(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegati

REGOLAMENTO  (CEE) N. 2081/92 DEL CONSIGLIO DOMANDA DI REGISTRAZIONE:
 art. 5 D.O.P. (X) - I.G.P.( ) - n° nazionale del fascicolo: 5/2000

1. Servizio competente dello Stato membro:
    nome: Ministero delle politiche agricole e forestali;
    indirizzo: via XX Settembre, 20 - 00187 Roma;
    telefono: 06-4819968 - fax 06-42013126.
2. Associazione richiedente:
    2.1 - Nome: Consorzio per la tutela del «Pane di Altamura».
    2.2 - Indirizzo: Corso Umberto I, 5 - 70022 Altamura (Bari).
    2.3 - Composizione: Panificatori artigiani.
3. Tipo di prodotto: Prodotto di panetteria - classe 2.4.
4.  Descrizione  del disciplinare: (riepilogo delle condizioni di cui
all'art. 4, par. 2).
    4.1. Nome: «Pane di Altamura».
    4.2.  Descrizione:  il  «Pane  di  Altamura»  e'  un  prodotto di
panetteria  ottenuto dal rimacinato di semola di grano duro, ricavato
dalla macinazione di grani duri delle varieta' «appulo», «arcangelo»,
«duilio»   e   «simeto»   prodotte   nel  territorio  delimitato  nel
disciplinare  di  produzione,  da  sole  o  congiuntamente in ragione
almeno dell'80%, purche' prodotte nel medesimo territorio.
    Il  prodotto  si  ottiene secondo l'antico sistema di lavorazione
che prevede l'uso di lievito madre o pasta acida, sale marino, acqua.
    All'atto  dell'immissione  al consumo deve presentare le seguenti
caratteristiche:
      la  pagnotta dal caratteristico profumo di peso non inferiore a
0,5  kg,  presenta  due  forme  tradizionali,  la  prima delle quali,
denominata  localmente  «U  sckuanete  =  pane accavallato», e' alta,
accavallata, con baciatura ai fianchi; l'altra piu' bassa, localmente
denominata  «a  cappidde  de  prevete  =  a  cappello  di prete», non
presenta baciatura;
      la  crosta deve possedere uno spessore non inferiore a 3 mm; la
mollica,   di   colore   giallo  paglierino,  presenta  una  omogenea
alveolazione; l'umidita' non deve superare il 33%.
    4.3.  Zona  geografica:  l'area  geografica  delimitata dove sono
prodotti  i  grani  impiegati  e  le  semole  rimacinate  comprende i
territori  dei  comuni  di  Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini,
Spinazzola  e  Minervino  Murge,  in  provincia  di  Bari, secondo la
delimitazione  riportata  all'art. 5 del disciplinare di produzione e
rappresentata nell'allegata carta geografica.
    La  zona  di  produzione  del  «Pane di Altamura» coincide con il
territorio  definito  al  primo  paragrafo,  nel quale, nel corso dei
secoli si e' consolidata l'elaborazione del prodotto originatosi, nel
1500,  nel comune di Altamura, in provincia di Bari. Gli impianti per
la  produzione  del  pane  devono essere alimentati preferibilmente a
legna  o  a  gas,  in  maniera  indiretta  o  diretta, con le deroghe
consentite dalla legge.
    4.4.  Prova  dell'origine:  l'origine  del  «Pane di Altamura» e'
legata alla tradizione contadina della tipica zona di produzione.
    Elemento  base  del  regime  alimentare  delle  popolazioni  alto
murgiane,  nella  sua  forma  piu'  tradizionale  (U sckuanete = pane
accavallato)   e'   in   pezzatura   di   notevoli   dimensioni,  era
prevalentemente  impastato  e lavorato tra le mura domestiche, quindi
definitivamente   confezionato   e   cotto  in  forni  pubblici,  con
implicazioni   sul   piano  sociale  e  culturale,  conseguenti  alla
connessione del privato con il collettivo.
    Il  fornaio procedeva alla marchiatura delle forme con il marchio
in  legno  o  in  ferro  artigianale  riportante le iniziali del capo
famiglia, quindi le infornava.
    La  sua principale caratteristica, mantenuta fino ad oggi, era la
durevolezza,  necessaria per garantire l'alimentazione di contadini e
pastori  per  una settimana o piu' frequentemente nei quindici giorni
trascorsi   nelle   masserie  disseminate  tra  le  alture  murgiane:
un'alimentazione incentrata quasi esclusivamente sul pane condito con
sale, olio ed immerso nell'acqua bollente.
    Fino  alla  meta' del secolo scorso si poteva udire per le strade
di   Altamura   il   grido  del  fornaio  che  annunciava,  all'alba,
l'avvenuta, cottura del fragrante pane.
    Il  primo  riferimento  al  luogo di origine del prodotto, se non
proprio  riconducibile  ad  Altamura  ma  sicuramente  al  territorio
murgiano,  e'  rintracciabile,  nel Libro I, V delle Satire del poeta
latino  Orazio  che  nella  primavera  del 37 a.C., nel rivisitare il
paesaggio della sua infanzia, nota l'esistenza del «pane migliore del
mondo,  tanto  che il viaggiatore diligente se ne porta una provvista
per il prosieguo del viaggio».
    La  tradizionale  attivita'  di  panificazione  di Altamura trova
conferma  negli  «Statuti  Municipali  della  citta'  fatti nell'anno
1527»,  i  cui  articoli  relativi  al  «Dazio  del forno» sono stati
trascritti,    a    cura    di    G.   De   Gemmis   nel   bollettino
dell'Archivio-Biblioteca-Museo civico, anno 1954, pp. 5-49.
    La   trascrizione   di  documenti  riferibili  all'imposizione  o
all'esenzione di dazi e' stata curata da A. Giannuzzi ne «Le Carte di
Altamura», in «Codice Diplomatico Barese», anno 1935.
    Altro  documento,  risalente  al 1420, sanzionava l'esenzione del
dazio del pane per il clero di Altamura.
    La consuetudine della cottura in forni pubblici traeva fondamento
nel  divieto  posto  ai  cittadini  «di  ogni  stato o condizione» di
cuocere  nelle  proprie  abitazioni qualsiasi tipo di pane o focacce,
pena  il  pagamento  di  rilevante ammenda, rappresentando la gabella
imposta un terzo del costo complessivo della panificazione.
    Era  dunque  nel  contesto  di  una  societa'  agropastorale  che
nascevano le forme tipiche dai pani tradizionalmente confezionati per
i  contadini, per i pastori e per le loro famiglie che ancora oggi e'
possibile  ritrovare  nella  produzione  dei panificatori altamurani:
forme  di  grande  pezzatura,  ottenute  con sfarinato di grano duro,
lievito  madre, sale e acqua, alla fine di un processo di lavorazione
articolato  in  cinque  fasi:  impastamento, formatura, lievitazione,
modellatura,   cottura   nel   forno   a   legna.   Ed  erano  queste
caratteristiche a distinguerlo da qualunque altro tipo di pane.
    Anche  l'attivita'  molitoria  doveva essere concentrata tutta in
Altamura,  considerato  che  agli  inizi  del  1600 esistevano ben 26
impianti di trasformazione in piena attivita'.
    Si puo' concludere affermando che, nonostante le trasformazioni e
gli  adeguamenti sopravvenuti, il pane attualmente confezionato nella
murgiana  citta'  di  Altamura, sia il diretto erede di quel pane dei
contadini  e  dei  pastori  che,  dal  Medioevo in poi, si continua a
produrre senza soluzione di continuita'.
    Relativamente  ai controlli per l'attestazione dell'origine della
produzione  della  D.O.P.  «Pane  di  Altamura»,  la prova di essa e'
certificata  dall'organismo  di  controllo  di cui al punto 4.7 sulla
base  di  numerosi  adempimenti  cui  si sottopongono i produttori di
materia  prima  e i panificatori interessati, nell'ambito dell'intero
ciclo produttivo.
    Il  disciplinare di produzione prevede, all'atto del conferimento
della D.O.P., l'istituzione:
      di  elenchi,  depositati  presso  i rispettivi comuni dell'area
delimitata  al punto 4.3, dei produttori di grano duro nel territorio
di interesse;
      di  elenchi,  depositati  presso  i  rispettivi  comuni,  degli
imprenditori  molitori  impegnati a trasformare in semole rimacinate,
destinate  alla  panificazione,  la  materia  prima  proveniente  dai
produttori di grano nel territorio sopra indicato;
      di  un  elenco  dei  panificatori impegnati a produrre «Pane di
Altamura»  secondo  i criteri del disciplinare di produzione indicati
nel successivo punto 4.5, depositato presso il comune di Altamura.
    Tutti  i  suddetti  elenchi  dovranno essere depositati presso la
regione  Puglia  e presso l'organo designato o autorizzato a svolgere
le attivita' di controllo ai sensi dell'art. 10 del regolamento (CEE)
n. 2081/92.
    L'organo  di  controllo verifichera' inoltre che il lievito madre
utilizzato, le dosi e la composizione dell'impasto, le modalita' e la
durata   dello   stesso,   la   lievitazione,  la  modellatura  e  la
rimodellatura  delle  forme, la cottura, la sfornatura e l'immissione
al  consumo  con  gli  opportuni  contrassegni,  siano  conformi alle
prescrizioni della disciplina descritta al successivo punto 4.5.
    L'acqua  da  utilizzare  per  l'impasto  e' certificata dall'Ente
gestore  dell'acquedotto: essa dovra' essere analizzata con frequenza
annuale, dovra' rispondere ai parametri riportati al successivo punto
4.5, e la certificazione rilasciata dall'Ente gestore sara' resa nota
mediante affissione all'albo pretorio del comune di Altamura.
    L'organismo   di   controllo  accertera'  inoltre  che  il  grano
utilizzato  per  la  panificazione  possegga  i requisiti indicati al
punto 4.5.
    4.5. Metodo   dell'ottenimento:   il   grano  utilizzato  per  la
panificazione deve avere i requisiti di seguito elencati:

=====================================================================
               grano duro                |     Requisiti unita'
=====================================================================
Peso ettolitrico > o =                   |78 kg/hl
Proteine (N tot x 5,70) > o =            |11% s.s.
Ceneri <                                 |2,2% s.s.
Glutine secco > o =                      |9,0% s.s.
Semole di grado duro                     |
Indice di glutine <                      |80
Indice di giallo > o =                   |20

    La materia prima impiegata consiste in un rimacinato di semola di
grano  duro  ricavato  dalla macinazione di grani duri delle varieta'
«appulo»,  «arcangelo»,  «duilio»,  «simeto»  prodotte nel territorio
delimitato  al  punto  4.3  da  sole  o congiuntamente, in ragione di
almeno   l'80%,   mentre   per   la   restante   quota   e'  prevista
l'utilizzazione  di  altre  varieta',  sempre prodotte sul territorio
predetto.
    Le  caratteristiche  chimico-fisiche  dei  grani  e  delle semole
devono  essere  certificate e rispondere alla parametrizzazione della
tabella sopra riportata.
    I  rimacinati  devono  essere ottenuti da processi di lavorazione
molitori   del  tutto  analoghi  a  quelli  attualmente  in  uso  nel
territorio  di Altamura di seguito descritti. I molini operanti nella
predetta  zona  sono  attrezzati  di  macchine  dotate  di  coppia di
cilindri  metallici  di  diametro progressivamente sempre piu' vicini
tra  loro.  La velocita' di rotazione e' di circa 300 giri al minuto,
la  temperatura  di  esercizio  non  superiore  ai  40° C. Una simile
struttura,  mediante  le  azioni  di  sfregamento, provoca la rottura
della maggior parte delle cellule dello strato aleuronico del chicco,
impregnando  cosi'  del prezioso olio di germe la rimacinata di grano
duro. I molini per la lavorazione dei rimacinati sono soltanto quelli
ricadenti  nel  territorio  di  produzione  dei  grani,  definito  in
dettaglio al punto 4.3.
    Le  fasi e le modalita' di produzione del «Pane di Altamura» sono
le seguenti:
Impasto:
    1)  il  lievito  madre  viene ottenuto con minimo tre rinnovi per
aumentare  la  massa fermentata mediante l'aggiunta di acqua e semola
di  grano duro, nella percentuale del 20% rispetto al quantitativo di
semola rimacinata di grano duro da impastare;
    2)  dosi  e  composizione  dell'impasto:  per  q.li  1  di semola
rimacinata di grano duro necessitano kg 20 (20%) di lievito naturale,
kg 2 (2%) di sale marino, lt 60 (60%) circa di acqua alla temperatura
di 18° C;
    3)  l'operazione d'impasto deve durare 20 minuti, utilizzando una
impastatrice a bracci tuffanti.
    La  caratterizzazione  dell'acqua  dovra'  rispondere ai seguenti
parametri:
      incolore, insapore, inodore;
      temperatura compresa fra 12° e 15° C;
      pH compreso fra 7 e 8,5;
      durezza totale compresa fra 14,5 e 15,5 GF;
      contenuto calcio (Ca++) compreso fra 46 e 55 mg/l;
      alcalinita' (Ca CO3) compresa fra 130 e 160 mg/l;
      ione nitroso assente;
      contenuto sodio minore di 5-6 mg/l;
      contenuto potassio compreso fra 1,5 e 2,5 mg/l;
      coliformi-fecali-enterococchi-spore 0 nct/100 ml.
Lievitazione e prima fase di riposo.
    A  ultimazione  dell'operazione dell'impasto e' necessano coprire
la  massa  con  un  telo  di  cotone  di  un certo spessore per poter
ottenere   una   lievitazione   a  temperatura  omogenea.  In  questa
condizione l'impasto deve riposare per almeno novanta minuti.
Modellatura e seconda fase di riposo.
    A  conclusione  della  precedente fase di lavorazione, si procede
con  la  pesatura  e  la  prima  modellatura  che  vengono effettuate
manualmente  per  consentire  alla  massa  di essere raccolta nel suo
naturale  involucro  fibroso. In questa condizione la pasta resta per
trenta minuti.
Rimodellatura e terza fase di riposo.
    Si  esegue  una  ulteriore  modellatura  manuale,  seguita  da un
periodo di riposo di almeno quindici minuti.
Infornata e cottura.
    Prima di essere infornata la «pagnotta» viene capovolta e con una
leggera   pressione   della   mano,  esercitata  su  un  lato,  viene
accompagnata  nel  forno.  Il  forno  e' alimentato preferibilmente a
legna  o  a  gas,  a  riscaldamento indiretto, e' deve raggiungere la
temperatura di 250° C. I forni a riscaldamento diretto utilizzati per
la  cottura  Pane  di Altamura devono essere alimentati con legna del
genere quercia.
    La  prima  parte  della  cottura  avviene  a  forno  aperto. Dopo
quindici minuti, si procede a chiudere la bocca del forno e si lascia
cuocere per altri quarantacinque minuti.
Sfornatura.
    La bocca del forno viene lasciata aperta per almeno cinque minuti
per   consentire   la  fuoruscita  del  vapore  e  per  favorire,  di
conseguenza,  l'asciugamento  della  crosta che diventa croccante. Si
procede, quindi, a sfornare le pagnotte di pane, che vengono adagiate
su assi di legno.
    4.6. Legame.
    Il  pane  prodotto  e'  considerato  di qualita' «unica», perche'
derivato  da ottimi grani duri, ottenuti in un ambiente con specifici
fattori geografico-ambientali, da cui e' caratterizzato il territorio
della  Murgia  nord-occidentale  e  dall'impiego  di  acqua  potabile
normalmente utilizzata sul territorio.
    Il   territorio  interessato  e'  l'unica  parte  del  territorio
pugliese   che  conserva  i  caratteri  strutturali,  fisiografici  e
ambientali prossimi a quelli originari. Tali caratteristiche sono:
      territorio mai assoggettato a ingressione marina;
      forme e sistemi carsici epi ed ipogei poco diffusi;
      idrografia autoctona;
      temperatura  di  immissione dell'acqua in sottosuolo con valore
medio di 12° C;
      clima mediterraneo umido mesotermico;
      asetticita' dell'ambiente dovuta alle precipitazioni solide;
      permeabilita' del suolo 10\wedge -5 \div 10\wedge - 6 cm/sec;
      composizione chimica dei suoli.
    La Murgia centro-settentrionale, al cui interno Altamura, col suo
vasto  territorio  di oltre 44.000 ettari, rappresenta il centro piu'
popolato  ed economicamente rilevante, costituisce l'area di maggiore
produzione   cerealicola   della   Puglia   dopo  la  Capitanata;  la
coltivazione   del   grano   ha   rappresentato   storicamente,   con
l'allevamento   ovino,   la   principale   attivita'  produttiva  del
territorio.
    Nella  citta'  di  Altamura che vanta una secolare tradizione nel
settore  della  panificazione  operano  trentacinque  aziende con una
produzione  giornaliera di pani che si aggira intorno ai 600 quintali
che, sottratta una quota del 20% riservata al fabbisogno locale viene
collocata sui piu' importanti mercati nazionali.
    Dal  punto di vista dell'assetto morfo-strutturale, il territorio
cerealicolo interessato si identifica con la piattaforma «apula», che
si  e'  sottratta all'ingressione marina, ed e' rimasta costantemente
emersa dalla fine del Mesozoico ad oggi: questa rappresenta una prima
peculiarita'  in  quanto e' l'unica parte del territorio pugliese che
conserva  i caratteri strutturali, fisiografici e ambientali prossimi
a quelli originari.
    La seconda peculiarita' ambientale e' data dalla rara presenza di
sistemi  carsici  epi  ed  ipogei,  con  conseguente  scarsa  o nulla
influenza sull'attuale rete idrica sotterranea.
    La  terza  caratteristica e' data dalla idrografia autoctona, per
cui  la  falda  carsica  trae alimentazione unicamente da un'aliquota
delle  acque  meteoriche  che precipitano su di essa. Anche il valore
della  temperatura  di  immissione delle acque meteoriche costituisce
una   particolarita'  del  territorio,  esso  infatti  e'  mediamente
dell'ordine di 12° C.
    Dal  punto  di  vista  climatico  il  territorio  presenta estati
asciutte  e  inverni  secchi  di  precipitazioni  liquide  e  solide,
quest'ultime  sono  mediamente pari a 20-35 cm. Esse contribuiscono a
mantenere condizioni di asetticita' ambientale.
    Delle precipitazioni allo stato liquido, che in media raggiungono
i   600  mm  annui,  meta'  attraversa  il  terreno  e  raggiunge  il
sottosuolo, l'altra meta' alimenta il terreno vegetale.
    A  causa del carsismo giovane e non evoluto, l'umidita' contenuta
nelle  fessure  delle  rocce e dei suoi prodotti di alterazione viene
restituita  per  capillarita'  al  terreno  vegetale nei periodi piu'
siccitosi:  tale  fenomeno costituisce una ulteriore peculiarita' del
territorio.
    I parametri geologici, idrogeologici e meteorologici concorrono a
definire   l'unicita'   dell'ambiente   naturale,   instauratosi  sul
territorio interessato.
    4.7. Struttura di controllo.
    Nome: Bioagricoop - S.c.r.l.
    Indirizzo: via Fucini, 10 - 40033 Casalecchio di Reno (Bologna).
    4.8. Etichettatura.
    Il prodotto finito e' confezionato in termodetraibile microforato
con etichetta riportante:
      1) elenco degli ingredienti, ditta di produzione;
      2) data di scadenza;
      3) contrassegno.
    In alternativa senza alcun involucro, con la sola apposizione sul
prodotto  finito  di  un bollino in materiale biologico riportante le
caratteristiche prima elencate e la dicitura «Pane di Altamura».
    Sulle  etichette  dovra'  comparire  il contrassegno allegato, da
utilizzare  in  modo  inscindibile  con  la  denominazione di origine
protetta.
    Il  simbolo  grafico e' composto da Scudo sannitico sormontato da
corona-arma  a quattro quarti a due a due rossi e bianchi». Al centro
dell'ovale  compare  in  orizzontale, su tre allineamenti, la scritta
«Pane D.O.P. di Altamura».
    Le  specifiche  di  stampa  del  contrassegno  sono  di  seguito,
indicate:
      puntinato: 100% pantone 323 cv;
      Pane   dop   di  Altamura:  carattere  arial,  dimensione  71,1
puntistile grassetto, spessore linea ovale 0,040;
      asse maggiore ovale 17,5 cm;
      asse minore ovale 13 cm;
      le  dimensioni  del logotipo non dovranno essere inferiori a 10
cm \times 7 cm;
      giallo: 100% pantone yellow cv;
      viola: 100% pantone 228 cv;
      bianco: 100% pantone trans. White cv;
      verde: 100% pantone 334 cv;
      rosso: 100% pantone warm red cv;
      bordo ovale: 100% pantone violet cv.

DISCIPLINARE  DI  PRODUZIONE  DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
                         «PANE DI ALTAMURA»

                               Art. 1.
    La   denominazione  d'origine  protetta  «Pane  di  Altamura»  e'
riservata  al  pane che risponde ai requisiti e alle condizioni poste
dal  regolamento  CEE  N.  2081/92  e  alle  prescrizioni imposte dal
presente disciplinare di produzione.

                               Art. 2.
    La  denominazione  di  origine  protetta  «  Pane di Altamura» e'
propria del pane ottenuto mediante l'antico sistema di lavorazione (a
lievito  madre  o  pasta  acida-sale  marino-acqua) e dall'impiego di
semole  rimacinate  di varieta' di grano duro coltivato nei territori
dei  comuni  della  Murgia  nord-occidentale  indicati  all'art.  5 e
specificati nell'allegata cartina geografica.

                               Art. 3.
    La  zona  di  produzione  del  «Pane  di  Altamura»  comprende  i
territori  dei  comuni  di  Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini,
Spinazzola, Minervino Murge, individuati all'art. 5. Gli impianti per
la  produzione  del  pane  devono essere alimentati preferibilmente a
legna  o  a  gas  in  maniera  indiretta o in maniera diretta, con le
deroghe consentite dalla legge.

                               Art. 4.
    La materia prima impiegata consiste in un rimacinato di semola di
grano  duro  ricavato  dalla macinazione di grani duri delle varieta'
appulo,  arcangelo, duilio, simeto prodotte nel territorio delimitato
nell'allegato  K,  da  sole  o  congiuntamente,  in ragione di almeno
l'80%,  mentre  per  la restante quota e' prevista l'utilizzazione di
altre   varieta',   sempre   prodotte  sul  territorio  predetto.  Le
caratteristiche  chimico-fisiche  dei  grani  e  delle  semole devono
essere  certificate e rispondere alla parametrizzazione della tabella
numero  1.  I  rimacinati  devono  essere  ottenuti  da  processi  di
lavorazione  molitori  del tutto analoghi a quelli attualmente in uso
nel  territorio  di  Altamura di seguito descritti. I molini operanti
nella  predetta  zona sono attrezzati di macchine dotate di coppia di
cilindri  metallici  di  diametro  differenziato  e dotati di diverse
asperita'  isposti  in  maniera da essere progressivamente sempre piu
vicini  tra loro. La velocita' di rotazione e' di circa trecento giri
al  minuto,  la  temperatura di esercizio non superiore ai 40° C. Una
simile  struttura,  mediante  le  azioni  di  sfregamento, provoca la
rottura della maggior parte delle cellule dello strato aleuronico del
chicco, impregnando cosi' del prezioso olio di germe la rimacinata di
grano  duro. I molini per la lavorazione dei rimacinati sono soltanto
quelli  ricadenti nel territorio di produzione dei grani, definito in
dettaglio  all'art.  5 e nell'allegata cartina geografica. I predetti
sfarinati e i metodi tradizionali di lavorazione della panificazione,
concorrono  alla  produzione  del  pane,  le cui caratteristiche sono
riportate nell'art. 7.
    I grani duri devono essere caratterizzati dai parametri riportati
nella tabella 1, di seguito riportata.

                                                            Tabella 1

    Il  grano  utilizzato per la panificazione deve avere i requisiti
di seguito elencati.

=====================================================================
               grano duro                |     Requisiti unita'
=====================================================================
Peso ettolitrico > o =                   |78 kg/hl
Proteine (N tot x 5,70) > o =            |11% s.s.
Ceneri <                                 |2,2% s.s.
Glutine secco > o =                      |9,0% s.s.
Semole di grado duro                     |
Indice di glutine <                      |80
Indice di giallo > o =                   |20

    Il  pane  prodotto  e'  considerato  di qualita' «unica», perche'
derivato  da ottimi grani duri, ottenuti in un ambiente con specifici
fattori geografico-ambientali, da cui e' caratterizzato il territorio
della  Murgia  nord-occidentale  e  dall'impiego  di  acqua  potabile
normalmente utilizzata sul territorio.
    Il   territorio  interessato  e'  l'unica  parte  del  territorio
pugliese   che  conserva  i  caratteri  strutturali,  fisiografici  e
ambientali prossimi a quelli originari. Tali caratteristiche sono:
      territorio mai assoggettato a ingressione marina;
      forme e sistemi carsici epi ed ipogei poco diffusi;
      idrografia autoctona;
      temperatura  di  immissione dell'acqua in sottosuolo con valore
medio di 12° C;
      clima mediterraneo umido mesotermico;
      asetticita' dell'ambiente dovuta alle precipitazioni solide;
      permeabilita' del suolo da 10^ -5 a 10^ - 6 cm/sec;
      composizione chimica dei suoli.

                               Art. 5.
    Il  territorio  di  produzione  dei  grani impiegati per ottenere
semole  rimacinate  comprende  i  territori dei comuni di: Altamura -
Gravina  di Puglia - Poggiorsini - Spinazzola - Minervino Murge ed e'
rappresentato  nelle  carte  in  scala 1:25.000 dall'IGMI, riprodotte
nell'allegata cartina geografica di seguito elencate:
      Foglio 175-tavolette: II NE Villaggio Gaudiano;
      Foglio   176-tavolette:   IV   SO   Canosa  di  Puglia  III  NO
Lamalunga-III  NE  Minervino Murge-III SO Montemilone; III SE Fermata
di Acquatetta-II SO Montecaccia;
      Foglio  188-tavolette:  IV  NO  Palazzo  San  Gervasio  - IV NE
Spinazzola-I  NO  Stazione  di  Poggiorsini-I  SO  Poggiorsini -II NO
Notargiacomo  -I  NE  Serra  Ficaia  - I SE Murgetta-II NE Gravina in
Puglia-II SE S. Maria d'Irsi;
      Foglio 189-tavolette: IV NO Murgia del Ceraso-IV SO Stazione di
Altamura-III NO Altamura III SO Madonna di Picciano-IV NE Toritto -IV
SE  Masseria Pescariello - III NE Stazione Casal Sabini-III SE Matera
Nord -I SO Cassano delle Murge-II NO Santeramo in colle.

                               Art. 6.
    Le  fasi e le modalita' di produzione del «Pane di Altamura» sono
le seguenti:

Impasto.
    1)  il  lievito  madre  viene ottenuto con minimo tre rinnovi per
aumentare  la  massa fermentata mediante l'aggiunta di acqua e semola
di  grano duro, nella percentuale del 20% rispetto al quantitativo di
semola rimacinata di grano duro da impastare;
    2)   dosi  e  composizione  dell'impasto:  per  ql  1  di  semola
rimacinata di grano duro necessitano kg 20 (20%) di lievito naturale,
kg 2 (2%) di sale marino, lt 60 (60%) circa di acqua alla temperatura
di 18° C;
    3)  l'operazione d'impasto deve durare 20 minuti, utilizzando una
impastatrice a bracci tuffanti;
    4)  l'acqua  da  utilizzare  per l'impasto deve essere potabile e
distribuita  sul  territorio.  L'acqua  utilizzata  per  l'impasto e'
certificata   in  dettaglio  dall'Ente  gestore  dell'acquedotto.  Si
prescrive che l'acqua venga analizzata con frequenza annuale e che la
relativa  certificazione  sia  resa nota mediante affissione all'albo
pretorio.   In  ogni  caso  la  caratterizzazione  dell'acqua  dovra'
rispondere ai seguenti parametri:
      incolore, insapore, inodore;
      temperatura compresa fra 12° e 15° C;
      pH compreso fra 7 e 8,5;
      durezza totale compresa fra 14,5 e 15,5 GF;
      contenuto calcio (Ca++) compreso fra 46 e 55 mg/l;
      alcalinita' (Ca CO3) compreso fra 130 e 160 mg/l;
      ione nitroso assente;
      ione ammonio assente;
      contenuto sodio minore di 5-6 mg/l;
      contenuto potassio compreso fra 1,5 e 2,5 mg/l;
      coliformi-fecali-enterococchi-spore 0 nct/100 ml.

Lievitazione e prima fase di riposo.
    A  ultimazione dell'operazione d'impasto e' necessario coprire la
massa  con  un telo di cotone di un certo spessore per poter ottenere
una   lievitazione  a  temperatura  omogenea.  In  questa  condizione
l'impasto deve riposare per almeno novanta minuti.

Modellatura e seconda fase di riposo.
    A  conclusione  della  precedente fase di lavorazione, si procede
con  la  pesatura  e  la  prima  modellatura  che  vengono effettuate
manualmente  per  consentire  alla  massa  di essere raccolta nel suo
naturale  involucro  fibroso. In questa condizione la pasta resta per
trenta minuti.

Rimodellatura e terza fase di riposo.
    Si  esegue  una  ulteriore  modellatura  manuale,  seguita  da un
periodo di riposo di almeno quindici minuti.

Infornata e cottura.
    Prima di essere infornata la «pagnotta» viene capovolta e con una
leggera   pressione   della   mano,  esercitata  su  un  lato,  viene
accompagnata  nel  forno.  Il  forno  e' alimentato preferibilmente a
legna  o  a  gas,  a  riscaldamento  indiretto, e deve raggiungere la
temperatura di 250° C. I forni a riscaldamento diretto utilizzati per
la  cottura del «Pane di Altamura» devono essere alimentati con legna
del genere quercia.
    La  prima  parte  della  cottura  avviene  a  forno  aperto. Dopo
quindici minuti, si procede a chiudere la bocca del forno e si lascia
cuocere per altri quarantacinque minuti.

Sfornatura.
    La bocca del forno viene lasciata aperta per almeno cinque minuti
per   consentire  la  fuoriuscita  del  vapore  e  per  favorire,  di
conseguenza,  l'asciugamento  della  crosta che diventa croccante. Si
procede, quindi, a sfornare le pagnotte di pane, che vengono adagiate
su assi in legno.

                               Art. 7.
    Il  «Pane  di Altamura» all'atto dell'immissione al consumo, deve
rispondere alle seguenti caratteristiche:
      a) pagnotta   in   pezzatura  non  inferiore  a  0,5  kg  nella
tradizionale  forma  accavallata (denominato localmente skuanete) con
baciature  ai  fianchi,  o  bassa  (denominato  localmente  a cappidd
d'prevte) senza baciature;
      b) spessore della crosta di almeno 3 mm;
      c) mollica   di  colore  giallo  paglierino  caratterizzata  da
alveolazione omogenea;
      d) profumo caratteristico;
      e) umidita' non superiore al 33%.

                               Art. 8.
    Al conferimento della DOP saranno istituiti:
      elenchi   dei  produttori  di  grano  duro  nel  territorio  di
interesse;
      elenchi  degli imprenditori molitori impegnati a trasformare in
semole  rimacinate,  destinate  alla  panificazione, la materia prima
proveniente dai fornitori di grano del territorio;
      elenco dei panificatori impegnati a produrre «Pane di Altamura»
secondo i criteri del presente disciplinare.
    Tali  elenchi  dovranno  essere tenuti dall'organismo designato o
autorizzato  a  svolgere le attivita' di controllo ai sensi dell'art.
10 del reg. (CEE) n. 2081/92.

                               Art. 9.
    L'immissione  al consumo avverra' nelle pezzature non inferiore a
0,5  kg,  sia  nella  tradizionale forma di cui all'art. 7, sia nella
forma  bassa,  con contrassegno identificativo riportante la dicitura
«Pane di Altamura».
    Il   prodotto   finito   sara'  confezionato  in  termodetraibile
microforato con etichetta riportante:
      1) elenco degli ingredienti, ditta di produzione;
      2) data di scadenza;
      3) logo (come descritto al successivo art. 11);
      4) in alternativa senza alcun involucro con la sola apposizione
sul  prodotto  finito di un bollino in materiale biologico riportante
le caratteristiche prima elencate e la dicitura «Pane di Altamura».

                              Art. 10.
    I  controlli  di cui all'art. 10 del regolamento 2081/92, saranno
effettuati  da un'autorita' pubblica designata o un organismo privato
autorizzato, in possesso dei requisiti di cui alle norme EN 45011.

                              Art. 11.
    Sulle   etichette  dovra'  comparire  il  contrassegno  riportato
nell'allegato   1,   da   utilizzare  in  modo  inscindibile  con  la
denominazione  di  origine  protetta  facente  parte  integrante  del
presente  disciplinare.  Il  simbolo  grafico  e'  composto da «Scudo
Sannitico  sormontato  da  corona-arma  a  quattro quarti a due a due
rossi  e  bianchi».  Al centro dell'ovale compare, in orizzontale, su
tre allineamenti, la scritta «Pane DOP di Altamura».