Allegato Al Ministro dell'interno Il sig. Giovanni D'Ambrosio e' consigliere provinciale di Napoli dal 4 marzo 1998, essendo subentrato nella carica per surroga di un componente dimissionario. Il predetto amministratore rivestiva la carica di sindaco del comune di Ottaviano (Napoli), quando gli organi elettivi di quell'ente sono stati sciolti con decreto del Presidente della Repubblica dell'8 settembre 1997 - ai sensi dell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221 - per gravi forme di condizionamento da parte della criminalita' organizzata, emerse a seguito di indagini condotte dai competenti organi nonche' dagli accertamenti effettuati dalla commissione di accesso all'uopo nominata. In particolare, era risultato che le consolidate distorsioni delle procedure amministrative poste in essere dal comune di Ottaviano, finalizzate prevalentemente a favorire gli illeciti interessi delle locali consorterie malavitose, erano da attribuire in misura preponderante all'influenza prevaricante del sindaco, sig. Giovanni D'Ambrosio, che, nel contempo, e' riuscito a coltivare i propri interessi e quelli dei suoi familiari. Il che trova conferma nella sentenza del T.A.R. della Campania, n. 1961 del 16 giugno 1998, che, nel rigettare il ricorso proposto per l'annullamento del citato decreto di scioglimento, ha valutato gli elementi riportati sintomatici non solo dei collegamenti e condizionamenti dell'amministrazione comunale da parte della criminalita' organizzata, ma anche e soprattutto delle concrete disfunzioni e pregiudizi per l'ordine pubblico che tale infiltrazione ha determinato. Il citato consigliere provinciale risulta, altresi', essere oggetto di numerose informative di reato, tutte relative ad attivita' poste in essere nella qualita' di pubblico amministratore. Gli addebiti contestati, con l'aggravante della continuazione e del concorso con altri indagati, riguardano ipotesi di reato relative a peculato, abuso d'ufficio, omissione di atti d'ufficio, falsita' materiale, truffa aggravata, violazione di norme urbanistiche e propaganda elettorale all'interno di seggio. Le circostanze e le situazioni che delineano la figura del consigliere provinciale, evidenziando lo sconcertante intreccio politicamalaffarecriminalita' organizzata, sono ampiamente riportate nel richiamato recente provvedimento di scioglimento per infiltrazioni mafiose dell'amministrazione comunale di Ottaviano guidata proprio dal sig. Giovanni D'Ambrosio. Il settore dell'edilizia privata, dagli accertamenti condotti, e' risultato essere quello piu' permeabile agli illeciti scopi affaristici. Infatti, le costruzioni abusive, realizzate nel periodo in cui il signor Giovanni D'Ambrosio ha ricoperto la carica di sindaco di quell'ente, hanno subito una decisa impennata specie nella frazione in cui il medesimo ha ottenuto il massimo dei consensi elettorali. Sintomatica della personalita' dell'amministratore e' la vicenda riguardante l'affidamento e la gestione del servizio di tesoreria comunale ad una societa', il cui amministratore unico risulta, secondo i competenti organi investigativi, aver intrattenuto rapporti con elementi di spicco della camorra fin dal 1970. Per tale vicenda il signor Giovanni D'Ambrosio e' stato destinatario di un ordinanza di custodia cautelare in carcere, in data 14 ottobre 1997, in quanto gravemente indiziato del reato di peculato aggravato. Anche la piu' recente ordinanza del tribunale di Napoli del 24 marzo 1998 contribuisce a suffragare ulteriormente la gravita' e la fondatezza delle numerose accuse mosse al consigliere provinciale. Con la predetta ordinanza viene confermato il decreto di sequestro preventivo di una somma di danaro che la commissione straordinaria di liquidazione del comune di Ottaviano avrebbe dovuto versare a favore di una societa', i cui soci risultano o legati allo stesso signor Giovanni D'Ambrosio o appartenenti alla disciolta amministrazione del comune di Ottaviano. Il giudice del riesame, nello stesso provvedimento, ha piu' volte sottolineato la volonta' della predetta amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco e attuale consigliere provinciale di favorire la richiamata societa' per l'aggiudicazione dell'appaltoconcorso indetto per la rilevazione dello stato del territorio comunale ai fini della formazione di una banca dati per il rifacimento dell'anagrafe tributaria, evidenziando numerose anomalie e illegittimita'. La quantita' e la consistenza delle pendenze processuali, unitamente ai fatti accertati in sede di accesso presso il comune di Ottaviano a carico del consigliere provinciale, avvalorati dalla recente sentenza del T.A.R. della Campania nonche' dall'ordinanza del tribunale di Napoli con argomentazioni dettagliate e approfondite, delineano un profilo soggettivo dell'amministratore in netto contrasto con l'esercizio della pubblica funzione di cui il medesimo e' attualmente investito e compromettono il regolare svolgimento dell'azione amministrativa. Significativamente la permanenza del predetto amministratore nell'assemblea provinciale, che potrebbe essere chiamata nei prossimi mesi a pronunciarsi, tra l'altro, in merito all'approvazione del P.R.G. del comune di Ottaviano, adottato dal commissario ad acta, espone la vita amministrativa dell'ente locale ad un elevato grado di possibile inquinamento e genera, altresi', un motivato potenziale pericolo di turbativa dell'ordine pubblico, anche per la notorieta' delle circostanze penali in cui il medesimo e' coinvolto. Lo stesso presidente dell'amministrazione provinciale ha espresso vive perplessita' in ordine al subentro del suddetto consigliere, evidenziando il contrasto tra l'indirizzo dell'attuale amministrazione, fortemente impegnata sul fronte della legalita' e della lotta alla camorra, con le vicende personali del sig. Giovanni D'Ambrosio. Il prefetto di Napoli, ritenuta sussistente l'ipotesi prevista dall'art. 40 della legge 8 giugno 1990, n. 142, ha formulato proposta - che si intende qui richiamata - per l'adozione del provvedimento di rimozione del sig. Giovanni D'Ambrosio dalla carica di consigliere provinciale di Napoli, attesa la sussistenza di fondati motivi di preoccupazione per la situazione dell'ordine pubblico. Tutto cio' premesso, si ritiene che sussistono le condizioni per addivenire alla rimozione del predetto amministratore dalla carica ricoperta, ricorrendo la fattispecie dei gravi motivi di ordine pubblico disciplinata dall'art. 40 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Mi pregio, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma l'unito schema di decreto con il quale si provvede alla rimozione del sig. Giovanni D'Ambrosio dalla carica di consigliere provinciale di Napoli. Roma, 17 luglio 1998 Il direttore generale dell'Amministrazione civile Gelati