(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Saint-Pierre (Aosta), i cui  organi  elettivi  sono
stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  del  10  maggio
2015, sono state  riscontrate  forme  di  ingerenza  da  parte  della
criminalita' organizzata, che compromettono la libera  determinazione
e l'imparzialita' degli organi elettivi nonche' il buon  andamento  e
il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la
sicurezza pubblica. 
    Il 23 gennaio 2019 i  carabinieri  del  gruppo  di  Aosta  e  del
reparto anticrimine di Torino hanno dato esecuzione ad una  ordinanza
di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le  indagini
preliminari di Torino,  nei  confronti  di  sedici  persone  ritenute
responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso
in  associazione  di  tipo  mafioso,   tentato   scambio   elettorale
politico-mafioso,  estorsione  aggravata  in  concorso,  traffico  di
sostanze  stupefacenti  in  concorso,  associazione  finalizzata   al
traffico di sostanze stupefacenti in concorso, detenzione illegale di
armi e altro. Tra i destinatari  della  menzionata  misura  cautelare
figura anche un amministratore del Comune di Saint-Pierre,  dimessosi
dalla carica il successivo 1° febbraio. 
    Alla luce delle risultanze della citata operazione giudiziaria il
Presidente della Regione autonoma della Valle d'Aosta -  con  decreto
del 27 marzo 2019, successivamente prorogato - ha  disposto  per  gli
accertamenti di rito l'accesso presso il suddetto  comune,  ai  sensi
dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18  agosto  2000,  n.
267. 
    In  esito  all'indagine  ispettiva  la   commissione   incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui
risultanze il Presidente della Regione autonoma della Valle  d'Aosta,
sentito nella seduta dell'8 novembre 2019 il comitato provinciale per
l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del
procuratore  della  Repubblica  di  Aosta,  ha  trasmesso  l'allegata
relazione, che costituisce parte integrante della presente  proposta,
in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi su collegamenti diretti  e  indiretti  degli  amministratori
locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme  di
condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per
l'applicazione delle misure di cui al richiamato art. 143 del decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    Il Comune di Saint-Pierre, di ridotte dimensioni demografiche, e'
collocato nell'area centrale della Valle d'Aosta, regione nella quale
la presenza  e  l'operativita'  di  associazioni  criminali  di  tipo
'ndranghetistico, come accertato all'esito di  indagini  giudiziarie,
e' da tempo risalente. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre  all'andamento  gestionale  dell'amministrazione  comunale,  la
cornice criminale e il locale  contesto  ambientale  ove  si  colloca
l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e
le locali consorterie e hanno evidenziato come l'uso  distorto  della
cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di  soggetti
o imprese collegati direttamente o indirettamente  all'organizzazione
criminale egemone. 
    La relazione prodotta ai sensi dell'art. 143, comma 3  T.U.O.E.L.
sulla base delle  risultane  dell'indagine  giudiziaria  analizza  il
profilo  del  citato   amministratore   destinatario   dell'ordinanza
cautelare, il cui coniuge annovera stretti rapporti di frequentazione
con  esponenti  della   locale   consorteria   mafiosa.   Lo   stesso
provvedimento  cautelare  evidenzia  l'appoggio  elettorale  che   il
sodalizio criminoso ha assicurato al citato amministratore ponendo in
rilievo che, sebbene  si  sia  candidato  per  la  prima  volta  alle
elezioni amministrative del 2015, senza alcuna precedente  esperienza
politica, e' risultato il secondo candidato piu' votato  della  lista
di appartenenza. 
    La  relazione  della  commissione  d'indagine  si  sofferma   sui
comportamenti tenuti dall'esponente politico in argomento, ponendo in
rilievo la sua tendenza - in violazione del principio di  separazione
dei poteri di indirizzo e programmazione, da quelli  gestionali  -  a
ingerirsi nelle attivita' di  gestione,  invadendo  anche  ambiti  di
competenza di altri amministratori con i quali, nel tempo, i rapporti
si sono via via deteriorati. 
    Nel corso delle audizioni disposte dalla  commissione  d'indagine
e' altresi' emerso come alcuni  componenti  dell'organo  esecutivo  e
dell'apparato burocratico si fossero rivolti al primo cittadino e  al
vice sindaco per segnalare le difficolta' insorte nello  svolgere  le
proprie funzioni proprio  a  causa  delle  ingerenze  del  menzionato
amministratore; tuttavia, pur a fronte di tali doglianze, gli  organi
di vertice omettevano di porre  in  essere  un  qualsiasi  intervento
risolutivo. 
    Dalla relazione emerge che, addirittura, la locale organizzazione
criminale e' intervenuta a supporto dell'indicato amministratore  per
risolvere i rapporti conflittuali insorti  con  gli  altri  esponenti
della compagine politica comunale, che contestavano il  suo  operato,
al fine di farli desistere dalle rimostranze. 
    Tali    vicende    sono    sintomatiche    del    condizionamento
dell'amministrazione in  quanto  rivelano  un  assoggettamento  degli
organi apicali nei confronti dell'amministratore -  che  come  emerge
dalla  relazione  si  era  reso   tramite   degli   interessi   della
criminalita' organizzata - non avendo assunto alcuna  iniziativa  per
contrastare  le  interferenze  lamentate  da  altri  esponenti  della
compagine elettiva e dell'apparato gestionale. 
    Ulteriore elemento che conferma il soggiacere del primo cittadino
ai desiderata del medesimo amministratore e' rappresentato dalla  sua
nomina nella locale  pro-loco,  atteso  che  -  pur  a  fronte  delle
numerose resistenze all'interno del consiglio comunale su tale nomina
- il sindaco ha comunque provveduto al conferimento dell'incarico. 
    Gli accertamenti svolti dall'organo ispettivo presso  gli  uffici
comunali hanno consentito  di  far  emergere  specifici  episodi  che
rivelano le ingerenze della criminalita'  organizzata  sull'attivita'
amministrativa e sulla gestione dell'ente, tese a  favorire  soggetti
vicini alla compagine criminale. 
    Viene in particolare posta  all'attenzione  la  vicenda  relativa
all'appalto per il servizio di taxi bus, in scadenza nel giugno 2016,
affidato ad una societa' il cui socio accomandatario e'  uno  stretto
parente di un esponente  dell'organizzazione  criminale  operante  in
Saint-Pierre. 
    La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo come la
compagine criminale si sia interessata alle vicende  dell'appalto  in
questione trovando, anche in questo caso,  nel  richiamato  esponente
politico un affidabile ed efficiente punto di riferimento all'interno
dell'amministrazione comunale. 
    La  relazione   del   Presidente   della   Regione   rivela   che
all'approssimarsi   della   scadenza   contrattuale   il   menzionato
amministratore, pur non essendo  titolare  di  attribuzioni  in  tale
settore, avuta  conoscenza  della  volonta'  dell'amministrazione  di
bandire una  nuova  gara  per  l'affidamento  del  servizio,  si  sia
fattivamente attivato in favore dell'indicata  ditta  appaltatrice  -
come attestato da fonti tecniche di prova -  chiedendo  notizie  agli
altri esponenti  della  compagine  politica  locale  in  merito  alle
modalita' di  rinnovo  dell'appalto  del  servizio,  incontrandosi  e
confrontandosi con esponenti di spicco  della  locale  organizzazione
criminale,  tenuti  costantemente  informati  dell'evoluzione   della
procedura. 
    La  stessa  relazione   evidenzia   inoltre   che   la   societa'
appaltatrice ha ottenuto la proroga  di  un  anno  del  contratto  di
appalto. 
    Viene altresi' rappresentato, significativamente, come anomalie e
irregolarita' concernenti tale  affidamento  siano  continuate  anche
dopo che l'appalto e' stato aggiudicato ad altra impresa, atteso  che
il servizio viene svolto dalla ditta affidataria senza che sia  stato
preventivamente sottoscritto il  contratto,  come  invece  impone  la
normativa in materia. Rileva soprattutto la circostanza che nel corso
delle audizioni disposte dalla commissione d'accesso sia  emerso  che
il precedente appaltatore  avrebbe  esercitato  pressioni  sul  nuovo
affidatario per svolgere al suo posto il servizio di taxi bus  e  che
quest'ultimo, intimorito da tale richiesta, si  fosse  rivolto  a  un
componente dell'organo esecutivo, sollecitando controlli sul servizio
in modo da neutralizzare le  ingerenze  del  citato  ex  appaltatore.
Nonostante tale grave segnalazione, l'amministrazione comunale non si
e' in alcun modo attivata affinche' fosse assicurato il rispetto  dei
principi di legalita'. 
    Le  notizie  acquisite  dall'organo  ispettivo  trovano  fattuale
riscontro nei successivi controlli effettuati nel corso  dell'accesso
dai quali e' emerso che, sebbene come gia'  precisato  l'appalto  sia
stato  affidato  ad  altra  societa',  il  mezzo  utilizzato  per  il
trasporto degli alunni e' di proprieta'  dell'ex  appaltatore  -  tra
l'altro il veicolo risulta privo di assicurazione -  circostanza  che
attesta come l'affidatario cessato continui,  di  fatto,  a  svolgere
illegittimamente il servizio. 
    La  commissione  d'indagine  ha  verificato   anche   l'attivita'
dell'ufficio anagrafe,  rilevando  irregolarita'  nella  gestione  di
alcuni procedimenti concernenti  il  rilascio  di  autorizzazioni  di
soggiorno permanente. In particolare viene segnalato che  il  coniuge
di un esponente  di  vertice  della  locale  consorteria  mafiosa  ha
ottenuto  un'attestazione  di  soggiorno  permanente  per   cittadini
comunitari in assenza dei requisiti previsti dalla legge. 
    Le verifiche disposte al riguardo dalle forze  dell'ordine  hanno
accertato  che  il   permesso   e'   stato   rilasciato   a   seguito
dell'interessamento del piu' volte  citato  amministratore  coinvolto
nell'indagine giudiziaria in argomento che, anche in questo caso,  e'
intervenuto,  interferendo  illegittimamente   sull'attivita'   degli
uffici comunali. 
    Elementi che attestano una  gestione  amministrativa  avulsa  dal
rispetto delle regole sono emersi  anche  all'esito  delle  verifiche
disposte su alcuni beni comunali. L'organo ispettivo ha  esaminato  i
relativi contratti di locazione riscontrando che  alcune  autorimesse
comunali sono condotte in locazione da persone, legate da rapporti di
coniugio o stretta affinita' con il gia' citato capo cosca,  che  non
provvedono al pagamento del relativo canone. In un caso, pur a fronte
di  tale  situazione   debitoria,   l'amministrazione   comunale   ha
addirittura proceduto al rinnovo del contratto giunto a scadenza. 
    Viene   stigmatizzato   a   tal   proposito   che    i    vertici
dell'amministrazione  comunale,  sebbene  consapevoli   della   grave
morosita', non hanno intrapreso  alcuna  azione  ne'  hanno  adottato
indirizzi  nei  confronti  degli  uffici  competenti   affinche'   la
situazione debitoria venisse sanata. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del Presidente della Regione autonoma  della
Valle  d'Aosta  hanno   rivelato   una   serie   di   condizionamenti
dell'amministrazione comunale di  Saint-Pierre,  volti  a  perseguire
fini diversi  da  quelli  istituzionali,  che  hanno  determinato  lo
svilimento e la  perdita  di  credibilita'  dell'istituzione  locale,
nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo
necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione
dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di  Saint-Pierre
(Aosta), ai sensi dell'art. 143 del  decreto  legislativo  18  agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 30 gennaio 2020 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese