(Allegato-art. 4)
 
                               Art. 4. 
 
                 Elementi fondamentali che attestano 
               il carattere tradizionale del prodotto 
 
    L'«Amatriciana Tradizionale» vanta una spiccata tradizionalita' e
specificita'  in  considerazione  degli  ingredienti  impiegati,  del
metodo  specifico  di   preparazione   ed   anche   delle   peculiari
caratteristiche sociali ed  economiche  del  comprensorio  dei  Monti
della Laga, dai quali la preparazione trae origine. 
    In particolare  l'impiego  di  guanciale  stagionato  e  pecorino
traspongono nell'«Amatriciana  Tradizionale»  la  relazione  con  una
zootecnia estensiva che ha  caratterizzato  per  secoli  il  rapporto
dell'uomo con un territorio difficile: in passato i  pastori  locali,
nel periodo di transumanza (che li costringeva lontani da casa per un
periodo di 4 - 5 mesi, generalmente da maggio a settembre)  portavano
con se', per il loro  sostentamento,  alcuni  prodotti  di  facile  e
prolungata conservabilita' quali, appunto, il guanciale, il  pecorino
e la farina. 
    Con questi semplici ingredienti i pastori condivano e  cucinavano
con una  padella  di  ferro  dal  lungo  manico  il  loro  frugale  e
sostanzioso piatto unico di pastasciutta. 
    Rielaborando  ed  arricchendo  questa   elementare   preparazione
pastorale e con l'introduzione del  pomodoro  intervenuta  all'inizio
dell'800, la popolazione di Amatrice ha dato vita ad uno  dei  piatti
piu' conosciuti della tradizione italiana. 
    Infatti, quando alla fine del 1700 i Napoletani, tra i  primi  in
Europa, riconobbero i grandi pregi organolettici del pomodoro,  anche
gli Amatriciani, che ricadevano  nella  giurisdizione  del  Regno  di
Napoli fin dal XIII secolo, ebbero modo di apprezzarlo e  con  felice
intuizione  l'aggiunsero  al  guanciale  stagionato,  che  unito   al
formaggio pecorino, ha reso cosi' succulenta una salsa per la  pasta,
la cui fama ha varcato i confini nazionali per affermarsi anche nella
cucina internazionale. 
    La   pasta   all'«Amatriciana   Tradizionale»   (tradizionalmente
spaghetti o bucatini, ma anche pasta corta) e' il primo  piatto,  nel
mondo, per eccellenza della cucina italiana. 
    La   preparazione   e'   censita   nell'elenco    dei    prodotti
agroalimentari tradizionali della Regione Lazio. 
    Riferimenti storici: 
      per l'Abruzzo Ultra Secondo che comprendeva anche  la  zona  di
Amatrice,  la  Statistica  del  Regno  di  Napoli  fatta  stilare  da
Gioacchino Murat, nel 1811, attesta: «Le carni le piu'  usitate  sono
di ... majale» ... «Se ne fanno prosciutti, mortadelle, salsicciotti,
salsicce e sanguinacci; e del grasso, lardo,  ventresche,  moccolari,
strutto, ingoglie» ... «In Amatrice, contribuisce alla  bonta'  delle
mortadelle non tanto il modo di condirle  e  manipolarle,  quanto  il
clima e la buona carne  di  majali,  che  provvedono  alla  limitrofa
Provincia di Teramo», (da La Statistica del Regno di Napoli nel 1811.
Tomo I, pagg. 58 e 59, a cura di Domenico Demarco,  Accademia  Naz.le
dei Lincei, 1988); 
      nel 1980 Lorenzetti R. e Marinelli R. nel Il ciclo  del  maiale
in Sabina, Brads, estr. n. 9, pagg. 40 e 41, Cagliari, 1980 scrivono:
«Dalle cosce e dalle spalle si ricavano  i  prosciutti,  dalla  parte
esterna del  ventre  la  pancetta  o  ventresca,  dal  sottomento  il
guanciale» ... «Il sottomento (guanciale), si sala e si  conserva  al
fresco come il lardo; e' il segreto del sugo con cui  ad  Amatrice  e
nei dintorni si condiscono gli spaghetti divenuti  famosi  nel  mondo
ormai, anche per il forte tasso di emigrazione di queste zone»; 
      Secondino Freda nel suo articolo  «Roma  a  tavola,  curiosita'
sugli  spaghetti  alla  gricia,  all'amatriciana,  alla  carbonara  e
all'arrabbiata» apparso sulla Strenna dei  Romanisti  del  21  aprile
1983, pagg. 175 e 178,  riporta  un  commento  e  una  ricetta  sugli
Spaghetti alla gricia. Commento: «Degli  spaghetti  alla  gricia,  si
puo' dire infine, che, a buon diritto, sia per l'anzianita'  che  per
la prevalenza del condimento a base di  maiale,  possono  vantare  il
titolo di capostipite su tutte le preparazioni  consimili  venute  in
seguito, compresi i cosidetti  Spaghetti  all'amatriciana».  Ricetta:
«Spaghetti gr. 800, olio di oliva o strutto un cucchiaio, guanciale o
ventresca di maiale gr. 150, pecorino grattugiato,  pepe,  sale  q.b.
Mettete in una padellina sul fuoco l'olio o lo strutto  di  maiale  e
fate soffriggere lentamente il guanciale o la  ventresca  tagliata  a
dadini. In abbondante  acqua  leggermente  salata  fate  cuocere  gli
spaghetti. Quando essi saranno giunti  a  giusto  punto  di  cottura,
scolateli e versateci il condimento preparato aggiungendo  abbondante
pecorino  grattugiato  e  una  buona  spolverata  di  pepe  macinato.
Mescolate bene e servite subito»; 
      Corrado  Barberis  nel  suo:  Mangitalia,  la  storia  d'Italia
servita  in  tavola,  del  2010,  nel  capitolo  dedicato  al  Lazio,
paragrafo Rieti «oliardo», «lardolio», a pag. 182, esalta la  purezza
della gricia,  pur  non  nascondendo  il  valore  della  versione  al
pomodoro: «... La cucina di montagna col suo fiero lardo non  e'  mai
al riparo da qualche  incursione  della  pianta  di  Minerva  (l'olio
extravergine d'oliva nda).  Solo  l'amatriciana  e  la  sua  versione
precolombiana, la gricia priva di pomodoro, sono al di sopra di  ogni
sospetto nella loro integrale suinita'. Per il resto l'occhio montano
dell'aquila reatina a due teste ha dovuto chiudersi molto spesso.  In
compenso, proprio questa componente integralista, o  fondamentalista,
ha fatto il pieno sulle piazze di Roma per lungo tempo colonizzata da
una folla di amatriciani»; 
      dal libro quattro di MA-TRV di Cesare De Berardinis, pag.  229,
del 1932: «E il pane era la base della nutrizione  e,  con  esso,  la
pasta che veniva confezionata, dalle esperte mani delle  massaie,  in
mille modi diversi. Decantati ancor oggi i maccheroni all'Amatriciana
.... . E li apprezzo' anche Ferdinando II, quando  nel  1847,  ospite
della famiglia De Leonardis, disse a Don Nicola Leopardi, fratello di
Pier Silvestro, che con altri  giovani  delle  migliori  famiglie  di
Amatrice servirono a tavola il loro Re: «Guaglio', dammene  un  altro
piatto»; 
      Andrea Massini in Amatrice e le sue ville, del 1958, pag.  135,
riporta questa  testimonianza:  «...  gli  amatriciani  conquistarono
inizialmente Roma offrendo l'arte di una loro cucina montanara  e  la
delizia dei buoni cibi. I  loro  spaghetti  all'Amatriciana  di  fama
mondiale e  le  altre  apprezzate  raffinatezze  gastronomiche  hanno
immortalato l'Amatrice e i Matriciani»; 
      Jannattoni Livio nel suo «La cucina romana  e  del  Lazio»  del
1998, riporta la  ricetta  divulgata  dalla  Pro  loco  di  Amatrice:
«Ingredienti per 5 o 6 persone:  500  gr  di  spaghetti,  125  gr  di
guanciale, un cucchiaio di olio di oliva extravergine, un  goccio  di
vino bianco secco, 6-7 pomodori San Marzano (o 400 gr di pelati),  un
pezzetto di  peperoncino,  100  gr  di  pecorino  grattugiato,  sale.
Mettete in padella, preferibilmente di ferro, l'olio, il peperoncino,
ed il guanciale tagliato a pezzetti. La proporzione di un  quarto  di
guanciale rispetto alla  pasta  e'  tradizionale  e  sacra,  per  gli
esperti gr 125 su gr 500. Rosolare a fuoco vivo. Aggiungere il  vino.
Poi togliere dalla padella i pezzetti di guanciale,  sgocciolati  per
bene, e  tenuti  da  parte,  possibilmente  in  caldo.  In  tal  modo
resteranno piu' morbidi e saporiti,  evitando  il  rischio  di  farli
diventare troppo secchi e salati. Nella padella si uniscono invece  i
pomodori,  tagliati  a  filetti  e  privati  di  semi  (meglio  prima
sbollentarli). Aggiustare il sale, mescolare e dare qualche minuto di
fuoco. Togliere  il  peperoncino,  rimettere  dentro  i  pezzetti  di
guanciale, dare ancora una girata  alla  salsa.  Lessare  intanto  la
pasta in abbondante acqua salata. Scolarla bene, ancora al  dente,  e
versarla  in  una  terrina,  aggiungendo  il  pecorino   grattugiato.
Attendere qualche secondo e poi versare la salsa. Rigirare, e poi per
chi lo desiderasse, passare a parte altro peperoncino». 
    Eventi folkloristici: 
      dalla meta' degli anni '60, l'ultimo fine settimana  di  agosto
la  citta'  di  Amatrice   organizza   la   Sagra   degli   spaghetti
all'«Amatriciana» che rappresenta un importante momento  di  connubio
fra  gastronomia  e  turismo,  richiamando  nella  zona  migliaia  di
persone; 
      il 29 agosto 2008, e' stato dedicato un francobollo,  policromo
e dentellato, emesso dalla Repubblica italiana, del  valore  di  0,60
euro,   che   rappresenta   gli    «Ingredienti    degli    spaghetti
all'amatriciana e la citta' di Amatrice».