(Allegato A)
                             ALLEGATO A 
                                     (previsto dall'art. 12, comma 2) 
 
  Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attivita' 
                Educative nelle Scuole dell'Infanzia 
 
Le Indicazioni esplicitano i livelli essenziali di prestazione a  cui
tutte le Scuole dell'Infanzia del  Sistema  Nazionale  di  Istruzione
sono tenute per garantire il  diritto  personale,  sociale  e  civile
            all'istruzione e alla formazione di qualita'. 
 
La Scuola dell'Infanzia 
 
   La  Scuola  dell'Infanzia  concorre  all'educazione   armonica   e
integrale dei bambini e delle bambine  (Successivamente  si  useranno
soltanto i sostantivi "bambino", "bambini"  Essi  si  riferiscono  al
"tipo" persona, al di la' delle differenze tra maschi e  femmine  che
ogni  docente  e'  tenuto,  invece,  a  considerare  con  la   dovuta
attenzione  nella  concreta  azione  educativa  e  didattica.)   che,
attraverso la famiglia, scelgono di frequentarla dai due anni e mezzo
fino  all'ingresso  nella  scuola  primaria,  nel  rispetto  e  nella
valorizzazione dei ritmi evolutivi, delle capacita', delle differenze
e dell'identita' di ciascuno, nonche' della responsabilita' educativa
delle famiglie 
   Operando in  questa  direzione  con  sistematica  professionalita'
pedagogica,  essa  contribuisce  alla  realizzazione  del   principio
dell'uguaglianza delle opportunita' e alla rimozione degli  "ostacoli
di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta'  e
l'uguaglianza dei cittadini,  impediscono  il  pieno  sviluppo  della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'
organizzazione politica, economica e sociale del Paese" (art. 3 della
Costituzione) 
   La Scuola dell'Infanzia e' un  ambiente  educativo  di  esperienze
concrete e di apprendimenti riflessivi che integra, in un processo di
sviluppo unitario, le differenti forme del  fare,  del  sentire,  del
pensare, dell'agire relazionale, dell'esprimere, del comunicare,  del
gustare il bello e del conferire senso da parte dei bambini 
   Richiede  attenzione  e  disponibilita'  da   parte   dell'adulto,
stabilita'  e  positivita'  di  relazioni  umane,   flessibilita'   e
adattabilita'  alle  situazioni,  adozione  di  interazioni   sociali
cooperative,  clima  caratterizzato   da   simpatia   e   curiosita',
affettivita'   costruttiva,   gioiosita'    ludica,    volonta'    di
partecipazione  e  di  comunicazione  significative,   intraprendenza
progettuale ed operativa. 
   Esclude impostazioni scolasticistiche che tendono  a  precocizzare
gli  apprendimenti  formali  e,  attraverso  le  apposite  mediazioni
didattiche, riconosce come connotati essenziali del proprio  servizio
educativo: 
 
- la relazione personale significativa tra pari e con gli adulti, nei
  piu' vari contesti di esperienza, come condizione per pensare, fare
  ed agire, 
- la valorizzazione del gioco in tutte le sue  forme  ed  espressioni
  (e, in particolare, del gioco di finzione, di  immaginazione  e  di
  identificazione per lo sviluppo della capacita' di  elaborazione  e
  di trasformazione simbolica delle  esperienze):  la  strutturazione
  ludiforme dell'attivita' didattica assicura ai  bambini  esperienze
  di apprendimento in tutte le dimensioni della loro personalita',  -
  il rilievo  al  fare  produttivo  ed  alle  esperienze  dirette  di
  contatto con la natura, le cose, i materiali, l 'ambiente sociale e
  la cultura per  orientare  e  guidare  la  naturale  curiosita'  in
  percorsi via via piu' ordinati ed  organizzati  di  esplorazione  e
  ricerca. 
 
   All'interno dello scenario delineato, la Scuola  dell'infanzia  si
propone come luogo di incontro, di partecipazione e  di  cooperazione
delle famiglie, come spazio di impegno educativo per la  comunita'  e
come risorsa professionale specifica per assicurare a coloro  che  la
frequentano la massima promozione possibile  di  tutte  le  capacita'
personali, promozione che si configura  come  diritto  soggettivo  di
ogni bambino 
 
   Obiettivi generali del processo formativo 
 
   La   Scuola   dell'Infanzia   rafforza   l'identita'    personale,
l'autonomia e  le  competenze  dei  bambini.  Essa  raggiunge  questi
obiettivi generali  del  processo  formativo  (art.  8  del  275/99),
collocandoli all'interno di  un  progetto  di  scuola  articolato  ed
unitario, che riconosce, sul  piano  educativo,  la  priorita'  della
famiglia e l'importanza del territorio di  appartenenza  con  le  sue
risorse sociali, istituzionali e culturali. 
   In relazione alla maturazione dell'identita' personale, e  in  una
prospettiva che ne integri tutti gli  aspetti  (biologici,  psichici,
motori, intellettuali, sociali, morali e religiosi), essa si  premura
che i bambini acquisiscano atteggiamenti di sicurezza,  di  stima  di
se', di fiducia nelle proprie capacita', di motivazione al  passaggio
dalla curiosita' alla ricerca; vivano in modo equilibrato e  positivo
i propri  stati  affettivi,  esprimendo  e  controllando  emozioni  e
sentimenti e rendendosi sensibili a quelli degli  altri;  riconoscano
ed apprezzino l'identita' personale ed altrui nelle  connessioni  con
le differenze di sesso,  di  cultura  e  di  valori  esistenti  nelle
rispettive famiglie, comunita' e tradizioni di appartenenza. 
   In   relazione   alla   conquista   dell'autonomia,   la    Scuola
dell'infanzia fa si che i bambini, mentre riconoscono  le  dipendenze
esistenti ed operanti nella concretezza del loro ambiente naturale  e
sociale di vita, siano capaci, in tale  contesto,  di  orientarsi  in
maniera personale e di compiere scelte anche innovative. Inoltre,  si
impegna affinche', come singoli e in gruppo, si  rendano  disponibili
all'interazione costruttiva con il diverso e l'inedito  e  si  aprano
alla scoperta, all'interiorizzazione e al rispetto pratico dei valori
della liberta', della cura di se', degli altri e dell'ambiente, della
solidarieta', della giustizia, dell'impegno  ad  agire  per  il  bene
comune. 
   In relazione allo sviluppo  delle  competenze,  infine  la  Scuola
dell'infanzia,  consolidando  le  capacita'  sensoriali,  percettive,
motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del  bambino,  impegna
quest'ultimo nelle prime forme di lettura delle esperienze personali,
di esplorazione e scoperta intenzionale ed organizzata della  realta'
di vita (in senso sociale, geografico e  naturalistico,  artistico  e
urbano),  nonche'  della  storia  e  delle  tradizioni   locali.   In
particolare, mette il bambino nella condizione di produrre  messaggi,
testi e situazioni attraverso una molteplicita' ordinata ed  efficace
di  strumenti  linguistici  e  di   modalita'   rappresentative,   di
comprendere, interpretare, rielaborare  e  comunicare  conoscenze  ed
abilita' relative a specifici campi di esperienza; di  dimostrare  ed
apprezzare coerenza cognitiva e di comportamenti pratici,  insieme  a
intuizione, immaginazione, creativita', gusto estetico e capacita' di
conferimento di senso. 
 
   Obiettivi specifici di apprendimento 
 
   Il  percorso   educativo   della   Scuola   dell'Infanzia,   nella
prospettiva della maturazione  del  Profilo  educativo,  culturale  e
professionale dello studente atteso  per  la  conclusione  del  primo
ciclo  dell'istruzione,   utilizza   gli   obiettivi   specifici   di
apprendimento  indicati  di  seguito   per   progettare   Unita'   di
Apprendimento  che,  a  partire  da  obiettivi  formativi,   mediante
apposite scelte di  metodi  e  contenuti,  trasformino  le  capacita'
personali di ciascun bambino in competenze. 
   L'ordinamento degli obiettivi  specifici  di  apprendimento  sotto
alcuni titoli non obbedisce a nessuna particolare teoria pedagogica e
didattica da  rispettare  e  da  seguire,  ma  ad  una  pragmatica  e
contingente  esigenza  di   chiarezza   espositiva.   Ne'   tantomeno
costituisce una specie di "tabella  di  marcia"  per  la  successione
logica o cronologica delle Unita' di Apprendimento  da  svolgere  nei
gruppi classe. Esso ha  soltanto  lo  scopo  di  indicare  i  livelli
essenziali di prestazione  (intesi  qui  nel  senso  di  standard  di
prestazione del servizio) che le scuole  pubbliche  della  Repubblica
sono tenute in generale ad  assicurare  ai  cittadini  per  mantenere
l'unita'  del  sistema  educativo  nazionale  di  istruzione   e   di
formazione, per impedire la frammentazione e  la  polarizzazione  del
sistema e, soprattutto, per consentire ai bambini la possibilita'  di
maturare in  termini  adatti  alla  loro  eta'  tutte  le  dimensioni
tracciate nel Profilo educativo, culturale e professionale 
   Gli obiettivi  specifici  di  apprendimento  non  hanno,  percio',
alcuna pretesa validita' per i casi singoli, siano  essi  le  singole
istituzioni scolastiche o, a maggior ragione, i singoli  allievi.  E'
compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel
concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi  la
liberta'  di  mediarli,  interpretarli,  ordinarli,  distribuirli  ed
organizzarli  negli  obiettivi  formativi  delle  diverse  Unita'  di
Apprendimento, considerando, da un lato, le capacita' complessive  di
ogni bambino e, dall'altro,  le  teorie  pedagogiche  e  le  pratiche
didattiche piu' adatte a  trasformarle  in  competenze.  Allo  stesso
tempo, tuttavia, e' compito esclusivo di ogni scuola autonoma  e  dei
docenti assumersi la responsabilita' di "rendere conto" delle  scelte
fatte e di porre le famiglie e  il  territorio  nella  condizione  di
conoscerle e di condividerle. 
   Per quanto presentati in maniera elencatoria, infine, va ricordato
che gli obiettivi specifici di apprendimento obbediscono, in verita',
ciascuno, al principio della sintesi e dell'ologramma  l'uno  rimanda
sempre funzionalmente all'altro e non sono mai,  per  quanto  possano
essere minuti e parziali, richiusi su se stessi, bensi' aperti ad  un
complesso, continuo e unitario rimando reciproco. 
 
Il se' e l'altro 
 
   1. Rafforzare l'autonomia, la stima di se', l'identita' 
   2. Rispettare e aiutare gli  altri,  cercando  di  capire  i  loro
pensieri, azioni e sentimenti;  rispettare  e  valorizzare  il  mondo
animato e inanimato che ci circonda. 
   3. Accorgersi se, e in che senso, pensieri,  azioni  e  sentimenti
dei maschi e delle femmine mostrino differenze, e perche'. 
   4. Lavorare in gruppo, discutendo  per  darsi  regole  di  azione,
progettando insieme e imparando sia a valorizzare le  collaborazioni,
sia ad affrontare eventuali defezioni. 
   5. Conoscere la  propria  realta'  territoriale  (luoghi,  storie,
tradizioni)  e  quella  di  altri  bambini  (vicini  e  lontani)  per
confrontare le diverse situazioni anche sul  piano  del  loro  "dover
essere". 
   6. Registrare i momenti  e  le  situazioni  che  suscitano  paura,
stupore,   sgomento,   diffidenza,   ammirazione,    disapprovazione,
compiacimento estetico, gratitudine,  generosita',  simpatia,  amore,
interrogarsi e discutere insieme sul senso  che  hanno  per  ciascuno
questi sentimenti e come sono, di solito, manifestati. 
   7. Soffermarsi sul  senso  della  nascita  e  della  morte,  delle
origini della vita e del cosmo, della  malattia  e  del  dolore,  del
ruolo dell'uomo nell'universo, dell'esistenza di Dio, a partire dalle
diverse  risposte  elaborate  e  testimoniata  in  famiglia  e  nelle
comunita' di appartenenza. 
 
Corpo, movimento, salute 
 
   1. Rappresentare in modo completo e strutturato la  figura  umana;
interiorizzare  e  rappresentare  il  proprio  corpo,  fermo   e   in
movimento; maturare competenze di motricita' fine e globale. 
   2. Muoversi con destrezza nello spazio circostante  e  nel  gioco,
prendendo  coscienza  della  propria  dominanza  corporea   e   della
lateralita', coordinando i movimenti degli arti. 
   3. Muoversi spontaneamente e in modo guidato, da soli e in gruppo,
esprimendosi in base a suoni, rumori, musica, indicazioni ecc. 
   4. Curare in autonomia la propria persona, gli oggetti  personali,
l'ambiente e i materiali comuni  nella  prospettiva  della  salute  e
dell'ordine. 
   5. Controllare l'affettivita' e le emozioni  in  maniera  adeguata
all'eta', rielaborandola attraverso il corpo e il movimento. 
 
Fruizione e produzione di messaggi 
 
   1. Parlare, descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e  con
i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie  capacita'  di
espressione e comunicazione  e  scambiandosi  domande,  informazioni,
impressioni, giudizi e sentimenti. 
   2.  Ascoltare,  comprendere  e  riesprimere  narrazioni  lette   o
improvvisate di fiabe, favole, storie, racconti e resoconti. 
   3. Riconoscere testi della letteratura  per  l'infanzia  letti  da
adulti o visti attraverso  mass  media  (dal  computer  alla  tv),  e
motivare gusti e preferenze 
   4. Individuare, su di se' e per gli altri, le caratteristiche  che
differenziano gli atti dell'ascoltare e del parlare,  del  leggere  e
dello scrivere, distinguendo tra segno della  parola,  dell'immagine,
del disegno e della scrittura, tra significante e significato. 
   5. Elaborare congetture e codici personali in ordine  alla  lingua
scritta 
   6.  Disegnare,  dipingere,  modellare,   dare   forma   e   colore
all'esperienza,  individualmente  e  in  gruppo,  con  una   varieta'
creativa di strumenti e materiali, "lasciando traccia" di se' 
   7.  Utilizzare  il  corpo  e  la  voce  per  imitare,  riprodurre,
inventare suoni, rumori, melodie  anche  col  canto,  da  soli  e  in
gruppo; utilizzare  e  fabbricare  strumenti  per  produrre  suoni  e
rumori, anche in modo coordinato col gruppo. 
   8. Incontrare  diverse  espressioni  di  arte  visiva  e  plastica
presenti nel territorio per scoprire quali  corrispondono  ai  propri
gusti e consentono una piu' creativa e soddisfacente espressione  del
proprio mondo 
   9. Sperimentare diverse forme di espressione artistica  del  mondo
interno ed esterno attraverso l'uso di un'ampia varieta' di strumenti
e materiali, anche multimediali (audiovisivi, tv, cd-rom,  computer),
per produzioni singole e collettive 
 
Esplorare, conoscere e progettare 
 
   1. Coltivare, con continuita' e concretezza,  propri  interessi  e
proprie inclinazioni. 
   2. Osservare chi fa qualcosa con perizia per imparare,  aiutare  a
fare e realizzare lavori e compiti  a  piu'  mani  e  con  competenze
diverse. 
   3. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare,  assaggiare  qualcosa  e
dire  che  cosa  si  e'  toccato,  visto,  udito,  odorato,  gustato,
ricercando la proprieta' dei termini 
   4. Contare oggetti,  immagini,  persone,  aggiungere,  togliere  e
valutare la quantita', ordinare  e  raggruppare  per  colore,  forma,
grandezza ecc. 
   5. Collocare persone, fatti ed eventi nel  tempo,  ricostruire  ed
elaborare successioni e contemporaneita';  registrare  regolarita'  e
cicli temporali 
   6. Localizzare  e  collocare  se  stesso,  oggetti  e  persone  in
situazioni spaziali, eseguire percorsi o organizzare spazi sulla base
di indicazioni verbali e/o non verbali, guidare  in  maniera  verbale
e/o  non  verbale  il  percorso  di  altri,  oppure  la  loro  azione
organizzativa riguardante la distribuzione di oggetti  e  persone  in
uno spazio noto. 
   7. Manipolare, smontare, montare, piantare, legare ecc.,  seguendo
un progetto proprio o di gruppo, oppure istruzioni d'uso ricevute. 
   8. Elaborare progetti propri o in  collaborazione,  da  realizzare
con continuita' e concretezza 
   9. Adoperare lo schema investigativo del "chi, che  cosa,  quando,
come,  perche'?"  per  risolvere   problemi,   chiarire   situazioni,
raccontare fatti, spiegare processi 
   10.  Commentare,  individuare   collegamenti,   operare   semplici
inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi. 
   11. Negoziare con gli altri spiegazioni di problemi e  individuare
i modi per verificare quali risultino, alla fine, le piu'  persuasive
e pertinenti. 
   12.  Ricordare  e  ricostruire   attraverso   diverse   forme   di
documentazione quello che si e' visto, fatto, sentito, e scoprire che
il ricordo e la ricostruzione possono anche differenziarsi. 
 
Obiettivi formativi e Piani Personalizzati delle Attivita' Educative 
 
   La  scelta  degli  obiettivi  formativi  L'identificazione   degli
obiettivi formativi puo' scaturire dalla armonica combinazione di due
diversi percorsi. Il primo e' quello  che  si  fonda  sull'esperienza
degli allievi e individua a partire da essa le dissonanze cognitive e
non cognitive che possono giustificare la formulazione  di  obiettivi
formativi da raggiungere, alla portata delle  loro  capacita'  e,  in
prospettiva, coerenti sia  con  il  Profilo  educativo,  culturale  e
professionale, sia con  il  maggior  numero  possibile  di  obiettivi
specifici di apprendimento. Il secondo e' quello che  puo'  ispirarsi
direttamente al Profilo e agli obiettivi specifici di apprendimento e
che considera se  e  quando,  attraverso  quali  apposite  mediazioni
professionali di  tempo,  di  luogo,  di  qualita'  e  quantita',  di
relazione, di azione e di circostanza, aspetti dell'uno e degli altri
possono inserirsi nella storia narrativa personale o di gruppo  degli
allievi, e possono essere percepiti da ciascun bambino, e  dalla  sua
famiglia, nel contesto della classe, della  scuola  e  dell'ambiente,
come traguardi importanti e significativi  per  la  propria  crescita
individuale 
   Nell'uno e nell'altro caso, comunque, gli obiettivi formativi sono
dotati di una  intrinseca  e  sempre  aperta  carica  problematica  e
presuppongono una  dinamicita'  che  li  rende,  allo  stesso  tempo,
sempre, per ogni bambino e famiglia, punto di partenza e  di  arrivo,
condizione e risultato di ulteriori maturazioni. Inoltre, non possono
essere  mai  formulati  in   maniera   atomizzata   e   previsti   in
corrispondenza  di  performance  tanto   analitiche   quanto,   nella
complessita' del vissuto del bambino, inesistenti. A maggior ragione,
infatti, si ripete,  anzi,  di  piu'  si  moltiplica,  a  livello  di
obiettivi  formativi  l'esigenza  di  riferirsi  al  principio  della
sintesi e dell'ologramma, gia' menzionato a proposito degli obiettivi
specifici di apprendimento. Se non testimoniassero la  traduzione  di
questo principio nel  concreto  delle  relazioni  educative  e  delle
esperienze personali di apprendimento che si svolgono nei  gruppi  di
lavoro scolastici difficilmente, del resto, potrebbero essere  ancora
definiti "formativi". 
   Unita' di Apprendimento e  Piani  Personalizzati  delle  Attivita'
Educative.  L'insieme  di  uno  o  piu'  obiettivi  formativi,  della
progettazione  delle  attivita',  dei  metodi   e   delle   soluzioni
organizzative necessarie per trasformarli in competenze dei  bambini,
nonche' delle modalita' di  verifica  delle  conoscenze,  abilita'  e
competenze acquisite, va a costituire  le  Unita'  di  Apprendimento,
individuali o di gruppo. 
   L'insieme delle Unita' di Apprendimento effettivamente realizzate,
con le eventuali differenziazioni  che  si  fossero  rese  nel  tempo
necessarie per singoli alunni, costituisce  il  Piano  Personalizzato
delle Attivita' Educative, che resta a disposizione delle famiglie  e
da cui si ricava anche documentazione utile per la  compilazione  del
Portfolio delle competenze individuali. 
   Il Pof. L'ispirazione culturale-pedagogica, i collegamenti con gli
enti territoriali e l'unita' anche didattico-organizzativa dei  Piani
Personalizzati delle Attivita' Educative elaborati dai gruppi docenti
si evincono dal Piano dell'Offerta Formativa di istituto 
 
   Il Portfolio delle competenze individuali 
 
   Nella   Scuola   dell'Infanzia,   l'osservazione   occasionale   e
sistematica dei bambini e  la  documentazione  della  loro  attivita'
consentono di cogliere e valutare le loro esigenze, di  riequilibrare
via via le proposte educative in base alla qualita' e alla  quantita'
delle loro risposte e di condividerle con le loro famiglie. 
   L'osservazione    e'    finalizzata    alla     comprensione     e
all'interpretazione  dei  comportamenti,  li  contestualizza   e   li
analizza nei loro significati. I livelli raggiunti da ciascuno, al di
la' di  ogni  notazione  classificatoria,  sono  descritti  piu'  che
misurati  e  compresi  piu'  che  giudicati.  Compito  della   Scuola
dell'Infanzia  e',   infatti,   identificare   processi   aperti   da
promuovere, sostenere e rafforzare, per consentire ad ogni allievo di
dare il meglio delle proprie capacita', nelle diverse situazioni 
   In tale ottica, la Scuola dell'Infanzia accompagna ciascun bambino
con un apposito Portfolio (o cartella) delle competenze a mano a mano
sviluppate, che comprende: 
 
1 una descrizione essenziale dei percorsi  seguiti  e  dei  progressi
  educativi raggiunti, 
2 una documentazione regolare, ancorche' significativa, di  elaborati
  che offra indicazioni di orientamento fondate sulle risorse, i modi
  e i tempi dell'apprendimento, gli interessi,  le  attitudini  e  le
  aspirazioni personali dei bambini. 
 
   Il  Portfolio  delle  competenze  individuali  e'   compilato   ed
aggiornato dai docenti di sezione; questi svolgono anche la  funzione
di tutor e, in questa veste, seguono ed  indirizzano  la  maturazione
personale  degli   allievi   per   l'intera   durata   della   Scuola
dell'Infanzia. 
   Poiche'  il  Portfolio  non  e'  un   contenitore   di   materiali
disordinati  e  non  organizzati,  e'  dovere  di  ogni   istituzione
scolastica  individuare  i  criteri  di  scelta  e   di   ordinamento
all'interno di un percorso professionale che  valorizzi  le  pratiche
dell'autonomia  di  ricerca  e  di  sviluppo  e  il  principio  della
cooperazione educativa della famiglia.  La  riflessione  critica  sul
Portfolio e sulla sua compilazione, infatti, costituisce un'occasione
per migliorare e comparare le pratiche di insegnamento, per stimolare
i bambini all'autovalutazione e alla conoscenza di se' e, infine, per
corresponsabilizzare in maniera sempre piu' rilevante i genitori  nei
processi educativi. 
   Una particolare attenzione dovra' essere riservata dai docenti  al
passaggio dei bambini che sono stati loro affidati, sia  dal  nido  o
dall'ambiente familiare alla Scuola dell'Infanzia, sia  dalla  Scuola
dell'Infanzia alla Scuola Primaria. Il  principio  della  continuita'
educativa esige che questo passaggio  sia  ben  monitorato  e  che  i
docenti, nell'anno precedente e in quello successivo, collaborino, in
termini di scambio di informazioni, di progettazione  e  verifica  di
attivita' educative e didattiche, con la famiglia, con  il  personale
che ha seguito i bambini negli asili nido  e  con  i  colleghi  della
scuola primaria, a partire dal coordinatore-tutor della classe prima. 
   Il Portfolio assume un particolare valore nell'ultimo  anno  della
Scuola  dell'Infanzia.  I  genitori,  infatti,  possono  decidere  se
iscrivere i figli alla Scuola Primaria prima dei sei anni d'eta'.  E'
opportuno  che  tale  scelta  sia  compiuta  dopo  una   approfondita
discussione con il tutor che ha seguito l'evoluzione del bambino  nel
contesto scolastico e che  puo'  confrontare  la  sua  maturita'  con
quella di molti coetanei.  Il  Portfolio  diventa  cosi'  l'occasione
documentaria perche' il tutor offra ai genitori  tutti  gli  elementi
per una migliore conoscenza dei ritmi e dei risultati di  maturazione
del bambino. 
   E' utile, comunque, che la Scuola dell'Infanzia segua, negli  anni
successivi, in collaborazione con la  Scuola  Primaria,  l'evoluzione
del percorso scolastico degli allievi  perche'  possa  migliorare  il
proprio complessivo know how formativo e orientativo, ed affinare, in
base alla riflessione critica sull'esperienza  compiuta,  le  proprie
competenze professionali  di  intuizione  e  giudizio  e  le  proprie
pratiche professionali autovalutative. 
 
   Vincoli organizzativi 
 
   Le istituzioni  scolastiche  predispongono  i  Piani  dell'Offerta
Formativa di  istituto  e  i  Piani  Personalizzati  delle  Attivita'
Educative degli allievi, impiegando 
 
- l'organico d'istituto, definito secondo le disposizioni di  cui  al
decreto legislativo di attuazione della legge 53/2003, 
- le opportunita' dell'autonomia didattica ed organizzativa  prevista
  dal DPR 275/99,  in  particolare,  le  opportunita'  relative  alla
  costituzione di Laboratori per lavorare, a seconda  delle  esigenze
  di apprendimento individuali dei bambini, in gruppi, di sezione e/o
  di intersezione, di livello, di compito o elettivi, 
- un docente  coordinatore  dell'equipe  pedagogica  che  lavora  nel
  plesso (o in piu' plessi a livello territoriale se nel  proprio  vi
  sono meno di tre sezioni) allo  scopo  di  promuovere  l'armonia  e
  l'unita'  della  progettazione  didattica  e  organizzativa   delle
  diverse attivita' educative, in costante rapporto con le  famiglie,
  con il territorio e con il dirigente; 
- un orario  annuale  che,  sebbene  sempre  strutturato  in  maniera
  organica e in se' compiuta sui piano educativo, oscilli, a  seconda
  dell'eta'  dei  bambini,  delle  esigenze  delle  famiglie,   delle
  condizioni  socio-ambientali  e  delle  convenzioni  con  enti   ed
  istituzioni  del  territorio  per  lo  svolgimento  di  determinate
  attivita' o servizi, tra moduli di  875  e  di  1700  ore  annuali,
  moduli che sono comunque scelti all'atto dell'iscrizione; 
- eventuali convenzioni con gli  enti  locali  per  la  costituzione,
  quando e' possibile, di sezioni con bambini d'eta' inferiore a  tre
  anni, di raccordo con gli asili nido, per l'intero anno o per parti
  di esso, a seconda dei progetti  educativi  e  didattici  formulati
  dalle istituzioni scolastiche.