(Allegato 2)
                             ALLEGATO 2 
                                        (art. 4, comma 1, lettera b)) 
 
       "CRITERI PER LA REDAZIONE DI INVENTARI DELLE EMISSIONI" 
 
1. DEFINIZIONI 
 
Ai fini del presente allegato si intende per: 
 
1. "Emissione":  qualsiasi  sostanza  solida,   liquida   o   gassosa
   introdotta  nell'atmosfera   che   possa   produrre   inquinamento
   atmosferico; 
2. "Indicatore  di  una  sorgente  di   emissione":   una   grandezza
   caratteristica della sorgente stessa che puo' essere  strettamente
   correlata alla quantita' di inquinanti emessi in aria (ad  esempio
   quantita' di combustibile bruciato per una caldaia,  quantita'  di
   greggio lavorato per una raffineria, superficie  occupata  per  le
   foreste di conifere, eccetera); 
3. "Fattore di emissione di una sorgente": la grandezza che  fornisce
   la quantita' di inquinante emessa per  unita'  di  indicatore  (ad
   esempio chilogrammi di  SO2  emesso  per  unita'  di  combustibile
   bruciato); 
4. "Soglia di emissione": la quantita' minima di inquinante emessa da
   una determinata sorgente,  in  un  prefissato  periodo  di  tempo,
   affinche' la sorgente stessa possa essere considerata puntiforme; 
5. "Sorgente puntiforme": una sorgente di emissione per la  quale  si
   ritiene opportuno nell'ambito  dell'inventario  assimilarla  a  un
   punto esattamente localizzato nello spazio (esempio:  la  sommita'
   del camino di un grosso impianto); 
6. "Sorgente  distribuita".  una  sorgente  che  per   caratteristica
   intrinseca  o  per  definizione  all'interno  di  un   determinato
   inventario, viene  identificata  con  porzioni  lineari  (esempio:
   arteria stradale) o areali (esempio: agglomerato residenziale) del
   territorio oggetto di indagine; 
7. "Variabile surrogata o  proxy":  una  grandezza  che  consente  di
   ottenere  la  stima  delle  emissioni  con  un  certo  livello  di
   disaggregazione territoriale o temporale, quando esse  siano  note
   per unita' territoriali o temporali piu' grandi; 
 
2. FINALITA' 
 
   L'inventario  delle  emissioni  e'   costituito   da   una   serie
organizzata  di  dati  relativi  alla  quantita'   degli   inquinanti
introdotti  in  atmosfera  da  attivita'  antropiche  e  da  sorgenti
naturali.  Tali  dati  sono  localizzati  sul  territorio  attraverso
opportune tecniche di georeferenziazione. 
   L'inventario e' uno degli elementi  conoscitivi  di  base  per  la
predisposizione dei piani o programmi regionali di cui agli  articoli
8 e 9 del Decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351; esso costituisce
uno degli strumenti indispensabili  per  l'utilizzo  dei  modelli  di
diffusione e trasformazione  in  atmosfera  degli  inquinanti  e  per
l'elaborazione di  scenari  di  riduzione  delle  emissioni  e  delle
concentrazioni nell'ambito dei medesimi piani o programmi. 
   L'inventario delle emissioni va  considerato  come  uno  strumento
dinamico;   la   sua   evoluzione   riguarda   sia    l'aggiornamento
dell'informazione, sia  il  miglioramento  dell'affidabilita'  e  del
grado di dettaglio dei dati. 
 
3. INQUINANTI DA CONSIDERARE 
 
   Nell'elaborare l'inventario delle  emissioni  in  atmosfera  vanno
considerati tutti gli inquinanti primari previsti dall'Allegato I  al
Decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351  piu'  i  precursori  degli
inquinanti secondari o a rilevante componente secondaria previsti dal
medesimo Allegato (ad esempio vanno considerate le emissioni in  area
urbana di ammoniaca che e' uno dei precursori del PM10 secondario). 
 
4. METODOLOGIA GENERALE 
 
   Ai fini dell'elaborazione dell'inventario possono essere impiegate
come punto di  partenza  le  stime  elaborate  dall'ANPA  secondo  la
metodologia Corinair, disponibili sul sito internet 
http://www.sinanet.anpa.it/aree/atmosfera/emissioni/emissioni.asp 
   Nell'inventario i dati sulle emissioni possono essere  raggruppati
per: 
 
1. inquinante; 
2. attivita'; 
3. combustibile (per i soli processi di combustione); 
4. unita' territoriale (regione, provincia, comune,  maglie  quadrate
   di lato 1 km, eccetera); 
5. intervallo temporale (anno, mese, giorno, ora, eccetera). 
 
a. QUANTIFICAZIONE DELLE EMISSIONI 
 
   Ai  fini  della  quantificazione  delle  emissioni  si  utilizzano
processi di stima o misure, sulla base delle  informazioni  derivanti
da  sistemi  di  monitoraggio  in  continuo  delle   emissioni,   ove
disponibili, oppure quelle ottenute  nel  corso  delle  attivita'  di
controllo o di autocontrollo sulle sorgenti emissive  nonche'  quelle
ricavabili dai dati comunicati ai sensi dell'articolo 10 del  decreto
legislativo 4 Agosto 1999, n. 372 oppure ai  sensi  del  decreto  del
Ministro dell'ambiente 8 maggio  1989  "Limitazione  delle  emissioni
nell'atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti  di
combustione". 
 
b. STIMA DELLE EMISSIONI 
 
   Le  emissioni  sono  stimate  a  partire  da   dati   quantitativi
sull'attivita' presa in considerazione  e  da  opportuni  fattori  di
emissione tramite la seguente relazione: 
 
E = A x F 
 
dove: 
 
E sono le emissioni; 
 
   A e' un  opportuno  indicatore  dell'attivita'  correlato  con  le
quantita' emesse (per  esempio  per  le  centrali  termoelettriche  i
consumi di combustibili); 
   F e' il fattore di  emissione  (massa  inquinante  emessa  da  una
quantita' unitaria dell'indicatore); esso puo' essere  espresso  come
semplice fattore numerico o tener  conto,  in  forma  funzionale,  di
differenti parametri costruttivi ed  operativi  degli  impianti,  dei
macchinari e dei processi. 
   Nell'applicazione di tale approccio di tipo generale  si  dovranno
esplicitare, per ciascuna delle attivita' prese in considerazione, le
metodologie per la determinazione dell'indicatore dell'attivita' e la
scelta effettuata per i fattori di emissione riportando chiaramente i
relativi riferimenti di letteratura e/o i dati di misura a  supporto,
integrazione o sostituzione dei dati di letteratura. 
 
c. FATTORI DI EMISSIONE 
 
   I valori dei fattori di emissione sono reperibili in pubblicazioni
specifiche e manuali, alcuni dei quali sono riportati tra i documenti
di  supporto  nel  presente  allegato.  Ove  possibile  e'  opportuno
integrare i valori di letteratura con  dati  desunti  da  misure  "ad
hoc". 
 
d. INDICATORI DI ATTIVITA' 
 
   Per quanto riguarda indicazioni utili alla raccolta e  al  calcolo
degli indicatori di attivita', queste  possono  essere  reperite  nel
rapporto ANPA "Linee guida agli  inventari  locali  di  emissioni  in
atmosfera", RTI CTN ACE 3/2001, capitolo 3.3 -  La  raccolta  dati  e
indicazioni utili sul reperimento e appendice D. 
 
e. CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' E NOMENCLATURA 
 
   Per la realizzazione dell'inventario, e' necessario procedere alla
classificazione delle attivita' rilevanti per  la  valutazione  delle
emissioni di inquinanti dell'aria nel territorio prescelto. 
   La presenza di numerose tipologie  di  sorgente  ha  portate  alla
necessita' di elaborare delle  codifiche  che  ne  permettessero  una
classificazione univoca. Per questa ragione,  anche  nell'ambito  del
progetto europeo Corinair si e' scelto di adottare  una  nomenclatura
unica detta SNAP (Selected Nomenclature for  Air  Pollution),  giunta
alla sua ultima revisione nel  1997  e  pertanto  denominata  SNAP97.
L'elenco dettagliato delle attivita' considerate nella  SNAP97  e  la
relativa codifica sono contenuti nel rapporto ANPA "Linee guida  agli
inventari locali di emissioni in  atmosfera",  RTI  CTN  ACE  3/2001,
appendice B. 
   Per quanto riguarda le emissioni da traffico, il progetto  europeo
Corinair  prevede  l'uso  di  modelli  COPERT  che   utilizzano   una
suddivisione  dei  veicoli  dettagliata  per  classe.  Per   maggiori
approfondimenti si veda il rapporto ANPA "Linee guida agli  inventari
locali di emissioni in atmosfera", RTI CTN-ACE 3/2001, appendice F. 
   Nel  processo  di  selezione  delle  attivita'  rilevanti  per  la
valutazione delle  emissioni  vanno  anche  considerate  le  sorgenti
emissive naturali caratteristiche del territorio di  riferimento  che
possano avere influenza sulla qualita' dell'aria. 
   Inoltre  puo'  essere   necessario   considerare   attivita'   non
esplicitamente elencate nella nomenclatura SNAP. 
 
f. DIMENSIONE TERRITORIALE 
 
   Le  emissioni  devono  essere  stimate  con  una   disaggregazione
territoriale  che  consenta  l'uso  di  modelli  di  dispersione   di
inquinanti in atmosfera su opportune  scale  spaziali  e  sia  quindi
compatibile con le esigenze di elaborazione dei piani e programmi. Ad
esempio per il  monossido  di  carbonio  potrebbe  essere  necessario
attribuire le emissioni al singolo tratto stradale mentre per il PM10
potrebbe essere necessario attribuirle sulla base di un  grigliato  1
km x 1 km. 
   Nel caso in cui l'inventario delle emissioni  venga  elaborato  ai
fini della predisposizione di un piano o programma per un agglomerato
la stima delle emissioni, in particolare quelle da traffico, va fatta
con  un  livello  di  disaggregazione  spaziale   che   consente   di
analizzare, per gli inquinanti che lo richiedono  (es.  monossido  di
carbonio), anche situazioni di inquinamento a livello di microscala. 
   Nel caso in cui gli  indicatori  di  attivita'  necessari  per  la
elaborazione delle stime  delle  emissioni  non  siano  reperibili  o
disponibili al livello di dettaglio necessari si  puo'  fare  ricorso
all'uso delle variabili surrogate (o variabili proxy). 
   Informazioni piu' di dettaglio sulle variabili proxy utili per  il
livello urbano possono essere reperite nel rapporto ANPA "Linee guida
agli inventari locali di emissioni in atmosfera", RTI CTN ACE 3/2001,
appendice E. 
 
g. DIMENSIONE TEMPORALE 
 
   La disaggregazione, temporale dell'inventario puo' essere fatta su
base: annuale; 
 
- stagionale (nel corso dell'anno); 
- giornaliera (giorni feriali, prefestivi, festivi); 
- oraria (nel corso delle ventiquattro ore). 
 
   La disaggregazione temporale  dovra'  essere  compatibile  con  le
finalita' dell'inventario delle emissioni (analisi  delle  principali
sorgenti emissive, scenari delle  emissioni  a  breve,  medio,  lungo
termine, predisposizione di dati di emissione per uso modellistico) e
dovra' essere individuata la disaggregazione temporale  ottimale  per
ogni tipologia di sorgente considerata. 
   E' possibile ricorrere al concetto  di  periodo  tipico  (stagione
tipo - fredda e calda; giorno  tipo  -  infrasettimanale  e  festivo;
eccetera). 
   La disaggregazione temporale delle emissioni ove  possibile  viene
valutata tramite la variazione (durante le ventiquattro ore,  durante
i differenti giorni e nelle differenti stagioni) dell'indicatore  che
serve   per   stimare   le   emissioni   dell'attivita'   presa    in
considerazione. 
 
h. CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI DI EMISSIONE 
 
   Le sorgenti emissive vengono  classificate  in  diverse  tipologie
sulla base di piu' criteri: 
 
- la modalita' di funzionamento; 
- la localizzazione sul territorio; 
- la loro configurazione spaziale (puntuale, lineare, areale). 
 
   In base  alle  modalita'  di  funzionamento  le  sorgenti  vengono
distinte in continue e discontinue. 
   Per quanto concerne la localizzazione sul territorio, le  sorgenti
sono suddivise in sorgenti fisse o  mobili  a  seconda  che  la  loro
posizione sia costante o variabile nel tempo. 
   La  classificazione  delle  sorgenti   sulla   base   della   loro
configurazione spaziale comporta l'individuazione di opportuni valori
di soglia, ossia valori delle emissioni, o altri indicatori  ad  essi
correlati come la produzione, la dimensione,  eccetera,  in  base  ai
quali differenziare tra fonti che  devono  essere  considerate  a  se
stanti - nel caso le emissioni superino la soglia stabilita -  oppure
possono  essere  raggruppate  ad  altre,  simili  per  tipologia   di
inquinante e processo. 
   Sulla base di queste considerazioni, le sorgenti vengono ripartite
tra puntuali, da considerare singolarmente, distribuite su una  linea
(lineari, tipicamente infrastrutture da trasporto) e areali. 
   Per le sorgenti  continue  (o  semi-continue),  per  i  principali
inquinanti quali ossidi di zolfo, ossidi di azoto e composti organici
volatili,  per  inventari  mollo  dettagliati  in  ambito  urbano   a
urbanizzato, la soglia per la definizione  di  sorgente  puntuale  e'
circa 20-30 t/anno; per aree piu' ampie e' circa 90-100 t/anno. 
   Per i processi di combustione e' di norma usata, come riferimento,
la potenza termica installata e, in ambito urbano o  urbanizzato,  la
soglia per la definizione di  sorgente  puntuale  e'  circa  5-10  MW
termici, per aree piu' ampie la soglia puo' essere elevata a 40-50 MW
termici. 
   Se si applicano modelli di dispersione di inquinanti in  atmosfera
e'  necessario  caratterizzare  ulteriormente  la  sorgente  puntuale
acquisendo ulteriori parametri quali sezione e  altezza  dei  camini;
velocita', temperatura, portata dei  fumi  e  le  condizioni  in  cui
queste grandezze sono  state  misurate;  umidita'  e  percentuale  di
ossigeno nei fumi. 
   La categoria delle sorgenti lineari  viene  introdotta  quando  e'
possibile approssimare una  sorgente  a  un  linea  ed  esprimere  le
emissioni in funzione della lunghezza di un tratto, come nel caso  di
strade, ferrovie, rotte navali o aeree. In particolare nel  caso  dei
trasporti, sono  richieste  metodologie  di  calcolo  specifiche  che
percio' vengono generalmente implementate  all'interno  di  opportuni
modelli matematici. Per  approfondimenti  sulla  metodologia  per  la
stima delle emissioni dal settore trasporti si veda il Rapporto  ANPA
RTI CTN ACE 3/2001 appendice F e appendice G. 
   Le sorgenti areali sono tutte le sorgenti che emettono  in  misura
inferiore alle  soglie  stabilite  per  la  definizione  di  sorgente
puntuale e quelle sorgenti che, pur avendo  caratteristiche  tali  da
poter  essere  considerate  puntuali   o   lineari,   risultano   non
identificate  come  tali.  Le  emissioni  da  sorgenti  areali  vanno
necessariamente  stimate  statisticamente  sulla  base  del  dato  di
attivita' riferito a  tutta  l'area  considerata  e  del  fattore  di
emissione. 
   Ulteriori informazioni sulla  classificazione  delle  sorgenti  di
inquinamento possono essere reperite nel Rapporto ANPA  RTI  CTN  ACE
3/2001 alla voce "La tipologia delle fonti di emissione". 
 
i. VALUTAZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DELL'INCERTEZZA 
 
   Alle stime delle emissioni dell'inventario deve  essere  associata
la valutazione qualitativa e quantitativa dell'incertezza. 
   La  valutazione   qualitativa   e   quantitativa   dell'incertezza
evidenzia il livello di affidabilita' delle emissioni stimate e quali
sono, fra gli elementi  utilizzati  per  la  stima  delle  emissioni,
quelli che determinano il livello di affidabilita'. 
   L'affidabilita' delle stime  delle  emissioni  e'  determinata  da
varie cause; le principali cause possono essere: 
 
incertezza legata alla scelta dell'indicatore; 
incertezza legata al valore quantitativo dell'indicatore; 
incertezza legata al fattore di emissione; 
incertezza  legata  alla  struttura  del  modello  di   stima   delle
emissioni. 
 
   Per approfondimenti sulla qualita' dei dati e  sull'incertezza  si
veda il Rapporto ANPA RTI CTN ACE 3/2001,  alla  voce  "Qualita'  dei
dati e incertezza". 
 
5. AGGIORNAMENTO DELL'INVENTARIO 
 
   Gli inventari sono aggiornati con una  cadenza  corrispondente  al
monitoraggio delle singole fasi di attuazione previste nei piani, per
le parti relative ad inquinanti, settori  e  zone  considerati  dalle
misure   previste   nell'ambito   di   tali   fasi   di   attuazione.
L'aggiornamento  e'  inoltre  opportuno  ogniqualvolta  siano   stati
condotti  approfondimenti  dei  dati  contenuti  nell'inventario,   o
raccolte informazioni piu''dettagliate dal punti di vista spaziale  e
temporale. 
 
DOCUMENTI DI SUPPORTO 
 
1) Atmospheric Emission Inventory Guidebook, 3rd  edition  2001  EEA,
   Technical Report No 30. 
2) Compilation of Air Pollutant Emission Factors AP-42, EPA,  1995  e
   aggiornamenti. 
3) IPCC/OECD/IEA Revised 1996 IPCC guidelines for National Greenhouse
   Gas Inventories, 1997. 
4) Le emissioni in atmosfera da trasporto stradale  -  I  fattori  di
   emissione medi per il parco circolante in  Italia.  Rapporto  ANPA
   Serie Stato dell'ambiente n. 12/2000. 
5) Banca dati ANPA  dei  fattori  di  emissione  medi  per  il  parco
   circolante   in   Italia   nel   1999    disponibili    al    sito
   http://www.sinanet.anpa.it/aree/atmosfera/emissioni/emissioni.asp. 
6) Analisi dei fattori di emissione di CO2 dal settore dei trasporti. 
   Rapporto ANPA RTI AMB-EMISS 3/2001. 
7) Rapporto ANPA CTN ACE "Manuale dei fattori di  emissione"  gennaio
   2002 Draft Report. 
8) Intergovernmental Panel on Climate Change "Good Practice  Guidance
   and   Uncertainty   Management   in   national   Greenhouse    Gas
   Inventories", 2000. 
 
          Note all'allegato 2:
              -  Gli  articoli 8 e 9 del citato decreto legislativo 4
          agosto  1999,  n.  351,  sono  riportati  nelle  note  alle
          premesse.
              -  L'art.  10  del  citato decreto legislativo 4 agosto
          1999,  n.  372,  recante  "Attuazione  della  direttiva  n.
          96/61/CE  relativa  alla  prevenzione e riduzione integrale
          dell'inquinamento",  pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
          252 del 26 ottobre 1999, e' il seguente:
              "Art.  10 (Inventario delle principali emissioni e loro
          fonti).  -  1. I gestori degli impianti in esercizio di cui
          all'allegato  I  trasmettono  all'autorita' competente e al
          Ministero   dell'ambiente   per   il  tramite  dell'Agenzia
          nazionale   per   la  protezione  dell'ambiente,  entro  il
          30 aprile  di ogni anno i dati caratteristici relativi alle
          emissioni  in aria, acqua e suolo, dell'anno precedente. La
          prima   comunicazione   si   effettua  entro  il  30 aprile
          dell'anno  successivo alla pubblicazione del decreto di cui
          al comma 2.
              2.  Entro  un  anno dalla data di entrata in vigore del
          presente  decreto,  con decreto del Ministro dell'ambiente,
          sono  stabiliti  i dati e il formato della comunicazione di
          cui  al  comma  1,  conformemente  a quanto stabilito dalla
          Commissione europea.
              3.  L'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente
          elabora  i  dati  di  cui  al  comma  1  e  li trasmette al
          Ministero  dell'ambiente anche per l'invio alla Commissione
          europea.
              4. Il Ministero dell'ambiente e l'ANPA, assicurano, nel
          rispetto  del  decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 39,
          l'accesso  del  pubblico  ai  dati di cui al comma 1 e alle
          successive elaborazioni.
              5.  Le procedure di comunicazione e di trasmissione dei
          dati  di cui al comma 1 sono stabilite anche al fine di una
          successiva  integrazione  delle  stesse al Modello unico di
          dichiarazione ambientale di cui alla legge 25 gennaio 1994,
          n. 70".
              -  Il decreto del Ministro dell'ambiente 8 maggio 1989,
          recante  "Limitazione  delle  emissioni  nell'atmosfera  di
          taluni   inquinanti   originati   da   grandi  impianti  di
          combustione", e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 124
          del 30 maggio 1989.