(Allegato 3)
                                                           Allegato 3 
 
                                                (articolo 3, comma 4) 
 
 
     CONTENUTI DEL PROGETTO E MODALITA' DI GESTIONE DELL'INVASO. 
 
A) QUADRO CONOSCITIVO  -  CARATTERIZZAZIONE  DEL  BACINO  IDROGRAFICO
SOTTESO, DELL'INVASO E DEI CORPI IDRICI DI VALLE INTERESSATI 
 
  Le  seguenti  informazioni  sono   richieste   al   fine   di   una
caratterizzazione  che  fornisca  un  quadro  generale   utile   alla
predisposizione del Progetto,  che  sia  coerente  con  il  Piano  di
gestione delle acque del distretto idrografico di appartenenza di cui
alla direttiva 2000/60/CE che  costituisce  il  quadro  per  l'azione
comunitaria in materia di acque. 
  Le informazioni devono essere  corredate  da  elaborati  grafici  e
cartografia tematica in scala adeguata  e  formato  digitale  e  sono
finalizzate a fornire gli elementi da considerare per la  valutazione
socio-economica e ambientale del Progetto ai sensi della  lettera  b)
del presente allegato. 
 
a.1. Caratterizzazione del bacino idrografico direttamente sotteso  e
    dei bacini allacciati afferenti all'invaso. 
    - corografia generale del bacino idrografico d'interesse e  degli
eventuali bacini idrografici allacciati all'invaso; 
    - presenza di invasi a monte,  anche  allacciati,  e  descrizione
delle possibili interazioni reciproche; 
    - dissesti di  versante  aventi  rilievo  per  le  finalita'  del
Progetto di gestione; 
    - indicazioni delle aree protette di cui alla  legge  6  dicembre
1991, n. 394 e dei siti della rete Natura 2000 di cui al decreto  del
Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357; 
    - indicazioni delle pressioni che insistono sul bacino  ai  sensi
della direttiva 2000/60/CE, con riferimento a  quanto  riportato  nel
Piano di tutela delle acque e nel Piano  di  gestione  del  distretto
idrografico di  appartenenza  che  possono  influenzare  la  qualita'
dell'acqua e dei sedimenti; 
    -  produzione  solida  annua  del  bacino  in  base  ai   rilievi
batimetrici dell'invaso, interpretati tramite  una  caratterizzazione
geologica, geomorfologica e di uso del suolo del  bacino  idrografico
sotteso dallo sbarramento; 
    -  stima  delle  concentrazioni  caratterizzanti  il  regime  del
trasporto solido in sospensione e sua stagionalita'  soprattutto  per
gli invasi soggetti a frequenti manovre (i.e. almeno una manovra ogni
5 anni); descrizione dei fenomeni  caratterizzanti  il  trasporto  al
fondo in particolare  per  i  bacini  ad  elevata  produttivita'  del
sedimento grossolano; 
    - regime idrologico allo sbarramento: 
      ○ portata di progetto e/o portata di progetto rivalutata; 
      ○ serie storica dei volumi derivati e  dei  volumi  invasati  a
passo giornaliero. 
  Nell'interpretazione dei dati idrologici e idraulici si tiene conto
dell'eventuale influenza degli impianti di ritenuta a  monte,  ovvero
delle  utilizzazioni   delle   acque   che   modificano   il   regime
idrologico/idraulico nei corpi idrici interessati. 
 
a.2. Caratterizzazione  dell'invaso,  degli  organi  di   scarico   e
    derivazione. 
  Descrizione,   anagrafica   e   localizzazione   geografica   dello
sbarramento e dell'invaso, corredata di elaborati in formato digitale
per i dati grezzi acquisiti: 
    - denominazione dello sbarramento; 
    -     ubicazione:     provincia,     comune     e     riferimento
toponomastica/localita'; 
    - schema complessivo dell'impianto di  cui  il  bacino  e'  parte
funzionale; 
    - accessi alla diga; 
    - georeferenziazione del punto centrale dello sbarramento; 
    - riferimenti  (nominativo,  recapito,  sede  legale  ecc..)  del
concessionario e del gestore se diverso; 
    - nome del corso d'acqua sbarrato; 
    - tipologia e caratteristiche dello sbarramento; 
    -  quote  di   minima   e   massima   regolazione;   planimetria,
caratteristiche geometriche e sezioni  della  diga,  delle  opere  di
scarico e schema della derivazione; 
    - planimetria dell'invaso alla quota di massima regolazione; 
    - volume di invaso, volume utile di regolazione e volume morto di
progetto; 
    - capacita' utile sostenibile se determinata; 
    - curve quote/volumi di progetto dell'invaso; 
    - caratteristiche  geometriche  dell'invaso:  area,  lunghezza  e
larghezza dello specchio liquido, perimetro spondale  alla  quota  di
massima regolazione e caratteristiche geometriche e di  funzionamento
delle opere di scarico e di derivazione; 
    -  dati  relativi  alla  concessione  di  derivazione  (utilizzo,
portate derivate, scadenza della concessione, impianti alimentati). 
 
a.3. Caratterizzazione  dei  sedimenti  nell'invaso,  del  grado   di
    interrimento e delle acque invasate. 
  Rilievi    batimetrici    dell'invaso    e     relativa     analisi
quali-quantitativa dei sedimenti fornendo gli  elaborati  in  formato
digitale. 
  Gli elaborati devono contenere i seguenti dati: 
    - data di effettuazione dei rilievi; 
    - condizioni di riferimento; 
    - modalita' di esecuzione (strumentazione usata, metodi  di  post
processamento dei dati di campagna usati e incertezza misure); 
    - tipo e scala  di  restituzione  degli  elaborati  ottenuti  dal
rilevamento; 
    - traccia della navigazione con indicazione punti di misura  (per
rilievo  batimetrico)  esplicitati   nel   sistema   di   riferimento
utilizzato; 
    - carta delle isoipse del fondale (carta batimetrica); 
    - carta di confronto con precedenti  batimetrie  (se  esistenti),
con evidenziate le aree di deposito e di erosione; 
    - DTM (Digital Terrain Model) dell'area rilevata; 
    - localizzazione planimetrica dei punti di prelievo dei  campioni
di sedimento (con riferimento alla posizione rispetto alla  diga,  in
particolare per il  rilevamento  sedimentologico  ed  in  termini  di
profondita'); 
    -   caratterizzazione   chimica,   fisica   (granulometrica)    e
ecotossicologica dei sedimenti, secondo quanto previsto dall'Allegato
5 (in assenza di specifiche tecniche da parte della regione, ai sensi
dell'articolo 6, comma 3); 
    - descrizione delle pregresse  attivita'  operative  di  gestione
dell'invaso; 
    - indicazioni sullo stato ecologico e chimico dell'invaso secondo
il Piano di  gestione  del  distretto  idrografico,  se  disponibile.
Qualora il corpo idrico non sia oggetto di  monitoraggio  come  corpo
idrico lacustre, e' richiesta la caratterizzazione  chimico-fisica  e
biologica (phytoplancton1 ) della colonna d'acqua, nonche' la ricerca
di sostanze specifiche sulla base delle pressioni attuali o pregresse
localizzate nei corpi idrici a monte  dell'invaso,  in  coerenza  con
quanto previsto dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 
    - elenco delle specie ittiche presenti nell'invaso. 
  Al fine di caratterizzare  il  grado  di  interrimento  dell'invaso
devono essere indicati/allegati: 
    - il volume di materiale solido  sedimentato  nel  serbatoio,  il
volume di invaso ed il volume utile di regolazione al  momento  della
redazione del  Progetto,  confrontati  con  quelli  originari  e  con
precedenti rilievi, nonche' il volume medio di materiale  solido  che
sedimenta in un anno nel serbatoio ed andamento  nel  corso  del  suo
esercizio; 
    - le planimetrie e relative sezioni basate su  rilievi  idonei  a
definire la morfometria del fondo dell'invaso; 
    - la valutazione dello stato di interrimento in prossimita' degli
organi di scarico profondi, di derivazione e del paramento  di  monte
della  diga  corredato  di  sezioni   trasversali   e   longitudinali
riportanti anche  il  profilo  geometrico  degli  imbocchi  in  scala
adeguata. 
__________ 
     1 Nel caso in cui il tempo di ricambio delle  acque  dell'invaso
sia compatibile con l'instaurarsi di una comunita' fitoplanctonica 
 
a.4 Caratterizzazione dei corpi idrici a valle. 
  Al fine di una corretta impostazione  del  monitoraggio  e  di  una
rappresentativa valutazione, anche nell'eventualita' di rilasciare  o
riutilizzare il sedimento  a  scopo  di  riqualificazione  dei  corpi
idrici a valle, e' necessario procedere alla segmentazione dei  corpi
idrici fluviali a valle della diga e inclusi nell'area di  interesse,
in  tratti   idromorfologici   omogenei2   ,   recuperando   i   dati
eventualmente disponibili presso regioni  ed  Agenzie  di  protezione
ambientale   (ARPA)   sull'applicazione   dell'indice   di   qualita'
morfologica IQM. 
  La  caratterizzazione  riguarda  i  corpi   idrici   potenzialmente
impattati dalle operazioni  di  movimentazione  sedimenti  e/o  dalla
discontinuita' di trasporto solido generata dall'invaso, che ricadono
nella  cosiddetta  "area  di  influenza"3  ,  definita  come   l'area
costituita dall'invaso e dai corpi idrici a valle  interessati  dalle
operazioni. 
    - nomi dei corpi idrici a valle; 
    - regime idrologico, portate  medie  mensili,  nonche'  minime  e
massime annuali; 
    - indicazioni delle portate di deflusso ecologico; 
    -  stima  delle  concentrazioni  caratterizzanti  il  regime  del
trasporto solido in sospensione e sua stagionalita'  soprattutto  per
gli invasi soggetti a frequenti manovre (i.e. almeno una manovra ogni
5 anni); descrizione dei fenomeni  caratterizzanti  il  trasporto  al
fondo in particolare  per  i  bacini  ad  elevata  produttivita'  del
sedimento grossolano; 
    - portata massima transitabile a valle ai sensi  della  direttiva
del Presidente del Consiglio dei  Ministri  8  luglio  2014,  recante
"Indirizzi operativi  inerenti  all'attivita'  di  protezione  civile
nell'ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe"; 
    - presenza  di  altri  invasi  a  valle  e  individuazione  delle
possibili interazioni; 
    -  caratterizzazione  geomorfologica   del   corridoio   fluviale
(identificazione alveo e sua morfologia, etc.) e delle sue variazioni
recenti indotte dalle pressioni antropiche4 ); 
    -  caratterizzazione  generale  del  sedimento   (granulometrica,
litologica e qualitativa); 
    - indicazione dello stato ecologico e chimico  dei  corpi  idrici
come risultante dal Piano di gestione del distretto  idrografico,  se
disponibile. Qualora il corso d'acqua non sia  inserito  quale  corpo
idrico nel Piano, e' richiesta la caratterizzazione chimico-fisica  e
biologica (macrobenthos) delle  acque  in  un  sito  idoneo  a  valle
dell'invaso, nonche' la ricerca di  sostanze  specifiche  sulla  base
delle pressioni attuali o pregresse localizzate nei  corpi  idrici  a
monte dell'invaso,  in  coerenza  con  quanto  previsto  dal  decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 
    - indice  di  qualita'  morfologica  del/dei  corpi  idrici  come
risultante dal Piano di  gestione  del  distretto  idrografico  o  da
documentazione disponibile presso regioni ed  Agenzie  di  protezione
ambientale (ARPA); 
    - indicazione della composizione specifica della fauna ittica nel
tratto interessato dagli effetti della gestione dei sedimenti; 
    - indicazione delle  aree  naturali  protette,  siti  della  rete
Natura 2000 e siti di prelievo di acque potabili di cui  all'allegato
IX alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.  152  e
riportati  nel  Piano  di  gestione  del  distretto  idrografico   di
appartenenza; 
    - indicazione delle aree adiacenti ai sensi del Piano di gestione
del rischio di alluvioni di cui al decreto  legislativo  23  febbraio
2010, n. 49; 
    - indicazioni delle  misure  relative  al  recupero  di  dinamica
idromorfologica  previste  nel  Piano  di  gestione   del   distretto
idrografico di appartenenza;; 
    - individuazione degli usi  delle  acque  presenti  a  valle  del
bacino nel tratto interessato  dagli  effetti  delle  operazioni  che
saranno oggetto del Piano delle comunicazioni di cui alla lettera  E)
del presente allegato; 
    - identificazione delle zone costiere impattate dalle alterazioni
del trasporto solido indotte dall'invaso. 
__________ 
     2 Vedasi Manuale Linee Guida ISPRA 131/2016 "IDRAIM  Sistema  di
valutazione  idromorfologica,  analisi  e  monitoraggio   dei   corsi
d'acqua". 
     3 La lunghezza dell'area di  influenza,  ovvero  il  numero  dei
corpi  idrici  a  valle   influenzati   dall'invaso,   e'   altamente
sito-specifico e va determinata caso per caso  in  base  ad  evidenze
idromorfologiche, biologiche e fisico-chimiche gia'  disponibili.  In
assenza di tali dati, l'area di influenza  puo'  essere  proposta  in
maniera preliminare  e  verificata  con  azioni  di  monitoraggio  da
effettuarsi su indicazione degli organismi di controllo. 
     4 Caratterizzazione descritta in Manuali  e  linee  guida  ISPRA
113/2014 "IDRAIM Sistema di valutazione  idromorfologica,  analisi  e
monitoraggio dei corsi d'acqua". 
 
B) PARTE  OPERATIVA  -  MODALITA'  DI  GESTIONE  DELL'INVASO  PER  IL
MANTENIMENTO/RIPRISTINO DELLA CAPACITA' UTILE DI INVASO. 
 
  Ai fini della definizione delle modalita' di  gestione  dell'invaso
per il mantenimento/ripristino della sua capacita' utile, il progetto
riporta una valutazione socio-economica e  ambientale  finalizzata  a
stabilire il ripristino della capacita' di invaso utile originaria  o
sostenibile.  La  valutazione  socio-economica  e   ambientale   deve
includere l'analisi dei vantaggi conseguibili per l'ambiente e per la
societa', individuando anche le operazioni  di  gestione  dell'invaso
idonee  al  mantenimento  e  ripristino  della  sua  capacita'  utile
originaria o sostenibile. 
  Gli scenari gestionali piu'  comuni  che  si  possono  considerare,
riportati nel seguito in un elenco non esaustivo, sono: 
    a) la gestione di strutture fisse di "by-pass" per  la  riduzione
dell'intercettazione del trasporto solido nell'invaso e trasferimento
a valle; 
    b)  la  fluitazione  dei  sedimenti  fini  mediante  l'opera   di
derivazione; 
    c) lo spurgo come indicato all'articolo 2; 
    d) la fluitazione come indicato all'articolo 2; 
    e)  l'asportazione  meccanica  ad  invaso  pieno  come   indicato
all'articolo 2; 
    f) il dragaggio idraulico dei sedimenti fini ad  invaso  pieno  e
conseguente fluitazione controllata degli stessi; 
    g)  l'asportazione  meccanica  ad  invaso  vuoto  come   indicato
all'articolo 2. 
  Il  Progetto,  a  valle   della   valutazione   socio-economica   e
ambientale, riporta il programma di massima  recante  la  descrizione
sommaria delle operazioni  che  si  intendono  effettuare,  entro  il
periodo di validita' del  progetto  di  gestione  per  assicurare  il
raggiungimento delle finalita' di cui all'articolo 3, commi 1, 2,  3,
,  stimando  la  frequenza  e  il  periodo   dell'anno   idoneo   per
l'esecuzione. 
  Il programma tiene conto: 
    a. di differenti opzioni per la scelta di tipologie di operazioni
e  delle  modalita'  operative,  delle  quali  sia   valutata   tanto
l'efficacia quanto gli effetti ambientali,  nel  rispetto  di  quanto
disposto dall'articolo 5, comma 1, ; 
    b. degli effetti sito specifici sull'ecosistema dei corpi  idrici
e delle misure da adottare per mitigarli; 
    c. degli effetti sugli altri utilizzatori della risorsa  e  delle
opzioni per ridurre le possibili interferenze. 
 
C) INFORMAZIONI NECESSARIE PER LE OPERAZIONI DI SVASO, SFANGAMENTO  E
SGHIAIAMENTO. 
 
  Il Progetto di gestione dell'invaso, in funzione  delle  operazioni
scelte per la rimozione dei sedimenti, contiene  le  informazioni  di
seguito riportate. Si evidenzia che in linea  generale  e'  opportuno
evitare di effettuare le operazioni  di  fluitazione  in  periodo  di
magra, salvo quanto diversamente motivato nel  Progetto  di  gestione
e/o nei relativi piani operativi. 
 
c.1 - Svaso 
  Per le operazioni di svaso sono fornite le seguenti informazioni: 
    - indicazioni riguardo precedenti svasi effettuati; 
    - le velocita' di svaso da adottare ed indicate nel  Progetto  di
gestione,  che  devono  essere  compatibili  con  la  stabilita'  dei
versanti utilizzando, ove possibile, velocita' sperimentate nel corso
dell'esercizio dell'impianto, nonche' compatibili con lo  svolgimento
delle operazioni di monitoraggio in sicurezza; 
    - le misure che si intendono  adottare  al  raggiungimento  delle
quote  idriche  piu'  basse  per  evitare  refluimenti  eccessivi  di
materiale verso le opere di scarico situate  a  quote  inferiori  che
potrebbero  compromettere  la   manovrabilita'   delle   paratoie   o
comportare l'ostruzione degli scarichi stessi;  nonche'  contromisure
previste in caso di superamento di  limiti  o  soglie  stabilite  dal
provvedimento di approvazione del Progetto di gestione e/o del  Piano
operativo; 
    - eventuali attivita' di recupero della fauna ittica presente nel
bacino;  possono  inoltre  essere  previsti  adeguati  interventi  di
ripopolamento  delle  specie  ittiche  conformemente  alla  normativa
vigente in  materia,  a  carico  del  gestore,  per  ripristinare  le
condizioni antecedenti alle operazioni; 
    - in caso di svaso totale per manutenzione  e/o  ispezione  dello
sbarramento e degli  organi  di  scarico  deve  essere  previsto  uno
specifico rapporto  sullo  stato  delle  opere  normalmente  sommerse
corredato  da  valutazioni  sul  relativo  stato   manutentivo   (con
particolare riferimento  al  paramento  di  monte)  e  supportato  da
documentazione fotografica. 
    - Il programma di monitoraggio da effettuarsi  nei  corpi  idrici
interessati prima, durante e  dopo  le  operazioni,  conformemente  a
quanto stabilito ai sensi dell'articolo 6, comma 2 . 
 
c. 2 - Rilascio di sedimenti a valle. 
  Il  programma  delle  operazioni  che  implicano  il  rilascio   di
sedimenti  a  valle  del  serbatoio  tiene   conto   delle   seguenti
informazioni che devono essere fornite nel progetto: 
    - dei cicli biologici delle popolazioni ittiche, con  particolare
riferimento al periodo riproduttivo e alle prime fasi di sviluppo, in
modo   da   minimizzare   gli   effetti   negativi    sull'equilibrio
dell'ecosistema acquatico a monte e a  valle  dello  sbarramento;  in
particolare,  operazioni  che  implicano  il  rilascio  a  valle   di
sedimenti vanno programmate in modo tale da non essere sovrapposte ai
periodi  di  maggiore  vulnerabilita'  per  le   comunita'   ittiche;
soluzioni differenti sono  adeguatamente  motivate  nel  Progetto  di
gestione e devono essere  mitigate.  Ove  necessario  possono  essere
previsti adeguati interventi  di  recupero  e/o  ripopolamento  delle
specie ittiche conformemente alla normativa  vigente  in  materia,  a
carico  del  gestore,  per  ripristinare  le  condizioni   ecologiche
antecedenti alle operazioni; 
    - del regime idrologico; 
    - della durata delle operazioni; 
    - del naturale regime  del  trasporto  solido  del  corpo  idrico
(ovvero quello che si avrebbe in assenza dell'invaso  stesso,  ovvero
valutato a monte dell'invaso), in termini di  periodi  stagionali  di
elevata torbidita' e loro durata, di valori massimi di concentrazione
e di rapidita' di variazione delle concentrazioni stesse; 
    - delle interazioni con gli invasi e gli  impianti  eventualmente
presenti a valle. 
  Il Progetto riporta: 
    - le soglie e la persistenza delle concentrazioni che non possono
essere superati  durante  le  operazioni  di  spurgo  o  fluitazione,
compatibili con gli obiettivi di qualita' dei corpi idrici di cui  al
Piano di tutela delle acque  e  di  cui  al  Piano  di  gestione  del
distretto idrografico di appartenenza; 
    - il volume di materiale che si prevede di rimuovere  dall'invaso
tramite corrente idrica; 
    - l'eventuale  caratterizzazione  integrativa  del  materiale  da
rimuovere come indicato dall'articolo 6, comma 4; 
    - il volume d'acqua da rilasciare e la prevista  portata  minima,
media e massima nel rispetto dei limiti di concentrazione  prefissati
nello stesso progetto, tenendo conto, per ciascuna operazione,  delle
caratteristiche dell'invaso e dei corpi idrici di valle; 
    - il programma di monitoraggio dell'invaso  e  dei  corpi  idrici
ricettori  a  valle  dello  sbarramento  prima,  durante  e  dopo  le
operazioni, conformemente a quanto stabilito ai  sensi  dell'articolo
6, comma 2; 
    -  il  Piano  delle  comunicazioni,  prima,  durante  e  dopo  le
operazioni, di cui alla lettera E)  del  presente  allegato,  nonche'
l'elenco dei comuni rivieraschi interessati; 
    - l'indicazione delle tipologie degli effetti  potenziali  dovuti
alle operazioni, a valle dello sbarramento, e delle  misure  adottate
per mitigarli, in relazione al rispetto degli obiettivi  di  qualita'
ambientale,  nonche'  della   salvaguardia   delle   popolazioni   ed
infrastrutture presenti a valle dell'invaso  e  nelle  sue  immediate
vicinanze, delle aree naturali protette, dei siti della  rete  Natura
2000, dei siti di prelievo delle acque potabili di  cui  all'Allegato
IX alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile  2006,  n.  152,
degli altri usi della risorsa idrica. 
  Le operazioni di fluitazione devono  contenere  anche  le  seguenti
informazioni: 
    - le indicazioni riguardo a precedenti fluitazioni gia' eseguite; 
    - le misure che si intendono adottare in caso di superamento  dei
limiti previsti per le portate in ingresso all'invaso; 
    - le  misure  atte  a  contenere  il  superamento  di  picchi  di
torbidita' tollerati. 
  Ai  sensi  dell'articolo   3,   comma   2,   lettera   b),   previa
autorizzazione della regione in sede di  approvazione  del  Progetto,
possono essere utilizzati gli scarichi profondi  (fondo,  mezzofondo,
alleggerimento), in corrispondenza  degli  eventi  caratterizzati  da
condizioni idrauliche favorevoli, al fine di verificarne e garantirne
la  funzionalita'  a  fronte  dei  fenomeni  di  interrimento  e   di
ricostituire il trasporto solido a valle degli  sbarramenti.  In  tal
caso,  il  Progetto  di   gestione   contiene   anche   le   seguenti
informazioni: 
    - la caratterizzazione degli eventi idrologici durante i quali e'
possibile  eseguire  questo  tipo  di  operazioni  e  i   valori   di
concentrazione solida "naturale" tipici di tali eventi idrologici; 
    - una stima della frequenza annuale degli eventi idrologici  e  i
periodi  dell'anno  in  cui  potrebbero  verificarsi   con   maggiore
probabilita'; 
    -  la  descrizione  delle  modalita'  operative  e   dei   volumi
complessivi di sedimenti che potrebbero essere movimentati; 
    - le modalita' di monitoraggio delle operazioni e la  mitigazione
degli effetti considerando che: 
      ○ stanti le peculiarita' delle operazioni di  spurgo,  che  non
possono  essere  programmabili  con  largo  anticipo  e  che  vengono
eseguite in condizioni idrologiche particolari,  il  monitoraggio  di
questa tipologia di operazioni e' da ritenersi opzionale; 
      ○  per  il  monitoraggio,  nel  caso   sia   effettuabile,   si
privilegiano rilievi idromorfologici o  biologici  sui  corpi  idrici
coinvolti, da eseguirsi dopo le operazioni; 
      ○ il  monitoraggio  durante  le  operazioni  non  e'  di  norma
eseguito,  in  particolare  in  vigenza  di  criticita'  per  rischio
idrogeologico/idraulico  dichiarate  dalla  competente  Autorita'  di
protezione civile; eventuali monitoraggi in corso di evento  potranno
essere valutati solo sito specificamente,  sulla  base  di  peculiari
caratteristiche dello sbarramento, dell'invaso, delle  operazioni  da
effettuare e del corso d'acqua di valle, nel rispetto della sicurezza
degli operatori. 
 
c. 3 - Asportazione di sedimenti a bacino pieno o vuoto. 
  Nel caso di asportazione di sedimenti a bacino pieno o  vuoto  sono
riportate le seguenti informazioni: 
    - stima  del  volume  di  materiale  solido  che  si  prevede  di
rimuovere dall'invaso per ciascuna operazione; 
    - la caratterizzazione del materiale da rimuovere, ai sensi della
vigente normativa in materia; 
    - descrizione  delle  modalita'  di  rimozione  e  trasporto  del
materiale; 
    - valutazione della possibilita' di immissione nei corpi idrici a
valle  in  deficit  sedimentario  dei  sedimenti  grossolani  (ovvero
costituenti il substrato dei corpi idrici) presenti nell'invaso; 
    - valutazione della possibilita' di utilizzo del materiale a fini
di   ripascimento   degli   arenili   dell'unita'   fisiografica   di
appartenenza; 
    -  modalita'  di  deposito  temporaneo,  dislocazione  ovvero  di
smaltimento del materiale rimosso, da individuare in  relazione  alle
caratteristiche  dell'ambiente  destinato  a  ricevere  i   materiali
asportati.  I  documenti  progettuali  sono  corredati  da  eventuali
autorizzazioni o nulla osta aggiuntivi, necessari per poter procedere
all'utilizzo,  riutilizzo,  recupero  o  smaltimento  del   materiale
rimosso meccanicamente dall'invaso; 
    -  modalita',  tempistiche  e  localizzazione   degli   eventuali
interventi di restituzione del sedimento a valle  dell'invaso  previa
verifica della non pericolosita' e della coerenza con il programma di
gestione  dei  sedimenti,  con  il  Piano  di  gestione  del  rischio
alluvioni e con il  Piano  di  gestione  del  distretto  idrografico,
evidenziandone i vantaggi in termini di qualita'  idromorfologica.  A
tal fine e' necessario definire i volumi e  la  curva  granulometrica
del sedimento, da restituire in base alle caratteristiche  del  corpo
idrico di valle e alle sue alterazioni; 
    -  nel  caso  di  eventuali  interventi  di  ricollocazione   del
sedimento a monte o  valle  dell'invaso,  le  aree  di  deposito  del
materiale rimosso devono essere  poste  in  condizioni  di  sicurezza
idraulica sia per quanto riguarda la stabilita' dei depositi, sia per
quanto riguarda l'esposizione a fenomeni erosivi; 
    - il programma di monitoraggio dell'invaso e  degli  altri  corpi
idrici  interessati  dalle  operazioni  prima,  durante  e  dopo   le
operazioni, se applicabile al caso in esame; 
    -  il  Piano  delle  comunicazioni,  prima,  durante  e  dopo  le
operazioni, di cui alla lettera E)  del  presente  allegato,  nonche'
l'elenco dei comuni rivieraschi interessati. 
  Nel caso di svaso si tiene anche conto: 
    - dei cicli biologici delle popolazioni ittiche, con  particolare
riferimento al periodo riproduttivo e alle prime fasi di sviluppo, in
modo   da   minimizzare   gli   effetti   negativi    sull'equilibrio
dell'ecosistema acquatico a monte e a  valle  dello  sbarramento;  in
particolare,  operazioni  che  implicano  il  rilascio  a  valle   di
sedimenti vanno programmate, per quanto possibile, in  modo  tale  da
non essere sovrapposte ai periodi di maggiore vulnerabilita'  per  le
comunita' ittiche; ove necessario possono  essere  previsti  adeguati
interventi di recupero e/o  ripopolamento  delle  specie  ittiche,  a
carico  del  gestore,  per  ripristinare  le  condizioni   ecologiche
antecedenti alle operazioni; 
    - delle prescrizioni contenute nei Piani di tutela delle acque  e
nei Piani di  gestione  dei  distretti  idrografici  in  merito  agli
obiettivi di qualita' dei corpi idrici con specifico riferimento alle
aree naturali protette, ai siti della rete Natura 2000,  ai  siti  di
prelievo delle acque potabili di cui all'Allegato IX alla parte terza
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. 
 
D)  MISURE  DI  MITIGAZIONE  DEGLI  IMPATTI  DELLE  OPERAZIONI  SULLA
MORFOLOGIA. 
 
  Il Progetto di gestione dell'invaso prevede le eventuali misure  di
mitigazione degli impatti  derivanti  dalle  alterazioni  del  regime
solido e liquido e quindi delle condizioni idromorfologiche nei corpi
idrici di valle. 
  Tali alterazioni  consistono,  in  primo  luogo,  nell'incisione  e
corazzamento dell'alveo nei corpi idrici a  valle  dello  sbarramento
dovuti alla presenza della diga e, in  secondo  luogo,  nel  fenomeno
della colmatazione (indicata  anche  come  clogging  o  embeddedness)
indotta dalle operazioni di cui al presente allegato. 
  Per mitigare gli impatti delle operazioni di spurgo e  fluitazione,
sono pianificate le modalita' operative e definiti portata, volume  e
durata dei rilasci di acqua chiara atti a mobilizzare e restituire  a
valle il sedimento (sia  grossolano  che  fine)  rimosso  tramite  le
operazioni di cui sopra. 
  I rilasci (c.d.  lavaggi)  per  mobilizzare  il  sedimento  fine  a
seguito delle operazioni non sono tuttavia sufficienti a mitigare gli
impatti del corazzamento. Pertanto, ai sensi dell'articolo 6, tra  le
misure idonee al raggiungimento degli obiettivi di  cui  al  medesimo
articolo, nei casi di forte corazzamento, e' da prevedere il rilascio
di piene artificiali, compatibilmente con il non deterioramento dello
stato ecologico del/i corpo/i  idrico/i  e  degli  habitat  e  specie
tutelate. Tali piene devono essere in grado di mobilizzare lo  strato
corazzato dell'alveo, rispristinando una distribuzione granulometrica
dell'alveo piu' prossima a quella presente  prima  della  costruzione
dello sbarramento. L'accoppiamento  di  tali  piene  artificiali  con
operazioni di  reinserimento/trasferimento  di  sedimenti  grossolani
proveniente  da  monte  dell'invaso  permette  la  mitigazione  delle
alterazioni idromorfologiche di lungo  periodo  nei  corpi  idrici  a
valle dell'invaso. 
  Le azioni di mitigazione devono  consentire  un  trasferimento  del
sedimento verso i corpi idrici posti a valle, seguendo modalita'  che
rispecchino il piu' possibile la naturale dinamica del corso d'acqua,
al   fine   di   garantire,   come   risultato   finale,   condizioni
idromorfologiche (granulometria, tipologia di unita'  morfologiche  e
mesohabitat,  copertura  vegetazionale)  prossime  a  quelle  che  si
avrebbero, in condizioni  di  dinamismo  naturale  nel  rispetto  dei
limiti fissati nell'Allegato 4, qualora la  regione  non  abbia  gia'
fissato limiti differenti di  concentrazione  definiti  nel  rispetto
degli obiettivi della pianificazione di bacino o regionale. 
 
E) PIANO DELLE COMUNICAZIONI 
 
  Il Progetto di  gestione  contiene  un  piano  delle  comunicazioni
prima, durante, e dopo l'operazione. Sono da prevedere  le  modalita'
di  informazione  per  ciascuna  modalita'/operazione  di   gestione,
comprese quelle previste durante e in coda agli eventi di  piena.  In
linea generale il documento dovra' individuare: 
    - le modalita', frequenza e tipologia di trasmissione dei dati da
parte del gestore all'Autorita' pubblica durante l'operazione e nelle
fasi successive di monitoraggio degli effetti delle stesse; 
    - le modalita' di interazione e comunicazione tra il gestore e le
autorita' durante le operazioni ivi compresi i recapiti dei  soggetti
responsabili delle operazioni; 
    - le modalita' e  le  procedure  per  l'eventuale  sospensione  o
prosecuzione delle operazioni. 
  A  salvaguardia  degli  utilizzatori  delle  acque  a  valle  dello
sbarramento,  il  gestore   deve   prevedere   ed   occuparsi   della
comunicazione, con adeguato anticipo, della  data  di  inizio,  della
tipologia  e  della  durata  delle   operazioni   ai   soggetti   che
potenzialmente potrebbero  essere  interessati  dagli  impatti  delle
operazioni, con particolare riferimento alle prese ad uso potabile. 
 
F) AGGIORNAMENTO DEL PROGETTO DI GESTIONE 
 
  Il Progetto di gestione, secondo quanto indicato  dall'articolo  4,
commi 5 e 6, e' periodicamente aggiornato dal  gestore  evidenziando,
in particolare, le seguenti informazioni: 
    - variazione delle quote caratteristiche dell'invaso e  modifiche
alle quote, dimensioni e portate delle opere di scarico  o  presa  se
queste sono  variate  a  seguito  di  interventi  alle  strutture  di
sbarramento; 
    - variazione del  volume  di  materiale  solido  sedimentato  nel
serbatoio (nel volume utile  di  regolazione  e  nel  volume  totale)
ricavato da idonei rilievi; disposizione planimetrica del  materiale;
stato di interrimento in prossimita' degli organi di scarico e  presa
e del paramento di monte dello sbarramento; volume medio di materiale
solido che sedimenta in un anno  nel  serbatoio;  se  questo  risulta
variato rispetto a quanto descritto nel Progetto di gestione; 
    - le  caratteristiche  quali-quantitative  del  materiale  solido
presente nell'invaso, almeno nello strato piu' superficiale5 ; 
    - variazione nelle modalita' operative di alcune delle  tipologie
di operazioni individuate nel Progetto di gestione, se necessitano di
modifiche sulla base degli esiti di precedenti operazioni  effettuate
o delle nuove conoscenze acquisite; 
    - le caratteristiche quali-quantitative dei corpi idrici compresi
nell'area  di  influenza,  sulla  base  degli  esiti  di   precedenti
operazioni effettuate o delle nuove conoscenze acquisite; 
    - variazione nella programmazione temporale delle  operazioni  se
insorge la necessita' di coordinare le attivita' a livello di bacino. 
  All'atto di approvazione  del  Progetto  di  gestione,  la  regione
stabilisce, ai sensi dell'articolo 4,  commi  5  e  6,  la  frequenza
dell'aggiornamento periodico del Progetto medesimo e puo'  richiedere
che tale aggiornamento  contenga  un  numero  maggiore  o  minore  di
informazioni rispetto a quelle sopra elencate,  se  queste  non  sono
ritenute significative per l'invaso in esame. 
__________ 
     5 Per  strato  superficiale  si  intende  lo  strato  depositato
all'incirca negli ultimi 5/10 anni a  seconda  della  profondita'  di
ciascun invaso. 
 
G) OPERE DESTINATE ESCLUSIVAMENTE ALLA LAMINAZIONE DELLE PIENE. 
 
g.1 - Contenuti del Progetto di gestione. 
  Il Progetto di gestione o la parte ad esso equivalente dei piani di
manutenzione  degli   sbarramenti   destinati   esclusivamente   alla
laminazione delle piene, se finalizzati al  mantenimento  o  recupero
della  capacita'  di  laminazione  mediante  la   sola   asportazione
meccanica, contiene le informazioni volte a caratterizzare dal  punto
di vista volumetrico e chimico-fisico i sedimenti in  relazione  alle
modalita' di gestione previste, a definire l'apporto  medio  annuo  o
quello prevedibile in occasione di piene, a definire la  periodicita'
e i volumi mediamente interessati dalle operazioni di  sfangamento  e
sghiaiamento mediante asportazione  meccanica.  In  particolare,  nel
progetto sono dettagliate le  modalita'  operative  di  gestione  del
materiale depositato, distinguendo tra quelle a carattere  ordinario,
sistematico e ripetitivo e quelle di natura straordinaria. 
 
g.2 - Attuazione del Progetto di gestione. 
  Per  quanto  concerne  le  operazioni  ordinarie,  sistematiche   e
ripetitive di gestione del materiale sedimentato a seguito di  eventi
di piena, il gestore definisce nel Progetto di gestione le necessita'
operative  medie  annuali  (numero  medio  di  operazioni   all'anno,
quantita' media di materiale da asportare, possibile  destinazione  e
gestione  del  sedimento  a   seconda   delle   sue   caratteristiche
qualitative). 
  Prima  dell'esecuzione  delle  operazioni,  il   gestore   ne   da'
comunicazione alla regione, indicando le  aree  di  prelevamento  del
materiale, i quantitativi da asportare e le modalita'  prescelte  per
la gestione dello stesso, a seconda delle caratteristiche qualitative
riscontrate. 
  Le modalita' di  eventuali  gestioni  straordinarie  del  sedimento
possono essere dettagliate in piani operativi ai sensi  dell'articolo
4, comma 8.