(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
1. PREMESSA.
   Le  metodiche  riportate  nel  presente  allegato   si   applicano
esclusivamente ai tensioattivi anionici e non ionici.
   Come    "metodo   di   scelta"   per   la   determinazione   della
biodegradabilita' dei suddetti tensioattivi  deve  essere  utilizzato
uno  dei  seguenti metodi, secondo quanto previsto dalle direttive n.
82/242/CEE e n. 82/243/CEE:
    metodo OCSE, pubblicato nella relazione tecnica dell'OCSE dell'11
giugno 1976 "Proposition de  methode  pour  la  determination  de  la
biodegradabilite'  des agents de surface utilises dans les detergents
synthetiques";
    metodo in vigore in Germania, approvato con "Verordnung uber  die
Abbaubarkeit   anionischer   und  nichtionischer  grenzflachenaktiver
Stoffe in Waschund Reinigungsmitteln" del 30 gennaio 1977,  parte  I,
pag.  244,  nel testo del regolamento modifica detto regolamento, del
18 giugno 1980, pubblicato nel Bundesgesetzblatt 1980, parte I,  pag.
706;
    metodo  in  vigore  in  Francia,  approvato  con  decreto  del 28
dicembre 1977 pubblicato  nel  Journal  officiel  de  la  Repubblique
francaise  del  18  gennaio 1978, e norma sperimentale T 73/270 marzo
1974,  pubblicata  dall'Association   francaise   de   normalization"
(AFNOR);
    metodo  in  vigore  nel Regno Unito denominato "Porous Pot Test",
descritto nella relazione tecnica n. 70  (1978)  del  Water  Research
Centre.
   Tenuto  conto  della  larga  diffusione  del  "metodo  di  scelta"
proposto dall'OCSE, se  ne  riporta  integralmente  la  procedura  al
successivo paragrafo 4.
   Come   "metodo   di   conferma"   per   la   determinazione  della
biodegradabilita' dei tensioattivi anionici e non ionici deve  essere
utilizzato   quello   riportato   al   successivo   paragrafo   5   e
corrispondente ai metodi allegati alle direttive n. 82/243/CEE  e  n.
82/242/CEE.
2. TERMINOLOGIA.
   Nel presente contesto valgono le seguenti definizioni:
    biodegradabilita': attitudine alla biodegradazione;
    biodegradazione:  demolizione  dei  tensioattivi,  effettuata per
azione di microrganismi, in prodotti piu' semplici, nelle  condizioni
del metodo di saggio;
    percentuale  di biodegradabilita': la percentuale di tensioattivi
sintetici, di ciascuna categoria, biodegradata secondo i metodi sotto
specificati;
    tensioattivi anionici (ai sensi della direttiva  n.  82/243/CEE):
quei  tensioattivi che, dopo essere passati attraverso scambiatori di
cationi e di anioni, vengono separati mediante eluizione frazionata e
determinati come sostanza attiva al blu di  metilene  (MBAS)  con  il
metodo di analisi descritto al paragrafo 6;
    tensioattivi non ionici (ai sensi della direttiva n. 82/243/CEE):
quei  tensioattivi che, dopo essere passati attraverso scambiatori di
cationi e anioni, vengono determinati come sostanza attiva allo iodio
bismutato (BIAS) con il metodo di analisi descritto al paragrafo 7.
3. TRATTAMENTO PRELIMINARE DEI PRODOTTI DA ESAMINARE.
3.1. Principio.
   Per  eseguire  correttamente  la  prova  di  biodegradabilita'  e'
necessario isolare le sostanze tensioattive dal detersivo, eliminando
i componenti insolubili ed inorganici che potrebbero falsare la prova
stessa. A tale scopo si  effettua  una  estrazione  alcolica:  da  un
campione omogeneo (polvere, paste e liquidi previamente essiccati) si
ottiene  un  estratto etanolico che contiene i tensioattivi, i saponi
ed altri componenti solubili in alcool; l'estrazione quantitativa non
e'  necessaria  tuttavia  e'  opportuno  estrarre  almeno  l'80%  dei
tensioattivi presenti; normalmente si ottiene il 90% e piu'.
   E' inoltre necessario isolare e separare i tensioattivi anionici e
non  ionici  dai cationici o dai saponi. Questo risultato e' ottenuto
con  una  tecnica  di  scambio  ionico:  l'estratto  etanolico  viene
evaporato   sino   ad   essiccazione,   disciolto   in   una  miscela
isopropanolo/acqua e la soluzione ottenuta viene  passata  attraverso
un   dispositivo   misto,   composto  da  uno  scambiatore  cationico
fortemente acido e di uno scambiatore anionico  macroporoso  scaldato
fino  a  323 ›K (50 ›C). Questa temperatura e' necessaria per evitare
la precipitazione di acidi grassi in ambiente acido.
   I tensioattivi non ionici rimangono nell'effluente dal quale  sono
ottenuti  mediante  evaporazione; gli acidi grassi dei saponi vengono
separati mediante eluizione con etanolo contenente CO2;i tensioattivi
anionici sono ottenuti sotto forma di sali di ammonio  (che  verranno
utilizzati  nella  prova  di degradazione) mediante eluizione con una
soluzione  acquosa  isopropanolica  di  bicarbonato  di  ammonio;   i
tensioattivi   cationici,   che   potrebbero   falsare  la  prova  di
biodegradabilita' ed il  metodo  di  analisi,  sono  eliminati  dallo
scambiatore  cationico  posto  sopra  lo scambiatore anionico. In tal
modo  con  un'unica  operazione  vengono  eliminati  i  saponi  e   i
tensioattivi  cationici  e  vengono isolati i tensioattivi anionici e
non ionici.
3.2. Reattivi.
3.2.1. Acqua deionizzata.
3.2.2.   Etanolo   95%    v/v    (C2H5OH)    (denaturante    ammesso:
metiletilchetone o metanolo).
3.2.3. Miscela isopropanolo/acqua (50/50 v/v):
- 50 parti in volume di isopropanolo (CH3COHCH3) e
- 50 parti in volume di acqua (3.2.1.).
3.2.4.     Soluzione     di    anidride    carbonica    in    etanolo
(approssimativamente  0,1%  di  CO2):    mediante  un   tubicino   di
alimentazione  munito di un setto di vetro poroso incorporato passare
la CO2 attraverso l'etanolo (3.2.2.)  per 10 minuti.  Usare  soltanto
soluzioni preparate di fresco.
3.2.5.  Soluzione di bicarbonato di ammonio (60/40 v/v):  0,3 moli di
NH4HCO3 in 1000 cm(Elevato al  Cubo)  di  miscela  isopropanolo/acqua
composta di 60 parti di isopropanolo e 40 parti di acqua (3.2.1.).
3.2.6.  Scambiatore  di  cationi  (KAT), fortemente acido, resistente
all'alcool (50-100 mesh).
3.2.7. Scambiatore di anioni (AAT), macroporoso,  Merck  Lewatit,  MP
7080 (70-150 mesh) o equivalente.
3.2.8. Acido cloridrico (10% HCl p/p).
3.3. Apparecchiatura.
3.3.1.  Pallone  da  2000 cm(Elevato al Cubo) a fondo tondo con tappo
conico di vetro smerigliato e condensatore a riflusso.
3.3.2. Imbuto - filtro di 90 mm di diametro (riscaldabile) per filtri
di carta.
3.3.3. Beuta per filtrazione a vuoto avente  una  capacita'  di  2000
cm(Elevato al Cubo).
3.3.4. Colonne di scambio con camicia riscaldabile e rubinetto:
tubo interno di 60 mm di diametro a 450 mm di altezza (fig. 1).
3.3.5. Bagnomaria.
3.3.6. Forno per essiccazione a vuoto.
3.3.7. Termostato.
3.3.8. Evaporatore rotante.
3.3.9. Beuta da 5000 cm(Elevato al Cubo).
3.4. Procedimento.
3.4.1. Controllo analitico.
   Dopo  l'omogeneizzazione  del campione di detersivo, e' necessario
determinare in  esso  la  concentrazione  dei  tensioattivi  anionici
(sulla base del tenore di MBAS, con il metodo di analisi descritto al
paragrafo  6),  dei tensioattivi non ionici (sulla base del tenore di
BIAS, con il metodo di analisi descritto al paragrafo 7) e dei saponi
(con un opportuno metodo).
   Questa analisi del prodotto e' necessaria per poter  calcolare  le
quantita'  di  detersivo  da  sottoporre  a estrazione e stabilire le
necessarie separazioni dei tensioattivi.
3.4.2. Estrazione e  separazione  dei  tensioattivi  anionici  e  non
ionici.
3.4.2.1. Preparazione dell'estratto.
   La   quantita'   di   tensioattivi   necessaria   alla   prova  di
biodegradabilita' e' di circa 50 g di MBAS e 25 g  di  BIAS,  per  il
metodo di conferma.
   Di  norma,  nella  preparazione  degli  estratti  per  le prove di
biodegradabilita' la quantita' di prodotto da usare non deve superare
i 1000 g (2000 g per i non  ionici),  ma  puo'  rivelarsi  necessario
estrarre   maggiori   quantita'   di  campione  e  quindi  effettuare
l'operazione 2 o piu' volte per ottenere il quantitativo  sufficiente
per  la prova di biodegradabilita'. L'esperienza ha dimostrato che e'
piu' vantaggioso ricorrere a varie  piccole  estrazioni  anziche'  ad
un'estrazione   di   grande   quantita'.   per  quanto  concerne  gli
scambiatori, le quantita' specificate sono sufficienti a lavorare con
600-700 mmol di tensioattivi e saponi.
   Per l'esecuzione della prova  di  biodegradabilita'  con  il  solo
metodo  di  scelta,  si  operi  su quantita' inferiori di prodotto da
estrarre,  usando  quantita'  proporzionali  dei  vari   solventi   e
reagenti.
3.4.2.2. Isolamento dei composti solubili in alcool.
   Aggiungere 250 g del detergente da analizzare a 1250 cm(Elevato al
Cubo)  di  etanolo  e,  agitando,  portare la miscela all'ebollizione
sotto riflusso per un'ora. Filtrare la soluzione  alcoolica  bollente
attraverso  un  filtro a pori larghi posto su di un imbuto scaldato a
323 ›K (50 ›C) e aspirare rapidamente. Lavare  la  beuta  e  l'imbuto
filtrante  con  200 cm(Elevato al Cubo) di etanolo caldo. Raccogliere
il filtrato e il liquido di lavaggio in una beuta per  filtrazione  a
vuoto.
   In  caso di prodotti pastosi o liquidi, accertarsi che il campione
non contenga piu di 55 g di tensioattivi anionici e 35 g  di  saponi.
Evaporare  il  campione  pesato sino ad essiccazione. Disciogliere il
residuo in 2000 cm(Elevato al  Cubo)  di  etanolo  e  procedere  come
sopra.
   Nel  caso  di  polveri di debole densita' apparente (Q300 g/l/) si
raccomanda di aumentare la proporzione d'etanolo nel rapporto di  20:
1.
   Far  evaporare  il  filtrato  di  etanolo sino ad essiccazione, di
preferenza con  un  evaporatore  rotante.  Ripetere  l'operazione  se
occorre una maggiore quantita' di estratto. Disciogliere la totalita'
del   residuo   in  5000  cm(Elevato  al  Cubo)  di  una  miscela  di
isopropanolo/acqua.
3.4.3. Preparazione delle colonne di scambio ionico.
   Colonna di scambio cationico.
   Versare 600 cm(Elevato al Cubo) di resina scambiatrice di  cationi
(3.2.6.)  in  un becher di 3000 cm(Elevato al Cubo) e aggiungere 2000
cm(Elevato al Cubo) di acido cloridrico (3.2.8.).  Lasciare  riposare
per  circa  due  ore  agitando  ad  intervalli.  Decantare  l'acido e
trasferire  la  resina  nella   colonna   (3.3.4.)   mediante   acqua
deionizzata.  La  colonna deve contenere un tampone di lana di vetro.
Lavare la colonna con acqua deionizzata ad una velocita' di flusso di
10-30 cm(Elevato al Cubo)/minuto fino a che l'eluato  sia  esente  da
cloruri.  Spostare  l'acqua  con  2000 cm(Elevato al Cubo) di miscela
isopropanolo/acqua (3.2.3.) ad  una  velocita'  di  flusso  di  10-30
cm(Elevato  al  Cubo)/minuto. La colonna di scambio e' ora pronta per
l'operazione.
   Colonna di scambio anionico.
   Versare 600 cm(Elevato al Cubo) di resina scambiatrice  di  anioni
(3.2.7.)  in  un becher di 3000 cm(Elevato al Cubo) e aggiungere 2000
cm(Elevato al Cubo) di acqua deionizzata; lasciar gonfiare la  resina
per  almeno  due  ore  e  trasferirla  nella  colonna  mediante acqua
deionizzata. La colonna deve contenere un supporto di lana di vetro.
   Lavare la colonna con una soluzione di bicarbonato di ammonio  0,3
M   (3.2.5.)   fino  a  completa  eliminazione  del  cloruro.  Questa
operazione richiede circa 5000  cm(Elevato  al  Cubo)  di  soluzione.
Lavare  nuovamente con 2000 cm(Elevato al Cubo) di acqua deionizzata.
Spostare  l'acqua  con  2000   cm(Elevato   al   Cubo)   di   miscela
isopropanolo/acqua (3.2.3.) ad una velocita' di flusso di
10-30  cm(Elevato  al Cubo)/minuto. La colonna scambiatrice e' ora in
forma OH e pronta per l'uso.
3.4.4. Metodo di scambio ionico.
   Collegare  le  colonne  scambiatrici  in  modo  che   la   colonna
scambiatrice  di  cationi  sia  situata  alla  sommita' della colonna
scambiatrice di anioni. Riscaldare le colonne a 323 ›K  (50  ›C)  con
l'impiego di un termostato. Riscaldare 5000 cm(Elevato al Cubo) della
soluzione  ottenuta  al punto (3.4.2.) a 333 ›K (60 ›C) e filtrare la
soluzione attraverso la combinazione di scambiatori alla velocita' di
flusso di 20 cm(Elevato al Cubo)/minuto. Lavare  le  colonne  con  un
litro di miscela calda isopropanolo/acqua (3.2.3.).
   Per  ottenere i tensioattivi non ionici, raccogliere il filtrato e
i  liquidi  di  filtrazione  ed  evaporare   sino   ad   essiccazione
preferibilmente  mediante un evaporatore rotante. Il residuo contiene
il BIAS. Aggiungere acqua deionizzata fino ad un volume determinato e
calcolare  il  tenore  di  BIAS  in  una  frazione  come  indicato al
paragrafo 7.4. La soluzione viene impiegata come  soluzione  standard
di  tensioattivi  non  ionici  per  la  prova  di  biodegradabilita'.
Mantenere la soluzione ad un temperatura inferiore a 278 ›K (5 ›C).
   Per  ottenere  i  tensioattivi  anionici  (MBAS)  disinserire   la
collonna  KAT.  Con 5000 cm(Elevato al Cubo) di soluzione etanolo/CO2
riscaldata a 323 ›K (50 ›C) (3.2.4.)  eluire  gli  acidi  grassi  dei
saponi dalla colonna AAT. Scartare l'eluato.
   Eluire  quindi  le  MBAS  della colonna AAT con 5000 cm(Elevato al
Cubo) di soluzione di  bicarbonato  di  ammonio  (3.2.5.).  Evaporare
l'eluato  sino  ad  essiccazione  su  un  bagno  di  vapore  o  in un
evaporatore rotante. Il residuo contiene MBAS (sotto forma di sali di
ammonio, da  utilizzare  nella  prova  di  biodegradabilita')  e  gli
eventuali  prodotti  anionici  non  tensioattivi  che non alterano la
prova di biodegradabilita'. Aggiungere acqua deionizzata sino  ad  un
volume determinato e calcolare il tenore di MBAS in una frazione come
indicato  al paragrafo 6. La soluzione viene impiegata come soluzione
standard dei detergenti anionici per la prova  di  biodegradabilita'.
Mantenere la soluzione ad una temperatura inferiore a 278 ›K (5 ›C).
3.4.5. Rigenerazione delle resine scambiatrici.
   Gettare lo scambiatore cationico dopo l'uso.
   Rigenerare  la  resina  scambiatrice  di  anioni  facendo  passare
un'ulteriore  quantita'  di  soluzione  di  bicarbonato  di   ammonio
(3.2.5.)   attraverso   la   colonna   ad  una  velocita'  di  flusso
approssimativamente di 10 cm(Elevato al Cubo)/minuto  sino  a  quando
l'eluato   e'  privo  di  tensioattivi  anionici  (prova  al  blu  di
metilene). Lavare quindi lo scambiatore  anionico  facendovi  passare
2000  cm(Elevato  al Cubo) di miscela isopropanolo/acqua (3.2.3.). Lo
scambiatore anionico e' nuovamente pronto per l'uso.
4. PROVA DI BIODEGRADABILITA' CON IL METODO DI SCELTA (METODO
   STATICO).
4.1. Campo di applicazione. Limiti del metodo.
   La prova di biodegradabilita' con il presente metodo  si  effettua
sui  tensioattivi  anionici  e  non  ionici  come  tali,  oppure  sui
tensioattivi  anionici  e  non  ionici  isolati  da  formulazioni  di
detersivi,  operando  secondo  i procedimenti descritti al precedente
paragrafo 3.
   Le sostanze chimiche presenti in soluzione o in aria, in grado  di
inibire  l'attivita'  dei  microrganismi, (come i composti fortemente
basici,  i  metalli  tossici,  i  solventi   organici,   i   prodotti
battericidi  e  gli  stessi tensioattivi quando siano presenti ad una
concentrazione  sufficientemente  elevata)   possono   ostacolare   i
processi di biodegradazione e pertanto influire sui risultati finali.
I  composti  alcalini  ed  altre  sostanze presenti nei preparati per
lavare possono interferire sul valore del pH.
   E' per i suddetti motivi che il metodo prescrive di lavorare in un
mezzo  tamponato  e  su  degli  estratti  purificati   contenenti   i
tensioattivi.
4.2. Principio del metodo.
   Il  metodo  si  basa  sull'incubazione a 25 ›C della soluzione del
tensioattivo in esame con microorganismi aerobici.
   Una   quantita'   determinata   di   tensioattivo  o  di  prodotto
preliminarmente estratto corrispondente a 5 mg/l di sostanza  attiva,
e' disciolta in una soluzione minerale (4.4.2.). Tale soluzione, dopo
aggiunta   di  una  opportuna  quantita'  di  microrganismi  aerobici
rappresentativi di una popolazione mista, viene incubata a 25›  (Piu'
o  Meno)  1  ›C fino a che la concentrazione in sostanza attiva resti
approssimativamente costante.
   L'efficacia del processo biologico e' controllata per mezzo di due
tensioattivi anionici di riferimento (paragrafo 4.5.).
4.3. Apparecchiatura.
4.3.1. Bicchieri da 100 cm(Elevato al Cubo).
4.3.2. Matracci tarati da 1000 cm(Elevato al Cubo).
4.3.3. Pipette tarate da 10 cm(Elevato al Cubo) e da 25 cm(Elevato al
Cubo).
4.3.4. Matracci di Erlenmeyer da 3000  cm(Elevato  al  Cubo)  e  5000
cm(Elevato al Cubo).
4.3.5.  Matracci  di  Erlenmeyer  da 2000 cm(Elevato al Cubo) a collo
stretto.
4.3.6.  Agitatore  che  permetta  l'utilizzazione  di   matracci   di
Erlenmeyer   da  2000  cm(Elevato  al  Cubo)  con  regolazione  della
temperatura; nel caso l'agitatore non abbia una  propria  regolazione
impiegare un bagno termostatico in grado di assicurare una tempertura
costante di 25› (Piu' o Meno) 1 ›C.
4.3.7.  Cilindri  graduati  da  100  cm(Elevato  al  Cubo)  e da 1000
cm(Elevato al Cubo).
4.3.8. Ovatta di cotone.
   Tuttavia  la  vetreria  deve  essere  accuratamente  lavata  prima
dell'uso  con  acqua  distillata,  risciacquata con alcool etilico ed
asciugata, al fine di evitare la contaminazione dovuta a  residui  di
saggi precedenti.
4.4. Reattivi.
4.4.1.  Acqua  deionizzata (o distillata) esente da sostanze tossiche
(specialmente rame).
4.4.2. Soluzione minerale.
Si prepara  prelevando  1  cm(Elevato  al  Cubo)  di  ciascuna  delle
seguenti  quattro soluzioni (da "a" a "d") e portando il volume ad un
litro con acqua deionizzata o distillata:
(a) KH2PO4 p.a. 8,5g;
K2HPO4 p.a. 21,75g;
NA2HPO4. 2H2O p.a. 33,4g;
NH4Cl p.a. 1,7g.
   Sciogliere  e  portare  a  1000  cm(Elevato  al  Cubo)  con  acqua
deionizzata  o  distillata.  Il pH di questa soluzione deve essere di
circa 7,2.
(b) MgSO4. 7H2O p.a. 22,5g disciolti in 1000 cm(Elevato al  Cubo)  di
acqua deionizzata o distillata.
(c)  CaCl2  p.a. 27,5g disciolti in 1000 cm(Elevato al Cubo) di acqua
deionizzata o distillata.
(d) FeCl3. 6H2O p.a. 0,25g disciolti in 1000 cm(Elevato al  Cubo)  di
acqua deionizzata o distillata.
   La  soluzione  minerale deve essere preparata immediatamente prima
dell'uso, in quantita' sufficiente (almeno 8 litri).
4.4.3. Soluzione di cloruro mercurico.
Soluzione di HgCl2 in acqua all'1%.
4.5. Tensioattivi di riferimento.
4.5.1. Tensioattivo biodegradabile.
   Si  impiega  un  alchilbenzensolfonato  sodico  lineare  (del tipo
dodecilbenzensolfonato  sodico).  La  biodegradabilita'   di   questo
prodotto,  determinata  con  il presente metodo, deve essere compresa
tra il 90 ed il 95%, ottenuta  nel  periodo  massimo  di  quattordici
giorni  (solitamente  tale  risultato  si ottiene gia' nei primi 7-10
giorni).
4.6. Inoculo.
   In linea di principio puo'  essere  utilizzato  qualsiasi  veicolo
contenente  microrganismi  aerobici  rappresentanti  una  popolazione
mista.  La  quantita'  di  inoculo  necessaria  per  ottenere  con  i
tensioattivi   di   riferimento   la  biodegradabilita'  indicata  al
paragrafo 4.5 dipende principalmente,  dall'attivita'  biologica  del
veicolo prescelto e quindi e' essenziale che l'attivita' dell'inoculo
sia  determinata  sperimentalmente quando il metodo e' utilizzato per
la prima volta o quando si  apporta  un  qualunque  cambiamento  alla
natura dell'inoculo stesso. (A tale scopo, si studia il comportamento
dei due tensioattivi di riferimento per mezzo di saggi preliminari in
cui  vengono  impiegate  quantita'  variabili  dell'inoculo  scelto);
generalmente e' sufficente una quantita' di 0,5 cm(Elevato  al  Cubo)
di  inoculo  per  litro  di  soluzione  di  prova.  Si  raccomanda di
confermare saltuariamente questi risultati,  soprattutto  se  vengono
osservate delle variazioni che concernono la velocita' ed il tasso di
biodegradabilita' dei tensioattivi di riferimento.
4.6.1. Preparazione dell'inoculo.
   L'inoculo sara' di preferenza realizzato per mezzo di un effluente
prelevato  da  un  impianto  di  depurazione biologica efficiente che
tratti principalmente reflui di origine  domestica.  Tale  effluente,
comunemente  detto  effluente  secondario,  deve  essere mantenuto in
condizioni  aerobiche  durante   il   periodo   precedente   la   sua
utilizzazione.
   Si  preleva il campione che va filtrato su filtro di carta soffice
a filtrazione rapida; si eliminano i primi 200 cm(Elevato al Cubo) di
filtrato; il rimanente e' mantenuto in  aereazione  fino  al  momento
dell'impiego.  Questo inoculo deve essere utilizzato il giorno stesso
in cui e' stato prelevato.
4.7. Procedimento.
4.7.1. Preparazione dei campioni.
   I tensioattivi sono esaminati tal quali dopo averne determinato il
contenuto in MBAS o BIAS; nel caso di prodotti formulati  si  procede
alla estrazione e separazione dei tensioattivi anionici e non ionici,
come  indicato al paragrafo 3.4., e si determina il contenuto di MBAS
o di BIAS dell'estratto.
4.7.2. Biodegradabilita' dei tensioattivi anionici.
   La determinazione della biodegradabilita' dei campioni in esame  e
dei    tensioattivi    di   riferimento   (4.5.)   viene   effettuata
simultaneamente ed "in doppio".  Si  pesa  in  un  bicchiere  da  100
cm(Elevato  al  Cubo)  un quantitativo di tensioattivo che, in base a
prove preliminari, corrisponda a circa 1 g di MBAS; si discioglie  in
una  piccola quantita' di acqua distillata, riscaldando eventualmente
a circa 60 ›C,  si  trasferisce  quantitativamente  in  un  matraccio
tarato  da  1000  cm(Elevato  al Cubo) e si porta a volume (soluzione
madre). A partire dalla soluzione madre si prepara in un matraccio da
3000 cm(Elevato al Cubo) un'altra soluzione (soluzione  di  prova  M)
aggiungendo  a  2000  cm(Elevato  al  Cubo)  della soluzione minerale
(4.4.2.) 10 cm(Elevato al Cubo) di soluzione madre ed  una  quantita'
appropriata  di  inoculo,  di  solito  0,5  cm(Elevato al Cubo)/l. Si
omogeneizza  cercando  di  evitare  la  formazione  di  schiuma.   Si
prelevano  quindi  due  aliquote  della  soluzione  di prova M di 900
cm(Elevato al Cubo) e  si  travasano  ciascuna  in  un  matraccio  di
Erlenmeyer da 2000 cm(Elevato al Cubo).
   Si  determina  su ciascun matraccio il contenuto di MBAS; la media
dei due valori ottenuti, che deve essere compresa tra 4,5  e  5,5  mg
MBAS/l  e  arrotondata a 0,1 mg MBAS/l, costituisce la concentrazione
iniziale del tensioattivo (Co). Se la concentrazione non rientra  nei
limiti  suddetti si prepara una nuova soluzione prelevando, invece di
10 cm(Elevato al Cubo), un volume  minore  o  maggiore  di  soluzione
madre.
   Analogamente    si    procede   per   il   tensioattivo   standard
biodegradabile e per quello bioresistente, determinando per  entrambi
la concentrazione media iniziale.
   I  sei  matracci sono chiusi con cotone in modo da non impedire lo
scambio di aria tra il matraccio e  l'atmosfera  circostante  e  sono
messi in incubazione sotto agitazione alla temperatura di 25› (Piu' o
Meno) 1 ›C che deve essere mantenuta costante durante tutta la durata
del  metodo;  i  matracci  devono  essere inoltre collocati al riparo
dalla luce diretta e l'ambiente deve essere sempre esente da sostanze
inquinanti e tossiche (solventi clorurati, ecc.).
   Si  ripete  il  dosaggio   della   MBAS   di   ciascun   matraccio
(genericamente  Ct)  ed  il  calcolo della corrispondente percentuale
della degradazione (At) al quinto e all'ottavo giorno di  incubazione
e  successivamente  ogni  due  giorni  fino  a  che  la differenza di
concentrazione riscontrata in due prelievi  effettuati  dallo  stesso
matraccio alla distanza di quattro giorni risulti inferiore a 0,15 mg
MBAS/l. La concentrazione riscontrata al primo di tali prelievi viene
considerata  la concentrazione finale (Ce) relativa a quel matraccio.
Si traccia la curva della percentuale di degradazione in funzione del
tempo (vedi figura 2); essa presenta un  tratto  orizzontale  che  ha
inizio in corrispondenza a Ce.
   Il  programma di prelievo potra' essere modificato facendo in modo
che si possa individuare con precisione  il  punto  di  flesso  della
curva;  in  ogni  caso  la  durata  della  prova  non deve superare i
diciannove giorni.
   Per i dosaggi  si  evitera'  di  effettuare  dei  prelievi  troppo
consistenti:  all'inizio del saggio sono sufficienti prelievi da 10 a
20 cm(Elevato al Cubo), il loro volume puo' essere aumentato  fino  a
100 cm(Elevato al Cubo) alla fine del saggio. In ogni caso i prelievi
vanno   effettuati   in   assenza   di   schiuma   e   dopo  accurata
omogeneizzazione.
   Se i campioni prelevati non sono analizzati entro le tre ore  suc-
cessive   al   prelievo,  essi  saranno  conservati  aggiungendovi  5
cm(Elevato al Cubo)/l della soluzione di cloruro  mercurico  (4.4.3.)
in modo da ottenere una concentrazione di 50 mg di HgCl2 per litro.
4.7.3. Biodegradabilita' dei tensioattivi non ionici.
   La  determinazione della biodegradabilita' dei campioni in esame e
dei tensioattivi anionici  di  riferimento  (4.5.)  viene  effettuata
simultaneamente  e  "in  doppio".  Si  pesa  in  un  bicchiere da 100
cm(Elevato al Cubo) un quantitivo di  tensioattivo  che,  in  base  a
prove  preliminari, corrisponde a circa 1 g di BIAS; si discioglie in
una piccola quantita' di acqua distillata riscaldando eventualmente a
circa 60 ›C, si trasferisce quantitativamente in un matraccio  tarato
da  1000 cm(Elevato al Cubo) e si porta a volume (soluzione madre). A
partire  dalla  soluzione  madre  si   prepara   un'altra   soluzione
(soluzione  di  prova M) aggiungendo a 5000 cm(Elevato al Cubo) della
soluzione minerale (4.4.2.) 25 cm(Elevato al  Cubo)  della  soluzione
madre e la quantita' appropriata di inoculo, di solito 0,5 cm(Elevato
al  Cubo)/l.  Si  omogeneizza  cercando  di  evitare la formazione di
schiuma, e si esegue, in doppio, la determinazione del  contenuto  di
BIAS.  La media dei due valori ottenuti, che deve essere compresa tra
4,5 e 5,5 mg di BIAS/l e deve essere arrotondata  a  0,1  mg  BIAS/l,
viene considerata come la concentrazione iniziale Co del tensioattivo
campione.
   Per  quanto riguarda i due tensioattivi anionici di riferimento si
prepara per ciascuno di essi la soluzione madre contenente 1  g/l  di
MBAS  e  quindi la soluzione di prova aggiungendo, in un matraccio da
3000 cm(Elevato al Cubo), a 2000 cm(Elevato al Cubo) della  soluzione
minerale  10 cm(Elevato al Cubo) della soluzione madre e la quantita'
appropriata di inoculo; su entrambe le soluzioni di prova si  esegue,
in  doppio, la determinazione del contenuto di MBAS; le medie dei due
valori ottenuti per ciascun tensioattivo di riferimento,  che  devono
essere  comprese fra 4,5 e 5,5 mg di MBAS/l, vengono considerate come
concentrazioni iniziali dei tensioattivi di riferimento.
   In quattro matracci di Erlenmeyer da 2000 cm(Elevato al  Cubo)  di
introducono  1200  cm(Elevato al Cubo), per ciascuno, della soluzione
di prova M contenente il tensioattivo non ionico; in due matracci  si
introducono 900 cm(Elevato al Cubo), per ciascuno, della soluzione di
prova  dello  standard  biodegradabile;  in  altri  due  matracci  si
introducono 900 cm(Elevato al Cubo) dello standard bioresistente.
   Gli otto matracci sono chiusi con  del  cotone,  in  modo  da  non
impedire  lo  scambio d'aria con l'atmosfera circostante, e messi poi
in incubazione sull'agitatore a 25 ›C (Piu' o Meno) 1 ›C, temperatura
che deve essere  mantenuta  costante  durante  tutta  la  durata  del
saggio. I matracci devono essere inoltre al riparo dalla luce diretta
e  l'ambiente  deve  essere  sempre  esente  da sostanze inquinanti e
tossiche (solventi clorurati, ecc.).
   Si ripete il dosaggio di BIAS per i tensioattivi non ionici al  5›
e  al  19›  giorno  di incubazione su una miscela ottenuta prelevando
volumi uguali dai due matracci: il volume della miscela sara' di  400
cm(Elevato  al  Cubo)  (200 cm(Elevato al Cubo) da ciascun matraccio)
per il dosaggio del quinto giorno, e di 1000 cm(Elevato al Cubo) (500
cm(Elevato al  Cubo)  da  ciascun  matraccio)  per  il  dosaggio  del
diciannovesimo giorno.
Questa  procedura  permette di determinare tassi di biodegradabilita'
dell'ordine del  95%;  nei  casi  di  sostanze  aventi  un  tasso  di
biodegradabilita'  inferiore  all'80%  il  volume  prelevato potrebbe
essere ridotto (600 cm(Elevato al Cubo)).
   Per i tensioattivi di riferimento, si ripete il dosaggio  di  MBAS
seguendo la procedura indicata per i tensioattivi anionici (4.7.2.).
   Tutti  i  prelievi  vanno  effettuati  previa  eliminazione  della
schiuma ed accurata omogeneizzazione delle soluzioni.
   Se  i  campioni  non  sono analizzati entro le tre ore seguenti il
prelievo, saranno conservati aggiungendovi 5  cm(Elevato  al  Cubo)/l
della  soluzione  di  cloruro mercurico (4.4.3.), in modo da ottenere
una concentrazione di 50 mg di HgCl2 per litro.
4.8. Espressione dei risultati.
   La percentuale di degradazione del campione (A) e  la  percentuale
di  degradazione  dei tensioattivi di riferimento (As) sono calcolati
applicando la seguente formula:

                            Co - Ct
                       At = -------- .100
                               Co

   dove:
    At = percentuale di degradazione al tempo t;
    Co = concentrazione iniziale media, espressa in mg  MBAS/l  o  mg
BIAS/l;
    Ct  =  concentrazione  al  tempo  t,  espressa  in mg MBAS/l o mg
BIAS/l.
   Il tasso  di  biodegradabilita'  (A)  del  campione  e'  la  media
aritmetica  delle  due  percentuali di degradazione Ae corrispondenti
alle due concentrazioni finali Ce per esso determinate.
   Nel caso di tensioattivi anionici Ce e' la concentrazione definita
al paragrafo 4.7.2., corrispondente all'inizio del tratto orizzontale
della curva di biodegradazione. Per i prodotti che non presentano  un
tratto  orizzontale  nella  suddetta  curva  Ce  e' la concentrazione
ottenuta alla fine del metodo, cioe' al 19› giorno.
   Nel caso di  tensioattivi  non  ionici  Ce  e'  la  concentrazione
ottenuta  al  19› giorno; il dosaggio effettuato al 5› giorno serve a
verificare  che  la  degradazione  si  effettui  ad   una   velocita'
soddisfacente.
   I  risultati sono calcolati allo 0,1% circa ed il valore dei tassi
di  biodegradabilita'  e'   arrotondato   all'unita'   (i   risultati
corrispondenti a 0,5 sono arrotondati all'unita' inferiore).
4.9. Validazione dei risultati.
   I  risultati  sono  validi  se  il  tasso di biodegradabilita' del
tensioattivo di  riferimento  biodegradabile,  calcolato  secondo  le
condizioni definite al paragrafo 4.7., e' compreso tra il 90 e il 95%
durante un periodo di 14 giorni (in generale e' necessario un periodo
fra  i  sette  e  i dieci gioni), e se il tensioattivo di riferimento
bioresistente non e' degradato a piu' del 35% circa.
   Se queste condizioni non sono soddisfatte e'  necessario  ripetere
le prove.
4.10. Tollerenza del metodo.
   Fermo   restando   che  la  biodegradabilita'  media  di  ciascuna
categoria di tensioattivi contenuta nel detergente  deve  essere  non
inferiore  al  90%, tuttavia, tenuto conto dell'incertezza del metodo
analitico, i tensioattivi anionici  e  non  ionici  sono  considerati
rispondenti  alla  normativa  vigente  se  il  valore  del  tasso  di
biodegradabilita' determinato con  il  presente  metodo  non  risulta
comunque inferiore all'80%.
5. PROVA DI BIODEGRADABILITA' CON IL METODO DI CONFERMA (METODO
   DINAMICO).
   Il   metodo   di  conferma  e'  basato  sulla  riproduzione  delle
condizioni esistenti in una  stazione  di  depurazione  biologica  di
acque di scarico.
5.1. Apparecchiatura.
   Piccolo  impianto di fanghi attivi, schematizzato nella figura 3 e
descritto in modo piu' particolareggiato nella figura 4, composto da:
    un  recipiente  di   alimentazione   A   contenente   l'effluente
sintetico;
    una pompa dosatrice B;
    un serbatoio di aerazione C, contenente, in cima al cono interno,
un setto poroso in vetro G, destinato all'aerazione;
    un sedimentatore D;
    una pompa ad aria compressa E per riciclare i fanghi attivi;
    un recipiente F per la raccolta dell'effluente trattato;
    un  flussimetro  H  per la misura della quantita' di aria immessa
dal dispositivo di aerazione.
   I recipienti A ed  F  devono  essere  di  vetro  o  di  un  idoneo
materiale  plastico  trasparente  ed  avere  una  capacita' di almeno
ventiquattro litri. La pompa B alimentera' regolarmente di  effluente
sintetico   il   serbatoio   d'aerazione,   che,   in  condizioni  di
funzionamento normale, conterra' tre litri della miscela.
5.2. Effluente sintetico.
   Per effettuare questa prova preparare l'effluente sintetico, nella
quantita' richiesta giornalmente (almeno 30 litri per il primo giorno
e 24 litri per i giorni successivi), sciogliendo per  ogni  litro  di
acqua potabile, esente da cloro, le seguenti sostanze:
    160 mg di peptone, per batteriologia;
    110 mg di estratto di carne, per batteriologia;
    30 mg di urea (CO(NH2)2), pura per analisi;
    7 mg di cloruro di sodio (NaCl), puro per analisi;
    4 mg di cloruro di calcio (CaCl2.2H2O) puro per analisi;
    2 mg di solfato di magnesio (MgSO4.7H2O) puro per analisi;
    28 mg di fosfato bipotassico (K2HPO4), puro per analisi;
    tensioattivo  in  esame  corrispondente  a 20(Piu' o Meno)2 mg di
MBAS o 10(Piu' o Meno)1 mg di BIAS.
   L'effluente  sintetico  va   rinnovato   ogni   giorno;   inoltre,
immediatamente prima dell'uso, e' opportuno determinarne il contenuto
in MBAS o BIAS (in mg/l).
5.3. Preparazione dei campioni.
   I  tensioattivi anionici e non ionici possono essere esaminati tal
quali. Si procede alla determinazione in essi del contenuto di MBAS o
BIAS per poter preparare l'effluente sintetico (5.2.).
   Nel caso di  prodotti  formulati  si  procede  alla  estrazione  e
separazione  dei tensioattivi anionici e non ionici, come indicato al
paragrafo 3.4., quindi si determina  il  contenuto  di  MBAS  o  BIAS
dell'estratto per poter preparare l'effluente sintetico (5.2.).
5.4. Funzionamento dell'impianto.
   Riempire anzitutto il serbatoio d'aerazione C e il sedimentatore D
con  effluente  sintetico.  Fissare  il sedimentatore D ad un'altezza
tale che il volume di liquido nel  serbatoio  d'aerazione  C  sia  di
circa  tre litri. Immettere nel serbatoio di aerazione C 3 cm(Elevato
al Cubo) di  inoculo,  preparato  come  indicato  al  paragrafo  4.6.
Iniziare quindi l'immissione di aria attraverso il flussimetro H e il
setto  poroso  G;  azionare  la  pompa ad aria compressa E e la pompa
dosatrice B, regolata per  la  portata  di  1  litro/ora,  cosi'  che
l'effluente  sintetico passa nel serbatoio d'aerazione C permanendovi
circa tre ore.
   Regolare  il  ritmo  di  aerazione  in  modo  che il contenuto del
serbatoio C si mantenga costantemente in sospensione e che il  tenore
di ossigeno disciolto sia almeno di 2 mg/l. Impedire la formazione di
schiuma   con  mezzi  adeguati;  astenersi  pero'  dall'usare  agenti
antischiuma che esercitino un'azione inibitrice sui fanghi  attivi  o
che  contengano  MBAS  o  BIAS.  Regolare  la pompa E in modo che nel
serbatoio di aerazione C la rimessa in circolazione dei fanghi attivi
provenienti dal sedimentatore D sia continua e regolare. Rimettere in
circolazione almeno una volta al giorno, mediante spazzolatura o  con
qualsiasi  altro  mezzo  idoneo  i  fanghi accumulatisi sui bordi del
serbatoio di aerazione C,  nel  fondo  del  sedimentatore  D,  o  nel
circuito  di  circolazione.  Se  il  fango  non  decanta favorirne la
sedimentazione aggiungendo, ripetutamente se necessario, 2 cm(Elevato
al Cubo) di una soluzione al 5% di cloruro ferrico.
   Raccogliere per 24 ore nel serbatoio  F  l'effluente  uscente  dal
sedimentatore D; dopo tale periodo omogeneizzare l'effluente raccolto
e  prelevarne  un campione per la determinazione della concentrazione
di  MBAS  o  BIAS,  con   un'approssimazione   di   0,1   mg/l.   (La
determinazione  va effettuata subito dopo il prelievo; se cio' non e'
possibile   il   campione   va   conservato    preferibilmente    per
congelamento).  Eliminare  il  resto  dell'effluente  e pulire quindi
accuratamente il serbatoio F.
   Continuare la prova immettendo nel serbatoio A altri 24  litri  di
effluente  sintetico  preparato  di  fresco, assicurandosi che non si
verifichino interruzioni nell'alimentazione dell'impianto.  Procedere
cosi'  per  almeno  21 giorni dopo il periodo iniziale (vedi fig. 5),
effettuando ogni 24 ore l'analisi dell'effluente trattato.
5.5. Controllo del funzionamento del processo.
   Per controllare  il  buon  funzionamento  del  processo,  misurare
almeno  due volte alla settimana il COD (domanda chimica di ossigeno)
o il  DOC  (carbonio  organico  disciolto)  dell'effluente  sintetico
trattato (cioe' quello accumulatosi nel serbatoio F) e dell'effluente
sintetico prima del trattamento (cioe' quello contenuto nel serbatoio
A).  I  campioni prelevati da A e da F vanno preventivamente filtrati
attraverso fibre di vetro. La  diminuzione  del  COD  e  del  DOC  si
stabilizza  quando  la  degradazione  quotidiana  del tensioattivo e'
regolare, vale a dire alla fine del periodo iniziale  indicato  nella
figura 5.
   Ugualmente determinare due volte alla settimana il tenore, in g/l,
di  sostanza  secca  in  sospensione  nei  fanghi attivi raccolti nel
serbatoio di aerazione. Se tale valore supera i  2,5  g/l,  eliminare
l'eccesso di fanghi attivi.
   Eseguire  la  prova  di  biodegradabilita' a temperatura ambiente;
tale temperatura deve essere costante e mantenuta tra 292 ›K e 297 ›K
(19 - 24 ›C).
5.6. Calcolo della biodegradabilita'.
   Calcolare ogni giorno la percentuale di  biodegradazione  A  delle
MBAS  o del BIAS, con una approssimazione dello 0,1%, secondo la for-
mula:


                             Co - Ct
                        At = -------- .100
                                Co

dove:
   At = percentuale di biodegradazione al tempo t;
   Co  =  concentrazione,  in  mg/l,  di  MBAS  o BIAS dell'effluente
sintetico prima del trattamento (serbatoio A);
   Ct = concentrazione,  in  mg/l,  di  MBAS  o  BIAS  dell'effluente
sintetico dopo il trattamento (serbatoio F).
   Riportare  in  grafico  i  valori  di  biodegradazione ottenuti in
funzione del tempo, come nella figura 5.
   Si assume come "biodegradabilita'" del tensioattivo  in  esame  la
media  aritmetica dei valori di biodegradazione ottenuti in 21 giorni
consecutivi,  successivi  al  periodo   iniziale   di   assestamento,
facilmente   definibile   sul   grafico.   Durante  tale  periodo  la
biodegradazione deve essere stata regolare  e  l'impianto  deve  aver
funzionato  senza inconvenienti. In nessun caso la durata del periodo
iniziale dovra' superare le sei settimane.
   In alcuni casi la frequenza dei prelievi puo' essere ridotta,  per
esempio  un  prelievo  ogni  due  o  tre  giorni;  per  calcolare  la
biodegradabilita' utilizzare pero' i risultati di almeno 14  prelievi
quotidiani  distribuiti  nel  periodo  di 21 giorni che fa seguito al
periodo iniziale.
6.   DOSAGGIO   DEI   TENSIOATTIVI   ANIONICI    NELLA    PROVA    DI
BIODEGRADABILITA'.
6.1. Principio.
   La  concentrazione dei tensioattivi anionici viene determinata con
il metodo colorimetrico al blu di metilene, basato sul fatto  che  il
blu  di  metilene  (colorante  cationico)  forma  con  i tensioattivi
anionici dei sali  blu,  estraibili  mediante  cloroformio;  essa  e'
espressa  in  mg/litro  di  MBAS  (methylene  blue active substance =
sostanza attiva al blu di metilene).
   Per   eliminare   eventuali   interferenze,   l'estrazione   viene
effettuata  dapprima  mediante  una  soluzione  alcalina e l'estratto
viene quindi trattato con una soluzione acida  al  blu  di  metilene.
L'assorbimento  della  fase  organica viene misurato fotometricamente
alla lunghezza d'onda di assorbimento massimo, pari a 650 nm.
6.2. Reattivi.
6.2.1. Soluzione tampone pH 10: disciogliere 24 g di  bicarbonato  di
sodio (NaHCO3) p.a. e 27 g di carbonato di sodio anidro (Na2CO3) p.a.
in acqua deionizzata e diluire a 1000 cm(Elevato al Cubo).
6.2.2.  Soluzione  neutra  al blu di metilene: disciogliere 0,35 g di
blu di metilene p.a. in acqua deionizzata e diluire a 1000 cm(Elevato
al Cubo).  Preparare  la  soluzione  almeno  ventiquattro  ore  prima
dell'uso.  L'assorbimento  della  fase  cloroformica  della  prova in
bianco, misurato contro cloroformio puro,  non  deve  superare  0,015
impiegando una cella con un cammino ottico di 1 cm a 650 nm.
6.2.3. Soluzione acida al blu di metilene: disciogliere 0,35 g di blu
di  metilene  p.a.  in 500 cm(Elevato al Cubo) di acqua deionizzata e
mescolare con 6,5 cm(Elevato al Cubo) di H2SO4 (d = 1,84 g/cm(Elevato
al Cubo)). Diluire a 1000 cm(Elevato al Cubo) con acqua  deionizzata.
Preparare  la  soluzione  almeno  ventiquattro  ore  prima  dell'uso.
L'assorbimento  della  fase  cloroformica  della  prova  in   bianco,
misurato  contro cloroformio puro, non deve superare 0,015 impiegando
una cella con un cammino ottico di 1 cm a 650 nm.
6.2.4.   Cloroformio   (triclorometano)   CHCl3   p.a.,   di  recente
distillazione.
6.2.5. Estere metilico dell'acido dodecilbenzensolfonico.
6.2.6. Soluzione etanolica di idrossido di potassio, KOH 0,1 M.
6.2.7. Etanolo puro, C2H5OH.
6.2.8. Acido solforico, H2SO4 0,5 M.
6.2.9.  Soluzione  di  fenolftaleina:   sciogliere   un   grammo   di
fenolftaleina  in  50  cm(Elevato al Cubo) di etanolo e aggiungere 50
cm(Elevato al Cubo)  di  acqua  deionizzata  agitando  continuamente.
Eliminare mediante filtrazione l'eventuale precipitato ottenuto.
6.2.10.   Soluzione  metanolica  di  acido  cloridrico:  diluire  250
cm(Elevato al Cubo)  di  acido  cloridrico  concentrato  p.a.  e  750
cm(Elevato al Cubo) di metanolo.
6.3. Apparecchiatura.
6.3.1. Imbuto separatore da 250 cm(Elevato al Cubo).
6.3.2. Matraccio tarato da 50 cm(Elevato al Cubo).
6.3.3. Matraccio tarato da 500 cm(Elevato al Cubo).
6.3.4. Matraccio tarato da 1000 cm(Elevato al Cubo).
6.3.5.  Pallone a fondo tondo con tappo conico di vetro smerigliato e
condensatore a riflusso da  250  cm(Elevato  al  Cubo);  granuli  per
facilitare l'ebollizione.
6.3.6. pH-metro.
6.3.7. Fotometro per misurazioni a 650 nm, con celle da 1-5 cm.
6.3.8. Carta da filtro qualitativa.
   Dopo  accurato  lavaggio  con  acqua,  la  vetreria utilizzata per
l'analisi deve essere  risciacquata  a  fondo,  prima  dell'uso,  con
soluzione metanolica di acido cloridrico (6.2.10.) e quindi con acqua
deionizzata.
6.4. Taratura.
6.4.1. Soluzione concentrata di MBAS a titolo noto.
   Si prepara una soluzione concentrata di tensioattivo a titolo noto
usando  l'estere  metilico  dell'acido  dodecilbenzensolfonico  (tipo
tetrapropilene PM 340) dopo saponificazione a sale  di  potassio.  La
MBAS e' calcolata come dodecilbenzensolfonato di sodio (PM = 348).
   Pesare   da   400   a   450   mg  di  estere  metilico  dell'acido
dedecilbenzensolfonico (6.2.5.), con un'approssimazione di 0,1 mg, in
un pallone a fondo tondo ed aggiungere  50  cm(Elevato  al  Cubo)  di
soluzione  etanolica  di  idrossido  di  potassio  (6.2.6)  ed alcuni
granuli di pomice per facilitare l'ebollizione. Dopo avere montato il
condensatore a riflusso, far bollire per un'ora. Raffreddare e lavare
il condensatore ed il  giunto  di  vetro  smerigliato  con  circa  30
cm(Elevato al Cubo) (Elevato al Cubo)di etanolo, ed aggiungere queste
acque di lavaggio alla soluzione contenuta nel pallone. Neutralizzare
la  soluzione  risultante  con  acido  solforico 0,5 M in presenza di
fenolftaleina fino a scomparsa della colorazione.  Trasferire  questa
soluzione  in  un  matraccio  tarato  da  1000  cm(Elevato  al  Cubo)
(6.3.4.), portare a volume con acqua deionizzata e mescolare.
6.4.2. Soluzione "standard" di MBAS a titolo noto.
   Prelevare esattamente  25  cm(Elevato  al  Cubo)  della  soluzione
concentrata di MBAS, trasferirla in un matraccio da 500 cm(Elevato al
Cubo)  (Elevato  al  Cubo)(6.3.3.)  e  portare  a  volume  con  acqua
deionizzata, quindi mescolare.
   Questa soluzione standard contiene:

            E. 1,023
           --------- . mg di MBAS per cm(Elevato al Cubo)
             20.000

dove:
   E   =   e'   il   peso   in  mg  dell'estere  metilico  dell'acido
dodecilbenzensolfonico (PM = 340), prelevato per la saponificazione;
   MBAS = e' espressa come dodecilbenzensolfonato di sodio (PM 348);
   1,023 = e' il rapporto 348/340.
6.4.3. Curva di taratura.
   Per costruire la curva di taratura, prelevare frazioni di 1, 2, 4,
6, 8 cm(Elevato al Cubo) della soluzione standard e diluire  ciascuna
di  queste  frazioni  fino  a  100  cm(Elevato  al  Cubo)  con  acqua
deionizzata. Introdurre le frazioni in una serie di imbuti separatori
da 250 cm(Elevato al Cubo)  e  aggiungere  in  ciascuno  di  essi  10
cm(Elevato  al  Cubo)  di soluzione tampone (6.2.1.), 5 cm(Elevato al
Cubo) di soluzione neutra al blu di metilene (6.2.2.) e 15 cm(Elevato
al Cubo) di cloroformio (6.2.4.). Agitare uniformemente  la  miscela,
ma  non  troppo energicamente, per un minuto e lasciare stratificare;
dopo la separazione delle fasi, versare lo strato di  cloroformio  in
una  seconda  serie di imbuti separatori contenenti 110 cm(Elevato al
Cubo) di acqua deionizzata e 5 cm(Elevato al Cubo) di soluzione acida
al blu di metilene (6.2.3.). Agitare  la  miscela  per  un  minuto  e
lasciare  stratificare.  Filtrare  le  fasi cloroformiche in matracci
tarati da 50 cm(Elevato al Cubo) (6.3.2.) attraverso filtri di ovatta
idrofila previamente trattati con alcol e inumiditi di cloroformio.
   Estrarre le soluzioni alcaline e acide tre volte,  utilizzando  10
cm(Elevato  al  Cubo)  di  cloroformio  per  la  seconda  e  la terza
estrazione. Filtrare gli estratti cloroformici attraverso gli  stessi
filtri di ovatta idrofila nei rispettivi matracci da 50 cm(Elevato al
Cubo).  Questi vengono portati a volume con il cloroformio utilizzato
per il lavaggio dei filtri di ovatta idrofila.
   Misurare  con  un   fotometro   l'assorbimento   della   soluzione
cloroformica  a 650 nm in cellette da 1-5 cm, rispetto al cloroformio
puro.
   Effettuare una determinazione del bianco ottenuto  operando  nelle
stesse  condizioni  in  una  prova condotta parallelamente in assenza
della sostanza di riferimento.
   Riportare in grafico i valori  dell'assorbimento  delle  soluzioni
(in ordinata) in funzione delle loro concentrazioni (in ascissa).
6.5. Procedimento.
   Si  introduce  in  un imbuto separatore da 250 cm(Elevato al Cubo)
(6.3.1.) la soluzione  del  campione  da  analizzare.  (Nel  caso  di
prelievo   dall'impianto  a  fanghi  attivi  filtrare  l'affluente  e
l'effluente immediatamente dopo la campionatura,  scartando  i  primi
100 cm(Elevato al Cubo) del filtrato).
   Il volume di soluzione da prelevare e' di 5-50 cm(Elevato al Cubo)
se  il  contenuto  presunto di tensioattivo nel campione va da 20 a 1
mg/l MBAS, di 50-100 cm(Elevato al Cubo) se il contenuto presunto  di
tensioattivo  e'  inferiore.  Se  il volume di soluzione prelevato e'
inferiore a 100 cm(Elevato al Cubo) diluire a 100 cm(Elevato al Cubo)
con acqua deionizzata.
   Aggiungere al campione 10 cm(Elevato al Cubo) di soluzione tampone
(6.2.1.),  5  cm(Elevato  al  Cubo)  di  soluzione  neutra  al blu di
metilene (6.2.2.) e 15 cm(Elevato al Cubo) di cloroformio (6.2.4.)  e
procedere  come  indicato  al  paragrafo  6.4.3.,  fino  alla  misura
dell'assorbimento a 650 nm.
6.6. Calcolo dei risultati.
   Dalla misura dell'assorbimento della  soluzione  del  campione  in
esame e dalla curva di taratura si risale ai mg di MBAS contenuti nel
volume  prelevato  e di qui alla concentrazione di MBAS in mg/l della
soluzione in esame secondo la formula:

                                m x 1.000
                    MBAS mg/l = -----------
                                     V

dove:
   V = volume in cm(Elevato al Cubo) (Elevato al Cubo)della soluzione
del campione impiegata per l'analisi;
   m = mg di tensioattivo contenuti nel volume V, desunti dalla curva
di taratura.
6.7. Espressione dei risultati.
   Esprimere i risultati  come  MBAS  (mg/1)  con  un'approssimazione
dello 0,1.
7.   DOSAGGIO   DEI   TENSIOATTIVI   NON   IONICI   NELLA   PROVA  DI
BIODEGRADABILITA'.
7.1. Principio.
   La concentrazione dei tensioattivi non  ionici  viene  determinata
con  il  metodo di Wickbold, basato sulla formazione da parte di tali
tensioattivi di un precipitato con il tetraiodiobismutato  di  bario;
essa   e'   espressa   in  mg/l  di  BIAS  (=  sostanza  attiva  allo
iodiobismutato).
   Il metodo si applica ai tensioattivi non ionici che contengono  da
6 a 30 gruppi di ossido di etilene.
   I  tensioattivi  sono  concentrati e isolati dal campione mediante
"stripping"  gassoso;  il  tensioattivo  cosi'  estratto  e'   quindi
disciolto  in  acetato  di  etile.  Dopo  separazione  delle  fasi ed
evaporazione  del  solvente,  il  tensioattivo   non   ionico   viene
precipitato  in  soluzione  acquosa  con  il  reattivo di Dragendorff
modificato (KBiIfB0124 + BaClfB0122 +  acido  acetico  glaciale).  Il
precipitato  viene  filtrato,  lavato  con  acido  acetico glaciale e
sciolto in una soluzione di tartrato di  ammonio.  Si  titola  quindi
potenziometricamente  il  bismuto  presente  nella  soluzione con una
soluzione di pirrolidinditiocarbammato a pH 4-5, usando un  elettrodo
indicatore  al  platino  brillante  ed un elettrodo di riferimento al
calomelano oppure ad argento/cloruro di argento.
7.2. Reattivi.
   I reattivi devono essere preparati in acqua deionizzata.
7.2.1. Acetato di etile, puro e di recente distillazione.
7.2.2. Bicarbonato di sodio (NaHCO3) p.a.
7.2.3. Acido cloridrico (HCl) diluito  (20  cm(Elevato  al  Cubo)  di
acido  cloridrico concentrato p.a. diluito a 1000 cm(Elevato al Cubo)
con acqua).
7.2.4. Metanolo p.a. di recente distillazione, tenuto in bottiglia di
vetro.
7.2.5.  Porpora  di bromocresolo (0,1 g in 100 cm(Elevato al Cubo) di
metanolo).
7.2.6. Agente precipitante: l'agente precipitante  e'  costituito  da
una  miscela di due volumi di soluzione A e un volume di soluzione B.
La miscela e' raccolta in una bottiglia scura  e  puo'  essere  usata
sino ad una settimana dopo la sua preparazione.
7.2.6.1.  Soluzione  A: sciogliere 1,7 g di nitrato basico di bismuto
p.a. (BiO . NO3 H2O) in 20  cm(Elevato  al  Cubo)  di  acido  acetico
glaciale e portare con acqua ad un volume di 100 cm(Elevato al Cubo).
Sciogliere  quindi  65 g di ioduro di potassio p.a. in 200 cm(Elevato
al Cubo) di acqua. Mescolare le due soluzioni in un matraccio  tarato
da  1000  cm(Elevato  al Cubo), aggiungere 200 cm(Elevato al Cubo) di
acido acetico glaciale (7.2.7.) e portare a 1000 cm(Elevato al  Cubo)
con acqua.
7.2.6.2.  Soluzione  B: sciogliere 290 g di cloruro di bario (BaCl2 .
2H2O) p.a. in acqua  distillata;  trasferire  in  matraccio  da  1000
cm(Elevato al Cubo) e portare a volume.
7.2.7.  Acido acetico glaciale 99-100% (concentrazioni inferiori sono
inadeguate).
7.2.8. Soluzione di tartrato di ammonio: mescolare 12,4  g  di  acido
tartarico  p.a.  con  12,4 cm(Elevato al Cubo) di ammoniaca p.a. (d =
0,910 g/cm(Elevato al Cubo)) e portare a 1000 cm(Elevato al Cubo) con
acqua (oppure usare la quantita' equivalente di tartrato  di  ammonio
p.a.).
7.2.9.  Soluzione  di  ammoniaca  diluita:  40 cm(Elevato al Cubo) di
ammoniaca p.a. (d = 0,910  g/cm(Elevato  al  Cubo))  portati  a  1000
cm(Elevato al Cubo) con acqua.
7.2.10.  Soluzione  tampone  standard all'acetato: sciogliere 40 g di
idrossido di sodio p.a. in 500 cm(Elevato al Cubo)  di  acqua  in  un
becher  e  fare  raffreddare.  Aggiungere  120 cm(Elevato al Cubo) di
acido  acetico  glaciale  (7.2.7.).  Mescolare   energicamente,   far
raffreddare,  trasferire  in  un pallone tarato da 1000 cm(Elevato al
Cubo) e portare a volume aggiungendo acqua.
7.2.11.  Soluzione  di   pirrolidinditiocarbammato   ("soluzione   di
carbato"):  sciogliere  103  mg  di  pirrolidinditiocarbammato sodico
(C5H8NNaS2 . 2H2O)  in  500  cm(Elevato  al  Cubo)  circa  di  acqua,
aggiungere  10  cm(Elevato al Cubo) di alcole n-amilico p.a. e 0,5 di
NaHCO3 p.a., e portare a 1000 cm(Elevato al Cubo) con acqua.
7.2.12. Soluzione di solfato di  rame  (per  standardizzazione  della
soluzione di cui al punto 7.2.11.).
Soluzione  concentrata:  mescolare  1,249  g  di solfato di rame p.a.
(CuSO4 . 5H2O) con 50 cm(Elevato al Cubo) di acido solforico 0,5 M  e
portare a 1000 cm(Elevato al Cubo) con acqua.
Soluzione  standard:  mescolare  50  cm(Elevato al Cubo) di soluzione
concentrata con 10 cm(Elevato al Cubo) di H2SO4 0,5  M  e  portare  a
1000 cm(Elevato al Cubo) con acqua.
7.2.13. Cloruro di sodio p.a.
7.3. Apparecchiatura.
7.3.1. Apparecchiatura per "stripping" gassoso (vedi figura 6).
Il  diametro del disco sinterizzato deve essere identico a quello del
diametro interno del cilindro.
7.3.2. Imbuto separatore da 250 cm(Elevato al Cubo).
7.3.3. Agitatore magnetico con magnete 25-30 mm.
7.3.4.  Crogiolo di Gooch, diametro della base perforata: 25 mm, tipo
G 4.
7.3.5. Filtri circolari in fibra di vetro, aventi un diametro  di  27
mm, con diametro delle fibre di 0,5-1,5 (Micron(m.
7.3.6.  Due  beute per filtrazione a vuoto con adattatori e anelli di
gomma, rispettivamente di 500 cm(Elevato al Cubo) e 250 cm(Elevato al
Cubo).
7.3.7. Potenziometro registratore, munito di un elettrodo  indicatore
al  platino  e di un elettrodo di riferimento al calomelano oppure ad
argento/cloruro di argento con una gamma di misura  di  250  mV,  con
buretta  automatica  della capacita' di 20-25 cm(Elevato al Cubo). In
alternativa puo' essere usato un dispositivo manuale analogo.
7.4. Metodo.
7.4.1. Concentrazione e separazione del tensioattivo.
   Filtrare la soluzione contenente il campione attraverso una  carta
da  filtro  per analisi qualitativa. Eliminare i primi 100 cm(Elevato
al Cubo) del filtrato.
   Introdurre  nell'apparecchio   di   "stripping",   precedentemente
risciacquato  con  acetato  di etile, un volume misurato di soluzione
tale da contenere 250-800 (Micron g di tensioattivo non  ionico.  Per
migliorare  la  separazione, aggiungere nell'apparecchio di stripping
100  g  di  cloruro  di  sodio  e  5  g  di  bicarbonato  di   sodio,
preventivamente  disciolti  in  400  cm(Elevato al Cubo) di acqua; se
pero' il volume del  campione  supera  i  500  cm(Elevato  al  Cubo),
aggiungere questi sali in forma solida all'apparecchio di "stripping"
e scioglierli facendovi passare dell'azoto o dell'aria.
   Aggiungere   acqua  per  portare  il  livello  sino  al  rubinetto
superiore di scarico.
   Aggiungere con cautela 100 cm(Elevato al Cubo) di acetato di etile
alla superficie della fase acquosa; con  acetato  di  etile  riempire
anche per due terzi il flacone di lavaggio del gas (azoto o aria).
   Far passare attraverso l'apparecchio una corrente gassosa di 30-60
l/h;  si  raccomanda  di  usare un rotametro. La portata del gas deve
essere aumentata gradatamente all'inizio e deve  essere  regolata  in
modo che le fasi rimangano chiaramente separate per ridurre al minimo
la  miscelazione  tra di esse e la dissoluzione dell'acetato di etile
nell'acqua. Arrestare il flusso di gas dopo cinque minuti.
   Qualora la fase organica si  disciolga  in  acqua  in  percentuale
superiore  al  20%,  l'operazione  va ripetuta regolando con maggiore
attenzione il flusso del gas.
   Raccogliere  la  fase  organica  in   un   imbuto   separatore   e
reintrodurre nell'apparecchio di "stripping" l'eventuale fase acquosa
presente   nell'imbuto   separatore  (dovrebbero  essere  solo  pochi
centimetri cubici). Filtrare la fase organica  di  acetato  di  etile
attraverso una carta asciutta da filtro per analisi qualitativa in un
becher da 250 cm(Elevato al Cubo).
   Effettuare  una seconda estrazione rimettendo altri 100 cm(Elevato
al Cubo) di  acetato  di  etile  nell'apparecchio  di  "stripping"  e
facendovi  nuovamente  scorrere  azoto  o  aria  per  cinque  minuti.
Raccogliere la fase organica  nell'imbuto  separatore  usato  per  la
prima  separazione,  scartare  la  fase acquosa e far passare la fase
organica attraverso lo stesso filtro usato per la prima  porzione  di
acetato  di etile. Sciacquare l'imbuto separatore ed il filtro con 20
cm(Elevato al Cubo) circa di acetato di etile, che si  aggiunge  agli
estratti.
   Evaporare  l'estratto  di  acetato  di  etile sino ad essiccazione
completa, su bagnomaria (sotto cappa). Dirigere una leggera  corrente
d'aria    sulla    superficie    della   soluzione   per   accelerare
l'evaporazione.
7.4.2. Precipitazione e filtrazione.
   Riprendere  il  residuo  secco  di  cui  al  punto  7.4.1.  con  5
cm(Elevato al Cubo) di metanolo, aggiungere 40 cm(Elevato al Cubo) di
acqua e 0,5 cm(Elevato al Cubo) di acido cloridrico diluito (7.2.3.);
agitare quindi la soluzione con un agitatore magnetico.
   Aggiungere  a  questa  soluzione  30 cm(Elevato al Cubo) di agente
precipitante (7.2.6.) con un cilindro  graduato.  Il  precipitato  si
forma  dopo  ripetuta agitazione. Agitare per dieci minuti e lasciare
quindi la miscela a riposo per almeno cinque minuti.
   Filtrare la miscela attraverso un crogiolo di Gooch, la  cui  base
sia  costituita  da  un  filtro  di  fibra di vetro. Lavare quindi il
filtro sotto aspirazione con circa 2 cm(Elevato  al  Cubo)  di  acido
acetico glaciale.
   Lavare  poi a fondo il becher, il magnete ed il crogliolo con 40 o
50 cm(Elevato al Cubo) di acido acetico glaciale. Non  e'  necessario
trasferire  quantitativamente  nel filtro il precipitato che aderisce
alle pareti del becher in  quanto  la  titolazione  viene  effettuata
nello stesso recipiente.
7.4.3. Dissoluzione del precipitato.
   Montare  il  crogiolo  filtrante  sulla  beuta  da  vuoto  da  250
cm(Elevato  al  Cubo).  Sciogliere  il   precipitato   nel   crogiolo
aggiungendo  tre  porzioni  separate  di  dieci  cm(Elevato  al Cubo)
ciascuna di una soluzione calda (circa 353 ›K - 80 ›C) di tartrato di
ammonio (7.2.8.). Lasciare a riposo ciascuna  porzione  nel  crogiolo
per aluni minuti prima di filtrarla nella beuta da vuoto.
   Mettere   il  contenuto  della  beuta  nel  becher  usato  per  la
precipitazione.  Sciacquare  le  pareti  del  becher  con  altri   20
cm(Elevato al Cubo) di soluzione di tartrato per sciogliere i residui
del precipitato.
   Lavare  accuratamente  il  crogiolo,  l'adattatore  e la beuta per
filtrazione con 150-200 cm(Elevato al Cubo) di  acqua  e  raccogliere
l'acqua di lavaggio nel becher usato per la precipitazione.
7.4.4. Titolazione.
   Aggiungere  alcune  gocce  di  porpora  di  bromocresolo (7.2.5.),
azionare un agitatore magnetico (7.3.3.), aggiungere la soluzione  di
ammoniaca  diluita (7.2.9.) fino ad ottenere una colorazione violetta
(la soluzione e' leggermente acida  a  causa  del  residuo  di  acido
acetico usato per il risciacquo).
   Aggiungere  quindi 10 cm(Elevato al Cubo) di una soluzione tampone
standard  all'acetato  (7.2.10.),  immergere  gli   elettrodi   nella
soluzione  e titolare potenziometricamente con la "soluzione standard
di carbato" (7.2.11.), mentre l'estremita' della buretta  e'  immersa
nella  soluzione.  La  velocita'  di  titolazione non deve superare 2
cm(Elevato al Cubo)/minuto, poiche' la reazione e' molto lenta;  dopo
ogni  aggiunta  di soluzione titolante attendere che il potenziale si
sia completamente stabilizzato.
   Il punto finale e' l'intersezione delle tangenti ai due rami della
curva potenziale. Si osservera' in tale occasione  che  l'inflessione
della curva potenziale tende ad appiattirsi; cio' puo' essere evitato
pulendo  accuratamente  l'elettrodo  al  platino (levigando con carta
vetrata).
7.4.5. Determinazione del bianco.
   Eseguire  contemporaneamente  una  determinazione del bianco con 5
cm(Elevato al Cubo) di metanolo e 40 cm(Elevato al  Cubo)  di  acqua,
operando come indicato al punto 7.4.2. e successivi. Il consumo della
soluzione  titolante  non  deve  essere  superiore  a 1 cm(Elevato al
Cubo); in caso contrario  deve  essere  controllata  la  purezza  dei
reattivi  (7.2.3.,  7.2.7., 7.2.8., 7.2.9., 7.2.10.), soprattutto per
il loro contenuto di metalli pesanti.
   In questo caso i reagenti devono essere sostituiti.
7.4.6. Controllo del fattore della "soluzione di carbato".
   Determinare ogni giorno prima  dell'impiego  il  fattore  f  della
soluzione  di  carbato.  A tal fine, titolare potenziometricamente 10
cm(Elevato al Cubo) della soluzione di solfato di rame (7.2.12.)  con
una  soluzione  di carbato previa aggiunta di 100 cm(Elevato al Cubo)
di acqua e di 10 cm(Elevato al Cubo) di  soluzione  tampone  standard
all'acetato (7.2.10.). Il fattore f si calcola con la formula:

                               10
                         f = ------
                               a

dove:
   a = cm(Elevato al Cubo) della soluzione di carbato consumati.
7.5. Calcolo dei risultati.
   Poiche'  ogni  tensioattivo  non  ionico  ha  un  fattore proprio,
determinato in funzione della composizione  e  in  particolare  della
lunghezza  della  catena  di  ossido di alchene, le concentrazioni in
tensioattivi non ionici sono espresse rapportandole ad  una  sostanza
di  riferimento,  che  e'  il  nonilfenolo  con  10 moli di ossido di
etilene (abbreviato NP 10);  per  essa  il  fattore  di  conversione,
ottenuto empiricamente e' 0,054.
   Grazie  a  questo  fattore,  la  quantita'  in  mg di tensioattivi
presenti nel campione si ottiene,  espressa  come  NP  10,  nel  modo
seguente:

          mg di tensioattivo non ionico = 0,054 (b - c) . f

dove:
   b  = cm(Elevato al Cubo) di "soluzione di carbato" consumati nella
titolazione del campione;
   c = cm(Elevato al Cubo) di "soluzione di carbato" consumati  nella
titolazione del bianco;
   f = fattore della "soluzione di carbato".
7.6. Espressione dei risultati.
   Esprimere il risultato in mg/l, come NP 10, con due cifre decimali
se inferiore a 1 mg/l, con una cifra decimale se superiore ad 1 mg/l.


        ---->   Vedere da Pag. 15 a Pag. 20 della G.U.  <----