Allegato 1 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI COMITATO ANNO 2000 Ufficio esecutivo PIANO NAZIONALE DI CONTINUITA' ED EMERGENZA PER LA GESTIONE DEL PROBLEMA INFORMATICO DELL'ANNO 2000 (Y2k) Roma, 24 Novembre 1999 Premessa. Come noto, le calamita' che impattano sulla comunita' civile si presentano nella piu' parte dei casi inaspettativamente, con modalita' impreviste e in localita' sovente inimmaginabili; talora, invece, sono previste o prevedibili ma le relative previsioni non vengono prese in considerazione o si stima che la probabilita' del loro accadimento siatalmente bassa che non valga la pena di predisporre misure per attenuarne gli effetti, anche in riferimento al fatto che tali azioni comportano uno sforzo progettuale, realizzativo e finanziario spesso non indifferente. In ogni caso, tuttavia, ove la calamita' si verifichi, l'efficacia della sua gestione e l'attenuazione dei danni che puo' comportare dipendono in larga misura non solo dalle predisposizioni effettuate exante, ma anche dalla qualita', tempestivita', professionalita', organizzazione, armonizzazione e livello di coordinamento dei vari soggetti che intervengono expost per gestire le connesse emergenze e ripristinare la continuita' dei servizi essenziali alla comunita' civile. Il presente documento intente delineare un modello organizzativo per la gestione in Italia degli eventuali problemi che si dovessero verificare in occasione del cosidetto "Problema informatico dell'Anno 2000" (altresi' chiamato millennium bug o "Y2k"), consistente nella errata interpretazione da parte di sistemi informativi e di sistemi computerizzati di automazione industriale della codifica dell'anno con solo 2 cifre. Tale problema e' in una certa misura assimilabile ad una calamita', anche se prevista. Esso infatti puo' determinare il blocco o il malfunzionamento di servizi essenziali alla comunita' civile, produrre danni a persone o a cose, indurre effetti a catena in ragione dell'interconnessione delle reti industriali e commerciali, stimolare l'insorgere di comportamenti criminosi. Il presente documento, rappresenta l'aggiornamento al 31 ottobre 1999 del documento gia' presentato in data 8 settembre al Comitato dei Ministri e da questo approvato in data 14 ottobre. Esso costituisce il risultato di attivita' di approfondimento svolte nel mese di ottobre dall'Ufficio esecutivo del Comitato anno 2000, dal Ministero dell'interno, dalla Protezione civile, dagli altri Dicasteri interessati, nonche' dai soggetti che gestiscono infrastrutture di interesse nazionale. Esso, ovviamente, non intende sostituire le normative in essere presso i soggetti che istituzionalmente si occupano di calamita', di disservizi e di incidenti che interessano la comunita' civile, ma rappresenta una iniziativa, derivante da esperienze, prassi e lezioni apprese in evenienze similari, atta a convogliare in maniera organica gli sforzi di ciascun soggetto pubblico o privato verso la migliore gestione della nuova emergenza relativa al Problema informatico dell'anno 2000, al fine di minimizzarne gli eventuali danni diretti e indiretti. A tutti coloro (rappresentanti di istituzioni, rappresentanti di infrastrutture, componenti del Comitato anno 2000) che hanno intensamente collaborato alla produzione dei risultati, un commosso apprezzamento per il valore professionale e il senso di responsabilita' dimostrati. Il direttore tecnico: Leggio ------------ Introduzione. Una calamita' viene definita come un evento previsto o imprevisto che e' causa di danni anche irreparabili a persone, a cose e all'ambiente, i cui effetti - data la dimensione, estensione e l'intensita' dei disservizi e degli incidenti connessi all'evento calamitoso - non possono essere trattati con il consueto strumentario metodologico, organizzativo e con le medesime risorse di cui sono di norma dotati i servizi di emergenza e le autorita' locali. In taluni casi come ad esempio, per le industrie a rischio, e' possibile sia elaborare piani di prevenzione dei disservizi e degli incidenti, sia disporre di norme consolidate di cautela che riducono la probabilita' di accadimento dei disservizi e degli incidenti e di assunzione di decisioni errate in condizioni di emergenza, una volta che questi si sono verificati. Le calamita', peraltro (specie se impreviste o se imprevedibili per quanto riguarda i loro effetti come nel caso del Problema informatico dell'anno 2000), possono indurre conseguenze molto ampie sulla societa' civile, la cui gestione talora travalica le competenze e le strutture per l'emergenza delle autorita' locali e richiede risorse e capacita' di gestione piu' ampie ed intense. Sorge in tal caso la necessita' di una risposta coordinata, dove le competenze e le risorse delle autorita' locali siano adeguatamente supportate da competenze e risorse di autorita' centrali nell'ambito di un quadro armonico dove venga evitato sia il rischio della sovrapposizioni di attivita', sia il rischio di carenze, e dove siano esplicite le responsabilita' del coordinamento. Le azioni di gestione dell'emergenza e del ripristino della continuita' dei servizi devono quindi svolgersi in un contesto integrato predisposto in anticipo, dove le professionalita' di ciascun soggetto partecipante alla gestione dell'emergenza e al ripristino della continuita' dei servizi siano sfruttate al massimo. Gli obiettivi attesi da una risposta coordinata sono tesi a fornire un contributo al perseguimento degli obiettivi normalmente svolti dai soggetti istituzionalmente preposti alla gestione delle calamita' e precisamente a: bullet salvare vite umane; bullet alleviare le sofferenze; bullet prevenire fenomeni di "escalation" dei disservizi e degli incidenti; bullet salvaguardare l'ambiente; bullet proteggere i beni delle persone; bullet facilitare le attivita' di investigazione e l'opera della Magistratura; bullet mantenere ad un livello appropriato l'erogazione dei servizi infrastrutturali essenziali; bullet ripristinare al piu' presto le condizioni di normalita'; bullet promuovere le attivita' di reazione e autoricostruzione positiva da parte delle persone; bullet valutare l'efficacia delle azioni svolte al fine di migliorarle in futuro; bullet informare correttamente il pubblico. Tecniche di gestione dell'emergenza. L'esperienza riveniente dalla gestione di calamita' suggerisce talune buone pratiche riassumibili in quanto segue: bullet i piani di gestione dell'emergenza devono essere flessibili e non rigidi, in ragione del fatto che le calamita' possono avere accadimenti imprevisti e assumere modalita' impreviste; bullet quando si verifica una calamita', nello sviluppo del piano per la gestione dell'emergenza, bisogna dare priorita' alle azioni di risposta ai disservizi e agli incidenti connessi alla calamita' piuttosto che all'indagine delle cause per cui la calamita' si e' verificata; bullet la gestione dell'emergenza, per essere efficace, deve essere integrata nell'organizzazione che gestisce i disservizi e gli incidenti routinari e non sovrapporsi ad essa o soverchiarla; bullet le attivita' di ciascuna organizzazione devono essere integrate tra loro; bullet le varie organizzazioni o autorita' devono agire in maniera coordinata; bullet non esiste un modello universale di risposta alle calamita', in ragione dell'estrema variabilita' di esse: nella fattispecie trattata dal presente documento, e' pertanto necessario definire un modello organizzativo funzionale specifico per il Problema informatico dell'anno 2000; bullet il modo con cui si gestira' una emergenza dipende molto dalla valutazione che ne fornisce il servizio di emergenza locale che per primo interviene sul luogo dell'accaduto; bullet di norma, tale valutazione e' fornita dai servizi che gestiscono l'ordine pubblico o gli interventi (Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco o Guardia di finanza); bullet sul luogo dell'accaduto e' necessario stabilire un punto di coordinamento tra i vari soggetti interessati alla gestione dell'emergenza e al ripristino della continuita' dei servizi e che, di norma, e' affidato ad uno dei soggetti che gestiscono l'ordine pubblico o gli interventi; bullet ove necessario, il soggetto che gestisce il coordinamento istituisce un cordone di protezione dell'area dove si e' verificato l'incidente ed eventualmente un ulteriore cordone piu' ampio dove si realizzano tutte le attivita' di gestione dell'emergenza e del ripristino della continuita' dei servizi. In riferimento a quanto sopra indicato, alla particolarita' del Problema informatico dell'anno 2000, alla necessita' di coinvolgere tutti i soggetti addetti istituzionalmente alla trattazione dei disservizi e degli incidenti, delle emergenze e del ripristino della continuita' dei servizi, nonche' alle determinazioni assunte in merito da altri Paesi, e' stato concordato un "Modello funzionaleorganizzativo del Piano di continuita' ed emergenza" (successivamente chiamato il "Modello") esposto sotto forma di diagramma nell'interno del documento. Comando, controllo e coordinamento del Piano nazionale di continuita' ed emergenza. Al fine di massimizzare l'efficacia della gestione di eventuali disservizi e incidenti da ascrivere alla crisi informatica dell'anno 2000, i servizi di emergenza di tipo nazionale devono essere strettamente interconnessi con quelli locali e con tutti gli altri soggetti interessati. Il "Modello" e' stato ipotizzato per cogliere i seguenti obiettivi: bullet permettere a ciascun soggetto che opera nella gestione di ciascun incidente di tarare la propria azione di risposta ad una emergenza in modo coordinato con quella degli altri; bullet far si' che ciascun soggetto che opera nella gestione di ciascun incidente comprenda il proprio ruolo al fine di una risposta coordinata; bullet chiarire come i differenti livelli di comando, controllo e coordinamento interagiscono tra loro; bullet adottare un grado di flessibilita' coerente con le circostanze locali. Il "Modello" e' definito nel seguente modo: e' strutturato in tre livelli di comando, controllo e coordinamento: livello operativo, livello tattico e livello strategico. La necessita' di attivare tutti i livelli dipende dalla gravita' e dalla estensione del disservizio o dell'incidente occorso; di norma, tuttavia i disservizi e gli incidenti a causa della loro dimensione modesta sono trattati a livello operativo. Se un soggetto attiva il livello successivo (l'attivazione dei livelli avviene dal basso verso l'alto, secondo una tipica procedura di "escalation"), cio' deve riflettersi anche sugli altri soggetti. La definizione dei livelli pertanto serve per usare una terminologia comune e per orientarsi verso una organizzazione comune nei confronti della gestione dell'incidente. La contemporanea presenza sul luogo dell'incidente ed eventualmente nei livelli successivi di piu' soggetti porta naturalmente alla necessita' di una funzione di comando, controllo e coordinamento, coerente con il Sistema nazionale di protezione civile, come definito dalla legge n. 225/1992. Nel "Modello", le dipendenze verticali (di norma gerarchiche) e le dipendenze orizzontali (funzionali o gerarchiche) sono espresse graficamente da frecce la cui punta e' orientata verso il soggetto a cui compete il comando, il controllo e il coordinamento. Livello operativo. A livello operativo, viene attuata la gestione immediata del disservizio o dell'incidente. Al verificarsi essi, intervengono sul luogo dell'evento i servizi di emergenza i quali prendono le necessarie misure, valutano la estensione del problema riscontrato e agiscono a livello comunale e provinciale secondo responsabilita' precise definite dalla legge n. 225/1992. Alla gestione del problema concorrono i gestori dei servizi essenziali (energia, acqua, telecomunicazioni, ecc.) interessati, secondo le loro normali procedure standard di gestione dei disservizi e degli incidenti. Nel "Modello", i soggetti interessati a livello operativo sono di norma: bullet Vigili del fuoco; bullet Polizia di Stato; bullet Carabinieri; bullet Guardia di finanza; bullet Strutture comunali di polizia, vigilanza, ecc.; bullet Servizi locali di emergenza (ambulanze, ecc.); bullet Strutture sanitarie; bullet Infrastrutture locali (energia, telecomunicazioni, ecc.). A tali soggetti possono eventualmente aggiungersi i media locali, in dipendenza della gravita' del disservizio o dell'incidente. Ove l'estensione del problema fosse ampia, sara' tuttavia necessario attivare un livello di gestione superiore e cioe' il livello tattico. Livello tattico. A livello tattico, viene attuato un coordinamento tra i vari soggerti, si definisce un piano per stabilire le priorita' delle azioni e l'allocazione delle risorse, nonche' per definire la richiesta di eventuali risorse aggiuntive. Dato l'intervento di piu' soggetti, appartenenti a entita' diverse e' necessaria l'istituzione di un punto di controllo e di coordinamento dove si possano esplicare anche funzioni di comando. In riferimento alla problematica del problema informatico dell'anno 2000, tale funzione sara' espletata dal Sistema nazionale di protezione civile, e le relative informazioni saranno riportate alla unita' nazionale di crisi la quale si colleghera' con le unita' nazionali di crisi di altri paesi. Data la diffusione mondiale del problema informatico dell'anno 2000 infatti, informazioni su eventi similari e sulle tecniche adottate per gestirli potrebbero risultare molto utili. Nel "Modello", i soggetti interessati a livello tattico sono: bullet Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri; bullet La Segreteria speciale anno 2000 della Presidenza del Consiglio dei Ministri; bullet Le prefetture e i comitati provinciali per l'Euro e per il 2000 (CEP 2000); bullet I comuni; bullet Il livello tattico dei soggetti che hanno operato a livello operativo; bullet Le strutture sanitarie attrezzate per le emergenze; bullet Le infrastrutture a livello locale, provinciale e regionale; bullet I media regionali, provinciali e locali. Il "Focal point" del livello tattico e' costituito dal punto di coordinamento dove vengono esercitate, da parte dei livelli istituzionali individuati dalla legge n. 225/1992, le responsabilita' di comando, controllo e coordinamento, vengono assunte le decisioni a livello tattico, si stabiliscono i collegamenti con tutti i soggetti interessati, si gestisce la logistica, ecc. Ove si giudichi che le risorse e le capacita' di gestione dei soggetti coinvolti a livello tattico siano insufficienti, sara' necessario attivare il massimo livello di comando, controllo e coordinamento e cioe' il livello strategico. Livello strategico. E' il livello in cui si definisce il contesto in cui operano i livelli tattici e si prendono le decisioni fondamentali a livello Paese e i piani di ritorno alla normalita'. Fanno parte del livello strategico i seguenti soggetti: bullet Il Comitato dei Ministri che si avvale dell'Unita' nazionale di crisi collegata con le Unita' nazionali di crisi degli altri Paesi; bullet Il sistema di Coordinamento nazionale della protezione civile; bullet Il Comitato anno 2000, che si avvale del relativo ufficio esecutivo; bullet le Unita' nazionali istituzionali di crisi; bullet le Unita' nazionali di crisi delle infrastrutture (energia, telecomunicazioni, ecc.). Coordinamento, comando e controllo strategico. Il coordinamento, comando e controllo strategico si effettua tramite una rete organizzativa e comunicativa che fa capo a piu' entita' fondamentali: bullet Il Comitato dei Ministri che promuove e coordina l'assunzione delle decisioni; bullet L'Unita' nazionale di crisi, identificata nella sala operativa del Centro decisionale nazionale (CDN) della Presidenza del Consiglio, sito in Forte Braschi in Roma, che ha i seguenti compiti: a) raccogliere, filtrare, interpretare e valutare in termini di impatto i dati relativi alla situazione del Paese, tramutandoli in informazioni che possano consentire l'assunzione di decisioni; b) riportare alla sala situazioni le notizie rilevanti da trasmettere al Comitato dei Ministri o, eventualmente, al Presidente del Consiglio; bullet il sistema di Coordinamento della protezione civile, che espleta i compiti definiti dalla legge n. 225/1992; bullet la sala situazioni della Presidenza del Consiglio, sita in Palazzo Chigi in Roma, che ha il seguente compito: a) riportare le notizie rilevanti al Comitato dei Ministri o, eventualmente al Presidente del Consiglio; bullet le Unita' nazionali istituzionali e infrastrutturali di crisi, che hanno i seguenti compiti: a) informare i livelli decisionali competenti di ogni situazione meritevole di interesse strategico; b) assumere le iniziative che sono state definite a livello strategico. ----> Vedere MODELLO a pag. 27 della G.U. <---- Livelli di presidio durante il roll over. Ferme restando le iniziative per fronteggiare l'emergenza che saranno attuate dal Sistema nazionale di protezione civile, l'Unita' nazionale di crisi, la sala situazioni, e le Unita' nazionali istituzionali e infrastrutturali di crisi dovranno essere presidiate 24 ore su 24, a partire dalle ore 9 del 31 dicembre 1999, momento a partire dal quale e' stabilito il periodo di roll over, salvo diverse sopravvenute evenienze. I livelli di presidio saranno dismessi non appena sara' dichiarato il termine del periodo di roll over. Il termine del periodo di roll over sara' dichiarato dal Presidente del Consiglio, sentito il Comitato dei Ministri. Portavoce della Presidenza del Consiglio del ministri. Durante il periodo di roll over (ed eventualmente nei periodi antecedenti e susseguenti il periodo di roll over), la Presidenza del Consiglio si avvarra' di un portavoce, dedicato al problema informatico dell'anno 2000. Piano delle attivita'. Allo stato, il Piano delle attivita' e' il seguente: Entro il 31 ottobre: bullet implementazione tecnica del Piano; bullet identificazione e assegnazione delle risorse. In riferimento a tale scadenza, si registrano taluni ritardi: infatti, la definizione tecnica del Piano e' stata effettuata, ma l'implementazione tecnica ancora non e' iniziata; sono stati identificati i soggetti istituzionali e infrastrutturali che parteciperanno al Piano, ma ancora non sono state identificate le risorse umane. E' ancora da designare il responsabile del Piano nazionale di continuita' ed emergenza. Le riunioni di approfondimento hanno inoltre evidenziato talune carenze di analisi della continuita' di servizio a livello del sistema complessivo, che hanno generato attivita' atte a colmarle al piu' presto. Tali problematiche devono essere assolutunente risolte entro il 30 novembre p.v. Entro il 30 novembre: bullet test, verifiche e collaudi tecnicofunzionali del Piano. Entro il 30 dicembre: bullet messa in esercizio del Piano. Dalle ore 9 del 31 dicembre in poi: bullet inizio del periodo di roll over. Data da destinarsi: bullet dichiarazione della cessazione del periodo di roll over. Aggiornamenti del Piano nazionale di continuita' ed emer genza. Il presente Piano, a seguito delle implementazioni e arricchimenti conseguenti allo sviluppo delle attivita' previste, sara' verificato ai fini di eventuali aggiornamenti in corrispondenza delle seguenti date: a) 30 novembre 1999; b) 20 dicembre 1999. Infrastrutture di telecomunicazioni del Centro decisionale nazionale (CDN). Il Centro decisionale nazionale (CDN), collocato in Forte Braschi a Roma, e' la struttura in cui confluiscono tutte le informazioni disponibili, a livello nazionale e internazionale, su possibili inconvenienti dovuti al Millennium Bug. Nella CDN saranno presenti collegamenti con le varie fonti informative e risiedera', per tutta la durata dell'emergenza, un gruppo di esperti di istituzioni e infrastrutture che valutera' e analizzera' le informazioni ricevute, proporra' le azioni necessarie e attivera', se ritenuto necessario, il livello decisionale superiore, costituito dal Comitato dei Ministri. Dal Centro decisionale nazionale potranno essere impartite disposizioni a tutti gli organismi collegati, qualora l'insieme delle segnalazioni ricevute dovesse prefigurare l'insorgenza di problemi di rilevanza nazionale. Eventi di impatto limitato saranno gestiti dalle strutture territoriali competenti secondo modalita' e prassi vigenti; il CDN acquisira' tali informazioni solo a titolo informativo. Il sistema di collegamenti previsto, schematizzato nella figura esposta alla fine del documento, prevede quattro tipologie di collegamento: bullet linee protette (in cavedi proprietari e con criptazione dei segnali); bullet linee CDA (circuiti diretti analogici) con continuita' galvanica, quindi esenti da problemi legati al cambio di data; bullet ponti radio privati; bullet connessioni satellitari. Le linee protette consentono il collegamento: bullet alla sala situazioni di Palazzo Chigi, presidiata da funzionari che dovranno allertare il comitato dei Ministri, ove richiesto dal Gruppo di valutazione di Forte Braschi; bullet agli organismi militari della NATO. Sono collegate con circuiti diretti analogici le sale operative delle seguenti organizzazioni, che dispongono di reti e collegamenti proprietari: bullet Societa' autostrade, attraverso la cui rete, posata lungo le autostrade gestite in concessione e possibile raggiungere in voce tutti i caselli autostradali, presidiati 24 ore al giorno; bullet Societa' Albacom, attraverso le cui infrastrutture si accede alla rete di France Telecom per servizi voce e dati; bullet Societa' Wind, attraverso le cui infrastrutture si accede alla rete fissa privata dell'ENEL e alla rete di British Telecom per servizi voce e dati; bullet Ferrovie dello Stato, attraverso la cui rete, posata lungo le strade ferrate, e possibile raggiungere in voce tutti le stazioni italiane, presidiate 24 ore al giorno; bullet Societa' Telecom Italia mobile, che gestisce oltre 17 milioni di utenze di radiomobile; bullet Societa' Telecom Italia, che gestisce oltre 25 milioni di utenti di telefonia fissa. Le postazioni di cui sopra, sono gestite da personale delle singole societa' che ne assicura il presidio per tutta la durata del periodo di emergenza. Sono collegate con ponti radio privati le sale operative delle seguenti organizzazioni: bullet Ministero degli interni, attraverso il quale si accede, sempre tramite ponti radio proprietari, alle prefetture, le questure e alcuni commissariati; bullet Arma dei carabinieri, in contatto con tutte le diramazioni territoriali, fisse e mobili, attraverso ponti radio privati; bullet Guardia di finanza, in contatto con tutte le diramazioni territoriali, fisse e mobili, attraverso ponti radio privati; bullet Guardia costiera, che dispone di una propria rete che collega tutte le capitanerie di porto; bullet Societa' SNAM, in contatto, attraverso il sistema PMR privato, con il Centro di dispacciamento di Milano e le Stazioni di distribuzione del metano in tutta Italia e in Algeria; bullet Societa' ENEL, in contatto, attraverso il proprio sistema RIAM, con tutte le centrali di produzione e distribuzione dell'energia elettrica in Italia; bullet RAI, in contatto, attraverso propri ponti radio, con tutti i trasmettitori radiotelevisivi funzionanti in Italia. Le postazioni di cui sopra sono realizzate utilizzando terminali radio istallati presso la struttura del CDN e gestiti da personale delle singole organizzazioni o societa' che ne assicura il presidio per tutta la durata del periodo di emergenza. Sono collegate con collegamento satellitare (Globastar) le sale operative delle seguenti organizzazioni: bullet Ministero degli affari esteri, che ha attivato un collegamento voce e dati con numerose ambasciate e consolati di Paesi in via di sviluppo (particolarmente critici per gli effetti del (Millennium Bug), via Inmarsat; bullet Azienda elettrica municipale di Milano, responsabile dell'erogazione di elettricita' e acqua nel comune di Milano; bullet Azienda elettrica municipale di Torino, responsabile dell'erogazione di elettricita' e acqua nel comune di Torino; bullet ACEA di Roma, responsabile dell'erogazione di elettricita' e acqua nel comune di Roma; bullet Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV), responsabile del controllo del traffico aereo e in stretto collegamento con analoghi organismi stranieri; bullet Ente nazionale aviazione civile (ENAC), responsabile del controllo della rete aeroportuale e in stretto collegamento con analoghi organismi stranieri; bullet Societa' Omnitel, che gestisce oltre 8 milioni di utenze di radiomobile; bullet Aeroporti di Milano (SEA), che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa; bullet Aeroporti di Roma (ADR), che gestisce gli aeroporti di Roma Ciampino e di Roma Fiumicino; bullet Agenzia nazionale protezione ambiente (ANPA), che gestisce la sicurezza degli impianti nucleari italiani, e' in contatto in realtime con analoghi organismi esteri, ed e' in grado di fornire indicazioni specialistiche; bullet Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di disporre di un ulteriore backup della linea protetta; bullet Protezione Civile, per coordinare interventi specifici, anche non dipendenti dal Millennium Bug; bullet CCISS, per ottenere informazioni tempestive sullo stato della circolazione stradale anche al di fuori del sistema autostradale gestito dalla Societa' autostrade. I collegamenti di cui sopra, sono realizzati mediante telefoni satellitari che utilizzano la costellazione Globalstar (a bassa quota, LEO); la distanza dei punti terminali terrestri e' tale da consentire il collegamento ad un unico satellite in ogni istante; quindi non c'e' alcun coinvolgimento di infrastrutture terrestri fisse. Nei locali del CDN saranno istallati due telefoni satellitari, dotati di antenna esterna, mentre, in ciascuna delle sale operative delle organizzazioni o enti indicati, sara' istallato un telefono satellitare dotato di antenna esterna. Non e' quindi previsto il presidio, presso la struttura del CDN, di personale delle suddette organizzazioni o enti. ----> Vedere MODELLI da pag. 29 a pag. 30 della G.U. <----