(all. 1 - art. 1)
  ANALISI  PRELIMINARE  DEI  PROGETTI ESECUTIVI  PER  GLI  INTERVENTI
URGENTI PER  LA DIFESA  DELLA S.P.  25 ANELLO  OCCIDENTALE DELL'ISOLA
D'ELBA. (Ordinanza 9 aprile 1998, n. 2782).
                             1. Premessa.
  Il  Ministro degli  interni,  delegato per  il coordinamento  della
protezione civile,  ha emanato l'ordinanza  n. 2782 in data  9 aprile
1998,  riguardante gli  interventi  urgenti volti  a fronteggiare  la
situazione  di emergenza  conseguente al  dissesto idrogeologico  nei
territori di alcuni comuni dell'Isola d'Elba in provincia di Livorno.
  L'art.  1,  comma  4,   dell'ordinanza  citata  stabilisce  che  il
commissario delegato si avvalga per  "gli aspetti tecnici inerenti la
definizione e attuazione degli interventi" della collaborazione degli
scriventi, in qualita' di esperti  del Gruppo nazionale per la difesa
dalle catastrofi idrogeologiche del CNR.
  Il piano  degli interventi  strutturali di emergenza,  adottato dal
commissario  delegato con  ordinanza  n. E/461  del  22 aprile  1998,
stabilisce  che il  commissario delegato  si avvalga  delle strutture
tecniche  regionali e  della  collaborazione degli  scriventi per  la
valutazione dei progetti di cui al punto 2 del piano.
  Gli interventi riguardano la difesa della strada provinciale n. 25,
anello occidentale, e in particolare i seguenti siti:
     A) localita' Ciglio Rosso (comune di Campo nell'Elba);
     B) localita' Ogliera (comune di Campo nell'Elba);
     C) localita' Punta del Timone (comune di Marciana);
     D) localita' Infernaccio (comune di Marciana).
  L'ente  attuatore e'  per  tutti  gli interventi  l'amministrazione
provinciale di Livorno.
  Per la progettazione sono state  selezionate in data 18 maggio 1998
dall'ente attuatore le ditte:
  INGEO di Lucca, progettista ing. Paolo Barsotti, per gli interventi
A) e B) ricadenti nel comune di Campo nell'Elba;
  GEODATA Spa di Torino, progettista ing. Piergiorgio Grasso, per gli
interventi C) e D) ricadenti nel comune di Marciana.
  In attuazione dell'incarico gli  scriventi hanno operato in stretto
raccordo con  il responsabile  della competente area  della struttura
regionale, dottoressa Sargentini, e  con il responsabile dell'ufficio
tecnico della provincia di Livorno, ente attuatore, ing. Marini.
  In particolare si  e' proceduto a un sopralluogo in  data 30 aprile
1998 per prendere adeguata  visione dei siti oggetto dell'intervento,
peraltro ben noti  a uno degli scriventi. Si sono  tenute inoltre con
cadenza decadica riunioni  in varie sedi quasi sempre  con la diretta
partecipazione dei progettisti incaricati  per verificare lo stato di
avanzamento dei lavori e per analizzare, con la dovuta tempestivita',
le  diverse ipotesi  progettuali  anche alla  luce delle  indicazioni
contenute nell'allegato A dell'ordinanza  del commissario delegato n.
E/485 del 10 giugno 1998.
  La progettazione  e' stata  completata in data  25 giugno  1998 nel
pieno rispetto  dei tempi fissati dall'ordinanza  commissariale sopra
citata.
 2. Descrizione dei progetti.
 2.1 Localita' Ciglio Rosso.
  Il dissesto  interessa un tratto della  s.p. 25 di circa  160 m. La
zona gia' sede di dissesti e'  stata oggetto di sommari interventi di
sistemazione di tipo puntuale.
  Gli studi preliminari condotti  dai progettisti hanno consentito di
individuare quattro zone  identificate con le lettere A),  B), C), D)
secondo una scala  di priorita' definita con  riferimento a parametri
geologicotecnici.
  Gli interventi previsti nella zona A) sono:
  rivestimenti  dell'ammasso roccioso  con reti  leggere e  pesanti e
piu' resistenti ("parasiluri"), ancorate con  chiodi profondi 3 m sul
tratto   perimetrale   e   1,5   m  all'interno.   E'   prevista   la
riutilizzazione parziale della rete esistente;
  ancoraggio  con funi  ad alta  resistenza di  due ammassi  rocciosi
instabili,  il  primo  di  circa 35  m(elevato  a)3  con  cinematismo
presunto di tipo  "crollo", il secondo di circa 95  m(elevato a)3 con
cinematismo presunto tipo "scivolamento";
  sottomurazioni in calcestruzzo armato per circa 30 m di lunghezza e
5 m di  altezza, utilizzando tiranti parzialmente attivi  lunghi 9 m.
Tale tipologia riguarda  anche altri tratti, nonche'  il maggiore dei
due massi aggettanti di cui al punto precedente;
  muretto   spartiacque  finalizzato   a  ripristinare   l'originario
deflusso delle acque superficiali sul versante.
  Nella zona B) gli interventi riguardano:
  sottomurazioni  tirantate  per  ostacolare lo  scivolamento  di  un
ammasso roccioso  di circa 730 m(elevato  a)3 e di un  altro di circa
2600  m(elevato a)3  .  Gli interventi  hanno andamento  spazialmente
variabile  in conformita'  della  geometria  dell'ammasso roccioso  e
comprendono cordoli  tirantati e sottomurazioni vere  e proprie anche
esse tirantate;
  armatura  della rete  gia' esistente  con cavi  ad alta  resistenza
disposti in  diagonale e in  orizzontale per una superficie  di circa
700 m(elevato a)2 .
  Nella zona C) si prevede:
  una sottomurazione  per proteggere una cavita'  dall'azione erosiva
delle acque che tende a fare aumentare la luce a sbalzo;
    armatura della rete gia' esistente.
  Nella zona D) infine, per  motivi di finanziamento, non e' previsto
alcun intervento. Va tuttavia  ricordato come nella relazione tecnica
si  evidenzi  che  l'ammasso  roccioso  di  grosse  dimensioni  (3600
m(elevato  a)3  su  un  fronte  di  30  m)  costituisce  un  pericolo
incombente sia per  la sede stradale sia per il  resto del versante e
si rimarca l'estrema urgenza di intervenire.
  Il costo dell'intervento  nelle zone A), B), C) e'  di 1400 milioni
comprensivo dei lavori e delle somme a disposizione.
 2.2 Localita' Ogliera.
  Il tratto  interessato dal  dissesto ha  una estensione  lineare di
circa 140 m ed  e' a valle della s.p. 25. Il  versante incombe su una
piccola spiaggia. La strada e' interessata da un movimento franoso ed
e' percorribile a senso unico alternato.
   Gli interventi previsti sono:
  messa  in   sicurezza  della   strada  provinciale   attraverso  la
realizzazione  di  una  berlinese eseguita  con  micropali  tirantati
collegati in  testa da un  cordolo in cemento armato  di contenimento
della sede  stradale. Il  tratto interessato  e' lungo  135 m  e sono
previsti micropali  lunghi 8-10  m e  con interasse pari  a 75  cm. I
tiranti sono lunghi invece 12 m e sono disposti con interasse 2,25 m.
L'intervento richiede  anche lo spostamento  di un tratto  della sede
stradale per 1-2 m verso  monte. Completano l'intervento alcune opere
accessorie (rivestimenti, canalette di raccolta delle acque);
  disgaggio  di piccole  porzioni di  materiale litoide  sul versante
sotto la sede stradale per una  superficie di circa 320 m(elevato a)2
Per tale operazione e' previsto il  ricorso a mezzi meccanici, ma non
si esclude l'uso  di piccole cariche esplosive. Su  questo aspetto si
ritornera' piu' avanti;
  ancoraggio di  un ammasso roccioso  di circa 100 m(elevato  a)3 con
funi d'acciaio ad alta  resistenza adeguatamente ancorate alla roccia
sottostante;
  posa in  opera di reti aderenti  armate su tre diverse  porzioni di
versante per una superficie complessiva di circa 2000 m(elevato a)2 .
Le  reti  sono  armate  con   funi  d'acciaio  ancorate  alla  roccia
sottostante.
  L'importo complessivo per  lavori e somme a  disposizione ammonta a
900 milioni di lire.
 2.3 Localita' Punta del Timone.
  L'intervento riguarda il versante  sudoccidentale del Monte Capanne
che presenta  in molte  aree un  grado di  pericolosita' classificata
come "elevata" nella analisi preliminare sviluppata dai progettisti.
  I  finanziamenti disponibili  consentono  di  consolidare solo  una
modesta parte del versante, intervenendo  in una delle zone a maggior
rischio in corrispondenza di un ripido canalone roccioso gia' sede di
precedenti fenomeni.  Ci si e'  dovuti inoltre limitare  a interventi
che riducono  l'entita' e la  ricorrenza del fenomeno  piu' frequente
che consiste  nel progressivo  smantellamento della roccia  in spalla
sinistra  tralasciando  l'evento   catastrofico  rappresentato  dallo
scivolamento in  massa del  volume di 15000  m(elevato a)3  circa che
costituiscono la  spalla destra  del canalone. In  questo caso  si fa
ricorso  ad un  intervento  non strutturale  potenziando  la rete  di
monitoraggio gia' esistente.
   Gli interventi previsti sono, in sintesi, i seguenti:
  rete  paramassi a  fregio  della carreggiata  stradale, montata  in
alcuni  casi  a  mensola,  considerata come  opera  provvisionale  di
protezione;
    pulizia e disgaggio del versante;
  posa  in  opera  di  reti paramassi  metalliche,  armate  con  funi
d'acciaio per una  superficie di circa 3000 m(elevato  a)2 di parete.
Le funi sono ancorate con barre d'acciaio profonde 3 m;
  ancoraggi puntuali con barre d'acciaio di lunghezza variabile fra 3
e 8 m per bloccare porzioni di roccia instabile in punti da definire.
Su questo aspetto si tornera' piu' avanti;
  integrazioni della rete di monitoraggio attraverso la realizzazione
di  un   sistema  di  monitoraggio  ottico   e  l'integrazione  della
strumentazione   elettrica   con   l'installazione   di   clinometri,
fessurimetri, estensimetri per tenere  sotto controllo soprattutto il
diedro in destra del canalone.
  L'importo complessivo per lavori e  somme a disposizione e' di 1200
milioni di lire.
 2.4 Localita' Infernaccio.
  Il tratto  di versante  interessato si  estende per  circa 200  m a
monte  della  s.p. 25.  Sono  presenti  estese  falde di  detriti  di
pezzatura variabile in condizioni di equilibrio precario. E' presente
inoltre   una  parete   di  rocce   serpentinitiche  fratturate   con
possibilita' di rilasciare blocchi  direttamente sulla sede stradale.
L'intervento e' stato concentrato nel  tratto compreso tra i punti D)
ed  F)   che  l'analisi  preliminare  condotta   dai  progettisti  ha
identificato come quella a maggior rischio.
   Gli interventi previsti sono:
  pulizia e  disgaggio del versante, limitato  all'allontanamento dei
piccoli  frammenti   instabili  che   possono  mettere   in  pericolo
l'incolumita' delle persone che lavorano a valle;
  opere provvisionali di protezione,  mediante cassero d'acciaio alto
3  m  da  monitorare  in  fasi successive  sulla  sede  stradale  per
consentire il traffico veicolare anche durante i lavori;
  barriere paramassi ad alto assorbimento di energia alte 5 m;
  posa in opera  di reti paramassi e ancoraggi  puntuali sulla parete
in roccia serpentinitica.
  L'importo dei lavori  e somme a disposizione e' pari  a 950 milioni
di lire.
 3. Considerazioni conclusive.
  I  progetti analizzati  sono stai  redatti in  tempi molto  brevi e
risentono di questo aspetto. C'e' una certa disomogeneita' tra i vari
progetti per quanto concerne il  livello di approfondimento sia delle
analisi  preliminari  sia  delle  proposte  progettuali,  che  talora
appaiono non definite con  il dettaglio richiesto dalla progettazione
esecutiva.
  Non e'  stato possibile  confrontare in  termini di  costi benefici
ipotesi alternative di intevento ma ci si e' limitati ad un confronto
di tipo qualitativo.
  Ragioni  di   tempo  hanno  impedito   di  dare  corso   a  rilievi
fotogrammetrici  e  restituzioni  di  dettaglio del  tipo  di  quelle
previste dall'allegato A dell'ordinanza commissariale n. E/485 del 10
giugno  1998. A  tale inconveniente  si e'  parzialmente ovviato  con
rilievi   fotografici,   riprese   aeree  e   prospettiche,   rilievi
topografici   ricondotti   nell'ambito  della   cartografia   tecnica
disponibile alla scala 1:2000.
  Tuttavia, pur con  i limiti sopra evidenziati e con  le cautele che
piu' avanti saranno esplicitate, le progettazioni analizzate appaiono
in grado  di conseguire in modo  efficace l'obbiettivo dell'ordinanza
n.  2782 e  cioe'  di ridurre  in modo  significativo  il livello  di
rischio in ciascuna delle 4 localita' considerate.
  Pertanto,  ad  avviso  degli   scriventi,  e'  opportuno  procedere
tempestivamente alla esecuzione dei lavori.
  E'  importante sottolineare  che  la situazione  del dissesto  come
emerge dalla  ricognizione sui  luoghi e  dalle analisi  condotte dai
progettisti   e'   grave,   estesa  e   tipologicamente   variata   e
richiederebbe  un  impegno  finanziario  maggiore  di  quello  finora
disponibile.
  Gli  interventi   progettati  pertanto  possono  ridurre   in  modo
significativo il livello  di rischio ma certamente  non consentono di
ricondurlo  ad un  livello accettabile.  Cio' appare  particolarmente
vero  nelle   localita'  Ciglio  Rosso  dove   risulta  assolutamente
necessario  bonificare  anche  la  zona  D),  magari  utilizzando  le
eventuali economie, e nella localita' Punta del Timone dove il quadro
complessivo    permane    molto     preoccupante,    ancorche'    non
sufficientemente delineato.  Infatti la zonazione  effettuata risulta
ancora  poco  selettiva e  inadeguata  per  identificare le  sorgenti
puntuali di  rischio, che  sono notevolmente diffuse.  L'effetto solo
parziale  dell'intervento proposto  e' ovviamente  scontato ma  e' da
ribadire in  ogni circostanza per  evitare che possa  ingenerarsi una
sensazione  di  sicurezza  poco   realistica  e  che  potrebbe  avere
conseguenze negative.
  Con gli  interventi previsti la  situazione migliora ma  rimane pur
sempre preoccupante.
  L'efficacia  dell'intervento  puo'   essere  incrementata  in  fase
esecutiva adottando alcune iniziative capaci di rendere piu' omogenei
i livelli di analisi e le tipologie di intervento.
  In particolare  appare utile richiedere alle  ditte appaltatrici la
predisposizione preliminare di un piano dettagliato di intervento che
contenga:
  i  disegni  di  cantiere,  in  scala  almeno  1:50,  di  tutti  gli
interventi e con la puntuale localizzazione  di tutti i tiranti e gli
ancoraggi  previsti,  ancorche'  non  dettagliatamente  indicate  nel
progetto;
  le modalita' di posa in opera  delle reti e delle relative armature
e piu' in generale le modalita' di esecuzione delle opere;
  le specifiche tecniche di dettaglio dei materiali che si prevede di
utilizzare e in particolare delle reti e delle barriere paramassi;
  i  modelli utilizzati  per  la verifica  del dimensionamento  delle
opere   con  particolare   riferimento  all'altezza   della  barriera
paramassi  rispetto  alla  possibilita'  di sormonto,  e  i  relativi
risultati;
  le  prove   che  si  prevede  di   effettuare  preliminarmente  per
verificare la  validita' dei parametri assunti  nel dimensionamento e
piu' in generale per verificare le ipotesi progettuali.
  Il piano  che andra'  predisposto secondo puntuali  direttive della
stazione  appaltante   potra'  essere  oggetto  di   modifiche  e  di
aggiornamenti concordati con la direzione dei lavori.
  Per rendere piu' agevole l'analisi  dei piani e' opportuno che essi
vengano strutturati nello stesso  modo secondo schemi preliminarmente
concordati.
   Si suggerisce inoltre di adottare le seguenti misure:
  seguire  fino  al recapito  finale  le  acque superficiali  che  in
localita'   Ciglio  Rosso   si   prevede   di  ricondurre   all'alveo
preesistente;
  evitare  in  ogni caso  il  ricorso  all'uso  di esplosivi  per  la
demolizione degli ammassi rocciosi;
  lasciare in sito le barriere paramassi una volta installate;
  definire in modo preciso i compiti del coordinatore della sicurezza
che  dovrebbe  essere  vincolato   alla  redazione  di  rapporti  che
asseverino la attuazione  del piano di sicurezza  con frequenza molto
elevata  (un  rapporto  ogni  giorno   o  ogni  due  giorni).  Questa
precauzione  appare   necessaria  se  si  tiene   conto  dell'elevata
pericolosita' che caratterizza l'intervento sia per le maestranze sia
per gli utenti della s.p. 25 e della spiaggia dell'Ogliena.
  Va infine puntualizzato che questa  relazione e' da intendersi come
preliminare dal momento  che i tempi brevissini  non hanno consentito
una  analisi   di  grande  dettaglio  degli   elaborati  progettuali,
soprattutto per quanto riguarda gli aspetti quantitativi.
   (Omissis).