(Allegato A-art. 8)
                               Art. 8. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
A) Informazioni sulla zona geografica 
 
  A1) Descrizione dei fattori naturali rilevanti per il legame. 
    La zona di produzione della denominazione di origine  controllata
«Vin Santo del Chianti Classico» si estende  per  71.800  ettari,  e'
situata al  centro  della  Regione  Toscana  e  comprende  parte  del
territorio  delle  province  di  Firenze  (30.400  ettari)  e   Siena
(41.400). In particolare fanno interamente parte della zona i  Comuni
di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti,  Gaiole
in Chianti. Vi rientrano invece parzialmente i Comuni di San Casciano
Val di Pesa, Poggibonsi e Barberino Tavarnelle. 
    Il territorio puo' essere  assimilato  ad  una  placca  di  forma
rettangolare, incernierata dai Monti del Chianti che ne costituiscono
il confine orientale; a Nord i confini seguono  il  corso  del  fiume
Greve, ad ovest il fiume Pesa e Elsa, a Sud  le  sorgenti  dei  Fiume
Ombrone e Arbia. 
    Morfologicamente l'ambiente puo' essere  definito  un  altipiano,
trattandosi di un complesso collinare con quota base intorno  ai  200
metri s.l.m. ed una elevazione media non superiore, in  generale,  ai
600,  scavato  con  pendenze  non  prolungate  ma  talvolta   ripide.
Geologicamente, il corpo della  regione,  articolato  sui  Monti  del
Chianti, e' uno scudo di scisti argillosi (galestri) con  inserimenti
di argille scagliose alternate ad alberese ed arenarie calcaree fini. 
    Il  suolo  e'  in  genere  poco  profondo,  recente,  bruno,  con
struttura che va dall'argilloso-sabbioso,  al  ciottoloso  con  medie
percentuali di argilla; chimicamente  e'  caratterizzato  da  modesta
quantita'  di  sostanza  organica,  ridotta   presenza   in   fosforo
assimilabile, ben dotato di cationi scambiabili. 
    L'orografia collinare determina una notevole  complessita'  della
idrografia di superficie, con corsi d'acqua a regime torrentizio e un
notevole difficolta' nel controllo delle acque anche in  relazione  a
specifici andamenti pluviometrici. 
    Il clima e' di tipo continentale,  con  temperature  anche  molto
basse in inverno - al di sotto dei 4-5 gradi, - ed estati siccitose e
roventi, durante le quali  non  di  rado  si  superano  i  35  gradi.
Discrete sono le escursioni termiche nell'arco della giornata,  anche
a causa di  un'altitudine  piuttosto  accentuata.  Le  precipitazioni
annue si attestano attorno al 800/900 millimetri di pioggia, con  una
certa prevalenza nel tardo autunno e in primavera. 
    La vite ha da sempre, qui, rappresentato  la  principale  coltura
per l'eccellente qualita' della sua produzione. 
 
A2) Descrizione dei fattori umani rilevanti per il legame 
    Il territorio sopra descritto e' una terra di antiche  tradizioni
vinicole di cui esistono  testimonianze  etrusche  e  romane  proprie
legale al mondo del vino. In epoca medievale il Chianti fu  terra  di
continue battaglie fra le  Citta'  di  Firenze  e  Siena  e  in  quel
periodo,  nacquero  villaggi  e   badie,   castelli   e   roccaforti,
trasformati poi in parte in ville e residenze. Fu  quindi  alla  fine
del Medioevo che grandi spazi furono dedicati alla coltivazione della
vite che  acquisto'  progressivamente  importanza  economica  e  fama
internazionale. 
    Il Vinsanto occupa un posto importante  nell'enologia  toscana  e
nella cultura agroalimentare fin dal Medioevo. 
    Le origini del Vinsanto toscano risalgono probabilmente al  1439,
anno in cui durante un concilio  cristiano  tenutosi  a  Firenze  tra
vescovi cattolici e ortodossi, venne  servito  un  vino  passito  (al
tempo chiamato «vino pretto») che ricevette l'apprezzamento di  tutti
i commensali: «Nell'inverno del 1439 si tenne a Firenze un importante
Concilio per tentare  l'unificazione  della  Chiesa  Cattolica  e  la
Chiesa  Ortodossa.  Durante  il  Concilio  si  tennero  anche  alcuni
banchetti, e uno venne tenuto al termine  dei  lavori,  in  segno  di
raggiunta concordia. Alla  fine  del  simposio  fu  servito  un  vino
squisito, di produzione locale, fatto con uva  bianca  appassita.  Un
vino che, allora, veniva detto «vin pretto». Ma quando  il  grande  e
solenne Bessarione, luminare dei padri greci, lo  ebbe  portato  alle
labbra questo esclamo': «e' vino di Xantos!», alludendo al vino della
celebre isola greca. I partecipanti credettero invece ch'egli  avesse
trovato in quel vino tali virtu' da proclamarlo «santo». 
    E col nome di Vin Santo  da  allora  rimase,  e  rimarra'  ancora
chissa' per quanto tempo «(da La  splendida  storia  di  Firenze»  di
Piero Bargellini). 
    Fin dalla seconda meta' del Settecento la letteratura ci parla di
Vinsanto con dovizia di particolari e con crescente  intensita'.  Dal
Settecento in poi si parla con specifico riferimento alla Toscana  di
Vin santo (cfr. Villifranchi Oenologia Toscana, 1773);  nel  1774  si
affermava che il procedimento per ottenere i «vini santi»  era  ormai
noto a tutti in Toscana  (F.  Paoletti  nell'Arte  di  fare  il  vino
perfetto e durevole per poter servire all'estero commercio 1774). 
    Nel territorio del Chianti Classico, la produzione di  Vin  Santo
del Chianti Classico e' una vera e propria arte che richiede tempo  e
pazienza. Il primo passo e' la raccolta delle uve piu' adatte come il
Trebbiano toscano, la Malvasia Bianca Lunga, il Canaiolo  sia  bianco
che nero, il Sangiovese. Le forme di  allevamento  tradizionali  sono
rappresentate dal cordone speronato, e dal guyot presente anche nella
tipica variante «archetto toscano». Sono inoltre stabilite le rese di
uva e vino ad ettaro (80 q.li uva pari a 28 ettolitri di  vino).  Non
sono ammessi sistemi di allevamento a tendone. 
    Il vino d'annata puo' essere immesso al consumo non prima del  1°
novembre del terzo anno successivo a quello della vendemmia. 
    Il  metodo  di  appassimento  e'  naturale:  i  grappoli  vengono
selezionati ad uno ad uno e messi a riposo, appesi o stesi in  luoghi
ben ventilati e con buona escursione termica; cosi'  facendo  l'acqua
presente nell'uva si disperde e dopo tre/quattro mesi si  passa  alla
vinificazione. 
    Particolarmente legati all'esperienza dei viticoltori locali, che
tradizionalmente producono questo vino, sono anche  la  durata  della
fermentazione, i procedimenti di travaso, i tempi e le  modalita'  di
invecchiamento.  A   tal   proposito   e'   infatti   essenziale   la
conservazione obbligatoria in piccoli caratelli di legno. 
    Al  fine  di  ottenere  la  massima   vigilanza   della   filiera
produttiva, e' vietata la movimentazione del vino sfuso  fuori  dalla
zona di produzione,  salvo  specifiche,  geograficamente  limitate  e
condizionate deroghe legislative. 
    La gestione della denominazione e' assegnata  ed  assicurata  dal
Consorzio Vino Chianti Classico fondato nel 1924, il primo in Italia,
organismo che racchiude tutte le categorie  produttive  (viticoltori,
vinificatori, imbottigliatori) e e'  rappresentativo  del  90%  della
produzione medesima. 
 
B)  Informazioni  sulla  qualita'  e  caratteristiche  del   prodotto
attribuibili alla zona geografica (fattori naturali e umani) 
 
    L'insieme dei fattori naturali ed umani sopra analizzati rende il
Vin Santo del Chianti Classico  profumato,  intenso,  di  colore  dal
giallo fino all'ambrato e al bruno, di sapore armonico  e  vellutato,
con gradazione  alcolica  complessiva  non  inferiore  a  16%  e  con
discreta acidita'. 
    Nella specificazione «occhio di pernice» dove  prevalente  e'  il
vitigno Sangiovese il colore e' dall'oro rosa, fino all'ambrato e  al
bruno, con odore che diventa caldo, intenso e sapore dolce, morbido e
vellutato. 
 
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
lettera A) e quelli di cui alla lettera B) 
 
    I vitigni a  bacca  bianca  Trebbiano  Toscano,  Malvasia  Bianca
Lunga, raccontano gia' con i loro nomi l'origine regionale autoctona.
Il Trebbiano ha un sapore delicato. La  varieta'  risulta  abbastanza
omogenea  e  caratterizzata  da  produttivita'  costante   ma   molto
dipendente  dalla  tecnica  colturale  adottata  e  delle  condizioni
ambientali. Il Trebbiano Toscano e' un vitigno  vigoroso,  si  adatta
bene a diversi ambienti, ma preferisce climi caldi e  soleggiati.  Il
vino ottenuto da questo vitigno sul  territorio  sopra  descritto  si
presenta di colore paglierino, di buona acidita', dal punto di  vista
aromatico abbastanza «neutro».  Per  caratterizzare  maggiormente  il
prodotto finale, soprattutto sotto il punto  di  vista  aromatico,  i
nostri viticoltori  per  la  produzione  del  Vinsanto  associano  il
Trebbiano toscano alla Malvasia Bianca Lunga che  con  il  contributo
dei terreni calcarei rende Il vino prodotto  aromaticamente  ricco  e
complesso. Ne  deriva  un  prodotto  originale  dal  bouquet  intenso
elegante,   e   duraturo.   Il   vitigno   Sangiovese   che   compone
prevalentemente il Vin Santo del Chianti Classico occhio di  pernice,
e' un'uva molto sensibile ai fattori esterni ed ha la peculiarita' di
interpretare  perfettamente  le  caratteristiche  di   un   suolo   e
modificare i propri profumi a secondo del terreno in cui nasce. Non a
caso e' solo in poche zone della Toscana che il Sangiovese riesce  ad
avere le sue migliori performance. Il Vin Santo del Chianti  Classico
ha quindi un bouquet intenso  e  caratteristico  propri  del  terreno
arenario di questa  zona  che  costituisce  l'elemento  organolettico
caratterizzante, con aroma di  mandorla  tostata  e  fico  secco.  Il
clima,  l'orografia  collinare,  la  morfologia  dei  terreni   sopra
descritti determinano un  ambiente  luminoso  particolarmente  adatto
alla corretta maturazione delle uve. Le  temperature  estive  elevate
soprattutto nei mesi di luglio ed agosto,  l'ottima  insolazione  che
permane nei  mesi  di  settembre  ed  anche  ottobre,  le  escursioni
termiche tra notte e giorno  piuttosto  elevate,  consentono  infatti
alle uve di  maturare  lentamente  e  completamente  determinando  le
caratteristiche organolettiche e chimiche tipiche  del  Vinsanto,  in
particolare il colore, il bouquet, la gradazione alcolica. La resa di
uva ad ettaro  che  l'esperienza  dei  viticoltori  ha  ricondotto  a
livelli bassi, agiscono sull'uva determinando un livello di  zuccheri
compatibile con gradazioni alcoliche del vino che non devono scendere
al di sotto dei 16°. Durante  la  vinificazione,  alcuni  viticoltori
chiantigiani nella elaborazione di questo vino utilizzano la  tecnica
della ªmadre» cioe' un'inseminazione attraverso  lieviti  selezionati
nel tempo e diversi da azienda ad azienda. Tali  lieviti  selezionati
infatti dimostrano di sviluppare al meglio la fermentazione anche con
prodotti  ad  alta  gradazione  alcolica.  La  professionalita'   dei
viticoltori  comprovati  dalla  storia  di  questo  territorio  rende
possibile il perdurare della notorieta' del  Vin  Santo  del  Chianti
Classico e della sua storia.