Allegato 3 Metodi di campionamento Nel presente allegato si forniscono indicazioni per l'esecuzione del campionamento nella fase 'di campo' per le produzioni biologiche vegetali. Campionamento per le produzioni vegetali 1. Oggetto del campionamento. 1. Oggetto del campionamento e' l'appezzamento investito ad una coltura e con caratteristiche omogene. 2. Individuato l'appezzamento, sono da escludere le aree di confine se utilizzate come fasce di rispetto per la protezione dall'eventuale effetto di deriva da fonti d'inquinamento ambientale. 3. Se la stessa coltura insiste su terreni che presentano aspetti diversi (giacitura, drenaggio, ecc.) che possono incidere sulla ricerca che si deve effettuare, i singoli appezzamenti devono essere campionati separatamente. 2. Campioni elementari. 1. I campioni elementari devono essere prelevati in un'area rappresentativa dell'appezzamento: si devono individuare piu' punti di prelievo distribuiti sulla sua superficie seguendo per la scelta di queste metodologie uniformi e statisticamente rappresentative (per esempio campionamento a croce, metodo del quadrato latino, metodo del blocco randomizzato, ecc.). 2. Il numero dei punti di prelievo dei campioni elementari deve essere stimato in base alla superficie dell'appezzamento da campionare e dalla sua forma geometrica. ===================================================================== | Superficie in mq | Numero minimo di punti di prelievo | +======================+============================================+ |inferiore a 2000 mq | 1 | +----------------------+--------------------------------------------+ |da 2001 a 5000 mq | 3 | +----------------------+--------------------------------------------+ |da 5001 a 10000 mq | 5 | +----------------------+--------------------------------------------+ |ogni 5000 mq in piu' | 1 in piu' | +----------------------+--------------------------------------------+ 3. Nel caso di fruttiferi, il numero puo' essere individuato dal numero delle piante che lo compongono: ===================================================================== | Numero delle piante | Numero minimo di punti di prelievo | +========================+==========================================+ |meno di 50 piante | 1 | +------------------------+------------------------------------------+ |da 50 a 300 piante | 3 | +------------------------+------------------------------------------+ |da 301 a 600 piante | 5 | +------------------------+------------------------------------------+ |ogni 300 piante in piu' | 1 in piu' | +------------------------+------------------------------------------+ 3. Matrice da campionare. 3.1 Parti vegetali 1. Il campionamento puo' essere effettuato durante ogni fase dello sviluppo vegetativo delle colture. 2. La scelta dell'epoca di campionamento e' coerente con le finalita' del controllo di laboratorio di cui all'art. 3 del presente decreto. 3. Le parti vegetali da prelevare possono essere, in base alle finalita' del controllo di laboratorio, foglie, culmi, spighe, baccelli, infruttescenze, frutticini, porzioni di fusto, parti eduli, materiale riproduttivo, e qualunque altra porzione della pianta ritenuta idonea per la finalita' di cui sopra. 4. Per le colture industriali tagliare la pianta a non meno di 10 cm dal terreno ed evitare la contaminazione da parte del terreno, quindi separare, se opportuno per le finalita' del controllo di laboratorio, il materiale da campionare (spighe, foglie, culmi, baccelli, ecc.). Se il prelievo e' effettuato durante la raccolta, prelevare dalla macchina piu' frazioni in momenti diversi se tale modalita' e' coerente con le finalita' del controllo di laboratorio. 5. Per le colture fruttifere il prelievo dei frutti deve avvenire dalla chioma esterna: nella parte bassa, per accertamento di eventuale trattamento alla pianta e nella parte alta per accertamento di eventuali fenomeni di deriva. 6. Per le colture orticole sotterranee, una volta estratto l'ortaggio dal terreno, deve essere tolta tutta la terra senza fare uso di acqua. Quando le foglie sono utilizzate come alimento e se opportuno per le finalita' del controllo di laboratorio, e' necessario che esse siano campionate separatamente. 7. Per le colture orticole aeree, le parti prelevate devono essere solo quelle nei punti piu' esposti ad un eventuale trattamento e non quelle coperte dal fogliame. Deve sempre essere eliminata la terra. 3.2 Terreno agrario 1. L'epoca di campionamento dipende dal tipo di coltura e dalle sostanze da ricercare. 2. In particolare, il campionamento di terreno per la ricerca di prodotti ad azione geodisinfestante o diserbante, e' eseguito preferibilmente nei periodi subito posteriori ad una eventuale trattamento: a. per i terreni interessati da coltura di graminacee (grano, mais, orzo, segale, avena ecc.), erbe da foraggio (trifoglio, erba medica ecc.) e piante per semi oleosi (soia, ravizzone, sesamo, girasole, arachidi ecc.): in presemina e durante tutte le fasi di sviluppo della coltura; b. per i terreni interessati da coltura di ortaggi: in presemina o prima della messa a dimora delle piantine; in pre-semina, in pre-trapianto e durante tutte le fasi di sviluppo della coltura; c. per i terreni che sono interessati da fruttiferi: durante tutte le fasi di sviluppo della coltura. 3. Per tutte le colture, ad esclusione di quelle risicole, e' necessario individuare la zona di campionamento, che sia omogenea per: a. colore e aspetto fisico; b. ordinamento colturale; c. vegetazione coltivata e spontanea. 4. Il campionamento e' condotto in tutta la superficie pedologica delimitata; esso e', comunque, effettuato anche nel caso in cui la zona delimitata risulti di superficie ridotta. Indirizzare eventualmente il campionamento nell'ambito delle zone delimitate, nelle aree dove risulti piu' manifesta l'assenza di vegetazione spontanea o si riscontrino altri indizi che possano far presumere l'utilizzo di diserbanti e geodisinfestanti. 5. Per le colture risicole, quando la risaia e' articolata in piu' camere di coltivazione, la zona di campionamento va scelta nella camera piu' a valle rispetto allo scorrimento dell'acqua, in una fascia di circa 10 m di lunghezza in prossimita' del canale di deflusso delle acque. 6. Per tutte le colture, tranne le risicole, e' necessario scegliere i punti di campionamento sull'area interessata al campionamento lungo un percorso tracciato su di esso, formando delle linee immaginarie a forma di X o di W. Prelevare lungo tali percorsi da 5 a 15 campioni elementari per ettaro in base all'estensione della zona da sottoporre ad indagine; per superfici inferiori ad un ettaro prelevare 5 campioni elementari. 7. Per le colture risicole, scegliere 5 punti nella zona di campionamento per ogni camera di coltivazione. 8. La profondita' di prelevamento dipende dalla finalita' del campionamento e dalla sostanza da ricercare. Per la ricerca di fertilizzanti non ammessi: a. nei terreni arativi, o comunque soggetti a rovesciamenti o rimescolamenti, prelevare il campione a diverse profondita', fino a quella di massima lavorazione; b. nei frutteti prelevare il campione nelle aree meno o per nulla inerbite, alla profondita' da 20 a 40 cm; c. nelle colture risicole, sia in asciutto che in terreno sommerso, prelevare alla profondita' di 30 cm. 9. Per la ricerca di prodotti ad azione geodisinfestante e diserbante, prelevare dallo strato superficiale, alla profondita' da 0 a 3 cm: a. lungo la fila di trapianto o di semina per colture a file singole ovvero b. all'interno della bina qualora il sesto d'impianto sia binato; c. il terreno non deve essere mescolato con terreno piu' profondo o proveniente dall'interfila tra le bine. 10. Per tutte le colture non risicole il terreno e' prelevato secondo i seguenti metodi: a. una volta individuato il sito di campionamento eliminare, se necessario, la vegetazione che copre il suolo; b. introdurre verticalmente la sonda o trivella fino alla profondita' voluta ed estrarre il campione elementare di terreno; c. nel caso di terreni sabbiosi o polverulenti la sonda puo' essere introdotta nel suolo diagonalmente, ponendo attenzione alla profondita' scelta; d. nel caso di terreni molto compatti o con elevata presenza di scheletro, che non permettono l'uso della sonda, scavare con la vanga una piccola buca a pareti verticali fino alla profondita' prescelta. Prelevare quindi una fetta verticale che interessi tutto lo strato, mantenendo costante la frazione di terreno proveniente dalle diverse profondita'. 11. Per le colture risicole il terreno e' prelevato secondo i seguenti metodi: a. quando si opera su terreno sommerso, porre all'estremita' della sonda un film paraffinico, al fine di impedire la raccolta dell'acqua sopra lo strato di terreno; b. introdurre verticalmente la sonda fino alla profondita' voluta ed estrarre il campione elementare di terreno. 12. Per tutte le colture non risicole, il campione globale e' costituito secondo i seguenti metodi: a. inserire i diversi campioni elementari, man mano che vengono prelevati, nel secchio; rovesciare il secchio su una superficie solida coperta da un telone; mescolare il terreno ed omogeneizzarlo accuratamente; b. se il campione deve essere ridotto, dal terreno omogeneizzato al punto a) prelevare casualmente una decina di campioni di circa 50 g ognuno, distribuiti su tutta la superficie e che interessino tutto lo spessore del campione globale; unire questi prelevamenti per costituire uno o piu' campioni finali, del peso di circa 500 g ognuno. 13. Per le colture risicole il campione globale e' costituito secondo i seguenti metodi: a. il cilindro di terreno prelevato viene suddiviso in tre segmenti di profondita' da 0 a 10 cm; da 10 cm a 20 cm; da 20 cm a 30 cm; b. i segmenti di analoga profondita' vengono riuniti costituendo tre campioni globali (superficiale, medio, profondo). 3.3. Campionamento di acque di risaia 1. Il prelievo dell'acqua viene effettuato con appositi contenitori in vetro, sia sull'acqua immessa nella risaia, sia nelle camere di coltivazione. 2. Le epoche del campionamento sono le stesse del campionamento del terreno. 3. Il prelievo dei campioni di acqua deve precedere quelle del campionamento del terreno. 4. I campioni di acqua, se l'analisi non e' condotta nei tempi brevi, sono congelati e conservati a -20C°. In questo caso il quantitativo presente nel contenitore deve essere limitato rispetto alla capienza totale per tener conto dell'aumento di volume dovuto al congelamento. 5. Il controllo di laboratorio in risaia che prevede due campionamenti, uno in prossimita' dell'ingresso dell'acqua nella prima camera di risaia e uno in prossimita' dell'uscita nell'ultima camera di risaia, rientra tra i controlli di laboratorio particolari e si applica quanto previsto nell'allegato 4 del presente decreto.