(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Cosoleto (Reggio Calabria), i  cui  organi  elettivi
sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno
2018,  presenta  forme  di  ingerenza  da  parte  della  criminalita'
organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e
l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il
funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell'ordine e  della
sicurezza pubblica. 
    Il territorio del Comune di Cosoleto, al pari di altre aree della
citta' metropolitana di Reggio Calabria,  risente  della  radicata  e
pervasiva presenza dell'organizzazione  di  tipo  mafioso  denominata
«'ndrangheta» e, nello  specifico,  di  un  clan  criminale  ad  essa
associato la cui  area  di  influenza  si  estende  proprio  in  quel
contesto territoriale come anche accertato giudizialmente. 
    Il  quadro  sopra   delineato   ha   trovato   recente   conferma
dall'esecuzione di due  ordinanze  di  custodia  cautelare,  tra  cui
quella emessa in data 25 marzo  2022  dal  giudice  per  le  indagini
preliminari del Tribunale di Reggio Calabria,  nei  confronti  di  35
persone  (ventinove  in  carcere  e  sei  agli  arresti  domiciliari)
gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione  mafiosa  (art.
416-bis c.p.), scambio  elettorale  politico  mafioso  (art.  416-ter
c.p.), favoreggiamento commesso al fine di agevolare l'attivita'  del
sodalizio mafioso (articoli 378 e 416-bis  1  c.p.)  e  detenzione  e
vendita di armi comuni da sparo ed armi da guerra aggravate (articoli
1 e 2 L. 895/67 e 416-bis 1 c.p.). 
    Tra i destinatari dell'ordinanza cautelare figurano, oltre a vari
esponenti del gruppo  mafioso  appartenente  alla  cosca  locale,  il
sindaco del Comune di Cosoleto - attualmente sospeso  a  seguito  del
provvedimento in data 11 maggio 2022 adottato dal prefetto di  Reggio
Calabria, ai sensi dell'art. 11, comma 2 del decreto  legislativo  31
dicembre 2012, n. 235 - e un dipendente dello stesso comune. 
    In relazione al contenuto dei suddetti  provvedimenti  giudiziari
ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e
di  infiltrazione  delle  consorterie  mafiose   nell'amministrazione
comunale, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto del  24  maggio
2022, ha disposto l'accesso  presso  il  suddetto  comune,  ai  sensi
dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18  agosto  2000,  n.
267, per gli accertamenti di rito. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
delle  indagini  ha  depositato  le  proprie  conclusioni  sulle  cui
risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito nella. seduta  del
12 settembre 2022 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza
pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore capo  della
direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e del procuratore
della Repubblica di  Palmi,  ha  inviato  l'allegata  relazione,  che
costituisce parte integrante della presente proposta, in cui  si  da'
atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi  su
collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con  la
criminalita'  organizzata   di   tipo   mafioso   e   su   forme   di
condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto,  i  presupposti
per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto
legislativo n. 267/2000. 
    Le  verifiche   disposte   hanno   evidenziato   la   continuita'
amministrativa  che  connota  fortemente  gli  organi   elettivi   di
Cosoleto, atteso che  l'attuale  sindaco  e'  al  suo  terzo  mandato
consecutivo e che numerosi altri amministratori in carica hanno fatto
parte   delle   precedenti   consiliature;   a    tale    continuita'
amministrativa  e'  corrisposta  la  perpetuazione  di  criticita'  e
irregolari prassi amministrative, come puntualmente evidenziato nella
relazione prefettizia e in quella della commissione d'indagine. 
    La relazione del prefetto di Reggio Calabria  si  sofferma  sulla
figura del sindaco indagato, come. sopra evidenziato, in concorso con
altri soggetti, tra cui un esponente del locale  clan  mafioso  e  un
dipendente dell'amministrazione comunale, per i  reati  di  cui  agli
articoli 110 e 416-ter c.p.,  in  quanto  gli  stessi  «stilavano  un
accordo elettorale politico  mafioso  in  vista  delle  consultazioni
amministrative del 2018». In particolare nella relazione  prefettizia
viene precisato che il primo cittadino di Cosoleto  -  unitamente  al
citato dipendente comunale, tratto  in  arresto  lo  scorso  mese  di
maggio, ritenuto inserito in contesti criminali - e' accusato di aver
accettato la promessa di un esponente mafioso di procurare voti  alla
lista elettorale del sindaco, «mediante le modalita' di cui al  terzo
comma dell'art. 416-bis c.p., in cambio della promessa di reperimento
di occupazioni lavorative in favore ...»  di  soggetti  di  interesse
della consorteria. 
    A cio' si aggiunge che  nei  riguardi  del  sindaco  di  Cosoleto
risultano diverse altre pendenze di natura penale, tra cui  una,  per
la quale il tribunale di Reggio Calabria ne ha disposto il  rinvio  a
giudizio, concernente presunte operazioni illecite  poste  in  essere
dal predetto con una impresa edile tese ad  orientare  l'assegnazione
di due appalti  per  la  realizzazione  di  opere  pubbliche  bandite
dall'ente locale; nell'ipotesi accusatoria viene  precisato  peraltro
che «i fatti venivano commessi con l'aggravante di aver  commesso  il
fatto al fine  di  agevolare  l'attivita'  dell'associazione  mafiosa
denominata 'ndrangheta ...». 
    La  relazione  prefettizia,  dopo  aver  effettuato  un'analitica
disamina dei profili dei singoli  amministratori  comunali,  pone  in
particolare rilievo l'intricata ed estesa rete di rapporti  parentali
e/o di frequentazioni che lega la maggior parte di essi  a  esponenti
della locale criminalita' organizzata, tra cui l'attuale vice sindaco
reggente coniugata con un noto esponente mafioso locale arrestato nel
2022 per associazione di stampo mafioso;  il  medesimo  intreccio  di
relazioni familiari e personali interessa lo stesso primo  cittadino,
come sopra  evidenziato  attualmente  ancora  sospeso  dall'esercizio
delle funzioni della carica elettiva. 
    Analoghe criticita' sono state rilevate anche  nei  confronti  di
altri dipendenti comunali, risultando, infatti,  che  gran  parte  di
essi e' gravata da precedenti o da pendenze di natura penale. Inoltre
vengono segnalati intrecci familiari o  frequentazioni  con  soggetti
gravitanti o appartenenti al. locale contesto criminale. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in  esame
l'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale,  facendo
emergere un deficit organizzativo dell'ente da  cui  e'  derivato  un
generale disordine  amministrativo,  rivelatosi  peraltro  funzionale
all'infiltrazione mafiosa, riscontrato, in particolare,  nel  settore
dei tributi locali, ufficio che, per un determinato periodo, e' stato
gestito  direttamente  dallo  stesso  primo  cittadino.   Gli   esiti
ispettivi  in  tale   settore   hanno   evidenziato   «l'assenza   di
metodologia»  per  assicurare  un'ordinata  riscossione  dei  tributi
locali che  nel  tempo  ha,  nei  fatti,  favorito  l'elusione  degli
obblighi fiscali, dovere a cui si sottrae una parte  rilevante  della
cittadinanza, come e'  dimostrato  dalla  bassissima  percentuale  di
incasso delle singole voci di entrate comunali. A  tal  riguardo,  la
relazione prefettizia evidenzia il fatto che a determinare  la  vasta
area di evasione fiscale hanno contribuito anche molti amministratori
e dipendenti comunali, a cui si sono aggiunti alcuni loro  familiari,
nonche'  numerosi  soggetti  appartenenti  alla   locale   cosca   di
«'ndrangheta». 
    L'esigua  capacita'  di  riscossione  delle  risorse  proprie  ha
conseguentemente  prodotto  una  rilevante   situazione   deficitaria
dell'ente, tanto che al 31 dicembre 2021 esso  presentava  un  debito
residuo comprensivo delle anticipazioni e  delle  liquidita'  pari  a
euro  854.823,50,  importo  assai  rilevante   per   un   comune   di
ridottissime dimensioni demografiche quale e' appunto  il  Comune  di
Cosoleto. 
    L'attivita'  ispettiva   ha   fatto   emergere   numerose   altre
irregolarita' gestionali e una generale scarsa attenzione al rispetto
dei principi e delle disposizioni dettati in materia  di  trasparenza
amministrativa dal decreto legislativo del  14  marzo  2013,  n.  33,
venendo  rilevato  che  molti  atti   adottati   dall'amministrazione
comunale non risultano pubblicati o sono stati pubblicati in  ritardo
sull'albo pretorio on-line dell'ente locale. 
    Per quanto riguarda le  procedure  di  affidamento  di  lavori  e
servizi pubblici, l'organo ispettivo ha evidenziato che negli  ultimi
due anni il Comune di Cosoleto ha  assegnato  lavori,  anche  in  via
diretta o in somma urgenza, a diverse societa'  i  cui  titolari,  in
alcuni  casi,  sono  risultati  gravati  di  precedenti  di  polizia;
inoltre, la relazione prefettizia sottolinea come, in  generale,  gli
affidamenti  sono  stati  disposti  in  violazione  dei  principi  di
rotazione e trasparenza amministrativa, oltreche'  della  parita'  di
trattamento previsti dall'art. 125 del codice degli appalti,  tant'e'
che la maggior parte di essi e' stata assegnata ad una sola ditta. 
    Sono altresi' emerse irregolarita' nelle procedure  afferenti  la
somma urgenza, in quanto, come previsto, non  sono  stati  effettuati
ne'  i  controlli  delle  autocertificazioni  previste  dal  comma  7
dell'art. 163 decreto legislativo n. 50/2016 ne' rispettati i termini
fissati dall'art. 191, comma 3, del decreto legislativo n.  267/2000,
considerato che  le  relative  deliberazioni  della  giunta  comunale
risultano adottate in ritardo. 
    Analogamente vengono rilevate omissioni per quanto  attiene  alle
verifiche antimafia relative alle societa'  affidatarie  di  commesse
pubbliche; la relazione della commissione d'indagine  segnala  a  tal
riguardo che le  procedure  di  accesso  alla  banca  dati  nazionale
antimafia (BDNA) sono state in numero  decisamente  esiguo;  infatti,
tra l'ottobre 2019 e il luglio 2022 sono state inserite in banca dati
solo 14 richieste di comunicazione antimafia.  Uno  dei  due  addetti
comunali abilitati all'inserimento delle richieste in BDNA,  inoltre,
non ha mai ritirato il proprio username, conseguentemente non ha  mai
effettuato alcun accesso. 
    La relazione prefettizia evidenzia altresi che sino all'anno 2020
gli incarichi di assistenza legale dell'ente  sono  stati  decisi  in
violazione  del  principio  della  rotazione,  venendo   assiduamente
affidati ad un solo  professionista,  coniugato  con  una  dipendente
comunale, individuato direttamente dagli  amministratori  e  non  dal
competente ufficio comunale e, pertanto, in violazione del  principio
di separazione tra le funzioni propriamente gestionali  e  quelle  di
indirizzo politico. 
    Anomalie e irregolarita' hanno caratterizzato anche le  attivita'
promosse  dall'amministrazione  comunale  nell'ambito  del   servizio
civile; in particolare le procedure di selezione di volontari in  due
progetti  comunali  risultano  viziate  per   quanto   attiene   alle
determinazioni assunte dalla commissione giudicatrice che in sede  di
ammissione e selezione dei candidati si e'  riunita -  in  violazione
delle disposizioni della normativa di  settore  e  in  contrasto  con
quanto sancito  dalla  costante  giurisprudenza  -  non  in  collegio
perfetto per l'assenza  nelle  sedute  concorsuali  di  uno  dei  tre
commissari. 
    L'organo  ispettivo  riferisce,  inoltre,  che  per  alcuni   dei
volontari  selezionati  dalle  commissioni  esaminatrici  sono  state
riscontrate  controindicazioni  di  carattere   penale,   in   quanto
risultano indagati per associazione mafiosa ed anch'essi direttamente
interessati dall'esecuzione della predetta ordinanza cautelare del 25
marzo  2022  nonche'  riconducibili,  per  rapporti   parentali,   ad
esponenti  della  locale  criminalita'   organizzata   La   relazione
prefettizia evidenzia inoltre, quale ulteriore elemento  che  attesta
una gestione dell'ente locale avulsa  dal  rispetto  delle  regole  e
della trasparenza amministrativa, che  le  varie  determine  comunali
concernenti le diverse fasi delle procedure di selezione dei progetti
di servizio civile in argomento sono state rese pubbliche  con  molto
ritardo rispetto alle date di adozione. 
    Anche le procedure di affidamento della gestione delle  attivita'
di accoglienza, integrazione e tutela in  favore  dei  richiedenti  e
titolari di protezione internazionale sono  state  caratterizzate  da
ripetute violazioni della normativa  di  settore.  A  tal  proposito,
viene  evidenziato  che  il  predetto  servizio  e'  stato  dato   in
convenzione il 15 marzo 2017 ad una associazione avente sede a Reggio
Calabria per il triennio  2017/2019,  senza  che  venisse  richiesta,
prima  della  stipula  del  contratto,  la  relativa   certificazione
antimafia. A tale mancanza e' stato posto rimedio solamente  un  anno
dopo  e  verosimilmente,  riferisce  il  prefetto,  come  effetto  di
attivita' ispettive disposte dalla locale prefettura.  Alla  scadenza
del triennio, il sindaco di Cosoleto,  in  qualita'  di  responsabile
dell'area amministrativa e dei servizi generali del comune,  ha  dato
avvio alle procedure propedeutiche al nuovo affidamento del  servizio
per  il  biennio  2021/2022,  procedura  di  fatto  non  conclusa  ed
archiviata dalla citta'  metropolitana  di  Reggio  Calabria  -  ente
individuato in tale settore quale stazione unica appaltante - per  la
mancata risposta del comune a richieste di integrazioni istruttorie. 
    Nella relazione  prefettizia  si  sottolinea  che  il  Comune  di
Cosoleto non solo non ha aderito alle richieste istruttorie formulate
dalla citta' metropolitana ma, pervicacemente, ha preferito ricorrere
a proroghe tecniche  del  contratto,  gia'  scaduto,  in  favore  del
vecchio gestore piuttosto che perseguire il rinnovo della convenzione
rispondendo alle richieste della predetta stazione appaltante. 
    Rileva al riguardo, significativamente, che  la  quasi  totalita'
del personale assunto dal vecchio gestore ed addetto al  servizio  di
accoglienza risulta avere legami familiari o/e di frequentazione  con
esponenti delle  locali  consorterie  mafiose;  tra  questi  vengono.
segnalati dipendenti raggiunti dalla predetta ordinanza cautelare del
25 marzo 2022 ed indagati per associazione di stampo mafioso. 
    Dagli  esiti  ispettivi  riassunti  dalla  relazione  prefettizia
emerge un quadro indiziario dal quale  traspare  evidente  la  debole
legalita' esistente all'interno dell'ente locale, da  cui  conseguono
le  irregolarita'  gestionali  sopra  menzionate  e  un  preoccupante
livello di compromissione dell'amministrazione comunale  di  Cosoleto
che, dunque, non appare in grado  di  resistere  o  di  opporsi  alle
ingerenze  mafiose  che  si  generano  in  quel  difficile   contesto
territoriale. 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale  di  Cosoleto  volti  a
perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato
lo svilimento e la perdita di credibilita'  dell'istituzione  locale,
nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo
necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione
dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Cosoleto
(Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18
agosto 2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
      Roma, 14 novembre 2022 
 
                                 Il Ministro dell'interno: Piantedosi