(all. 1 - art. 1)
                             ALLEGATO I
            RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1.      DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
INVIRASE
2.      COMPOSIZIONE QUANTITATIVA E QUALITATIVA
Una capsula di Invirase contiene saquinavir mesilato pari a 200 mg di
saquinavir.
3.      FORMA FARMACEUTICA.
Capsule.
4.      INFORMAZIONI CLINICHE.
4.1     Indicazioni terapeutiche
Invirase   in   combinazione   con   gli   antiretrovirali   analoghi
nucleosidici  e'  indicato  per il trattamento di pazienti adulti con
infezioni da HIV-1 e con immunodeficienza avanzata o progressiva.
I benefici clinici della  terapia  di  combinazione  con  Invirase  e
zalcitabina sull'infezione da HIV, in termini di progressione clinica
e  sopravvivenza,  sono stati confermati da uno studio controllato in
pazienti pretrattati con zidovudina per periodi prolungati.
Sono in corso studi clinici per confermare il beneficio di saquinavir
in associazione ad altri  agenti  antiretrovirali.  Vedere  anche  la
sezione 5.1 "Proprieta' Farmacodinamiche".
4.2     Posologia e modo di somministrazione
Adulti e bambini di eta' superiore ai 16 anni.
La  posologia consigliata per la terapia di combinazione con analoghi
nucleosidici e' di 600 mg di Invirase tre volte al giorno  entro  due
ore  dopo  i  pasti.  Per  il  dosaggio  raccomandato  degli analoghi
nucleosidici in terapia di combinazione ci si deve riferire al  testo
contenente  le  complete informazioni prescrittive di questi farmaci.
Per informazioni su particolari gruppi di pazienti vedere la  sezione
4.4 "Speciali avvertenze e opportune precauzioni per l'uso".
Aggiustamento della dose
Invirase  nella  terapia  di  combinazione:  per  effetti tossici che
possono essere associati a Invirase, il trattamento con Invirase deve
essere interrotto. Invirase non e' raccomandato a  dosi  inferiori  a
600 mg tre volte al giorno.
Alterata  funzionalita'  epatica e/o renale: per informazioni in caso
di alterata funzionalita' epatica e  renale  vedere  la  sezione  4.4
"Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego".
4.3     Controindicazioni
Invirase  e'  controindicato  in  pazienti  con  ipersensibilita'  al
saquinavir o a uno qualsiasi dei componenti contenuti nella capsula.
4.4     Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego
I pazienti devono essere informati che saquinavir non costituisce una
cura dell'infezione da HIV e che essi possono continuare a sviluppare
malattie associate all'infezione da HIV in fase avanzata, comprese le
infezioni opportunistiche. I pazienti devono essere inoltre avvertiti
che   possono   manifestarsi   effetti   tossici    associati    alla
somministrazione  contemporanea  di  altri farmaci come zalcitabina e
zidovudina.
Alterata funzionalita' epatica: in caso di alterata funzionalita'  da
lieve  a  moderata  non  e'  necessario nessun aggiustamento iniziale
della dose raccomandata.
Non  e'  stato  studiato  l'uso  di  saquinavir in pazienti con gravi
disfunzioni epatiche. In assenza di tali studi, devono  essere  prese
precauzioni,  poiche' si possono verificare incrementi dei livelli di
saquinavir.
Alterata funzionalita' renale: la clearance renale  costituisce  solo
una  via  di  eliminazione di minore importanza, in quanto la maggior
parte del metabolismo ed eliminazione di saquinavir avvengono per via
epatica. Percio' in pazienti con alterata funzionalita' renale non e'
necessario nessun aggiustamento iniziale della dose.   Comunque,  non
sono  stati  effettuati studi in pazienti con gravi alterazioni della
funzionalita' renale, e devono essere prese  precauzioni  durante  la
somministrazione di saquinavir in questa popolazione.
Pazienti  con diarrea cronica o malassorbimento: non sono disponibili
informazioni  sull'efficacia  e  sulla  sicurezza  di  saquinavir  in
pazienti  con diarrea cronica o malassorbimento, dal momento che tali
pazienti non sono stati studiati. Non e' noto se i pazienti con  tali
condizioni abbiano livelli di farmaco subterapeutici.
Pazienti  giovani  e  anziani:  non  e' stata definita la sicurezza e
l'efficacia di saquinavir nei pazienti con infezione da HIV  di  eta'
inferiore a 16 anni. L'esperienza con pazienti di eta' superiore a 60
anni e' limitata.
Intolleranza  al  lattosio:  ogni  capsula contiene lattosio (anidro)
63,3 mg. Questa quantita' non e' probabilmente sufficiente ad indurre
sintomi specifici di intolleranza.
Uso in gravidanza e allattamento: vedere sezione 4.6
Sono  stati  riportati  casi  di  aumento   di   episodi   emorragici
comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti
da  emofilia  di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. In
alcuni pazienti si e' reso  necessario  un  incremento  di  dose  del
fattore  VIII.  In  piu'  della  meta'  dei  casi  riportati e' stato
possibile  continuare  il  trattamento   con   proteasi-inibitori   o
riprenderlo  nel  caso  sia stato interrotto. E' stata ipotizzata una
relazione causale, sebbene  non  sia  stato  chiarito  il  meccanismo
d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa
la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici.
4.5     Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi
        altro genere
L'uso  concomitante  di  saquinavir  e  zalcitabina e/o zidovudina e'
stato studiato in pazienti adulti. L'assorbimento, la distribuzione e
l'eliminazione di ciascuno  di  questi  farmaci  rimangono  invariati
quanto vengono assunti insieme.
Ranitidina: quando saquinavir e' stato somministrato con ranitidina e
cibo  si  e'  verificato  un  incremento  dell'esposizione rispetto a
quando il saquinavir e' stato somministrato  soltanto  con  il  cibo.
Cio'  ha  determinato un incremento dei valori dell'AUC del 67%. Tale
incremento  non  e'  ritenuto  clinicamente  rilevante   e   non   e'
raccomandato un aggiustamento della dose.
Succo  di  pompelmo:  nel volontario sano la singola somministrazione
contemporanea  di  saquinavir  e  succo  di  pompelmo  determina   un
incremento   dell'esposizione   al   saquinavir   dal  50%  al  100%,
rispettivamente,  per  il  succo  di  pompelmo  normale  e  a  doppia
concentrazione.   Tale   incremento   non  e'  ritenuto  clinicamente
rilevante e non e' raccomandato un aggiustamento della dose.
Associazioni  non  consigliate:  la  rifampicina (600 mg una volta al
giorno)  ha  dimostrato  di  produrre  diminuzioni   dell'80%   delle
concentrazioni plasmatiche di saquinavir.
La  rifampicina  non  deve  essere somministrata contemporaneamente a
saquinavir, poiche' puo' determinare  concentrazioni  subterapeutiche
di   saquinavir.   Anche   la  rifabutina  riduce  le  concentrazioni
plasmatiche di saquinavir del 40%.  Altri  farmaci  che  inducono  il
CYP3A4   (per   esempio   fenobarbitale,   fenitoina,   desametasone,
carbamazepina) possono anche ridurre le concentrazioni plasmatiche di
saquinavir. Se la terapia con tali farmaci e'  necessaria,  i  medici
devono  prendere in considerazione alternative quando un paziente sta
assumendo Invirase
Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso: l'uso concomitante
di Ketoconazolo (200 mg una volta al giorno) e saquinavir ha prodotto
un  aumento  di  1,5  volte  delle  concentrazioni   plasmatiche   di
saquinavir,  senza aumenti nell'emivita di eliminazione o cambiamenti
nella quota di assorbimento. Le caratteristiche farmacocinetiche  del
Ketoconazolo  non hanno risentito della somministrazione congiunta di
saquinavir ad una dose di 600 mg tre volte al giorno.  Quando  i  due
farmaci sono stati somministrati contemporaneamente, non si sono rese
necessarie modificazioni della dose.
Un  simile  aumento  delle  concentrazioni  plasmatiche di saquinavir
potrebbe verificarsi con altri composti di  questa  classe,  come  il
fluconazolo,  l'itraconazolo  ed  il miconazolo o con altri inibitori
dell'isoenzima. CYP3A4.
Altre potenziali interazioni: la  somministrazione  contemporanea  di
terfenadina,  astemizolo,  o  cisapride,  con farmaci conosciuti come
potenti inibitori della via  del  CYP3A  (per  esempio  Ketoconazolo,
itraconazolo,  ecc.)  puo' indurre elevate concentrazioni plasmatiche
di terfenadina, astemizolo o cisapride. Non sono stati condotti studi
di  interazione  farmacocinetica  con   saquinavir   e   terfenadina,
astemizolo  o  cisapride,  e  sebbene  saquinavir  non  sia  un forte
inibitore del CYP3A i  medici  devono  usare  terapie  alternative  a
terfenadina,   astemizolo   o  cisapride.  Altri  composti  che  sono
substrati del CYP3A4 (per esempio i bloccanti del canale del  calcio,
clindamicina, dapsone, chinidina, triazolam, midazolam) possono avere
elevate     concentrazioni     plasmatiche    quando    somministrati
contemporaneamente con saquinavir; percio' i pazienti  devono  essere
monitorati  per  la  comparsa  di  tossicita'  associata  con  questi
farmaci.
Si ritiene che le concentrazioni plasmatiche  di  saquinavir  possano
incrementare, durante la somministrazione concomitante con ritonavir.
Attualmente  sono  disponibili dati insufficienti sull'efficacia e la
sicurezza di questa combinazione. Questi farmaci  non  devono  essere
somministrati  contemporaneamente,  poiche'  non possono essere fatte
raccomandazioni sul dosaggio e lo schema di entrambi i farmaci.
Non  e'  noto  se  i  farmaci  che  riducono  il  tempo  di  transito
gastrointestinale  (per  esempio  metoclopramide e cisapride) possano
abbassare le concentrazioni plasmatiche di saquinavir.
4.6  Uso durante la gravidanza e l'allattamento
Gravidanza: La valutazione dei dati sperimentali  negli  animali  non
indicano  effetti  dannosi  diretti  o  indiretti nei confronti dello
sviluppo dell'embrione o del feto, dell'andamento della gravidanza  e
nello  sviluppo peri e post-natale. Mancano esperienze cliniche nelle
donne in stato di gravidanza. Fino a quando non  saranno  disponibili
dati  ulteriori, saquinavir deve essere dato alle donne in gravidanza
solo dopo attenta valutazione.
Allattamento:  non  esistono  dati  di  laboratorio,  su  animali   o
sull'uomo,  che  valutino  la  secrezione  di  saquinavir  nel  latte
materno. Gli effetti collaterali possibili di saquinavir nei  bambini
allattati non possono essere valutati e pertanto, l'allattamento deve
essere  interrotto  prima  di  assumere  saquinavir. Esperti sanitari
raccomandano alle donne con infezione da  HIV  di  non  allattare  in
alcun caso i propri figli, per evitare la trasmissione dell'HIV.
4.7  Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine
Non  e' noto se saquinavir abbia effetto sulla capacita' di guidare o
utilizzare macchinari.
4.8  Effetti indesiderati
Saquinavir, in  combinazione  con  zalcitabina  e/o  zidovudina,  non
altera ne' aumenta il profilo di tossicita' di questi farmaci.
Per  le raccomandazioni dettagliate sulle modificazioni del dosaggio,
e sugli eventi avversi associati a  zalcitabina  o  zidovudina  o  ad
altri  farmaci usati in combinazione, i medici devono far riferimento
alla completa documentazione dei singoli farmaci.
L'elenco sotto riportato si riferisce a uno studio  fondamentale  che
includeva  un  braccio  di trattamento con saquinavir in monoterapia.
Eventi  avversi  con  incidenza  superiore  al  2%,  considerati  dai
ricercatori   almeno   remotamente  correlati  con  saquinavir,  sono
riportati di seguito.
Cute e annessi: rash (4%).
Sistema nervoso centrale e periferico:  neuropatia  periferica  (4%),
cefalea (4%).
Apparato  gastroenterico:  diarrea  (16%),  disturbi addominali (6%),
ulcerazione della mucosa orale (6%), nausea (4%).
Sintomi sistemici: astenia (4%).
Terapia di combinazione: saquinavir e zalcitabina
La neuropatia periferica e' stato  il  maggiore  effetto  collaterale
associato   alla  somministrazione  di  zalcitabina.  Saquinavir  non
potenzia lo sviluppo di neuropatia periferica indotta da zalcitabina.
Terapia di combinazione: saquinavir con zalcitabina e zidovudina
Non sono stati riscontrati aumenti nell'incidenza di effetti  tossici
chiaramente  associati  a  zidovudina  o  zalcitabina  come  miosite,
anormalita' ematologiche, pancreatite, ulcerazione della mucosa orale
o neuropatia periferica quando saquinavir e' stato  somministrato  in
combinazione con zidovudina e zalcitabina.
Altri eventi avversi
Sono  stati  riportati  singoli  rari  casi  di eventi avversi gravi,
considerati possibilmente correlati all'uso del  farmaco  in  studio:
confusione,  atassia, debolezza; leucemia mieloblastica acuta; anemia
emolitica;   tentato   suicidio;   sindrome    di    Stevens-Johnson;
convulsioni;  gravi  reazioni  cutanee  associate  ad  un aumento dei
valori   dei   test   di   funzionalita'   epatica;    tromboflebite;
piastrinopenia;  aggravamento  della  malattia  epatica  cronica  con
aumento di grado 4 dei test di funzionalita' epatica, ittero, ascite;
lesione epatica con ittero e transaminasi elevate; febbre da farmaci;
eritema cutaneo  bolloso  e  poliartrite;  nefrolitiasi;  pancreatite
fatale.
Alterazioni dei valori di laboratorio
Terapia di combinazione: saquinavir e zalcitabina
Le alterazioni dei valori di laboratorio piu' comunemente riscontrate
sono state: isolati incrementi della CPK, ipoglicemia e aumento delle
transaminasi.  L'incidenza  di queste alterazioni di laboratorio sono
stati simili per la monoterapia con zalcitabina e per la combinazione
con saquinavir e zalcitabina.
Terapia di combinazione: saquinavir e zidovudina
Le  alterazioni  dei  valori  di  laboratorio   piu'   frequentemente
riscontrate  sono  state: isolati incrementi della CPK, neutropenia e
transaminasi elevate.
Terapia di combinazione: saquinavir con zalcitabina e zidovudina
Le  alterazioni  dei  valori  di  laboratorio   piu'   frequentemente
riscontrate   sono   state:  livelli  elevati  di  CPK,  ipoglicemia,
neutropenia  e  incremento  delle  transaminasi.  Le  anormalita'  di
laboratorio,  osservate con la tripla combinazione, sono state simili
a quelle osservate con la combinazione di zalcitabina e zidovudina.
4.9  Sovradosaggio
Un paziente ha superato la dose quotidiana prescritta  di  saquinavir
(1800  mg/giorno) assumendo 8000 mg di prodotto in una volta sola. Il
paziente e' stato trattato con induzione del  vomito  entro  due  ore
dall'ingestione  della  dose  elevata.  Nel  paziente  non sono state
riscontrate conseguenze. In un piccolo studio pilota, una dose per os
di saquinavir  di  3600  mg/giorno  non  ha  prodotto  aumento  della
tossicita' durante le prime 16 settimane di trattamento.
5.   PROPRIETA' FARMACOLOGICHE.
5.1. Proprieta' farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: agente antivirale, codice ATC J05AX06.
Meccanismo d'azione: la proteinasi dell'HIV opera specifici tagli dei
precursori  delle proteine virali nelle cellule infettate, come tappa
fondamentale  nella  completa   formazione   di   particelle   virali
infettive. Questi precursori delle proteine virali contengono un tipo
di  sito  di  rottura  che  viene  riconosciuto solo dall'HIV e dalle
proteinasi virali ad esso strettamente correlate.  Il  saquinavir  e'
stato  disegnato come un peptide che mima la struttura di questi siti
di rottura. Come risultato, il saquinavir entra nei siti attivi della
proteinasi dell'HIV-1 e dell'HIV-2 agendo in vitro come un  inibitore
selettivo  e  reversibile,  con una affinita' per le proteinasi umane
50.000 volte piu' bassa.
A  differenza  degli  analoghi  nucleosidici  (zidovudina  ecc.)   il
saquinavir   agisce   direttamente  sull'enzima  virale  target.  Non
necessita di attivazione metabolica. Cio' estende la  sua  potenziale
efficacia  anche  alle  cellule  a  riposo.  Saquinavir  e' attivo in
concentrazioni manomolari nelle linee linfoblastoidi e monocitiche  e
nelle colture primarie di linfociti e monociti infettati con ceppi di
HIV-1 isolati in laboratorio o da pazienti.
Gli   esperimenti  condotti  sulle  colture  cellulari  mostrano  che
saquinavir produce un effetto  antivirale  ad  additivo  a  sinergico
contro  l'HIV-1  in  doppia  o tripla combinazione con vari inibitori
della transcriptasi inversa (comprese la zidovudina, la  zalcitabina,
la didanosina) senza aumentarne la citotossicita'.
Effetti   farmacodinamici:  sono  stati  valutati,  in  pazienti  con
infezione da HIV-1, gli effetti di  saquinavir  in  combinazione  con
zalcitabina e zidovudina sui mercatori biologici, conta delle cellule
CD4 ed RNA plasmatico.
In  uno studio (NV 14256) in pazienti pretratatti con zidovudina (CD4
>= 50 <= 300 cellule/mm3) la combinazione di saquinavir e zalcitabina
confrontata con la monoterapia di zalcitabina, ha prolungato il tempo
di  comparsa  di una malattia appartenente per definizione all'AIDS e
la mortalita'.
La terapia di combinazione ha  ridotto  del  53%  il  rischio  di  un
paziente  di avere una malattia appartenente per definizione all'AIDS
o di mortalita'. La terapia di combinazione ha  ridotto  il  rischio,
per  la sola mortalita', del 72%. Questo corrisponde ad una riduzione
del tasso delle malattie  appartenenti  per  definizione  all'AIDS  e
della  mortalita'  dal  29,4%  al  16%  in 18 mesi. Similmente per la
mortalita', il tasso e' stato ridotto dall'8,6% al 4,1% in  18  mesi.
Nei  tre  gruppi  di trattamento la durata mediana del trattamento e'
stata di 11-13 mesi e il follow-up mediano e' stato di 17 mesi.
In questo studio la mediana della conta basale delle cellule CD4  per
tutti  i  bracci di trattamento andava da 156 a 176 cellule / mm3. La
modificazione media rispetto al valore basale, durante  16  settimane
(DAVG  16  mediane)  per saquinavir piu' zalcitabina, e' stata di +26
cellule/mm3, per quanto riguarda la conta delle cellule CD4 e di -0,6
log10 di copie  di  RNA/mL  per  quanto  riguarda  la  carica  virale
plasmatica.  Il  picco  medio di incremento della conta delle cellule
CD4  e' stato di 47 cellule/ mm3 alla 16a settimana. Il  picco  medio
di  riduzione della carica virale plasmatica e' stato di 0,7 log10 di
copie di RNA/mL alla 12a settimana.
In uno studio (V 13330) in pazienti precedentemente non trattati (CD4
<= 300 cellule/mm3), la combinazione con  zidovudina  ha  ridotto  la
carica virale ed ha incrementato la conta delle cellule CD4. La conta
mediana  delle  cellule  CD4 basale per tutti i bracci di trattamento
andava da 157 a 249 cellule/mm3. La modificazione media  rispetto  al
valore  basale  durante  16 settimane (DAVG16 mediana) per saquinavir
piu' zidovudina in questi soggetti naive per gli  antiretrovirali  e'
stata  di  +52 cellule/mm3 per quanto riguarda la conta delle cellule
CD4 e di -1,1 log10 di copie di RNA/mL per quanto riguarda la  carica
virale  plasmatica.  Il  picco  medio di incremento della conta delle
cellule CD4 alla 16a settimana e' stato di 79 cellule/mm3.  Il  picco
medio   della   riduzione  alla  4a  settimana  della  carica  virale
plasmatica, e' stato di 1,6 log10 di copie di RNA/mL. Uno  studio  di
fase III (SV 14604) di conferma e' in corso in pazienti naive per gli
antiretrovirali (meno di 4 mesi di pretrattamento con zidovudina).
La  monoterapia non e' raccomandata in quanto non e' stata dimostrata
l'attivita' antivirale.
Potenziale resistenza e resistenza crociata a saquinavir:
Resistenza: ceppi di HIV con ridotta sensibilita' al saquinavir  sono
stati   selezionati   dopo   successivi   passaggi  in  vitro  usando
concentrazioni  crescenti  del  composto.  L'analisi  della  sequenza
aminoacidica  della proteasi in questi ceppi ha mostrato sostituzioni
nella posizione 48 (valina al  posto  della  glicina  =  G48V)  e  90
(metionina al posto della leucina = L90M).
Modificazioni   nella  sensibilita'  virale  al  farmaco  in  cultura
(="resistenza  fenotipica")  o  nella  sequenza  aminoacidica   della
proteasi  (="resistenza  genotipica")  sono  stati  valutati in studi
clinici. Due particolari mutazioni  della  proteasi  virale  (L90M  o
G48V,  predominante  il  primo  e  rara  la  combinazione) sono stati
trovati   in  quei  pazienti,  con  ceppi  resistenti,  trattati  con
saquinavir. L'incidenza globale di resistenza genotipica a  circa  un
anno  in  un  gruppo  di  pazienti  in studi di fase I/II trattati in
combinazione con analoghi nucleosidici (zalcitabina  e/o  zidovudina)
e'  stata  del  38% (15 su 39 pazienti). Il significato clinico delle
modificazioni genotipiche e fenotipiche associate  alla  terapia  con
saquinavir non e'stato stabilito.
Resistenza   crociata   agli  altri  anteretrovirali:  la  resistenza
crociata tra saquinavir e gli inibitori della trascrittasi inversa e'
improbabile a causa dei loro differenti enzimi target. Ceppi  di  HIV
resistenti  a  ZDV  sono  sensibili  a  saquinavir  e viceversa ceppi
isolati resistenti al saquinavir sono sensibili a ZDV.
Attualmente la terapia  con  saquinavir  ha  mostrato  un  preciso  e
consistente  profilo di mutazioni. Ricerche sulla resistenza crociata
sono in corso.
5.2. Proprieta' farmacocinetiche
Assorbimento e biodisponibilita' negli adulti ed  effetto  del  cibo:
nei  volontari sani il grado di assorbimento (espresso dall'AUC) dopo
una dose orale di 600 mg di saquinavir e' aumentato da 24 ng.h/mL (CV
33%) a digiuno, a 161 ng.h/mL (CV 35%) quando saquinavir e' dato dopo
una abbondante colazione (48 g di proteine, 60 g di carboidrati, 57 g
di grassi; 1006 kcal).
La presenza di  cibo  aumenta  anche  il  tempo  per  raggiungere  la
concentrazione   massima   da   2,4   ore   a   3,8  ore  ed  aumenta
sostanzialmente la  media  della  concentrazione  plasmatica  massima
(Cmax)  da  3,0 ng/mL a 35,5 ng/mL. L'effetto del cibo e' persistente
fino a due ore. Percio' Invirase deve essere assunto  entro  due  ore
dopo i pasti.
La  biodisponibilita'  assoluta  media  e'  stata  del  4%  (CV  73%,
intervallo 1-9%) in 8 volontari sani che hanno  assunto  una  singola
dose  di  600  mg  (200  mg  x  3)  di  saquinavir dopo una colazione
abbondante. Si ritiene che la bassa biodisponibilita' sia dovuta alla
combinazione di un assorbimento incompleto e di un ampio  metabolismo
di primo passaggio.
Il  pH gastrico ha dimostrato di essere soltanto un componente minore
nel grande  incremento  di  biodisponibilita'  osservato  durante  la
somministrazione con il cibo.
Dopo  dosi orali multiple (25-600 mg tre volte al giorno) in presenza
di  cibo,  l'aumento  dell'esposizione  al  farmaco  (50  volte)   e'
risultato  piu' che direttamente proporzionale all'aumento della dose
(24 volte). Dopo somministrazioni  multiple  (600  mg  tre  volte  al
giorno)  in  pazienti  con  infezione da HIV (n = 29) l'area sotto la
curva (AUC) della concentrazione plasmatica in condizioni  basali  e'
2,5  volte  (95%  IC da 1,6 a 3,8) piu' alta di quella osservata dopo
una singola dose.
Pazienti con infezione da HIV trattati  con  saquinavir  600  mg  tre
volte  al  giorno, istruiti a prendere saquinavir dopo un pasto o uno
spuntino  sostanzioso,  hanno  valori  di  AUC  e  di  concentrazione
plasmatica  massima  quasi  doppi  rispetto  a  quelli  osservati  in
volontari sani che hanno ricevuto lo stesso trattamento (vedi sotto).
    Media di AUC e Cmax (% CV) in pazienti ed in volontari sani:
                        AUC8 (intervallo di dose)     Cmax
                        in ng.h/mL                    in ng/mL
____________________________________________________________________
Volontari (n=6)         359,0 (46)                    90,39 (49)
 sani
Pazienti (n=113)        757,2 (84)                    253,3 (99)
Distribuzione negli adulti: saquinavir di distribuisce estensivamente
nei  tessuti.  La media del volume di distribuzione allo steady-state
dopo somministrazione per e.v. di una dose di 12 mg di saquinavir  e'
stata  di  700  L.  (CV 39%). Saquinavir presenta un elevato grado di
legame nei confronti delle proteine (circa  98%)  indipendente  dalla
concentrazione  per  il  range  di  15-700 ng/mL. In due pazienti che
hanno  ricevuto  600  mg  tre  volte  al  giorno  di   Invirase,   le
concentrazioni  di  saquinavir  nel  fluido cerebrospinale sono state
trascurabili  in  confronto  con  le   concentrazioni   di   campioni
plasmatici di controllo.
Metabolismo ed eliminazione negli adulti: studi in vitro su microsomi
epatici  umani  hanno  dimostrato che il metabolismo di saquinavir e'
mediato dal  citocromo  P450  con  lo  specifico  isoenzima,  CYP3A4,
responsabile  per  piu'  del  90%  del metabolismo epatico. In base a
studi in vitro, saquinavir viene  rapidamente  metabolizzato  ad  una
varieta' di composti inattivi mono e di-idrossilati.
Con  metodi di equilibrio di massa nel quale saquinavir-14 C e' stato
utilizzato  alla  dose  di  600  mg  (n=8),  l'88%   e   l'1%   della
radioattivita'  somministrata  per  via  orale  e' stata rintracciata
rispettivamente nelle  feci  e  nelle  urine  entro  4  giorni  dalla
somministrazione.  In  ulteriori  4  pazienti trattati con 10,5 mg di
saquinavir-14 C per via endovenosa, e' stato rinvenuto nelle  feci  e
nelle  urine  rispettivamente  l'81%  ed  il  3% della radioattivita'
somministrata per via e.v., entro  4 giorni  dalla  somministrazione.
Con  metodi  di  equilibrio di massa, il 13% di saquinavir circolante
nel   plasma   e'   presente   come   farmaco    immodificato    dopo
somministrazione  orale  ed il rimanente e' presente come metaboliti.
Dopo  somministrazione  e.v,  il  66%  di  saquinavir  circolante  e'
presente  come  farmaco immodificato ed il rimanente come metaboliti,
suggerendo che  il  saquinavir  ha  un  ampio  metabolismo  di  primo
passaggio.
La  clearance  sistemica  di  saquinavir  e' elevata, 1,14 L/h/kg (CV
12%), leggermente superiore al flusso plasmatico epatico  e  costante
dopo  somministrazione endovenosa di 6, 36 e 72 mg. Il tempo medio di
persistenza di saquinavir e' di 7 ore (n=8).
5.3. Dati preclinici di sicurezza
Tossicita' acuta e  cronica:  studi  sulla  tossicocinetica  e  sulla
tossicita'  acuta  e cronica condotti nel topo, nel ratto, nel cane e
nella callitrice, hanno dimostrato una buona tolleranza a  saquinavir
alle  elevate  esposizioni  plasmatiche  al farmaco rispetto a quelle
osservate nell'uomo.
Mutagenesi:  studi  con  o  senza   (a   seconda   dell'opportunita')
attivazione  metabolica  hanno  dimostrato che saquinavir non produce
mutagenesi o genotossicita'.
Carcinogenesi: studi sulla carcinogenesi di saquinavir sono in corso.
Tossicita' in gravidanza: vedere la  sezione  4.6,  "Uso  durante  la
gravidanza e l'allattamento".
6.   INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1  Elenco degli eccipienti
Contenuto     delle    capsule:    lattosio    (anidro),    cellulosa
microcristallina, polivinilpirrolidone, sodio amido glicolato, talco,
magnesio stearato.
Involucro delle capsule: gelatina, ossido  di  ferro  nero,  rosso  e
giallo (E172), indigotina (E132), biossido di titanio (E171).
Aspetto  della  capsula: di colore marrone chiaro e verde, opaco; con
impresso il nome "ROCHE" e  il  codice  0245,  su  ogni  meta'  della
capsula.
6.2  Incompatibilita'
Non pertinente.
6.3  Periodo di stabilita'
Due anni.
6.4  Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare nel contenitore originale chiuso.
6.5  Natura e contenuto della confezione
Contenitore:  flaconi  di  vetro ambrato con tappo di plastica a vite
contenenti 270 capsule di Invirase.
6.6. Istruzioni per l'impiego/la manipolazione e  per  l'eliminazione
     del   medicinale   inutilizzato   o  degli  scarti  del  sudetto
     medicinale (se necessario)
Non pertinente.
7.   TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Roche Registration Limited, 40 Broadwater Road, Welwyn  Garden  City,
Hertfordshine, AL7 3AY, Gran Bretagna.
8.   NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI
9.          DATA   DELLA   PRIMA   AUTORIZZAZIONE   /   DEL   RINNOVO
     DELL'AUTORIZZAZIONE
10.  DATA DI REVISIONE DEL TESTO