(Allegato-art. 6)
                               Art. 6. 
 
          Elementi che comprovano il legame con l'ambiente 
 
    Il legame con la zona geografica si basa  sulla  reputazione  del
prodotto.  Questa  nasce  anzitutto   da   una   precisa   situazione
ambientale, che ha influito  notevolmente  sul  fatto  che  la  carne
bovina  sia  sempre  stata   alla   base   dell'alimentazione   della
popolazione del Trentino. La ricchezza di prati e  pascoli,  connessa
alla conformazione  in  massima  parte  montana  del  territorio,  ha
infatti favorito l'allevamento del bestiame e quindi  l'esistenza  di
una significativa produzione  autoctona  di  carne.  Questo  tipo  di
consumo  e'  stato  inoltre  incrementato  per   un   lungo   periodo
dall'esistenza di una particolare regolamentazione locale. A  partire
almeno dal Settecento, ma documenti piu'  antichi  lasciano  supporre
una  consuetudine  anteriore,  venne  infatti  imposto  a   tutti   i
«forastieri»,  che  transitavano  nel  Trentino  con   bestiame,   di
macellare  e  vendere  al  pubblico  la  quinta  parte  delle  bestie
trasportate (vd. Bertoluzza, Statuto di Trento, libro II de'  Sindici
del 1714, cap. 8). Storicamente quindi l'esigenza di dare uno  sbocco
all'abbondanza  sul  mercato  di  carni  concentrata  in  determinati
periodi  e  la  necessita'  di   assicurare   alla   popolazione   un
approvvigionamento  continuo  nel  corso   di   tutto   l'anno   sono
all'origine  della  sopravvivenza  di  una  pratica  tradizionale  di
trattamento  e  conservazione  quale  appunto  la   «Carne   Salada»,
risalente all'antica Roma (Columella,  De  re  rustica,  XII,  55)  e
altrove quasi completamente abbandonata. Che questa  pratica  si  sia
affermata  in  Trentino,   lo   si   deve   anche   alla   situazione
meteoclimatica  del  territorio,  dal  momento  che  i  venti   umidi
meridionali spiranti dall'Adriatico nella parte orientale e dal  lago
di  Garda  nella  parte  occidentale  (la  famosa   Ora)   mantengono
naturalmente  quelle  condizioni  di  umidita'  che   consentono   la
produzione della salamoia e lo svolgimento in  maniera  ottimale  del
processo di maturazione del prodotto. Accanto ai  fattori  storici  e
naturali, determinanti appaiono anche i fattori umani. Il  territorio
e' caratterizzato da una accentuata specializzazione  produttiva  nel
settore  delle  carni  trasformate,  che  evidenzia  con   ventisette
specialita'   gastronomiche   una   specializzazione    professionale
altrettanto ricca. Si avvale di questo retroterra culturale anche  la
rinomanza del «saper fare» nella produzione della «Carne salada»,  un
complesso di conoscenze ed esperienze sviluppatesi di generazione  in
generazione - dalla capacita' di selezionare i tagli di carne  e  gli
ingredienti piu' idonei alla perizia per l'ottenimento di una  giusta
maturazione - che ha dato luogo a un  particolare  affinamento  della
tecnica in uso. 
    Dalla combinazione dei  fattori  storici,  naturali  e  umani  di
questo ambiente ha quindi avuto origine la «Carne Salada»,  che  oggi
non ha prodotti potenzialmente comparabili  e  si  presenta  pertanto
come  un  giacimento  gastronomico  pressoche'   unico   con   alcune
peculiarita' largamente riconosciute: particolare magrezza,  moderata
sapidita',  profumo  delicato,  sapore  leggermente  aromatico,  alto
contenuto  proteico  e  poca  resistenza  alla   masticazione.   Tali
peculiarita'  sono  state  confermate  come  importanti   motivazioni
all'acquisto del prodotto nelle risposte dei consumatori riportate in
una serie di indagini  di  mercato,  commissionate  dalla  Camera  di
commercio  di  Trento  e  condotte  dal  2006  al  2013  su  campioni
rappresentativi di popolazione nazionale e locale. 
    Proprio su tali caratteristiche, frutto dell'intenso  legame  con
il territorio, si e'  consolidata  nel  tempo  la  reputazione  della
«Carne Salada». Nonostante il prodotto abbia  avuto  in  origine  una
diffusione  limitata  al  Trentino,  la  sua  conoscenza,  sia   pure
circoscritta alle classi superiori, ha varcato da secoli i confini di
quest'area geografica, come si rileva da due manoscritti  redatti  in
ambito signorile rispettivamente nel XV e nel XVI secolo: Il De  arte
coquinaria del Maestro Martino de' Rossi,  una  copia  del  quale  e'
stata rinvenuta a Riva del Garda, che descrive la maniera di cucinare
la «carbonata di carne salata», e  il  De  Cucuina  di  Anonimo,  che
contiene la ricetta del «Coch di Carne salada». A due  donne  con  il
gusto e la passione della buona cucina va poi attribuito  il  merito,
tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, di aver dato  origine,
attraverso  il  rilievo  assegnato  alla  «Carne  Salada»  nei   loro
fortunati ricettari,  ad  una  popolarita'  estesa  tanto  a  livello
sociale che geografico (Italia e paesi dell'Impero asburgico). Le due
autrici sono: Caterina Prato, il cui Manuale  di  cucina,  pubblicato
nel 1858 in tedesco, venne dal 1892 ristampato piu'  volte  anche  in
italiano con grandissimo successo; e Giulia Turco  Lazzari,  che  nel
1904  scrisse  un  importante  e  voluminoso   Manuale   di   cucina,
successivamente compendiato ad uso del  popolo  in  un  piu'  ridotto
ricettario a larghissima diffusione dal titolo  Il  Piccolo  Focolare
(1908). 
    Ma e' soprattutto a partire dalla  meta'  del  Novecento  che  la
reputazione del prodotto e' notevolmente aumentata. Da allora infatti
non vi e' pubblicazione su prodotti tipici o piatti tradizionali  ne'
guida turistica o gastronomica, sia  essa  a  circolazione  locale  o
nazionale, che fin dalle prime edizioni non faccia  riferimento  alla
«Carne Salada» come ad  una  delle  espressioni  piu'  tipiche  della
cultura alimentare del  territorio.  Si  annoverano,  fra  quelle  di
maggiore importanza e  diffusione:  la  Guida  gastronomica  d'Italia
(1969) e l'Italia  dei  salumi  (2003)  del  Touring  Club  Italiano,
L'Atlante dei prodotti tipici - I salumi dell'Insor (1989),  l'Italia
del Gambero Rosso (2007) e I Grandi Salumi del Gambero Rosso  (2013),
il Buon Paese (1994), il Dizionario delle cucine  regionali  italiane
(2008) e  L'Atlante  dei  prodotti  italiani  (2012)  di  Slow  Food,
l'Enciclopedia Garzanti della Cucina (2010), 1000 sapori  da  gustare
nella vita (2000)  e  Gli  Itinerari  del  Corriere  della  Sera.  Il
Trentino (2007), la guida dell'Espresso  I  salumi  d'Italia  (2017).
Traspare da tali pubblicazioni, nonche' dalle continue  testimonianze
sulla stampa periodica e in trasmissioni radiofoniche  e  televisive,
come da tempo non sia piu' la necessita' di  conservare  la  carne  a
suggerire la produzione della «Carne Salada», ma piuttosto la  scelta
deliberata di proporre al pubblico un prodotto di eccellenza con  una
lunga storia alle spalle. 
    Inoltre, contribuisce alla reputazione anche la presenza costante
del piatto nella ristorazione  locale,  che  offre  a  molti  turisti
l'opportunita'  di  apprezzarne   direttamente   la   bonta'   e   le
caratteristiche. 
    La «Carne Salada» e' inserita annualmente, a far data dalla prima
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale  della Repubblica italiana  n.
194 del 21 agosto 2000 - Supplemento ordinario  n.  130,  nell'Elenco
ufficiale dei  prodotti  agroalimentari  italiani  per  la  Provincia
autonoma di Trento.