Allegato Al Presidente della Repubblica Nel comune di Caivano (Napoli) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Con decreto del Presidente della Repubblica del 17 ottobre 2017, a seguito delle dimissioni rassegnate da tredici consiglieri su ventiquattro assegnati all'ente, era gia' stato disposto lo scioglimento dell'organo consiliare con contestuale nomina di un commissario straordinario per la provvisoria amministrazione del comune, ex art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Successivamente, alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'amministrazione comunale, il Prefetto di Napoli, con decreto del 21 dicembre 2017, ha disposto l'accesso ai sensi dell'art. 143 del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000, per gli accertamenti di rito. Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il Prefetto, sentito nella seduta dello scorso 4 aprile il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica - Procuratore distrettuale antimafia di Napoli e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, ha trasmesso l'allegata relazione in data 9 aprile 2018, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. I lavori svolti dall'organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il quadro ambientale, nonche' il complessivo andamento gestionale dell'istituzione locale con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie criminali. Il comune di Caivano - sito a nord della citta' metropolitana di' Napoli, nell'area nota come «Terra dei fuochi» - e' sede di numerose attivita' industriali e di un importante stabilimento per la tritovagliatura e l'imballaggio dei rifiuti solidi urbani. La geografia criminale di quell'area si caratterizza per la presenza di numerosi aggregati camorristici, fortemente interconnessi con la criminalita' casertana e gravitanti nell'orbita di un potente sodalizio, il quale - pur indebolito a seguito di recenti operazioni di polizia giudiziaria sfociate nell'arresto di taluni reggenti storici - continua ad esercitare un'ingerenza tentacolare nella realta' economica e sociale. In tale contesto, il Prefetto evidenzia che la capacita' delle consorterie criminali di condizionare le decisioni delle istituzioni locali trova riscontro nei pregressi provvedimenti di scioglimento per infiltrazioni mafiose che hanno avuto come destinatari alcuni comuni confinanti con Caivano, nel cui territorio e' stata giudizialmente accertata la radicata presenza di una famiglia malavitosa «satellite» del predetto sodalizio. Viene poi stigmatizzata la continuita' che ha caratterizzato la conduzione dell'ente negli ultimi anni, atteso che ben sette membri della compagine di governo eletta nel 2015, tra cui il primo cittadino, hanno fatto parte della precedente consiliatura. In sede ispettiva e' inoltre emerso che diversi componenti degli organi elettivi e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi di polizia o di natura penale - annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affinita' con persone controindicate o con elementi dei clan localmente dominanti. La commissione di indagine sottolinea che il sindaco - uscito vittorioso al turno di ballottaggio grazie all'ingente numero di voti raccolti in zone del territorio comunale tradizionalmente esposte alla penetrante influenza delle associazioni camorristiche - ha pubblicamente festeggiato il conseguito successo elettorale in compagnia di soggetti legati da stretti vincoli di parentela o di affinita' ad esponenti di quelle associazioni. Al riguardo, il fatto che tali frequentazioni siano intrattenute dal primo cittadino del comune in un contesto territoriale gravemente compromesso dalla presenza di gruppi criminali assume una maggiore gravita' per il riflesso che quelle frequentazioni possono avere sulla collettivita' locale e sulla comune opinione. In tale direzione assume altresi' valore emblematico la circostanza che a luglio 2017 l'organo di vertice dell'ente ha conferito ad uno stretto parente di personaggi apicali della summenzionata famiglia malavitosa la «delega» a rappresentarlo nell'ambito di un organismo formato da piu' comuni ed istituzionalmente deputato alla programmazione ed alla gestione di politiche sociali. Con il medesimo atto il primo cittadino ha attribuito allo stesso soggetto un incarico gestionale inerente alla riscossione dei canoni di locazione di un complesso residenziale di proprieta' comunale, definito nella relazione del Prefetto «fortino» della piu' volte citata famiglia malavitosa, centro di spaccio tra i piu' grandi d'Europa e teatro di numerose uccisioni di camorra. Viene in proposito rimarcato che l'atto sindacale in questione, adottato in totale spregio dei principi di trasparenza e di imparzialita', e' privo di qualsiasi fondamento normativo, non essendo inquadrabile ne' tra le deleghe che a determinate condizioni il primo cittadino puo' conferire ai consiglieri comunali ne' tra gli incarichi contemplati dall'art. 90 del decreto legislativo n. 267 del 2000, il quale presuppone l'espletamento di una procedura comparativa - che nel caso di specie non e' stata effettuata - e comunque esclude che ai componenti l'ufficio di staff del sindaco possano essere affidati compiti gestionali. Al riguardo, e' significativo che gia' ad aprile 2016 il consiglio comunale aveva deliberato di modificare il regolamento generale delle entrate comunali nel senso di escludere dal novero delle entrate patrimoniali ed assimilate - la cui riscossione e' affidata ad una societa' concessionaria - i canoni ed i proventi derivanti dall'uso e dal godimento dei beni di proprieta' dell'ente. Per effetto della richiamata modifica regolamentare - la cui illegittimita' ed inopportunita' sono state a suo tempo stigmatizzate anche dal segretario generale - la riscossione dei canoni di locazione inerenti al complesso residenziale in argomento e' stata quindi esclusa dalle attivita' della predetta societa' concessionaria, per essere poi affidata - come sopra evidenziato - ad uno stretto parente di personaggi apicali della locale famiglia malavitosa. Riferisce inoltre il Prefetto che ad aprile 2013, a seguito di controlli di polizia finalizzati al contrasto di diffusi fenomeni delinquenziali con epicentro in quel complesso residenziale, e' emerso che gran parte degli occupanti degli alloggi si erano sostituiti sine titulo agli originari assegnatari senza concordare alcun canone di locazione con l'amministrazione comunale, rendendosi responsabili di evasione tributaria, abusi edilizi ed illegittimi allacci alle reti idrica ed elettrica. Nondimeno l'ente, pur a conoscenza della inquietante situazione sopra descritta, e' rimasto sostanzialmente inerte limitandosi ad effettuare un aggiornamento - peraltro parziale - dei ruoli esattoriali dopo l'avvio, nel 2014, di un procedimento per danno erariale innanzi alla Procura regionale presso la Corte dei conti. Gli accertamenti esperiti in sede ispettiva hanno inoltre evidenziato un comportamento di estrema gravita' dell'amministrazione comunale, che, ad agosto dello scorso anno, ha fatto affiggere per le strade cittadine manifesti contenenti dichiarazioni di vicinanza e di cordoglio per il decesso di uno stretto congiunto dei citati personaggi apicali della locale famiglia malavitosa. Altra vicenda emblematica della permeabilita' del comune agli interessi ed alle finalita' delle consorterie camorristiche e' quella concernente la manifestazione popolare svoltasi a maggio 2016 e nota come «Festa dei gigli», in relazione alla quale e' emerso che il sindaco - in violazione del generale principio di separazione tra attivita' di indirizzo politico ed attivita' di gestione - ha autorizzato due associazioni locali a svolgere la manifestazione benche' le richieste di autorizzazione fossero state in precedenza rigettate dai competenti uffici dell'ente, sulla scorta del parere espresso dalla commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli e per mancanza delle prescritte polizze assicurative. In proposito, il Prefetto segnala che il presidente di una delle associazioni in questione e' un pluripregiudicato ritenuto affiliato alla criminalita' organizzata. In ordine, poi, al settore dei contratti pubblici - tradizionalmente esposto al rischio di ingerenze da parte delle organizzazioni criminali - le verifiche poste in essere dalla commissione di indagine hanno disvelato una situazione di diffusa mala gestio e di allarmante disordine amministrativo, rilevata anche dall'Autorita' nazionale anticorruzione a seguito di una visita ispettiva esperita nel 2016 ai sensi dell'art. 213 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. In particolare, sono stati riscontrati il metodico ricorso a proroghe illegittime e, segnatamente, il sistematico «frazionamento» del valore degli appalti in violazione dell'art. 35, comma 6, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Inoltre, con specifico riferimento agli affidamenti di lavori, servizi e forniture, e' stato acclarato che l'ente ha omesso di svolgere, accertamenti antimafia, non ponendo in essere le cautele necessarie ad impedire illecite interferenze da parte di sodalizi malavitosi, ben radicati ed attivi in quel contesto territoriale. Nella relazione del Prefetto viene infine fatta menzione di diversi lavori e servizi comunali aggiudicati - a seguito di procedure connotate da rilevanti, ripetuti profili di illegittimita' - a ditte i cui rappresentanti legali e dipendenti annoverano legami con la criminalita' organizzata. In particolare, una delle ditte in parola, concessionaria del servizio di igiene urbana, a luglio 2016 e' stata autorizzata dal sindaco ad utilizzare gratuitamente un'area di proprieta' comunale per lo stazionamento dei veicoli adibiti alla raccolta ed al trasbordo dei rifiuti solidi urbani. Sennonche', l'area in argomento e' stata ritenuta non idonea dalla competente azienda sanitaria locale ed a marzo dello scorso anno e' stata altresi' sottoposta a sequestro per le gravissime criticita' di natura ambientale riscontrate a seguito di un controllo di Polizia. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto di Napoli hanno evidenziato una serie di condizionamenti dell'amministrazione comunale di Caivano, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in considerazione dei fatti suesposti si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa ancora esprimersi in occasione delle prossime consultazioni elettorali. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla legge per la gestione straordinaria consente inoltre l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato puo' intervenire anche quando sia gia' disposto lo scioglimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della richiamata misura di rigore nei confronti del comune di Caivano (Napoli), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' e al recupero delle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 23 aprile 2018 Il Ministro dell'interno: Minniti