Art. 5. Metodo di ottenimento del prodotto La denominazione «Ciliegia di Marostica» designa i frutti ottenuti dalla coltivazione delle varieta' ascrivibili ai seguenti gruppi: a) precocissime «Sandra» e «Francese», quest'ultima ascrivibile alle varieta' Bigarreau Moreau e Burlat; b) intermedie «Roana» e il durone precoce «Romana»; c) tardive «Milanese», «Durone Rosso» (Ferrovia simile) e «Bella Italia»; d) «Sandra Tardiva»; e) le varieta' «Van», «Giorgia», «Ferrovia», «Durone Nero I», «Durone Nero II» e «Mora di Cazzano». Sono inoltre consentite le seguenti varieta': «Bella di Pistoia» (= «Durone Rosso»), «Black Star», «Early Bigi», «Grace Star», «Kordia», «Lapins», «Marostegana», «Prime Giant», «Regina», «Folfer», «Sweet Early», «Sweet Heart», «Frisco», «Rocket», «Vera», «Nimba», «Red Pacific», «Early Lory», «Adriana», «Celeste» «Sweet Aryana», «Sweet Lorenz», «Sweet Gabriel» e Stella. Per la produzione della «Ciliegia di Marostica» i terreni devono essere ubicati nella zona di delimitazione di cui al precedente art. 3. Le tecniche colturali ammesse sono di seguito descritte. 1) Per i nuovi impianti: a) preparazione del terreno: il nuovo impianto deve essere preceduto da una idonea lavorazione meccanica della superficie interessata; nei terreni di collina e' opportuna la lavorazione del terreno a «buche». E' obbligatorio eseguire l'analisi chimico-fisica del terreno oggetto d'impianto allo scopo di determinare la necessita' e la quantita' della concimazione di fondo e/o di quella correttiva. E' obbligatoria l'adozione di un piano di concimazione redatto da un tecnico specializzato. Portainnesti: sono ammessi tutti i portainnesti idonei per il ciliegio dolce, in relazione alle caratteristiche pedoclimatiche della zona di produzione e delle varieta' sopra elencate; b) materiale vegetale: e' ammesso l'impiego di astoni di qualita' certificata virus esente o virus controllato delle varieta' sopra elencate, innestati su soggetti derivati da Prunus avium, Prunus cerasus o Prunus mahaleb. E' ammesso altresi' l'innesto a dimora. 2) Per tutti gli impianti: a) densita': sono ammessi tutti i sesti d'impianto purche' siano garantite l'illuminazione e l'arieggiamento delle chiome nella fase produttiva delle piante; b) forma di allevamento: sono consentite tutte le forme di allevamento sia in volume sia in parete; c) difesa fitosanitaria: la difesa dai parassiti deve essere attuata nel pieno rispetto dei principi della lotta integrata o di quella biologica. Per ridurre il rischio di forti infezioni di Monilia durante il periodo fiorale e' ammessa l'eliminazione dei frutti non raccolti rimasti sulle piante e l'esecuzione di una corretta potatura estiva negli impianti vigorosi. Prima dell'esecuzione di qualsiasi intervento con valenza insetticida deve essere eseguita la trinciatura dell'erba oppure lo sfalcio e la raccolta della stessa. Non e' ammesso l'uso di fitoregolatori nel periodo compreso tra il germogliamento e la raccolta; d) gestione del suolo: e' obbligatorio l'inerbimento controllato spontaneo o artificiale del suolo a partire dal secondo anno di impianto. E' consentita la lavorazione o il diserbo localizzato sulla fila negli impianti specializzati fitti o attorno al tronco nei sistemi espansi. E' ammessa la pratica della pacciamatura; e) concimazione: gli elementi nutritivi da apportare devono essere finalizzati al raggiungimento e/o al mantenimento di un sufficiente livello di fertilita' dei suoli in ragione delle asportazioni della coltura e delle perdite per immobilizzazione e lisciviazione; f) irrigazione: e' ammessa la pratica irrigua con sistemi a bassa portata; g) gestione delle piante: e' obbligatoria l'esecuzione annuale della potatura al bruno per assicurare una produzione di qualita' costante negli anni; le piante devono essere mantenute in buona efficienza vegetativa e produttiva anche ricorrendo a interventi straordinari di riforma volti a eliminare le parti legnose deperite e non piu' funzionali; h) raccolta e condizionamento: la raccolta delle ciliegie destinate al commercio per il consumo fresco deve essere eseguita a mano e i frutti devono essere disposti in contenitori con pareti rigide. Gia' in ambito aziendale deve essere eseguita la cernita per eliminare i frutti di scarto e con pezzatura insufficiente. Fino al momento della consegna per la commercializzazione i frutti devono essere mantenuti in luoghi freschi e ombreggiati per evitare lo scadimento della qualita' e della conservabilita'. Il prodotto non avviato alla commercializzazione entro le quarantotto ore successive alla raccolta, deve essere opportunamente trattato con la tecnica della frigoconservazione oppure con altri accorgimenti idonei a rallentare i processi metabolici dei frutti.