(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Amantea (Cosenza), i cui organi elettivi sono  stati
rinnovati nelle consultazioni  amministrative  dell'11  giugno  2017,
presenta  forme  d'ingerenza  della  criminalita'   organizzata   che
compromettono   la   libera    determinazione    e    l'imparzialita'
dell'amministrazione nonche' il buon andamento e il funzionamento dei
servizi, con grave pregiudizio  per  lo  stato  dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    Alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto  nei
confronti dell'ente, il prefetto  di  Cosenza,  con  decreto  del  12
aprile 2019, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso  presso
il comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,
per gli accertamenti di rito. 
    Al termine delle indagini effettuate, la  commissione  incaricata
dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle
quali il prefetto - sentito nella seduta  del  14  novembre  2019  il
comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato
con la partecipazione del procuratore della Repubblica di Paola e del
procuratore  della  Repubblica  aggiunto  vicario   della   direzione
distrettuale  antimafia  di  Catanzaro  -  ha  trasmesso   l'allegata
relazione in data 24 novembre 2019, che costituisce parte  integrante
della presente proposta, nella quale si da' atto della sussistenza di
concreti, univoci e rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  e
indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata  e  su
forme di condizionamento  degli  stessi,  riscontrando,  pertanto,  i
presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di  cui  al
menzionato art. 143. 
    I lavori svolti dall'organo ispettivo hanno  preso  in  esame  la
cornice criminale e il contesto  ambientale  nonche'  il  complessivo
andamento gestionale dell'amministrazione, con  particolare  riguardo
ai  rapporti  tra  gli  amministratori  e  le  consorterie   mafiose,
evidenziando  come  l'uso  distorto  della  cosa  pubblica   si   sia
concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati  direttamente
o indirettamente ad ambienti della criminalita' organizzata. 
    Il Comune di Amantea - situato  sulla  costa  del  basso  Tirreno
cosentino, con  un'economia  a  vocazione  essenzialmente  turistica,
agricola e commerciale - insiste in un'area territoriale  in  cui  e'
stata giudizialmente accertata la radicata presenza  di  una  potente
consorteria  mafiosa,  caratterizzata  da  una  forte  capacita'   di
penetrazione nel tessuto economico e politico. 
    Il prefetto evidenzia che le risultanze di operazioni di  polizia
giudiziaria hanno disvelato i collegamenti tra  personaggi  di  primo
piano della 'ndrangheta locale ed esponenti di passate  compagini  di
governo dell'ente, tra i quali, in particolare, un  soggetto  che  ha
ricoperto la carica di primo cittadino del comune dal 1997  al  2005,
condannato in via definitiva per voto di scambio politico-mafioso  in
relazione alle consultazioni elettorali  svoltesi  nel  2005  per  il
rinnovo del consiglio regionale nonche' destinatario, a ottobre 2018,
di un provvedimento di sequestro di  beni  ai  fini  della  confisca,
emesso dal  tribunale  di  Catanzaro  su  proposta  della  competente
direzione distrettuale antimafia. 
    Nella relazione si stigmatizza la circostanza  che  in  occasione
delle ultime consultazioni amministrative  l'ex  primo  cittadino  in
questione ha assicurato il proprio sostegno  in  favore  della  lista
collegata al candidato sindaco che risultera' poi eletto;  il  citato
ex  amministratore  e'  attualmente  imputato  -  unitamente   a   un
consigliere comunale di maggioranza, dimessosi ad agosto 2017  -  dei
delitti di voto di scambio in concorso e tentata estorsione aggravata
in concorso,  che  secondo  l'impianto  accusatorio  sarebbero  stati
commessi proprio in relazione alle elezioni amministrative del 2017. 
    Gli accertamenti esperiti dalla  commissione  di  indagine  hanno
altresi' fatto emergere che, dal 1995 a oggi,  l'attuale  sindaco  ha
quasi  ininterrottamente  fatto  parte  della  compagine  di  governo
dell'ente e per  ben  tre  volte  -  a  seguito  delle  consultazioni
amministrative del 1997, 1999 e 2004 - e' stato eletto alla carica di
consigliere comunale dopo essersi candidato in una  lista  capeggiata
dal menzionato ex primo cittadino. 
    Anche altri quattro  esponenti  dell'amministrazione  eletta  nel
2017  -  tra  i  quali  il  consigliere  dimessosi  a  seguito  della
menzionata operazione di polizia giudiziaria  -  hanno  ricoperto  la
carica di consigliere comunale di maggioranza in passate consiliature
con al vertice l'ex sindaco. 
    In tale contesto, il prefetto pone in  rilievo  i  pregiudizi  di
natura penale di amministratori e dipendenti  comunali  ed  evidenzia
che tra gli esponenti dell'apparato  burocratico  dell'ente  figurano
persone vicine ad  ambienti  criminali  per  rapporti  di  parentela,
affinita' o frequentazione. 
    A  seguito  dell'accesso  e'  stato   riscontrato   che   tra   i
sottoscrittori  di  entrambe  le  liste  di  candidati  alle   ultime
consultazioni figurano persone vicine ad ambienti della  criminalita'
o a questi legate per rapporti di parentela o frequentazione; inoltre
l'organo ispettivo ha verificato che alcuni degli scrutatori nominati
in via diretta dalla commissione  comunale  elettorale  in  occasione
delle consultazioni per l'elezione  dell'amministrazione  attualmente
in carica nonche' di quelle per il rinnovo  del  Parlamento  europeo,
hanno stretti  vincoli  familiari  con  personaggi  di  spicco  delle
consorterie locali. 
    Con riferimento all'attivita' gestionale presa in esame  in  sede
ispettiva, assume rilevanza emblematica della permeabilita' dell'ente
alla pregiudizievole  ingerenza  della  criminalita'  organizzata  la
vicenda relativa a un'associazione operante  nel  settore  sociale  e
accreditata  presso  il  competente  dipartimento  regionale  per  la
gestione di un centro diurno per  minori  in  difficolta',  sito  nel
territorio comunale. 
    Riferisce  il  prefetto  che  la  citata  associazione  e'  stata
destinataria di un'informazione interdittiva antimafia, emessa  dalla
prefettura di Cosenza a febbraio 2017. Il  commissario  straordinario
del comune, insediatosi a gennaio dello stesso anno, aveva compulsato
la  struttura  comunale,  avendo  avuto  notizia  della  sopravvenuta
informazione interdittiva, affinche'  disponesse  una  consequenziale
verifica. Di  contro  il  dirigente  competente  escludeva  di  avere
documentazione agli  atti,  rappresentando,  in  modo  singolare,  al
segretario  comunale  che  la  competenza  dell'amministrazione   era
limitata a verificare solo l'effettivo stato di bisogno dei minori da
inserire  nel  centro   semiresidenziale.   Il   medesimo   dirigente
ulteriormente incalzato dal commissario straordinario comunicava  che
si sarebbe attivato per acquisire la  documentazione  ostativa  senza
tuttavia dare seguito a tale  intento.  Soltanto  a  maggio  2019,  a
distanza di oltre due anni e successivamente  all'insediamento  della
commissione  di  indagine,  l'ente  ha   intrapreso   le   prescritte
iniziative  conseguenti  all'emissione  della   citata   informazione
interdittiva antimafia.  La  vicenda  risulta  ancor  piu'  grave  ed
emblematica se si considera che  il  provvedimento  interdittivo  era
stato adottato nei  confronti  dell'associazione  in  parola  proprio
perche' considerata, di fatto, riconducibile a quello stesso ex primo
cittadino del comune di Amantea, di cui si e' gia' fatta  piu'  volte
menzione. 
    L'organo ispettivo ha quindi preso in considerazione le modalita'
di gestione di un progetto finalizzato all'erogazione di contributi e
prestazioni  assistenziali  in  favore  di  dipendenti  e  pensionati
pubblici non autosufficienti e di loro  familiari,  al  quale  l'ente
aveva  aderito  -  in  qualita'  di  capofila  dei  comuni   compresi
nell'ambito territoriale sociale n. 3 - a seguito di  apposito  bando
pubblicato dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS),  per
il periodo dal 1° luglio 2017  al  31  dicembre  2018  e  in  seguito
prorogato fino al 30 giugno 2019. 
    Dall'approfondimento sono emerse gravi anomalie e irregolarita' -
stigmatizzate  anche   dall'INPS   in   sede   di   controllo   sulla
rendicontazione - riferite  agli  esorbitanti  costi  gestionali  del
progetto sia alle procedure poste in essere  per  l'erogazione  delle
prestazioni assistenziali. 
    Gli accertamenti espletati dalla commissione  di  indagine  hanno
altresi' messo in luce i collegamenti tra  un  esponente  di  vertice
della  criminalita'  organizzata   locale   e   un   consigliere   di
amministrazione di una delle societa' incaricate  dell'erogazione  di
prestazioni assistenziali alla persona in attuazione del progetto  in
argomento, individuate  dal  comune  a  seguito  di  avviso  pubblico
approvato con determina dirigenziale nel giugno 2017. 
    Peraltro, e' anche emerso che la predetta societa' annovera tra i
propri  dipendenti  un  soggetto  controindicato,  gia'   sorvegliato
speciale di P.S., nonche' coinvolto nella  menzionata  operazione  di
polizia giudiziaria «Nepetia». 
    La stessa societa' ha partecipato alla gara per l'affidamento del
servizio di manutenzione e decoro urbano -  indetta  dal  comune  nel
marzo  2018  -  indicando  come  «impresa   ausiliaria»   una   ditta
successivamente destinataria di informazione interdittiva  antimafia,
emessa dalla prefettura di Cosenza ad agosto dello stesso anno. 
    Rileva  inoltre  che  l'impresa   in   argomento   e'   risultata
beneficiaria di ulteriori affidamenti di lavori e  servizi  comunali,
in relazione ai quali l'ente  ha  omesso  di  espletare  i  controlli
antimafia, in violazione dell'atto di indirizzo adottato a marzo 2017
dall'allora  commissario  straordinario,  volto   ad   acquisire   le
informazioni antimafia anche in deroga alle soglie di cui all'art. 91
del codice antimafia. 
    Viene altresi' rilevato che un'altra delle societa' incaricate di
provvedere all'erogazione di servizi assistenziali alla  persona,  in
attuazione del richiamato progetto, era  stata  destinataria  di  una
c.d. informazione antimafia atipica,  adottata  dalla  prefettura  di
Caserta a ottobre 2012. 
    Le risultanze dell'accesso hanno poi evidenziato che, a  novembre
2018, il sindaco con propri provvedimenti ha accolto tre  istanze  di
autorizzazione al trasporto di salme in un  immobile  risultato  -  a
seguito di un controllo esperito  nel  successivo  mese  di  dicembre
congiuntamente da carabinieri, polizia  locale  e  azienda  sanitaria
provinciale - privo dei necessari titoli abilitativi per poter essere
adibito a «casa funeraria». 
    Rimarca in proposito il prefetto che, solo a seguito del predetto
controllo, il comune ha  adottato  un  provvedimento  di  divieto  di
utilizzo  come   «casa   funeraria»   dell'immobile   in   argomento,
riconducibile a un'agenzia di onoranze funebri il cui  amministratore
unico  e'  uno  stretto  parente  dell'esponente  di  vertice   della
organizzazione mafiosa locale di cui gia' si e' fatta menzione. 
    Parimenti, soltanto a  marzo  2019  il  comune  ha  richiesto  le
informazioni antimafia nei confronti dell'agenzia di onoranze funebri
in parola, in violazione  del  citato  atto  di  indirizzo  del  2017
adottato dal commissario straordinario. 
    Sotto il profilo economico e tributario,  le  indagini  ispettive
hanno rivelato una situazione di grave precarieta'  dell'ente  -  che
attualmente versa in stato di dissesto  finanziario,  dichiarato  dal
commissario  straordinario  con  deliberazione  di  aprile   2017   -
unitamente a una condizione di generalizzato disordine amministrativo
e a una scarsa capacita' di riscossione delle entrate comunali. 
    Il prefetto sottolinea inoltre che in base a verifiche  espletate
dalla guardia di finanza, numerosi  immobili  classificati  come  «in
corso di costruzione»  -  con  conseguente  applicazione  di  tributi
locali parametrati al solo valore  delle  aree  fabbricabili  -  sono
stati,  in  realta',  gia'  completati  e  si  trovano  nella   piena
disponibilita' dei rispettivi proprietari,  tra  i  quali  figura  un
soggetto contiguo alla consorteria territorialmente dominante,  anche
assegnatario di un alloggio popolare in uso a terzi. 
    Le vicende analiticamente esaminate e  dettagliatamente  riferite
nella  relazione  del  prefetto   hanno   rivelato   una   serie   di
condizionamenti nell'amministrazione comunale  di  Amantea,  volti  a
perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio  dei
principi di buon andamento, imparzialita' e trasparenza, che  rendono
necessario l'intervento dello Stato  per  assicurare  il  risanamento
dell'ente. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di  scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Amantea
(Cosenza), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267  del
2000. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 7 febbraio 2020 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese