(Allegato-art. 6)
                               Art. 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    Le  caratteristiche  particolari  di  questo  prodotto  cioe'  la
croccantezza e la tessitura  compatta  senza  vuoti  interni  che  si
mantengono inalterati sia allo stato fresco, tostato e/o  pelato  che
conservato  sono  strettamente  legati  ai  fattori  ambientali   che
caratterizzano la zona di produzione, infatti le varieta' di nocciolo
si adattano bene  alle  condizioni  pedologiche  dell'areale  di  cui
all'art.3. Il suolo dei monti Cimini e monti Sabatini  caratterizzato
da  formazioni  vulcaniche,  con  tufi  terrosi  ricchi  di  sostanze
essenziali, da lave leucitiche,  rachitiche,  con  depositi  clastici
eterogenei e' molto favorevole alla sua coltivazione. 
    I terreni sono profondi, leggeri, carenti in calcio e fosforo  ma
ricchi di potassio e microelementi; la reazione e' di norma acida e/o
sub acida. 
    Per quanto riguarda le condizioni climatiche  i  livelli  termici
della zona di cui all'art. 3, presentano valori medi  di  temperature
minime di 4°-6°C e di medie delle temperature massime di 22°- 23°  C,
con precipitazioni annuali pari a 900-1200mm di pioggia. 
    La mitezza dell'inverno assume particolare rilevanza in quanto il
nocciolo, nei mesi di gennaio-febbraio, attraversa la  delicata  fase
della fioritura. 
    Questi  parametri  conferiscono  al  prodotto  le  sue  peculiari
caratteristiche. 
    La coltura del nocciolo risale sin  dal  «...1412  circa,  mentre
prima esisteva come pianta arbustiva da sottobosco e che  tuttora  lo
troviamo  in  tale  stato  nei  boschi  specialmente  di   castagno».
Martinelli in «Carbognano illustra». 
    Nel 1513 pare che il consumo di «Nocchie»  rallegrasse  la  mensa
del Papa Leone X («Storia del Carnevale Romano» Clementi). 
    Nel catasto del 1870 risultano  gia'  censiti  in  quell'anno,  a
Caprarola, alcune decine di ettari di noccioleto, sotto la dizione di
«Bosco di Nocchie». 
    Nel 1946 la superficie investita a nocciolo era di  2.463  ha  in
coltura specializzata  e  1.300  in  coltura  promiscua  e  nel  1996
ammontava a ben 17.511 ha. 
    Nell'arco di questi  secoli  il  paziente,  tenace  e  competente
lavoro dell'uomo ha svolto un ruolo importante nel mantenimento della
tradizione di questa coltura,  lo  dimostrano  anche  numerose  sagre
paesane che si svolgono ogni anno ed i numerosi  piatti  che  vengono
realizzati tradizionalmente con la  nocciola,  quali:  spezzatino  di
coniglio in umido, i tozzetti, i cazzotti, le ciambelle, gli  ossetti
da  morto,  i  mostaccioli,   gli   amaretti,   i   brutti-buoni,   i
duri-morbidi, le meringhe, i crucchi di Vignanello, le morette.