(Allegato A-art. 8)
                               Art. 8. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
A) Informazioni sulla zona geografica 
 
  Fattori naturali rilevanti per il legame 
    La zona geografica delimitata per la DOC Verdicchio  di  Matelica
interessa il territorio di otto comuni  di  cui  sei  compresi  nella
Provincia di Macerata e due in quella di Ancona. 
    E' decisamente interna e lontana dall'ambiente  e  dall'influenza
marina. 
    Difatti, e' una pianura alluvionale interna che include  tutti  i
tratti  di  fondovalle  fluviale   e   torrentizio,   di   dimensioni
riconosciute cartografabili, all'interno della Regione Marche. 
    La quota media e' attorno ai 350 mt s.l.m. 
    La zona e' attraversata dal fiume Esino nella fase  iniziale  del
suo percorso che scorre  parallelo  verso  nord  alla  zona  montuosa
appenninica ed alla costa adriatica. La vallata, ove si  sviluppa  la
zona delimitata, e' il prodotto dell'effetto erosivo dei molti  corsi
d'acqua sulla dorsale pedemontana e montana caratterizzata  da  rocce
calcaree. 
    L'assenza sul clima di qualsiasi  influenza  marina  per  la  sua
posizione fa registrare periodi invernali con freddi intensi  e  mesi
estivi con  temperature  elevate  che,  pero',  non  pregiudicano  la
coltivazione della vite. 
    L'area delimitata e pianeggiante e' altimetricamente compresa tra
250 mt s.l.m. fino a 700 mt s.l.m. con una  percentuale  di  presenza
dell'80% tra mt 280 e mt 480 s.l.m. 
    Un vigneto e' stato rilevato anche a 720 mt s.l.m. 
    La classe di pendenza media  e'  racchiusa  per  l'80%  entro  il
2-35%. Dette classi di pendenza  identificano  bene  questa  area  di
collina a discreta energia del rilievo. 
    Il clima appartiene al piano fitoclimatico «alto collinare» ed e'
caratterizzato da piovosita' medie  superiori  a  7/800  mm  annui  e
temperature medie inferiori a 14°C. 
    Geologicamente   nella   parte   collinare    prevalgono    rocce
calcarenitico-pelitiche (32%) e quelle marnose e calcaree (26%); sono
tuttavia presenti  substrati  conglomeratici  e  arenitici  ed  anche
depositi appartenenti ai terrazzi pleistocenici. Sempre  in  geologia
la valle appartiene alla Sinclinale Camerte che inizia a  Fabriano  e
termina a Camerino quale vallata preappenninica. 
    La  parte  valliva  e'  occupata  da  depositi  alluvionali   con
prevalenza di terrazzi di granulometria variabile, ghiaiosa e  spesso
interessata da coperture fini ed alluvionali. 
    Il 12% di aree occupate da abitati, il 7% di fasce arborate lungo
i corsi d'acqua ed il 22% di boschi termofili (roverella)  completano
il paesaggio dell'area destinata ad uso agricolo (59%) ripartito  tra
colture intensive, erbacee ed arboree (vigneti). 
    La classe di esposizione si divide equamente a meta' tra  est  ed
ovest per il 75% delle aree. 
 
  Fattori umani rilevanti per il legame 
    La valle ha al centro l'abitato di Matelica, centro industriale e
vinicolo. Di origine umbra divenne colonia romana. 
    Popolata dai Piceni e' provato che questi gia' conoscessero l'uva
ed il vino per il ritrovamento nel centro abitato di Matelica di  una
tomba di un giovane «principe» dove, fra splendide armi e scettri  ed
altri oggetti, e' stato rinvenuto un bacile emisferico al cui interno
stavano 200 vinaccioli di vitis vinifera, piu' di un grappolo. Fra  i
vasi ceramici alcuni erano legati alla mensa ed al vino. 
    Il periodo romano ha permesso a Plinio, Varrone, Catone ed  altri
di dissertare sull'uva e sul vino piceno. Da cio' si  puo'  affermare
che in queste terre, giudicate fertili, non mancavano le vigne. 
    La  caduta  dell'Impero  Romano,  le  invasioni   medievali,   il
disfacimento  dell'Impero  d'Oriente,  che  aveva  avuto  potere   ed
influenza lungo la costa adriatica, riducono l'attivita' agricola  al
solo sostentamento  e  le  vigne,  abbandonate  le  antiche  alberate
dell'epoca romana quando le viti venivano «maritate» agli aceri e  ad
altre  piante,  ora  occupano  piccoli  appezzamenti  a  se   stanti,
protetti. Nasce  il  vigneto  dell'azienda  agricola.  Alta  densita'
d'impianto per non «sprecare  terreno»,  applicazione  del  contratto
mezzadrile  con  la  ripartizione  del  prodotto,  due  vinificazioni
separate destinate all'autoconsumo. 
    Nel periodo medioevale la valle e' feudo della signoria  dei  «Da
Varano» di Camerino, potenti ed illuminati protagonisti della  storia
dell'area di dominio. 
    Il passaggio dall'Impero allo Stato della Chiesa nel  1578  creo'
un  risveglio  dell'attivita'  agricola  dovuto  ai  monaci  ed  agli
insediamenti monastici nel territorio che influirono sulle  attivita'
temporali che le popolazioni accettarono. 
    Proprio  in  questo  periodo  (12  gennaio  1579)  un   contratto
notarile, in quel di Matelica, cita la parola «Verdicchio». 
    Da qui la vite riprende un suo ruolo  nell'economia  aziendale  e
rurale cessando di essere esclusivo uso del clero  e  dei  nobili  ed
entra nelle abitudini della comunita' di persone. 
    E' nella seconda meta' dell'800, con l'arrivo  dell'oidio,  della
peronospora e della fillossera, che la  viticoltura  subisce  la  sua
fine per riprendere il suo nuovo sviluppo ai primi del  '900  ove  la
divulgazione tecnica  e  l'insegnamento  permettono  di  ricreare  la
viticoltura moderna con nuove varieta' e, purtroppo, con  l'abbandono
di varieta' e cloni del territorio. 
    Con gli anni '50 si avvia il passaggio  da  coltura  promiscua  a
specializzata, ha termine la  figura  del  mezzadro  (ope  legis),  i
proprietari divengono imprenditori i quali, accorpando  piu'  poderi,
investendo con  il  sostegno  dei  fondi  comunitari,  sfruttando  le
agevolazioni concesse alle forme cooperative  ed  allo  sviluppo  del
sistema agroalimentare danno vita alla vitivinicoltura marchigiana di
oggi nel matelicese e nella regione. 
    La denominazione  «Verdicchio  di  Matelica»  e'  conseguente  al
decreto del Presidente della Repubblica n. 930/1963 che norma le  DOC
e le DOCG. 
    Il  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  21  luglio  1967
riconosce la DOC al Verdicchio di Matelica. E' il  primo  vino  della
regione  ad  aprire  questa  nuova   pagina   della   vitivinicoltura
regionale. 
    La  scelta  della  base  ampelografica  e'  tutta  riposta  nella
varieta' autoctona Verdicchio dalla quale deriva per almeno l'85%  il
prodotto vino. 
    E' un vitigno molto versatile e la tecnologia di lavorazione  nel
rispetto della tradizione  locale  consentono  di  ottenere  prodotti
anche con la tipologia spumante e passito. 
    Per lo spumante occorre fare riferimento  alla  importante  prova
documentale fornita dal Trattato «De  salubri  potu  dissertatio»  di
Francesco Scacchi, fabrianese, scritto nel 1622. Nel volume «del bere
sano» si parla del vino frizzante e dei processi  di  rifermentazione
come di gia' noto anche durante l'epoca romana. 
    La produzione di spumante nelle Marche ha tradizione antica e  la
vocazione di questi territori e' confermata dal fatto che i vini base
spumante sono preparati in prevalenza con vitigni autoctoni quali  il
Verdicchio, Vernaccia nera, Maceratine ed altri. 
    Appare utile  riprendere  quanto  la  tradizione  antica  operava
aggiungendo un chicco di orzo  e  dello  zucchero  o  mosto  ad  ogni
bottiglia di vino fermo ed  attendere  la  rifermentazione  prima  di
aprire la bottiglia di «spumante fatto in casa» nelle occasioni della
vita familiare. 
 
B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico 
 
    Vino con  molta  struttura,  sapido  e  caratterizzato  da  buoni
profumi dovuti al microclima di  tipo  continentale.  I  vigneti  del
verdicchio  di  Matelica  sono  coltivati  su  terreni  calcarei  che
conferiscono al vino maggior finezza e qualita'  gusto-olfattiva.  Di
colore giallo paglierino con inconfondibili  riflessi  verdolini,  in
bocca  si  presenta  secco,  persistente  e  caldo  con  sentori  che
ricordano la frutta matura. Un'avvolgente morbidezza regala al palato
sensazioni di rotondita' che non stancano, grazie anche al retrogusto
di mandorla tipico del Verdicchio. 
 
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
lettera A) e quelli di cui alla lettera B) 
 
    E' proprio l'interazione causale  tra  quanto  descritto  che  il
vitigno, geneticamente a  maturazione  tardiva,  sembra  riuscire  ad
esaltare al meglio le proprie  caratteristiche  qualitative.  Difatti
concorrono a cio' la particolare situazione climatica, combinata  con
una componente pedologica, caratterizzata  da  terreni  formatisi  su
matrice argillosa e, in particolari situazioni, calcarea.