione del latte. Il «Formai de Mut dell'Alta Valle Brembana» e' prodotto con latte intero. Nel formaggio si concentra quasi tutta la materia grassa presente originariamente nel latte; cio' conferisce in misura rilevante al prodotto gli odori e gli aromi dell'ambiente di produzione, caratterizzandolo ulteriormente.