(Allegato)
                                                             Allegato 
Nuovo  collegamento  ferroviario  Torino   Lione   -   Parte   comune
  italo-francese  -  Sezione   transfontaliera   -   Parte   italiana
  - Progetto definitivo in variante di ricollocazione del  Centro  di
  Guida  sicura nel  Comune  di  Buttigliera  Alta.  In  ottemperanza
  all'articolo 3 («Disposizione di varianti») e alle prescrizioni  n.
  27 e n. 132  della delibera CIPE n.  19 del  2015  e  aggiornamento
  costo complessivo e del Lotto n. 4 (CUP C11J05000030001) 
 
                   PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI 
 
    Il  soggetto  aggiudicatore  ovvero  il   soggetto   realizzatore
dell'opera   dovra'   attenersi   alle   seguenti   prescrizioni    e
raccomandazioni: 
MASE 
    1. Con riferimento alla fascia boscata presente  interferita  dal
progetto, definire corrispondente compensazione secondo le  modalita'
di cui alla  legge  regionale  n.  4/2009  e  potenziare  per  quanto
possibile la fascia arborea lungo il perimetro che costeggia  l'alveo
della Dora compatibilmente con la geometria delle piste in progetto e
l'esercizio in sicurezza delle stesse. 
    2. Sviluppare il progetto dell'illuminazione dell'area garantendo
la tutela delle specie individuate anche in fase di cantiere. 
    3. Con riferimento  all'edificio  servizi,  applicare  i  Criteri
minimi ambientali di cui ai decreti del Ministero  della  transizione
ecologica  23  giugno  2022   -   Criteri   ambientali   minimi   per
l'affidamento del servizio di progettazione  di  interventi  edilizi,
per  l'affidamento  dei  lavori  per   interventi   edilizi   e   per
l'affidamento congiunto di  progettazione  e  lavori  per  interventi
edilizi. 
    4. Integrare  il  Piano  di  monitoraggio  ambientale  presentato
secondo le osservazioni riportate nei pareri  allegati  alla  DGR  n.
5-6546  del  27  febbraio  2023.  Il  PMA  aggiornato  dovra'  essere
concordato con ARPA Piemonte. 
    5.  Presentare,  previa  condivisione  con  l'ARPA  Piemonte,  in
conformita' alle previsioni del «Piano  preliminare  di  utilizzo  in
sito delle terre e  rocce  da  scavo  escluse  dalla  disciplina  dei
rifiuti» di cui al comma 2 dell'art. 24 del  decreto  del  Presidente
della Repubblica n. 120/2017, quanto previsto dal comma  4  dell'art.
24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 120/2017. 
MIC 
    6. Comunicare la data di inizio  dei  lavori  con  almeno  trenta
giorni di preavviso, comprendendo negli stessi le attivita'  relative
alla recinzione dei cantieri, l'illuminazione, la sorveglianza  e  la
relativa viabilita' di servizio  e  delle  aree  di  cantiere,  anche
qualora le stesse attivita' siano avviate per lotti successivi - alla
competente Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e  alla
Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio. 
    7. Per il fabbricato denominato «Centro Servizi» provvedere ad un
ristudio progettuale, finalizzato ad una  migliore  integrazione  del
corpo scala nel volume del fabbricato. 
    8. Integrare la Relazione forestale allegata al progetto  in  cui
dovra' essere puntualmente verificata la tipologia  della  formazione
boscata interessata dagli interventi di cui trattasi. 
    9. A garanzia di una minor visibilita' a distanza e dai  versanti
montani, addittivare il manto bituminoso della pista con pigmenti  di
color grigio medio-chiaro. 
    10. I pannelli fotovoltaici dovranno avere superficie opaca scura
antiriflesso con telaio a scomparsa o della medesima tinta. 
    11. Predisporre, un progetto di indagini archeologiche preventive
(piano dei sondaggi) nell'area individuata nello studio  archeologico
come a rischio archeologico  «medio-alto»,  ai  sensi  dell'art.  25,
comma 8, lettera c) del decreto legislativo n. 50/2016  e  successive
modificazioni ed integrazioni. 
    12. Ampliare in estensione e/o profondita'  sino  all'esaurimento
dei depositi archeologici, allo  scopo  di  giungere  a  un  completo
quadro conoscitivo, eventuali rinvenimenti di strutture e depositi di
interesse  archeologico;  condurre   i   sondaggi   con   metodologia
stratigrafica sino al raggiungimento della quota  degli  affioramenti
naturali ed essere integralmente  documentati,  in  ogni  caso  prima
dell'avvio di qualsivoglia opera prevista dal presente progetto. 
    13.  In  caso  di  rinvenimento   di   strutture   di   interesse
archeologico durante l'esecuzione dei sondaggi previsti (o  in  corso
d'opera) valutare la realizzabilita' delle opere previste in progetto
nel rispetto delle esigenze di salvaguardia delle medesime strutture,
tutelate ai sensi della normativa vigente. 
    14. Eseguire, con assistenza archeologica continuativa  da  parte
di operatori specializzati, con oneri a carico del Proponente,  tutte
le  opere  di  movimento  di  terreno  che  saranno   preventivamente
realizzate per la bonifica degli ordigni bellici, la  recinzione  dei
cantieri, l'illuminazione, la sorveglianza e la  relativa  viabilita'
di servizio. 
    15.  Comunicare  alla  competente  Soprintendenza  il  nominativo
dalla/e ditta/e  incaricata/e  dell'assistenza  archeologica  di  cui
all'osservazione precedente, della redazione del  piano  sondaggi  di
cui all'osservazione e della realizzazione dei sondaggi stessi, e  il
cronoprogramma dei suddetti interventi, almeno trenta giorni rispetto
all'inizio dei lavori. Gli  archeologi  incaricati  delle  operazioni
dovranno possedere i requisiti richiesti  dall'art.  25  del  decreto
legislativo n. 50/2016, dal decreto ministeriale n. 154 del 22 agosto
2017 e dal decreto ministeriale n. 244 del 20 maggio 2019 e  il  loro
nominativo dovra' essere  trasmesso  alla  competente  Soprintendenza
preventivamente all'avvio delle operazioni, per  la  valutazione  dei
requisiti professionali richiesti. 
    16. Provvedere, qualora  si  rendesse  necessario  a  seguito  di
eventuali rinvenimenti di natura archeologica,  alla  predisposizione
di varianti progettuali che devono essere sottoposte alle relative  e
preventive valutazioni della competente Soprintendenza. 
    17. In corso d'opera la  competente  Soprintendenza  archeologia,
belle arti e paesaggio per la Citta'  metropolitana  di  Torino  puo'
impartire ulteriori e maggiori prescrizioni per tutti gli  interventi
corollari  al  progetto   non   dettagliatamente   illustrati   nella
documentazione presentata. 
    18. Non svolgere alcuna delle  attivita'  previste  al  di  fuori
dell'area di cantiere al fine di  preservare  il  piu'  possibile  il
contesto di riferimento e la prossimita' alla Dora Riparia. 
    19. Provvedere  immediatamente  al  ripristino  dello  stato  dei
luoghi e a che il materiale di risulta, non  strettamente  necessario
per essere reimpiegato, venga tempestivamente allontanato a  deposito
o discarica autorizzata. 
    20. Effettuare,  in  continuita'  con  il  termine  dei  relativi
lavori, il ripristino morfologico e tipologico dei siti impegnati dai
relativi cantieri. 
    21. Rimuovere a fine esercizio i pannelli fotovoltaici  posti  in
opera. 
Regione Piemonte: 
    22. Visto il parere prot. in ingresso 2937 del  7  febbraio  2023
dell'Autorita' idraulica competente (AIPO), per lo scarico nel  Fiume
Dora Riparia, richiedere la concessione a titolo oneroso  al  Settore
tecnico regionale Citta'  metropolitana  di  Torino  della  Direzione
opere pubbliche, difesa del suolo,  protezione  civile,  trasporti  e
logistica, ai sensi del  DPGR  14/R  del  6  dicembre  2004  (Regione
Piemonte). 
    23. Prescrizioni 
      23.1.  Interferenza  con  fasce  fluviali  PAI.  Integrare  gli
elaborati progettuali con un piano di evacuazione in caso di piena  e
misure  limitative  di  frequentazione  dell'infrastruttura   durante
eventi calamitosi, nonche' prevedere, accorgimenti e misure  tecniche
necessarie per garantire le condizioni  di  sicurezza  dell'opera  in
progetto rispetto ai potenziali effetti in  termini  di  danno  e  di
mantenimento della funzionalita' dell'opera stessa. 
      23.2.  Aree  boscate.  Approfondire  la   Relazione   forestale
allegata al progetto con una verifica puntuale della tipologia  della
formazione boscata ai sensi dell'art.  3  della  legge  regionale  n.
4/2009 e che ne  sia  data  specifica  contezza  al  Settore  tecnico
Piemonte Nord. 
      23.3. Interferenza con corsi d'acqua. Per il nuovo  scarico  di
acque superficiali previsto in progetto, richiedere il rilascio della
concessione   demaniale   al   Settore   tecnico   regionale   Citta'
metropolitana di Torino ai sensi della legge regionale n.  12/2004  e
successive modificazioni ed integrazioni e del D.P.G.R. n. 10/R/2022.
Inoltre, la richiesta di concessione demaniale dovra'  essere  estesa
anche allo scarico esistente sempre nella Dora Riparia, gia' presente
nell'area oggetto di intervento e di cui si prevede il  mantenimento,
avendo verificato che lo stesso non sia gia' autorizzato  all'interno
del Provvedimento autorizzativo gia' rilasciato per tali opere. 
    24. Raccomandazioni 
      24.1. Aspetti geologici. In fase  di  progettazione  esecutiva,
effettuare  dettagliate  analisi   geognostiche   per   un   corretto
dimensionamento   delle   fondazioni,    alla    luce    dell'origine
fluviolacustre   del   sito   e   dei   frequenti   cedimenti   delle
infrastrutture presenti. 
      24.2.  Interferenza  con  fasce  fluviali  PAI.  Negli   ambiti
interessati dalla fascia B del PAI valutare la  possibilita'  di  non
realizzare manufatti e rilevati sopra la quota del terreno. 
    25 ARPA Piemonte: 
      25.1. Redigere una relazione specifica sulle interferenze,  con
allegata  rappresentazione  planimetrica  delle  discariche  storiche
previa richiesta  a  Teksid  di  fornire  tali  dati  storici.  Nella
relazione  dovranno  essere  riassunti  i  risultati  delle  indagini
eseguite in sito al fine di valutare il comportamento  meccanico  del
materiale presente ed i cedimenti attesi a seguito  di  realizzazione
dei rilevati e tutte le valutazioni tecniche in  merito  alla  tenuta
complessiva del capping. 
      25.2. Riportare su  specifica  planimetria  tutti  i  punti  di
monitoraggio e controllo (percolato, acque,  ecc.)  delle  discariche
attualmente esistenti, al  fine  di  valutarne  le  interferenze  con
quanto  in  progetto   e   garantirne   la   loro   preservazione   e
funzionalita',  come  da  Planimetria  generale  di   progetto   cod.
elaborato   02DNV0600DPLGN000012C,   dalla   quale   si   evince   la
compatibilita' con la realizzazione delle opere. 
      25.3. Terre e rocce da  scavo.  Fare  richiesta  al  Comune  di
Buttigliera Alta di  chiarimento  preventivo  circa  la  destinazione
d'uso  urbanistica  delle  aree  interessate  dal  progetto  nel  suo
complesso, al fine di individuare le  corrette  CSC  di  riferimento.
L'approvvigionamento di materiale esterno dovra'  possedere  tutti  i
requisiti  tecnici  e  ambientali  necessari,  in  conformita'   alle
normative  vigenti,  nonche'  tali  da  preservare   nel   tempo   la
funzionalita' del capping. Per  quanto  riguarda  invece  i  siti  di
conferimento dei rifiuti, derivanti dallo smantellamento della  pista
esistente, gli stessi  dovranno  essere  conformi  alla  normativa  e
debitamente autorizzati. In merito alla produzione di terre  e  rocce
da  scavo   da   riutilizzare   l'indagine   dovra'   consentire   la
caratterizzazione dell'intera volumetria per la quale e' prevista  la
gestione, con  specifico  riferimento  ai  limiti  normativi  per  la
destinazione d'uso urbanistica. Eventuali superamenti  della  CSC  di
riferimento riscontrati dovranno  essere  comunicati  tempestivamente
agli  enti  di  controllo   secondo   la   normativa   vigente,   con
l'attivazione delle relative procedure amministrative. 
      25.4. Terre e rocce da scavo. Verificare chimicamente tutto  il
materiale scavato fino alla quota prevista  nel  progetto  (-3.5  mt)
presso i punti 9 e 10 della  figura  4  del  documento  DREGE001022B,
«Piano preliminare di utilizzo in Sito delle Terre e rocce da scavo».
Inoltre, trovandosi il punto 4  presumibilmente  in  un'area  esterna
alle discariche, ma limitrofa alle stesse, il  set  analitico  dovra'
cautelativamente essere integrato con i solventi clorurati  (sostanze
presenti nelle acque sotterranee presso il sito). 
      25.5. Terre e rocce da scavo.  Predisporre  un  cronoprogramma,
periodicamente  aggiornato  e  comunicato  alla  ARPA  Piemonte,  per
consentire le dovute verifiche. 
      25.6. Atmosfera. Attuare  misure  volte  alla  riduzione  delle
emissioni di particolato durante le attivita' di cantiere. Attuare le
idonee misure di riduzione delle emissioni in fase  di  cantiere  per
l'abbattimento delle polveri. In fase di esercizio, mettere  in  atto
le  misure  ipotizzate  dal  proponente  nello  Studio   di   impatto
ambientale (paragrafo 4.2.4) ovvero  «la  riduzione,  o  il  divieto,
della  partecipazione  dei  mezzi  diesel  piu'  datati  in  caso  di
contemporaneita' di piu' corsi nella stessa giornata»,  al  fine  del
contenimento delle emissioni di ossidi di azoto. 
      25.7. Acque superficiali. Prevedere nel Piano  di  monitoraggio
ambientale un controllo di tali eventi. 
      25.8. Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi. In un'ottica  di
mascheramento  e  di  mitigazione  dell'impatto  luminoso   derivante
dall'impianto di illuminazione dell'area, si suggerisce di potenziare
la fascia arborea lungo il perimetro che  costeggia  il  greto  della
Dora e fare in modo che  l'impianto  di  illuminazione  sia  tale  da
garantire  maggiore  oscurita'  a  tutela  delle  specie  di  Robinia
pseudoacacia prevalenti nella zona. 
      25.9.  Cantierizzazione.  Redigere   un   piano   di   gestione
ambientale  (PGA)  dell'opera,  funzionale  a  delineare   tutte   le
operazioni potenzialmente pericolose o che  potrebbero  compromettere
le opere di capping. Il Piano dovra' quindi definire idonee procedure
di gestione della fase di cantiere e di esercizio in linea con quanto
espresso  precedentemente  nel  paragrafo  dedicato  alla  messa   in
sicurezza dell'area discarica ex Teksid.  Al  fine  di  tenere  sotto
controllo l'ingresso di tali specie il proponente dovra' attenersi  a
quanto indicato dalle Linee Guida per la gestione e  controllo  delle
specie esotiche vegetali nell'ambito di cantieri con movimenti  terra
e interventi di recupero e ripristino  ambientale  (allegato  B  alla
D.G.R.  n.   33-5174   del   12   giugno   2017)   provvedendo   alla
predisposizione di specifica procedura da inserirsi  nel  Sistema  di
gestione ambientale. 
      25.10. Piano di monitoraggio ambientale  (PMA).  Aggiornare  il
PMA  specificando  presso  quale   punto   di   monitoraggio   verra'
predisposta la stazione di monitoraggio meteorologica,  la  tipologia
degli  strumenti  che  verra'  utilizzata  per  il  monitoraggio   di
particolato atmosferico, NOx e parametri meteorologici  e  la  durata
prevista per le campagne di monitoraggio. I  dati  di  concentrazione
relativi a tutti i parametri monitorati dovranno essere caricati  nel
Sistema regionale  di  rilevamento  di  qualita'  dell'aria  (portale
AriaWeb), in analogia a  quanto  viene  effettuato  per  i  punti  di
monitoraggio degli altri cantieri Telt. Prevedere un monitoraggio dei
campionamenti straordinari in  caso  di  accidentali  sversamenti  di
acque non trattate, quindi contenenti residui oleosi, o nel  caso  di
malfunzionamenti dei sistemi di disoleazione all'interno del Piano di
gestione ambientale. Prevedere la  verifica  di  attecchimento  degli
interventi di recupero vegetazionale, che  non  dovra'  avere  durata
inferiore a cinque anni dalla fine dei lavori. Predisporre inoltre un
monitoraggio delle specie esotiche invasive vegetali  nelle  fasi  di
ante operam, corso d'opera e post opera.  Il  Piano  di  monitoraggio
dovra'  essere  progettato  secondo  le  indicazioni  contenute   nel
«Protocollo di monitoraggio delle specie esotiche  invasive  vegetali
da applicare nell'ambito  delle  valutazioni  ambientali  (VIA,  VAS,
VINCA)» predisposto da Arpa Piemonte. 
    26. Citta' metropolitana di Torino - Direzione rifiuti, bonifiche
e sicurezza siti produttivi Ufficio discariche e bonifiche: 
      26.1. Le modalita' d'uso dell'area interessata dagli interventi
in oggetto devono prevedere la conservazione di  tutte  le  strutture
finalizzate alla Messa in sicurezza permanente e  alla  bonifica  del
sito, impedire la veicolazione di acque sotterranee  nel  sottosuolo,
evitare il contatto, anche accidentale, dei rifiuti e  delle  matrici
ambientali  inquinate  con  gli  utenti  dell'area.  Dovranno  essere
inoltre interdette all'accesso al pubblico o comunque assoggettate ad
accesso controllato le aree del sito in oggetto nelle  quali  possono
sussistere pericoli per la salute in relazione  alla  presenza  delle
strutture necessarie alla bonifica e messa in  sicurezza  permanente,
nonche' alla loro successiva gestione. La possibilita' di  realizzare
scavi e opere nelle aree interessate dall'intervento di  bonifica  in
oggetto potra' essere permessa solo  se  ritenuti  indispensabili  ai
fini della successiva riqualificazione  delle  aree  medesime  e  nel
rispetto della normativa relativa ai rifiuti, per quanto  riguarda  i
materiali di scavo in esubero, adottando tutte le cautele  necessarie
nella gestione dei materiali di  scavo  medesimi  nei  confronti  dei
lavoratori coinvolti o di eventuali utenti dell'area e assicurando il
mantenimento o il ripristino delle strutture di  Messa  in  sicurezza
permanente  al  termine  dei  lavori.  Eventuali   opere   realizzate
sull'area oggetto della Messa in sicurezza permanente potranno essere
ammesse solo qualora garantiscano, nel loro complesso,  un  grado  di
protezione almeno equivalente alle  opere  strutturali  previste  nel
progetto di bonifica approvato. Deve essere garantito il mantenimento
delle attivita'  di  gestione  del  percolato  prodotto  dai  rifiuti
presenti nell'area, fino a quando lo  stesso  potra'  costituire  una
sorgente di rischio per la salute pubblica o  di  inquinamento  delle
matrici ambientali. Deve essere garantito il mantenimento di un piano
di manutenzione periodica della  copertura  nonche'  la  manutenzione
legata ad eventi straordinari non prevedibili. Deve essere  garantito
il  mantenimento  delle  attivita'   di   regimazione   delle   acque
meteoriche. Deve essere garantito il mantenimento della rete e di  un
programma monitoraggio delle acque sotterranee,  svolto  con  cadenza
minima  semestrale.  Deve  essere  garantito  il  mantenimento  della
funzionalita' della  Barriera  Reattiva  Permeabile  e  della  difesa
spondale a protezione della Barriera medesima.  Tutti  i  presidi  di
monitoraggio delle acque sotterranee  e  di  gestione  del  percolato
presenti presso il sito devono essere mantenuti accessibili agli enti
di controllo ed agli incaricati che devono svolgere le attivita'  per
conto della societa'  Teksid  S.p.a.  L'eventuale  ricollocazione  di
pozzi di monitoraggio a  causa  della  interferenza  con  l'opera  in
oggetto  dovra'  avvenire  prevedendo  la   dismissione   dei   pozzi
attualmente presenti mediante tenendo conto di quanto riportato nella
determinazione del Settore tutela acque n. 539 del 3  dicembre  2015,
con la quale la Regione Piemonte ha approvato le «Linee guida per  la
chiusura e il ricondizionamento dei pozzi, ai sensi  del  regolamento
regionale n. 10/R del 29 luglio 2003 e  successive  modificazioni  ed
integrazioni».  La  nuova   ubicazione   dovra'   essere   concordata
preventivamente con gli scriventi uffici.  Analoga  procedura  dovra'
essere utilizzata nel caso di danneggiamento accidentale dei pozzi di
monitoraggio, durante la realizzazione delle opere  medesime.  Dovra'
inoltre  essere   evitata   l'immissione   delle   acque   utilizzate
all'interno del corpo dei rifiuti, dovra' essere evitata l'immissione
delle acque utilizzate all'interno del corpo dei rifiuti  qualora  il
progetto fosse approvato, la societa' Teksid S.p.a. dovra' provvedere
a  recepire  le  modifiche  apportate  al  progetto   di   ripristino
ambientale dell'area approvato con  d.d.  n.  69-115245/2004  del  21
aprile 2004 e successive modificazioni ed integrazioni. 
    27.  Regione  Piemonte  -  Settore   tecnico   regionale   Citta'
metropolitana di Torino: 
      27.1. Richiedere il rilascio  della  concessione  demaniale  al
Settore tecnico regionale Citta' metropolitana  di  Torino  ai  sensi
della legge  regionale  n.  12/2004  e  successive  modificazioni  ed
integrazioni e del D.P.G.R. n. 10/R/2022. Estendere la  richiesta  di
concessione demaniale anche allo scarico  esistente  previa  verifica
che  lo  stesso  sia  autorizzato   all'interno   del   provvedimento
autorizzativo gia' rilasciato  per  tali  opere;  in  alternativa  si
provvedera' a richiedere la relativa  autorizzazione.  Dovra'  essere
realizzato il piano di indagini geognostiche previsto nella Relazione
geologica di progetto e  le  risultanze  di  tali  indagini  dovranno
essere  riportate  in  apposito  elaborato  che   costituisca   parte
integrante del progetto: se da tali approfondimenti tecnici  nascesse
la necessita' di modificare  il  progetto  dovra'  essere  presentata
idonea variante. In corso d'opera i  movimenti  di  terreno  dovranno
essere  limitati  allo  stretto  necessario,  tenendo  in  preminente
considerazione in qualsiasi fase e circostanza la stabilita' del sito
e il buon regime  delle  acque.  Devono  essere  adottati  tutti  gli
accorgimenti tecnici e provvisionali piu'  indicati  per  evitare  in
modo assoluto il verificarsi  di  smottamenti,  instabilita',  ovvero
anche  dilavamenti,  ristagni  ed  erosioni:   in   particolare   gli
sbancamenti  in  depositi  sciolti  devono  essere  eseguiti  creando
pendenze di scavo  adeguate  e  compatibili  con  le  caratteristiche
geotecniche dei  materiali.  I  depositi  movimentati  devono  essere
opportunamente  stoccati  in  attesa  dell'eventuale   riutilizzo   o
smaltimento secondo norma di settore,  prevedendone  adeguate  azioni
antierosive. Il deposito non  deve  interessare  aree  potenzialmente
instabili per dinamica idraulica e/o di versante.  Nel  caso  in  cui
siano presenti materiali di  risulta  degli  scavi  che  non  possono
essere riutilizzati nell'ambito degli interventi, essi devono  essere
allontanati dall'area, e comunque in nessun modo possono  interessare
alvei e fasce spondali di  rii  o  colatori.  Le  aree  destinate  al
deposito temporaneo dei materiali di scotico e scavo  e  le  aree  di
cantiere devono essere  sistemate  al  termine  dei  lavori  mediante
interventi di rimodellamento morfologico e di  ripristino  vegetativo
dei  luoghi:  i  reinterri  per  la  ricostruzione  della  morfologia
circostante  possono  avvenire  con  i  materiali  di  risulta  degli
sbancamenti,   evitando   pero'   l'impiego   di   orizzonti   limosi
eventualmente incontrati durante gli scavi. Durante la fase esecutiva
dovra' essere verificata  la  sussistenza  del  modello  geologico  e
geotecnico  ricostruito  nella  Relazione  geologica   e   geotecnica
allegata al progetto e interpellato  il  Geologo  in  relazione  alle
soluzioni progettuali approntate. Per la realizzazione  di  tutte  le
opere, gli scavi e  i  riporti  dovranno  essere  ridotti  al  minimo
indispensabile ed i mezzi d'opera dovranno utilizzare  la  viabilita'
esistente, evitando scavi e  riporti  non  strettamente  inerenti  il
progetto. Tutti gli scavi, una volta chiusi, e tutte le superfici  di
scopertura dovranno essere sistemati in modo da impedire fenomeni  di
erosione   superficiale.   E'   vietato   rimuovere    terrazzamenti,
ciglionamenti, gradonamenti o  muri  a  secco  se  non  espressamente
previsto   nel   progetto   autorizzato.    Si    dovra'    sistemare
tempestivamente tutte le manifestazioni  d'instabilita'  causate  dai
lavori, dandone immediata comunicazione agli enti competenti  per  le
valutazioni di spettanza. 
    28. Citta' metropolitana Torino: 
      28.1. Prevedere interventi di compensazione da  attuarsi  entro
la Rete ecologica provinciale  di  cui  alla  tavola  3.1  del  PTC2,
privilegiando interventi di rinaturazione di cui al comma 5.  lettera
d), art. 47 delle NdA del PTC2, tenendo presente che  nelle  aree  di
pianura  tali  interventi  consistono,  in  modo   prioritario,   nel
rimboschimento e nella ricreazione di zone umide naturaliformi, fermo
restando  che  non  sono  stati  previsti  specifici  interventi   di
compensazione,  ma  unicamente   opere   di   mitigazione,   con   la
realizzazione di aree a verde laterali ed all'interno della struttura
in progetto, con inerbimento e posa di specie arboree-arbustive lungo
la fascia perifluviale della Dora Riparia. In fase esecutiva, qualora
richiesto, si potra' in ogni  caso  procedere  all'individuazione  di
un'area idonea sul  territorio  comunale  o  tra  quelle  individuate
all'interno del Catalogo CIRCA predisposto dalla Citta' metropolitana
di  Torino  sulla  quale  effettuare  interventi   di   compensazione
ambientale,  ferma  restando  la   relativa   copertura   finanziaria
all'interno del quadro economico di progetto. 
      28.2 Adottare soluzioni progettuali che limitino  le  eventuali
interferenze tra i tracciati ciclabili e l'opera in progetto, al fine
di non pregiudicare la continuita', l'identita' e la riconoscibilita'
degli itinerari di interesse nazionale, fermo restando che  non  sono
previste interferenze con i tracciati ciclabili  degli  itinerari  di
interesse  nazionale,  con  il  mantenimento  delle  strade   bianche
esistenti anche nella porzione a valle dell'area di discarica. 
      28.3 Tutte le attivita' del cantiere devono  essere  esercitate
applicando le migliori tecniche disponibili e, per le parti coerenti,
secondo quanto previsto dall'allegato V alla parte quinta del decreto
legislativo  n.  152  del  2006   e   successive   modificazioni   ed
integrazioni,  adottando  in  particolare  tutte  le  misure  atte  a
garantire il miglior contenimento delle emissioni diffuse.  I  cumuli
di materiali polverulento, destinati all'utilizzo o  alla  rimozione,
devono essere correttamente dimensionati e, compatibilmente  con  gli
spazi disponibili e le strutture presenti, posti in  zone  al  riparo
dal  vento.  In  caso  di  vento   forte   si   dovranno   sospendere
temporaneamente  le  attivita'  piu'  critiche  per  lo  sviluppo  di
emissioni di  polveri  e,  ove  necessario  al  fine  di  ridurne  il
trasporto ad opera dell'agente atmosferico, procedere alla  bagnatura
dei cumuli di deposito e stoccaggio particolarmente  polverulenti  o,
in alternativa,  procedere  all'applicazione  di  teli  di  copertura
zavorrati. I piazzali e le aree maggiormente soggette al transito  di
veicoli, compatibilmente con le  lavorazioni  svolte,  devono  essere
adeguatamente irrigati al fine di evitare il sollevamento di polveri.
In caso di impiego  di  sistemi  di  bagnatura  mobili  (autobotte  o
sistema analogo),  gli  stessi  devono  essere  detenuti  stabilmente
presso lo stabilimento e sottoposti  a  regolare  manutenzione.  Deve
inoltre essere evitato  l'imbrattamento  dei  mezzi,  adottando,  ove
necessario, adeguati sistemi di pulizia dei  mezzi  in  uscita  dallo
stabilimento. Qualora si operi in condizioni di  particolare  arsura,
il   materiale   in   entrata   nello   stabilimento   deve    essere
preventivamente irrorato con  acqua  affinche'  abbia  un  tenore  di
umidita' sufficiente a limitare la diffusione di polveri. Durante  il
carico e lo scarico dei materiali nei e  dai  camion  mediante  mezzi
d'opera,  gli  operatori  devono  adottare  modalita'  operative  che
minimizzino le altezze e le  velocita'  di  caduta  del  materiale  e
conseguentemente la polverosita' prodotta.  Devono,  inoltre,  essere
minimizzate, per quanto possibile, le distanze di movimentazione  del
materiale. Qualora le fasi di carico e scarico dei mezzi avvengano in
condizione di particolare arsura, occorre  procedere  alla  bagnatura
del materiale  da  movimentare.  Deve  essere  imposto  l'obbligo  di
riduzione della velocita'  di  transito  da  parte  dei  mezzi  lungo
strade, piste e piazzali dello stabilimento,  mediante  l'apposizione
di idonea segnaletica. Per i camion in ingresso ed  in  uscita  dallo
stabilimento e' raccomandato l'impiego di  teloni  di  copertura  dei
cassoni  utilizzati  per  il  trasporto.  Tutti  i  presidi  per   il
contenimento delle emissioni diffuse (sistemi di irrigazione fissi  e
mobili delle  strade  e  dei  cumuli,  sistemi  di  nebulizzazione  a
servizio dei macchinari, barriere  di  confinamento  dei  macchinari,
etc.) devono essere correttamente utilizzati e sottoposti a  costante
manutenzione. Tutti gli eventi  di  malfunzionamento  delle  suddette
attrezzature,  nonche'  tutti  gli  interventi  manutentivi,  con  le
relative date, devono essere annotati su apposito registro che dovra'
essere tenuto in stabilimento a disposizione degli enti  preposti  al
controllo. Qualora le misure di mitigazione  adottate  non  dovessero
garantire il sufficiente contenimento  delle  emissioni  diffuse,  il
gestore dovra' adottare le ulteriori misure  di  cui  all'allegato  V
alla  parte  quinta  del  decreto  legislativo  n.  152  del  2006  e
successive modificazioni ed integrazioni. 
      28.4 Produrre un  elaborato  specifico  che  espliciti  meglio,
anche sulla base della ubicazione delle discariche presenti e tramite
planimetrie riportanti dettagli costruttivi in merito alle  modifiche
proposte,  gli  interventi  che  interesseranno  l'area  oggetto   di
intervento di bonifica, con particolare  riferimento  alle  modifiche
sulle strutture di capping, sul  sistema  di  drenaggio  delle  acque
meteoriche, sui presidi di estrazione del percolato, sul  sistema  di
monitoraggio delle acque sotterranee. Detto elaborato dovrebbe  anche
riportare  specifico  riscontro   in   merito   al   rispetto   delle
prescrizioni riportate nella d.d. n. 77-8046/2016 del 6  aprile  2016
di certificazione, per quanto riguarda le aree sottoposte a messa  in
sicurezza permanente (capping). 
      28.5 Dovranno essere esplicitati maggiori dettagli in relazione
alla provenienza degli scarichi ed i recapiti individuati al fine  di
potersi esprimere sulla fattibilita' degli stessi. Tutti gli scarichi
idrici di acque reflue devono essere preventivamente autorizzati  sia
qualora  recapitino  in  pubblica   fognatura   (esclusi   i   reflui
domestici),  che  in  recettori  diversi  (strati  superficiali   del
sottosuolo,   acque   superficiali).   Qualora   nel   corso    della
realizzazione  dei  lavori  in  argomento  si  attivassero  attivita'
indicate nell'art. 7 del D.P.G.R. n. 1/R/2006, dovra' essere  redatto
il piano di prevenzione e gestione delle acque di prima pioggia e  di
lavaggio delle aree esterne che dovra' essere oggetto di specifica  e
preventiva approvazione da parte dell'Autorita' competente. 
    29. Comune di Buttigliera Alta: 
      29.1. Il punto di ingresso posto all'inizio  del  Centro  sara'
progettato  tenendo  conto  delle   caratteristiche   architettoniche
dell'edificio principale. 
      29.2 Le tinteggiature dei  prospetti  dell'edificio  principale
verranno realizzate utilizzando le tonalita' delle terre. 
      29.3 Il manto  di  copertura  delle  torrette  di  controllo  e
dell'area di sosta guidatori verra' realizzato  tenendo  conto  delle
caratteristiche  architettoniche  de/l'edificio   principale   ovvero
utilizzando tegole doppio coppo in laterizio  in  sostituzione  delle
lastre di pietra. 
    30. Agenzia interregionale per il fiume PO: 
      30.1 La recinzione  perimetrale  dovra'  essere  posta  ad  una
distanza minima di 10 m dal ciglio superiore di sponda; dovra' essere
mantenuta una fascia  ripariale  di  ampiezza  almeno  pari  a  10  m
rispetto al ciglio superiore di sponda destra della Dora Riparia  per
tutto il tratto oggetto d'intervento  fermo  restando  che  tutte  le
opere in progetto sono previste all'interno della recinzione e  della
canaletta perimetrale esistenti lato F. Dora Riparia  che  delimitano
l'area del capping e non risultano modificabili. 
      30.2 Integrare il rilievo topografico della sponda destra della
Dora Riparia riportando  anche  le  opere  di  difesa  esistenti  che
dovranno  essere  rappresentate   graficamente   e   dettagliate   le
caratteristiche tipologiche ed eventuali criticita'. 
      30.3 Posizionare il  manufatto  di  scarico  in  modo  tale  da
raccordarsi alla sponda destra  e  alle  caratteristiche  tipologiche
delle opere di difesa con eventuali raccordi a monte ed a valle dello
scarico stesso; dovranno essere inviati all'AIPO specifici  elaborati
di dettaglio dello  scarico  (relazione  descrittiva,  planimetria  e
sezioni d'alveo  in  corrispondenza  dello  stesso).  L'opera  stessa
dovra' essere soggetta a specifica concessione regionale. 
      30.4  Tutte  le  opere  previste  in  progetto  da  realizzarsi
all'interno della fascia B della  vigente  Pianificazione  di  Bacino
(P.A.I.), dovranno garantire il deflusso della piena  di  riferimento
senza alterare gli effetti naturali  ora  presenti,  il  mantenimento
delle condizioni  di  equilibrio  dinamico  dell'alveo,  evitare  una
riduzione apprezzabile o  una  parzializzazione  della  capacita'  di
invaso e non dovranno tendere ad orientare la  corrente  verso  opere
idrauliche esistenti. 
      30.5 E' vietato formare accessi permanenti all'alveo,  depositi
permanenti in alveo o in prossimita' dello stesso,  di  materiali  di
risulta con modifica dell'altimetria dei luoghi e delle  quote  delle
sponde. 
      30.6.  E'   vietata   l'asportazione   di   materiale   litoide
dall'alveo. 
      30.7. Prendere informazioni in merito ad eventuali innalzamenti
dei livelli idrometrici  conseguenti  agli  eventi  meteorici,  fermo
restando che rimane a carico del richiedente l'onere  conseguente  la
sicurezza delle lavorazioni, ai sensi del decreto legislativo  n.  81
del 2008 e  successive  modificazioni  ed  integrazioni,  svincolando
l'AIPO  da  qualunque  responsabilita'  anche  in  merito   a   danni
conseguenti a piene del corso d'acqua. 
      30.8 Non dovranno in alcun modo essere rimosse o danneggiate le
opere idrauliche gia' presenti in alveo o sulle sponde  con  funzione
di protezione delle sponde stesse e delle zone golenali limitrofe; il
proponente dovra' ripristinare, a tutte sue cure e  spese,  qualsiasi
danno che dovesse derivare alle opere idrauliche  e  alle  proprieta'
demaniali, a seguito e durante l'esecuzione dei lavori. 
      30.9 Attuare in fase di esecuzione delle opere in oggetto  ogni
provvedimento  che  l'AIPO,  in  qualita'  di  Autorita'   idraulica,
riterra' opportuno adottare ai fini del  buon  regime  idraulico  del
corso d'acqua, della salvaguardia delle proprieta' demaniali e  delle
opere idrauliche di competenza  e  per  la  garanzia  della  pubblica
incolumita'. 
      30.10 Adattarsi alle mutate condizioni,  anche  successivamente
all'esecuzione delle opere in  oggetto,  senza  pretendere  dall'AIPO
indennizzi  di  sorta,   per   qualsiasi   intervenuta   disposizione
legislativa o regolamentare, per qualsiasi  esigenza  idraulica,  ivi
comprese quelle derivanti da attivita' di protezione civile  connesse
ad eventuali fenomeni di piena. 
      30.11  L'accesso  e  l'utilizzo  delle  aree  dovranno   essere
interdette in caso di allertamento per eventi metereologici  avversi,
che possano determinarne l'allagamento delle stesse,  ferma  restando
la responsabilita' della fruizione in sicurezza delle aree oggetto di
autorizzazione resta in ogni caso in capo al richiedente. 
    31 CONSEPI S.a.s.: 
      31.1 Al fine di garantire la continuita' aziendale  di  CONSEPI
Telt e' autorizzata  a  corrispondere  all'ente  interferito  per  un
periodo  massimo  di  trentotto  mesi,  comunque   non   prorogabile,
l'importo massimo di 10.983 euro/mese. I maggiori costi  dovuti  alla
rilocalizzazione temporanea dovranno essere congruiti  e  certificati
da ente terzo a cura di CONSEPI e corrisposti da TELT sulla  base  di
una puntuale rendicontazione.