(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Scorrano (Lecce), i cui organi elettivi  sono  stati
rinnovati nelle consultazioni  amministrative  dell'11  giugno  2017,
presenta forme d'ingerenza da parte della  criminalita'  organizzata,
che  compromettono  la  libera   determinazione   e   l'imparzialita'
dell'amministrazione nonche' il buon andamento e il funzionamento dei
servizi, con grave pregiudizio  per  lo  stato  dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    Il 17 giugno 2019, a conclusione di un'articolata  operazione  di
polizia giudiziaria denominata «Tornado», il giudice per le  indagini
preliminari presso il Tribunale  di  Lecce  ha  emanato  un'ordinanza
applicativa di  misure  cautelari  che  ha  condotto  all'arresto  di
diversi esponenti di una potente  consorteria  locale,  riconducibile
all'organizzazione criminale nota come «sacra corona unita». 
    Gli accertamenti esperiti dagli organi inquirenti hanno messo  in
luce l'esistenza di un vero e proprio  accordo  in  forza  del  quale
alcuni affiliati alla citata consorteria - in cambio  della  promessa
dell'aggiudicazione  di  appalti  e  servizi  comunali  -   avrebbero
assicurato il proprio sostegno in favore del  candidato  sindaco  poi
effettivamente eletto a seguito  delle  consultazioni  amministrative
del 2017, attualmente sottoposto a indagini  per  il  reato  previsto
dagli articoli 110 e 416-bis del codice penale. 
    Dalle risultanze investigative e' altresi'  emerso  il  ruolo  di
intermediazione svolto  da  un  soggetto  -  anch'egli  indagato  per
concorso esterno in associazione di tipo mafioso - definito «uomo  di
fiducia» del sindaco e dipendente di  un'impresa  amministrata  dallo
stesso primo cittadino, destinataria di un provvedimento interdittivo
antimafia, a luglio 2019. 
    In considerazione delle descritte, gravi vicende, il prefetto  di
Lecce, con decreto del 29 luglio 2019, ha disposto  l'accesso  presso
il comune, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18  agosto
2000, n. 267. 
    Al termine delle indagini, la commissione incaricata dell'accesso
ha depositato le proprie conclusioni, sulla  scorta  delle  quali  il
prefetto - sentito nella seduta  del  25  ottobre  2019  il  comitato
provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato  con  la
partecipazione  del  procuratore  della  Repubblica  di  Lecce  -  ha
trasmesso,  il  successivo  28  ottobre,  l'allegata  relazione,  che
costituisce parte integrante della presente proposta, nella quale  si
da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi
su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori  locali  con
la criminalita' organizzata  e  su  forme  di  condizionamento  degli
stessi, riscontrando,  pertanto,  i  presupposti  per  l'applicazione
dell'indicato art. 143. 
    Il Comune di Scorrano - piccolo centro salentino con  un'economia
a  vocazione  essenzialmente  agricola  -  si  colloca  in   un'aerea
caratterizzata dalla radicata presenza  della  consorteria  coinvolta
nella summenzionata operazione «Tornado» - che esercita un  capillare
controllo del territorio con  il  ricorso  a  metodi  particolarmente
violenti, quali aggressioni fisiche e attentati dinamitardi - nonche'
di un altro sodalizio di tipo mafioso, capeggiato da  un  personaggio
di primo piano della «sacra corona imita» ad oggi latitante. 
    Il  tale  contesto,  il  prefetto  si   sofferma   sulla   figura
dell'organo di vertice dell'ente, il  quale  ha  ripetutamente  fatto
parte del consiglio comunale di Scorrano dal 1993 al 2017. 
    Piu' nel dettaglio, le risultanze della richiamata operazione  di
polizia «Tornado» hanno fatto emergere che l'amministratore in parola
si era impegnato a ricompensare l'appoggio elettorale, assicurato dal
clan localmente egemone, mediante la  promessa  dell'affidamento  del
servizio di gestione di un parco comunale  con  annesso  chiosco  bar
nonche' del servizio di gestione di alcuni parcheggi a  pagamento  in
corso di realizzazione nella  zona  adiacente  l'ospedale,  il  campo
sportivo e la piazza. 
    In  relazione   a   tale   vicenda,   il   prefetto   stigmatizza
l'atteggiamento  di  sfavore  dell'ente  nei  confronti  della  ditta
aggiudicataria nel 2016 - in costanza della pregressa consiliatura  -
della gestione quinquennale del  citato  parco  comunale  nonche'  la
circostanza   che   la   ditta   in   questione   aveva    rinunciato
all'aggiudicazione a seguito della chiusura del  parco  disposta  dal
sindaco con ordinanza di marzo 2018. 
    Nel provvedimento applicativo  di  misure  cautelari  emesso  dal
giudice per le indagini preliminari  presso  il  Tribunale  di  Lecce
viene inoltre  posto  in  rilievo  che,  nel  corso  di  un  incontro
svoltosi, ad aprile 2018, alla presenza del sindaco  e  di  un  altro
esponente della compagine di Governo del comune  nonche'  del  citato
«uomo  di  fiducia»  del  sindaco,  alcuni  elementi  apicali   della
consorteria territorialmente dominante -  uno  dei  quali  armato  di
fucile  -  avevano  rivolto  al  primo  cittadino  gravi  minacce  di
ritorsione, in quanto la promessa di affidamento dei predetti servizi
comunali non aveva ancora trovato attuazione. 
    In proposito, il prefetto sottolinea altresi' che  il  successivo
26  maggio  veniva  compiuto  un  attentato  dinamitardo  nei  pressi
dell'abitazione del sindaco, il quale aveva tuttavia omesso di  farne
denuncia alle forze dell'ordine. 
    In   base   alle   risultanze    investigative,    la    promessa
dell'affidamento della gestione del parco comunale non ha  poi  avuto
concreta realizzazione, a  causa  delle  difficolta'  incontrate  sia
nella predisposizione di una procedura di aggiudicazione idonea  allo
scopo sia nell'individuazione di un «prestanome» della consorteria al
quale assegnare formalmente l'affidamento. 
    Le  verifiche  espletate  dalla  commissione  di  indagine  hanno
disvelato ulteriori episodi emblematici della  vicinanza  dell'organo
di vertice dell'ente a esponenti  della  criminalita'  organizzata  e
della  conseguente  permeabilita'  dell'amministrazione  comunale  ai
pregiudizievoli condizionamenti dei sodalizi locali. 
    Segnatamente,  il  prefetto  rimarca  che  in   occasione   delle
celebrazioni della santa patrona di Scorrano il  primo  cittadino  si
era fermato proprio presso lo stand dell'esponente di  vertice  della
consorteria da cui aveva ricevuto il sostegno elettorale, il quale si
e' a lui avvicinato «baciandolo pubblicamente». 
    Gli esiti  dell'attivita'  investigativa  sfociata  nell'adozione
dell'ordinanza cautelare da cui  e'  scaturito  l'accesso  hanno  poi
messo in luce che il sindaco - per  il  tramite  dell'intermediazione
del sopra menzionato «uomo di fiducia» - aveva  chiesto  l'intervento
di  alcuni  affiliati  alla  piu'  volte   citata   consorteria   per
intercedere nei confronti di un dipendente  comunale,  con  il  quale
erano insorte divergenze in  ordine  alle  modalita'  di  svolgimento
delle mansioni affidategli. Al riguardo, il prefetto evidenzia che il
dipendente in parola e' a sua volta  considerato  contiguo  all'altro
sodalizio di tipo mafioso radicato  nel  territorio,  capeggiato  dal
summenzionato personaggio di primo piano della «sacra  corona  unita»
attualmente latitante. 
    Per quanto concerne  l'attivita'  di  gestione  posta  in  essere
dall'amministrazione comunale, la commissione di indagine ha preso in
esame gli affidamenti di lavori e servizi  disposti  dal  2017  e  ha
riscontrato la sistematica violazione del patto di legalita', con  il
quale  l'ente  si  era  impegnato  a  richiedere  la   certificazione
antimafia anche per gli affidamenti sotto soglia.  La  relazione  del
prefetto evidenzia inoltre che dal  2016  -  anno  in  cui  e'  stata
istituita  la  banca  dati  nazionale  unica  per  la  documentazione
antimafia - l'amministrazione comunale ha trasmesso  alla  prefettura
di Lecce solamente sei richieste di controllo antimafia, a fronte  di
un numero molto piu' elevato di procedure di appalto avviate. 
    Con  riferimento  al   settore   socio-assistenziale,   in   sede
ispettiva, sono state rilevate diffuse anomalie  e  illegittimita'  -
tra cui l'erogazione  di  contributi  in  assenza  della  necessaria,
preventiva  formazione  di  una  graduatoria,  cosi'  come   peraltro
prescritto  dai  regolamenti   comunali   -   nonche'   la   ripetuta
interferenza degli  organi  elettivi  nelle  decisioni  riservate  ai
dirigenti, in contrasto con il generale principio di separazione  tra
funzioni di indirizzo politico e funzioni gestionali. 
    In proposito, assume rilevanza emblematica la circostanza che tra
i beneficiari di contributi assistenziali e di assegni economici  per
servizio  civico  erogati  dall'amministrazione   comunale   figurano
soggetti pregiudicati per  gravi  reati  ovvero  vicini  ad  ambienti
criminali per rapporti familiari o di frequentazione. 
    Le  verifiche  espletate  dalla  commissione  di  indagine  hanno
disvelato gravi illegittimita' anche in ordine  alla  gestione  della
festivita' della santa patrona che si svolge con  cadenza  annuale  e
per la cui organizzazione il comune si avvale di  un'associazione  di
volontariato, della quale  fanno  parte  alcuni  stretti  parenti  di
persone affiliate o contigue a consorterie di tipo mafioso. 
    Piu' nel dettaglio,  e'  emerso  che  la  predetta  associazione,
benche' beneficiaria di contributi economici, non ha  mai  presentato
progetti  preventivi  o  rendicontazioni  a  consuntivo  delle  spese
effettuate - in violazione  dei  generali  principi  di  contabilita'
pubblica e delle disposizioni regolamentari dell'ente -  e,  in  piu'
occasioni, ha provveduto  a  riscuotere  direttamente  la  tassa  per
l'occupazione di suolo pubblico e gli altri tributi  locali  relativi
alla festivita' in argomento, in difetto di  qualsiasi  controllo  da
parte dell'amministrazione comunale. 
    Il prefetto  evidenzia  inoltre  che  il  servizio  di  noleggio,
installazione e manutenzione delle luminarie per  la  festivita'  del
2019 e' stato affidato - a seguito  di  una  procedura  connotata  da
molteplici profili di irregolarita' - a tre ditte che annoverano  tra
i  propri  dipendenti  soggetti  controindicati,  tra  i   quali   un
condannato per il delitto di cui all'art. 416-bis del codice penale. 
    Sempre con riferimento alla festivita' in parola, e'  emerso  che
nel 2018 e  nel  2019  le  concessioni  per  l'occupazione  di  suolo
pubblico sono state rilasciate - senza che fosse stato in  precedenza
pubblicato un bando di gara - anche in favore di pregiudicati. 
    Negli stessi anni la gestione delle aree di parcheggio  e'  stata
affidata - per il tramite dell'associazione di volontariato di cui si
e' detto - a una ditta per la quale hanno prestato la  propria  opera
persone contigue alla  consorteria  localmente  dominante  e  il  cui
titolare e' legato da stretti vincoli  di  affinita'  a  un  soggetto
coinvolto nella citata operazione di polizia giudiziaria «Tornado». 
    Riferisce ancora il prefetto  che  due  delle  imprese  che  -  a
decorrere  dal  2017  -  hanno  ottenuto  l'autorizzazione   comunale
all'accensione di fuochi artificiali nel corso  della  festivita'  in
questione sono risultate destinatarie di  provvedimenti  interdittivi
antimafia, adottati dalla prefettura di Lecce, rispettivamente, il 25
giugno e il 18 ottobre dello scorso anno. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale  di  Scorrano  (Lecce),
volti a perseguire fini diversi da quelli  istituzionali,  che  hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale nonche' il pregiudizio degli interessi  della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Scorrano
(Lecce) ai sensi dell'art. 143 del decreto  legislativo  n.  267  del
2000. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale  si  rende  necessario  che  la   durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 15 gennaio 2020 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese