Allegato Nuovo collegamento ferroviario Torino Lione - Parte comune italo-francese - Sezione transfontaliera - Parte italiana - Progetto definitivo in variante di ricollocazione del Centro di Guida sicura nel Comune di Buttigliera Alta. In ottemperanza all'articolo 3 («Disposizione di varianti») e alle prescrizioni n. 27 e n. 132 della delibera CIPE n. 19 del 2015 e aggiornamento costo complessivo e del Lotto n. 4 (CUP C11J05000030001) PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI Il soggetto aggiudicatore ovvero il soggetto realizzatore dell'opera dovra' attenersi alle seguenti prescrizioni e raccomandazioni: MASE 1. Con riferimento alla fascia boscata presente interferita dal progetto, definire corrispondente compensazione secondo le modalita' di cui alla legge regionale n. 4/2009 e potenziare per quanto possibile la fascia arborea lungo il perimetro che costeggia l'alveo della Dora compatibilmente con la geometria delle piste in progetto e l'esercizio in sicurezza delle stesse. 2. Sviluppare il progetto dell'illuminazione dell'area garantendo la tutela delle specie individuate anche in fase di cantiere. 3. Con riferimento all'edificio servizi, applicare i Criteri minimi ambientali di cui ai decreti del Ministero della transizione ecologica 23 giugno 2022 - Criteri ambientali minimi per l'affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l'affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l'affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi. 4. Integrare il Piano di monitoraggio ambientale presentato secondo le osservazioni riportate nei pareri allegati alla DGR n. 5-6546 del 27 febbraio 2023. Il PMA aggiornato dovra' essere concordato con ARPA Piemonte. 5. Presentare, previa condivisione con l'ARPA Piemonte, in conformita' alle previsioni del «Piano preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti» di cui al comma 2 dell'art. 24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 120/2017, quanto previsto dal comma 4 dell'art. 24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 120/2017. MIC 6. Comunicare la data di inizio dei lavori con almeno trenta giorni di preavviso, comprendendo negli stessi le attivita' relative alla recinzione dei cantieri, l'illuminazione, la sorveglianza e la relativa viabilita' di servizio e delle aree di cantiere, anche qualora le stesse attivita' siano avviate per lotti successivi - alla competente Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio. 7. Per il fabbricato denominato «Centro Servizi» provvedere ad un ristudio progettuale, finalizzato ad una migliore integrazione del corpo scala nel volume del fabbricato. 8. Integrare la Relazione forestale allegata al progetto in cui dovra' essere puntualmente verificata la tipologia della formazione boscata interessata dagli interventi di cui trattasi. 9. A garanzia di una minor visibilita' a distanza e dai versanti montani, addittivare il manto bituminoso della pista con pigmenti di color grigio medio-chiaro. 10. I pannelli fotovoltaici dovranno avere superficie opaca scura antiriflesso con telaio a scomparsa o della medesima tinta. 11. Predisporre, un progetto di indagini archeologiche preventive (piano dei sondaggi) nell'area individuata nello studio archeologico come a rischio archeologico «medio-alto», ai sensi dell'art. 25, comma 8, lettera c) del decreto legislativo n. 50/2016 e successive modificazioni ed integrazioni. 12. Ampliare in estensione e/o profondita' sino all'esaurimento dei depositi archeologici, allo scopo di giungere a un completo quadro conoscitivo, eventuali rinvenimenti di strutture e depositi di interesse archeologico; condurre i sondaggi con metodologia stratigrafica sino al raggiungimento della quota degli affioramenti naturali ed essere integralmente documentati, in ogni caso prima dell'avvio di qualsivoglia opera prevista dal presente progetto. 13. In caso di rinvenimento di strutture di interesse archeologico durante l'esecuzione dei sondaggi previsti (o in corso d'opera) valutare la realizzabilita' delle opere previste in progetto nel rispetto delle esigenze di salvaguardia delle medesime strutture, tutelate ai sensi della normativa vigente. 14. Eseguire, con assistenza archeologica continuativa da parte di operatori specializzati, con oneri a carico del Proponente, tutte le opere di movimento di terreno che saranno preventivamente realizzate per la bonifica degli ordigni bellici, la recinzione dei cantieri, l'illuminazione, la sorveglianza e la relativa viabilita' di servizio. 15. Comunicare alla competente Soprintendenza il nominativo dalla/e ditta/e incaricata/e dell'assistenza archeologica di cui all'osservazione precedente, della redazione del piano sondaggi di cui all'osservazione e della realizzazione dei sondaggi stessi, e il cronoprogramma dei suddetti interventi, almeno trenta giorni rispetto all'inizio dei lavori. Gli archeologi incaricati delle operazioni dovranno possedere i requisiti richiesti dall'art. 25 del decreto legislativo n. 50/2016, dal decreto ministeriale n. 154 del 22 agosto 2017 e dal decreto ministeriale n. 244 del 20 maggio 2019 e il loro nominativo dovra' essere trasmesso alla competente Soprintendenza preventivamente all'avvio delle operazioni, per la valutazione dei requisiti professionali richiesti. 16. Provvedere, qualora si rendesse necessario a seguito di eventuali rinvenimenti di natura archeologica, alla predisposizione di varianti progettuali che devono essere sottoposte alle relative e preventive valutazioni della competente Soprintendenza. 17. In corso d'opera la competente Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Citta' metropolitana di Torino puo' impartire ulteriori e maggiori prescrizioni per tutti gli interventi corollari al progetto non dettagliatamente illustrati nella documentazione presentata. 18. Non svolgere alcuna delle attivita' previste al di fuori dell'area di cantiere al fine di preservare il piu' possibile il contesto di riferimento e la prossimita' alla Dora Riparia. 19. Provvedere immediatamente al ripristino dello stato dei luoghi e a che il materiale di risulta, non strettamente necessario per essere reimpiegato, venga tempestivamente allontanato a deposito o discarica autorizzata. 20. Effettuare, in continuita' con il termine dei relativi lavori, il ripristino morfologico e tipologico dei siti impegnati dai relativi cantieri. 21. Rimuovere a fine esercizio i pannelli fotovoltaici posti in opera. Regione Piemonte: 22. Visto il parere prot. in ingresso 2937 del 7 febbraio 2023 dell'Autorita' idraulica competente (AIPO), per lo scarico nel Fiume Dora Riparia, richiedere la concessione a titolo oneroso al Settore tecnico regionale Citta' metropolitana di Torino della Direzione opere pubbliche, difesa del suolo, protezione civile, trasporti e logistica, ai sensi del DPGR 14/R del 6 dicembre 2004 (Regione Piemonte). 23. Prescrizioni 23.1. Interferenza con fasce fluviali PAI. Integrare gli elaborati progettuali con un piano di evacuazione in caso di piena e misure limitative di frequentazione dell'infrastruttura durante eventi calamitosi, nonche' prevedere, accorgimenti e misure tecniche necessarie per garantire le condizioni di sicurezza dell'opera in progetto rispetto ai potenziali effetti in termini di danno e di mantenimento della funzionalita' dell'opera stessa. 23.2. Aree boscate. Approfondire la Relazione forestale allegata al progetto con una verifica puntuale della tipologia della formazione boscata ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 4/2009 e che ne sia data specifica contezza al Settore tecnico Piemonte Nord. 23.3. Interferenza con corsi d'acqua. Per il nuovo scarico di acque superficiali previsto in progetto, richiedere il rilascio della concessione demaniale al Settore tecnico regionale Citta' metropolitana di Torino ai sensi della legge regionale n. 12/2004 e successive modificazioni ed integrazioni e del D.P.G.R. n. 10/R/2022. Inoltre, la richiesta di concessione demaniale dovra' essere estesa anche allo scarico esistente sempre nella Dora Riparia, gia' presente nell'area oggetto di intervento e di cui si prevede il mantenimento, avendo verificato che lo stesso non sia gia' autorizzato all'interno del Provvedimento autorizzativo gia' rilasciato per tali opere. 24. Raccomandazioni 24.1. Aspetti geologici. In fase di progettazione esecutiva, effettuare dettagliate analisi geognostiche per un corretto dimensionamento delle fondazioni, alla luce dell'origine fluviolacustre del sito e dei frequenti cedimenti delle infrastrutture presenti. 24.2. Interferenza con fasce fluviali PAI. Negli ambiti interessati dalla fascia B del PAI valutare la possibilita' di non realizzare manufatti e rilevati sopra la quota del terreno. 25 ARPA Piemonte: 25.1. Redigere una relazione specifica sulle interferenze, con allegata rappresentazione planimetrica delle discariche storiche previa richiesta a Teksid di fornire tali dati storici. Nella relazione dovranno essere riassunti i risultati delle indagini eseguite in sito al fine di valutare il comportamento meccanico del materiale presente ed i cedimenti attesi a seguito di realizzazione dei rilevati e tutte le valutazioni tecniche in merito alla tenuta complessiva del capping. 25.2. Riportare su specifica planimetria tutti i punti di monitoraggio e controllo (percolato, acque, ecc.) delle discariche attualmente esistenti, al fine di valutarne le interferenze con quanto in progetto e garantirne la loro preservazione e funzionalita', come da Planimetria generale di progetto cod. elaborato 02DNV0600DPLGN000012C, dalla quale si evince la compatibilita' con la realizzazione delle opere. 25.3. Terre e rocce da scavo. Fare richiesta al Comune di Buttigliera Alta di chiarimento preventivo circa la destinazione d'uso urbanistica delle aree interessate dal progetto nel suo complesso, al fine di individuare le corrette CSC di riferimento. L'approvvigionamento di materiale esterno dovra' possedere tutti i requisiti tecnici e ambientali necessari, in conformita' alle normative vigenti, nonche' tali da preservare nel tempo la funzionalita' del capping. Per quanto riguarda invece i siti di conferimento dei rifiuti, derivanti dallo smantellamento della pista esistente, gli stessi dovranno essere conformi alla normativa e debitamente autorizzati. In merito alla produzione di terre e rocce da scavo da riutilizzare l'indagine dovra' consentire la caratterizzazione dell'intera volumetria per la quale e' prevista la gestione, con specifico riferimento ai limiti normativi per la destinazione d'uso urbanistica. Eventuali superamenti della CSC di riferimento riscontrati dovranno essere comunicati tempestivamente agli enti di controllo secondo la normativa vigente, con l'attivazione delle relative procedure amministrative. 25.4. Terre e rocce da scavo. Verificare chimicamente tutto il materiale scavato fino alla quota prevista nel progetto (-3.5 mt) presso i punti 9 e 10 della figura 4 del documento DREGE001022B, «Piano preliminare di utilizzo in Sito delle Terre e rocce da scavo». Inoltre, trovandosi il punto 4 presumibilmente in un'area esterna alle discariche, ma limitrofa alle stesse, il set analitico dovra' cautelativamente essere integrato con i solventi clorurati (sostanze presenti nelle acque sotterranee presso il sito). 25.5. Terre e rocce da scavo. Predisporre un cronoprogramma, periodicamente aggiornato e comunicato alla ARPA Piemonte, per consentire le dovute verifiche. 25.6. Atmosfera. Attuare misure volte alla riduzione delle emissioni di particolato durante le attivita' di cantiere. Attuare le idonee misure di riduzione delle emissioni in fase di cantiere per l'abbattimento delle polveri. In fase di esercizio, mettere in atto le misure ipotizzate dal proponente nello Studio di impatto ambientale (paragrafo 4.2.4) ovvero «la riduzione, o il divieto, della partecipazione dei mezzi diesel piu' datati in caso di contemporaneita' di piu' corsi nella stessa giornata», al fine del contenimento delle emissioni di ossidi di azoto. 25.7. Acque superficiali. Prevedere nel Piano di monitoraggio ambientale un controllo di tali eventi. 25.8. Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi. In un'ottica di mascheramento e di mitigazione dell'impatto luminoso derivante dall'impianto di illuminazione dell'area, si suggerisce di potenziare la fascia arborea lungo il perimetro che costeggia il greto della Dora e fare in modo che l'impianto di illuminazione sia tale da garantire maggiore oscurita' a tutela delle specie di Robinia pseudoacacia prevalenti nella zona. 25.9. Cantierizzazione. Redigere un piano di gestione ambientale (PGA) dell'opera, funzionale a delineare tutte le operazioni potenzialmente pericolose o che potrebbero compromettere le opere di capping. Il Piano dovra' quindi definire idonee procedure di gestione della fase di cantiere e di esercizio in linea con quanto espresso precedentemente nel paragrafo dedicato alla messa in sicurezza dell'area discarica ex Teksid. Al fine di tenere sotto controllo l'ingresso di tali specie il proponente dovra' attenersi a quanto indicato dalle Linee Guida per la gestione e controllo delle specie esotiche vegetali nell'ambito di cantieri con movimenti terra e interventi di recupero e ripristino ambientale (allegato B alla D.G.R. n. 33-5174 del 12 giugno 2017) provvedendo alla predisposizione di specifica procedura da inserirsi nel Sistema di gestione ambientale. 25.10. Piano di monitoraggio ambientale (PMA). Aggiornare il PMA specificando presso quale punto di monitoraggio verra' predisposta la stazione di monitoraggio meteorologica, la tipologia degli strumenti che verra' utilizzata per il monitoraggio di particolato atmosferico, NOx e parametri meteorologici e la durata prevista per le campagne di monitoraggio. I dati di concentrazione relativi a tutti i parametri monitorati dovranno essere caricati nel Sistema regionale di rilevamento di qualita' dell'aria (portale AriaWeb), in analogia a quanto viene effettuato per i punti di monitoraggio degli altri cantieri Telt. Prevedere un monitoraggio dei campionamenti straordinari in caso di accidentali sversamenti di acque non trattate, quindi contenenti residui oleosi, o nel caso di malfunzionamenti dei sistemi di disoleazione all'interno del Piano di gestione ambientale. Prevedere la verifica di attecchimento degli interventi di recupero vegetazionale, che non dovra' avere durata inferiore a cinque anni dalla fine dei lavori. Predisporre inoltre un monitoraggio delle specie esotiche invasive vegetali nelle fasi di ante operam, corso d'opera e post opera. Il Piano di monitoraggio dovra' essere progettato secondo le indicazioni contenute nel «Protocollo di monitoraggio delle specie esotiche invasive vegetali da applicare nell'ambito delle valutazioni ambientali (VIA, VAS, VINCA)» predisposto da Arpa Piemonte. 26. Citta' metropolitana di Torino - Direzione rifiuti, bonifiche e sicurezza siti produttivi Ufficio discariche e bonifiche: 26.1. Le modalita' d'uso dell'area interessata dagli interventi in oggetto devono prevedere la conservazione di tutte le strutture finalizzate alla Messa in sicurezza permanente e alla bonifica del sito, impedire la veicolazione di acque sotterranee nel sottosuolo, evitare il contatto, anche accidentale, dei rifiuti e delle matrici ambientali inquinate con gli utenti dell'area. Dovranno essere inoltre interdette all'accesso al pubblico o comunque assoggettate ad accesso controllato le aree del sito in oggetto nelle quali possono sussistere pericoli per la salute in relazione alla presenza delle strutture necessarie alla bonifica e messa in sicurezza permanente, nonche' alla loro successiva gestione. La possibilita' di realizzare scavi e opere nelle aree interessate dall'intervento di bonifica in oggetto potra' essere permessa solo se ritenuti indispensabili ai fini della successiva riqualificazione delle aree medesime e nel rispetto della normativa relativa ai rifiuti, per quanto riguarda i materiali di scavo in esubero, adottando tutte le cautele necessarie nella gestione dei materiali di scavo medesimi nei confronti dei lavoratori coinvolti o di eventuali utenti dell'area e assicurando il mantenimento o il ripristino delle strutture di Messa in sicurezza permanente al termine dei lavori. Eventuali opere realizzate sull'area oggetto della Messa in sicurezza permanente potranno essere ammesse solo qualora garantiscano, nel loro complesso, un grado di protezione almeno equivalente alle opere strutturali previste nel progetto di bonifica approvato. Deve essere garantito il mantenimento delle attivita' di gestione del percolato prodotto dai rifiuti presenti nell'area, fino a quando lo stesso potra' costituire una sorgente di rischio per la salute pubblica o di inquinamento delle matrici ambientali. Deve essere garantito il mantenimento di un piano di manutenzione periodica della copertura nonche' la manutenzione legata ad eventi straordinari non prevedibili. Deve essere garantito il mantenimento delle attivita' di regimazione delle acque meteoriche. Deve essere garantito il mantenimento della rete e di un programma monitoraggio delle acque sotterranee, svolto con cadenza minima semestrale. Deve essere garantito il mantenimento della funzionalita' della Barriera Reattiva Permeabile e della difesa spondale a protezione della Barriera medesima. Tutti i presidi di monitoraggio delle acque sotterranee e di gestione del percolato presenti presso il sito devono essere mantenuti accessibili agli enti di controllo ed agli incaricati che devono svolgere le attivita' per conto della societa' Teksid S.p.a. L'eventuale ricollocazione di pozzi di monitoraggio a causa della interferenza con l'opera in oggetto dovra' avvenire prevedendo la dismissione dei pozzi attualmente presenti mediante tenendo conto di quanto riportato nella determinazione del Settore tutela acque n. 539 del 3 dicembre 2015, con la quale la Regione Piemonte ha approvato le «Linee guida per la chiusura e il ricondizionamento dei pozzi, ai sensi del regolamento regionale n. 10/R del 29 luglio 2003 e successive modificazioni ed integrazioni». La nuova ubicazione dovra' essere concordata preventivamente con gli scriventi uffici. Analoga procedura dovra' essere utilizzata nel caso di danneggiamento accidentale dei pozzi di monitoraggio, durante la realizzazione delle opere medesime. Dovra' inoltre essere evitata l'immissione delle acque utilizzate all'interno del corpo dei rifiuti, dovra' essere evitata l'immissione delle acque utilizzate all'interno del corpo dei rifiuti qualora il progetto fosse approvato, la societa' Teksid S.p.a. dovra' provvedere a recepire le modifiche apportate al progetto di ripristino ambientale dell'area approvato con d.d. n. 69-115245/2004 del 21 aprile 2004 e successive modificazioni ed integrazioni. 27. Regione Piemonte - Settore tecnico regionale Citta' metropolitana di Torino: 27.1. Richiedere il rilascio della concessione demaniale al Settore tecnico regionale Citta' metropolitana di Torino ai sensi della legge regionale n. 12/2004 e successive modificazioni ed integrazioni e del D.P.G.R. n. 10/R/2022. Estendere la richiesta di concessione demaniale anche allo scarico esistente previa verifica che lo stesso sia autorizzato all'interno del provvedimento autorizzativo gia' rilasciato per tali opere; in alternativa si provvedera' a richiedere la relativa autorizzazione. Dovra' essere realizzato il piano di indagini geognostiche previsto nella Relazione geologica di progetto e le risultanze di tali indagini dovranno essere riportate in apposito elaborato che costituisca parte integrante del progetto: se da tali approfondimenti tecnici nascesse la necessita' di modificare il progetto dovra' essere presentata idonea variante. In corso d'opera i movimenti di terreno dovranno essere limitati allo stretto necessario, tenendo in preminente considerazione in qualsiasi fase e circostanza la stabilita' del sito e il buon regime delle acque. Devono essere adottati tutti gli accorgimenti tecnici e provvisionali piu' indicati per evitare in modo assoluto il verificarsi di smottamenti, instabilita', ovvero anche dilavamenti, ristagni ed erosioni: in particolare gli sbancamenti in depositi sciolti devono essere eseguiti creando pendenze di scavo adeguate e compatibili con le caratteristiche geotecniche dei materiali. I depositi movimentati devono essere opportunamente stoccati in attesa dell'eventuale riutilizzo o smaltimento secondo norma di settore, prevedendone adeguate azioni antierosive. Il deposito non deve interessare aree potenzialmente instabili per dinamica idraulica e/o di versante. Nel caso in cui siano presenti materiali di risulta degli scavi che non possono essere riutilizzati nell'ambito degli interventi, essi devono essere allontanati dall'area, e comunque in nessun modo possono interessare alvei e fasce spondali di rii o colatori. Le aree destinate al deposito temporaneo dei materiali di scotico e scavo e le aree di cantiere devono essere sistemate al termine dei lavori mediante interventi di rimodellamento morfologico e di ripristino vegetativo dei luoghi: i reinterri per la ricostruzione della morfologia circostante possono avvenire con i materiali di risulta degli sbancamenti, evitando pero' l'impiego di orizzonti limosi eventualmente incontrati durante gli scavi. Durante la fase esecutiva dovra' essere verificata la sussistenza del modello geologico e geotecnico ricostruito nella Relazione geologica e geotecnica allegata al progetto e interpellato il Geologo in relazione alle soluzioni progettuali approntate. Per la realizzazione di tutte le opere, gli scavi e i riporti dovranno essere ridotti al minimo indispensabile ed i mezzi d'opera dovranno utilizzare la viabilita' esistente, evitando scavi e riporti non strettamente inerenti il progetto. Tutti gli scavi, una volta chiusi, e tutte le superfici di scopertura dovranno essere sistemati in modo da impedire fenomeni di erosione superficiale. E' vietato rimuovere terrazzamenti, ciglionamenti, gradonamenti o muri a secco se non espressamente previsto nel progetto autorizzato. Si dovra' sistemare tempestivamente tutte le manifestazioni d'instabilita' causate dai lavori, dandone immediata comunicazione agli enti competenti per le valutazioni di spettanza. 28. Citta' metropolitana Torino: 28.1. Prevedere interventi di compensazione da attuarsi entro la Rete ecologica provinciale di cui alla tavola 3.1 del PTC2, privilegiando interventi di rinaturazione di cui al comma 5. lettera d), art. 47 delle NdA del PTC2, tenendo presente che nelle aree di pianura tali interventi consistono, in modo prioritario, nel rimboschimento e nella ricreazione di zone umide naturaliformi, fermo restando che non sono stati previsti specifici interventi di compensazione, ma unicamente opere di mitigazione, con la realizzazione di aree a verde laterali ed all'interno della struttura in progetto, con inerbimento e posa di specie arboree-arbustive lungo la fascia perifluviale della Dora Riparia. In fase esecutiva, qualora richiesto, si potra' in ogni caso procedere all'individuazione di un'area idonea sul territorio comunale o tra quelle individuate all'interno del Catalogo CIRCA predisposto dalla Citta' metropolitana di Torino sulla quale effettuare interventi di compensazione ambientale, ferma restando la relativa copertura finanziaria all'interno del quadro economico di progetto. 28.2 Adottare soluzioni progettuali che limitino le eventuali interferenze tra i tracciati ciclabili e l'opera in progetto, al fine di non pregiudicare la continuita', l'identita' e la riconoscibilita' degli itinerari di interesse nazionale, fermo restando che non sono previste interferenze con i tracciati ciclabili degli itinerari di interesse nazionale, con il mantenimento delle strade bianche esistenti anche nella porzione a valle dell'area di discarica. 28.3 Tutte le attivita' del cantiere devono essere esercitate applicando le migliori tecniche disponibili e, per le parti coerenti, secondo quanto previsto dall'allegato V alla parte quinta del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni, adottando in particolare tutte le misure atte a garantire il miglior contenimento delle emissioni diffuse. I cumuli di materiali polverulento, destinati all'utilizzo o alla rimozione, devono essere correttamente dimensionati e, compatibilmente con gli spazi disponibili e le strutture presenti, posti in zone al riparo dal vento. In caso di vento forte si dovranno sospendere temporaneamente le attivita' piu' critiche per lo sviluppo di emissioni di polveri e, ove necessario al fine di ridurne il trasporto ad opera dell'agente atmosferico, procedere alla bagnatura dei cumuli di deposito e stoccaggio particolarmente polverulenti o, in alternativa, procedere all'applicazione di teli di copertura zavorrati. I piazzali e le aree maggiormente soggette al transito di veicoli, compatibilmente con le lavorazioni svolte, devono essere adeguatamente irrigati al fine di evitare il sollevamento di polveri. In caso di impiego di sistemi di bagnatura mobili (autobotte o sistema analogo), gli stessi devono essere detenuti stabilmente presso lo stabilimento e sottoposti a regolare manutenzione. Deve inoltre essere evitato l'imbrattamento dei mezzi, adottando, ove necessario, adeguati sistemi di pulizia dei mezzi in uscita dallo stabilimento. Qualora si operi in condizioni di particolare arsura, il materiale in entrata nello stabilimento deve essere preventivamente irrorato con acqua affinche' abbia un tenore di umidita' sufficiente a limitare la diffusione di polveri. Durante il carico e lo scarico dei materiali nei e dai camion mediante mezzi d'opera, gli operatori devono adottare modalita' operative che minimizzino le altezze e le velocita' di caduta del materiale e conseguentemente la polverosita' prodotta. Devono, inoltre, essere minimizzate, per quanto possibile, le distanze di movimentazione del materiale. Qualora le fasi di carico e scarico dei mezzi avvengano in condizione di particolare arsura, occorre procedere alla bagnatura del materiale da movimentare. Deve essere imposto l'obbligo di riduzione della velocita' di transito da parte dei mezzi lungo strade, piste e piazzali dello stabilimento, mediante l'apposizione di idonea segnaletica. Per i camion in ingresso ed in uscita dallo stabilimento e' raccomandato l'impiego di teloni di copertura dei cassoni utilizzati per il trasporto. Tutti i presidi per il contenimento delle emissioni diffuse (sistemi di irrigazione fissi e mobili delle strade e dei cumuli, sistemi di nebulizzazione a servizio dei macchinari, barriere di confinamento dei macchinari, etc.) devono essere correttamente utilizzati e sottoposti a costante manutenzione. Tutti gli eventi di malfunzionamento delle suddette attrezzature, nonche' tutti gli interventi manutentivi, con le relative date, devono essere annotati su apposito registro che dovra' essere tenuto in stabilimento a disposizione degli enti preposti al controllo. Qualora le misure di mitigazione adottate non dovessero garantire il sufficiente contenimento delle emissioni diffuse, il gestore dovra' adottare le ulteriori misure di cui all'allegato V alla parte quinta del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni. 28.4 Produrre un elaborato specifico che espliciti meglio, anche sulla base della ubicazione delle discariche presenti e tramite planimetrie riportanti dettagli costruttivi in merito alle modifiche proposte, gli interventi che interesseranno l'area oggetto di intervento di bonifica, con particolare riferimento alle modifiche sulle strutture di capping, sul sistema di drenaggio delle acque meteoriche, sui presidi di estrazione del percolato, sul sistema di monitoraggio delle acque sotterranee. Detto elaborato dovrebbe anche riportare specifico riscontro in merito al rispetto delle prescrizioni riportate nella d.d. n. 77-8046/2016 del 6 aprile 2016 di certificazione, per quanto riguarda le aree sottoposte a messa in sicurezza permanente (capping). 28.5 Dovranno essere esplicitati maggiori dettagli in relazione alla provenienza degli scarichi ed i recapiti individuati al fine di potersi esprimere sulla fattibilita' degli stessi. Tutti gli scarichi idrici di acque reflue devono essere preventivamente autorizzati sia qualora recapitino in pubblica fognatura (esclusi i reflui domestici), che in recettori diversi (strati superficiali del sottosuolo, acque superficiali). Qualora nel corso della realizzazione dei lavori in argomento si attivassero attivita' indicate nell'art. 7 del D.P.G.R. n. 1/R/2006, dovra' essere redatto il piano di prevenzione e gestione delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne che dovra' essere oggetto di specifica e preventiva approvazione da parte dell'Autorita' competente. 29. Comune di Buttigliera Alta: 29.1. Il punto di ingresso posto all'inizio del Centro sara' progettato tenendo conto delle caratteristiche architettoniche dell'edificio principale. 29.2 Le tinteggiature dei prospetti dell'edificio principale verranno realizzate utilizzando le tonalita' delle terre. 29.3 Il manto di copertura delle torrette di controllo e dell'area di sosta guidatori verra' realizzato tenendo conto delle caratteristiche architettoniche de/l'edificio principale ovvero utilizzando tegole doppio coppo in laterizio in sostituzione delle lastre di pietra. 30. Agenzia interregionale per il fiume PO: 30.1 La recinzione perimetrale dovra' essere posta ad una distanza minima di 10 m dal ciglio superiore di sponda; dovra' essere mantenuta una fascia ripariale di ampiezza almeno pari a 10 m rispetto al ciglio superiore di sponda destra della Dora Riparia per tutto il tratto oggetto d'intervento fermo restando che tutte le opere in progetto sono previste all'interno della recinzione e della canaletta perimetrale esistenti lato F. Dora Riparia che delimitano l'area del capping e non risultano modificabili. 30.2 Integrare il rilievo topografico della sponda destra della Dora Riparia riportando anche le opere di difesa esistenti che dovranno essere rappresentate graficamente e dettagliate le caratteristiche tipologiche ed eventuali criticita'. 30.3 Posizionare il manufatto di scarico in modo tale da raccordarsi alla sponda destra e alle caratteristiche tipologiche delle opere di difesa con eventuali raccordi a monte ed a valle dello scarico stesso; dovranno essere inviati all'AIPO specifici elaborati di dettaglio dello scarico (relazione descrittiva, planimetria e sezioni d'alveo in corrispondenza dello stesso). L'opera stessa dovra' essere soggetta a specifica concessione regionale. 30.4 Tutte le opere previste in progetto da realizzarsi all'interno della fascia B della vigente Pianificazione di Bacino (P.A.I.), dovranno garantire il deflusso della piena di riferimento senza alterare gli effetti naturali ora presenti, il mantenimento delle condizioni di equilibrio dinamico dell'alveo, evitare una riduzione apprezzabile o una parzializzazione della capacita' di invaso e non dovranno tendere ad orientare la corrente verso opere idrauliche esistenti. 30.5 E' vietato formare accessi permanenti all'alveo, depositi permanenti in alveo o in prossimita' dello stesso, di materiali di risulta con modifica dell'altimetria dei luoghi e delle quote delle sponde. 30.6. E' vietata l'asportazione di materiale litoide dall'alveo. 30.7. Prendere informazioni in merito ad eventuali innalzamenti dei livelli idrometrici conseguenti agli eventi meteorici, fermo restando che rimane a carico del richiedente l'onere conseguente la sicurezza delle lavorazioni, ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2008 e successive modificazioni ed integrazioni, svincolando l'AIPO da qualunque responsabilita' anche in merito a danni conseguenti a piene del corso d'acqua. 30.8 Non dovranno in alcun modo essere rimosse o danneggiate le opere idrauliche gia' presenti in alveo o sulle sponde con funzione di protezione delle sponde stesse e delle zone golenali limitrofe; il proponente dovra' ripristinare, a tutte sue cure e spese, qualsiasi danno che dovesse derivare alle opere idrauliche e alle proprieta' demaniali, a seguito e durante l'esecuzione dei lavori. 30.9 Attuare in fase di esecuzione delle opere in oggetto ogni provvedimento che l'AIPO, in qualita' di Autorita' idraulica, riterra' opportuno adottare ai fini del buon regime idraulico del corso d'acqua, della salvaguardia delle proprieta' demaniali e delle opere idrauliche di competenza e per la garanzia della pubblica incolumita'. 30.10 Adattarsi alle mutate condizioni, anche successivamente all'esecuzione delle opere in oggetto, senza pretendere dall'AIPO indennizzi di sorta, per qualsiasi intervenuta disposizione legislativa o regolamentare, per qualsiasi esigenza idraulica, ivi comprese quelle derivanti da attivita' di protezione civile connesse ad eventuali fenomeni di piena. 30.11 L'accesso e l'utilizzo delle aree dovranno essere interdette in caso di allertamento per eventi metereologici avversi, che possano determinarne l'allagamento delle stesse, ferma restando la responsabilita' della fruizione in sicurezza delle aree oggetto di autorizzazione resta in ogni caso in capo al richiedente. 31 CONSEPI S.a.s.: 31.1 Al fine di garantire la continuita' aziendale di CONSEPI Telt e' autorizzata a corrispondere all'ente interferito per un periodo massimo di trentotto mesi, comunque non prorogabile, l'importo massimo di 10.983 euro/mese. I maggiori costi dovuti alla rilocalizzazione temporanea dovranno essere congruiti e certificati da ente terzo a cura di CONSEPI e corrisposti da TELT sulla base di una puntuale rendicontazione.