(Allegato 4)
                                                           Allegato 4 
 
                                                (articolo 6, comma 2) 
 
 
      Criteri per il monitoraggio dei corpi idrici interessati 
 
Premessa 
 
  Di seguito sono riportate le modalita' per il monitoraggio  di  cui
all'articolo 6, comma 2. 
  Il monitoraggio e' effettuato, nei corpi idrici interessati, prima,
durante e dopo le operazioni previste dal progetto di gestione,  allo
scopo di verificare il rispetto delle finalita' di cui all'articolo 3
. 
  Sono  pertanto  riportate  nel  seguito  le  variabili  minime   da
controllare, e le relative modalita', frequenze e tempistiche. 
  Il gestore, sulla base delle caratteristiche ambientali  dei  corpi
idrici interessati, delle fonti  di  pressione  e  delle  operazioni,
propone  gli  eventuali,  ulteriori  parametri  idromorfologici   e/o
fisico-chimici e/o chimici e/o biologici, necessari per verificare in
maniera puntuale gli effetti che le operazioni  possono  avere  sullo
stato ambientale dell'invaso  e  dei  corpi  idrici  e  sui  relativi
habitat interessati dalle operazioni. 
  I  risultati  del  monitoraggio   costituiscono   riferimento   per
l'aggiornamento del progetto di gestione dell'invaso, per la verifica
del  rispetto  degli  obiettivi  di  qualita'  ambientale,   per   la
definizione di misure atte a  mitigare  gli  effetti  negativi  delle
attivita' delle operazioni, e per la  verifica  degli  effetti  delle
stesse. 
  Tali risultati sono presentati dal  gestore  nel  rapporto  tecnico
finale di cui all'articolo 7, comma 4. 
  Le regioni tengono conto dei risultati  del  monitoraggio  ai  fini
dell'aggiornamento del Progetto di gestione  conformemente  a  quanto
previsto dall'articolo 4 . 
  L'ambito spaziale del monitoraggio comprende i corpi idrici situati
nell'"area di influenza", definita come l'area costituita dall'invaso
e dai corpi idrici a valle interessati dalle operazioni. 
  In generale, si monitorano le  variabili  maggiormente  influenzate
dalle operazioni tra  cui  -  considerato  che  le  operazioni  hanno
immediato e diretto effetto sulla portata solida in sospensione -  le
portate  liquide  e  solide  in  sospensione  (torbidita')  a   monte
dell'invaso e a valle di esso prima, durante  e  dopo  le  operazioni
anche  al  fine  di  controllare  le  entita'  delle  variazioni   di
torbidita', definire un corretto nesso di causalita'  tra  variazioni
della  stessa  e  operazioni   effettuate,   e   per   contenere   le
concentrazioni di solidi sospesi. 
  Le altre variabili del  monitoraggio,  tuttavia,  differiscono  nel
caso  del  monitoraggio  durante  le  operazioni  rispetto  a  quello
pre/post operazioni. 
  Pertanto, nel seguito, il monitoraggio  durante  le  operazioni  e'
trattato in maniera distinta dal monitoraggio pre/post operazioni. 
 
Monitoraggio durante le operazioni 
 
Criteri generali 
  Il monitoraggio durante le operazioni e' realizzato per controllare
le variabili di interesse  e  verificare  il  non  superamento  delle
soglie stabilite nel presente allegato e  nel  Progetto  di  gestione
approvato. 
 
Stazioni 
  Il monitoraggio durante le operazioni e' principalmente riferito ai
corpi idrici a valle della diga e compresi  nella  prevista  area  di
influenza. Tuttavia, e' indispensabile predisporre anche una stazione
a  monte  dell'invaso,  che  fornisca  i  valori  dei  parametri   da
monitorare  nel  tratto  di  corpo  idrico  non   influenzato   dalle
operazioni. 
  Per  il  monitoraggio  a  valle  dell'invaso,  e'  necessario,  tra
l'altro, considerare i seguenti  elementi:  l'estensione  complessiva
dei  corpi  idrici  potenzialmente  interessati   da   concentrazioni
significative di solidi sospesi,  la  considerazione  dei  differenti
tratti/tipi idromorfologici, la presenza di  affluenti  significativi
ai fini dei contributi di diluizione o di carico torbido naturale, la
presenza di un corpo idrico recettore a valle del corpo idrico su cui
insiste l'invaso o  di  sbarramenti,  prese  e  altre  strutture  che
possono compromettere e/o agevolare  la  regolazione  della  manovra,
l'accessibilita' in sicurezza al corpo  idrico,  la  possibilita'  di
installare  strumentazione  fissa,  la  presenza   di   stazioni   di
monitoraggio quali-quantitativo gia' esistenti per altre finalita', i
vincoli (es. uso potabile) e le caratteristiche di qualita' dei corpi
idrici nell'area di influenza, la presenza di aree naturali  protette
e siti della Rete Natura 2000. 
  La stazione di monitoraggio di valle  e'  prevista  in  prossimita'
della diga nel punto piu'  vicino  all'invaso  ove  vi  sia  completo
rimescolamento delle acque e comunque non oltre 1  km  dal  punto  di
rilascio delle portate, fatta salva  l'accessibilita'  in  sicurezza.
Nel  caso  di  operazioni  che  prevedono  l'utilizzo  dell'opera  di
derivazione, la stazione di monitoraggio e'  collocata  a  valle  del
punto di rilascio ove vi sia completo rimescolamento delle acque. 
  Se necessari, possono essere previste una stazione  di  chiusura  e
stazioni intermedie. 
  La stazione di chiusura si trova a valle dell'area di influenza1  e
serve  a  delimitare  l'estensione  dell'impatto  e  controllarne  la
progressiva riduzione nel tempo. 
  Qualora necessario, le stazioni  di  monitoraggio  intermedie  sono
individuate    in    numero    tale    da    garantire    un'adeguata
rappresentativita' dell'andamento in termini spaziali e temporali dei
parametri rilevati, per l'intera durata delle operazioni. 
__________ 
    1 La lunghezza dell'area di influenza, ovvero il numero dei corpi
idrici a valle influenzati dall'invaso, e' altamente sito-specifico e
va determinata caso per caso in base  ad  evidenze  idromorfologiche,
biologiche e fisico-chimiche gia' disponibili.  In  assenza  di  tali
dati, l'area di influenza puo' essere proposta in maniera preliminare
e verificata con azioni di monitoraggio da effettuarsi su indicazione
degli organismi di controllo. 
 
Variabili 
  Le variabili da rilevare sono stabilite scegliendo tra  quelle  che
risultano maggiormente influenzate dalle operazioni  di  rilascio  di
sedimenti a valle, e in particolare (a titolo esemplificativo): 
    - solidi sospesi totali, solidi sedimentabili e torbidita'; 
    - ossigeno disciolto; 
    -  parametri  chimico-fisici   di   base:   conducibilita',   pH,
temperatura; 
    - portate transitanti alle sezioni di monitoraggio, rilasciate in
alveo direttamente dall'invaso, immesse in alveo da prese minori  e/o
da invasi utilizzati a fini di diluizione e/o da affluenti; 
    - ulteriori parametri (es. azoto ammoniacale e fosforo totale) da
valutarsi sulla base dei risultati delle indagini effettuate  per  la
caratterizzazione di cui all'Allegato 1. 
 
Tempistica del monitoraggio 
  Le attivita' di monitoraggio sono avviate prima  dell'arrivo,  alle
stazioni di monitoraggio, della  portata  rilasciata  dall'invaso  in
conseguenza dell'inizio delle operazioni  e  terminano  quando  siano
ristabilite concentrazioni di solidi sospesi  e  di  eventuali  altri
parametri critici (es.  ossigeno  disciolto)  paragonabili  a  quelli
rilevati negli alvei recettori prima delle operazioni. 
  In caso di svaso, qualora si rendesse necessario mantenere le opere
di scarico aperte a invaso vuoto, e'  opportuno  che  il  sistema  di
monitoraggio resti attivo - o attivabile in caso di necessita' -  per
tutto il periodo di  tale  operazione,  al  fine  di  monitorare  gli
effetti di ulteriori eventuali deflussi (es.  dovuti  a  concomitanti
eventi di precipitazione) e minimizzarne l'impatto a valle attraverso
la gestione delle opere di presa e scarico. 
  La torbidita' e la concentrazione di  solidi  sospesi  totali  sono
misurate  in  continuo  tramite  strumenti   idonei,   opportunamente
calibrati  durante  l'evento  e  tramite  campionamenti   manuali   o
automatici,  che  consentano  di  verificare  in  maniera  affidabile
l'eventuale superamento delle soglie prefissate. 
  Contestualmente devono essere misurate le concentrazioni di  solidi
sedimentabili attraverso coni Imhoff e la raccolta di campioni per la
misura della concentrazione di solidi sospesi utili alla verifica del
rapporto solidi sedimentabili/solidi sospesi. 
  Al fine di valutare la componente di  trasporto  solido  grossolano
(ad es., ghiaia e ciottoli) attivato e trasportato al  fondo  durante
le operazioni, e' possibile  prevedere  attivita'  di  misura  almeno
tramite  campionamenti  ripetuti  ad  intervalli   regolari   e   con
strumentazione idonea per la tipologia di corso  d'acqua,  presso  le
sezioni che presentano la possibilita' logistica di  effettuare  tali
misure. Stazioni fisse per il monitoraggio in continuo del  trasporto
solido  al  fondo,  opportunamente  calibrate  tramite  campionamenti
periodici, sono preferibili nei corsi  d'acqua  dove  si  preveda  un
frequente ricorso alle operazioni di svaso e fluitazione,  stante  la
fattibilita' tecnica dell'installazione. 
  In Tabella 1 sono riportate le variabili da monitorare  durante  le
operazioni,  unitamente  alle  relative  modalita'  e  frequenze   di
monitoraggio. 
  I metodi impiegati sono conformi alle norme ISO o EN ISO pertinenti
o ad altre norme nazionali o internazionali analoghe  che  assicurino
dati comparabili ed  equivalenti  sotto  il  profilo  della  qualita'
scientifica. 
 
Tabella 1. Parametri  -  individuati   tra   quelli   che   risultano
          maggiormente influenzati dalle operazioni -  da  monitorare
          durante  le  operazioni  stesse  e  relative  modalita'  di
          rilevamento e frequenze. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Monitoraggio pre- e post-operazioni 
 
Criteri generali 
  Il monitoraggio  pre-operazioni  e'  finalizzato  ad  acquisire  le
conoscenze delle condizioni ambientali,  biotiche  e  abiotiche,  dei
corpi idrici interessati prima dell'avvio delle operazioni. 
  Il  monitoraggio  post-operazioni  e'  funzionale  a  misurare  gli
effetti  delle  operazioni  nei  corpi   idrici   inclusi   nell'area
d'influenza e si basa, in particolare,  sulla  caratterizzazione  nel
tempo delle condizioni idromorfologiche, anche in termini di habitat,
delle componenti biotiche e dell'andamento dei  parametri  chimici  e
fisico-chimici. E' altresi' funzionale a verificare l'adeguatezza dei
tempi di recupero delle condizioni ambientali dopo le operazioni. 
 
Stazioni e parametri del monitoraggio 
  Le stazioni di monitoraggio pre e post-operazioni sono  localizzate
in  coincidenza  o  nell'immediata  prossimita'  delle  stazioni   di
monitoraggio durante le  operazioni,  in  modo  da  poter  mettere  a
confronto i dati raccolti con  quelli  del  monitoraggio  durante  le
operazioni, e fanno prioritariamente riferimento, ove possibile, alle
stazioni della rete di monitoraggio prevista ai sensi della parte III
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. 
  Le stazioni sono distribuite sui  corpi  idrici  all'interno  della
prevista area d'influenza. 
  Le componenti minime da monitorare sono: 
    •  macroinvertebrati  bentonici  in  termini  di  composizione  e
abbondanza; 
    • fauna ittica in termini di composizione, densita',  biomassa  e
struttura in classi di eta'; 
    • macrofite in termini di composizione e abbondanza; 
    •  idromorfologia   (alla   scala   di   tratto   e   di   unita'
morfologica/habitat) in termini di:  modifica  della  superficie  del
fondo   dell'alveo,   alterazioni   del   substrato   e   alterazione
spazio-temporale   delle    unita'    morfologiche,    cioe'    della
disponibilita' di habitat; 
    •  parametri  chimici  e  chimico-fisici  a   sostegno   per   la
valutazione della qualita' delle acque; 
    • altri parametri e/o sostanze inquinanti individuate sulla  base
dei risultati della  caratterizzazione  di  cui  all'Allegato  1  del
decreto. 
  I metodi impiegati per i monitoraggi biologici di macroinvertebrati
bentonici, macrofite acquatiche e fauna ittica sono  quelli  previsti
dal decreto legislativo 3 aprile  2006,  n.  152.  Sulla  base  delle
caratteristiche dell'area interessata, delle  scale  spazio-temporali
delle operazioni e dei tempi di risposta dell'ecosistema interessato,
sono considerati anche eventuali  altri  elementi  impatto-specifici,
biologici   (es.   diatomee,   anfibi)   e    idromorfologici    (es.
embeddedness),  nonche'  metodologie  ulteriori  rispetto  a   quelle
previste dalla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006,  n.
152, qualora le stesse  non  siano  idonee  a  rilevare  gli  impatti
specifici  delle  operazioni  o  a  rilevarli   nel   breve   termine
infrannuale. Tali ulteriori metodologie sono conformi alle norme  ISO
o EN ISO pertinenti o  ad  altre  norme  nazionali  o  internazionali
analoghe che assicurino dati  comparabili  ed  equivalenti  sotto  il
profilo della qualita' scientifica, ed appropriati per  rilevare  gli
impatti ambientali delle operazioni. 
  Il programma di  monitoraggio,  indipendentemente  dalla  tipologia
delle operazioni, prevedecomunque: 
    - idonei rilievi  batimetrico/topografici  dell'invaso,  prima  e
dopo le operazioni, per la determinazione  del  volume  di  materiale
asportato  e  per  la  verifica  dello  stato  di   interrimento   in
prossimita' degli scarichi e della diga; 
    -  monitoraggio  in  continuo  delle  portate  liquide  e   della
torbidita' a monte e a valle dell'invaso. 
 
Tempistica del monitoraggio 
  La definizione delle tempistiche del  monitoraggio  si  basa  sugli
effetti   potenziali   dell'operazione   sulle   diverse   componenti
dell'ecosistema,   con   particolare   riferimento   alle   comunita'
biologiche coinvolte, al regime idrologico e al trasporto solido  del
corso d'acqua, nonche' ai tempi di recupero di tali componenti. 
  La tempistica e la frequenza di monitoraggio delle  variabili  sono
riportate in Tabella 2. Per quanto riguarda le variabili biologiche e
chimico-fisiche sono considerati  sempre  necessari  il  monitoraggio
pre-operazione e l'ultimo  di  quelli  post  operazione.  Si  possono
alternare  o  rendere  opzionali  i  campionamenti   intermedi,   con
particolare riguardo per quelli post operazione a tre  e  nove  mesi,
sulla base di motivate esigenze sito specifiche. 
  La misura delle variabili chimico-fisiche e' di norma effettuata in
coincidenza  con  i  campionamenti  delle  comunita'  biologiche.   I
parametri chimico fisici misurati con  sonda  sono  rilevati  fino  a
quando sono ristabilite  le  condizioni  pre-operazioni.  Le  portate
liquide e la torbidita' devono essere monitorate in continuo. 
 
Tabella 2. Tempistica e frequenza di monitoraggio pre e post  manovra
          delle variabili 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Criteri per la definizione della qualita' delle acque 
 
Solidi sospesi totali 
  Sono elencate di seguito alcune raccomandazioni cui attenersi nella
definizione dei livelli e della persistenza delle  concentrazioni  di
solidi sospesi totali che non possono  essere  superate  nelle  acque
rilasciate  a  valle  dell'invaso  durante   operazioni   di   svaso,
sfangamento e spurgo,  ai  fini  della  prevenzione  e  tutela  delle
risorse idriche a valle dello sbarramento, della  fauna  acquatica  e
dell'ecosistema dei corpi idrici compresi nell'area d'influenza. 
  I  valori  soglia  sono  calcolati  in  base  alle  caratteristiche
idrologiche,  turbidimetriche  e  dell'ecosistema  dei  corpi  idrici
coinvolti, tenendo in considerazione la tipologia  di  operazioni  da
effettuare e relative modalita' di attuazione,  nonche'  gli  effetti
potenziali sugli ecosistemi, stimati per ogni operazione. 
  I limiti sono definiti per ciascun corpo idrico compreso  nell'area
d'influenza, secondo le caratteristiche specifiche e le necessita' di
tutela. 
  Per la definizione dei valori soglia di solidi  sospesi  totali  e'
necessario che a ogni concentrazione fissata  sia  legata  anche  una
durata massima della stessa. 
  Per definire il regime  di  riferimento  delle  concentrazioni  dei
solidi sospesi totali a valle,  che  indirizzano  le  operazioni,  e'
possibile ricostruire  l'andamento  delle  portate  torbide  a  monte
dell'invaso. 
  A tal fine, ci si basa  sulla  ricostruzione  dell'andamento  delle
portate torbide durante  gli  eventi  di  piena/morbida  naturali.  I
valori di riferimento dei solidi sospesi in condizioni naturali,  per
ciascun corso d'acqua, sono  determinati  analizzando  gli  andamenti
delle durate e delle concentrazioni di una serie  robusta  di  misure
strumentali di concentrazione (NTU e/o mg/L),  opportunamente  tarate
con specifici campionamenti, effettuate durante le morbide e le piene
naturali in sezioni significative del corso d'acqua,  associate  alla
misura di portata transitata. In assenza  di  una  serie  storica  di
adeguata lunghezza, le concentrazioni di riferimento  possono  essere
determinate utilizzando i valori  massimi  di  concentrazione  solida
registrati  in  corpi  idrici  che  presentino   caratteristiche   di
somiglianza idrologica e di produzione solida  con  il  corpo  idrico
oggetto delle operazioni. 
  Nelle more della definizione di tali regimi di riferimento,  ci  si
riferisce alle concentrazioni dei solidi  sospesi  totali  attraverso
uno dei seguenti approcci: 
    1. definizione di dosi (concentrazione per tempo di  esposizione)
di solidi sospesi totali in relazione agli  effetti  su  uno  o  piu'
organismi, comunita' target o su altri aspetti  dell'ecosistema  (es.
habitat)  sulla  base  di  approcci   scientifici   consolidati.   La
definizione di tali valori soglia garantisce la tutela  di  comunita'
chiave dell'ecosistema e puo' contribuire alla  tutela  dell'ambiente
fluviale nella sua interezza. 
    I  valori  empirici   (relazioni   dose/effetto)   derivanti   da
esperienze precedenti sullo specifico sistema idrico, possono  essere
utilizzati per individuare l'intervallo di  concentrazione  entro  il
quale la perturbazione esercitata sulle biocenosi acquatiche sia tale
da non provocare alterazioni e/o danni permanenti. 
    Qualora dai  risultati  delle  indagini  chimiche  sulla  colonna
d'acqua  e  sui  sedimenti  si  evidenzi  il  rischio  di   repentine
diminuzioni di ossigeno disciolto come conseguenza dello svaso totale
e della fuoriuscita  di  sedimenti,  e'  necessario  ricorrere  a  un
modello di regressione  tra  la  concentrazione  dei  solidi  sospesi
totali rilevabili nel corpo idrico  di  valle  e  la  diminuzione  di
ossigeno disciolto, al fine di non provocare riduzioni  inaccettabili
della concentrazione di ossigeno disciolto nelle acque a valle  dello
sbarramento; 
    2. estrapolazione dei valori  soglia  da  normative  o  direttive
regionali in vigore. Nel caso in cui la regione competente non  abbia
individuato valori soglia attraverso atti normativi, pianificatori  o
di indirizzo, e' possibile tenere in considerazione le concentrazioni
fissate da altre regioni, se queste sono compatibili  con  la  tutela
dei corpi idrici coinvolti dalle operazioni; 
    3.  calcolo  delle  concentrazioni  di   riferimento   attraverso
elaborazioni  specifiche  mediante  l'utilizzo  di  ulteriori  metodi
scientificamente    fondati,    sufficientemente    sperimentati    e
documentati. 
 
Ossigeno disciolto 
  Le concentrazioni di ossigeno disciolto sono definite in Tabella  3
in base alle indicazioni di US-EPA, 198621 . 
  Il valore minimo giornaliero corrisponde alla minima concentrazione
di ossigeno disciolto misurata nell'arco di 24 ore. 
  La media dei minimi per l'intera durata delle operazioni rispetta i
limiti indicati in Tabella 3. Dopo sette giorni, il valore medio  dei
minimi viene calcolato come media mobile. Detti valori devono  essere
adattati  in  relazione  alle  condizioni  idrologiche  e  ambientali
locali. 
 
Tabella 3. Valori di concentrazione di ossigeno disciolto  (mg/L  O2)
          medi e minimi per il periodo di riferimento 
    
=====================================================================
|                         | Acque salmonicole o | Acque ciprinicole |
|                         | ciprinicole reofile |                   |
+=========================+=====================+====================
| Minima giornaliera      |         4,0         |        3,0        |
+-------------------------+---------------------+-------------------+
| Media dei minimi        |         5,0         |        4,0        |
+-------------------------+---------------------+-------------------+
    
  Detti  valori  vanno  adattati   in   relazione   alle   condizioni
idrologiche e ambientali locali. 
  Nel caso in cui  le  operazioni  si  svolgano  durante  il  periodo
riproduttivo della fauna  ittica,  a  tutela  degli  stadi  giovanili
devono essere calcolati limiti piu' restrittivi, sulla base di  studi
sito-specifici  pregressi  o  elaborazioni  basate  su  pubblicazioni
scientifiche. 
__________ 
     21  12  US-EPA,  1986.  Quality   criteria   for   water.   U.S.
Environmental Protection Agency, Office of Water. EPA 440/5-86-001. 
 
Azoto ammoniacale 
  L'ammoniaca e'  inclusa  tra  i  parametri  da  monitorare  durante
un'operazione di svaso, sfangamento o spurgo qualora, sulla base  dei
risultati delle indagini effettuate per la caratterizzazione  di  cui
all'Allegato  1,  il  parametro  risulti  tra   quelli   maggiormente
influenzati dalle operazioni di rilascio di sedimenti a valle. 
  I valori limite da non superare nel  corso  delle  operazioni  sono
definiti in base alle indicazioni di USEPA (2013)22 , che individuano
i criteri acuti e cronici adeguati alla tutela della vita acquatica. 
  Poiche'  la  tossicita'  dell'ammoniaca  dipende  dal  pH  e  dalla
temperatura dell'acqua, i valori limite devono  essere  stabiliti  in
funzione di tali parametri, utilizzando le tabelle seguenti. 
  Per le sostanze inquinanti  si  fa  riferimento  agli  standard  di
qualita' ambientale di cui  all'Allegato  1  della  parte  terza  del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152. 
 
Tabella 4. Concentrazione media oraria di  azoto  ammoniacale  (mg/L)
          ammissibile, in presenza di salmonidi, in funzione di pH  e
          temperatura. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 5. Concentrazione media oraria di azoto  ammoniacale  (mg/L),
          in assenza di salmonidi, in funzione di pH e temperatura. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 6. Concentrazione media di azoto ammoniacale (mg/L) calcolata
          su 4 giorni in funzione di pH e temperatura  (2,5  volte  i
          valori cronici). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 7. Concentrazione media di azoto ammoniacale (mg/L) calcolata
          come media  mobile  su  30  giorni  in  funzione  di  pH  e
          temperatura. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
__________ 
     22 US-EPA, 2013. Aquatic Life Ambient Water Quality Criteria For
Ammonia - Freshwater  2013.  U.S.  Environmental  Protection  Agency,
Office of Water. EPA-822-R-13-001.