(all. 1 - art. 1)
                       MINISTERO DELLA SANITA'
                   DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE
                  COMMISSIONE ONCOLOGICA NAZIONALE
   LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI ESPOSTI
         A CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI IN AMBIENTE SANITARIO
1.PREMESSA
Il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, nell'ambito  delle  strategie
per il cambiamento, pone tra i diversi obiettivi quello di migliorare
la  sicurezza  delle  strutture  sanitarie  pubbliche  e private, nel
rispetto delle disposizioni  di  prevenzione,  previste  dai  Decreti
Legislativi 19 settembre 1994, n. 626 e 19 marzo 1996 n. 242.
Uno  dei  rischi  rilevanti nel settore sanitario e' quello derivante
dall'esposizione ai  chemioterapici  antiblastici.  Tale  rischio  e'
riferibile  sia  agli  operatori  sanitari,  che  ai pazienti. Questo
documento riguarda la protezione dei lavoratori esposti  in  ambiente
sanitario a chemioterapici antiblastici.
Di  particolare  importanza  e'  la valutazione dei possibili effetti
esercitati   da   queste   sostanze   sulla   salute   dei   soggetti
professionalmente, esposti.
Nonostante   numerosi   chemioterapici   antiblastici   siano   stati
riconosciuti dalla IARC (Intenational Agency for Research on  Cancer)
e   da   altre   autorevoli   agenzie  internazionali  come  sostanze
cancerogene o probabilmente cancerogene per l'uomo, a queste sostanze
non si applicano le norme  del  Titolo  VII  del  D.Lgs.  6  26/94  "
Protezione  da  agenti cancerogeni". Infatti, trattandosi di farmaci,
non  sono  sottoposti  alle  disposizioni  previste  dalla  Direttiva
67«548«CEE  e'  quindi non e' loro attribuibile la menzione R45 "Puo'
provocare il cancro" o la menzione R49 Puo' provocare il  cancro  per
inalazione".
Su  segnalazione  dell'ISPESL,  nel dicembre dei 1995, la Commissione
Consultiva  Tossicologica  Nazionale  ha  raccomandato   lñinclusione
nell'allegato VIII del.D.Lgs. 626/94 delle attivita' di preparazione,
impiego e smaltimento di farmaci antiblastici ai fini del trattamento
terapeutico"
Nella   tabella   1  e'  riportato  un  elenco,  non  esaustivo,  dei
chemioterapici antiblastici che sono stati  classificati  dalla  IARC
nel  gruppo  "cancerogeni certi per l'uomo" e nel gruppo "cancerogeni
probabili per l'uomo". L'Agenzia e'  arrivata  a  queste  definizioni
prevalentemente  attraverso  la  valutazione del rischio di " secondo
tumore" che nei pazienti  trattati  con  chemioterapici  antiblastici
puo'  aumentare  con  l'aumento  della  sopravvivenza.  Nei  pazienti
trattati per neoplasia e' stato documentato  lo  sviluppo  di  tumori
secondari  non  correlati  con  la patologia primitiva (es. aumentata
incidenza,  rispetto  all'atteso,  di  leucemie  acute  mieloidi   in
soggetti con tumori solidi).
Gli  effetti  su soggetti professionalmente esposti sono di difficile
dimostrazione. In soggetti di sesso femminile, gli studi  disponibili
suggeriscono  la  presenza  di una associazione causale tra aumentata
abortivita' durante il primo trimestre di gravidanza e  manipolazione
di  farmaci  antiblastici,  senza  la  adozione  di  adeguate  misure
preventive.
Gli  effetti  citogenetici  nei  linfociti ( frequenza di aberrazioni
cromosomiche, di scambi tra cromiatidi fratelli  e  di  micronuclei),
quali  indicatori  di  effetti  biologici  precoci dell'esposizione a
sostanze  mutagene/cancerogene  sono  tra  i  piu'  studiati  per  la
valutazione  di  gruppi  a  rischio.  Tuttavia  al  momento  non sono
disponibili  risultati  univoci.  Cio'  e'  verosimilmente  dovuto  a
differenti  situazioni  di  esposizione studiate e a problematiche di
tipo metodologico.
I  dati  di  mortalita'  per  tumore,  nei   lavoratori   esposti   a
chemioterapici  antiblastici,  sono  ancora  oggi  insufficienti  per
valutare un eventuale aumento del rischio di sviluppare  neoplasie  a
causa dell'esposizione.
2.  Valutazione della esposizione
Lñassorbimento  dei  chemioterapici  antiblastici  puo'  avvenire per
inalazione o attraverso la cute e le mucose quando  si  verifichi  un
contatto  prolungato  direttamente  con  i farmaci o con superfici ed
indumenti da lavoro contaminati.
Le procedure di  monitoraggio  ambientale  e  biologico  abitualmente
utilizzate per quantificare l'esposizione risultano pero', per quanto
riguarda  la  manipolazione  dei  farmaci antiblastici, difficilmente
applicabili per i seguenti motivi:
-  campionamento ambientale (misurazione su campioni  di  aria)  poco
    significativo a causa della particolare attivita' lavorativa;
-   misure di contaminazione superficiale insufficienti per una stima
    dell'esposizione, anche se molto  utili  per  la  verifica  della
    qualita' delle procedure e dei mezzi di sicurezza;
-    misure  su  matrici biologiche (urine, sangue) difficili a causa
    della  scarsa  sensibilita',  degli  strumenti   analitici   alle
    bassissime   dosi  comunemente  assorbibili  durante  le  normali
    attivita' lavorative;
-  tecniche analitiche non ancora definitivamente validate;
-  elevato costo delle misurazioni.
La valutazione dell'esposizione e' affidata  pertanto  alla  raccolta
(effettuata   attraverso   sopralluoghi   conoscitivi  da  parte  del
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione  e  del  Medico
Competente) ed elaborazione di informazioni relative a:
-    modalita'  operative  (caratteristiche  delle  lavorazioni, loro
    durata e frequenza);
-     carichi  di  lavoro  (quantitativi   utilizzati   dal   singolo
    lavoratore);
-  presidi preventivi ambientali e personali;
-  condizioni  igieniche  dei  locali  adibiti  alla  preparazione  e
   somministrazione dei farmaci.
La valutazione dell'esposizione, che deve essere effettuata per tutte
le situazioni lavorative in cui si usano chemioterapici antiblastici,
deve prevedere lñimpiego di una  metodologia  standardizzata  per  la
raccolta   delle   informazioni   che   deve   essere  applicata  dal
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione  e  dal  Medico
Competente.    A questo proposito e' auspicabile l'impiego, a livello
nazionale,  di  sistemi  di  rilevazione  tra   foro   confrontabili,
articolati  in  sezioni  dedicate  ad  ambiente, modalita' di lavoro,
personale impiegato, farmaci utilizzati.   Le  informazioni  raccolte
permetteranno  una classificazione delle diverse realta' ed attivita'
lavorative  attraverso  la  elaborazione  di  indici  orientativi  di
esposizione.  Sulla base di questi indici dovranno essere attuate, se
necessarie, misure preventive immediate o avviate ulteriori procedure
per  la  misurazione  dei  chemioterapici  antibiastici  su   matrici
ambientali   e/o  biologiche.    In  considerazione  dell'esposizione
potenziale a miscele di chemioterapici, sono individuati, allo  stato
attuale   delle   conoscenze,   alcuni  farmaci  da  utilizzare  come
indicatori:
-  ciclofosfamide
-  5-fluorouracile
-  composti di coordinazione del platino.
La  scala  di  priorita'  da   seguire   per   la   misurazione   dei
chemioterapici antibiastici e' la seguente:
1. misure su materiale prelevato da superfici;
2. misure su materiale biologico;
3.  misure  atmosferiche  (in  particolare  per  la  messa a punto di
sistemi di aspirazione e ricambio dell'aria).
La scelta dei criteri e dei metodi piu' idonei per tutti  i  tipi  di
valutazione  indicati  dovra'  essere  periodicamente  adeguata  agli
aggiornamenti tecnici e  scientifici  della  Medicina  del  Lavoro  e
dellñIgiene Industriale.
3. Sorveglianza sanitaria
La   sorveglianza   sanitaria   deve   tenere  conto  che  i  farmaci
antiblastici, in particolare gli  agenti  alchilanti,  sono  composti
citotossici  potenzialmente  cancerogeni  e  possono  causare effetti
negativi sulla riproduzione in  soggetti  professionalmente  esposti.
Sono stati inoltre descritti effetti irritativi ed allergici a carico
detta  cute,  delle  mucose  oculari  e  dell'apparato  respiratorio,
perdita di capelli e peli, nausea, cefalea, vertigini, epatopatie  ad
impronta  citolitica.  Non  sono  attualmente  disponibili  test  per
verificare condizioni di  ipersuscettibilita'  ed  effetti  biologici
precoci a livello individuale.
Situazioni di suscettibilita' individuale
Esistono   situazioni   fisiologiche   e   patologiche,  congenite  o
acquisite,  che  potrebbero  costituire  condizioni  di   particolare
suscettibilita'  o  che  potrebbero essere aggravate dall'esposizione
professionale  ad  antiblastici  e   che   pertanto   devono   essere
attentamente   valutate   sia  in  fase  di  accertamenti  preventivi
(preesposizione)   che    di    accertamenti    periodici    (durante
l'esposizione).
Sono   da   considerare   con   particolare  attenzione  le  seguenti
situazioni:
- gravidanza ed allattamento (vedi allegato I);
- talassemie, emoglobinopatie, carenza da G6PD eritrocitaria;
- anemie, leucopenie e piastrinopenie di ogni origine;
- immunodeficienze congenite o acquisite;
- alterazioni della'funzionalita' epatica o renale;
- pregressa esposizione professionale a  radiazioni  ionizzanti  o  a
   sostanze cancerogene;
-  precedenti  terapie  capaci  di  indurre  ipoplasia  midollare, in
   particolare trattamenti con farmaci antiblastici o con  radiazioni
   ionizzanti;
-  condizione di atopia, sia perche' alcuni farmaci antiblastici sono
   potenzialmente allergizzanti, sia per la necessita' di  utilizzare
   guanti.
Sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria si basa sulle seguenti indagini:
- anamnesi fisiologica
- anamnesi patologica remota e prossima
- anamnesi lavorativa
-  esame  obiettivo,  con  particolare valutazione della cute e degli
   annessi.
- esame emocromocitometrico con formula leucocitaria, conteggio delle
   piastrine, e reticolociti
- esame urine
- test di funzionalita' epatica e renale.
Ulteriori accertamenti potranno essere previsti sulla base  dei  dati
clinici.  Studi citogenetici a livello individuale, in particolare la
determinazione   della   frequenza  di  aberrazioni  cromosomiche  in
linfociti   periferici,   sono   proponibili   solo   in   situazioni
eccezionali:
-  abnorme  assorbimento di farmaci antiblastici a causa di incidente
   lavorativo;
- patologia ematologica o cutanea di sospetta  origine  professionale
   da manipolazione di farmaci antiblastici.
In  questi  casi  e' necessario procedere alla sorveglianza sanitaria
immediata.
La  frequenza  delle  visite  deve  essere  stabilita   in   funzione
dell'entita'   dell'esposizione   e   di   norma  non  deve  comunque
trascorrere un periodo superiore all'anno.
 .fo on
Giudizio di idoneita' alla mansione specifica
Quando il lavoratore presenti una situazione  patologica,  anche  non
connessa  con  l'attivita'  lavorativa, ma che possa essere da questa
aggravata,  si  dovra'  valutare  l'opportunita'   di   disporre   un
allontanamento  temporaneo o definitivo dalla mansione specifica.  La
formulazione del giudizio di idoneita' specifica  non  puo'  comunque
prescindere dalla valutazione della esposizione.
4. Misure di prevenzione
E   necessario  che'  l'esposizione  professionale  a  chemioterapici
antiblastici sia mantenuta  entro  i  livelli  piu'  bassi  possibile
(principio  "ALARA",  as  low as reasonably achievable, utilizzato in
passato nei confronti delle radiazioni ionizzanti).
4.1 Sorgenti di esposizione
Negli ambienti di lavoro l'assorbimento puo' avvenire  principalmente
per  via  inalatoria  o  percutanea.  Le  altre  vie  di penetrazione
nell'organismo, come ad esempio per via oculare, dovuta a spruzzi,  e
per  via  digestiva,  dovuta  ad  ingestione di cibi contaminati sono
occasionali e dovute  ad  incidenti.  L'esposizione  professionale  a
questi  farmaci puo' coinvolgere differenti categorie di lavoratori e
puo' verificarsi durante le diverse fasi della manipolazione.
4.1.1 Immagazzinamento
Le confezioni di farmaci non integre  possono  provocare  esposizione
degli  operatori addetti al ricevimento e allo stoccaggio in farmacia
e nei reparti oncologici.
4.1.2 Preparazione
Molti farmaci devono essere manipolati prima  della  somministrazione
al  paziente; il rischio di formazione di aerosoli per nebulizzazione
e di spandimenti durante la fase di preparazione e' molto elevato.
L'inquinamento  atmosferico  si verifica infatti maggiormente durante
le fasi di:
- apertura della fiala
- estrazione dell'ago dal flacone
-  trasferimento  del  farmaco  dal  flacone  alla  siringa  o   alla
   fleboclisi
- espulsione di aria dalla siringa per il dosaggio del farmaco.
4.1.3 Somministrazione
Il  contatto  cutaneo  si puo' verificare soprattutto nel corso delle
operazioni di somministrazione a causa di  stravasi  di  liquido  dai
deflussori, dai flaconi e dalle connessioni.
4.1.4 Smaltimento
Un'esposizione  professionale a queste sostanze puo' avvenire durante
le  operazioni  di  smaltimento.  Devono   essere   considerati   con
particolare attenzione:
-   materiali   residui   utilizzati   nella   preparazione  e  nella
   somministrazione
- mezzi protettivi individuali
- filtri delle cappe dopo la rimozione
- letterecci contaminati dagli  escreti  dei  pazienti  sottoposti  a
   trattamento
-  urine  dei  pazienti  trattati  (che possono essere anche causa di
   inquinamento  ambientale  per  la   contaminazione   nel   sistema
   fognario)
- eventuale nebulizzazione prodotta dal risciacquo dei servizi.
4.1.5 Manutenzione delle cappe
L'esposizione professionale puo' verificarsi durante la pulizia delle
cappe e la rimozione dei filtri.
4.2 Centralizzazione delle strutture e delle attivita'
Il  potenziale  assorbimento dovuto alla esposizione a chemioterapici
antiblastici puo' essere sensibilmente ridotto  adottando  specifiche
misure  preventive  che riguardano in particolare la centralizzazione
delle strutture e delle attivita'.
4.2.1 Centralizzazione delle strutture
Al   fine di garantire  un  adeguato  sistema  di  protezione  per  i
soggetti   che  impiegano  professionalmente  queste  sostanze  negli
ambienti sanitari, e' opportuno prevedere  la  istituzione  di    una
specifica  "Unita'  Farmaci  Antitumorali" ai cui componenti affidare
l'intero ciclo lavorativo: preparazione, trasporto, somministrazione,
smaltimento, eliminazione  degli  escreti  contaminati,  manutenzione
degli impianti.
L'Unita' Farmaci Antitumorali deve essere:
-  CENTRALIZZATA:  per  impedire  lo  svolgimento senza controllo di'
   attivita' a rischio, realizzando nel contempo un non  trascurabile
   risparmio economico.
- ISOLATA: in modo che, anche strutturalmente, risulti circoscritta e
   ben identificabile rispetto al restante ambiente sanitario.
-  CHIUSA: per cui i materiali utilizzati nella manipolazione possano
   essere  depositati  in  un  unico  luogo,  dal  quale  si  possano
   recuperare  con.  la  garanzia di un rapido e totale smaltimento e
   del soddisfacimento dei criteri di  prevenzione  e  di  protezione
   ambientale.
-  PROTETTA:  per  consentire  l'accesso  al solo personale sanitario
   autorizzato.
- SEGNALATA: con appositi segnati di rischio.
4.2.2 Centralizzazione delle attivita'
Il  personale  dell'Unita'   Farmaci   Antitumorali   dovra'   essere
specificamente  formato:  Medici  preferibilmente  Oncologi  Medici o
Ematologi,  Farmacisti,  Infermieri,  Tecnici  di   Farmacia   o   di
Laboratorio,  Ausiliari,  Manutentori  delle  cappe  e  Addetti  alle
Pulizie.  Dovra'  essere  opportunamente  munito  di  cartellino   di
identificazione  recante  il  simbolo di sicurezza. Sara' in tal modo
soddisfatto il criterio di protezione dei  lavoratori  che  non  sono
specificamente addetti a queste attivita'.  Tutto il personale dovra'
partecipare  ad  attivita' periodiche di formazione ed informazione e
dovra' essere sottoposto a programmi di sorveglianza sanitaria.
4.3 Caratteristiche dei locali
I locali adibiti a immagazzinamento, preparazione e  somministrazione
devono  rispondere  in  generale  a quanto previsto dal Titolo II del
D.Lgs. 626/94.
4.3.1 Immagazzinamento
I   locali   specificamente   destinati   all'immagazzinamento    dei
chemioterapici antiblastici devono avere:
- idonei sistemi di aerazione
- pavimenti in materiale plastico facilmente lavabile.
4.3.2 Preparazione
I  locali riservati alla preparazione dei chemioterapici antiblastici
devono  essere  dotati  di  pavimento  e  pareti  rivestite  fino  ad
opportune  altezze  da  materiale  plastico  facilmente  lavabile (ad
esempio PVC elettrosaldato munito di sguscio agli angoli)
E' opportuno poter disporre di una stanza filtro al fine di mantenere
maggiormente isolato il locale di preparazione dagli altri locali.
Le porte di  accesso  dovrebbero  essere  del  tipo  a  battente  con
apertura verso lñesterno.
Il  locale  deve  inoltre  essere  protetto  da turbolenze d'aria che
potrebbero vanificare le misure di sicurezza.
All'interno  della  stanza  deve  essere  previsto   un   "punto   di
decontaminazione"  costitituito  da  un  lavandino  a  pedale e da un
lavaocchi di sicurezza. La soluzione ideale sarebbe un apposito box o
servizio con accesso alla stanza.
E' preferibile un sistema di condizionamento  separato  dall'impianto
centralizzato.  In  caso  di condizionamento centralizzato, la stanza
dovrebbe essere munita  di  sistema  di  esclusione  a  pulsante  del
condizionarnento   stesso   da   azionare   in  caso  di  accidentali
spandimenti di farmaci allo stato di polveri. La velocita'  dell'aria
immessa  dall'impianto  non  dovrebbe superare 0.15 m/sec e i ricambi
d'aria nel locale non dovrebbero essere inferiori ai 6 vol.  di  aria
primaria per ora.
Nella  stanza  e'  opportuno  installare  un  pulsante  per i casi di
emergenza e predisporre un sistema viva voce evitando la presenza  di
un telefono tradizionale.
All'interno della stanza filtro o del locale in cui si opera dovranno
essere  conservati  i  mezzi  protettivi  individuali  e  i  mezzi di
sicurezza da impiegare in caso di spandimenti accidentali  (maschere,
camici  monouso,  soluzione  di  ipoclorito  di  sodio  al 10% per la
neutralizzazione chimica):
La  soluzione  ottimale  e' rappresentata da un sistema con labirinto
obbligato di docce ed ambiente filtro per gli  indumenti  da  lavoro.
Tuttavia  puo'  essere  sufficiente  la presenza di una doccia per le
emergenze.
4.3.3 Somministrazione
I  locali  in  cui  avviene  la  somministrazione  di  chemioterapici
antiblastici devono avere:
- idonei sistemi di aerazione
- pavimenti in materiale plastico facilmente lavabile
- un idoneo lavabo.
4.4 Sistemi di prevenzione ambientale
4.4.1 Cappe
La  preparazione dei chemioterapici antiblastici deve essere eseguita
sotto cappe posizionate lontano da fonti di  calore  e  da  eventuali
correnti  d'aria.  La  cappa  consigliata e' quella a flusso laminare
verticale di  classe  II,  nella  quale  il  flusso  d'aria,  diretto
dall'atto verso il basso, stabilisce una barriera fra lñinterno della
cappa  e  l'operatore.  Questo  tipo  di cappa, integrata da appositi
filtri  ad  alta  efficienza,  deve  essere  dotata  di  sistemi   di
espulsione  all'esterno  dell'aria  filtrata,  anche per garantire il
mantenimento di un piano di lavoro asettico e una  protezione  sicura
per  il  personale.    Sono  da  evitare  le  cappe a flusso laminare
orizzontale, che garantiscono l'asetticita',  ma  non  la  protezione
dell'operatore.  E' opportuno procedere ad un controllo periodico del
corretto funzionamento delle cappe a flusso laminare .  Nei tempi  di
attuazione  delle  presenti  linee  guida,  in  via transitoria, puo'
essere utilizzata laddove gia' esistente, una cappa chimica, anche se
va tenuto presente che, a differenza della cappa a  flusso  laminare,
non  garantisce  la  necessaria  sterilita'  dei  preparati. La cappa
chimica dovra' essere dotata di un ripiano a bordi rialzati, in  modo
da  impedire  eventuali  versamenti verso l'esterno, dovra' avere uno
scarico esterno dell'aria ed essere dotata di filtro a carbone attivo
e prefiltro meccanico da sostituire, generalmente, dopo 1000  ore  di
attivita'.  A  tale  scopo  e'  raccomandata  l'installazione  di  un
contatore per valutare il carico di lavoro  dell'apparecchiatura.  La
cappa  chimica  dovra' avere una velocitañ frontale di aspirazione di
almeno 0.5 m/sec. Le dimensioni delle cappe non devono essere  troppo
limitate,  ne'  troppo  ampi  e  in  modo  da  controllare  eventuali
turbolenze ed evitare che sotto di esse vengano accumulati  materiali
non strettamente necessari per la lavorazione.  Sono consigliabili le
seguenti  dimensioni:  larghezza compresa fra 60 e 120 cm, volume non
superiore a 0.5 metri cubi. La cappa dovra' inoltre essere dotata  di
una  lampada  UV da utilizzare sia per garantire un ambiente sterile,
sia quale  sistema  di  degradazione  molecolare  dei  chemioterapici
antibiastici in caso di residui accidentali in quanto molti di questi
farmaci  sono fotosensibili Vanno in ogni caso rispettate le norme di
buona tecnica relative all'uso delle cappe.
4.5 Mezzi protettivi individuali
E'  indispensabile  durante  la   manipolazione   di   chemioterapici
antiblastici   indossare  i  seguenti  mezzi  protettivi  individuali
monouso.
4.5.1 Guanti
Non esistono guanti capaci di garantire una impermeabilita'  assoluta
a  tutti  i  farmaci  ed  una  lunga  resistenza nel tempo.   L'unica
raccomandazione significativa e' quella di usare un  doppio  paio  di
guanti,  cambiarli  al  massimo  dopo  30  minuti  e fare un adeguato
lavaggio  delle  mani  ad  ogni ricambio.   Vanno preferiti guanti in
latice di tipo chirurgico  durante  le  mansioni  che  richiedono  il
rispetto   di  condizioni  di  sterilita',  e  guanti  in  latice  da
laboratorio per altre attivita'. Deve essere evitato l'uso di  guanti
contenenti  polvere  lubrificante,  i  cui residui sulle mani possono
favorire  l'assorbimento  dei  chemioterapici  antiblastici.     Sono
sconsigliati,  ad eccezione che per l'uso di metotrexate, i guanti in
PVC, che presentano l'inconveniente di una  scarsa  elasticita'.  Per
carmustina   e   tioTEPA,   che  presentano  alto  Êcoefficiente  di'
permeabilitañ¾ e' preferibile l'uso del doppio paio  di  guanti.    I
guanti  in  latice  da laboratorio vengono facilmente penetrati anche
dalla dauno e doxorubicina.
4.5.2 Camici
Si consiglia l'utilizzo  di  camici  monouso  di  tipo  chirurgico  a
maniche  lunghe  con polsino a manicotto di elastico o maglia in modo
da permettere che i guanti aderiscano sopra il  camice  stesso.    Il
camice  deve  essere in T.N.T. (tessuto non tessuto) e non di stoffa.
I camici da usare durante la preparazione  devono  essere  muniti  di
rinforzo  davanti  e  sugli  avambracci.  I  rinforzi non sono invece
necessari per le operazioni di somministrazione.
4.5.3 Maschere, cuffie ed occhiali protettivi
Eñ consigliabile l'uso di maschere a  conchiglia,  appartenenti  alla
classe di protezione FFP2S, con omologazione secondo la nonna europea
EN  149,  conformi  alla Direttiva CEE 686«86 recepita dal D.Lgs. 475
del 4-12-1992.  Le  maschere  di  tipo  chirurgico  non  garantiscono
infatti una sufficiente protezione. Gli occhiali devono essere dotati
di  protezione  laterale.  Maschere  e  occhiali  non  sono necessari
durante il lavoro sotto cappa a  flusso  laminare  verticale.  Cuffie
monouso  in  TNT devono essere utilizzate per proteggere i capelli da
possibili contaminazioni
4.6 Tecniche di lavoro
Allo scopo di ridurre l'esposizione a chemioterapici  antiblastici  a
livelli minimi e' necessario che gli operatori adottino comportamenti
preventivi prestabiliti, durante le varie fasi della manipolazione.
4.6.1 Operazioni di preparazione dei farmaci
a)   I   mezzi   protettivi   individuali  vanno  indossati  e  tolti
   possibilmente in un ambiente filtro attiguo  al  locale  riservato
   alla preparazione.
b)  Non  e'  consentito  bere, mangiare, fumare, truccarsi, masticare
   chewing-gum durante le  operazioni  di  manipolazione  e  comunque
   allñinterno dei locali.
c)  Il  piano  di lavoro va lavato all'inizio e al termine del lavoro
   con ipoclorito di sodio al 5%  o  altro  prodotto  idoneo  tenendo
   conto  dei  tipo  di  materiale  di  cui e' costituito il piano di
   lavoro.
d) Tutto l'occorrente per la preparazione  va  posizionato  sotto  la
   cappa prima di iniziare il lavoro e le operazioni di manipolazione
   vanno effettuate al centro della cappa.
e)    Nella  ricostituzione  dei  farmaci  liofilizzati,  per evitare
   spandimenti e nebulizzazioni, e' opportuno utilizzare siringhe con
   attacco Luer Lock. In  alternativa,  puo'  essere  utilizzata  una
   siringa  con  ago  da  insulina  priva  di stantuffo per creare un
   sistema a valvola che permetta l'equilibrio fra pressione  interna
   ed  esterna  al flacone ed impedisca la nebulizzazione del farmaco
   al momento dell'estrazione dell'ago della siringa. Ove disponibili
   sono consigliabili  altri  dispositivi  quali  ad  esempio  filtri
   idrofobici ed equalizzatori di pressione a camera di espansione.
f)  Nella preparazione dei farmaci, gia' contenuti in forma di soluti
   nelle fiale, la  manovra  di  apertura  delle  fiale  deve  essere
   attuata  dopo  aver  verificato  che non sia rimasto liquido nella
   parte superiore e avvolgendo il collo della fiala  con  una  garza
   sterile.  L'apertura  delle  fiale  deve  essere  attuata mediante
   movimenti delle mani rivolti verso l'esterno.
g) Nelle manovre di espulsione dell'aria dalla siringa e dosaggio del
   farmaco, l'ago va protetto con  garza  sterile,  onde  evitare  la
   contaminazione  dell'operatore in caso di fuoriuscita del farmaco.
   Il  farmaco  dosato  va  introdotto  nel  flacone  da   fleboclisi
   perforando la parte centrale della membrana del tappo. Nel muovere
   la  siringa  dal  flacone,  il  punto  di  fuoriuscita dell'ago va
   protetto con una garza onde evitare spandimenti.
h)  Il  deflussore  va  riempito  previamente   con   una   soluzione
   compatibile   con   il   farmaco.  Il  tubo  di  collegamento  del
   deflussore, una volta applicato  al  flacone  per  fleboclisi,  va
   protetto  con una garza sterile all'estremita' a valle, chiusa con
   dispositivo Luer Lock, onde evitare la fuoriuscita del farmaco.
4.6.2 Trasporto dei farmaci preparati
Il trasporto dei farmaci preparati deve essere effettuato su vassoi a
bordi rialzati. Per tragitti lunghi i contenitori, sia  siringhe  che
flaconi  per  fleboclisi,  dovranno  essere  immessi  in recipienti a
tenuta  che  permettano  di  controllare  eventuali  fuoriuscite   di
citostatico in caso di cadute o versamenti accidentali.
4.6.3 Operazioni di somministrazione dei farmaci
Nella  somministrazione per via endovenosa, occorre posizionare sotto
il braccio del paziente un telino monouso  impermeabile  nella  parte
inferiore  per  evitare spandimenti sulle superfici o sui letterecci.
La eventuale addizione di chemioterapici antiblastici deve,  avvenire
tramite  deflussore  dotato  di un raccordo ad "Y¾ posizionando garze
sterili attorno al raccordo stesso.  Nella somministrazione  per  via
orale,   estrarre   le  compresse  dal  flacone  facendole  scivolare
direttamente in un contenitore destinato al paziente. Se le compresse
sono  contenute  in  blister,  la  compressione  dell'involucro   per
estrarre  la  capsula  va  fatta  direttamente nel contenitore per il
paziente.
4.6.4 Operazioni di manutenzione delle cappe e pulizia dei locali
Il locale al momento della sostituzione  dei  filtri,  dovra'  essere
completamente  isolato e, se possibile, il sistema di condizionamento
dovra' essere spento. L'addetto dovra' essere dotato di tuta  monouso
con  cappuccio  in  T.N.T.,  maschera  facciale  a  cartuccia  o  con
aspirazione forzata di aria filtrata su carbone, guanti,  soprascarpe
monouso.  Il  filtro che dovra' essere montato, possibilmente in modo
da permettere nella rimozione la tecnica del Bag-Out, verra' messo in
sicurezza con un  sistema  a  doppio  sacco  chiuso  ermeticamente  e
inviato  a  smaltimento.   Guanti, soprascarpe e tute saranno chiusi,
all'interno  della  stanza,  in  apposito  sacco   e   inviati   allo
smaltimento.  Terminata  l'operazione  potra'  essere  riattivato  il
sistema di condizionamento e la  stanza  dovra'  restare  chiusa  per
almeno  30  minuti  in  modo da garantire un efficace ricambio d'aria
nell'ambiente.    La  pulizia  deve  essere a umido, deve partire dal
luogo meno contaminato a quello piu' contaminato.  Si  raccomanda  di
usare  detergenti  a  pH elevato (sapone di Marsiglia e ipociorito di
sodio).  Gli accessori e il materiale per la  pulizia  devono  essere
utilizzati  solo  nei  locali di manipolazione.  Il personale addetto
alle pulizie dei locali adibiti a trattamento e  preparazione  e  dei
servizi  igienici  utilizzati  dai  pazienti  trattati  dovra'  avere
un'adeguata preparazione; dovra' inoltre  essere  dotato  di  guanti,
maschera  del  tipo  FFP2S(  norma  CEE EN 49) durante la pulizia dei
servizi igienici e calzari monouso.
4.6.5 Contaminazioni accidentali
Ogni contaminazione  accidentale  deve  essere  segnalata  al  Medico
Competente,  al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione
e alla Direzione Sanitaria.  In  caso  di  contatto  accidentale  del
farmaco  con la cute l'operatore dovra' lavare accuratamente la parte
contaminata, utilizzando abbondante  acqua  e  sapone,  eventualmente
applicando  antidoti,  quindi  consultare  un  medico.    In  caso di
contaminazione degli occhi e' necessario  lavarli  accuratamente  per
almeno   15   minuti  con  acqua  o  soluzione  fisiologica  mediante
l'utilizzo degli appositi dispositivi lavaocchi.
4.7 Smaltimento
Tutti i materiali  residui  dalle  operazioni  di  manipolazione  dei
chemioterapici  antiblastici  (mezzi  protettivi individuali monouso,
telini assorbenti monouso, bacinelle, garze, cotone, fiale,  flaconi,
siringhe,  deflussori,  raccordi)  devono  essere considerati rifiuti
speciali ospedalieri.  Quasi tutti i chemioterapici antibiastici sono
sensibili  al  processo  di  termoossidazione  (incenerimento),  per-
temperature   intorno  ai  1.000/1200  C.  La  termoossidazione,  pur
distruggendo la molecola principale  della  sostanza,  puo'  comunque
dare  origine  a  derivati  di  combustione  che conservano attivita'
mutagena.  E'pertanto  preferibile  effettuare  un   trattamento   di
inattivazione  chimica prima di inviare il prodotto ad incenerimento.
Poiche' il personale nelle  unita'  ospedaliere  non  e'  normalmente
preparato   ad   effettuare   e  controllare  reazioni  chimiche,  e'
preferibile utilizzare a tale scopo prodotti di  semplice  impiego  e
con  bassa reattivita'. Si consiglia percio' l'utilizzo di ipoclorito
di sodio (vedi 4.6.1 lettera c) che entro  24  ore  e'  in  grado  di
determinare  una buona inattivazione di gran parte dei chemioterapici
antiblastici.   Le urine dei  pazienti  sottoposti  ad  instillazioni
endovescicali  dovrebbero  essere inattivate prima dello smaltimento,
in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo.    I
filtri  delle  cappe,  dopo  la  rimozione,  devono essere riposti in
sistemi  a  doppio  involucro,   considerati   come   tossico-nocivi,
sottoposti ad inattivazione e quindi smaltiti.
4.8 Misure transitorie
L'istituzione    della  Unita'  Farmaci  Antitumorali  e le misure di
prevenzione  descritte  rappresentano  l'obiettivo  che  le   Aziende
Sanitarie  dovranno raggiungere per poter effettuare in condizioni di
sicurezza il trattamento di  pazienti  affetti  da  tumore.  I  tempi
necessari  per  l'attuazione  dovranno  essere  ridotti al minimo. Le
misure previste dovranno essere attuate comunque entro tre anni dalla
data di pubblicazione  delle  presenti  Linee  guida  sulla  Gazzetta
Ufficiale.   In   questo   periodo  dovra'  essere  intensificata  la
protezione individuale dei lavoratori e l'organizzazione  del  lavoro
dovra'  limitare  il  piu'  possibile  l'esposizione.  In particolare
dovranno essere identificate figure  professionali  cui  affidare  la
responsabilita'   della   gestione   clinica  e  delle  procedure  di
preparazione. Dovranno altresi' essere individuati locali da  adibire
esclusivamente  a  questo  tipo  di  attivita'  che  dovranno  essere
sottoposti ad accurate decontaminazioni e  pulizia  con  periodicita'
ravvicinata  in  funzione  del  loro  utilizzo. Apposite segnalazioni
dovranno permettere l'identificazione  di  questi  locali,  ai  quali
potra'   accedere   solo   il   personale  specificamente  addetto  e
adeguatamente informato.   Queste precauzioni  non  possono  comunque
considerarsi   a   lungo   termine   sostitutive   dei  provvedimenti
strutturali indicati.
4.9 Conclusioni
Al fine di ottemperare  a  quanto  disposto  dal  D.Lgs.  626«94,  le
Aziende  Sanitarie  dovranno assicurare quanto esposto nei precedenti
capitoli ed in particolare:
1. predisposizione di adeguati  locali  per  la  manipolazione  e  la
   fornitura dei mezzi protettivi ambientali e personali;
2. identificazione del personale professionalmente esposto;
3.  preparazione  di  un  regolamento  che  dovra'  far  parte  della
   normativa  in  tema  di  tutela  della  salute   dei   lavoratori,
   predisposto dal Direttore Generale, che deve comprendere procedure
   da  affiggere  nei locali in cui viene effettuata la manipolazione
   dei chemioterapici antiblastici;
4. programmazione di attivita' di formazione ed informazione, con uso
   di manuali in cui siano codificate in maniera chiara e precisa  le
   procedure da adottare;
5.  nomina  del  Medico Competente e del Responsabile del Servizio di
   Prevenzione e Protezione, cui demandare la valutazione del rischio
   ed i programmi di sorveglianza sanitaria;
6. istituzione di un registro degli esposti.
I  lavoratori  destinati  alla   manipolazione   dei   chemioterapici
antiblastici  avranno  l'obbligo  della  osservanza  scrupolosa delle
raccomandazioni sopra formulate e della partecipazione  ai  programmi
di educazione e sorveglianza sanitaria.
5. Informazione e formazione del personale
Per  ottenere  elevati  standard  di  sicurezza  e prevenzione per il
personale esposto a chemioterapici antiblastici e' necessario  che  i
lavoratori  esposti  siano  adeguatamente informati sui rischi, sulle
corrette modalita' di manipolazione dei farmaci  antibiastici  e  dei
materiali  contaminati,  sull'uso  delle  cappe, dei mezzi protettivi
individuali, sul significato  del  monitoraggio  ambientale  e  della
sorveglianza  sanitaria.  Adeguati  programmi  di  formazione  devono
essere attuati prima  dell'inizio  delle  attivita'  che  determinano
l'esposizione  e  con  successiva  periodicita',  con  verifica dell'
apprendimento.  Il D.Lgs. 626/94 (art. 21 e 22)  introduce  l'obbligo
dell'informazione e della formazione dei lavoratori che rientra tra i
compiti  del  Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e
del Medico Competente.  Si evidenzia pertanto la necessita' di dotare
gli operatori sanitari di strumenti informativi e formativi adeguati,
al fine di creare una coscienza responsabile dei rischi negli addetti
alla manipolazione di farmaci antiblastici.
Informazione
Destinatari
Medici,  Farmacisti Ospedalieri, infermieri, Tecnici di farmacia o di
laboratorio e  Personale  Ausiliario  coinvolti  nella  preparazione,
somministrazione  e smaltimento di farmaci antiblastici o che operano
in ambienti dove esiste rischio di contaminazione diretta o indiretta
(contatto   accidentale   con   residui    della    preparazione    e
somministrazione,   presenti   nell'ambiente  di  lavoro).  La  prima
attivita' informativa verra' svolta all'assunzione o in occasione del
trasferimento in reparti che operino con farmaci antiblastici.
Informatori
- Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione
- Medico Competente
- Altri
Strumenti
- seminario informativo della durata di almeno 4 ore rivolto a  tutte
   le  tipologie  di  operatori  da  condurre  a  numero  chiuso ed a
   frequenza mensile fino ad esaurimento della  domanda,  quindi  con
   cadenza semestrale o annuale,
-   distribuzione   di   documentazione  contenente  le  informazioni
   esistenti su cancerogenicita',  teratogenicita',  altri  eventuali
   rischi, possibilita' e modalita' di assorbimento accidentale;
- elenco dei possibili interventi di decontaminazione;
-  aggiornamento quinquennale o in caso di importanti novita', sia in
   termini di nuovi farmaci che di nuovi sistemi di somministrazione,
   come previsto dall'art66, comma 3, del D. Lgs. 626/94;
- distribuzione di documentazione contenente  le  nonne  vigenti  che
   devono essere obbligatoriamente seguite da parte del personale;
- verifica del grado di apprendimento mediante questionario.
Formazione
Destinatari
Medici,  Farmacisti Ospedalieri, Infermieri, Tecnici di Farmacia o di
Laboratorio e  Personale  Ausiliario  coinvolti  nella  preparazione,
somministrazione  e smaltimento di farmaci antiblastici o che operano
in ambienti dove esiste rischio di contaminazione diretta o indiretta
(contatto   accidentale   con   residui    della    preparazione    e
somministrazione, presenti nell'ambiente di lavoro).
Docenti
- Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione
- Medico Competente
- Oncologo Medico
- Farmacista Ospedaliero
- Infermiere Dirigente
Strumenti
Corso  di formazione articolato in 3 fasi, ciascuna della durata di 4
ore:
A) didattica formale
B) parte teorica comprendente l'elenco delle procedure da seguire
C) prova pratica, sotto la guida di personale gia' esperto e/o di  un
formatore per piccoli gruppi, con uso di audiovisivi.
-   Manuale   pratico  redatto  a  cura  dei  formatori,  per  rapida
   consultazione e per orientamento sui diversi temi.
L'intero corso puo' essere eseguito in 3 giornate,  ma  deve  esserne
prevista  la  ripetizione nel caso in cui i docenti non ritengano gli
operatori adeguatamente formati.
Il   corso   deve   essere   seguito  da  tutti  gli  operatori,  per
aggiornamento, a scadenza quinquennale o alla comparsa di  importanti
novita',  sia  in  termini  di  nuovi farmaci che di nuovi sistemi di
somministrazione, come previsto dall'art. 66, comma  3,  del  D  lgs.
626/94.
Contenuti
Parte teorica-
A) aspetti legislativi
B) tossicita' dei farmaci
C) manipolazione: prevenzione della contaminazione
D) interventi di decontaminazione
E)  corretto smaltimento Parte pratica: verifica in ambiente simulato
   dell'apprendimento  relativo  ai  punti  C   e   D.   Audiovisivi:
   dimostrazioni sui punti C-D-E.
Corsi di formazione dei formatori
Sedi
ISPESL, Istituto Superiore di Sanita'
Istituti  Universitari di Medicina del Lavoro e di Oncologia Regioni,
Istituti  di  Ricovero  e  Cura  a  Carattere  Scientifico,   Aziende
Ospedaliere, Aziende Sanitarie Locali.
Programma
A)  Parte  teorica comprendente l'elenco delle procedure da seguire e
la motivazione delle stesse;
B) prova pratica sotto la guida di  personale  gia'  esperto.  Gruppi
limitati di discenti, eventualmente con audiovisivi;
C) modalita' di trasmissione dell'informazione;
D)  valutazione  complessiva  del  grado  di  apprendimento  mediante
questionario e colloquio.
     Contenuti
     Parte teorica:
     1. aspetti legislativi
     2. valutazione dell'esposizione
     3. tossicita' dei farmaci e meccanismi di cancerogenesi
     4. manipolazione: prevenzione della contaminazione
     5. interventi di decontaminazione
     6. corretto smaltimento.
     Parte pratica:
     - verifica in ambiente simulato dell'apprendimento  relativo  ai
        punti 3, 4, 5;
     -  verifica  della  capacita'  di trasmissione dell'informazione
        mediante lezioni simulate.
6. Raccomandazioni
Sviluppo di tecniche di prelievo e analisi, individuazione di  centri
di   riferimento   e   laboratori  certificati.     Il  dosaggio  dei
chemioterapici   nelle   matrici   ambientali   e   biologiche,    la
determinazione  degli  addotti  alle  proteine e agli acidi nucleici,
l'effettuazione di test citogenetici, pongono ancora oggi  importanti
problemi  in ordine a sensibilita', specificita', accuratezza. Da qui
l'esigenza di individuare alcuni Centri di Riferimento Nazionali che,
per specifiche tecniche analitiche o per tipo di esame, garantiscano:
- di strumenti e tecniche di riferimento;
- individuazione, messa a punto, validazione dei metodi;
- orientamento nella scelta dei metodi;
- promozione della qualita' analitica.
Tali  Centri,  se le specifiche condizioni lo consentiranno, potranno
anche  garantire,  previ  accordi  con  i  richiedenti,  l'esecuzione
diretta  di  specifici  dosaggi  su  gruppi  di  esposti. I Centri di
riferimento potranno essere articolati su piu'  laboratori  fra  loro
collegati  e potranno essere tra loro coordinati a livello nazionale.
LISPESL potra' valutare l'opportunita' di predisporre linee guida per
l'istituzione di una rete dei Centri per garantire,  nei  limiti  del
possibile,  una  omogenea  distribuzione a livello nazionale e la non
sovrapposizione territoriale o per tipo di attivita' svolta.   Esiste
infine la necessita' di collocare i Centri di riferimento nel sistema
di certificazione cosi' come delineato dalla normativa comunitaria.