Art. 9. Legame con l'ambiente geografico A) Informazioni sulla zona geografica. 1) Fattori naturali rilevanti per il legame. L'area geografica della denominazione Casauria insiste su un territorio dalle caratteristiche geomorfologiche e pedoclimatiche fortemente distinte nel panorama regionale, soprattutto per la particolare orografia e per la vicinanza a importanti massicci montuosi. La zona geografica delimitata comprende la fascia collinare interna e pedemontana della Provincia di Pescara delimitata a sud-ovest dal massiccio della Maiella ed a nord-ovest da quello del Gran Sasso. Le montagne abruzzesi fanno parte della catena appenninica centro-meridionale e costituiscono il tratto in cui questa raggiunge la massima larghezza, altitudine e compattezza. Le formazioni collinari interessate dalla coltivazione della vite e dell'olivo, costituite da depositi plio-pleistocenici che hanno riempito il bacino periadriatico mediante un ciclo sedimentario marino svoltosi tra la fine del Terziario e l'inizio del Quaternario, fiancheggiano la pianura alluvionale di natura arenaceo-argillosa formata dal fiume Pescara. Queste colline danno luogo ad un paesaggio ondulato, con ampi dossi quasi pianeggianti e versanti poco acclivi e rotondeggianti. Nella grande maggioranza dei casi il suolo presenta una adeguata fertilita' giusta per le produzioni moderate. Inoltre, si caratterizza per una equa ripartizione di materiale da cui si formano terreni con struttura sabbioso-argillosa, ma anche abbastanza ricca di scheletro, in genere sufficientemente sciolti, con spessore variabile in relazione alla pendenza ed alla esposizione. L'altitudine dei terreni coltivati a vite e' compresa tra i 200 ed i 600 metri s.l.m., con pendenze ed esposizioni variabili a seconda dei versanti. Sono esclusi i terreni siti nei fondo valle umidi e quelli con esposizioni poco consone. Le precipitazioni totali annue si aggirano mediamente sugli 800 mm; il periodo piu' piovoso e' quello compreso tra novembre e gennaio (oltre 80 mm/mese) mentre il mese con il minimo assoluto e' quello di luglio (intorno a 30-40 mm). Il clima e' di tipo temperato, con temperature medie annuali comprese tra i 12°C di aprile ed i 16°C di ottobre, ma nei mesi di luglio ed agosto tende al caldo-arido con temperature medie di 24-25°C. L'indice termico di Winkler, ossia la temperatura media attiva nel periodo aprile-ottobre, e' compreso a seconda dei versanti e delle esposizioni tra 1.800 e 2.200 gradi-giorno, condizioni che garantiscono la maturazione ottimale del vitigno Montepulciano. 2) Fattori umani rilevanti per il legame. L'ambito territoriale e' legato storicamente al toponimo Casauria grazie alla presenza di una stupenda Abbazia Romanica, San Clemente a Casauria, che ha dato il nome al territorio. La fonte storica di riferimento piu' accreditata e' il Chronicon Casauriense, o Liber instrumentorum seu chronicorum monasterii Casauriensis, una raccolta di cronache medioevali riguardanti l'Abbazia di San Clemente a Casauria tra gli anni 866 e 1182, nelle cui pagine si trovano i seguenti versi: «Insula cingitur hoc a flumine Crisea dicta, _ in cunctis quod sit et pre cunctis benedicta; _nascitur hac vinum potus que sibique ministrum _ huius oliva tenet dextrum latus atque sinistrum, _ quo desit luctus, tanta est sibi fructus, _ ut credat visus quod vera sit hec paradisus. hanc simul aspexit fortissimus induperator, _ Ecclesie murus, regni decus et moderator, _ dixit: "habet Dominus paradisum deliciarum: _ vallibus his caulas ovium statuamus earum_ que iugiter famulenturei noctuque dieque _ actibus in sanctis pietatis iustitieque. _Iste locus, quem fertilitas et copia rerum _ exornant, debet Domini secernere clerum_ a populo: faciamus in hoc claustrum monacorum, _ qui sint suffulti libris actuque priorum. L'isola, chiamata «Aurea», poiche' e' benedetta tra tutti e in confronto a tutti, e' circondata da questo fiume (dal fiume Pescara); qui nasce il vino, bevanda grazie alla quale vien meno il dolore e il suo servitore, l'olivo, occupa il lato destro e il sinistro, li' tanta e' la ricchezza di frutti che alla vista questa terra sembra sia veramente un paradiso. Non appena la vide il valorosissimo comandante, difensore della Chiesa, lustro e guida del regno, disse: «Dio ha un paradiso di delizie: in queste valli poniamo ovili per quelle greggi che perennemente siano al suo servizio notte e giorno, con santi comportamenti di pieta' e giustizia. Questo luogo, che la fertilita' e l'abbondanza dei frutti rendono bello, deve tenere separati il clero dal popolo: costruiamo in questo luogo un convento di monaci, che siano sostenuti dagli studi e dalla guida dei priori». Questi versi latini evidenziano come la grande fertilita' dei luoghi cinti dall'ansa del fiume Pescara abbiamo fatto sembrare l'Abbazia e le sue tenute una Casa Aurea (da cui Casauria) vero e proprio paradiso di delizie (tra cui il vino), degno di accogliere e custodire le reliquie del martire Clemente, come sostenuto da Carlo Tedeschi nel Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo, nel saggio Insula Piscariae paradisi floridus ortus, nel 2019. Le prime testimonianze della grande vocazione vitivinicola dell'area Casauria sono rappresentate dai Palmenti di Pietranico, antiche vasche ricavate da enormi rocce affioranti disseminate sul territorio che, lavorate con estrema perizia, di probabile origine italica venivano usate come vasche per vinificare le uve direttamente sui campi. Successivamente, durante il medioevo, il gesto della coltivazione delle viti e della vinificazione delle uve e' legato soprattutto all'instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio quali quella sopra citata di S. Clemente a Casauria e quella di Santa Maria d'Arabona del 1209 (Manoppello). Sempre nel citato «Chronicon Casauriense», che racconta la storia del monastero con tutte le vicissitudini che ne caratterizzarono la costruzione e l'evoluzione, c'e' un tentativo da parte del cronista di attribuire al termine «Casauria» un'origine legata alla costruzione dell'edificio sacro. Ma i documenti di compravendita dell'871 per l'acquisizione delle terre nonche' altri atti, attestano che il termine «Casauria» gia' esisteva e con ogni probabilita' risaliva all'epoca romana. Una volta accorpati in un'unica proprieta' i terreni di pertinenza della badia, il toponimo fu esteso all'intero corpo e, per la sacralita' ad esso associata, anche a tutta l'area geografica circostante. Ma, facendo un salto di alcuni secoli, come afferma il prof. Franco Cercone in uno dei suoi numerosi scritti «dobbiamo sicuramente alle famiglie dei Mazara e dei Tabassi, alla fine del 1700, l'ampliamento dell'area di coltivazione del vitigno Montepulciano poiche' queste, benche' proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzarono le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle Pescara». In quest'area vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo piu' in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro. E' da ritenersi che le condizioni climatiche e le caratteristiche geologiche dell'alta Val Pescara, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobilta' sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest'area ed e' probabile che diversi vitigni, tra cui il Montepulciano, siano stati trapiantati dai Mazara a Torre de Passeri. Si evidenzia altresi', che la lunghissima presenza viticola e specificamente del Montepulciano nero in queste zone e specifici ambienti, in aziende medio-piccole e con le viti spesso allevate nell'ottocento anche ad alberello, ha ingenerato importanti esperienze di coltivazione e vinificazione, seppure tradizionale, ma comunque sempre in grado di produrre vini da sempre ritenuti di qualita' eccellenti, come testimoniato da documenti datati 1821 di compravendita di uve e vini prodotti a Tocco da Casauria. Se nel dopo guerra il nome «Torre de Passeri» era considerato ancora sinonimo del Montepulciano nero lo si deve al fatto che fino alla seconda guerra mondiale l'area Casauria si distingueva in Abruzzo come la piu' vocata e la stazione ferroviaria di Torre de Passeri divenne il centro logistico del gran commercio di uve e vini casauriensi. Questa lunga tradizione ha attraversato le grandi innovazioni viticole ed enologiche degli ultimi quarant'anni, adeguando il vino prodotto a standard qualitativi elevati. Da quanto detto si evince che la presenza del vitigno Montepulciano, base della produzione del vino Casauria, nell'entroterra della Provincia di Pescara, ossia nella zona casauriense, risale ormai ad oltre due secoli ed e' proprio in questa zona che esso ha potuto esprimere tutte le sue potenzialita', evidenziando peculiari caratteristiche legate sia agli aspetti olfattivi che gustativi. In tale contesto si evidenza come l'adattabilita' del vitigno al particolare ambiente pedoclimatico ha favorito mutazioni spontanee che hanno generato alcuni comportamenti morfo-fenologici specifici e pregiati per la produzione di uve eccellenti. L'incidenza dei fattori umani e' stata molto importante poiche', alcuni viticoltori hanno individuato nel tempo specifici ceppi piu' rispondenti a fattori di qualita' che sono stati sfruttati per le selezioni dei materiali di moltiplicazione. Inoltre, attraverso la definizione ed il miglioramento di alcune pratiche viticole ed enologiche, che fanno parte integrante e sostanziale del disciplinare di produzione, e' risultato possibile ottenere prodotti dalle spiccate caratteristiche e tipicita'. Per questi motivi il principale vivaista italiano, Vivai Rauscedo, ha omologato sin dal 2007 il clone VCR 456 biotipo Casauria, distinguendolo appunto per essere in grado di produrre vini dal maggior livello di gradevolezza, sapidita' e speziatura tra tutti i cloni di Montepulciano omologati. Questo clone e' stato selezionato da piante storiche che avevamo manifestato un perfetto adattamento con il territorio casauriense. Le attuali condizioni di produzione hanno quindi permesso agli operatori del territorio casauriense di avvantaggiarsi di tutte le conoscenze teoriche e tecniche per migliorare i processi produttivi. In campagna grazie al riconoscimento e alla selezione delle migliori vigne e dei migliori cloni di uva Montepulciano e in cantina, attraverso la possibilita' di governare perfettamente la temperatura di fermentazione, che ha permesso di migliorare la qualita' del processo di macerazione delle uve durante la fermentazione, passaggio chiave per estrarre il profilo sensoriale tipico del vino Casauria. Le tecniche di affinamento e il livello dei controlli praticabile nelle moderne cantine del territorio garantiscono la genuinita' del prodotto e la sua grande longevita'. B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico. Nelle tradizionali produzioni enologiche i vini Casauria si presentano con un colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, sfumature che tendono al granato con il lungo invecchiamento; l'odore tipico nei vini piu' giovani e' quello dei frutti rossi (ciliegia, mora, lampone, mirtillo), del fiore di violetta e di note speziate, che nei vini invecchiati si percepiscono sempre piu' intensamente (pepe, tabacco, liquirizia); quando il vino e' affinato in botti di rovere i sentori olfattivi e gustativi si arricchiscono di note vanigliate e dolci. Il sapore e' secco, giustamente tannico ed armonico. Nel tempo il vino evolve guadagnando maggiore complessita' e morbidezza. Provenendo da giovani suoli sedimentari spesso i vini Casauria guadagnano una grande sapidita', che conferisce ai vini una riconosciuta eleganza. Questo profilo sensoriale e' tipicamente legato all'influenza che il vitigno Montepulciano, perfettamente ambientato nel territorio Casauriense, riceve dal microclima della zona di produzione, che si caratterizza per l'origine sedimentaria dei suoli, ricchi di scheletro e di disponibilita' di minerali, unitamente ad una condizione climatica fortemente influenzata dai massicci montuosi che circoscrivono il territorio di produzione e determinano la formazione di costanti brezze montane capaci di generare marcate escursioni termiche tra il giorno e la notte, anche nei mesi estivi. A grande vantaggio della migliore maturazione delle uve. I vini Casauria vanno serviti ad un temperatura di 16/18 °C in un calice ampio che permetta la massima espressione della complessita' del vino. C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera a) e quelli di cui alla lettera b). I fattori climatici unitamente a quelli umani, legati da un lato alle condizioni pedoclimatiche di coltivazione e di forte caratterizzazione viticola e dall'altro da una sempre piu' forte evoluzione della cultura enologica, sono determinanti per la produzione di uve di straordinaria qualita' che danno origine ai vini Casauria, dalle caratteristiche importanti, distinte e riconoscibili. L'area geografica interessata e' caratterizzata da condizioni climatiche particolari strettamente legate all'evoluzione geologica e alla conformazione morfologica del territorio, caratterizzato da colline ampie, assolate e ben ventilate, dove dominato con la loro marcata presenza i massicci montuosi del Gran Sasso e della Maiella. Questi monti proteggono la zona dalle correnti fredde occidentali e determinano notevoli escursioni termiche tra giorno e notte. Queste condizioni pedoclimatiche si accordano perfettamente alla maturazione tardiva del Montepulciano che ha bisogno, per raggiungere la migliore condizione fenologica, di circa 2000 gradi giorno. Questa lunga necessita' di ore di sole permette alle viti di avvantaggiarsi notevolmente della marcata escursione termica tra il giorno e la notte nella fase fenologica della maturazione delle uve creando le condizioni ottimali per l'accumulo di sostanze aromatiche e nobili nei grappoli e permettendo la piena maturazione degli acini e dei loro vinaccioli, fonte di tannini importanti per garantire il grande potenziale di affinamento dei vini Casauria. La qualita' e le caratteristiche dei vini Casauria sono altresi' intimamente connesse ai fattori umani descritti nella parte A) 2. Il percorso millenario della coltivazione delle uve e della produzione di vini ha sempre caratterizzato il territorio di produzione dei vini Casauria. La geografia produttiva ha vissuto la sua ultima metamorfosi nel secolo passato. Nel periodo intercorso tra le due guerre mondiali l'area Casauria era probabilmente il centro vitivinicolo piu' importante della Regione, come testimoniato dai testi storici. Gli effetti nefasti della Seconda Guerra Mondiale e l'implementazione negli anni '60 di una nuova forma di viticoltura intensiva sulla costa della Regione Abruzzo e soprattutto nella Provincia di Chieti, hanno determinato una lenta perdita di sostenibilita' economica per la vitivinicoltura casauriense. Probabilmente questo ultimo evento e' stato fondamentale affinche' gli operatori del territorio abbiamo potuto imprimere alle proprie produzioni una grande riconoscibilita' nel panorama regionale e abbiamo fatto da stimolo sin dagli anni '90 ad un controesodo dei produttori e alla delineazione di una nuova geografia produttiva, completamente vocata alla qualita' delle uve e dei vini prodotti. Una ritrovata sostenibilita' economica ha reso sinergiche le qualita' del territorio e l'impegno dei tanti produttori che hanno saputo cogliere il momento storico di grande miglioramento delle tecniche produttive e delle conoscenze scientifiche, sia in campagna che in cantina per esaltare al massimo le potenzialita' dei vini prodotti. La cultura della sostenibilita' in vigna ha permesso di ricalibrare al meglio la coltivazione dei vigneti di Montepulciano. Le pratiche agronomiche sono sempre piu' mirate a prendersi cura dell'ecologia del vigneto a vantaggio del benessere del suolo, della biodiversita', degli operatori e soprattutto delle uve prodotte. Gli operatori possono oggi approfittare enormemente delle migliorate condizioni produttive in cantina, dove la tecnologia e l'industria meccanica offrono ogni possibilita' di lavorare, durante tutte le fasi del processo di vinificazione, nel rispetto assoluto delle grandi uve prodotte. Il talento di un territorio e l'impegno dei produttori ha fatto si che nel 2006 il toponimo Casauria venisse dedicato ai vini prodotti nell'area distinta in questo disciplinare, ereditando una storia millenaria da presentare e raccontare ad un mercato sempre piu' attento, attraverso la qualita' dei vini Casauria che, rispetto ad altri vini prodotti da uve Montepulciano in altri territori, sono l'espressione di distintivi caratteri di unicita', risultato dell'interazione armonica tra l'attivita' dell'uomo ed il complesso dei fattori ambientali.