(all. 1 - art. 1)
                                                           Allegato 1
                             PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
                         COMITATO ANNO 2000
                          Ufficio esecutivo
                   PIANO NAZIONALE DI CONTINUITA'
                    ED EMERGENZA PER LA GESTIONE
                      DEL PROBLEMA INFORMATICO
                        DELL'ANNO 2000 (Y2k)
                       Roma, 24 Novembre 1999
Premessa.
  Come noto,  le calamita'  che impattano  sulla comunita'  civile si
presentano  nella   piu'  parte  dei  casi   inaspettativamente,  con
modalita' impreviste  e in localita' sovente  inimmaginabili; talora,
invece, sono  previste o  prevedibili ma  le relative  previsioni non
vengono prese  in considerazione o  si stima che la  probabilita' del
loro  accadimento  siatalmente  bassa  che   non  valga  la  pena  di
predisporre misure  per attenuarne gli effetti,  anche in riferimento
al  fatto   che  tali  azioni  comportano   uno  sforzo  progettuale,
realizzativo e finanziario spesso non indifferente.
  In ogni caso, tuttavia, ove  la calamita' si verifichi, l'efficacia
della sua  gestione e  l'attenuazione dei  danni che  puo' comportare
dipendono in  larga misura non solo  dalle predisposizioni effettuate
exante,  ma anche  dalla  qualita', tempestivita',  professionalita',
organizzazione, armonizzazione  e livello  di coordinamento  dei vari
soggetti che intervengono expost per  gestire le connesse emergenze e
ripristinare  la continuita'  dei servizi  essenziali alla  comunita'
civile.
  Il presente  documento intente  delineare un  modello organizzativo
per la gestione  in Italia degli eventuali problemi  che si dovessero
verificare in occasione del cosidetto "Problema informatico dell'Anno
2000" (altresi'  chiamato millennium bug o  "Y2k"), consistente nella
errata interpretazione da  parte di sistemi informativi  e di sistemi
computerizzati  di automazione  industriale della  codifica dell'anno
con solo 2 cifre.
  Tale problema e' in una certa misura assimilabile ad una calamita',
anche  se prevista.  Esso infatti  puo'  determinare il  blocco o  il
malfunzionamento  di   servizi  essenziali  alla   comunita'  civile,
produrre  danni a  persone  o a  cose, indurre  effetti  a catena  in
ragione dell'interconnessione  delle reti industriali  e commerciali,
stimolare l'insorgere di comportamenti criminosi.
  Il presente  documento, rappresenta  l'aggiornamento al  31 ottobre
1999 del  documento gia' presentato  in data 8 settembre  al Comitato
dei  Ministri  e  da  questo  approvato  in  data  14  ottobre.  Esso
costituisce il  risultato di attivita' di  approfondimento svolte nel
mese di  ottobre dall'Ufficio esecutivo  del Comitato anno  2000, dal
Ministero   dell'interno,  dalla   Protezione  civile,   dagli  altri
Dicasteri   interessati,   nonche'   dai  soggetti   che   gestiscono
infrastrutture di interesse nazionale.
  Esso,  ovviamente, non  intende sostituire  le normative  in essere
presso i soggetti che istituzionalmente  si occupano di calamita', di
disservizi e  di incidenti  che interessano  la comunita'  civile, ma
rappresenta una iniziativa, derivante da esperienze, prassi e lezioni
apprese in evenienze similari, atta a convogliare in maniera organica
gli sforzi di  ciascun soggetto pubblico o privato  verso la migliore
gestione  della  nuova  emergenza relativa  al  Problema  informatico
dell'anno 2000, al fine di minimizzarne gli eventuali danni diretti e
indiretti.
  A tutti  coloro (rappresentanti  di istituzioni,  rappresentanti di
infrastrutture,  componenti   del  Comitato  anno  2000)   che  hanno
intensamente collaborato  alla produzione dei risultati,  un commosso
apprezzamento   per   il  valore   professionale   e   il  senso   di
responsabilita' dimostrati.
                                         Il direttore tecnico: Leggio
                             ------------
Introduzione.
  Una calamita' viene  definita come un evento  previsto o imprevisto
che  e'  causa di  danni  anche  irreparabili  a  persone, a  cose  e
all'ambiente,  i  cui effetti  -  data  la dimensione,  estensione  e
l'intensita'  dei disservizi  e degli  incidenti connessi  all'evento
calamitoso - non possono essere trattati con il consueto strumentario
metodologico, organizzativo e con le  medesime risorse di cui sono di
norma dotati i servizi di emergenza e le autorita' locali.
  In taluni  casi come  ad esempio,  per le  industrie a  rischio, e'
possibile sia elaborare  piani di prevenzione dei  disservizi e degli
incidenti, sia disporre di norme  consolidate di cautela che riducono
la probabilita' di accadimento dei  disservizi e degli incidenti e di
assunzione di decisioni errate in  condizioni di emergenza, una volta
che questi si sono verificati.
  Le calamita', peraltro (specie se impreviste o se imprevedibili per
quanto riguarda i loro effetti come nel caso del Problema informatico
dell'anno  2000),  possono  indurre  conseguenze  molto  ampie  sulla
societa' civile, la cui gestione  talora travalica le competenze e le
strutture per l'emergenza delle autorita' locali e richiede risorse e
capacita' di gestione piu' ampie ed intense.
  Sorge in tal caso la necessita' di una risposta coordinata, dove le
competenze e  le risorse  delle autorita' locali  siano adeguatamente
supportate da competenze e  risorse di autorita' centrali nell'ambito
di  un  quadro armonico  dove  venga  evitato  sia il  rischio  della
sovrapposizioni di attivita', sia il rischio di carenze, e dove siano
esplicite le responsabilita' del coordinamento.
  Le  azioni  di  gestione  dell'emergenza  e  del  ripristino  della
continuita'  dei  servizi  devono  quindi svolgersi  in  un  contesto
integrato  predisposto  in  anticipo,  dove  le  professionalita'  di
ciascun  soggetto  partecipante  alla gestione  dell'emergenza  e  al
ripristino della continuita' dei servizi siano sfruttate al massimo.
  Gli obiettivi attesi da una risposta coordinata sono tesi a fornire
un contributo al perseguimento degli obiettivi normalmente svolti dai
soggetti istituzionalmente  preposti alla gestione delle  calamita' e
precisamente a:
  bullet salvare vite umane;
  bullet alleviare le sofferenze;
  bullet prevenire  fenomeni di  "escalation" dei disservizi  e degli
incidenti;
  bullet salvaguardare l'ambiente;
  bullet proteggere i beni delle persone;
  bullet facilitare  le attivita'  di investigazione e  l'opera della
Magistratura;
  bullet mantenere ad un livello appropriato l'erogazione dei servizi
infrastrutturali essenziali;
  bullet ripristinare al piu' presto le condizioni di normalita';
  bullet  promuovere le  attivita'  di  reazione e  autoricostruzione
positiva da parte delle persone;
  bullet  valutare  l'efficacia  delle   azioni  svolte  al  fine  di
migliorarle in futuro;
  bullet informare correttamente il pubblico.
Tecniche di gestione dell'emergenza.
  L'esperienza  riveniente  dalla  gestione di  calamita'  suggerisce
talune buone pratiche riassumibili in quanto segue:
  bullet i piani di  gestione dell'emergenza devono essere flessibili
e non  rigidi, in ragione  del fatto  che le calamita'  possono avere
accadimenti imprevisti e assumere modalita' impreviste;
  bullet quando si  verifica una calamita', nello  sviluppo del piano
per la gestione dell'emergenza, bisogna dare priorita' alle azioni di
risposta  ai  disservizi e  agli  incidenti  connessi alla  calamita'
piuttosto che  all'indagine delle  cause per cui  la calamita'  si e'
verificata;
  bullet la gestione dell'emergenza, per essere efficace, deve essere
integrata  nell'organizzazione  che  gestisce   i  disservizi  e  gli
incidenti routinari e non sovrapporsi ad essa o soverchiarla;
  bullet  le  attivita'  di  ciascuna  organizzazione  devono  essere
integrate tra loro;
  bullet le varie organizzazioni o  autorita' devono agire in maniera
coordinata;
  bullet non esiste un modello universale di risposta alle calamita',
in  ragione  dell'estrema  variabilita' di  esse:  nella  fattispecie
trattata dal  presente documento, e' pertanto  necessario definire un
modello   organizzativo   funzionale   specifico  per   il   Problema
informatico dell'anno 2000;
  bullet  il modo  con cui  si gestira'  una emergenza  dipende molto
dalla valutazione che ne fornisce il servizio di emergenza locale che
per primo interviene sul luogo dell'accaduto;
  bullet  di  norma, tale  valutazione  e'  fornita dai  servizi  che
gestiscono l'ordine pubblico o  gli interventi (Polizia, Carabinieri,
Vigili del fuoco o Guardia di finanza);
  bullet sul luogo dell'accaduto e'  necessario stabilire un punto di
coordinamento  tra   i  vari   soggetti  interessati   alla  gestione
dell'emergenza e al  ripristino della continuita' dei  servizi e che,
di norma,  e' affidato  ad uno dei  soggetti che  gestiscono l'ordine
pubblico o gli interventi;
  bullet ove  necessario, il  soggetto che gestisce  il coordinamento
istituisce un cordone  di protezione dell'area dove  si e' verificato
l'incidente ed eventualmente un ulteriore  cordone piu' ampio dove si
realizzano  tutte  le  attivita'  di gestione  dell'emergenza  e  del
ripristino della continuita' dei servizi.
  In  riferimento a  quanto sopra  indicato, alla  particolarita' del
Problema informatico  dell'anno 2000, alla necessita'  di coinvolgere
tutti  i  soggetti  addetti istituzionalmente  alla  trattazione  dei
disservizi e degli incidenti, delle  emergenze e del ripristino della
continuita'  dei  servizi,  nonche' alle  determinazioni  assunte  in
merito   da   altri   Paesi,   e'  stato   concordato   un   "Modello
funzionaleorganizzativo  del  Piano   di  continuita'  ed  emergenza"
(successivamente  chiamato  il  "Modello")  esposto  sotto  forma  di
diagramma nell'interno del documento.
  Comando,  controllo   e  coordinamento   del  Piano   nazionale  di
continuita' ed emergenza.
  Al  fine di  massimizzare l'efficacia  della gestione  di eventuali
disservizi e incidenti da  ascrivere alla crisi informatica dell'anno
2000,  i  servizi  di  emergenza  di  tipo  nazionale  devono  essere
strettamente interconnessi  con quelli locali  e con tutti  gli altri
soggetti interessati.
  Il "Modello" e' stato ipotizzato per cogliere i seguenti obiettivi:
  bullet permettere  a ciascun soggetto  che opera nella  gestione di
ciascun  incidente di  tarare la  propria azione  di risposta  ad una
emergenza in modo coordinato con quella degli altri;
  bullet far  si' che  ciascun soggetto che  opera nella  gestione di
ciascun incidente comprenda il proprio  ruolo al fine di una risposta
coordinata;
  bullet chiarire come  i differenti livelli di  comando, controllo e
coordinamento interagiscono tra loro;
  bullet  adottare   un  grado  di  flessibilita'   coerente  con  le
circostanze locali.
   Il "Modello" e' definito nel seguente modo:
  e'   strutturato   in  tre   livelli   di   comando,  controllo   e
coordinamento:   livello  operativo,   livello   tattico  e   livello
strategico. La necessita'  di attivare tutti i  livelli dipende dalla
gravita' e dalla estensione del disservizio o dell'incidente occorso;
di norma,  tuttavia i disservizi e  gli incidenti a causa  della loro
dimensione modesta sono trattati a livello operativo.
  Se  un soggetto  attiva  il livello  successivo (l'attivazione  dei
livelli avviene dal basso verso  l'alto, secondo una tipica procedura
di "escalation"),  cio' deve riflettersi anche  sugli altri soggetti.
La definizione dei livelli pertanto  serve per usare una terminologia
comune e per orientarsi verso una organizzazione comune nei confronti
della gestione dell'incidente.
  La contemporanea presenza sul luogo dell'incidente ed eventualmente
nei  livelli  successivi di  piu'  soggetti  porta naturalmente  alla
necessita'  di una  funzione di  comando, controllo  e coordinamento,
coerente con il Sistema nazionale di protezione civile, come definito
dalla legge n. 225/1992.
  Nel "Modello", le dipendenze verticali  (di norma gerarchiche) e le
dipendenze  orizzontali  (funzionali  o  gerarchiche)  sono  espresse
graficamente da frecce la cui punta  e' orientata verso il soggetto a
cui compete il comando, il controllo e il coordinamento.
 Livello operativo.
  A  livello  operativo,  viene  attuata la  gestione  immediata  del
disservizio o dell'incidente.
  Al verificarsi  essi, intervengono sul luogo  dell'evento i servizi
di  emergenza i  quali  prendono le  necessarie  misure, valutano  la
estensione del problema  riscontrato e agiscono a  livello comunale e
provinciale secondo  responsabilita' precise definite dalla  legge n.
225/1992.
  Alla  gestione  del  problema  concorrono  i  gestori  dei  servizi
essenziali  (energia,  acqua, telecomunicazioni,  ecc.)  interessati,
secondo le loro normali procedure standard di gestione dei disservizi
e degli incidenti.
  Nel "Modello", i  soggetti interessati a livello  operativo sono di
norma:
  bullet Vigili del fuoco;
  bullet Polizia di Stato;
  bullet Carabinieri;
  bullet Guardia di finanza;
  bullet Strutture comunali di polizia, vigilanza, ecc.;
  bullet Servizi locali di emergenza (ambulanze, ecc.);
  bullet Strutture sanitarie;
  bullet Infrastrutture locali (energia, telecomunicazioni, ecc.).
  A tali  soggetti possono eventualmente aggiungersi  i media locali,
in dipendenza della gravita' del disservizio o dell'incidente.
  Ove  l'estensione   del  problema   fosse  ampia,   sara'  tuttavia
necessario  attivare un  livello  di gestione  superiore  e cioe'  il
livello tattico.
 Livello tattico.
  A  livello  tattico, viene  attuato  un  coordinamento tra  i  vari
soggerti,  si definisce  un piano  per stabilire  le priorita'  delle
azioni  e  l'allocazione  delle  risorse,  nonche'  per  definire  la
richiesta di eventuali risorse aggiuntive.
  Dato l'intervento di piu'  soggetti, appartenenti a entita' diverse
e'  necessaria   l'istituzione  di  un   punto  di  controllo   e  di
coordinamento dove si possano esplicare anche funzioni di comando.
  In riferimento alla problematica del problema informatico dell'anno
2000,  tale  funzione  sara'   espletata  dal  Sistema  nazionale  di
protezione civile, e le  relative informazioni saranno riportate alla
unita'  nazionale di  crisi la  quale  si colleghera'  con le  unita'
nazionali di  crisi di altri  paesi. Data la diffusione  mondiale del
problema informatico  dell'anno 2000 infatti, informazioni  su eventi
similari e sulle tecniche  adottate per gestirli potrebbero risultare
molto utili.
  Nel "Modello", i soggetti interessati a livello tattico sono:
  bullet Dipartimento  della protezione  civile della  Presidenza del
Consiglio dei Ministri;
  bullet  La  Segreteria  speciale  anno 2000  della  Presidenza  del
Consiglio dei Ministri;
  bullet Le prefetture  e i comitati provinciali per l'Euro  e per il
2000 (CEP 2000);
  bullet I comuni;
  bullet Il livello tattico dei  soggetti che hanno operato a livello
operativo;
  bullet Le strutture sanitarie attrezzate per le emergenze;
  bullet Le infrastrutture a livello locale, provinciale e regionale;
  bullet I media regionali, provinciali e locali.
  Il "Focal  point" del  livello tattico e'  costituito dal  punto di
coordinamento  dove   vengono  esercitate,   da  parte   dei  livelli
istituzionali individuati dalla legge n. 225/1992, le responsabilita'
di comando, controllo e coordinamento, vengono assunte le decisioni a
livello tattico, si stabiliscono i  collegamenti con tutti i soggetti
interessati, si gestisce la logistica, ecc.
  Ove  si giudichi  che le  risorse e  le capacita'  di gestione  dei
soggetti  coinvolti  a  livello tattico  siano  insufficienti,  sara'
necessario  attivare  il  massimo  livello di  comando,  controllo  e
coordinamento e cioe' il livello strategico.
 Livello strategico.
  E' il  livello in  cui si  definisce il contesto  in cui  operano i
livelli tattici  e si  prendono le  decisioni fondamentali  a livello
Paese e i piani di ritorno alla normalita'.
   Fanno parte del livello strategico i seguenti soggetti:
  bullet Il Comitato dei Ministri che si avvale dell'Unita' nazionale
di  crisi collegata  con le  Unita'  nazionali di  crisi degli  altri
Paesi;
  bullet  Il  sistema  di Coordinamento  nazionale  della  protezione
civile;
  bullet Il  Comitato anno 2000,  che si avvale del  relativo ufficio
esecutivo;
  bullet le Unita' nazionali istituzionali di crisi;
  bullet le Unita' nazionali  di crisi delle infrastrutture (energia,
telecomunicazioni, ecc.).
Coordinamento, comando e controllo strategico.
  Il  coordinamento,  comando  e  controllo  strategico  si  effettua
tramite  una rete  organizzativa e  comunicativa che  fa capo  a piu'
entita' fondamentali:
  bullet   Il  Comitato   dei  Ministri   che  promuove   e  coordina
l'assunzione delle decisioni;
  bullet  L'Unita'  nazionale  di   crisi,  identificata  nella  sala
operativa del Centro decisionale nazionale (CDN) della Presidenza del
Consiglio, sito in Forte Braschi in Roma, che ha i seguenti compiti:
  a)  raccogliere, filtrare,  interpretare e  valutare in  termini di
impatto i  dati relativi alla  situazione del Paese,  tramutandoli in
informazioni che possano consentire l'assunzione di decisioni;
  b)  riportare   alla  sala  situazioni  le   notizie  rilevanti  da
trasmettere al Comitato dei  Ministri o, eventualmente, al Presidente
del Consiglio;
  bullet  il sistema  di Coordinamento  della protezione  civile, che
espleta i compiti definiti dalla legge n. 225/1992;
  bullet la sala  situazioni della Presidenza del  Consiglio, sita in
Palazzo Chigi in Roma, che ha il seguente compito:
  a)  riportare le  notizie  rilevanti al  Comitato  dei Ministri  o,
eventualmente al Presidente del Consiglio;
  bullet  le Unita'  nazionali  istituzionali  e infrastrutturali  di
crisi, che hanno i seguenti compiti:
  a) informare  i livelli  decisionali competenti di  ogni situazione
meritevole di interesse strategico;
  b)  assumere  le  iniziative  che sono  state  definite  a  livello
strategico.
----> Vedere MODELLO a pag. 27 della G.U. <----
Livelli di presidio durante il roll over.
  Ferme  restando  le  iniziative per  fronteggiare  l'emergenza  che
saranno attuate dal Sistema  nazionale di protezione civile, l'Unita'
nazionale  di  crisi,  la  sala situazioni,  e  le  Unita'  nazionali
istituzionali e infrastrutturali di  crisi dovranno essere presidiate
24 ore su 24,  a partire dalle ore 9 del 31  dicembre 1999, momento a
partire dal quale e' stabilito il periodo di roll over, salvo diverse
sopravvenute evenienze.
  I livelli di presidio saranno  dismessi non appena sara' dichiarato
il termine del periodo di roll over.
  Il termine del periodo di roll over sara' dichiarato dal Presidente
del Consiglio, sentito il Comitato dei Ministri.
Portavoce della Presidenza del Consiglio del ministri.
  Durante  il periodo  di  roll over  (ed  eventualmente nei  periodi
antecedenti e susseguenti il periodo di roll over), la Presidenza del
Consiglio  si   avvarra'  di  un  portavoce,   dedicato  al  problema
informatico dell'anno 2000.
Piano delle attivita'.
   Allo stato, il Piano delle attivita' e' il seguente:
   Entro il 31 ottobre:
  bullet implementazione tecnica del Piano;
  bullet identificazione e assegnazione delle risorse.
  In  riferimento  a tale  scadenza,  si  registrano taluni  ritardi:
infatti, la  definizione tecnica  del Piano  e' stata  effettuata, ma
l'implementazione  tecnica   ancora  non  e'  iniziata;   sono  stati
identificati   i  soggetti   istituzionali  e   infrastrutturali  che
parteciperanno al  Piano, ma  ancora non  sono state  identificate le
risorse  umane. E'  ancora  da designare  il  responsabile del  Piano
nazionale di continuita' ed emergenza. Le riunioni di approfondimento
hanno inoltre evidenziato talune carenze di analisi della continuita'
di servizio  a livello  del sistema  complessivo, che  hanno generato
attivita' atte a  colmarle al piu' presto.  Tali problematiche devono
essere assolutunente risolte entro il 30 novembre p.v.
   Entro il 30 novembre:
  bullet test, verifiche e collaudi tecnicofunzionali del Piano.
   Entro il 30 dicembre:
  bullet messa in esercizio del Piano.
   Dalle ore 9 del 31 dicembre in poi:
  bullet inizio del periodo di roll over.
   Data da destinarsi:
  bullet dichiarazione della cessazione del periodo di roll over.
  Aggiornamenti del Piano nazionale di continuita' ed emer genza.
  Il presente Piano, a  seguito delle implementazioni e arricchimenti
conseguenti allo sviluppo delle  attivita' previste, sara' verificato
ai fini  di eventuali aggiornamenti in  corrispondenza delle seguenti
date:
     a) 30 novembre 1999;
     b) 20 dicembre 1999.
  Infrastrutture   di   telecomunicazioni  del   Centro   decisionale
nazionale (CDN).
  Il Centro decisionale nazionale (CDN), collocato in Forte Braschi a
Roma,  e' la  struttura  in cui  confluiscono  tutte le  informazioni
disponibili,  a  livello  nazionale e  internazionale,  su  possibili
inconvenienti dovuti al Millennium Bug.
  Nella  CDN  saranno  presenti   collegamenti  con  le  varie  fonti
informative  e risiedera',  per  tutta la  durata dell'emergenza,  un
gruppo di  esperti di  istituzioni e  infrastrutture che  valutera' e
analizzera' le informazioni ricevute,  proporra' le azioni necessarie
e  attivera',   se  ritenuto   necessario,  il   livello  decisionale
superiore, costituito dal Comitato dei Ministri.
  Dal   Centro  decisionale   nazionale  potranno   essere  impartite
disposizioni a tutti gli organismi collegati, qualora l'insieme delle
segnalazioni ricevute dovesse prefigurare l'insorgenza di problemi di
rilevanza nazionale.
  Eventi  di   impatto  limitato  saranno  gestiti   dalle  strutture
territoriali competenti  secondo modalita'  e prassi vigenti;  il CDN
acquisira' tali informazioni solo a titolo informativo.
  Il  sistema di  collegamenti previsto,  schematizzato nella  figura
esposta  alla  fine  del  documento,  prevede  quattro  tipologie  di
collegamento:
  bullet linee protette (in cavedi  proprietari e con criptazione dei
segnali);
  bullet  linee  CDA  (circuiti diretti  analogici)  con  continuita'
galvanica, quindi esenti da problemi legati al cambio di data;
  bullet ponti radio privati;
  bullet connessioni satellitari.
   Le linee protette consentono il collegamento:
  bullet  alla  sala  situazioni  di  Palazzo  Chigi,  presidiata  da
funzionari  che  dovranno allertare  il  comitato  dei Ministri,  ove
richiesto dal Gruppo di valutazione di Forte Braschi;
  bullet agli organismi militari della NATO.
  Sono  collegate con  circuiti diretti  analogici le  sale operative
delle seguenti organizzazioni, che  dispongono di reti e collegamenti
proprietari:
  bullet Societa' autostrade, attraverso la cui rete, posata lungo le
autostrade  gestite in  concessione e  possibile raggiungere  in voce
tutti i caselli autostradali, presidiati 24 ore al giorno;
  bullet Societa' Albacom, attraverso le cui infrastrutture si accede
alla rete di France Telecom per servizi voce e dati;
  bullet Societa'  Wind, attraverso  le cui infrastrutture  si accede
alla rete fissa privata dell'ENEL e  alla rete di British Telecom per
servizi voce e dati;
  bullet Ferrovie dello  Stato, attraverso la cui  rete, posata lungo
le strade ferrate, e possibile  raggiungere in voce tutti le stazioni
italiane, presidiate 24 ore al giorno;
  bullet  Societa'  Telecom  Italia  mobile, che  gestisce  oltre  17
milioni di utenze di radiomobile;
  bullet Societa'  Telecom Italia, che  gestisce oltre 25  milioni di
utenti di telefonia fissa.
  Le postazioni di cui sopra, sono gestite da personale delle singole
societa' che ne assicura il presidio  per tutta la durata del periodo
di emergenza.
  Sono  collegate con  ponti radio  privati le  sale operative  delle
seguenti organizzazioni:
  bullet  Ministero degli  interni,  attraverso il  quale si  accede,
sempre tramite ponti radio  proprietari, alle prefetture, le questure
e alcuni commissariati;
  bullet Arma dei  carabinieri, in contatto con  tutte le diramazioni
territoriali, fisse e mobili, attraverso ponti radio privati;
  bullet Guardia  di finanza,  in contatto  con tutte  le diramazioni
territoriali, fisse e mobili, attraverso ponti radio privati;
  bullet  Guardia  costiera, che  dispone  di  una propria  rete  che
collega tutte le capitanerie di porto;
  bullet  Societa'  SNAM,  in  contatto, attraverso  il  sistema  PMR
privato, con il  Centro di dispacciamento di Milano e  le Stazioni di
distribuzione del metano in tutta Italia e in Algeria;
  bullet Societa'  ENEL, in  contatto, attraverso il  proprio sistema
RIAM,   con  tutte   le  centrali   di  produzione   e  distribuzione
dell'energia elettrica in Italia;
  bullet RAI, in contatto, attraverso propri ponti radio, con tutti i
trasmettitori radiotelevisivi funzionanti in Italia.
  Le postazioni  di cui  sopra sono realizzate  utilizzando terminali
radio istallati  presso la struttura  del CDN e gestiti  da personale
delle singole organizzazioni  o societa' che ne  assicura il presidio
per tutta la durata del periodo di emergenza.
  Sono  collegate con  collegamento satellitare  (Globastar) le  sale
operative delle seguenti organizzazioni:
  bullet  Ministero   degli  affari   esteri,  che  ha   attivato  un
collegamento voce e dati con numerose ambasciate e consolati di Paesi
in  via di  sviluppo  (particolarmente critici  per  gli effetti  del
(Millennium Bug), via Inmarsat;
  bullet  Azienda   elettrica  municipale  di   Milano,  responsabile
dell'erogazione di elettricita' e acqua nel comune di Milano;
  bullet  Azienda   elettrica  municipale  di   Torino,  responsabile
dell'erogazione di elettricita' e acqua nel comune di Torino;
  bullet ACEA di Roma, responsabile dell'erogazione di elettricita' e
acqua nel comune di Roma;
  bullet Ente  nazionale di  assistenza al volo  (ENAV), responsabile
del  controllo  del traffico  aereo  e  in stretto  collegamento  con
analoghi organismi stranieri;
  bullet  Ente nazionale  aviazione civile  (ENAC), responsabile  del
controllo  della  rete aeroportuale  e  in  stretto collegamento  con
analoghi organismi stranieri;
  bullet Societa' Omnitel, che gestisce  oltre 8 milioni di utenze di
radiomobile;
  bullet Aeroporti  di Milano  (SEA), che  gestisce gli  aeroporti di
Milano Linate e Milano Malpensa;
  bullet Aeroporti di Roma (ADR),  che gestisce gli aeroporti di Roma
Ciampino e di Roma Fiumicino;
  bullet Agenzia  nazionale protezione ambiente (ANPA),  che gestisce
la  sicurezza degli  impianti nucleari  italiani, e'  in contatto  in
realtime con  analoghi organismi  esteri, ed e'  in grado  di fornire
indicazioni specialistiche;
  bullet Presidenza del  Consiglio dei Ministri, al  fine di disporre
di un ulteriore backup della linea protetta;
  bullet  Protezione  Civile,  per coordinare  interventi  specifici,
anche non dipendenti dal Millennium Bug;
  bullet  CCISS, per  ottenere  informazioni  tempestive sullo  stato
della   circolazione  stradale   anche  al   di  fuori   del  sistema
autostradale gestito dalla Societa' autostrade.
  I  collegamenti di  cui  sopra, sono  realizzati mediante  telefoni
satellitari  che  utilizzano  la costellazione  Globalstar  (a  bassa
quota, LEO);  la distanza  dei punti terminali  terrestri e'  tale da
consentire il  collegamento ad  un unico  satellite in  ogni istante;
quindi  non c'e'  alcun  coinvolgimento  di infrastrutture  terrestri
fisse.
  Nei  locali del  CDN  saranno istallati  due telefoni  satellitari,
dotati di antenna  esterna, mentre, in ciascuna  delle sale operative
delle  organizzazioni o  enti indicati,  sara' istallato  un telefono
satellitare  dotato di  antenna esterna.  Non e'  quindi previsto  il
presidio, presso  la struttura del  CDN, di personale  delle suddette
organizzazioni o enti.
----> Vedere MODELLI da pag. 29 a pag. 30 della G.U. <----