(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Simeri Crichi (Catanzaro), i  cui  organi  elettivi
sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5  giugno
2016, sono state  riscontrate  forme  di  ingerenza  da  parte  della
criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    All'esito  di  indagini  svolte  dalle  forze  di  polizia  e  di
provvedimenti giudiziari emessi anche nei confronti di  un  assessore
comunale di Simeri Crichi, che hanno evidenziato possibili  forme  di
condizionamento   dell'amministrazione   locale   da   parte    della
criminalita' organizzata, il prefetto di Catanzaro ha  disposto,  per
gli accertamenti di rito, con decreto del 13 maggio  2021,  l'accesso
presso il suddetto comune, ai  sensi  dell'art.  143,  comma  2,  del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui
risultanze il prefetto di  Catanzaro,  sentito  nella  seduta  del  3
agosto 2021 il comitato  provinciale  per  l'ordine  e  la  sicurezza
pubblica, integrato  con  la  partecipazione  del  procuratore  della
Repubblica  -  Direzione  distrettuale  antimafia  di  Catanzaro,  ha
trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della
presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di  concreti,
univoci, e rilevanti elementi su collegamenti  diretti  ed  indiretti
degli amministratori locali con la criminalita' organizzata  di  tipo
mafioso e su forme di  condizionamento  degli  stessi,  riscontrando,
pertanto, i presupposti per l'applicazione delle  misure  di  cui  al
citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale,
la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si  colloca
l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e
le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della
cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di  soggetti
o  imprese  collegati  direttamente  od  indirettamente  ad  ambienti
malavitosi. 
    Il Comune di Simeri Crichi e' situato in un contesto territoriale
caratterizzato  della   compresenza   di   numerose   e   strutturate
organizzazioni  criminali  di  stampo   'ndranghetista,   dedite   al
controllo,  delle  attivita'  economiche  della  zona   nelle   quali
reinvestono  i  proventi  illeciti,  dei  pubblici  appalti  e  delle
attivita' commerciali, in cio' facilitate dalle elevate capacita'  di
infiltrarsi e condizionare la vita amministrativa dell'ente locale. 
    Le risultanze di alcune recenti indagini di polizia  giudiziaria,
tra cui l'operazione «Basso profilo», hanno delineato un  sistema  di
illecita  influenza   economica   riconducibile   a   un'associazione
criminale finalizzata alla commissione di una serie indeterminata  di
delitti contro la pubblica amministrazione, nell'ambito  della  quale
risulta inserito anche il menzionato assessore comunale, destinatario
di un provvedimento di custodia cautelare del giudice per le indagini
preliminari di Catanzaro e recentemente rinviato a giudizio  ex  art.
416-bis del codice penale con provvedimento del giudice  dell'udienza
preliminare del 17 giugno 2021. 
    Le  predette  indagini  hanno   evidenziato   la   capacita'   di
infiltrazione dei sodalizi criminali, non soltanto quelli locali, nel
sistemi dei pubblici affidamenti per il tramite di  un  imprenditore,
anch'egli  indagato  e  rinviato  a  giudizio  per  violazione   art.
12-quinquies  della  legge  n.  356/1992  aggravata  dall'aver  agito
avvalendosi  delle  condizioni  previste  dall'art.   416-bis   c.p.,
titolare di una ditta individuale destinataria  di  un  provvedimento
interdittivo antimafia emesso dal prefetto di Catanzaro  in  data  13
settembre 2018, in relazione al quale anche il prefetto di  Catanzaro
sottolinea la pervasiva influenza dallo stesso esercitata all'interno
della compagine amministrativa comunale. 
    Al tal proposito la relazione  prefettizia  pone  in  rilievo  il
solido legame, di amicizia e fiducia, che lega il primo cittadino  al
citato imprenditore al punto da indurre  quest'ultimo  a  individuare
proprio nella persona del sindaco il proprio testimone di nozze oltre
che legale di fiducia. 
    Rileva al riguardo che sebbene il primo  cittadino,  come  emerso
dalle risultanze della surrichiamata indagine  di  polizia,  fosse  a
conoscenza della contiguita'  e  comunanza  di  interessi  dell'amico
imprenditore con la locale criminalita', non ha preso le distanze  da
quest'ultimo, ed anzi ha mantenuto con lo stesso il consueto rapporto
di amicizia. 
    Inoltre, sempre in ordine al contegno passivo del primo cittadino
rispetto al possibile  condizionamento  mafioso  nell'amministrazione
comunale, l'organo  ispettivo  stigmatizza  il  rifiuto  di  avanzare
richiesta  per  la  costituzione  di  parte  civile  del  comune  nel
procedimento penale in cui e' coinvolto direttamente  il  sopracitato
consigliere. 
    La  relazione  della  commissione  d'indagine  avvalendosi  delle
risultanze giudiziarie pone in  rilievo  il  sostegno  procurato  dal
suddetto   imprenditore   alla   campagna   elettorale   in    favore
dell'amministrazione eletta  e,  in  particolare  nei  confronti  del
citato assessore, imputato anche  del  reato  di  scambio  elettorale
politico-mafioso, ritenuto il principale esponente  di  una  frazione
del territorio comunale che costituisce  il  centro  degli  interessi
imprenditoriali delle locali consorterie, a  cui  il  sindaco  ha  da
subito conferito importanti deleghe. 
    Inoltre, sulla scorta delle risultanze  di  altra  operazione  di
polizia  giudiziaria  denominata  «Coccodrillo»,  la  commissione  di
indagine ha rilevato un consolidato sistema di  relazioni  economiche
tra l'ente locale e una famiglia a capo di un gruppo imprenditoriale,
anch'essa contigua alle locali cosche mafiose, la  quale  detiene  il
controllo di uno dei principali settori  di  interesse  economico  di
quel territorio e che, attraverso un  complesso  sistema  societario,
mira all'acquisizione di pubbliche commesse. 
    Vicenda significativa della penetrante influenza  esercitata  dal
suddetto gruppo imprenditoriale, e  dunque  della  contaminazione  di
tipo mafioso  nelle  scelte  gestionali  e  amministrative  dell'ente
locale in materia di lavori pubblici, appare la vicenda relativa,  ai
lavori di manutenzione  e  riqualificazione  delle  strade  comunali,
rientranti nel piano triennale delle opere pubbliche, approvato dalla
giunta comunale nella primavera del 2020 e interamente finanziato  da
fondi comunali. In particolare, l'organo ispettivo  ha  rilevato  che
l'impresa affidataria, poco dopo la consegna dei lavori, stipulava un
contratto di nolo a caldo per un ammontare esattamente corrispondente
al limite massimo stabilito dalla normativa vigente, limite di  fatto
notevolmente superato nella fase esecutiva del rapporto contrattuale,
come documentato dalla relativa fatturazione, cosi'  dissimulando  un
subappalto non autorizzato, con lo scopo di assicurare  il  controllo
sull'esecuzione  dei  lavori  ad  una  societa'   facente   capo   al
sopracitato gruppo imprenditoriale. 
    A tal riguardo, il prefetto di  Catanzaro  richiama  il  costante
orientamento dell'Autorita' nazionale anticorruzione (ANAC) la  quale
ritiene assimilabile al subappalto qualunque contratto concernente la
fornitura e posa in  opera  di  conglomerati  bituminosi,  in  quanto
comprensivo di una serie di lavorazioni,  tutt'altro  che  accessorie
e/o complementari, in relazione alle quali  si  pone  l'esigenza  che
siano eseguite da soggetti  non  solo  in  regola  con  la  normativa
antimafia, ma anche in possesso di idonea qualificazione. 
    In relazione a quest'ultimo affidamento, la commissione d'accesso
segnala poi l'approvazione da parte dell'ufficio tecnico comunale  di
una  perizia  di  variante  in   corso   d'opera   con   innalzamento
dell'importo di aggiudicazione, fondata su  motivazioni  estremamente
generiche senza evidenza delle ragioni tecniche giustificatrici delle
variazioni apportate. 
    Viene al riguardo evidenziato  -  come  emerge  dalle  risultanze
della richiamata operazione «Coccodrillo» - che la succitata  impresa
formalmente aggiudicataria dell'appalto risulta inserita in un gruppo
consortile raggiunto da un provvedimento di sequestro emesso in  data
4 marzo 2021 dal  giudice  per  le  indagini  preliminari  presso  il
Tribunale di Catanzaro,  in  quanto  ritenuto  parte  di  un  sistema
fraudolento, teso ad occultare  la  riconducibilita'  agli  interessi
imprenditoriali di esponenti contigui alla criminalita'  organizzata,
in modo da eludere gli effetti delle  interdittive  antimafia  emesse
nell'anno 2016 nei confronti di  diverse  societa'  riconducibili  al
gruppo imprenditoriale a questione. La stessa  ordinanza  in  materia
cautelare  e  reale  e'  stata  emessa  anche  nei  confronti   della
summenzionata impresa di fatto sub-appaltatrice. 
    Analoghe criticita' sono state riscontrate in  un  altro  appalto
riguardante lavori di efficientamento  di  una  strada  comunale,  di
importo altrettanto significativo, anch'esso aggiudicato al  suddetto
gruppo consortile. 
    In relazione agli affidamenti sopra menzionati  emerge  in  tutta
evidenza l'inerzia costantemente tenuta dall'ente appaltante  che  ha
omesso di effettuare qualunque  forma  di  controllo  preventivo,  in
particolare le  verifiche  antimafia,  previste  dalla  normativa  di
settore. 
    La relazione prefettizia evidenzia, inoltre, rapporti personali e
di diretta cointeressenza tra la suddetta famiglia di imprenditori, i
cui esponenti sono stati di recente raggiunti da' un provvedimento di
custodia cautelare ex art. 416-bis c.p., e il  sindaco  il  quale  ha
stabilito la  propria  residenza  in  un  complesso  residenziale  di
proprieta' di un'impresa oggetto nel 2016 di interdittiva antimafia e
attualmente  sottoposta  a  sequestro  preventivo  unitamente  ad  un
ingente patrimonio mobiliare e immobiliare facente capo alla suddetta
famiglia imprenditrice. A tal riguardo la relazione del prefetto pone
in  rilievo   la   irregolare   situazione   amministrativo-catastale
dell'immobile, circostanza che ha permesso al sindaco di usufruire di
meccanismi elusivi concernenti canoni e i tributi comunali atteso che
- come evidenziato dall'organo ispettivo - il  nucleo  familiare  del
primo cittadino non  risulta  censito  per  quanto  attiene  i  ruoli
idrici, IMU e Tari. 
    La commissione di accesso segnala, altresi', un diffuso quadro di
illegalita' nei diversi settori amministrativi, in particolare quello
degli appalti anche  nel  settore  edilizio,  nei  quali  sono  stati
rilevati ripetuti affidamenti diretti in favore delle medesime ditte,
in violazione del principio  di  rotazione  degli  offerenti,  spesso
ricorrendo alla prassi del frazionamento artificioso dell'importo del
valore dei lavori. 
    A titolo esemplificativo, il prefetto segnalata l'adozione di tre
determine, temporalmente consecutive, di  affidamento  di  lavori  in
favore della stessa ditta individuale, nei cui confronti recentemente
e'  stata  adottata  un'interdittiva  antimafia   del   prefetto   di
Catanzaro. 
    Analoghe anomalie  e  irregolarita'  sono  state  evidenziate  in
relazione all'affidamento di  un  appalto  per  la  realizzazione  di
un'area verde attrezzata i cui lavori, tutti assegnati ad un'impresa,
riconducibile  al  menzionato  gruppo  imprenditoriale,  sono   stati
parcellizzati  nonostante  nell'atto  deliberativo  originario  fosse
esplicitamente riportato che i lavori non potevano essere  frazionati
o suddivisi per non compromettere l'efficacia complessiva dell'opera. 
    La relazione prefettizia pone inoltre in rilievo ulteriori sedici
affidamenti, disposti in via diretta per un ammontare complessivo  di
euro 256.235,06 di cui ha beneficiato negli anni 2017-2021 un'impresa
il cui amministratore e' riconducibile per rapporti parentali  ad  un
assessore attualmente in carica ed avente cointeressenze con il  piu'
volte menzionato gruppo imprenditoriale. 
    La sostanziale acquiescenza  dell'amministrazione  comunale  alla
pervasiva presenza  della  criminalita'  mafiosa  nel  territorio  di
Simeri Crichi e' testimoniata anche  dal  disinteresse,  sottolineato
dall'organo ispettivo, rispetto alla  gestione  dei  beni  confiscati
alla criminalita' organizzata, con specifico riferimento a  due  beni
immobili di rilevante valore economico  che,  nonostante  i  ripetuti
solleciti  dell'agenzia  nazionale   per   l'amministrazione   e   la
destinazione dei beni  sequestrati  e  confiscati  alla  criminalita'
(ANBSC),  l'amministrazione  comunale  ha  rifiutato  di   acquisire,
giustificando tale disinteresse con l'insostenibilita' degli  annessi
oneri di gestione. 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del  prefetto  di  Catanzaro,  rivelano  una
serie di  condizionamenti  nell'amministrazione  comunale  di  Simeri
Crichi volti a perseguire fini diversi da  quelli  istituzionali  che
hanno  determiniato  lo  svilimento  e  la  perdita  di  credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Simeri Crichi
(Catanzaro), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 13 agosto 2021 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese