(all. 1 - art. 1)
                                                           Allegato A

          PROGETTI ATTUATIVI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE


Linee  guida  per  l'accesso  al  cofinanziamento alle regioni e alle
                province autonome di Trento e Bolzano


                (Legge 296/2006 - Art. 1, comma 806)

1) Sperimentazione del modello assistenziale case della salute.
    La  Casa  della salute, struttura polivalente in grado di erogare
in   uno   stesso   spazio   fisico   l'insieme   delle   prestazioni
socio-sanitarie,  favorendo,  attraverso  la contiguita' spaziale dei
servizi e degli operatori, l'unitarieta' e l'integrazione dei livelli
essenziali  delle  prestazioni  sociosanitarie, deve rappresentare la
struttura  di  riferimento  per  l'erogazione dell'insieme delle cure
primarie.
    Le  regioni  dovranno  presentare,  nel  periodo  di riferimento,
specifici  progetti  per  l'avvio  della sperimentazione nel rispetto
delle seguenti linee guida:
      1. All'interno  della struttura devono trovare collocazione gli
studi  dei  Medici di Medicina Generale (MMG) e deve essere garantita
la continuita' assistenziale 7 giorni su 7 e per le 24 ore attraverso
il  lavoro  in team con i medici di continuita' assistenziale (MCA) e
di  emergenza territoriale (MET). Gli studi di MMG che per ragioni di
opportunita'   non  possono  trovare  allocazione  all'interno  della
struttura   devono  essere  in  ogni  caso  a  questa  funzionalmente
collegati  attraverso  un  idoneo  sistema  a  rete  che  consenta la
gestione informatizzata dei dati clinici dei pazienti.
    2.  Sono  parte integrante della Casa della salute gli ambulatori
della Specialistica ambulatoriale. All'interno della struttura devono
essere attivate le principali branche cliniche e quelle relative alla
diagnostica  di  laboratorio  e  di  radiologia ed ecografia di base.
Devono   essere   in  ogni  caso  previsti  appositi  protocolli  che
disciplinino  i  rapporti  tra gli specialisti ambulatoriali, i MMG e
gli  altri  professionisti  sanitari al fine di rendere possibili, in
caso   di  richiesta  urgente  l'effettuazione  di  consulenze  e  di
refertazioni nell'arco della stessa giornata .
    3.  Nella  Casa  della salute deve, inoltre, essere adeguatamente
rappresentato  il  personale appartenente alle professioni sanitarie,
con  particolare  riferimento  a  quello  afferente  alle  aree della
riabilitazione  e  della  prevenzione.  Il  personale  amministrativo
dipendente  dal  distretto  deve  essere presente nella struttura per
svolgere  le  funzioni  di  supporto  per  l'insieme  delle attivita'
tecnico-  amministrativo,  ivi comprese quelle di segretariato che in
essa si svolgono.
    4.  Presso  la Casa della salute deve essere presente un servizio
di  ambulanze  per il pronto intervento sul territorio ( presenza del
punto di soccorso mobile 118 dotato di medico a bordo presente 24 ore
su  24  )  e per il trasporto infermi a meno che la regione non abbia
diversamente organizzato il servizio.
    5.  Nella  Casa  della  salute deve essere attivato l'ambulatorio
infermieristico  e  l'ambulatorio  per  le  piccole  urgenze  che non
richiedano  l'accesso  al  PS  Ospedaliero.  Gli infermieri assegnati
stabilmente   all'area   sub-distrettuale,  pur  mantenendo  la  loro
autonomia    professionale,    operano   in   stretto   rapporto   di
collaborazione  con  i  Medici  di Medicina Generale (MMG) nei moduli
operativi integrati: l'Unita' di Valutazione Multidimensionale (UVM),
l'ADI,  il Centro Diurno, la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA),
la degenza territoriale (Ospedale di Comunita).
    6. Ai fini della integrazione tra attivita' sanitarie e attivita'
socio-assistenziali,   nella   struttura   deve  essere  presente  lo
Sportello   Unico   di   Accesso  all'insieme  delle  prestazioni  ad
integrazioni socio assistenziale. Attraverso lo sportello unico ed il
personale  ad  esso  dedicato,  si  realizza  la  presa in carico del
paziente  attraverso  l'affido  diretto alle unita' valutative e agli
altri  servizi  da  cui  dipende  la  definizione  e l'attuazione del
percorso assistenziale individuale.
    7.  In  contiguita' con lo sportello unico di accesso deve essere
allocato   il  Centro  Unico  di  Prenotazioni  (CUP)  per  tutte  le
prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.
    8.  Al  fine di realizzare la reale integrazione tra le attivita'
di  prevenzione,  cura  e  riabilitazione con particolare riferimento
alle  persone  affette  da  patologie croniche, l'organizzazione e la
gestione  del  servizio  di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e'
una  delle  funzioni  che  deve trovare allocazione all'interno della
casa  della  salute.  L'ADI  deve  essere  intesa  come  un  servizio
multiprofessionale  in  cui  attraverso il lavoro in team dei diversi
professionisti  che  operano  all'interno della struttura si realizza
l'ospedalizzazione   a   domicilio   e  l'umanizzazione  delle  cure.
Attraverso  l'ADI  inoltre si realizza l'addestramento del paziente e
della   sua   famiglia  alla  gestione  delle  patologie  croniche  e
recidivanti ( Family learning).
    9.  La  Casa  della  salute  deve  rappresentare  il  luogo della
partecipazione  democratica  dove  i  cittadini  e le associazioni di
tutela  dei pazienti contribuiscono alla programmazione dei servizi e
delle  attivita'  e  sono chiamati a valutare i risultati ottenuti in
termini di salute e di benessere percepito.
    10.  Nella  Casa  della  salute  deve  trovare implementazione la
telemedicina  e  il  teleconsulto  a  distanza attraverso la messa in
opera  di una piattaforma tecnologica che consenta il collegamento in
tempo  reale  con  l'ospedale/i  di riferimento per la diagnostica di
secondo livello.
2)  Iniziative per la salute della donna ed iniziative a favore delle
gestanti, della partoriente e del neonato.
    La  tutela della salute della donna, in particolar modo in ambito
materno  infantile,  costituisce un impegno di valenza strategica dei
sistemi   sociosanitari   per  il  riflesso  che  gli  interventi  di
promozione  della  salute,  di  cura  e riabilitazione in tale ambito
hanno  sulla  qualita'  del  benessere psico-fisico nella popolazione
generale attuale e futura.
    In  questa  ottica  e  per  il  periodo  considerato,  le regioni
dovranno presentare specifiche iniziative in materia di:
A) Iniziative per la salute della donna.
    Educazione  alla  salute dell'adolescente da perseguirsi d'intesa
con  gli  organi  scolastici,  partendo dall'analisi delle condizioni
socio  familiari  e  ambientali,  mediante  l'attivazione di corsi di
informazione ed educazione alla salute della giovane.
    Andranno   privilegiati   argomenti  quali  fisiopatologia  della
riproduzione  e malattie sessualmente trasmesse, HPV, educazione alla
affettivita'.
    Programmi  di  screening regionali o aziendali: in tale ambito si
dovranno  privilegiare  iniziative  che  prevedano la presa in carico
della donna con patologia oncologica per indirizzarla verso i servizi
specialistici,  di  diagnosi  e  cura, facilitandole i percorsi e gli
accessi ed attivando il supporto psicologico;
    Prevenzione  e trattamento delle principali patologie del periodo
post fertile:
      tenuto  conto che la cessazione dell'attivita' ovarica comporta
effetti  che,  pur  di  minor  rilievo  in  termini di salute fisica,
possono  compromettere  sensibilmente  la  qualita'  della vita della
donna, particolare interesse deve essere rivolto a situazioni quali:
        osteoporosi
        l'incontinenza urinaria
        le problematiche relazionali
        le problematiche legate alla sessualita'
B)  Iniziative  a  favore  delle  gestanti  e delle partorienti e del
neonato.
    Favorire  il parto naturale affinche' il ricorso al parto cesareo
sia riportato all'interno dei parametri europei (20%);
    Umanizzare  l'evento nascita con il miglioramento dell'assistenza
ostetrico e pediatrica - neonatologica che deve prevedere:
      il parto indolore;
      l'allattamento materno precoce;
      il rooming-in.
    Si  dovra',  altresi',  porre  particolare attenzione alla sempre
maggiore   presenza   di   cittadine  non  italiane,  in  particolare
extracomunitarie.   Specifici  progetti  potranno  essere  diretti  a
garantire    la    comunicazione    interculturale   e   l'assistenza
specialistica alle portatrici di mutilazioni genitali.
    Trasporto  neonatale:  il  trasporto  della gravida e del neonato
deve  essere  considerato  una  componente  essenziale di un piano di
regionalizzazione  delle  cure perinatali che preveda l'attivazione e
il  completamento  del  Sistema  di  Trasporto in Emergenza Neonatale
(S.T.E.N.) e del Servizio di Trasporto Assistito Materno (S.T.A.M.).
    In   questa   ottica,   nel  periodo  indicato,  dovranno  essere
programmati  corsi  di  formazione  per  il  personale, medico e non,
addetto   all'attivita'   di  trasporto,  rivolti  preferibilmente  a
soggetti  con esperienza di terapia intensiva neonatale: il trasporto
infatti  non  puo' essere affidato ai punti nascita periferici che ne
fanno richiesta.
3) Malattie rare.
    In  coerenza  con  il  decreto ministeriale 18 marzo 2001, n. 279
(Regolamento  di istituzione delle malattie rare e di esenzione dalla
partecipazione  al  costo  delle relative prestazioni sanitarie), con
l'Accordo  tra  il  Ministro  della  salute, le regioni e le province
autonome di Trento e Bolzano dell'11 luglio 2002 e con le indicazioni
contenute  nel Piano sanitario nazionale, lo sforzo per la tutela dei
soggetti affetti da malattie rare dovra' essere intensificato.
    In  attesa  di  definire  specifici progetti atti a potenziare la
rete  destinata  a  garantire  un'assistenza  omogenea  su  tutto  il
territorio nazionale il 50% della quota di cui all'art. 1, comma 806,
lettera  c)  della  legge  n.  296/2006  (30  Milioni  di Euro) viene
destinata a progetti che assicurino, nel periodo previsto:
      a) la  presa  in  carico  globale  del  paziente  affetto da MR
tramite  modalita'  organizzative formalmente definite che assicurino
l'approccio di competenze multidisciplinari;
      b) l'integrazione  sia  con le strutture sanitarie territoriali
per  attivare l'assistenza domiciliare nei confronti dei pazienti per
i quali l'ambito familiare lo permetta, sia con i servizi sociali;
      c) i trattamenti palliativi per i casi che lo richiedano;
      d) la realizzazione di campagne informative rivolte ai pazienti
e  alle  famiglie sulle attivita' svolte e sul percorso assistenziale
del paziente.
    La   quota  pari  al  40%  sara'  destinata,  come  finanziamento
aggiuntivo,  ai  programmi  regionali  che prevedano l'attivazione di
formali  accordi di cooperazione tra le regioni interessate, volti ad
assicurare, nel periodo previsto:
      a) lo sviluppo e l'utilizzo di percorsi diagnostico terapeutici
condivisi, specifici per singole malattie e/o gruppi di malattie;
      b) la  realizzazione  di  attivita'  di consulenza e supporto a
distanza,    anche    mediante   l'utilizzo   di   nuove   tecnologie
(telemedicina);
      c) la  realizzazione  di  attivita'  formative rivolte ai MMG e
agli  operatori  sanitari  dei  servizi  territoriali  nelle  regioni
coinvolte,  riguardanti la formulazione del sospetto diagnostico e la
gestione della malattia;
      d) la  definizione di procedure concordate per il trasferimento
del  paziente  presso  le  strutture  piu'  esperte, qualora cio' sia
indispensabile per l'ottimale gestione del caso;
      e) il  coinvolgimento  delle associazioni dei malati e dei loro
familiari  per  l'individuazione  di  bisogni  particolari  e  per la
gestione del paziente;
      f) la  diffusione  delle  informazioni sulle attivita' svolte e
sui luoghi di cura delle singole malattie e/o gruppi.
    Sono  altresi' attribuiti finanziamenti, per la quota residua, ai
progetti  regionali che prevedano l'attivazione di registri regionali
o interregionali che garantiscano, entro febbraio 2008, il flusso dei
dati  al  Registro  nazionale  attraverso  un  sistema  strutturato e
appositamente concordato.
4) Implementazione della rete delle unita' spinali unipolari.
    La  problematica  dell'assistenza alle persone affette da lesioni
midollari coinvolge il momento clinico, quello riabilitativo e quello
di  reinserimento  sociale  del  paziente.  Ognuno  di questi momenti
interessa  una  pluralita'  di  strutture  e  di  funzioni,  anche di
altissima   specializzazione  (necessariamente  sovraregionali),  che
necessitano di un elevato coordinamento.
    E',  pertanto,  essenziale  inserire questi momenti in un sistema
integrato   di   rete,  nel  quale  tutti  i  soggetti  coinvolti  si
riconoscano nel comune percorso di continuita' assistenziale.
    In questa ottica, alle regioni e agli enti locali e' richiesto di
programmare  lo  sviluppo  di  interventi  integrati,  finalizzati  a
garantire la continuita' e l'unitarieta' di un percorso assistenziale
che  si  faccia  carico della specificita' di tali situazioni e della
complessita'  delle  relazioni e dei bisogni delle persone, superando
l'attuale frammentarieta' degli interventi.
    In  particolare,  nel  periodo  indicato,  i  programmi regionali
dovranno prevedere:
      la  definizione  di  accordi  a livello regionale con specifici
protocolli  di  intervento  tra  i  diversi  soggetti  coinvolti  nel
percorso  clinico  assistenziale  (presidi  ospedalieri,  servizi  di
emergenza  territoriale  118,  aziende  sanitarie),  per garantire un
intervento  tempestivo  entro  le  prime  ore  dell'insulto e ridurre
l'intervallo tra evento lesivo e accesso alla struttura specializzata
piu' idonea;
      la  realizzazione  di  processi  organizzativi  che coinvolgano
tutte  le competenze specialistiche necessarie ad assicurare la presa
in   carico   globale   del   paziente,  lungo  il  miglior  percorso
diagnostico,  terapeutico  e  riabilitativo,  dalla fase di emergenza
fino alle dimissioni,
    la  definizione di accordi interregionali per l'eventuale accesso
dei  propri  pazienti  a  strutture di altissima specializzazione non
presenti nella propria regione;
      il  coordinamento  e  l'integrazione  con  gli  enti locali, le
strutture   sanitarie  territoriali  riabilitative  di  competenza  i
distretti  sociosanitari  ed  i  MMG  per  garantire  la  continuita'
dell'assistenza  ed  assicurare  la migliore qualita' di vita per una
disabilita' non emendabile;
      la  realizzazione  di  percorsi  assistenziali  e riabilitativi
specifici   per  l'eta'  pediatrica,  nell'ambito  dei  quali  assume
particolare  rilevanza  la  presenza delle figure professionali dello
psicologo dell'eta' evolutiva e del neuropsichiatria infantile;
      la   definizione  di  sistemi  informativi  che  permettano  la
rilevazione  sistematica dei dati relativi alle mielolesioni, al fine
di  disporre  delle informazioni necessarie alla programmazione ed al
monitoraggio delle attivita'.