Allegato A DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DELLA FRAZIONE SCHIERANO DEL COMUNE DI PASSERANO MARMORITO (AT) ai sensi dell'art. 136, comma 1, lettere c) e d) del d.lgs. n. 42/2004 Comune interessato: Passerano Marmorito (AT) 1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela Il paese di Passerano sorge sulle colline del basso Monferrato e comprende le frazioni di Schierano, Primeglio e Marmorito, Comuni storici soppressi e aggregati nel 1929. Nella seconda meta' del XII secolo il Barbarossa, impostosi sui Comuni dell'Italia settentrionale, assegno' i territori di Passerano, Schierano e Primeglio al Marchesato del Monferrato. Nel 1186, grazie all'intervento dell'Imperatore Enrico VI, i territori di Marmorito, Primeglio e Schierano passarono sotto il controllo dei Radicati di Cocconato. Con l'inizio del XIII secolo, Passerano venne aggregato come feudo al dominio dei Conti Radicati, ma la contesa del territorio con il Marchesato del Monferrato prosegui' nei secoli seguenti. Nel 1586 i conti Radicati si sottomisero infine al duca di Savoia Carlo Emanuele. Le trattative che ne seguirono portarono alla nascita della Contea-Provincia di Asti, inglobata nell'organizzazione amministrativa dello Stato sabaudo, della quale entrarono a far parte Passerano, Marmorito, Primeglio e Schierano. Dal XVII secolo l'intero territorio si trovo' in balia dei conflitti di successione per il Marchesato. Gli scontri tra gli eserciti imperiali e spagnoli (con l'appoggio dei duchi di Savoia) contro quello francese devastarono lo stesso castello di Passerano, di origini tardo-medievali, e portarono a una riduzione dei territori della Contea. Le trattative di pace si conclusero con l'accordo di Cherasco del 1631, con cui Mantova e il Monferrato restarono all'erede Gonzaga-Nevers; i duchi di Savoia ottennero un ampliamento del proprio controllo sulle terre della campagna piemontese. Il passaggio tra il XVIII e il XIX secolo fu denso di cambiamenti per la comunita' di Passerano e i suoi dintorni. Dopo la sua caduta, lo Stato sabaudo lascio' il Piemonte nelle mani degli occupanti francesi, i quali gestirono i nuovi territori in modo molto differente, senza pero' abbandonare le tradizioni radicate nell'amministrazione sabauda. Il Comune di Passerano si trovo' a far parte del Dipartimento del Tanaro. Nei primi anni dell'Ottocento il Dipartimento fu soppresso, conducendo alla suddivisione dei suoi territori: Asti e il suo arrondissement furono aggregati al vicino Dipartimento di Marengo. Caduto il regime napoleonico nel 1814, i territori del Comune tornarono sotto il controllo dei Savoia. La frazione di Schierano, nel Comune di Passerano Marmorito, con l'antico borgo e i terreni circostanti, presenta aspetti di interesse poiche' costituisce un insieme con caratteristiche di valore estetico-tradizionale e paesaggistico, con punti di vista accessibili al pubblico dai quali si puo' apprezzare la vista di un ampio panorama che si estende all'orizzonte dalle montagne delle Alpi Pennine, ai crinali collinari, alla pianura sottostante. Il borgo, che si e' sviluppato lungo l'asse collinare, e' significativo per aver conservato l'integrita' d'impianto, contraddistinta dalla presenza di testimonianze di pregio storico-architettonico, quali la torre medioevale, la chiesa barocca di San Grato, la cappella settecentesca di San Sebastiano, e da case a loggiato ed edifici in pietra e mattoni. Il contesto della frazione e delle aree circostanti ha conservato le caratteristiche di integrita' architettonica e di interesse ambientale e naturalistico che contraddistinguono questo territorio dall'antichita'. Non si rilevano fattori di particolare rischio che possano trasformare e pregiudicare l'attuale aspetto paesaggistico dei luoghi. Si segnala tuttavia un progressivo abbandono della viticoltura tradizionale del vitigno storico della Malvasia di Schierano, autoctono della frazione stessa, di cui permangono solo alcune aree. La situazione attuale, rispetto a quella rilevabile da immagini storiche del secolo scorso, denota un progressivo avanzamento delle superfici boscate a scapito di quelle che in precedenza risultavano coltivate a vitigno. Alla torre medioevale e agli edifici religiosi che, nel complesso, costituiscono presenze di elevato valore storico-architettonico, si affiancano edifici di indubbia valenza estetico-tradizionale, degni di attenzione sotto il profilo della salvaguardia e valorizzazione. Si segnala inoltre la presenza di undici piloni votivi, edificati tra il XVIII e il XX secolo, espressione della religiosita' popolare, che potrebbero essere restaurati e uniti fra loro da un percorso «devozionale» inteso a recuperare il significato religioso e umano che rappresentano. L'ambito circostante la frazione e' rappresentato da un territorio che offre vari elementi di interesse paesaggistico e naturalistico, anche caratterizzati dall'area boschiva del rio di Muscandia, dai vitigni storici autoctoni della Malvasia di Schierano che ancora permangono in alcune porzioni dei versanti collinari che contornano la frazione, dagli scorci panoramici godibili da diversi punti di osservazione, dalla presenza di zone umide e di singolarita' geologiche. La valle del rio di Muscandia e' un'incisione stretta e profonda, poco intaccata dal disturbo antropico, con versanti fortemente acclivi a fitta copertura boschiva, che denota un rilevante quadro naturale, con anfratti, impluvi, forre e meandri, avente carattere di singolarita' poiche' la superficie forestale include lembi relitti di antichi boschi igrofili e mesofili di pregio naturalistico. Il paesaggio agrario odierno presenta una graduale modificazione rispetto alle connotazioni che lo definivano in passato, quando la coltivazione a vigneto rappresentava la coltura maggiormente significativa e diffusa, tanto da fornire la denominazione al vitigno autoctono della Malvasia di Schierano. Attualmente il vigneto e' ridotto a poche superfici che ancora persistono all'avanzare del bosco. Di particolare suggestione l'area della collina denominata «Mondo», luogo situato in posizione predominante, in prossimita' del cimitero di Schierano, fortemente identitario per la popolazione locale. La frazione di Schierano e il contesto circostante sono costituiti da elementi che, pur non presentandosi come eccezionalita' esclusive, compongono un insieme di caratteristiche identificative che contribuiscono ad accrescerne le qualita' intrinseche. Il valore di tale paesaggio e' particolarmente percepito dagli abitanti del luogo, nella vita quotidiana, come bene da salvaguardare nelle sue espressioni significative o caratteristiche, determinate dalla compresenza di aspetti naturali e umani e dalla loro interrelazione. Attualmente, il territorio di Schierano risulta parzialmente sottoposto a tutela paesaggistica ai sensi dell'art. 142, lettere c) e g) del d.lgs. 42/2004. Per tutte le precedenti motivazioni, si propone la dichiarazione di notevole interesse pubblico della frazione di Schierano ai sensi dell'art. 136, comma 1, lettere c) e d) del d.lgs. 42/2004, in quanto «complesso di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici», all'interno del quale sono inoltre individuate «le bellezze panoramiche e cosi' pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze». 2. Descrizione della perimetrazione dell'area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico e individuazione cartografica Premesse Al fine di contribuire alla protezione, gestione, integrita' e autenticita' della frazione Schierano, nella determinazione del perimetro dell'area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico si e' privilegiata, ove possibile, l'individuazione di elementi di confine di tipo antropico e fisico-naturalistico (rete viaria principale e secondaria). Dove cio' non e' stato possibile, in quanto la sostanziale continuita' del paesaggio non permette di identificare i suddetti elementi, sono stati scelti quali riferimento per la perimetrazione limiti amministrativi e catastali, che permettono un'agevole individuazione cartografica. 2.1 Descrizione Il perimetro ha inizio dal punto di incontro, situato a nord-ovest, del limite amministrativo tra i comuni di Pino d'Asti (esterno) e Passerano Marmorito (interno) con il limite amministrativo tra i comuni di Albugnano (esterno) e Passerano Marmorito (interno). Prosegue lungo il predetto limite, in direzione orientale, fino in prossimita' di Cascina Palmo; successivamente il perimetro si attesta lungo la Strada comunale Serafini-Palmo, fino a incrociare la Strada comunale Albugnano-Schierano. Prosegue lungo tale tracciato, in direzione sud, per procedere lungo Strada Cascina Merlina fino a incrociare, in prossimita' di quota 353.7, la strada rurale che conduce verso sud-est all'abitato di Primeglio. Prosegue su tale tracciato fino al limite orientale del mappale 578, che segue attestandosi sul limite orientale dei mappali 435, 434 e 543 del foglio 11, fino alla S.P. 78. Procede quindi in direzione sud lungo la citata strada, fino al bivio che conduce all'abitato di Primeglio. Segue quindi via Vittorio Emanuele per un breve tratto, scendendo poi lungo la strada rurale che ne costituisce il prolungamento e che si sviluppa parallelamente alla citata provinciale, fino a incrociarla e oltrepassarla in corrispondenza dei confini orientali dei mappali 296, 255 e 257 del foglio 13. Segue ancora l'andamento della predetta strada rurale in direzione ovest e successivamente sud-ovest, fino al limite amministrativo tra i comuni di Passerano Marmorito (interno) e Pino d'Asti (esterno). Procede infine lungo tale limite, raggiungendo il punto di partenza. In considerazione della valenza paesaggistico-visuale rivestita dai tracciati perimetrali alla zona tutelata, laddove il confine si attesta sulla viabilita', la strada si intende sempre inclusa nel perimetro dell'area vincolata, salvo diversa specificazione. 2.2 Cartografia L'esatta individuazione cartografica dell'area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico e' stata riportata su Carta tecnica regionale, in scala 1:10.000, aggiornamento anni 1999-2004. La cartografia riportata di seguito, parte integrante e sostanziale della dichiarazione, e' una riduzione della suddetta carta in scala 1:10.000 che e' consultabile sul sito internet della Regione Piemonte, sezione Paesaggio. Parte di provvedimento in formato grafico 3. Prescrizioni d'uso Premesse Ai sensi dell'art. 140, comma 2 del d.lgs. n. 42/2004, la dichiarazione di notevole interesse pubblico deve contenere le prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione dei valori espressi dal bene individuato. In coerenza con tale previsione, le seguenti prescrizioni d'uso forniscono indicazioni di tutela atte a garantire la conservazione dei valori storico-culturali e paesaggistici riconosciuti per l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche cautele per la gestione delle trasformazioni. 3.1 Interventi negli ambiti edificati ed edificabili Gli interventi di recupero e riutilizzo degli edifici devono essere mirati alla salvaguardia e valorizzazione delle caratteristiche tipologiche tradizionali, restaurando gli elementi connotativi di pregio ed eliminando eventuali componenti o superfetazioni avulse sia dalla tipologia del fabbricato sia, piu' in generale, dal contesto paesaggistico di riferimento. In particolare si deve evitare l'impiego e favorire l'eliminazione, laddove esistenti, di parti incongrue quali zoccolature in pietra con posa ad opus incertum, sistemi oscuranti con avvolgibili, serramenti in materiali plastici e in alluminio, recinzioni con manufatti prefabbricati. Si deve altresi' provvedere alla conservazione di portali, accessi e opere murarie di recinzione di tipo tradizionale, con specifico riferimento a quelli presenti lungo le vie della Vittoria, San Sebastiano, Teologo Quagliotti e del Castello. Gli interventi di nuova costruzione, ampliamento, ristrutturazione e recupero di volumi esistenti devono assicurare un'adeguata integrazione nel contesto, adottando modalita' costruttive, tipologie edilizie, materiali di finitura esterna e cromatismi coerenti con le preesistenze tradizionali. Gli impianti planovolumetrici e la localizzazione dei nuovi volumi devono rispettare e riproporre i caratteri distintivi dell'insediamento. I nuovi fabbricati devono essere integrati nel contesto anche mediante un orientamento che assecondi la naturale conformazione dei terreni, evitando significative alterazioni del piano di campagna e contenendo allo stretto indispensabile i movimenti terra. All'interno del centro storico gli interventi ammissibili devono assicurare un adeguato inserimento paesaggistico nei confronti del tessuto edilizio tradizionale e in coerenza con le caratteristiche e gli elementi di pregio originari degli edifici di interesse storico-architettonico e documentario, conservando e recuperando i caratteri identitari eventualmente deteriorati e/o compromessi da inadeguate alterazioni. Devono essere conservate le linee architettoniche, le modalita' costruttive, i materiali, i rapporti dimensionali, le finiture e i cromatismi propri degli edifici, riproponendoli e ripristinandoli nel caso in cui ne sia stata compromessa la leggibilita'. E' ammessa la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (es. pannelli solari e fotovoltaici) orientati al solo consumo domestico. In ogni caso deve essere effettuata preventivamente una dettagliata analisi finalizzata all'individuazione della migliore collocazione, tale da non compromettere edifici o parti di edifici di valore storico, architettonico e documentario ed elementi di particolare connotazione paesaggistica, privilegiando posizioni defilate rispetto alle visuali fruibili dai principali punti panoramici e dalla viabilita': a tal fine, deve essere escluso ogni posizionamento che possa determinare forme di impatto visivo e compromissione del carattere o dell'aspetto degli edifici e dei terreni di pertinenza della frazione di Schierano. Tali collocazioni non sono consentite sulle falde principali di copertura dei fabbricati del nucleo di antico impianto. Per gli interventi di consolidamento e sostegno del terreno, devono essere impiegate tecniche di ingegneria naturalistica; per la realizzazione di muri di sostegno, laddove indispensabili, devono essere rispettate le modalita' costruttive tradizionali, evitando in ogni caso l'impiego di calcestruzzo a vista. Le sistemazioni delle aree di pertinenza degli edifici devono preservare la superficie permeabile e le zone a verde. Le porzioni destinate a parcheggio devono essere preferibilmente pavimentate con sistemi e materiali tradizionali o con elementi che conservino le caratteristiche drenanti del terreno. Nell'assetto a verde devono essere realizzati impianti vegetazionali di tipo autoctono, evitando il ricorso a specie di vegetazione estranea all'habitat dei luoghi. 3.2 Interventi nel paesaggio rurale Nelle aree esterne agli ambiti edificati ed edificabili e' consentita unicamente la realizzazione di strutture variamente funzionali all'esercizio dell'attivita' agricola e forestale. Tali strutture devono sempre essere integrate nel paesaggio mediante l'adozione di modalita' costruttive, di materiali di finitura esterna e di cromatismi coerenti con le preesistenze tradizionali circostanti; non e' ammesso l'impiego di strutture prefabbricate. Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi centri aziendali o allevamenti intensivi; le capacita' edificatorie delle aree agricole funzionali alla creazione di nuovi centri aziendali possono essere trasferite in aree esterne all'area vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle norme vigenti in materia. Gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sono realizzabili unicamente se finalizzati al consumo domestico. Per le installazioni sulle coperture degli edifici devono essere adottati criteri analoghi a quelli previsti per gli ambiti edificati, sia per quanto riguarda l'individuazione della collocazione, sia per quanto attiene alla loro visibilita' dalla viabilita', da spazi pubblici o di uso pubblico. Applicando tali criteri e' altresi' ammessa la realizzazione di impianti fotovoltaici collocati a terra purche' localizzati in prossimita' ai fabbricati esistenti. Deve essere salvaguardata la trama agraria costituita dalla rete irrigua, dalla viabilita' minore, dalle alberature diffuse (isolate, a gruppi, a macchia e formazioni lineari) e dagli elementi e manufatti di interesse storico-documentario (muretti a secco, piloni votivi, ecc.) al fine di preservarne la presenza e la tipologia tradizionale. Deve essere inoltre garantita l'idonea tutela degli affioramenti del patrimonio geologico, evitando forme di compromissione dei siti. Deve essere preservata la vocazione colturale viticola dell'area; nel caso di impianto di nuovi vigneti deve essere privilegiato l'impiego di vitigni storicamente coltivati e mantenuta la disposizione a girapoggio, adottando preferibilmente palificazioni in legno. E' vietata l'apertura di nuovi tratti di viabilita', fatta salva la realizzazione di strade interpoderali ad uso agricolo. Gli interventi di adeguamento e manutenzione ordinaria e straordinaria dei percorsi esistenti devono salvaguardare i manufatti di valore storico-documentario realizzati con tecniche tradizionali e non devono comportare l'asfaltatura e/o l'impermeabilizzazione di strade sterrate. Devono essere mantenuti gli attuali tracciati e dimensioni della viabilita' esistente, fatte salve motivate necessita' di rettifica per esigenze di sicurezza. Lungo i percorsi di interesse panoramico, si deve provvedere alla riqualificazione della sede viaria e dei manufatti connessi, anche con interventi volti alla mitigazione o rimozione delle strutture e degli elementi detrattori del paesaggio. Deve essere mantenuta la morfologia del terreno naturale, fatti salvi gli interventi preordinati all'impianto delle colture e alle opere a esso collegate. Per gli interventi di consolidamento del terreno, cosi' come per la realizzazione di muri di sostegno, devono essere impiegate le stesse tecniche e modalita' costruttive previste per gli ambiti edificati. Gli interventi riguardanti gli ambiti boscati devono essere finalizzati alla manutenzione e al miglioramento della qualita' del bosco stesso, alla sicurezza idrogeologica e alla salvaguardia ambientale, evitando qualsiasi forma di alterazione al grado di naturalita' dei luoghi, con particolare attenzione alla protezione e valorizzazione delle aree nella valle del rio di Muscandia, che includono lembi relitti di antichi boschi igrofili e mesofili di pregio naturalistico. Gli interventi di modifica dello stato dei luoghi lungo i versanti devono essere volti ad assicurare la stabilita' idrogeologica, nel rispetto dell'impianto paesaggistico dell'ambito interessato. Lungo i corsi d'acqua sono ammessi unicamente interventi finalizzati a garantire il corretto andamento delle acque. Sono sempre ammessi gli interventi di modifica dello stato dei luoghi finalizzati alla messa in sicurezza dei versanti e alla stabilita' idrogeologica. Salvo casi di dimostrata impossibilita' tecnico-normativa, nella realizzazione di tali interventi devono essere impiegate tecniche di ingegneria naturalistica, evitando l'utilizzo di elementi prefabbricati in calcestruzzo lasciati a vista. Deve essere evitata la realizzazione di nuove recinzioni, in quanto elementi passibili di introdurre aspetti di artificiosita' e di alterazione alla percezione del paesaggio consolidata nel tempo; ove inevitabili, tali opere devono essere realizzate mediante soluzioni visivamente permeabili, semplici e uniformi, escludendo basamenti in muratura. E' vietata la posa di ripetitori di telefonia cellulare, televisivi, radiofonici o similari. La realizzazione di infrastrutture e reti per il trasporto dell'energia elettrica e' ammessa solo mediante soluzioni interrate con cavidotto. Non sono ammessi insediamenti di attivita' estrattive, stoccaggio e lavorazione degli inerti, impianti di smaltimento e/o trattamento di rifiuti e discariche. 3.3 Tutela degli aspetti percettivi-visivi Deve essere conservata la configurazione d'insieme del paesaggio, costituita dagli elementi identitari, antropici e naturali che connotano il territorio, cosi' come percepibile dagli spazi e dai percorsi pubblici. Devono essere salvaguardate le visuali panoramiche sull'abitato di Schierano e sugli edifici di interesse architettonico-documentario, sulle aree agricole e sui profili collinari che si estendono all'arco alpino. Deve essere garantita la salvaguardia dei due punti panoramici situati sui piazzali antistanti i principali edifici religiosi di Schierano, la cappella settecentesca di San Sebastiano e la chiesa di San Grato. Tali belvedere devono essere mantenuti il piu' possibile liberi da elementi che possano ostacolare la qualita' delle visuali; a tal fine, deve essere prioritariamente prevista un'adeguata gestione della vegetazione arborea radicata sui lotti sottostanti. Deve essere altresi' garantita la salvaguardia della percezione visiva dei luoghi e degli elementi identitari, con particolare attenzione alle visuali dalla collina del «Mondo», sovrastante il cimitero, e dalla dorsale collinare, posta a sud-ovest della localita' Bignona, verso il paesaggio agrario circostante e in direzione della collina stessa, evitando possibilmente l'impianto di colture che a maturazione possano limitarne la panoramicita'. In considerazione della rilevanza identitaria e morfologico-paesaggistica per la posizione predominante del luogo, al fine di conservarlo libero da ogni intervento edilizio, si estenda a 200 m. la fascia di rispetto del cimitero sul lato ovest della S.P. n. 78. E' vietata la posa in opera di cartelli pubblicitari e di strutture analoghe; sono fatte salve le indicazioni strettamente necessarie ai fini dell'accessibilita' turistica-culturale, della fruibilita' e dei servizi pubblici, nonche' delle attivita' di vendita diretta dei prodotti agricoli locali, la promozione dell'agriturismo e ogni altra forma di attivita' connessa con quella agricola, da realizzarsi comunque su disegno unitario. Sono sempre consentiti interventi di valorizzazione degli spazi e dei percorsi pubblici mediante la sostituzione delle pavimentazioni incongrue all'interno del centro storico, la riqualificazione dell'arredo urbano, dell'illuminazione pubblica e delle barriere di sicurezza stradale.