(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Bolognetta (Palermo), i cui  organi  elettivi  sono
stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  dell'11  giugno
2017, sono state riscontrate forme di  ingerenza  della  criminalita'
organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    All'esito  di  un'indagine  di  polizia  giudiziaria   denominata
«Dominio» che ha fatto emergere collegamenti tra imprenditori  locali
e componenti dell'amministrazione locale, il prefetto di Palermo, con
decreto del 29 marzo 2021 successivamente prorogato, ha disposto, per
gli accertamenti di rito, l'accesso  presso  il  suddetto  comune  ai
sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000,
n. 267. 
    Al termine dei lavori la commissione  incaricata  delle  indagini
ispettive ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui  risultanze
il prefetto di Palermo, sentito nella seduta del 27  agosto  2021  il
comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato
con la partecipazione del Procuratore  della  Repubblica  di  Termini
Imerese  e  del  Procuratore  aggiunto  della  Repubblica  presso  il
Tribunale di Palermo - Direzione distrettuale antimafia, ha trasmesso
l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente
proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e
rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  e   indiretti   degli
amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso
e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto,  i
presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143
del decreto legislativo n. 267/2000. 
    Come evidenziato nella  relazione  della  commissione  d'indagine
all'esito  della  menzionata  operazione   di   polizia   giudiziaria
denominata «Dominio» e' stata  data  esecuzione  ad  un'ordinanza  di
custodia cautelare in carcere emessa  dal  giudice  per  le  indagini
preliminari del Tribunale di Termini Imerese che ha  riguardato,  tra
gli altri, due imprenditori contigui ad una locale famiglia mafiosa e
indagati «per il delitto di cui all'art. 416 bis, commi I,  III,  IV,
VI c.p., per avere fatto parte, in concorso ed  unitamente  ad  altre
numerose persone, dell'associazione mafiosa denominata  Cosa  Nostra,
avvalendosi della forza di intimidazione del  vincolo  associativo  e
della condizione di assoggettamento ed omerta'  che  ne  deriva,  per
commettere delitti contro  la  vita,  l'incolumita'  individuale,  la
liberta' personale, il patrimonio per acquisire  in  modo  diretto  o
indiretto  la  gestione  o  comunque  il   controllo   di   attivita'
economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti  e  servizi
pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per se'  e  gli
altri,   per   intervenire   sulle   istituzioni   e   la    pubblica
amministrazione.»  I  predetti  soggetti  risultano   collegati   con
esponenti dell'amministrazione comunale di Bolognetta, in particolare
con il  sindaco,  che  piu'  volte  ha  riferito  loro  di  questioni
attinenti  all'ente  locale,  con  un  altro  esponente  di   vertice
dell'amministrazione locale che e' intervenuto in favore dei suddetti
imprenditori nell'ambito di una procedura di  affidamento  di  lavori
nel cimitero comunale, nonche'  con  altri  amministratori,  uno  dei
quali  ha  avuto  parte   nella   gestione   contabile   di   imprese
riconducibili ai suddetti  imprenditori,  tra  cui  anche  una  ditta
colpita da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Palermo. 
    Rapporti con ambienti criminali, come attestato da fonti tecniche
di prova, vengono segnalati anche nei riguardi di  alcuni  dipendenti
comunali  appartenenti,  in  particolare,   all'ufficio   tecnico   e
all'ufficio ragioneria,  adoperatisi  per  avvantaggiare  i  suddetti
imprenditori, ai quali sono state fornite  informazioni  privilegiate
sulle procedure di appalto in corso  e  ragguagli  sugli  accessi  al
comune operati dalle forze di polizia nell'ambito delle attivita'  di
indagine di polizia giudiziaria. 
    Il quadro di insieme delineato dal prefetto di  Palermo,  facendo
propri  gli  esiti  ispettivi  della  commissione  di   accesso,   le
risultanze  delle  operazioni  di  polizia  ed  i  relativi  sviluppi
giudiziari, attesta, chiaramente, l'alto livello di  permeabilita'  e
di condizionamento dell'amministrazione comunale  di  Bolognetta,  la
quale si adoperata, nel tempo, in favore  di  soggetti  o  imprese  a
questi riconducibili, facenti parte di organizzazioni  criminali,  in
cio' facilitata da una  sostanziale  continuita'  amministrativa  tra
l'attuale e la precedente consiliatura, durante  la  quale  il  primo
cittadino  ha  rivestito  la  carica  di   vicesindaco   e   da   una
generalizzata  precarieta'  funzionale  di  componenti  dell'apparato
burocratico comunale, alcuni dei quali oltreche' permanere in settori
chiave dell'amministrazione sono riconducibili per rapporti parentali
o frequentazioni al contesto mafioso locale. 
    La relazione del prefetto di Palermo ha posto in rilievo numerose
criticita', tutte sintomo evidente di uno sviamento  delle  attivita'
dell'ente rispetto al perseguimento dell'esclusivo interesse del bene
pubblico;  in  particolare  vengono  segnalate  gravi   irregolarita'
concernenti le procedure di assegnazione dei lavori  pubblici,  nelle
quali si e' reiteratamente  fatto  ricorso  ad  affidamenti  diretti,
avvalendosi delle procedure di «somma urgenza»  anche  in  situazioni
non caratterizzate da emergenze e quindi in carenza  dei  presupposti
richiesti dalla normativa di riferimento; il frazionamento dei lavori
- per ridurre i relativi importi sotto la soglia dei 40.000  curo  ed
evitare cosi' gare ad evidenza pubblica -  che  per  la  loro  natura
avrebbero potuto essere facilmente programmabili e quindi  costituire
un  unico  intervento;  il  mancato  rispetto  del  principio   della
rotazione degli incarichi  in  violazione  delle  linee  guida  ANAC,
scegliendo, talvolta, il contraente senza procedere ad una  selezione
tra piu' candidati ma  individuandolo  tra  quelli  che  hanno  avuto
pregressi rapporti con il  comune;  il  mancato  ricorso  al  mercato
elettronico della pubblica amministrazione (MEPA) anche  in  casi  in
cui sarebbe stato obbligatorio ricorrervi;  la  generale  assenza  di
controlli antimafia e di  verifiche  sulla  corretta  esecuzione  dei
lavori  affidati;  le  irregolarita'  delle   rendicontazioni   degli
acquisti e delle procedure di liquidazione delle fatture. 
    La commissione d'accesso si  e'  soffermata  sulla  gestione  dei
servizi cimiteriali e in particolare  sui  lavori  di  tumulazione  o
estumulazione  effettuati  nel  cimitero  comunale,   per   i   quali
l'amministrazione  comunale  ha  fatto   ricorso   ripetutamente   ad
affidamenti diretti, assegnando i lavori ad  una  ditta  di  onoranze
funebri - che ha gestito il servizio  in  un  regime  di  sostanziale
monopolio  -  riconducibile  ad   uno   dei   predetti   imprenditori
destinatari del menzionato provvedimento  restrittivo,  giustificando
tali procedure con l'urgenza di provvedere, attestata  in  specifiche
ordinanze sindacali contingibili e urgenti, ex art. 50 TUOEL, con  le
quali, come piu' ampiamente descritto nella relazione del prefetto di
Palermo,  sono   state   artatamente   create   le   condizioni   per
l'applicazione delle deroghe previste  per  le  procedure  di  «somma
urgenza». 
    L'organo  ispettivo,  nel  rilevare  la  sostanziale  continuita'
operativa adottata dalle  amministrazioni  succedutesi  nelle  ultime
consiliature per l'affidamento del predetto  servizio,  ha  precisato
che tale modus operandi si e' costantemente svolto in totale  assenza
di controlli antimafia,  con  cio'  favorendo  l'operatore  economico
contiguo alla criminalita'  organizzata  che  ha  beneficiato  di  un
trattamento di favore anche nelle  successive  fasi  di  liquidazione
delle relative fatture, spesso incomplete o irregolari per la mancata
acquisizione  del   prescritto   documento   unico   di   regolarita'
contributiva (DURC) valido. 
    L'approssimazione e l'assenza  di  controlli  nell'affidamento  e
nell'esecuzione di lavori cimiteriali e' emersa  anche  in  relazione
alle attivita' di smaltimento dei relativi rifiuti, alcuni dei  quali
sono da considerare speciali e come  tali  soggetti  alle  specifiche
normative di settore che, anche in questo caso, sono state  eluse.  A
tal riguardo, la commissione d'accesso ha verificato  che  la  stessa
ditta alla quale sono stati spesso affidati i lavori di estumulazione
e tumulazione nel cimitero comunale  veniva  incaricata  anche  dello
smaltimento dei rifiuti cimiteriali, pur  non  essendo  iscritta  nei
registri delle  imprese  ambientali,  requisito  che  avrebbe  dovuto
essere preventivamente accertato dall'amministrazione comunale. 
    E' al riguardo significativo che solo  a  seguito  degli  accessi
delle  forze  di  polizia  nell'ambito  della   predetta   operazione
giudiziaria gli uffici comunali preposti hanno affidato  la  gestione
dei rifiuti cimiteriali ad  una  ditta  abilitata  iscritta  all'albo
nazionale gestori ambientali. 
    La relazione prefettizia ha, inoltre, analizzato le modalita'  di
affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi
urbani i cui costi, rilevatisi decisamente  elevati  in  relazione  a
quelli sostenuti da altri enti locali, hanno contribuito al  dissesto
finanziario dell'ente. 
    Gli esiti ispettivi hanno messo in  luce  come  la  gestione  del
ciclo integrato dei rifiuti da parte del Comune di Bolognetta si  sia
posta in netto contrasto sia con le norme di legge  che  disciplinano
l'assetto  delle  competenze  in  materia  sia   con   il   principio
dell'unicita' della gestione integrata del ciclo dei rifiuti previsto
dal legislatore nazionale e da quello regionale ed abbia,  di  fatto,
favorito una societa'  in  particolare  destinataria  di  affidamenti
anche nella passata consiliatura, con la quale sono stati  stipulati,
tra l'agosto 2019 e il settembre 2020, contratti di nolo a freddo per
l'utilizzo di mezzi  pesanti  per  la  raccolta  dei  rifiuti  solidi
urbani. Piu' in dettaglio, la commissione d'accesso ha accertato  che
i noli a freddo erano stati stipulati con la predetta  societa'  solo
per quattro mesi, rinnovati poi alla scadenza con interventi  diretti
del primo cittadino  per  mezzo  di  provvedimento  sindacale  del  3
dicembre  2019  e  ripetutamente  prorogati,  anche   per   brevi   e
consecutivi periodi, fino al settembre 2020, senza  quindi  espletare
alcuna gara ad evidenza pubblica. L'amministrazione comunale ha cosi'
sistematicamente ed artificiosamente frazionato gli  affidamenti  del
servizio, il cui costo complessivo, nel periodo considerato ammonta a
140.000 curo, importo eccessivamente oneroso  se  raffrontato  con  i
costi del servizio offerti in passato da altre societa'. 
    Anomalie  e  irregolarita'  hanno   caratterizzato   anche   gli,
interventi   di   manutenzione   e   di   climatizzazione    disposti
dall'amministrazione comunale nei locali di un centro  polifunzionale
e di un plesso scolastico. Anche in tali occasioni, come attestato da
fonti tecniche di prova, sono stati  disposti,  eludendo  le  vigenti
disposizioni normative, affidamenti diretti in favore di una  impresa
solitamente affidataria anche di lavori  di  natura  edilizia,  ditta
riconducibile ad uno dei predetti imprenditori destinatari del citato
provvedimento cautelare, anche se fittiziamente intestata a  soggetto
diverso,  ed  interessata  da  interdittiva  antimafia  emessa  dalla
Prefettura di Palermo il 17 maggio 2021. 
    Ulteriore elemento  che  evidenzia  una  gestione  amministrativa
avulsa dal rispetto dei principi di legalita'  e  buon  andamento  e'
rappresentato  dalla  totale   disapplicazione   delle   disposizioni
previste  dal  codice  delle  leggi  antimafia  di  cui  al   decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Il  prefetto  di  Palermo,  nel
sottolineare che l'amministrazione di Bolognetta non ha mai aderito a
protocolli di legalita'  per  concordare  controlli  piu'  stringenti
nelle procedure relative a lavori, servizi e forniture pubbliche,  ha
precisato che l'ente locale tra gennaio 2017 e  giugno  2021  non  ha
effettuato alcun accesso alla banca dati nazionale antimafia  (BDNA);
e' dunque da ritenersi  che,  nel  periodo  indicato,  il  competente
ufficio dell'ente locale non  abbia  effettuato  controlli  antimafia
nemmeno in occasione di semplici rilasci di licenze, autorizzazioni o
concessioni di competenza comunale. 
    Anche per quanto attiene la gestione  dei  beni  confiscati  alla
criminalita' organizzata e  assegnati  al  Comune  di  Bolognetta  la
relazione del prefetto evidenzia come i vertici  dell'amministrazione
locale non hanno mai assicurato alcun riscontro ai ripetuti  richiami
di   attenzione   che   la   Prefettura   di   Palermo   ha   rivolto
all'amministrazione comunale affinche' individuasse soggetti  privati
operanti nel sociale cui affidare i  beni  immobili  confiscati  alla
criminalita' organizzata,  di  cui  l'ente  locale  e'  destinatario,
evidenziando in tal modo  una  condotta  che  vanifica  le  finalita'
dell'istituto  e  priva  la  collettivita'  del  beneficio  del  loro
utilizzo. 
    Tali beni, infatti, pur assegnati  all'ente  risultano  di  fatto
inutilizzati, come attestato dallo stesso responsabile del competente
ufficio  nel  corso  di  un'audizione  disposta   dalla   commissione
d'indagine, ad  eccezione  di  un  immobile  confiscato  ad  un  noto
capomafia, consegnato al comune sin dall'agosto 2009, destinatario di
finanziamenti pubblici per essere sede di  un  centro  di  formazione
socio-lavorativa per giovani e ora solo parzialmente  utilizzato  per
finalita' sociali. 
    Gravi inadempienze,  inefficienze  ed  irregolarita'  sono  state
accertate a carico dell'amministrazione comunale nella gestione delle
finanze dell'ente locale  che  ancora  risente  della  situazione  di
dissesto  finanziario  dichiarato  nel  maggio  2018.  La   relazione
prefettizia sottolinea al riguardo che  l'ultimo  bilancio  approvato
risale al 2017 e da allora nessun altro atto contabile, di previsione
o di rendicontazione, e'  stato  piu'  adottato  dall'amministrazione
comunale; da cio'  deriva  un  generale  stato  di  confusione  nella
contabilita'  ufficiale  dell'ente,  aggravato   dalla   carenza   di
personale con adeguate competenze in materia e dal  considerevole  ed
ancora incerto importo complessivo  dei  debiti  fuori  bilancio  che
riguardano tutti i settori dell'ente locale. 
    Tale  critica  situazione  finanziaria   e'   stata   determinata
soprattutto dagli  evidenziati,  eccessivi,  costi  del  servizio  di
raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi  urbani  e  dall'inefficace
attivita' di riscossione dei tributi locali, in particolare  dell'IMU
e della TARI. La commissione di accesso, infatti,  ha  accertato  una
consistente area  di  evasione  dell'obbligo  fiscale,  ulteriormente
lievitata durante il periodo dell'attuale  amministrazione  comunale,
nel corso della quale non e'  stata  adottata  alcuna  direttiva  dal
vertice politico volta al recupero della  situazione  deficitaria.  A
questo riguardo il prefetto  di  Palermo  ha  precisato  come  tra  i
soggetti inottemperanti al  pagamento  dei  tributi  locali  oltre  a
locali esponenti mafiosi e soggetti a  loro  vicini,  figurino  anche
numerosi amministratori locali, dipendenti comunali e loro familiari. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale di Bolognetta, volti  a
perseguire  fini  diversi  da   quelli   istituzionali,   che   hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio  comunale  di  Bolognetta
(Palermo), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18  agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
      Roma, 5 novembre 2021 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese