(Nota 51)
                               NOTA 51 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Background 
    I farmaci  analoghi  dell'ormone  stimolante  il  rilascio  delle
gonadotropine (LH-RH analoghi) hanno un ampio utilizzo nella  pratica
clinica  grazie  al  loro  meccanismo  di  azione.   Essi   producono
un'iniziale stimolazione delle  cellule  ipofisarie  che  provoca  la
secrezione  dell'ormone  follicolo-stimolante  (FSH)  e   dell'ormone
luteinizzante  (LH),  mentre  un  trattamento  prolungato   determina
desensibilizzazione  dei  recettori  ipofisari  e  inibizione   della
produzione  di  entrambi   gli   ormoni   gonadotropi,   determinando
funzionalmente una condizione di  castrazione  farmacologica.  Questo
fenomeno trova una vasta applicazione terapeutica in  ambito  clinico
in un'ampia gamma di patologie (1). 
Evidenze disponibili 
    Carcinoma prostatico: In virtu' dell'elevata ormonodipendenza del
carcinoma della prostata, la deprivazione androgenica (riduzione  dei
livelli circolanti di testosterone),  indotta  da  terapie  ormonali,
rappresenta il  trattamento  di  scelta  nei  pazienti  con  malattia
metastatica, e trova spazio anche nel trattamento  di  quei  pazienti
con malattia piu'  limitata  non  candidabili  a  trattamento  locale
esclusivo  con  intento  curativo.  Gli  analoghi  dell'ormone  LH-RH
(buserelina, goserelina, leuprorelina e triptorelina) sono i  farmaci
di prima scelta per  il  trattamento  del  carcinoma  della  prostata
ormono-sensibile, in virtu' dell'inibizione  della  produzione  degli
ormoni gonadotropi da  essi  indotta.  La  castrazione  farmacologica
ottenuta mediante l'impiego di LH-RH  agonisti  puo'  indurre,  nella
fase iniziale del trattamento, un peggioramento dei sintomi, a  causa
dell'iniziale,  ancorche'  transitorio,  incremento  dei  livelli  di
testosterone  che,   stimolando   la   crescita   tumorale,   possono
precipitare fenomeni di compressione midollare o di ostruzione  delle
vie urinarie, oppure determinare un peggioramento del  dolore  legato
alla presenza di metastasi ossee (fenomeno del flare-up). Il flare up
puo' essere evitato mediante il trattamento concomitante o  iniziale,
di solito della durata di quattro settimana,  con  antiandrogeni,  in
grado  di  antagonizzare   l'azione   degli   androgeni   a   livello
recettoriale,  neutralizzando  in  tal  modo  gli  effetti  paradossi
causati dall'aumento iniziale dei livelli di testosterone (2). 
    Carcinoma mammario:  l'uso  clinico  degli  analoghi  dell'ormone
LH-RH  (goserelina,  leuprorelina  e  triptorelina)  e'   soprattutto
connesso all'inibizione della produzione degli ormoni  gonadotropi  a
seguito dell'induzione dello stato menopausale. Questa indicazione e'
limitata alle donne in premenopausa e  perimenopausa  (che  nel  caso
siano isterectomizzate abbiano un profilo  ormonale  conseguente)  in
cui l'espressione dei recettori per estrogeni  e/o  progesterone  sia
positiva o sconosciuta (3). 
    Puberta' precoce:  Gli  analoghi  LHRH,  per  le  loro  modalita'
d'azione, trovano l'impiego ottimale nelle forme centrali e  complete
di   puberta'   precoce,   con   prematura   attivazione    dell'asse
ipotalamo-ipofisi-gonadi   (gonadotropino-dipendenti).   Pur    nella
difficolta'  di  definire  con  precisione  l'inizio  della  puberta'
fisiologica (4-5),  il  beneficio  clinico  degli  analoghi  LHRH  e'
maggiormente definito al di sotto degli otto anni per  le  femmine  e
dieci anni per i maschi. I benefici della  terapia  per  la  puberta'
precoce includono una completa cessazione del ciclo  mestruale  nelle
ragazze, l'interruzione o un netto  rallentamento  della  maturazione
dei caratteri sessuali secondari, la  prevenzione  della  maturazione
scheletrica precoce, la prevenzione della riduzione della statura  in
eta' adulta e  il  restaurarsi  di  comportamenti  adeguati  all'eta'
anagrafica (6-8). 
    Endometriosi: Essendo gli impianti endometriali ectopici soggetti
alle stesse influenze ormonali cicliche dell'endometrio  normale,  la
capacita' del GnRH di provocare  uno  stato  di  ipoestrogenismo  con
amenorrea reversibile e' alla base dell'impiego degli  analoghi  LHRH
nel trattamento dell'endometrosi.  Il  loro  utilizzo  nella  terapia
dell'endometriosi determina una riduzione importante dei dolori e una
involuzione  degli  impianti  nell'endometrio  (9-11).  In  caso   di
infertilita' associata ad endometriosi, la prescrizione  di  analoghi
GnRH prima dell'utilizzo di  tecniche  di  procreazione  medicalmente
assistita si associa ad una aumentata probabilita'  di  successo  del
trattamento dell'infertilita' (12). 
    Fibromatosi uterina: Gli analoghi LHRH, determinando uno stato di
ipogonadismo ipogonadotropo indotto dalla stimolazione  continua  del
recettore per il GnHR, si sono dimostrati efficaci nel  diminuire  il
volume  totale  dell'utero,  il  volume  dei  miomi  uterini  ed   il
sanguinamento ad essi connesso. E' stato inoltre ipotizzato  che  gli
analoghi del GnHR favoriscano  fenomeni  di  degenerazione  ialina  e
necrosi a livello delle cellule miomatose, riducendone il volume e le
dimensioni e determinando un riduzione del flusso ematico  a  livello
uterino. Tuttavia l'utilizzo di tali farmaci, a causa  degli  effetti
collaterali e dei rischi connessi al loro utilizzo  prolungato,  deve
essere limitato a brevi periodi di tempo in  fase  preoperatoria  per
ridurre le dimensioni e la vascolarizzazione del fibroma (13-16).  Il
trattamento per tre mesi con reline  di  pazienti  metrorragiche,  in
preparazione ad interventi chirurgici sull'utero, porta ad una  netta
riduzione delle formazioni fibroidi uterine ed aumenta il successo di
interventi di tipo  conservativo  che  consentono  di  preservare  la
fertilita' in donne giovani. In casi selezionati (ad  esempio,  nelle
pazienti in peri-menopausa o in quelle ad alto rischio  chirurgico  o
anestesiologico o con forti anemie  legate  alla  menorragia),  l'uso
degli analoghi GnRH si e' dimostrato utile  nell'evitare  il  ricorso
alla  chirurgia  o  nel  ridurre   il   rischio   chirurgico   quando
l'intervento e' necessario. 
    Ulipristal acetato e' un modulatore selettive del  recettore  del
progesterone (SPRM), attivo  per  via  orale,  caratterizzato  da  un
effetto antagonistico parziale tessuto-specifico  nei  confronti  del
progesterone.  Interagendo  con  i  recettori  progestinici  presenti
nell'endometrio, ulipristal acetato riduce le dimensioni del  fibroma
per inibizione della proliferazione cellulare e induzione di apoptosi
delle cellule  del  fibroma  e  determina  un  rapido  controllo  del
sanguinamento  uterino.  Inoltre   il   farmaco,   agendo   sull'asse
ipotalamo-ipofisi,   determina   un'inibizione   dell'ovulazione    e
induzione di amenorrea, mantenendo al contempo livelli  di  estadiolo
da fase follicolare media (17). Nel  breve  periodo,  per  durate  di
trattamento di tre mesi, il farmaco si  e'  dimostrato  efficace  nel
ridurre le dimensioni dei fibromi e  nell'assicurare  un  efficace  e
rapido controllo delle emorragie (18-19). Recentemente studi  clinici
a lungo termine hanno dimostrato la possibilita' di ripetere i  cicli
di trattamento, fino ad un massimo di quattro cicli, determinando  un
rapido controllo del sanguinamento uterino e la riduzione del  volume
dei fibromi uterini clinicamente rilevante  nella  maggioranza  delle
pazienti (20-21). Il trattamento intermittente e' stato studiato fino
ad un massimo di quattro cicli. 
Particolari avvertenze 
    Gli  analoghi  LHRH  inducono,  in  relazione  al   loro   stesso
meccanismo di azione, uno stato  di  ipoestrogenismo  secondario  che
puo' portare all'insorgenza di effetti collaterali specifici (vampate
di calore, perdita della potenza e della libido,  fatigue,  riduzione
della   massa   muscolare,   osteoporosi,   anemia),   che    possono
ripercuotersi sullo stato di salute generale  dei  pazienti  e  sulla
loro qualita' di vita. 
    Relativamente all'utilizzo degli analoghi LHRH nel  tumore  della
prostata,  e'  stata  recentemente  descritta  la  correlazione   tra
deprivazione androginica e sindrome metabolica, contraddistinta da un
incremento dei livelli ematici di  colesterolo  LDL  e  trigliceridi,
bassi livelli di colesterolo HDL, ipertensione  arteriosa  e  ridotta
tolleranza glucidica (22). Tale sindrome si associa allo sviluppo  di
diabete mellito di tipo II e ad un aumentato rischio cardiovascolare.
La presenza di sindrome metabolica e' stata stimata  essere  presente
in piu' del 50 per cento dei pazienti con  carcinoma  della  prostata
sottoposti ad ADT, gia' dopo un solo anno di trattamento. Inoltre  il
rischio di tossicita' cardiovascolare legato al trattamento con LH-RH
analoghi sembra essere maggiore nei primi sei mesi di trattamento nei
soggetti con comorbidita' cardiovascolari gia' prima dell'inizio  del
trattamento ormonale (23). Tali evidenze impongono la  necessita'  di
valutare  con  attenzione  il  rischio  cardiovascolare  del  singolo
paziente candidato a questo tipo di  terapie,  anche  perche'  l'eta'
sempre  piu'  giovane  in  cui  tale  malattia  viene  diagnosticata,
inevitabilmente si traduce in una maggiore durata di tali trattamenti
e  quindi  al  progressivo  aumento  del  rischio  di  sviluppare  le
conseguenze legate alla sindrome metabolica (2). 
    Il trattamento prolungato con gli  analoghi  LHRH  ha  importanti
effetti sul metabolismo osseo: il marcato  ipoestrogenismo  tessutale
indotto dalla terapia ormonale induce  una  importante  accelerazione
della perdita di  massa  ossea  ed  aumenta  rapidamente  il  rischio
fratturativo (24). L'entita' della  perdita  di  osso  dipende  dalla
potenza e dalla dose degli agonisti GnRH, dalla durata  dell'utilizzo
e infine dal grado  di  ipoestrogenismo  che  deriva  dalla  terapia.
Relativamente all'utilizzo prolungato nel tempo degli  analoghi  LHRH
nel trattamento dell'endometriosi, per prevenire  l'effetto  negativo
dell'ipoestrogenismo sul metabolismo  osseo,  e'  stata  proposta  la
concomitante somministrazione di un progenisticnico da solo o con  un
estrogeno  (add-back  therapy).  E'   inoltre   necessario   prestare
attenzione all'utilizzo degli analoghi LHRH nelle pazienti giovani  e
adolescenti che potrebbero non aver  ancora  raggiunto  il  picco  di
massa ossea (9). 
    In  pazienti  trattate  con  ulipristal  acetato  possono  essere
osservate alterazioni dell'istologia dell'endometrio, note come  PAEC
(«alterazioni endometriali associate a modulatori dei  recettori  del
progesterone»), reversibili dopo la cessazione del  trattamento,  per
cui si raccomanda, come previsto in RCP, il  monitoraggio  ecografico
periodico dell'endometrio (25). 
    In  seguito  a  segnalazioni  di  casi  di  grave  danno  epatico
conseguenti all'uso di  ulipristal  acetato  che  avevano  portato  a
trapianto  di  fegato  sono  state  raccomandate  alcune  misure   di
minimizzazione del rischio, inclusa la restrizione delle  indicazioni
e il monitoraggio della funzionalita' epatica. 
    E'     fondamentale     attenersi     alle     indicazioni      e
avvertenze/controindicazioni riportate nel riassunto  caratteristiche
del prodotto della specialita' e comunicare in  maniera  corretta  ed
esaustiva  i  benefici  ed  i  rischi  dell'ulipristal  acetato  alle
pazienti, in particolare il rischio di danno epatico, che potrebbe in
rari casi portare al trapianto di fegato. 
    In  seguito  a  segnalazioni  di  casi  di  grave  danno  epatico
conseguenti all'uso di  ulipristal  acetato  che  avevano  portato  a
trapianto  di  fegato  sono  state  raccomandate  alcune  misure   di
minimizzazione del rischio, inclusa la restrizione delle  indicazioni
e il monitoraggio della funzionalita' epatica. 
    E'     fondamentale     attenersi     alle     indicazioni      e
avvertenze/controindicazioni riportate nel riassunto  caratteristiche
del prodotto della specialita' e comunicare in  maniera  corretta  ed
esaustiva  i  benefici  ed  i  rischi  dell'ulipristal  acetato  alle
pazienti, in particolare il rischio di danno epatico, che potrebbe in
rari casi portare al trapianto di fegato. 
    Si  rappresenta  infine  l'importanza  della  segnalazione  delle
reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione dei
medicinali, al  fine  di  consentire  un  monitoraggio  continuo  del
rapporto beneficio/rischio  dei  medicinali  stessi.  Agli  operatori
sanitari e' richiesto di segnalare, in conformita'  con  i  requisiti
nazionali, qualsiasi reazione avversa  sospetta  tramite  il  sistema
nazionale di farmacovigilanza. 
 
Bibliografia 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico