Allegato III Individuazione degli impianti da realizzare o da potenziare per soddisfare il fabbisogno residuo nazionale di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati Al fine di individuare gli impianti da realizzare o potenziare il comma 1 dell'art. 35 del decreto-legge n. 133 del 2014 ha stabilito i seguenti criteri generali: a) progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale; b) risoluzione delle procedure di infrazione in corso, e prevenzione dall'avvio di ulteriori contenziosi con l'Unione europea; c) considerazione della programmazione regionale; d) realizzazione di un sistema moderno e integrato di gestione dei rifiuti urbani e assimilati. Per quanto attiene al riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale, l'individuazione delle regioni all'interno delle quali localizzare gli impianti e' effettuata sul presupposto che ciascuna macroarea (Nord, Centro, Sud, Sicilia, Sardegna) debba rendersi tendenzialmente autosufficiente nel complessivo ciclo di produzione e gestione dei rifiuti, ivi compresa, naturalmente, l'attivita' di incenerimento dei rifiuti stessi. Sulla scorta di tale presupposto, la localizzazione degli impianti in ciascuna delle regioni che costituiscono la macroarea, tiene conto: della produzione, in termini assoluti, dei rifiuti urbani e assimilati; della presenza di impianti di incenerimento e di impianti di trattamento meccanico-biologico di rifiuti; del fabbisogno residuo di impianti di incenerimento; del preponderante ricorso allo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati in impianti di discarica; della densita' abitativa; Con riferimento alla risoluzione delle procedure di infrazione in corso e alla prevenzione dall'apertura di ulteriori contenziosi con l'Unione europea, si tiene conto dell'esigenza di rispettare integralmente le norme europee di settore, individuando, per ciascuna macroarea, le regioni per le quali sono pendenti contenziosi e precontenziosi per violazione della normativa europea in materia di gestione dei rifiuti, nonche' le regioni oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea. Ulteriormente, si considerano le condizioni di gestione critica del ciclo dei rifiuti all'interno delle singole regioni costituenti la macroarea, al fine di porre rimedio a situazioni suscettibili di sfociare in nuovi rilievi da parte dell'UE. In ordine al rispetto della programmazione regionale per l'implementazione di un ciclo integrato dei rifiuti, si tiene conto delle previsioni contenute negli atti di pianificazione di gestione dei rifiuti elaborati da ciascuna regione, anche relativamente all'individuazione di nuova capacita' di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati. Per quanto riguarda la realizzazione di un sistema moderno e integrato di gestione dei rifiuti urbani e assimilati, si considera la c.d. «taglia minima» di sostenibilita' tecnico/ economica degli impianti da realizzare in ciascuna regione, cosi' come individuata dalla vigente disciplina sull'individuazione delle migliori tecniche disponibili di cui al decreto ministeriale 27 gennaio 2007 recante «linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, in materia di gestione dei rifiuti». In particolare, il paragrafo H.12.2 del documento «Linee guida relative ad impianti esistenti per le attivita' rientranti nelle categorie IPPC: 5 Gestione dei rifiuti (Impianti di incenerimento)», stabilisce che «Nel caso di incenerimento di RU, al fine di conseguire economie di scala, la potenzialita' di un impianto di incenerimento non dovrebbe essere inferiore alle 300 t/g, riferite ad un PCI di 10,5 MJ/kg, indicativamente suddivise in 2 linee da 150 t/g, corrispondenti ad un bacino di utenza dell'ordine di 300.000 abitanti». Esplicitati cosi' i criteri della norma di riferimento, l'ulteriore analisi riguarda le peculiari situazioni di ciascuna macroarea e, piu' puntualmente, di ciascuna regione. Macroarea geografica Nord. L'analisi condotta ha evidenziato un tendenziale equilibrio tra il fabbisogno di incenerimento e la capacita' di incenerimento complessiva portando, la macroarea ad essere tendenzialmente autosufficiente per quanto concerne il trattamento termico dei rifiuti urbani e assimilati. In particolare, quali dati rilevanti, emergono: l'elevato fabbisogno residuo di incenerimento in Liguria (234.786 tonn/anno) e Veneto (174.759 tonn/anno); la sovraccapacita' della regione Lombardia, che evidenzia un surplus di incenerimento pari a 578.931 tonn/anno, garantito da una sostanziale saturazione impiantistica del territorio che conta n. 13 inceneritori; l'assenza totale di impianti nella regione Liguria, Valle d'Aosta e provincia autonoma di Trento. Tuttavia, tale ultima regione e provincia presentano un fabbisogno limitato rispettivamente di 30.059 e 53.111 tonnellate anno; l'autosufficienza per la regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano; un fabbisogno residuo di incenerimento per la regione Piemonte pari a 52.427 tonnellate anno. Macroarea geografica Centro. L'analisi condotta ha evidenziato l'esigenza di provvedere ad un fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati pari a complessive 523.918 tonn/anno. In particolare, quali dati rilevanti, emergono: l'elevato fabbisogno residuo di incenerimento in regione Marche (198.339 tonn/anno), Umbria (129.883 tonn/anno) e Lazio (213.652 tonn/anno); l'assenza totale di impianti nella regione Umbria e nella regione Marche; l'autosufficienza per la regione Toscana. Per quanto precede si riportano le condizioni che determinano la localizzazione di nuovi impianti nelle regioni sotto elencate. Regione Marche. Nella regione Marche non sono presenti impianti di incenerimento operativi; i rifiuti urbani e assimilati sono avviati presso gli impianti di trattamento preliminari realizzati che consentono di soddisfare il relativo fabbisogno di trattamento. Inoltre, la regione ha comunicato la sospensione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l'esercizio dell'impianto di Tolentino. La regione non e' oggetto di contenziosi o precontenziosi europei, ma si riscontra, ad oggi, un ricorso prevalente allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e assimilati. Per tali motivi, la regione e' stata individuata per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento con capacita' pari a 190.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati. Regione Umbria. Nella regione Umbria non sono presenti impianti di incenerimento operativi; i rifiuti urbani e assimilati sono avviati presso gli impianti di trattamento preliminari che consentono di soddisfare il relativo fabbisogno di trattamento. Inoltre, la regione ha comunicato che l'impianto di Terni risulta smantellato e privo di titolo autorizzativo. La regione non e' oggetto di contenziosi o precontenziosi europei, ma si riscontra un ricorso prevalente allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e assimilati. Per tali motivi, la regione e' stata individuata per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento di capacita' pari a 130.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati tale da soddisfare il relativo fabbisogno residuo. Regione Lazio. Nella regione Lazio sono presenti n. 3 impianti di incenerimento operativi e n. 1 impianto autorizzato ma non in esercizio con una potenzialita' complessiva di trattamento pari a 665.730 tonnellate/anno, che rappresenta poco piu' del 75% del fabbisogno di incenerimento regionale. La regione e' oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea, sancita da ultimo con sentenza del 15 ottobre 2014, anche in ragione della violazione dell'art. 16, paragrafo 1, della direttiva 2008/98 per non aver creato una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili. Una significativa quota pari a circa il 10% di rifiuti urbani e di quelli derivanti dal loro trattamento sono destinati fuori regione e perlopiu' smaltiti in discarica. Per tali motivi, la regione e' stata individuata per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento con una capacita' pari a 210.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati. Macroarea geografica Sud. L'analisi condotta ha evidenziato l'esigenza di provvedere ad un fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati pari a complessive 488.432 tonn/anno. In particolare, quali dati rilevanti, emergono: l'elevato fabbisogno residuo di incenerimento in Campania (318.942 tonn/anno), e Abruzzo (121.069 tonn/anno); la sovracapacita' della regione Molise, che evidenzia un surplus di incenerimento pari a 58.072 tonn/anno; l'assenza totale di impianti nella Regione Abruzzo; la presenza di un assai esiguo fabbisogno residuo di incenerimento nella regione Basilicata (28.874 tonn/anno) tale da non far ritenere sostenibile la realizzazione di nuove infrastrutture. l'autosufficienza per la regione Calabria; un fabbisogno residuo di incenerimento per la regione Puglia pari a 80.701 tonnellate anno tale da far ritenere sostenibile un intervento per il potenziamento degli impianti di incenerimento esistenti; Per quanto precede si riportano le condizioni che determinano la localizzazione di nuovi impianti nelle regioni sotto elencate. Regione Campania. Nella regione Campania e' presente un impianto di incenerimento operativo ed in esercizio con una potenzialita' dedicata al trattamento dei rifiuti urbani e assimilabili pari a 600.000 tonn/anno. La regione e' oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea, sancita da ultimo con sentenza del 16 luglio 2015, per violazione dell'art. 260 Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. La regione e' altresi' oggetto di procedura d'infrazione n. 2015/2165 relativa ai Piani di gestione dei rifiuti per violazione dell'art. 28, paragrafo 1 della Direttiva 2008/98/CE. Per tali motivi, la regione e' stata individuata per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento con una capacita' pari a 300.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati. Regione Abruzzo. Nella regione Abruzzo non sono presenti impianti di incenerimento operativi. La regione e' oggetto di procedura d'infrazione n. 2015/2165 relativa ai Piani di gestione dei rifiuti per violazione dell'art. 28, paragrafo 1 della Direttiva 2008/98/CE poiche' non ha rispettato il termine dei sei anni previsto da tale disposizione. La regione presenta un fabbisogno di incenerimento residuo pari a 121.069 tonn/anno. Il piano regionale di gestione dei rifiuti vigente prevede che l'incenerimento di frazioni non altrimenti riciclabili in impianti dedicati e' ammissibile al raggiungimento della media regionale del 40% di raccolta differenziata. Atteso che, ad oggi, tale livello si attesta sulla percentuale del 46,1%, risulta giustificata la realizzazione di un nuovo impianto da 120.000 tonn/anno, tale da soddisfare le esigenze regionali. Regione Puglia. Nella regione Puglia e' presente n. 1 impianto di incenerimento non operativo. La regione non e' oggetto di contenzioni o pre-contenziosi europei, tuttavia presenta un fabbisogno di incenerimento residuo pari a 80.701 tonnellate anno, una elevata produzione di rifiuti in valore assoluto ed un ricorso preponderante allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e assimilati. Per tali ragioni la regione Puglia e' stata individuata per la realizzazione di una capacita' di trattamento pari a 70.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati attraverso il potenziamento degli impianti di incenerimento esistenti. Macroarea geografica Sardegna. La Sardegna presenta un fabbisogno residuo di incenerimento pari a 120.885 tonn/anno, derivante da un fabbisogno di incenerimento di 300.885 tonn/anno cui sottrarre la capacita' di incenerimento complessiva pari a 180.000 tonn/anno. L'attuale capacita' di incenerimento e' garantita da n. 2 impianti in esercizio, che tuttavia non riescono a soddisfare i fabbisogni complessivi dell'Isola. La regione e' altresi' oggetto di procedura d'infrazione n. 2015/2165 relativa ai Piani di gestione dei rifiuti per violazione dell'art. 30, paragrafo 1 della Direttiva 2008/98/CE poiche' non ha rispettato il termine dei sei anni previsto da tale disposizione. La regione ha comunicato la previsione di potenziare gli impianti esistenti con una potenzialita' aggiuntiva pari a complessive 20.000 tonnellate/anno di rifiuti. Tale capacita' aggiuntiva non consente di coprire il relativo fabbisogno residuo, sicche' risulta necessario realizzare un nuovo impianto di incenerimento fino al completo soddisfacimento delle esigenze. Macroarea geografica Sicilia. La Sicilia presenta un fabbisogno residuo di incenerimento pari a 685.099 tonn/anno, corrispondente al fabbisogno di incenerimento in quanto la regione risulta priva di qualsiasi infrastruttura impiantistica dedicata all'incenerimento dei rifiuti. Inoltre la regione e' caratterizzata da un pressoche' totale ricorso allo smaltimento in discarica dei propri rifiuti urbani e assimilati e per questo e' oggetto di pre-contenzioso europeo oltre ad essere oggetto di procedura d'infrazione n. 2015/2165 relativa ai Piani di gestione dei rifiuti per violazione dell'art. 30, paragrafo 1 della Direttiva 2008/98/CE poiche' non ha rispettato il termine dei sei anni previsto da tale disposizione. Si evidenziano inoltre profili di criticita' afferenti al complessivo ciclo di gestione dei rifiuti. Risulta evidente, pertanto, l'assoluta necessita' di localizzare sul territorio dell'Isola di almeno n. 2 o piu' impianti di incenerimento di capacita' pari al relativo fabbisogno.