(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Nettuno (Roma), i cui  organi  elettivi  sono  stati
rinnovati nelle consultazioni  amministrative  del  26  maggio  2019,
presenta forme di ingerenza da parte della  criminalita'  organizzata
che  compromettono  la  libera   determinazione   e   l'imparzialita'
dell'amministrazione nonche' il buon andamento  ed  il  funzionamento
dei servizi con  grave  pregiudizio  dell'ordine  e  della  sicurezza
pubblica. 
    All'esito di una recente operazione di  polizia  giudiziaria,  e'
stata adottata una ordinanza cautelare, emessa in  data  14  febbraio
2022 dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale  di  Roma,
che ha riguardato sessantacinque persone indiziate  di  gravi  reati,
tra i quali figurano quelli di associazione  di  stampo  mafioso  (ex
art.  416-bis  c.p.)  e  di  associazione  finalizzata  al   traffico
internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo  mafioso
(art. 74 decreto del Presidente della Repubblica n. 309/90 e  416-bis
1 c.p.) 
    Gli elementi forniti  da  tale  indagine  hanno,  evidenziato  la
stabile presenza sul litorale romano di clan di  stampo  mafioso,  in
particolare di consorterie  legate  organicamente  alla  «ndrangheta»
calabrese  di  cui  costituiscono  una   articolazione   territoriale
denominata «locale», operante nei comuni di Nettuno e di Anzio. 
    Tenuto conto del predetto provvedimento  giudiziario,  dal  quale
emerge chiaramente il radicamento nel  territorio  di  Nettuno  della
criminalita' organizzata, e al fine di verificare la  sussistenza  di
forme  di  condizionamento  e   di   infiltrazione   delle   predette
consorterie nell'amministrazione comunale, il Prefetto di  Roma,  con
decreto del  21  febbraio  2022,  ha  disposto  l'accesso  presso  il
suddetto comune,  ai  sensi  dell'art.  143,  comma  2,  del  decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per  gli  accertamenti  di  rito.
L'incarico alla commissione e' stato poi prorogato dal  Prefetto  per
ulteriori tre mesi. 
    Successivamente,  a  causa   della   mancata   approvazione   del
rendiconto di gestione relativo all'esercizio finanziario  del  2021,
il consiglio comunale di Nettuno e' stato  sciolto  con  decreto  del
Presidente della Repubblica in data 30 giugno 2022, adottato ai sensi
degli articoli  141,  comma  2,  e  227,  comma  2-bis,  del  decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Il comune e', dunque, attualmente
gestito da un commissario straordinario. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie   conclusioni   sulle   cui
risultanze il Prefetto di Roma, sentito nella seduta del 28 settembre
2022 il comitato provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica,
integrato per l'occasione con la partecipazione del procuratore della
direzione distrettuale  antimafia  di  Roma,  ha  inviato  l'allegata
relazione, che costituisce parte integrante della presente  proposta,
in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi su collegamenti diretti ed  indiretti  degli  amministratori
locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme  di
condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto,  i  presupposti
per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto
legislativo n. 267/2000. 
    La relazione  prefettizia,  partendo  da  risultanze  giudiziarie
anche risalenti nel tempo, ha rilevato il  radicamento  nel  contesto
locale di importanti famiglie mafiose dedite a traffici  illeciti  di
varia natura «con coinvolgimenti anche nella politica  locale»,  tali
da determinare, gia' nel  2005,  lo  scioglimento  per  infiltrazioni
mafiose del Comune di Nettuno, ai sensi  dell'art.  143  del  decreto
legislativo  n.  267/2000,  provvedimento  che  ha  avuto  definitiva
conferma anche da parte del giudice amministrativo. 
    Sulla base delle risultanze emerse  dalla  richiamata  operazione
giudiziaria, la commissione d'indagine ha analizzato lo svolgimento e
gli esiti della tornata amministrativa del 2019 che ha visto vincenti
le liste collegate all'ex sindaco di Nettuno. L'indagine ispettiva ha
evidenziato,  innanzitutto,   una   parziale   continuita'   con   la
consiliatura sciolta nell'anno 2005  per  le  rilevate  infiltrazioni
della  criminalita'  organizzata,  in  quanto  alcuni  degli  attuali
componenti del civico consesso (assessori e consiglieri) hanno  fatto
parte di quella precedente amministrazione. 
    A questo proposito, la relazione prefettizia ha posto in  rilievo
che dalle  predette  indagini  di  polizia  giudiziaria  sono  emersi
«importanti elementi di riscontro», anche di tipo tecnico, «circa  un
vero e proprio supporto elettorale» da parte delle locali consorterie
criminali alla compagine elettorale del sindaco di Nettuno, ed  anche
in favore di alcuni  consiglieri  comunali,  rilevando  altresi'  una
presenza, intricata e trasversale, tra i candidati e i sottoscrittori
delle liste  elettorali,  di  soggetti  aventi  vincoli  familiari  o
frequentazioni con esponenti mafiosi. 
    Piu' nel dettaglio vengono riferiti contatti  telefonici  tra  il
sindaco e un soggetto  ritenuto  contiguo  alla  locale  criminalita'
organizzata;  cosi'  anche   risultano   captazioni   ambientali   di
consiglieri e  assessori  comunali  nelle  quali  viene  avanzata  la
richiesta di appoggio elettorale, a soggetti riconducibili alle  note
famiglie «ndranghetiste» insediatesi a Nettuno  e  ad  Anzio.  Tra  i
predetti  amministratori,  viene  evidenziata   la   figura   di   un
consigliere  comunale  nei  cui  confronti   sono   state   accertate
frequentazioni con ambienti malavitosi e che, inoltre, risulta essere
stato rappresentante legale di una ditta nel cui  assetto  societario
figurano  soggetti  controindicati,  uno  dei  quali  considerato  di
particolare  spicco  criminale.  Fonti  tecniche  di   prova   hanno,
altresi', attestato come la  locale  organizzazione  criminale  abbia
sostenuto anche un altro candidato, primo  dei  non  eletti,  entrato
comunque nel consiglio comunale di Nettuno a seguito di surroga  dopo
La nomina ad assessore di  altro  componente  del  consesso;  per  il
predetto amministratore  vi  e'  stato  l'interessamento  di  un  suo
stretto congiunto, che ha ricoperto cariche  elettive  in  un  comune
limitrofo,  e  che  ha  richiesto  appoggio  elettorale  ad  un  noto
esponente mafioso del posto. 
    L'organo ispettivo  ha  svolto,  al  riguardo,  una  approfondita
disamina  degli  atti  elettorali,  verificando   gli   elenchi   dei
sottoscrittori delle predette liste elettorali, dalle quali e' emersa
una «notevole promiscuita' dei  sostenitori»,  avendo  accertato  che
alcuni firmatari di una lista  si  trovano  ad  essere  candidati  in
altre, sempre  pero'  della  stessa  coalizione  risultata  vincente.
Inoltre, nei riguardi di alcuni amministratori  eletti,  sono  emerse
frequentazioni,  rapporti   familiari   (diretti   o   indiretti)   e
cointeressenze  con  appartenenti  al  contesto   criminale   locale,
oltreche' posizioni di un potenziale conflitto di  interesse.  A  tal
fine, la relazione si sofferma sulla vicenda che  ha  interessato  un
consigliere comunale,  stretto  congiunto  di  un  ex  amministratore
comunale dell'ente sciolto per  infiltrazione  mafiosa  nel  2005.  A
quest'ultimo, il primo cittadino con decreto sindacale ha  conferito,
nel 2021, un incarico di collaborazione a titolo gratuito in  materia
di demanio e attivita' produttive. La commissione rileva al  riguardo
che, nell'esercizio di  tale  incarico,  egli  si  e'  adoperato  per
l'affidamento di una attivita' commerciale ad una  ditta  di  cui  e'
socio  proprio  il  suddetto  consigliere   comunale,   suo   stretto
congiunto. 
    Per quanto attiene all'assetto  burocratico,  la  commissione  di
indagine ha approfondito la posizione di un dipendente  comunale  che
ha   ricoperto   ruoli   di   particolare    rilievo    nell'apparato
amministrativo  comunale,   soprattutto   nei   settori   finanziari,
nell'ambito dei quali la sua gestione non ha rispettato i  canoni  di
legalita'  e  di  buon  andamento  dell'azione   amministrativa.   La
commissione d'accesso ha evidenziato, infatti, che nei suoi confronti
e  in  quelli  del  sindaco  pro  tempore,   risulta   accertata   la
responsabilita' contabile per la «manipolazione del rendiconto  2009»
e una condanna a risarcire il comune; lo stesso,  inoltre,  e'  stato
deferito nell'agosto 2020 all'autorita' giudiziaria competente per il
reato di cui all'art. 323 c.p., avendo adottato una determina viziata
da conflitto di interessi e con la  quale  «incamerava  indebitamente
l'importo di 35.000 euro a titolo di spese  legali,  mai  sostenute»,
somme poi restituite all'ente dopo l'avvio dell'indagine. A  cio'  si
aggiungono segnalazioni di ulteriori irregolarita', tra cui una  nota
del dicembre 2020, con la quale «comunicava, contrariamente al vero»,
il dato relativo alla popolazione residente a Nettuno al 31  dicembre
2019, maggiorandone i dati rispetto a quelli  Istat,  per  consentire
l'adeguamento al  2021  delle  corrispondenti  indennita'  di  carica
spettanti agli amministratori comunali, adeguamenti poi  revocati  in
autotutela al fine di evitare danni erariali. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in  esame
l'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale,  facendo
emergere  una  grave  carenza  organizzativa  dell'ente,  da  cui  e'
derivato   un   generale   disordine   amministrativo   e    numerose
irregolarita' nella gestione della cosa pubblica. 
    Particolare attenzione e' stata  posta  in  sede  ispettiva  alle
procedure di  appalto  avviate  dall'ente  locale,  in  quanto  dalle
risultanze  investigative  e  giudiziarie   e'   venuta   alla   luce
l'esigenza, «fortemente avvertita dalla criminalita' organizzata», di
individuare  imprese  «pulite»  per  l'acquisizione  delle   commesse
pubbliche. Sulla base di tali indicazioni, la  commissione  d'accesso
ha  soffermato  la  propria  attivita'  sui   rapporti   tra   alcuni
imprenditori, formalmente privi di pregiudizi  penali,  con  soggetti
contigui all'ambiente della criminalita' mafiosa  locale.  Proprio  a
questo riguardo, fu individuato un noto imprenditore operante in quel
comune, le cui imprese sono state destinatarie dei principali appalti
e affidamenti comunali. La commissione evidenzia il  suo  legame  con
soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata, in particolare,
con uno di essi; al riguardo  viene  evidenziato  che  le  rispettive
consorti sono socie di un'attivita' commerciale in una zona  centrale
del comune. 
    In questa rete  di  rapporti,  il  predetto  dipendente  comunale
risulta essere «il  principale  punto  di  snodo»,  comprovato  dalle
risultanze investigative sul suo cellulare, da cui  risultano  essere
intercorsi tra lo stesso e i suddetti imprenditori continui  contatti
e da cui emerge, tra l'altro, il suo  interessamento  a  sbloccare  i
pagamenti a favore di un'impresa  per  lavori  edilizi  nel  cimitero
comunale. 
    Tra i  lavori  in  appalto  e  subappalto  assegnati  ad  imprese
riconducibili al suddetto imprenditore, vengono segnalati i lavori di
realizzazione  e  di  sistemazione   provvisoria   di   un   pubblico
parcheggio, nonche' l'affidamento diretto di  manutenzioni  stradali,
assegnate queste ultime in somma urgenza pur non ricorrendo nel  caso
concreto i requisiti di legge previsti per tale procedura. A cio'  si
aggiungono numerosi lavori ottenuti in sub appalto, tra i  quali,  in
alcuni casi, non sono state rinvenute agli atti comunali  le  fatture
quietanzate dalle ditte subappaltatrici, irregolarita' che  avrebbero
di per se' determinato la sospensione dei successivi pagamenti. 
    L'attivita' ispettiva ha consentito, inoltre,  di  accertare  che
altri pubblici appalti sono stati affidati ad imprese riconducibili a
soggetti  contigui  agli  ambienti  della  criminalita'  organizzata,
affidamenti in parte disposti in violazione delle  linee  guida  ANAC
poste a tutela del principio della concorrenza  in  caso  di  importi
«sotto soglia». 
    Di particolare  interesse  per  le  verifiche  della  commissione
d'accesso  sono  risultati  gli  affidamenti  diretti   dei   servizi
cimiteriali  ad  imprese  di  fatto  riconducibili  ad  altro  gruppo
societario,  al  fine  di  eludere  le  disposizioni  dettate   dalla
normativa antimafia; o anche, come  attestato  da  mezzi  tecnici  di
prova, nel caso di una piu' recente gara di appalto, sempre  relativa
ai servizi cimiteriali,  nella  quale  il  relativo  bando  e'  stato
predisposto prevedendo  specifici  requisiti  tecnici  detenuti  solo
dall'impresa aggiudicataria  per  l'interessamento  di  un  assessore
comunale. 
    Indebite  interferenze  e  irregolarita'  amministrative  vengono
riferite anche nelle procedure di  assegnazione  delle  attivita'  di
pulizia e custodia delle aree destinate a  parcheggio  per  l'accesso
del pubblico alla fascia costiera di una localita' comunale; a questo
riguardo, viene evidenziato il brevissimo  periodo  di  pubblicazione
dell'avviso, determinando la partecipazione alla gara nell'anno  2020
di una sola associazione. Quest'ultima e' stata preferita, anche  nel
successivo bando dell'anno 2021, in base al progetto  ritenuto  dalla
commissione di gara meritevole di un punteggio aggiuntivo rispetto  a
quello di altre candidature in ragione del  personale  impiegato  nel
servizio; in realta', il progetto esaminato  era  identico  a  quello
dell'anno precedente e prevedeva lo stesso impiego di  personale.  E'
al riguardo significativo che la predetta associazione affidataria e'
di fatto gestita  da  uno  stretto  familiare  di  un  amministratore
comunale. 
    Criticita' in parte analoghe sono state segnalate nel corso della
procedura negoziata, finanziata dalla regione Lazio, per la fornitura
di materiale informativo e servizio di  assistenza  per  la  gestione
telematica delle prenotazioni e degli accessi alle spiagge. Anche  in
tale procedura  sono  emerse,  in  sede  di  indagine  della  polizia
giudiziaria,    diverse    anomalie    e    irregolarita',    nonche'
l'interessamento di un assessore comunale. La  commissione  d'accesso
ha evidenziato una prima anomalia  consistente  nel  breve  tempo  di
pubblicazione della richiesta delle offerte inserita sul portale  del
mercato  elettronico  della  pubblica  amministrazione   (MEPA).   La
commessa veniva poi affidata ad una societa' preferita ad altre ditte
partecipanti alla gara, una delle quali pero' e' risultata  avere  la
stessa compagine  societaria  e  il  medesimo  rappresentante  legale
dell'impresa  aggiudicataria.   L'organo   ispettivo   ha   rilevato,
altresi', che nonostante l'urgenza della procedura concorsuale non e'
mai stato consegnato dalla ditta affidataria il materiale informatico
oggetto della gara ne' vi e'  stato  alcun  sollecito  da  parte  del
Comune di Nettuno, se non dopo l'interesse  prestato  alla  procedura
concorsuale dalla commissione di accesso. 
    Particolare attenzione e' stata posta dalla Commissione ai  piani
di riqualificazione  urbana  del  Comune  di  Nettuno,  progettazioni
recentemente  approvate  dalla  regione  Lazio.   Tali   piani,   che
consentono di  fatto  di  cambiare  la  destinazione  d'uso  di  aree
agricole e di  eseguire  opere  di  urbanizzazione,  hanno  suscitato
l'interesse delle consorterie mafiose presenti sul territorio perche'
considerati occasione di illecito arricchimento e  di  accaparramento
di  appalti  pubblici.  A  conferma  di  tale  assunto,  le  puntuali
verifiche sugli elenchi dei proprietari dei fondi inseriti nelle aree
interessate dai piani  -  controlli  che  hanno  riguardato  solo  un
campione  dei  lotti  interessati  -  hanno  fatto   emergere   molti
nominativi riferibili, direttamente o indirettamente, al clan mafioso
denominato «locale di Anzio/Nettuno». 
    Ulteriori  irregolarita'  sono  state  rilevate  nelle  procedure
seguite dall'ente locale  per  l'assegnazione  delle  concessioni  di
spiaggia libera, sia in relazione agli adempimenti  di  gara  che  ai
soggetti individuati come concessionari. La commissione d'indagine ha
segnalato che le aree messe a gara sono state rinnovate  agli  stessi
soggetti gia' concessionari,  molti  dei  quali  legati  alle  locali
consorterie criminali, cosi' determinando una  progressiva  riduzione
dell'interesse a partecipare alle relative procedure. 
    Carente e' risultata anche l'attivita' istruttoria dei competenti
uffici comunali che non hanno mai verificato per ciascuna istanza  ed
operatore  economico  la  regolarita'  dei   pagamenti   dei   canoni
concessori,  come  invece  richiede  espressamente   il   regolamento
comunale. Cosi' come e'  risultato  deficitario  il  controllo  sulla
sussistenza  dei  requisiti  antimafia   in   capo   ai   richiedenti
l'autorizzazione ad effettuare  servizi  connessi  alla  balneazione,
nonche' il rispetto del principio della trasparenza amministrativa. 
    La commissione d'accesso si e' poi soffermata sulla  gestione  di
una societa' in house, che per statuto e' destinata al «perseguimento
delle  finalita'   istituzionali   dell'ente   proprietario,   ovvero
l'erogazione di servizi  ed  attivita'  ad  esso  connesse»,  ponendo
innanzitutto in rilievo il dato significativo  del  costante  aumento
del  personale  in  essa  impiegato,  oltre  che  «l'anomalo  ricorso
all'affidamento diretto in assenza  di  evidenze  che  dimostrino  la
maggiore convenienza di tale scelta rispetto al ricorso al  mercato».
Proprio  in  relazione  all'assunzione  del  personale,   l'attivita'
ispettiva  ha  rilevato  che  il   predetto   funzionario   comunale,
nell'ambito  delle  procedure  di  assunzione  svolte  nel  2009   ha
selezionato alcuni candidati, tra i quali suoi stretti congiunti  poi
effettivamente assunti e tuttora in servizio. Peraltro, in  relazione
alle procedure di selezione e di assunzione del personale  dipendente
della societa' in house sono stati avviati dalla competente autorita'
giudiziaria due distinti procedimenti penali. A cio' si aggiunge  che
tra il personale dipendente vi sono soggetti con pregiudizi penali  o
aventi rapporti di  frequentazioni  con  appartenenti  alla  malavita
locale. 
    Riguardo poi  all'attivita'  della  partecipata,  la  commissione
d'accesso ha  evidenziato  un  progressivo  ampliamento  dei  servizi
prestati a supporto del Comune  di  Nettuno,  con  il  corrispondente
«sostanziale  svuotamento  delle  funzioni»  direttamente  esercitate
dall'apparato comunale, un aumento del costo del  personale,  nonche'
un anomalo ricorso ad affidamenti diretti in  molti  servizi,  spesso
per periodi brevi e con proroghe ripetute. 
    Condizionamenti e  irregolarita'  nella  gestione  amministrativa
dell'ente locale sono state  individuate  anche  nelle  attivita'  di
riscossione dei tributi locali, servizio  al  quale  partecipa  anche
personale dipendente della predetta societa' partecipata. Infatti,  a
fronte di accertamenti per 4,3 milioni di euro di Imu/Tari/Tarsi,  la
riscossione effettiva  ammonta  a  poco  piu'  di  843.000  euro.  Le
evidenti carenze e le criticita' nelle attivita' di riscossione delle
entrate comunali sono state rilevate anche dalla Corte dei conti. 
    La commissione d'accesso ha inoltre segnalato che  dai  controlli
effettuati a campione sui cespiti e sui nominativi  dei  contribuenti
non risultano censiti «diversi immobili intestati a soggetti  gravati
da precedenti di polizia in materia di associazione a delinquere». 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del Prefetto di Roma, rilevano una serie  di
condizionamenti nell'amministrazione  comunale  di  Nettuno  volti  a
perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato
lo svilimento e la perdita di credibilita'  dell'istituzione  locale,
nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo
necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione
dell'ente alla legalita'. 
    Sebbene - come prima detto - sussista  attualmente  una  gestione
provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi
dell'art. 141 del decreto legislativo  18  agosto  2000  n.  267,  in
considerazione dei  fatti  suesposti  e  per  garantire  il  completo
affrancamento  dalle  influenze  della  criminalita',   si   ritiene,
comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui
all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per  scongiurare
il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali
possa di nuovo esprimersi in occasione delle  prossime  consultazioni
amministrative. 
    L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa  per
la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative  e  di
interventi programmatori  che,  piu'  incisivamente,  favoriscono  il
risanamento dell'ente. 
    Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143
del  citato  decreto  legislativo,  per  le  caratteristiche  che  lo
configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto
provvedimento per altra causa,  differenziandosene  per  funzioni  ed
effetti, si propone l'adozione della misura di rigore  nei  confronti
del Comune di  Nettuno  (Roma),  con  conseguente  affidamento  della
gestione dell'ente locale ad una commissione  straordinaria  cui,  in
virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite  specifiche
competenze e metodologie di intervento finalizzate a  garantire,  nel
tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze  della
collettivita'. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
      Roma, 16 novembre 2022 
 
                                 Il Ministro dell'interno: Piantedosi