(Allegato)
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Nocera Terinese (Catanzaro), i cui organi  elettivi
sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio
2019, sono state  riscontrate  forme  di  ingerenza  da  parte  della
criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    All'esito  di  indagini  svolte  dalle  forze  di  polizia  e  di
provvedimenti giudiziari emessi anche nei confronti di amministratori
e dipendenti  comunali  di  Nocera  Terinese  che  hanno  evidenziato
possibili forme di  condizionamento  dell'ente  locale  da  parte  di
un'organizzazione  criminale  di  stampo  mafioso,  il  prefetto   di
Catanzaro con decreto  del  24  maggio  2021  ha  disposto,  per  gli
accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune,  ai  sensi
dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18  agosto  2000,  n.
267. 
    Nel corso dell'indagine ispettiva,  a  seguito  delle  dimissioni
della maggioranza dei consiglieri comunali, il consiglio comunale  di
Nocera Terinese e' stato sciolto con  decreto  del  Presidente  della
Repubblica, in data 26 maggio 2021, ai sensi dell'art. 141, comma  1,
lettera b, n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    Al termine dell'accesso, la commissione incaricata ha  depositato
le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Catanzaro,
acquisito nella seduta del 28 luglio 2021 il  favorevole  ed  unanime
parere del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,
integrato per  l'occasione  con  la  partecipazione  del  procuratore
aggiunto della Repubblica della direzione distrettuale  antimafia  di
Catanzaro e del procuratore della Repubblica  di  Lamezia  Terme,  ha
trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della
presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di  concreti,
univoci e rilevanti elementi  su  collegamenti  diretti  e  indiretti
degli amministratori locali con la criminalita' organizzata  di  tipo
mafioso e su forme di  condizionamento  degli  stessi,  riscontrando,
pertanto, i presupposti per l'applicazione delle  misure  di  cui  al
citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. 
    Le numerose indagini giudiziarie e le conseguenti  operazioni  di
polizia  hanno  accertato  la  presenza  sul   territorio   tirrenico
catanzarese  di  organizzazioni   criminali   affiliate   alla   c.d.
`ndrangheta  che  sin  dagli  anni  '80  hanno  consolidato  la  loro
posizione  infiltrandosi  nelle  principali   attivita'   economiche,
soprattutto nei settori immobiliare e turistico alberghiero,  in  cui
hanno riciclato le  ingenti  risorse  finanziarie  provenienti  dalle
attivita' illecite. 
    Tale  pervasiva  presenza  e'  stata  confermata  dalla   recente
operazione giudiziaria denominata «Alibante»,  da  cui  e'  scaturita
un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini
preliminari presso il  Tribunale  di  Catanzaro  su  richiesta  della
Procura  della  Repubblica  -  Direzione  distrettuale  antimafia  di
Catanzaro che ha riguardato, tra gli altri, l'ex vicesindaco indagato
per  concorso  esterno  in  associazione  mafiosa.   Nella   medesima
operazione risultano coinvolti  anche  un  consigliere  comunale,  al
quale parimenti  e'  contestato  il  reato  di  concorso  esterno  in
associazione  mafiosa,  e  tre  dipendenti  comunali   indagati   per
associazione mafiosa ex art. 416-bis del codice penale uno dei  quali
destinatario di ordinanza di custodia cautelare. 
    Dagli atti di indagine emerge la  strategia  criminosa  messa  in
atto dalla locale cosca mafiosa che, per ottenere il pieno  controllo
del Comune di Nocera Terinese,  ha  condizionato  l'esito  delle  due
ultime elezioni comunali tenutesi nel 2018 e  2019.  In  particolare,
nella consultazione del 2019, l'affermazione  elettorale  dell'allora
candidato consigliere  comunale,  poi  nominato  vicesindaco,  e'  il
risultato dell'appoggio elettorale ottenuto da parte di due  persone,
padre e  figlio,  entrambe  contigue  alla  criminalita'  organizzata
interessate  ad  ottenere,   in   cambio   dell'appoggio   elettorale
l'aggiudicazione di un lotto demaniale marittimo sul quale realizzare
un lido balneare e una discoteca. Al riguardo, il prefetto  evidenzia
come  il  favorevole  risultato  elettorale  abbia  trovato  puntuale
riscontro nel provvedimento concessorio, atteso dai due  sostenitori,
disposto dal settore demanio marittimo del Comune di Nocera  Terinese
con determina del 4 giugno 2019. 
    A  questo  riguardo,  le  verifiche  disposte  dalla  commissione
d'indagine sulle procedure concorsuali seguite per il rilascio  della
concessione  demaniale   hanno   evidenziato   illegittimita'   nella
composizione della commissione di gara, ove sono  state  affidate  le
funzioni di presidente ad un soggetto risultato vicino al locale capo
cosca  e  indagato  nella  menzionata   operazione   «Alibante»   per
rivelazione di segreto istruttorio. Inoltre  i  criteri  seguiti  per
l'aggiudicazione non risultano conformi a quelli prefissati nel bando
di gara ove era previsto, come  criterio  di  aggiudicazione,  quello
dell'offerta economica piu' vantaggiosa. Rileva  al  riguardo  che  i
cennati profili di illegittimita'  del  provvedimento  comunale  sono
stati accertati  in  sede  di  ricorso  al  Tribunale  amministrativo
regionale Calabria che,  con  sentenza  del  15  settembre  2019,  ha
annullato la determina comunale sancendo come  la  valutazione  delle
offerte  fosse  stata  fatta  esclusivamente   sul   maggior   canone
prospettato piuttosto che con il metodo  dell'offerta  economicamente
piu' vantaggiosa. Con la stessa pronuncia il  giudice  amministrativo
ha ordinato al Comune di ottemperare al giudicato,  adempimento  che,
tuttavia, non ha trovato compiuta esecuzione. L'organo ispettivo  ha,
altresi', rilevato,  come  anche  dettagliatamente  analizzato  nella
relazione del prefetto, che l'ente - sulla  base  di  confuse  prassi
amministrative,   delibere   di   giunta    dapprima    adottate    e
successivamente revocate,  atti  di  indirizzo  al  responsabile  del
competente  ufficio  del  demanio   -   ha   comunque   salvaguardato
l'interesse del suddetto soggetto controindicato al  quale  e'  stata
irregolarmente  prorogata  fino   al   2033   una   concessione   per
l'occupazione di altra area del demanio marittimo da adibire  a  lido
balneare. 
    Ulteriore  vicenda  che,  come  evidenziato   dal   prefetto   di
Catanzaro,  delinea  significativamente  un  quadro  esaustivo  della
soggezione della componente  politica  alle  direttive  della  locale
cosca  di  'ndrangheta,  e'  quella  concernente  un  ex  consigliere
comunale di maggioranza, eletto sia nella tornata amministrativa  del
2018 che in quella del 2019,  anch'egli  coinvolto  nella  operazione
«Alibante» in quanto indagato per concorso  esterno  in  associazione
mafiosa e di scambio  elettorale  politico  mafioso.  Viene  altresi'
precisato  che  il   suddetto   amministratore,   pur   non   facendo
organicamene parte di quella organizzazione  mafiosa,  nei  fatti  ha
contribuito a rafforzarne la presenza e l'influenza sull'ente locale,
accettando  da  essa  il  sostegno  elettorale   nelle   ultime   due
consultazioni amministrative e offrendo, come contropartita, utilita'
correlate   alla   professione   sanitaria   esercitata,    elargendo
gratuitamente esami e prestazioni  sanitarie  fuori  delle  ordinarie
modalita' di prenotazione ed erogazione dei servizi. 
    La   relazione   prefettizia   sottolinea    inoltre    che    il
condizionamento della tornata elettorale amministrativa del  2019  ha
riguardato  anche  l'altra  lista  in  competizione,   che   pertanto
costituiva solo un'apparente alternativa a quella risultata vincente,
e cio' a dimostrazione del totale  controllo  del  territorio  e  del
consenso elettorale che e' capace di  esercitare  quella  consorteria
mafiosa non consentendo, di fatto, alcuna forma di espressione libera
del voto che possa dare voce ad  organi  elettivi,  svincolati  dagli
interessi particolari o illeciti della criminalita' organizzata. 
    Al riguardo, nel porre in  rilievo  una  sostanziale  continuita'
amministrativa tra la compagine eletta nel 2019 e  quella  proclamata
nel 2018, atteso che sei amministratori  erano  gia'  presenti  nella
precedente consiliatura, la relazione  prefettizia  pone  in  rilievo
come le indagini abbiano  rilevato  le  forti  pressioni  subite  dal
sindaco  eletto  nella  tornata  del  2018  da  parte  della   locale
organizzazione  criminale  che  lo  ha  indotto,  a  soli  due   mesi
dall'insediamento, a rassegnare le proprie dimissioni  dall'incarico,
cui e' seguita la nomina, di  un  commissario  straordinario  per  la
provvisoria gestione dell'ente. 
    Oltre all'evidente condizionamento della componente politica, gli
accertamenti disposti dalla commissione d'indagine hanno rilevato  la
grave esposizione degli uffici comunali  alle  illecite  interferenze
esterne, tanto da rimarcare il fatto che il Comune di Nocera Terinese
si muove soltanto nella direzione segnata dalla cosca mafiosa. A  tal
proposito, la commissione d'indagine ha  evidenziato  che  lo  stesso
commissario straordinario che  ha  gestito  l'ente  a  seguito  dello
scioglimento disposto nel 2018, nel corso  delle  audizioni  disposte
dall'organo ispettivo ha descritto il Comune di Nocera Terinese  come
una struttura in totale disordine amministrativo, predisposta ad  una
permeabilita' da parte di terzi portatori  di  interessi  propri  che
inquinano l'attivita' istituzionale individuando le aree tecniche  ed
amministrative dell'ente come quelle piu' compromesse; rileva  a  tal
riguardo che tre dipendenti di quegli uffici risultano indagati nella
predetta operazione giudiziaria. 
    Dagli atti di indagine  risulta,  infatti,  la  posizione  di  un
dipendente dell'ufficio tecnico il  quale,  abusando  delle  funzioni
pubbliche e compiendo una serie di atti  illeciti  ed  omissioni,  ha
garantito gli interessi del locale clan mafioso tanto che gli  stessi
magistrati della direzione distrettuale antimafia, nell'ambito  della
piu' volte menzionata operazione «Alibante» riconoscono  allo  stesso
una posizione cruciale al punto da essere considerato una  «testa  di
ponte» di quell'organizzazione all'interno del comune,  dipendente  a
cui pur a fronte di tali condotte e' stata garantita  la  continuita'
nel servizio tecnico comunale, in ultimo con la conferma ottenuta nel
2019 all'atto dell'insediamento dell'ex sindaco. 
    L'organo ispettivo  si  e'  soffermato  sulle  anomale  procedure
seguite dal suddetto dipendente nel  rilasciare  illegittimamente  la
certificazione di  agibilita'  ad  una  struttura  alberghiera  nella
disponibilita' di un imprenditore contiguo  alla  locale  consorteria
mafiosa,  e  cio'  anche  se  all'attivita'  era  stata   negata   la
certificazione antincendio  da  parte  del  comando  provinciale  dei
vigili del fuoco. Il favorevole provvedimento comunale ha  consentito
alla societa' proprietaria dell'albergo di accedere al secondo  rateo
- il primo era stato elargito nel novembre  2014  -  di  un  cospicuo
finanziamento a fondo perduto della Regione Calabria nell'ambito  del
POR Calabria FESR 2007/2013. 
    Allo stesso tecnico comunale  viene  altresi'  contestato,  dagli
inquirenti della menzionata indagine «Alibante», di aver abusato  dei
poteri d'ufficio per aver omesso di emanare i provvedimenti necessari
ad  interrompere  i  lavori  di  costruzione  di  un'altra  struttura
ricettiva  -  la  cui  proprieta'   e'   riconducibile   ad   un   ex
amministratore,  gia'  sindaco  di   Nocera   Terinese   in   passate
consiliature ed anch'esso indagato per reato di cui all'art.  416-bis
del  codice  penale  -  sebbene  fosse  a  conoscenza  dell'attivita'
falsificativa posta in essere  dall'interessato  nella  presentazione
della SCIA. 
    Contestazioni in parte analoghe sono formulate anche nei riguardi
di un altro  dipendente  al  quale  gli  inquirenti  della  direzione
distrettuale antimafia riconoscono l'attitudine a piegare l'attivita'
burocratica   ai   propositi    mafiosi,    responsabile    dell'area
amministrativa fino al maggio 2021 - come gia' evidenziato colpito da
ordinanza  cautelare -  al  quale  viene  addebitato  il   reato   di
corruzione elettorale, in quanto  in  occasione  delle  consultazioni
tenutesi nel 2018, in cambio del voto proprio e quello dei familiari,
accettava la promessa di  soggetti  intranei  alla  locale  cosca  di
ottenere la conferma della responsabilita' di uffici comunali  con  i
connessi benefici stipendiali. La relazione del  prefetto  sottolinea
inoltre che il citato dipendente  e'  altresi'  indagato  nell'ambito
della stessa  inchiesta  giudiziaria  per  atti  contrari  ai  doveri
d'ufficio,  non  avendo  adottato  provvedimenti   sospensivi   della
somministrazione di cibi e bevande relativamente ad  un  chiosco-bar,
attivita' omissiva per la quale ha ricevuto in cambio utilita'  dallo
stesso titolare dell'impresa gia' segnalato come soggetto contiguo al
locale clan mafioso. 
    La relazione, della  commissione  d'indagine  evidenzia  come  il
condizionamento  dell'apparato  amministrativo  alle  logiche   della
criminalita' organizzata traspare chiaramente dalla vicenda  relativa
ad  un  complesso  residenziale  nella  disponibilita'  del  suddetto
imprenditore. Al tal  riguardo,  viene  significativamente  segnalato
l'episodio della convocazione del menzionato dipendente  comunale  da
parte dell'esponente di vertice del locale clan  mafioso  -  incontro
sollecitato dal piu' volte richiamato imprenditore -  finalizzata  ad
evitare l'emissione di  provvedimenti  interruttivi  delle  attivita'
durante la stagione turistica, struttura che, di fatto, ha continuato
ad operare nonostante fosse priva dei titoli abilitativi. Il prefetto
di Catanzaro, nel segnalare  la  posizione  di  un  terzo  dipendente
comunale messosi a disposizione di  un  soggetto  controindicato  per
condizionare il  voto  delle  amministrative  2018,  sottolinea  come
l'insieme dei fatti esposti evidenzi la permeabilita' del comune alle
istanze  e  agli  interessi  della  locale  criminalita'  organizzata
nonche' l'assoggettamento senza riserve di alcuni dipendenti comunali
posti nei ruoli chiave dell'amministrazione e  la  facilita'  con  la
quale il clan mafioso  egemone  sul  territorio  ha  condizionato  la
scelta degli organi elettivi dell'ente, privando cosi' il  Comune  di
Nocera Terinese di ogni prerogativa di libera determinazione. 
    Ulteriori criticita', che contribuiscono a delineare il quadro di
un'amministrazione comunale incline ad operare nel  mancato  rispetto
dei principi  di  legalita'  e  buon  andamento,  sono  emerse  dalle
verifiche disposte sui beni confiscati alla criminalita' organizzata;
la relazione prefettizia ha rilevato che le amministrazioni  comunali
susseguitesi nel tempo hanno tutte ed indistintamente posto in essere
azioni dilatorie od  omissive  con  la  chiara  finalita'  di  tenere
inutilizzati i predetti beni e  rendere  nei  fatti  irrealizzate  le
finalita' sociali perseguite dalla normativa di settore, evitando  in
ogni modo di  restituire  al  pubblico  utilizzo  i  beni  frutto  di
illeciti proventi delle organizzazioni di tipo mafioso. 
    A  titolo  esemplificativo  di  tale  condotta,  il  prefetto  di
Catanzaro  pone  l'attenzione  su   un   bene   immobile   confiscato
all'esponente di rilievo del locale clan 'ndranghetista mai destinato
a finalita' di natura sociale e rimasto inutilizzato per circa  dieci
anni;  solo  recentemente  una   pertinenza   dell'immobile   risulta
parzialmente adibita a rimessa dei veicoli comunali. 
    E' al riguardo significativo che il comune non  ha  mai  prodotto
alcuna  risposta  alle  reiterate  richieste  della   prefettura   di
Catanzaro dirette a monitorare l'utilizzo dei beni confiscati. 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto di Catanzaro rilevano una serie
di condizionamenti nell'amministrazione comunale di  Nocera  Terinese
volti a perseguire fini diversi da  quelli  istituzionali  che  hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Sebbene il processo di ripristino della legalita'  nell'attivita'
del comune sia gia' iniziato con la  gestione  provvisoria  dell'ente
affidata al commissario straordinario, ai  sensi  dell'art.  141  del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267,  in  considerazione  dei
fatti suesposti e  per  garantire  il  completo  affrancamento  dalle
influenze della criminalita', si  ritiene,  comunque,  necessaria  la
nomina della commissione straordinaria  di  cui  all'art.  144  dello
stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che  la
capacita' pervasiva delle organizzazioni  criminali  possa  di  nuovo
esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. 
    L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa  per
la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative  e  di
interventi programmatori  che,  piu'  incisivamente,  favoriscono  il
risanamento dell'ente. 
    Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143
del  citato  decreto  legislativo,  per  le  caratteristiche  che  lo
configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto
provvedimento per altra causa,  differenziandosene  per  funzioni  ed
effetti, si propone l'adozione della misura di rigore  nei  confronti
del  Comune  di  Nocera   Terinese   (Catanzaro),   con   conseguente
affidamento  della  gestione  dell'ente  locale  ad  una  commissione
straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145,  sono
attribuite  specifiche  competenze  e   metodologie   di   intervento
finalizzate  a  garantire,  nel  tempo,  la  rispondenza  dell'azione
amministrativa alle esigenze della collettivita'. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
    Roma, 13 agosto 2021 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese