(Allegato A)
                                                           Allegato A 
 
DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DELLA FRAZIONE SCHIERANO
  DEL COMUNE DI PASSERANO MARMORITO  (AT)  ai  sensi  dell'art.  136,
  comma 1, lettere c) e d) del d.lgs. n. 42/2004 
 
    Comune interessato: Passerano Marmorito (AT) 
1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela 
    Il paese di Passerano sorge sulle colline del basso Monferrato  e
comprende le frazioni di Schierano,  Primeglio  e  Marmorito,  Comuni
storici soppressi e aggregati nel 1929. 
    Nella seconda meta' del XII secolo il Barbarossa,  impostosi  sui
Comuni dell'Italia settentrionale, assegno' i territori di Passerano,
Schierano e Primeglio al Marchesato del Monferrato. Nel 1186,  grazie
all'intervento dell'Imperatore Enrico VI, i territori  di  Marmorito,
Primeglio e Schierano passarono sotto il controllo  dei  Radicati  di
Cocconato. Con l'inizio del XIII secolo,  Passerano  venne  aggregato
come  feudo  al  dominio  dei  Conti  Radicati,  ma  la  contesa  del
territorio con il Marchesato  del  Monferrato  prosegui'  nei  secoli
seguenti. Nel 1586 i conti Radicati si sottomisero infine al duca  di
Savoia Carlo Emanuele. Le trattative che ne seguirono portarono  alla
nascita della Contea-Provincia di Asti, inglobata nell'organizzazione
amministrativa dello Stato sabaudo, della quale entrarono a far parte
Passerano, Marmorito, Primeglio e Schierano. Dal XVII secolo l'intero
territorio si trovo' in balia dei conflitti  di  successione  per  il
Marchesato. Gli scontri tra gli eserciti imperiali  e  spagnoli  (con
l'appoggio dei duchi di Savoia) contro quello francese devastarono lo
stesso castello di Passerano, di origini tardo-medievali, e portarono
a una riduzione dei territori della Contea. Le trattative di pace  si
conclusero con l'accordo di Cherasco del 1631, con cui Mantova  e  il
Monferrato restarono all'erede  Gonzaga-Nevers;  i  duchi  di  Savoia
ottennero un ampliamento del  proprio  controllo  sulle  terre  della
campagna piemontese. Il passaggio tra il XVIII e  il  XIX  secolo  fu
denso di cambiamenti per la comunita' di Passerano e i suoi dintorni.
Dopo la sua caduta, lo Stato sabaudo lascio' il Piemonte  nelle  mani
degli occupanti francesi, i quali gestirono i nuovi territori in modo
molto differente, senza  pero'  abbandonare  le  tradizioni  radicate
nell'amministrazione sabauda. Il Comune di Passerano si trovo' a  far
parte del Dipartimento del Tanaro. Nei primi anni  dell'Ottocento  il
Dipartimento fu soppresso,  conducendo  alla  suddivisione  dei  suoi
territori: Asti e il suo arrondissement furono  aggregati  al  vicino
Dipartimento di Marengo. Caduto il regime  napoleonico  nel  1814,  i
territori del Comune tornarono sotto il controllo dei Savoia. 
    La frazione di Schierano, nel Comune di Passerano Marmorito,  con
l'antico borgo e i terreni circostanti, presenta aspetti di interesse
poiche'  costituisce  un  insieme  con  caratteristiche   di   valore
estetico-tradizionale e paesaggistico, con punti di vista accessibili
al pubblico dai quali  si  puo'  apprezzare  la  vista  di  un  ampio
panorama che si  estende  all'orizzonte  dalle  montagne  delle  Alpi
Pennine, ai crinali collinari, alla pianura  sottostante.  Il  borgo,
che si e' sviluppato lungo l'asse  collinare,  e'  significativo  per
aver  conservato  l'integrita'  d'impianto,   contraddistinta   dalla
presenza di testimonianze di pregio storico-architettonico, quali  la
torre medioevale,  la  chiesa  barocca  di  San  Grato,  la  cappella
settecentesca di San Sebastiano, e da case a loggiato ed  edifici  in
pietra e mattoni. 
    Il contesto della frazione e delle aree circostanti ha conservato
le  caratteristiche  di  integrita'  architettonica  e  di  interesse
ambientale e naturalistico che contraddistinguono  questo  territorio
dall'antichita'. Non si rilevano fattori di particolare  rischio  che
possano trasformare e pregiudicare  l'attuale  aspetto  paesaggistico
dei luoghi.  Si  segnala  tuttavia  un  progressivo  abbandono  della
viticoltura  tradizionale  del  vitigno  storico  della  Malvasia  di
Schierano, autoctono della frazione stessa, di  cui  permangono  solo
alcune aree. La situazione attuale, rispetto a quella  rilevabile  da
immagini  storiche  del  secolo   scorso,   denota   un   progressivo
avanzamento delle superfici  boscate  a  scapito  di  quelle  che  in
precedenza risultavano coltivate a vitigno. 
    Alla  torre  medioevale  e  agli  edifici  religiosi   che,   nel
complesso,    costituiscono    presenze     di     elevato     valore
storico-architettonico, si affiancano  edifici  di  indubbia  valenza
estetico-tradizionale, degni di attenzione  sotto  il  profilo  della
salvaguardia e valorizzazione. 
    Si segnala inoltre la presenza di undici piloni votivi, edificati
tra il XVIII e il XX secolo, espressione della religiosita' popolare,
che potrebbero essere restaurati e uniti  fra  loro  da  un  percorso
«devozionale» inteso a recuperare il significato  religioso  e  umano
che rappresentano. 
    L'ambito  circostante  la  frazione  e'   rappresentato   da   un
territorio che offre  vari  elementi  di  interesse  paesaggistico  e
naturalistico, anche caratterizzati dall'area  boschiva  del  rio  di
Muscandia, dai vitigni storici autoctoni della Malvasia di  Schierano
che ancora permangono in alcune porzioni dei versanti  collinari  che
contornano la frazione, dagli scorci panoramici godibili  da  diversi
punti di osservazione, dalla presenza di zone umide e di singolarita'
geologiche. 
    La valle del rio di Muscandia e' un'incisione stretta e profonda,
poco  intaccata  dal  disturbo  antropico,  con  versanti  fortemente
acclivi a fitta copertura boschiva, che denota  un  rilevante  quadro
naturale, con anfratti, impluvi, forre e meandri, avente carattere di
singolarita' poiche' la superficie forestale include lembi relitti di
antichi boschi igrofili e mesofili di pregio naturalistico. 
    Il paesaggio agrario odierno presenta una graduale  modificazione
rispetto alle connotazioni che lo definivano in  passato,  quando  la
coltivazione  a  vigneto  rappresentava   la   coltura   maggiormente
significativa e diffusa, tanto da fornire la denominazione al vitigno
autoctono della Malvasia di  Schierano.  Attualmente  il  vigneto  e'
ridotto a poche superfici  che  ancora  persistono  all'avanzare  del
bosco. 
    Di  particolare  suggestione  l'area  della  collina   denominata
«Mondo», luogo situato in posizione predominante, in prossimita'  del
cimitero di Schierano,  fortemente  identitario  per  la  popolazione
locale. 
    La  frazione  di  Schierano  e  il  contesto   circostante   sono
costituiti da elementi che, pur non presentandosi come eccezionalita'
esclusive, compongono un insieme  di  caratteristiche  identificative
che contribuiscono ad accrescerne le qualita' intrinseche. Il  valore
di tale paesaggio e' particolarmente  percepito  dagli  abitanti  del
luogo, nella vita quotidiana, come bene da  salvaguardare  nelle  sue
espressioni  significative  o  caratteristiche,   determinate   dalla
compresenza di aspetti naturali e umani e dalla loro interrelazione. 
    Attualmente, il  territorio  di  Schierano  risulta  parzialmente
sottoposto a tutela paesaggistica ai sensi dell'art. 142, lettere  c)
e g) del d.lgs. 42/2004. 
    Per tutte le precedenti motivazioni, si propone la  dichiarazione
di notevole interesse pubblico della frazione di Schierano  ai  sensi
dell'art. 136, comma 1, lettere c) e d) del d.lgs. 42/2004, in quanto
«complesso di cose immobili che compongono un caratteristico  aspetto
avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed  i  nuclei
storici», all'interno del quale sono inoltre individuate «le bellezze
panoramiche e  cosi'  pure  quei  punti  di  vista  o  di  belvedere,
accessibili al pubblico, dai quali si goda lo  spettacolo  di  quelle
bellezze». 
2. Descrizione   della   perimetrazione    dell'area    oggetto    di
  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico  e  individuazione
  cartografica 
Premesse 
    Al fine di contribuire alla protezione,  gestione,  integrita'  e
autenticita'  della  frazione  Schierano,  nella  determinazione  del
perimetro dell'area oggetto di dichiarazione  di  notevole  interesse
pubblico si  e'  privilegiata,  ove  possibile,  l'individuazione  di
elementi di confine di tipo antropico  e  fisico-naturalistico  (rete
viaria principale e secondaria). Dove cio' non e' stato possibile, in
quanto la sostanziale  continuita'  del  paesaggio  non  permette  di
identificare i suddetti elementi, sono stati scelti quali riferimento
per  la  perimetrazione  limiti  amministrativi  e   catastali,   che
permettono un'agevole individuazione cartografica. 
2.1 Descrizione 
    Il  perimetro  ha  inizio  dal  punto  di  incontro,  situato   a
nord-ovest, del limite amministrativo tra i  comuni  di  Pino  d'Asti
(esterno)   e   Passerano   Marmorito   (interno)   con   il   limite
amministrativo tra  i  comuni  di  Albugnano  (esterno)  e  Passerano
Marmorito (interno). Prosegue lungo il predetto limite, in  direzione
orientale, fino in prossimita' di Cascina Palmo;  successivamente  il
perimetro si attesta lungo la Strada comunale Serafini-Palmo, fino  a
incrociare la Strada  comunale  Albugnano-Schierano.  Prosegue  lungo
tale tracciato, in direzione sud, per procedere lungo Strada  Cascina
Merlina fino a incrociare, in prossimita' di quota 353.7,  la  strada
rurale che conduce verso sud-est all'abitato di  Primeglio.  Prosegue
su tale tracciato fino al limite orientale del mappale 578, che segue
attestandosi sul limite orientale dei mappali  435,  434  e  543  del
foglio 11, fino alla S.P. 78. Procede quindi in direzione  sud  lungo
la citata strada, fino al bivio che conduce all'abitato di Primeglio.
Segue quindi via Vittorio Emanuele per un breve tratto, scendendo poi
lungo la strada rurale che ne costituisce il prolungamento e  che  si
sviluppa parallelamente alla citata provinciale, fino a incrociarla e
oltrepassarla in corrispondenza dei  confini  orientali  dei  mappali
296, 255 e 257 del foglio 13. Segue ancora l'andamento della predetta
strada rurale in direzione ovest e successivamente sud-ovest, fino al
limite amministrativo tra i comuni di Passerano Marmorito (interno) e
Pino d'Asti (esterno). Procede infine lungo tale limite, raggiungendo
il punto di partenza. 
    In considerazione della valenza  paesaggistico-visuale  rivestita
dai tracciati perimetrali alla zona tutelata, laddove il  confine  si
attesta sulla viabilita', la strada si  intende  sempre  inclusa  nel
perimetro dell'area vincolata, salvo diversa specificazione. 
2.2 Cartografia 
    L'esatta  individuazione  cartografica   dell'area   oggetto   di
dichiarazione di notevole interesse pubblico e'  stata  riportata  su
Carta  tecnica  regionale,  in  scala  1:10.000,  aggiornamento  anni
1999-2004. La cartografia riportata di seguito,  parte  integrante  e
sostanziale della dichiarazione,  e'  una  riduzione  della  suddetta
carta in scala 1:10.000 che e' consultabile sul sito  internet  della
Regione Piemonte, sezione Paesaggio. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3. Prescrizioni d'uso 
Premesse 
    Ai sensi dell'art.  140,  comma  2  del  d.lgs.  n.  42/2004,  la
dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico  deve  contenere  le
prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione  dei  valori
espressi dal bene individuato. 
    In coerenza con tale previsione, le seguenti  prescrizioni  d'uso
forniscono indicazioni di tutela atte a  garantire  la  conservazione
dei  valori  storico-culturali  e  paesaggistici   riconosciuti   per
l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche  cautele  per  la
gestione delle trasformazioni. 
3.1 Interventi negli ambiti edificati ed edificabili 
    Gli interventi di recupero  e  riutilizzo  degli  edifici  devono
essere   mirati   alla   salvaguardia    e    valorizzazione    delle
caratteristiche tipologiche tradizionali,  restaurando  gli  elementi
connotativi  di  pregio  ed   eliminando   eventuali   componenti   o
superfetazioni avulse sia dalla tipologia del fabbricato sia, piu' in
generale, dal contesto paesaggistico di riferimento.  In  particolare
si  deve  evitare  l'impiego  e  favorire   l'eliminazione,   laddove
esistenti, di parti incongrue quali zoccolature in pietra con posa ad
opus incertum,  sistemi  oscuranti  con  avvolgibili,  serramenti  in
materiali  plastici  e  in  alluminio,   recinzioni   con   manufatti
prefabbricati. Si deve  altresi'  provvedere  alla  conservazione  di
portali, accessi e opere murarie di recinzione di tipo  tradizionale,
con specifico riferimento  a  quelli  presenti  lungo  le  vie  della
Vittoria, San Sebastiano, Teologo Quagliotti e del Castello. 
    Gli    interventi    di    nuova    costruzione,     ampliamento,
ristrutturazione e recupero di  volumi  esistenti  devono  assicurare
un'adeguata   integrazione   nel   contesto,   adottando    modalita'
costruttive, tipologie edilizie,  materiali  di  finitura  esterna  e
cromatismi coerenti con le preesistenze  tradizionali.  Gli  impianti
planovolumetrici  e  la  localizzazione  dei  nuovi   volumi   devono
rispettare e riproporre i caratteri distintivi  dell'insediamento.  I
nuovi fabbricati devono essere integrati nel contesto anche  mediante
un orientamento che assecondi la naturale conformazione dei  terreni,
evitando significative alterazioni del piano di campagna e contenendo
allo stretto indispensabile i movimenti terra. 
    All'interno del centro storico gli interventi ammissibili  devono
assicurare un adeguato inserimento paesaggistico  nei  confronti  del
tessuto edilizio tradizionale e in coerenza con le caratteristiche  e
gli  elementi  di  pregio  originari  degli  edifici   di   interesse
storico-architettonico e documentario, conservando  e  recuperando  i
caratteri identitari eventualmente  deteriorati  e/o  compromessi  da
inadeguate   alterazioni.   Devono   essere   conservate   le   linee
architettoniche, le modalita' costruttive, i  materiali,  i  rapporti
dimensionali, le  finiture  e  i  cromatismi  propri  degli  edifici,
riproponendoli e  ripristinandoli  nel  caso  in  cui  ne  sia  stata
compromessa la leggibilita'. 
    E' ammessa la realizzazione di  impianti  per  la  produzione  di
energia da fonti rinnovabili (es.  pannelli  solari  e  fotovoltaici)
orientati al  solo  consumo  domestico.  In  ogni  caso  deve  essere
effettuata  preventivamente  una  dettagliata   analisi   finalizzata
all'individuazione  della  migliore   collocazione,   tale   da   non
compromettere  edifici  o  parti  di  edifici  di   valore   storico,
architettonico e documentario ed elementi di particolare connotazione
paesaggistica, privilegiando posizioni defilate rispetto alle visuali
fruibili dai principali punti panoramici e dalla  viabilita':  a  tal
fine, deve essere escluso ogni posizionamento che  possa  determinare
forme di impatto visivo e compromissione del carattere o dell'aspetto
degli  edifici  e  dei  terreni  di  pertinenza  della  frazione   di
Schierano.  Tali  collocazioni  non  sono  consentite   sulle   falde
principali di copertura dei fabbricati del nucleo di antico impianto. 
    Per gli interventi di  consolidamento  e  sostegno  del  terreno,
devono essere impiegate tecniche di ingegneria naturalistica; per  la
realizzazione di muri di  sostegno,  laddove  indispensabili,  devono
essere rispettate le modalita' costruttive tradizionali, evitando  in
ogni caso l'impiego di calcestruzzo a vista. 
    Le sistemazioni delle aree di  pertinenza  degli  edifici  devono
preservare la superficie permeabile e le zone a  verde.  Le  porzioni
destinate a parcheggio devono essere preferibilmente pavimentate  con
sistemi e materiali tradizionali o con  elementi  che  conservino  le
caratteristiche drenanti del terreno.  Nell'assetto  a  verde  devono
essere realizzati impianti vegetazionali di tipo autoctono,  evitando
il ricorso a specie di vegetazione estranea all'habitat dei luoghi. 
3.2 Interventi nel paesaggio rurale 
    Nelle aree  esterne  agli  ambiti  edificati  ed  edificabili  e'
consentita  unicamente  la  realizzazione  di  strutture   variamente
funzionali all'esercizio dell'attivita' agricola  e  forestale.  Tali
strutture devono  sempre  essere  integrate  nel  paesaggio  mediante
l'adozione di modalita' costruttive, di materiali di finitura esterna
e  di  cromatismi   coerenti   con   le   preesistenze   tradizionali
circostanti; non e' ammesso l'impiego di strutture prefabbricate. 
    Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi
centri aziendali o allevamenti intensivi; le  capacita'  edificatorie
delle  aree  agricole  funzionali  alla  creazione  di  nuovi  centri
aziendali  possono  essere  trasferite  in  aree   esterne   all'area
vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle  norme  vigenti  in
materia. 
    Gli impianti per la produzione di energia  da  fonti  rinnovabili
sono realizzabili unicamente se finalizzati al consumo domestico. Per
le installazioni sulle coperture degli edifici devono essere adottati
criteri analoghi a quelli previsti per gli ambiti edificati, sia  per
quanto riguarda l'individuazione della collocazione, sia  per  quanto
attiene alla loro visibilita' dalla viabilita', da spazi  pubblici  o
di uso pubblico. Applicando  tali  criteri  e'  altresi'  ammessa  la
realizzazione di impianti  fotovoltaici  collocati  a  terra  purche'
localizzati in prossimita' ai fabbricati esistenti. 
    Deve essere salvaguardata la trama agraria costituita dalla  rete
irrigua, dalla viabilita' minore, dalle alberature diffuse  (isolate,
a gruppi,  a  macchia  e  formazioni  lineari)  e  dagli  elementi  e
manufatti di interesse storico-documentario (muretti a secco,  piloni
votivi, ecc.) al fine di  preservarne  la  presenza  e  la  tipologia
tradizionale. 
    Deve essere inoltre garantita l'idonea tutela degli  affioramenti
del patrimonio geologico, evitando forme di compromissione dei siti. 
    Deve essere preservata la vocazione colturale viticola dell'area;
nel caso di  impianto  di  nuovi  vigneti  deve  essere  privilegiato
l'impiego  di  vitigni  storicamente   coltivati   e   mantenuta   la
disposizione a girapoggio, adottando preferibilmente palificazioni in
legno. 
    E' vietata l'apertura di nuovi tratti di viabilita', fatta  salva
la  realizzazione  di  strade  interpoderali  ad  uso  agricolo.  Gli
interventi di adeguamento e manutenzione  ordinaria  e  straordinaria
dei percorsi esistenti devono salvaguardare  i  manufatti  di  valore
storico-documentario  realizzati  con  tecniche  tradizionali  e  non
devono comportare l'asfaltatura e/o l'impermeabilizzazione di  strade
sterrate. Devono essere mantenuti gli attuali tracciati e  dimensioni
della  viabilita'  esistente,  fatte  salve  motivate  necessita'  di
rettifica per esigenze di sicurezza. 
    Lungo i percorsi di interesse panoramico, si deve provvedere alla
riqualificazione della sede viaria e dei  manufatti  connessi,  anche
con interventi volti alla mitigazione o rimozione delle  strutture  e
degli elementi detrattori del paesaggio. 
    Deve essere mantenuta la morfologia del terreno  naturale,  fatti
salvi gli interventi preordinati all'impianto delle  colture  e  alle
opere a esso collegate. Per  gli  interventi  di  consolidamento  del
terreno, cosi' come per la realizzazione di muri di sostegno,  devono
essere impiegate le stesse tecniche e modalita' costruttive  previste
per gli ambiti edificati. 
    Gli interventi  riguardanti  gli  ambiti  boscati  devono  essere
finalizzati alla manutenzione e al miglioramento della  qualita'  del
bosco  stesso,  alla  sicurezza  idrogeologica  e  alla  salvaguardia
ambientale, evitando qualsiasi  forma  di  alterazione  al  grado  di
naturalita' dei luoghi, con particolare attenzione alla protezione  e
valorizzazione delle aree nella  valle  del  rio  di  Muscandia,  che
includono lembi relitti di antichi  boschi  igrofili  e  mesofili  di
pregio naturalistico. Gli interventi  di  modifica  dello  stato  dei
luoghi  lungo  i  versanti  devono  essere  volti  ad  assicurare  la
stabilita' idrogeologica, nel  rispetto  dell'impianto  paesaggistico
dell'ambito interessato. 
    Lungo  i  corsi  d'acqua  sono  ammessi   unicamente   interventi
finalizzati a garantire il corretto andamento delle acque. 
    Sono sempre ammessi gli interventi di modifica  dello  stato  dei
luoghi finalizzati alla  messa  in  sicurezza  dei  versanti  e  alla
stabilita' idrogeologica. Salvo  casi  di  dimostrata  impossibilita'
tecnico-normativa, nella  realizzazione  di  tali  interventi  devono
essere  impiegate  tecniche  di  ingegneria  naturalistica,  evitando
l'utilizzo di  elementi  prefabbricati  in  calcestruzzo  lasciati  a
vista. 
    Deve essere evitata la  realizzazione  di  nuove  recinzioni,  in
quanto elementi passibili di introdurre aspetti di  artificiosita'  e
di alterazione alla percezione del paesaggio consolidata  nel  tempo;
ove  inevitabili,  tali  opere  devono  essere  realizzate   mediante
soluzioni visivamente permeabili,  semplici  e  uniformi,  escludendo
basamenti in muratura. 
    E'  vietata  la  posa  di  ripetitori  di  telefonia   cellulare,
televisivi,   radiofonici   o   similari.   La    realizzazione    di
infrastrutture e reti per  il  trasporto  dell'energia  elettrica  e'
ammessa solo mediante soluzioni interrate con cavidotto. 
    Non sono ammessi insediamenti di attivita' estrattive, stoccaggio
e lavorazione degli inerti, impianti di smaltimento  e/o  trattamento
di rifiuti e discariche. 
3.3 Tutela degli aspetti percettivi-visivi 
    Deve essere conservata la configurazione d'insieme del paesaggio,
costituita  dagli  elementi  identitari,  antropici  e  naturali  che
connotano il territorio, cosi' come percepibile  dagli  spazi  e  dai
percorsi pubblici. 
    Devono essere salvaguardate le visuali  panoramiche  sull'abitato
di     Schierano     e      sugli      edifici      di      interesse
architettonico-documentario,  sulle  aree  agricole  e  sui   profili
collinari che si estendono all'arco alpino. 
    Deve essere garantita la salvaguardia dei  due  punti  panoramici
situati sui piazzali antistanti i  principali  edifici  religiosi  di
Schierano, la cappella settecentesca di San Sebastiano e la chiesa di
San Grato. Tali belvedere devono essere mantenuti il  piu'  possibile
liberi da elementi che possano ostacolare la qualita' delle  visuali;
a  tal  fine,  deve  essere  prioritariamente  prevista   un'adeguata
gestione della vegetazione arborea radicata sui lotti sottostanti. 
    Deve essere altresi' garantita la salvaguardia  della  percezione
visiva dei  luoghi  e  degli  elementi  identitari,  con  particolare
attenzione alle visuali dalla collina  del  «Mondo»,  sovrastante  il
cimitero,  e  dalla  dorsale  collinare,  posta  a  sud-ovest   della
localita' Bignona,  verso  il  paesaggio  agrario  circostante  e  in
direzione della collina stessa, evitando possibilmente l'impianto  di
colture che a maturazione possano limitarne la panoramicita'. 
    In    considerazione    della     rilevanza     identitaria     e
morfologico-paesaggistica per la posizione predominante del luogo, al
fine di conservarlo libero da ogni intervento edilizio, si estenda  a
200 m. la fascia di rispetto del cimitero sul lato ovest  della  S.P.
n. 78. 
    E' vietata la  posa  in  opera  di  cartelli  pubblicitari  e  di
strutture analoghe; sono  fatte  salve  le  indicazioni  strettamente
necessarie ai  fini  dell'accessibilita'  turistica-culturale,  della
fruibilita' e  dei  servizi  pubblici,  nonche'  delle  attivita'  di
vendita  diretta  dei  prodotti  agricoli   locali,   la   promozione
dell'agriturismo e ogni altra forma di attivita' connessa con  quella
agricola, da realizzarsi comunque su disegno unitario. 
    Sono sempre consentiti interventi di valorizzazione degli spazi e
dei percorsi pubblici mediante la sostituzione  delle  pavimentazioni
incongrue  all'interno  del  centro  storico,   la   riqualificazione
dell'arredo urbano, dell'illuminazione pubblica e delle  barriere  di
sicurezza stradale.