(all. 1 - art. 1) (parte 1)
                          Norma italiana
               Impianti a gas per uso domestico               UNI
   CIG         alimentati da rete di distribuzione            7129
            Progettazione, installazione e manutenzione
Gas plants for domestic use fed by network distribution - Design, in-
stallation and maintenance
                                 SOMMARI0
1.     Generalita' ........................ pag.  2
1.1.   Scopo ..............................  "    2
1.2.   Campo di applicazione ..............  "    2
1.3.   Norme di riferimento ...............  "    2
2.     Impianti interni ...................  "    3
2.1.   Dimensionamento dell'impianto.......  "    3
2.1.1. Generalita' ........................  "    3
2.1.2. Determinazione della portata di
       volume .............................  "    3
2.2.   Materiali ..........................  "    3
2.2.1. Tubazioni ..........................  "    3
2.2.2. Giunzioni, raccordi e pezzi speciali,
       rubinetti ..........................  "    4
2.3.   Impianti ...........................  "    5
2.3.1. Posa in opera - Generalita' ........  "    5
2.3.2. Tubazioni in vista .................  "    7
2.3.3. Tubazioni sotto traccia ............  "    7
2.3.4. Tubazioni interrate ................  "    8
2.4.   Prova di tenuta dell'impianto ......  "    8
2.5.   Apparecchi di utilizzazione ........  "    9
2.5.1. Ubicazione .........................  "    9
2.5.2. Installazione ......................  "    9
2.5.3. Tubi flessibili ....................  "   10
2.6.   Messa in servizio dell'impianto e
       degli apparecchi di utilizzazione...  "   10
2.6.1. Messa in servizio dell'impianto ....  "   10
2.6.2. Messa in servizio degli apparecchi
       di utilizzazione ...................  "   10
2.7.   Controllo e manutenzione periodica
       dell'impianto ......................  "   11
2.7.1. Verifica e pulizia della tubazione..  "   11
2.7.2. Manovrabilita' dei rubinetti
       dell'impianto ......................  "   11
2.7.3. Tubo flessibile ....................  "   11
2.7.4. Apparecchi di utilizzazione ........  "   11
2.7.5. Aperture di ventilazione ...........  "   11
2.7.6. Tiraggio ...........................  "   11
2.8.   Modifica ed ampliamento degli
       impianti ...........................  "   12
3.     Ventilazione dei locali ............  "   12
3.1.   Generalita' ........................  "   12
3.1.1. Volumi di aria .....................  "   12
3.1.2. Afflusso dell'aria .................  "   12
3.1.3. Apparecchi stagni ..................  "   12
3.1.4. Apparecchi non collegati a un
       condotto di scarico ................  "   12
3.2.   Ventilazione naturale diretta ......  "   13
3.2.1. Aperture su pareti esterne del
       locale da ventilare ................  "   13
3.2.2. Condotti di ventilazione ...........  "   14
3.3.   Ventilazione naturale indiretta ....  "   14
3.4.   Evacuazione aria viziata ...........  "   15
4.     Scarico dei prodotti della
       combustione ........................  "   16
4.1.   Generalita' ........................  "   16
4.2.   Apparecchi di tipo A ...............  "   16
4.3.   Apparecchi di tipo B a tiraggio
       naturale ...........................  "   16
4.3.1. Collegamento a camini e/o canne
       fumarie ............................  "   16
4.3.2. Canne fumarie/Camini ...............  "   19
4.3.3. Comignoli ..........................  "   22
4.3.4. Scarico diretto all'esterno ........  "   24
4.4.   Apparecchi di tipo B a tiraggio
       forzato ............................  "   27
4.4.1. Generalita' ........................  "   27
4.4.2. Evacuazione dei prodotti della
       combustione ........................  "   27
4.5.   Apparecchi di tipo C a tiraggio
       naturale ...........................  "   30
4.6.   Apparecchi di tipo C a tiraggio
       forzato ............................  "   31
4.7.   Scarico dei prodotti della
       combustione di apparecchi a tiraggio
       sia naturale che forzato entro spazi
       chiusi a cielo libero ..............  "   32
Appendice A - calcolo dei diametri dei
              tubi di un impianto
              interno .....................  "   34
            - Tabelle per il calcolo dei
              diametri degli impianti .....  "   34
Appendice B - Schemi di installazioni di
              apparecchi secondo i vari
              tipi di scarico dei prodotti
              della combustione ...........  "   40
Appendice C - Dimensioni interne di alcuni
              tipi di camini singoli ......  "   49
Le   norme   UNI   sono   revisionate,   quando  necessario,  con  la
pubblicazione sia di nuove edizioni sia di  fogli  di  aggiornamento.
E'  importante  pertanto  che gli utenti delle stesse si accertino di
essere in possesso dell'ultima edizione o foglio di aggiornamento.
1. Generalita'1)
1.1. Scopo
La  presente  norma  ha  lo  scopo  di  fissare  i  criteri  per   la
progettazione,   l'installazione,   la   messa   in   servizio  e  la
manutenzione degli impianti domestici e similari per  l'utilizzazione
dei gas combustibili distribuiti per mezzo di canalizzazioni.
1.2. Campo di applicazione
La presente norma si applica:
a) alla costruzione ed ai rifacimenti di impianti o di parte di essi,
comprendenti  il  complesso  delle  tubazioni  e  degli accessori che
distribuiscono il gas a valle del contatore (impianti interni);
b) alla installazione di apparecchi aventi portata  termica  nominale
non maggiore di 35 kW (circa 30 000 kcal/h);
c)  alla  ventilazione  dei  locali  in  cui  detti  apparecchi  sono
installati;
d) allo scarico dei prodotti della combustione.
Nota 1 - La progettazione, l'installazione, la messa in servizio e la
manutenzione degli  impianti  oggetto  della  presente  norma  devono
essere eseguite da personale qualificato.
Nota  2  -  Per gli apparecchi di portata termica nominale > di 35 kW
sono applicabili le disposizioni legislative e regolamentari  nonche'
le norme UNI in materia.
1.3. Norme di riferimento
Nel corso della norma viene fatto riferimento alle seguenti norme:
UNI 5192 Raccordi di ghisa malleabile filettati secondo UNI ISO 7/1
UNI  6507  Tubi  di  rame  senza saldatura per distribuzione fluidi -
Dimensioni, prescrizioni e prove
UNI 7140 Apparecchi a gas per uso domestico  -  Tubi  flessibili  per
allacciamento
UNI 7141 Apparecchi a gas per uso domestico - Portagomma e fascette
UNI 8050 Raccordi a giunzione capillare per tubi di rame
UNI  8849  Raccordi  di  polietilene  (PE  50), saldabili per fusione
mediante elementi riscaldanti, per condotte per convogliamento di gas
combustibili - Tipi, dimensioni e requisiti
UNI 8850 Raccordi di polietilene (PE 50) saldabili per elettrofusione
per condotte interrate per convogliamento di gas combustibili - Tipi,
dimensioni e requisiti
UNI 8863 Tubi senza  saldatura  e  saldati  di  acciaio  non  legato,
filettabili secondo UNI ISO 7/1
UNI  9034  Condotte di distribuzione del gas con pressioni massime di
esercizio <- 5 bar - Materiali e sistemi di giunzione
UNI  9099  Tubi  d'acciaio  per  tubazioni  interrate  o  sommerse  -
Rivestimenti esterni in polietilene applicati per estrusione
UNI  9165  Reti  di  distribuzione  del  gas con pressioni massime di
esercizio minori o uguali a 5  bar  -  Progettazione,  costruzione  e
collaudo
UNI  9264  Prodotti  finiti  di elastomeri - Guarnizioni di tenuta ad
anello per condotte di gas e loro accessori - Requisiti e prove
UNI 9731 Camini - Classificazione in base alla resistenza  termica  -
Misure e prove
UNI  9736 Giunzione di tubi e raccordi di PE in combinazione fra loro
e giunzioni miste  metallo  -  PE  per  gasdotti  interrati  -  Tipi,
requisiti e prove
UNI  9891  Apparecchi  a  gas  per uso domestico - Tubi flessibili di
acciaio inossidabile a parete continua
UNI ISO 7/1 Filettature di tubazioni per accoppiamento a  tenuta  sul
filetto - Designazione, dimensioni e tolleranze
UNI  ISO  50  Tubazioni - Manicotti di acciaio, filettati secondo UNI
ISO 7/1
UNI ISO 228/1 Filettature di tubazioni per accoppiamento non a tenuta
sul filetto - Designazione, dimensioni e tolleranze
UNI ISO 3419 Raccordi da saldare di testa di  acciaio  non  legato  o
legato
UNI  ISO  4145  Raccordi di acciaio non legato, filettati secondo ISO
7/1
UNI ISO 4437 Tubi di polietilene  (PE)  per  condotte  interrate  per
distribuzione di gas combustibili - Serie metrica - Specifica
UNI  ISO  5256  Tubi  di  acciaio per tubazioni interrate o immerse -
Rivestimento esterno e interno a base di bitume o di catrame
CEI 64-8 Impianti elettrici  utilizzatori  a  tensione  nominale  non
superiore  a  1  000  V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente
continua

1) Per i termini e le definizioni vedere UNI 7128.
2. Impianti interni
2.1. Dimensionamento dell'impianto
2.1.1. Generalita'
Le sezioni delle tubazioni costituenti l'impianto (vedi appendice  A)
devono  essere  tali  da garantire una fornitura di gas sufficiente a
coprire la massima richiesta, limitando la perdita di  pressione  fra
il  contatore  e  qualsiasi apparecchio di utilizzazione a valori non
maggiori di:
0,5 mbar per i gas della 1a famiglia (gas manifatturato)
1,0 mbar per i gas della 2a famiglia (gas naturale)
2,0 mbar per i gas della 3a famiglia (GPL)
Qualora a  monte  del  contatore  sia  installato  un  regolatore  di
pressione,  si  ammettono  perdite  di  carico doppie di quelle sopra
riportate.
2.1.2. Determinazione della portata in volume
La portata di gas necessaria per  alimentare  ogni  apparecchio  deve
essere rilevata in base alle indicazioni fornite dal suo costruttore.
Qualora  non fosse disponibile questo dato, la portata in volume deve
essere calcolata dividendo la portata termica  nominale  Qn  (in  kW)
dell'apparecchio per il:
potere  calorifico  superiore  del  gas  Hs(in  kJ/m3)  nel  caso  di
apparecchi di cottura
potere calorifico inferiore del gas Hi (in kJ/m3) nel caso  di  tutti
gli altri apparecchi
2.2. Materiali
2.2.1. Tubazioni
Le  tubazioni che costituiscono la parte fissa degli impianti possono
essere di:
- acciaio
- rame
- polietilene
2.2.1.1. Tubi di acciaio
I tubi di acciaio possono essere senza saldatura oppure con saldatura
longitudinale  e   devono   avere   caratteristiche   qualitative   e
dimensionali  non  minori  di quelle prescritte dalla norma UNI 8863,
serie leggera.
Nel  prospetto  che segue sono riportati, per comodita', i diametri e
gli spessori dei tubi per le portate termiche considerate  nel  campo
di applicazione della presente norma.
                     Diametro esterno De
                             mm
17,2   21,3   26,9   33,7   42,4   48,3   60,3   76,1   88,9
                         Spessore s
                             mm
 2,0    2,3    2,3    2,9    2,9    2,9    3,2    3,2    3,6
                     Diametro interno Di
                             mm
13,2   16,7   22,3   27,9   36,6   42,5   53,9   69,7   81,7
Per  le  tubazioni  di acciaio con saldatura longitudinale, se inter-
rate, occorre prevedere tubi aventi caratteristiche uguali  a  quelle
dei  tubi  usati per pressione massima di esercizio p minore uguale 5
bar (UNI 9034).
2.2.1.2. Tubi di rame
I  tubi  di  rame  devono   avere   caratteristiche   qualitative   e
dimensionali non minori di quelle prescritte dalla UNI 6507, serie B.
Nel  prospetto  che segue sono riportati, per comodita', i diametri e
gli spessori dei tubi per le portate termiche considerate  nel  campo
di applicazione della presente norma.
                     Diametro esterno De
                             mm
12,0   14,0   15,0   16,0   18,0   22,0   28,0   35,0   42,0   54,0
                         Spessore s
                             mm
 1,0    1,0    1,0    1,0    1,0    1,5    1,5    1,5    1,5    2,0
                     Diametro interno Di
                             mm
10,0   12,0   13,0   14,0   16,0   19,0   25,0   32,0   39,0   50,0
Per le tubazioni di rame interrate lo spessore non deve essere minore
di 2,0 mm.
2.2.1.3. Tubi di polietilene
I  tubi  di  polietilene,  da  impiegare  unicamente per le tubazioni
interrate, devono avere caratteristiche  qualitative  e  dimensionali
non  minori  di  quelle  prescritte dalla norma UNI ISO 4437, serie S
8.3, con spessore minimo di 3 mm.
Nel prospetto che segue sono riportati, per comodita', i  diametri  e
gli  spessori  dei tubi per le portate termiche considerate nel campo
di applicazione della presente norma.
                     Diametro esterno De
                             mm
20,0   25,0   32,0   40,0   50,0   63,0   75,0   90,0   110,0
                         Spessore s
                             mm
 3,0    3,0    3,0    3,0    3,0    3,6    4,3    5,2    6,3
                     Diametro interno Di
                             mm
14,0   19,0   26,0   34,0   44,0   55,8   66,4   79,6   97,4
2.2.2. Giunzioni, raccordi e pezzi speciali, rubinetti
2.2.2.1. Per tubi di acciaio
Le giunzioni dei tubi di acciaio devono  essere  realizzate  mediante
raccordi  con  filettatura conforme alla norma UNI ISO 7/1, o a mezzo
saldatura di testa per fusione.
L'impiego  di  mezzi di tenuta come canapa con mastici adatti (tranne
che per gli impianti a GPL), nastro di politetrafluoruro di etilene o
altri idonei materiali non e' escluso nell'utilizzo dei raccordi  con
filettatura  UNI  ISO 7/1. E' assolutamente da escludere invece l'uso
di biacca, minio o altri materiali simili.
Tutti i raccordi ed i pezzi  speciali  devono  essere  realizzati  di
acciaio  oppure di ghisa malleabile: quelli di acciaio con estremita'
filettate (UNI ISO 50, UNI ISO 4145) o saldate (UNI ISO 3419), quelli
di ghisa malleabile con estremita' unicamente filettate (UNI 5192).
I  rubinetti  devono  essere  di  acciaio,  di  ottone  o  di   ghisa
sferoidale,  con  sezione  libera  di passaggio non minore del 75% di
quella del tubo sul quale vengono inseriti; devono essere  di  facile
manovrabilita'   e  manutenzione,  e  con  possibilita'  di  rilevare
facilmente le posizioni di aperto e di chiuso.
2.2.2.2. Per tubi di rame
Le giunzioni dei tubi  di  rame  devono  essere  realizzate  mediante
saldatura  di  testa o saldatura a giunzione capillare (UNI 8050), od
anche per giunzione  meccanica,  tenendo  presente  che  giunzioni  e
raccordi  meccanici non devono essere impiegati nelle tubazioni sotto
traccia ed in quelle interrate.
I raccordi ed i pezzi speciali possono essere di rame, di ottone o di
bronzo (secondo UNI 8050).
Le giunzioni miste, tubo di rame con tubo di acciaio,  devono  essere
realizzate  mediante  brasatura  forte  o raccordi misti (meccanici a
compressione o filettati). I rubinetti per  i  tubi  di  rame  devono
essere   di   ottone,  di  bronzo  o  di  acciaio,  con  le  medesime
caratteristiche di cui al punto precedente.
2.2.2.3. Per tubi di polietilene
I raccordi ed i pezzi speciali dei tubi di polietilene devono  essere
realizzati  anch'essi  di polietilene (secondo le UNI 8849, UNI 8850,
UNI 9736); le giunzioni devono essere realizzate  mediante  saldatura
di   testa  per  fusione  a  mezzo  di  elementi  riscaldanti  o,  in
alternativa, mediante saldatura per elettrofusione.
Le giunzioni miste, tubo di polietilene con  tubo  metallico,  devono
essere  realizzate  mediante un raccordo speciale polietilene-metallo
idoneo per saldatura di  testa,  o  raccordi  metallici  filettati  o
saldati.
I rubinetti per i tubi di polietilene possono essere, oltre che dello
stesso  polietilene,  anche  con  il  corpo di ottone, di bronzo o di
acciaio, sempre con le medesime caratteristiche di cui in 2.2.2.1.
2.3. Impianti
2.3.1. Posa in opera - Generalita'
2.3.1.1. E' vietato  installare  impianti  per  gas  aventi  densita'
relativa maggiore di 0,80 in locali con pavimento al di sotto del pi-
ano di campagna.
2.3.1.2.  Le  tubazioni  possono  essere  collocate  in  vista, sotto
traccia ed interrate.
Devono comunque essere  osservate  le  prescrizioni  qui  di  seguito
riportate.
2.3.1.3.   E'  ammesso  l'attraversamento  di  intercapedini  chiuse,
purche', nell'attraversamento, la tubazione non presenti giunzioni  o
saldature  e venga collocata in tubo guaina passante, di acciaio, con
l'estremita'  verso  l'esterno  aperta  e  quella   verso   l'interno
sigillata.
La  tubazione  collocata in attraversamento di vani o di ambienti con
pericolo di  incendio  (ad  esempio  rimesse,  garage,  magazzini  di
materiali  combustibili)  dovra' essere protetta con materiali aventi
classe 0 di reazione al fuoco. Le guaine di cui sopra devono avere il
diametro interno di almeno 10 mm maggiore del diametro esterno  della
condotta.
2.3.1.4. Nell'attraversamento di muri pieni, muri di mattoni forati e
pannelli  prefabbricati, la tubazione non deve presentare giunzioni o
saldature e deve essere protetta con tubo guaina passante murato  con
malta di cemento.

           ---->  Vedere Fig. 1 a Pag. 11 del S.O.  <----

Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l'intercapedine fra
tubo  e  guaina  e  tubazione gas deve essere sigillata con materiali
adatti in corrispondenza della parte interna del locale (vedere  fig.
1).
Nell'attraversamento  di  solette (pavimenti o soffitti) il tubo deve
essere infilato in una guaina sporgente almeno 20 mm dal pavimento  e
l'intercapedine  fra  il  tubo e il tubo guaina deve essere sigillata
con materiali adatti (ad esempio asfalto, cemento plastico e simili).
E' tassativamente vietato l'impiego di gesso (vedere fig. 2).
Le guaine di cui al presente punto possono essere costituite da  tubi
metallici  o  da  tubi  di  plastica  non  propaganti  la fiamma, con
diametro interno maggiore di almeno 10 mm del diametro esterno  della
condotta.

           ---->  Vedere Fig. 2 a Pag. 12 del S.O.  <----

2.3.1.5.  Non e' ammessa la posa in opera dei tubi del gas a contatto
con tubazioni dell'acqua; per i parallelismi e gli  incroci  il  tubo
del  gas,  se  in  posizione  sottostante,  deve  essere protetto con
opportuna guaina impermeabile,  in  materiale  incombustibile  o  non
propagante la fiamma.
E'  vietato l'uso delle tubazioni del gas come dispersori, conduttori
di terra o conduttori di protezione  di  impianti  e  apparecchiature
elettriche (CEI 64-8), telefono compreso.
E'  inoltre  vietata  la  collocazione  delle tubazioni del gas nelle
canne fumarie, nei condotti per lo scarico delle immondizie, nei vani
per ascensori o in vani e  cunicoli  destinati  a  contenere  servizi
elettrici e telefonici.
2.3.1.6.  E'  ammessa la curvatura a freddo dei tubi di acciaio con e
senza saldatura e dei tubi di rame, purche' l'angolo compreso  fra  i
due  tratti  di  tubo  sia  uguale  o maggiore di 90› ed il raggio di
curvatura, misurato sull'asse dei tubi, non sia minore di:
- 10 volte il diametro per De minore uguale 60,3 mm;
- 38 volte il diametro per De > 60,3 mm.
Nel caso di tubazioni di  polietilene  sono  ammessi  cambiamenti  di
direzione  utilizzando  le caratteristiche di flessibilita' del tubo,
purche' il raggio di curvatura non sia minore di 20 volte il diametro
del tubo stesso.
2.3.1.7. A monte di ogni derivazione di apparecchio di  utilizzazione
e  cioe' a monte di ogni tubo flessibile o rigido di collegamento fra
l'apparecchio e l'impianto interno deve  sempre  essere  inserito  un
rubinetto   di   intercettazione,   posto  in  posizione  visibile  e
facilmente accessibile.
Se  il contatore e' situato all'esterno dell'abitazione bisogna anche
inserire   un   analogo    rubinetto    immediatamente    all'interno
dell'alloggio,  in  posizione facilmente accessibile. Da quanto sopra
sono peraltro esclusi i contatori installati in  un  balcone  facente
parte dell'appartamento.
2.3.1.8. I punti terminali dell'impianto, compresi quelli ai quali e'
previsto    il   successivo   allacciamento   degli   apparecchi   di
utilizzazione, devono essere chiusi a tenuta con  tappi  filettati  o
sistemi equivalenti.
2.3.1.9.  E'  vietato usare tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi
da altro impianto gia' funzionante.
2.3.2. Tubazioni in vista
2.3.2.1. Le tubazioni in vista installate nei locali ventilati devono
avere giunzioni saldate o filettate; nei locali non ventilati,  cioe'
privi  di  aperture  rivolte  verso  l'esterno,  giunzioni unicamente
saldate.
2.3.2.2. Le tubazioni in  vista  devono  avere  andamento  rettilineo
verticale  ed  orizzontale  ed  essere  opportunamente  ancorate  per
evitare scuotimenti, vibrazioni ed oscillazioni.
Gli elementi di ancoraggio devono essere  distanti  l'uno  dall'altro
non  piu' di 2,5 m per i diametri sino a 33,7 mm e di 3,0 metri per i
diametri maggiori.
2.3.2.3. Le tubazioni in vista devono essere collocate  in  posizione
tale da impedire urti e danneggiamenti e, ove necessario, protette.
2.3.3. Tubazioni sotto traccia
Le  tubazioni sotto traccia possono essere installate nelle strutture
in muratura (nei pavimenti, nelle pareti perimetrali, nelle  tramezze
fisse,  nel  solaio)  purche' vengano posate con andamento rettilineo
verticale ed orizzontale e siano rispettate le seguenti condizioni:
2.3.3.1. Le tubazioni inserite sotto traccia devono essere posate  ad
una  distanza  non  maggiore  di  200 mm dagli spigoli paralleli alla
tubazione e con elementi  atti  a  permetterne  l'individuazione  del
percorso  (anche  disegni),  ad  eccezione  dei  tratti terminali per
l'allacciamento delle apparecchiature, i quali devono peraltro  avere
la minore lunghezza possibile (vedere fig. 3).
2.3.3.2.  L'intera  tubazione  sotto  traccia deve essere annegata in
malta di cemento (1 : 3) di spessore non minore di  20  mm,  operando
come segue:
-  realizzata  la  traccia,  si procede alla stesura di uno strato di
almeno 20  mm  di  malta  di  cemento,  sul  quale  va  collocata  la
tubazione;
-  dopo  la  prova di tenuta dell'impianto (vedere 2.4), la tubazione
deve essere completamente annegata in malta di cemento.
2.3.3.3. Tutti i rubinetti e le giunzioni filettate devono  essere  a
vista od inseriti in scatole ispezionabili non a tenuta.

           ---->  Vedere Fig. 3 a Pag. 13 del S.O.  <----

2.3.3.4.  Le  tubazioni  sotto  traccia non possono essere installate
sulle pareti esterne  dei  muri  perimetrali  e  nelle  intercapedini
comunque realizzate.
2.3.3.5.  Puo' essere evitata la formazione della traccia solo per le
tubazioni  a  pavimento,  sempre  che  le   stesse   siano   poggiate
direttamente sulla caldana del solaio e ricoperte con almeno 20 mm di
malta di cemento.
2.3.4. Tubazioni interrate
2.3.4.1.  Le  tubazioni  interrate  devono  avere  sul  loro percorso
riferimenti esterni in numero  sufficiente  a  consentirne,  in  ogni
tempo, la completa individuazione.
2.3.4.2.  Tutti  i tratti interrati delle tubazioni metalliche devono
essere provvisti di un adeguato  rivestimento  protettivo  contro  la
corrosione secondo norme UNI ISO 5256 e UNI 9099 ed isolati, mediante
giunti  dielettrici,  da  collocarsi  fuori  terra,  nella  immediata
prossimita' delle risalite della tubazione.
2.3.4.3. Le tubazioni devono essere posate  su  un  letto  di  sabbia
lavata,  di spessore minimo 100 mm, e ricoperte, per altri 100 mm, di
sabbia dello stesso tipo.
Per le tubazioni in polietilene e' inoltre  necessario  prevedere,  a
circa  300  mm  sopra  la  tubazione,  la  sistemazione  di nastri di
segnalazione.
2.3.4.4. L'interramento della tubazione, misurato fra la  generatrice
superiore del tubo ed il livello del terreno, deve essere almeno pari
a 600 mm.
Nei casi in cui detta profondita' non possa essere rispettata occorre
prevedere una protezione della tubazione con tubi di acciaio, piastre
di calcestruzzo, o con uno strato di mattoni pieni.
2.3.4.5.   Le   tubazioni  interrate  in  polietilene  devono  essere
collegate alle tubazioni metalliche prima della loro fuoriuscita  dal
terreno e prima del loro ingresso nel fabbricato.
2.3.4.6.  Nel  caso  di  parallelismi, sovrappassi e sottopassi fra i
tubi del  gas  ed  altre  canalizzazioni  preesistenti,  la  distanza
minima, misurata fra le due superfici affacciate, deve essere tale da
consentire  gli  eventuali  interventi  di manutenzione su entrambi i
servizi.
2.4. Prova di tenuta dell'impianto
Prima di mettere in servizio un impianto di distribuzione interna  di
gas,  e,  qundi,  prima  di  collegarlo  al  contatore  e  che  siano
allacciati gli apparecchi, l'installatore deve provarne la tenuta.
Se qualche parte dell'impianto non e' in vista, la  prova  di  tenuta
deve  precedere  la copertura della tubazione. La prova va effettuata
con le seguenti modalita':
- si tappano provvisoriamente tutti i raccordi di alimentazione degli
apparecchi ed il collegamento al contatore, e si chiudono i  relativi
rubinetti;
-  si  immette nell'impianto aria od altro gas inerte, fino a che sia
raggiunta una pressione di almeno 100 mbar;
- dopo il tempo di attesa necessario per  stabilizzare  la  pressione
(comunque  dopo un tempo non minore di 15 min), si effettua una prima
lettura  della  pressione,  mediante  un  manometro   ad   acqua   od
apparecchio   equivalente,  di   sensibilita'  minima   di  0,1  mbar
(1 mm H O);
       2
-  trascorsi  15 min dalla prima, si effettua una seconda lettura: il
manometro non deve accusare nessuna caduta di pressione visibile  fra
le due letture.
Se si verificassero delle perdite, queste devono essere ricercate con
l'ausilio di soluzione saponosa o prodotto equivalente, ed eliminate;
le parti difettose devono essere sostituite e le guarnizioni rifatte.
E' vietato riparare dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle.
Eliminate   le   perdite,   occorre   rifare   la   prova  di  tenuta
dell'impianto.
2.5. Apparecchi di utilizzazione
2.5.1. Ubicazione
2.5.1.1. Gli apparecchi di cottura devono sempre scaricare i prodotti
della  combustione  in  apposite cappe, che devono essere collegate a
camini, canne fumarie, o direttamente all'esterno.
In caso non esista la possibilita' di applicazione  della  cappa,  e'
consentito l'impiego di un elettroventilatore, installato su finestra
o   su   parete  affacciate  sull'esterno,  da  mettere  in  funzione
contemporaneamente  all'apparecchio,  purche'  siano   tassativamente
rispettate le norme inerenti la ventilazione, di cui in 3.4.
2.5.1.2.  Gli  apparecchi  di  tipo  B  (per la classificazione degli
apparecchi vedere 4.1) per la produzione di  acqua  calda  sanitaria,
muniti  di tubo di scarico dei prodotti della combustione non possono
essere installati nelle  camere  da  letto;  e'  consentita  la  loro
ubicazione  nei  locali  uso  bagno  o doccia purche' il volume degli
stessi sia almeno di 1,5 m(cubi)  per  ogni  kW  di  portata  termica
installata e comunque non minore di 20 m(cubi).
2.5.1.3. Gli apparecchi di tipo B per riscaldamento ambienti e quelli
combinati  (riscaldamento  ambienti  piu'  produzione  di acqua calda
sanitaria), muniti di tubo di scarico dei prodotti della combustione,
non possono essere installati nelle camere da letto e nei locali  uso
bagno o doccia.
Gli  apparecchi  di  tipo B non possono essere installati neppure nei
locali nei quali  siano  presenti  camini  aperti  (caminetti)  senza
afflusso di aria propria.
2.5.1.4.  Sono  esclusi  da  quanto sopra gli apparecchi di tipo C, a
tiraggio sia naturale che forzato.
2.5.1.5. Gli scaldacqua istantanei di portata termica sino a  11  kW,
gli  apparecchi  ad  accumulo  fino ad una capacita' utile di 50 l di
acqua ed una portata termina di 4,65 kW, gli apparecchi  indipendenti
per il riscaldamento ambientale sino ad una portata termica di 3,5 kW
e  tutti gli altri apparecchi a gas aventi una portata termica fino a
2,9 kW (apparecchi di tipo A), esclusi  gli  apparecchi  di  cottura,
possono  essere  installati  senza condotto di scarico per i prodotti
della combustione, purche' vengano rispettate le condizioni contenute
nel D.M. 30/10/1981 e le seguenti:
- siano muniti di dispositivo di sicurezza per l'accensione e  contro
lo spegnimento e di controllo dell'atmosfera ambiente;
-  non  siano installati in locali bagno o camera da letto, e comuque
in locali di volume inferiore a 12 m(cubi);
- la portata termica complessiva di detti apparecchi,  se  installati
in un unico locale, non deve, in ogni caso, essere maggiore di 15 kW,
ed il volume del locale deve essere almeno di 1,5 m(cubi) per ogni kW
di portata termica complessivamente installata;
-  nei  locali  in  cui  funzionano  detti  apparecchi  e' necessario
prevedere non una, ma due aperture di ventilazione (vedere 3.1.4.).
2.5.1.6. Gli  apparecchi  previsti  per  l'installazione  all'esterno
degli   edifici,   ferme   restando   tutte  le  altre  modalita'  di
installazione,  dovranno  essere  protetti  con  coperture  idonee  a
salvaguardarli   dagli   agenti   atmosferici   e   dalle  condizioni
ambientali, in conformita' a quanto previsto nelle istruzioni fornite
a corredo dal costruttore.
2.5.2. Installazione
2.5.2.1.  L'installatore  deve  controllare  che  ogni apparecchio di
utilizzazione sia idoneo per il gas con cui viene alimentato.
2.5.2.2. I dispositivi di sicurezza o di regolazione automatica degli
apparecchi non devono, durante tutta la  vita  dell'impianto,  essere
modificati, se non dal costruttore o dal fornitore.
2.5.2.3.  Gli  apparecchi  fissi  e  quelli  ad incasso devono essere
collegati all'impianto con tubo metallico rigido e raccordi di cui in
2.2.2.1  e  2.2.2.2,  oppure  con  un  tubo  flessibile  di   acciaio
inossidabile  a  parete  continua,  di  cui  alla  norma UNI 9891. Le
guarnizioni di tenuta devono essere conformi a UNI 9264.
Le stufe fino a 3,5 kW,  le  cucine  ed  i  fornelli  possono  essere
collegati con tubi flessibili non metallici per allacciamento, di cui
alla UNI 7140.
2.5.3. Tubi flessibili
2.5.3.1.  I  tubi  flessibili  non  metallici, di cui alla citata UNI
7140, devono essere messi in opera in modo che:
- in nessun punto raggiungano temperature maggiori di 50 ›C;
- abbiano una lunghezza non maggiore di 1 500 mm;
- non siano soggetti a sforzi di trazione e di torsione;
- non presentino strozzature e siano facilmente  ispezionabili  lungo
tutto il percorso;
- non vengano a contatto con corpi taglienti, spigoli vivi e simili.
Inoltre  i  tubi  flessibili  di  tipo  normale devono essere fissati
solidamente ai portagomma mediante fascette di sicurezza, di cui alla
UNI 7141.
Qualora una o piu' di tali condizioni non  possa  essere  rispettata,
bisognera' ricorrere ai tubi metallici rigidi o flessibili.
2.5.3.2.  I tubi flessibili metallici ondulati devono essere messi in
opera in modo  che  la  loro  lunghezza,  in  condizioni  di  massima
estensione, non sia maggiore di 2 000 mm.
2.6.   Messa   in   servizio  dell'impianto  e  degli  apparecchi  di
utilizzazione
2.6.1. Messa in servizio dell'impianto
Per  la  messa  in  servizio  dell'impianto  occorre  procedere  alle
seguenti operazioni e controlli:
- aprire finestre e porte ed evitare la presenza di fiamme libere e/o
scintille;
- procedere allo spurgo dell'aria contenuta nell'impianto interno;
-  controllare  che  non  vi  siano  fughe  di gas. Durante 10 min il
contatore non deve segnare alcun passaggio di gas: in caso  contrario
le  fughe devono essere individuate con soluzione saponosa o prodotto
equivalente ed eliminate, ripetendo successivamente il controllo.
2.6.2. Messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione
Per la messa in servizio degli apparecchi di  utilizzazione  occorre,
ad impianto attivato e con i rubinetti dello stesso aperti, procedere
a:
-  controllare  che  non  vi  siano fughe di gas con i dispositivi di
intercettazione degli apparecchi  in  chiusura.  Durante  10  min  il
contatore  non deve segnare alcun passaggio di gas: in caso contrario
le fughe devono essere individuate con soluzione saponosa o  prodotto
equivalente, ripetendo successivamente il controllo;
- accendere i bruciatori e controllarne la regolazione; verificare il
buon  funzionamento degli apparecchi e degli eventuali dispositivi di
sicurezza secondo le norme specifiche fissate  per  ciascun  tipo  di
apparecchio, nonche' secondo le istruzioni fornite dal costruttore;
-  verificare la corretta ventilazione dei locali come specificato in
3;
- verificare l'efficienza dei dispositivi di evacuazione dei prodotti
della combustione.  Per  gli  apparecchi  a  tiraggio  naturale  tale
verifica va effettuata:
  a)   controllando   il   tiraggio  esistente  durante  il  regolare
funzionamento dell'apparecchio, mediante, ad esempio, un deprimometro
posto   subito   all'uscita   dei    prodotti    della    combustione
dall'apparecchio;
  b)  controllando  che  nel locale non vi sia rigurgito dei prodotti
della  combustione,  anche  durante  il  funzionamento  di  eventuali
elettroventilatori.
Se anche soltanto uno di questi controlli dovesse risultare negativo,
l'impianto non deve essere messo in servizio.
2.7. Controllo e manutenzione periodica dell'impianto
2.7.1. Verifica e pulizia della tubazione
2.7.1.1. La verifica della tubazione consiste:
- nell'esame visivo accurato della parte non collocata sotto traccia;
- nel controllo della tenuta con gas alla pressione di erogazione;
-  nel  controllo  della  manovrabilita'  dei  rubinetti  al  fine di
individuare eventuali anomalie.
2.7.1.2. Per effettuare la pulizia della tubazione si deve:
- aprire porte e finistre degli ambienti interessati;
- chiudere il rubinetto  di  intercettazione  posto  all'entrata  del
contatore;
-  staccare  il  tubo  dell'impianto  interno dal contatore e tappare
l'uscita di quest'ultimo;
- disinserire tutti gli  apparecchi  allacciati  e  ove  esistano,  i
relativi tubi flessibili;
-  soffiare  aria  o  gas  inerte con apposita attrezzatura, partendo
dalla tubazione di diametro  minore  e  procedendo  verso  quella  di
diametro maggiore.
Prima  di ricollegare la tubazione al contatore si deve ricontrollare
la tenuta dell'impianto.
Se si riscontrano delle perdite, queste devono essere  ricercate  con
soluzione  saponosa  o  prodotto  equivalente  ed eliminate: le parti
difettose e le guarnizioni devono essere  sostituite  o  rifatte.  E'
vietato riparare dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle.
Eliminate le eventuali perdite bisogna ripetere la prova di tenuta.
2.7.2. Manovrabilita' dei rubinetti dell'impianto
2.7.2.1. Se un rubinetto non e' facilmente manovrabile, nel senso che
sia  anomalo  lo  sforzo  necessario  per  effettuare  le  manovre di
apertura e di chiusura, occorre controllare la  lubrificazione  e  la
regolazione delle parti mobili.
2.7.2.2.   L'eventuale  sostituzione  di  un  rubinetto  comporta  la
ripetizione della prova di tenuta dell'impianto.
2.7.3. Tubo flessibile
La verifica dello stato di conservazione di un  tubo  flessibile  non
metallico consiste nel controllare che:
-  non  siano  stati superati i termini di scadenza (5 anni), secondo
quanto previsto dalla UNI 7140;
- non appaiono  screpolature,  tagli  ed  abrasioni,  ne'  tracce  di
bruciature o di surriscaldamento sulla superficie del tubo, ne' sulle
estremita'  dello  stesso  in  corrispondenza  del portagomma e delle
fascette stringitubo di sicurezza o dei raccordi filettati;
- non appaia deteriorato ed invecchiato il materiale di cui  il  tubo
e'  costituito:  pertanto  il tubo stesso dovra' mantenere la normale
elasticita'  e  non  risultare  ne'  indurito,   ne'   eccessivamente
plastico.
Nessuna  particolare  verifica  si  rende  necessaria  nel caso siano
impiegati tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete  continua,
o  tubi  metallici  rigidi, se non il controllo della superficie, dei
raccordi filettati e delle relative guarnizioni.
2.7.4. Apparecchi di utilizzazione
Il controllo del  funzionamento  degli  apparecchi  di  utilizzazione
viene   effettuato   con   il  gas  distribuito,  alla  pressione  di
erogazione, secondo le istruzioni fornite dal costruttore per ciascun
tipo di apparecchio.
2.7.5. Aperture di ventilazione
Vedere 2.6.2.
2.7.6. Tiraggio
Vedere 2.6.2.
2.8. Modifica ed ampliamento degli impianti
Per qualunque lavoro  di  modifica  si  deve  procedere  come  se  si
trattasse di nuovo impianto.
Inoltre,  per  qualunque  lavoro  di  ampliamento  dell'impianto  che
comporti  un  aumento   della   portata   di   gas,   e'   necessaria
l'autorizzazione preventiva dell'Azienda distributrice.
3. Ventilazione dei locali
3.1. Generalita'
Avvertenze  sulla indispensabilita' della ventilazione, sui mezzi per
realizzarla  previsti  in  questa  norma,  sull'importanza   di   non
impedirne  il  funzionamento  devono essere contenute nei libretti di
istruzione  degli  apparecchi  di   tipo   A,   B   e   di   cottura.
L'apparrecchio  stesso  dovra'  portare  un'etichetta con la scritta:
"Attenzione - Questo apparecchio puo' essere installato e  funzionare
solo in locali permamentemente ventilati secondo la norma UNI 7129"
3.1.1. Volumi di aria
E'  indispensabile che nei locali in cui sono installati apparecchi a
gas (di tipo A o B, o apparecchi di cottura)  possa  affluire  almeno
tanta  aria  quanta ne viene richiesta dalla regolare combustione del
gas e dalla ventilazione del locale. E' pertanto opportuno  ricordare
che  la  combustione  di  1  m(cubo) di gas richiede circa i seguenti
volumi di aria:
- gas manifatturato           (Hs =  18,8 MJ/m(cubi))     5 m(cubi)
- gas naturale                (Hs =  38,6 MJ/m(cubi))    11 m(cubi)
- GPL                         (Hs = 101,8 MJ/m(cubi))    30 m(cubi)
- miscele GPL (25%) - aria    (Hs =  27,2 MJ/m(cubi))     8 m(cubi)
- miscele GPL (50%) - aria    (Hs =  56,5 MJ/m(cubi))    16 m(cubi)
Per gli apparecchi con dispositivo rompitiraggio-antivento  i  valori
dei  volumi  di  aria vanno maggiorati secondo le caratteristiche del
dispositivo.
3.1.2. Afflusso dell'aria
L'afflusso   naturale   dell'aria   deve  avvenire  per  via  diretta
attraverso:
- aperture permanenti praticate su pareti del locale da ventilare che
danno verso l'esterno;
- condotti di ventilazione, singoli oppure collettivi ramificati.
L'aria   di   ventilazione   deve   essere   prelevata   direttamente
dall'esterno, in zona lontana da fonti di inquinamento.
E'  consentita  anche  la  ventilazione  indiretta, mediante prelievo
dell'aria da locali attigui a quello da ventilare, con le  avvertenze
e le limitazioni di cui al successivo 3.3.
3.1.3. Apprecchi stagni
Gli  apparecchi  stagni, a tiraggio naturale o forzato (apparecchi di
tipo C), non hanno alcuna necessita' di prelevare aria di combustione
dal locale in cui sono installati.
3.1.4. Apparecchi non collegati a un condotto di scarico
Gli apparecchi a gas di cui al D.M. 30/10/1981 (vedere 2.5.1.5) hanno
necessita' non di una, ma di due  aperture,  ciascuna  della  sezione
minima  di  100  cm(quadrati),  di  cui  una per l'afflusso dell'aria
comburente e di ventilazione, secondo quanto  indicato  in  3.2.1,  e
l'altra  per lo scarico dei prodotti della combustione, situata nella
parte alta di una parete esterna.
3.2. Ventilazione naturle diretta
3.2.1. Apertura su pareti esterne del locale da ventilare
Tali aperture devono rispondere ai seguenti requisiti (vedere esempio
di realizzazione in fig. 4):
  a) avere sezione libera totale  netta  di  passaggio  di  almeno  6
cm(quadrati) per ogni kW di portata termica installata, con un minimo
di 100 cm(quadrati);
  b)  essere  realizzata  in  modo  che  le  bocche  di apertura, sia
all'interno che all'esterno della parete, non possano venire ostruite
(vedere fig. 5);
  c) essere protette ad esempio con griglie, reti  metalliche,  ecc.,
in modo peraltro da non ridurre la sezione utile sopra indicata;
  d)  essere situate ad una quota prossima al livello del pavimento e
tali  da  non  provocare  disturbo  al  corretto  funzionamento   dei
dispositivi  di  scarico  dei  prodotti della combustione; ove questa
posizione non sia possibile si dovra' aumentare  almeno  del  50%  la
sezione delle aperture di ventilazione.

       ---->  Vedere Fig. 4 e Fig. 5 a Pag. 19 del S.O.  <----

3.2.2. Condotti di ventilazione
3.2.2.1. Condotti di ventilazione singoli
Nel  caso  di  adduzione  di  aria  comburente  mediante condotti, il
tiraggio  disponibile,  prodotto  dall'apparecchio  di  utilizzazione
installato  e  dal relativo sistema di evacuazione dei prodotti della
combustione,  deve  essere  maggiore  della  somma  delle  resistenze
offerte dai condotti (resistenze di attrito, resistenze per eventuali
cambiamenti di direzione, strozzature, ecc.).
I  condotti  di  ventilazione  possono  avere andamento orizzontale e
verticale: i tratti ad andamento orizzontale  devono  avere  peraltro
una lunghezza ridotta al minimo.
I  raccordi  fra tratti ad andamento diverso devono essere realizzati
senza restringimenti di sezione a spigoli vivi. L'angolo di  raccordo
fra  gli  assi  di  due tratti successivi di condotto non deve essere
minore di 90›.
La bocca di immissione nel locale da ventilare deve essere  collocata
in  basso  ed in posizione tale da non interferire con lo scarico dei
prodotti della combustione e deve essere protetta da  una  griglia  o
dispositivi similari.
3.2.2.2. Condotti di ventilazione collettivi ramificati
Anche  nel  caso  di adduzione dell'aria comburente mediante condotti
collettivi ramificati, la somma delle  resistenze  offerte  da  detti
condotti (resistenze di attrito, resistenze per eventuali cambiamenti
di  direzione,  strozzature, ecc.) puo' essere al massimo pari al 10%
del  tiraggio  disponibile,   prodotto   dai   vari   apparecchi   di
utilizzazione  installati  ai  vari  piani  e dal relativo sistema di
evacuazione dei prodotti della combustione.
I condotti di ventilazione collettivi ramificati devono inoltre avere
solo andamento verticale con flusso ascendente (vedere fig. 6).
La bocca di immissione nel locale da ventilare deve essere  collocata
in  basso  ed in posizione tale da non interferire con lo scarico dei
prodotti della combustione e deve essere protetta da  una  griglia  o
dispositivi similari.

           ---->  Vedere Fig. 6 a Pag. 20 del S.O.  <----

3.3. Ventilazione naturale indiretta
L'afflusso   dell'aria  puo'  essere  anche  ottenuto  da  un  locale
adiacente purche':
- il locale adiacente sia dotato di ventilazione diretta, conforme ai
commi a), b) e c) del punto 3.2.1;
- nel locale da ventilare siano installati solo apparecchi raccordati
a condotti di scarico;
- il locale adiacente non  sia  adibito  a  camera  da  letto  o  non
costituisca parte comune dell'immobile;
-  il  locale adiacente non sia un ambiente con pericolo di incendio,
quali rimesse, garage, magazzini di materiali combustibili, ecc.;
- il locale adiacente non sia messo in depressione rispetto al locale
da ventilare per effetto di tiraggio contrario (il tiraggio contrario
puo' essere  provocato  dalla  presenza  nel  locale,  sia  di  altro
apparecchio  di  utilizzazione  funzionante  a  qualsivoglia  tipo di
combustibile, sia di un caminetto, sia di  qualunque  dispositivo  di
aspirazione, per i quali non sia stato previsto un ingresso di aria);
- il flusso dell'aria dal locale adiacente sino a quello da ventilare
possa avvenire liberamente attraverso aperture permanenti, di sezione
netta  complessivamente  non minore di quella indicata in 3.2.1. Tali
aperture potranno anche essere ricavate maggiorando  la  fessura  fra
porta e pavimento (vedere fig. 7).

           ---->  Vedere Fig. 7 a Pag. 21 del S.O.  <----

3.4. Evacuazione aria viziata
Nei  locali  in  cui  sono  installati apparecchi a gas puo' rendersi
necessaria,  oltre  che  l'immissione  di  aria   comburente,   anche
l'evacuazione  dell'aria  viziata,  con conseguente immissione di una
ulteriore pari quantita' di aria pulita e non viziata.
Se  l'evacuazione dell'aria viziata avviene con l'ausilio di un mezzo
meccanico (elettroventilatore) dovranno essere rispettate le seguenti
condizioni:
  a) se nell'ambiente vi e'  un  condotto  di  scarico  comune  fuori
servizio esso deve essere tappato;
  b)  l'apertura  di  ventilazione  del locale in cui sono installati
apparecchi a gas deve essere  aumentata  in  funzione  della  massima
portata  d'aria occorrente all'elettroventilatore, secondo la tabella
seguente:
      Portata             Velocita'          Sezione netta aggiuntiva
      massima           entrata aria              passaggio aria
    in m(cubi)/h           in m/s                 in cm(quadrati)
          fino a  50          1                         140
oltre  50 fino a 100          1                         280
oltre 100 fino a 150          1                         420
  c)  l'azione  dell'elettroventilatore  non  deve   influenzare   la
corretta  evacuazione  dei  prodotti  della  combustione  nel caso di
apparecchi che prelevino l'aria di combustione dall'ambiente.  A  tal
fine  dovra'  essere verificato quanto sopra effettuando una prova di
tiraggio, facendo funzionare il ventilatore alla sua potenza  massima
e  l'apparecchio  a  gas  alle  potenze  nominali  massima  e  minima
dichiarate dal costruttore. Inoltre nel caso di apparecchio collegato
ad una canna collettiva  ramificata  (c.c.r.)    l'elettroventilatore
alla sua potenza massima e con apparecchio spento non deve mettere il
locale in depressione rispetto alla c.c.r. stessa.
Nota 1 - Se  l'elettroventilatore  e'  installato  in un locale senza
          aperture,  l'afflusso  dell'aria  ad esso necessaria dovra'
          avvenire  tramite  un  condotto  di  ventilazione,   oppure
          indirettamente  da  un locale adiacente, munito di adeguata
          apertura.  Se  in  quest'ultimo  locale  e'  installato  un
          apparecchio  a gas, l'aria di ventilazione necessaria sara'
          quella per l'apparecchio aumentata di quella necessaria per
          la presenza dell'elettroventilatore.
Nota 2 - La  portata  effettiva  di un elettroventilatore e' funzione
          del volume dell'ambiente da ventilare, tenendo presente che
          per un locale uso cucina il ricambio orario di aria e' di 3
          + 5 volte il suo volume.
4. Scarico dei prodotti della combustione
4.1. Generalita'
A seconda del modo in cui avviene l'evacuazione  dei  prodotti  della
combustione, gli apparecchi a gas si distinguono in:
Tipo  A - apparecchi previsti per non essere collegati ad un condotto
od ad un dispositivo  speciale  di  evacuazione  dei  prodotti  della
combustione verso l'esterno del locale in cui sono installati;
Tipo  B  - apparecchi previsti per essere collegati ad un condotto di
evacuazione dei prodotti della combustione verso  l'esterno  del  lo-
cale:  l'aria comburente e' prelevata direttamente nell'ambiente dove
gli apparecchi sono installati;
Tipo C - apparecchi nei  quali  il  circuito  di  combustione  (presa
dell'aria comburente, camera di combustione, scambiatore, evacuazione
dei  prodotti  della combustione) e' stagno rispetto al locale in cui
sono installati.
Gli  apparecchi  di  tipo  B  e  di  tipo C possono essere a tiraggio
naturale o a tiraggio forzato.
4.2. Apparecchi di tipo A
Sono apparecchi di piccola potenza e  con  funzionamento  continuo  o
discontinuo.
La potenza massima, i limiti al loro impiego, la loro ubicazione e le
particolari  prescrizioni  per la ventilazione dei locali in cui sono
installati, sono indicati in 2.5.1.5.
4.3. Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale
Gli apparecchi a gas, muniti di attacco per il tubo  di  scarico  dei
fumi,  devono  avere un collegamento diretto a camini o canne fumarie
di sicura efficienza; solo in mancanza di questi  e'  consentito  che
gli  stessi  scarichino  i  prodotti  della  combustione direttamente
all'esterno, purche' siano  rispettate  le  prescrizioni  di  cui  in
4.3.4.
4.3.1. Collegamento a camini e/o a canne fumarie
Il  raccordo  degli  apparecchi  ad  un camino o ad una canna fumaria
avviene a mezzo di canali da fumo.
I canali da fumo devono essere collegati  al  camino  od  alla  canna
fumaria  nello  stesso  locale in cui e' installato l'apparecchio, o,
tutt'al piu' nel  locale  contiguo,  devono  rispondere  ai  seguenti
requisiti:
4.3.1.1. essere a tenuta e realizzati in materiali adatti a resistere
nel  tempo  alle  normali  sollecitazioni  meccaniche,  al  calore ed
all'azione dei prodotti della combustione e delle loro eventuali con-
dense.
In qualsiasi punto del canale da  fumo  e  per  qualsiasi  condizione
esterna,  la  temperatura dei fumi deve essere superiore a quella del
punto di rugiada;
4.3.1.2. essere collegati a tenuta; se vengono impiegati materiali  a
tale  scopo,  questi  devono  essere  resistenti  al  calore  ed alla
corrosione;
4.3.1.3.  essere  collocati  in  vista,  facilmente   smontabili   ed
installati in modo da consentire le normali dilatazioni termiche;
4.3.1.4.  per  gli apparecchi con scarico verticale, essere dotati di
un tratto verticale di lunghezza non minore di due diametri, misurati
dall'attacco del tubo di scarico;
4.3.1.5. avere, dopo il  tratto  verticale,  per  tutto  il  percorso
rimanente,  andamento  ascensionale,  con  pendenza minima del 3%. La
parte ad andamento  sub-orizzontale  non  deve  avere  una  lunghezza
maggiore  di  1/4  dell'altezza  efficace  H del camino o della canna
fumaria, e comunque non deve avere una lunghezza maggiore di 2 500 mm
(vedere fig. 8 a)), salvo verifica  secondo  il  metodo  generale  di
calcolo di cui alle norme UNI vigenti;
4.3.1.6.  avere  cambiamenti  di  direzione in numero non superiore a
tre, compreso il  raccordo  di  imbocco  al  camino  e/o  alla  canna
fumaria, realizzati con angoli interni maggiori di 90›. I cambiamenti
di  direzione  devono essere realizzati unicamente mediante l'impiego
di elementi curvi;
4.3.1.7. avere, per gli apparecchi con tubo di scarico  posteriore  o
laterale,  una  lunghezza  del tratto sub-orizzontale non maggiore di
1/4 dell'altezza efficace H del  camino  o  della  canna  fumaria,  e
comunque  non  maggiore di 1 500 mm, e non piu' di due cambiamenti di
direzione, compreso il raccordo di imbocco al camino e/o  alla  canna
fumaria  (fig.  8  b)),  salvo verifica secondo il metodo generale di
calcolo di cui alle norme UNI vigenti;
4.3.1.8.  avere l'asse del tratto terminale di imbocco perpendicolare
alla parete interna opposta del camino o della  canna  fumaria  (fig.
9): il canale da fumo deve inoltre essere saldamente fissato e tenuta
all'imbocco   del  camino  o  della  canna  fumaria,  senza  sporgere
all'interno;

           ---->  Vedere Fig. 8 a Pag. 23 del S.O.  <----

4.3.1.9. avere, per tutta la sua lunghezza, una sezione non minore di
quella dell'attacco del tubo di scarico  dell'apparecchio.  Nel  caso
poi  in  cui il camino o la canna fumaria avessero un diametro minore
di quello del canale da fumo, dovra' essere  effettuato  un  raccordo
conico in corrispondenza dell'imbocco;
4.3.1.10.  non  avere  dispositivi  di intercettazione (serrande): se
tali dispositivi fossero gia' in opera devono essere eliminati;

           ---->  Vedere Fig. 9 a Pag. 23 del S.O.  <----

4.3.1.11.  distare  almeno  500  mm  da  materiali  combustibili  e/o
infiammabili;  se  tale distanza non potesse essere mantenuta occorre
provvedere ad una opportuna protezione specifica al calore;
4.3.1.12.  ricevere  lo   scarico   di   un   solo   apparecchio   di
utilizzazione;  e' consentito convogliare nello stesso canale da fumo
un massimo di due apparecchi, purche' siano  rispettate  le  seguenti
condizioni:
  a)  i due apparecchi abbiano una portata termica diversa al massimo
del 30% l'uno rispetto all'altro e siano installati nello stesso  lo-
cale;
  b)  la  sezione  della  parte  di  canale  da  fumo  comune  ai due
apparecchi  sia  almeno  uguale  alla  sezione  del  canale  da  fumo
dell'apparecchio  di  maggior  portata  moltiplicata  per il rapporto
Pc/P1, essendo  Pc  la  somma  delle  portate  termiche  dei  singoli
apparecchi e P1 la portata termica piu' elevata, cioe':
                   Sc > o = S1 per Pc/P1
ovvero:
                   Dc > o = D1 per radice quadrata di Pc/P1
dove (fig. 10 a)): Sc = sezione del condotto comune;
                   S1 = sezione del condotto dell'apparecchio di
                        maggior portata;
                   Dc = diametro del condotto comune;
                   D1 = diametro del condotto dell'apparecchio di
                        maggior portata;
esempio:
                           P1 = 25 kW             D1 = 120 mm
                           P2 = 18 kW
                           Pc = 25 + 18 = 43 kW
quindi:
                           Dc > o = D1 radice quadrata di Pc/P1 =
                           = 120 radice quadrata di 43/25 = 157 mm
Due  apparecchi,  con  le  limitazioni di cui al punto a) precedente,
possono essere anche raccordati direttamente allo  stesso  camino  od
alla  stessa  canna  fumaria:  in  tal  caso  la  distanza  verticale
intercorrente fra gli assi degli orifizi di imbocco  deve  essere  di
almeno 250 mm (vedere fig. 10 b)).
Non  e'  invece consentito convogliare nello stesso canale da fumo lo
scarico di apparecchi a gas e quello di altri  generatori  di  calore
funzionanti con combustibili diversi.
E' pure vietato convogliare nello stesso canale da fumo lo scarico di
apparecchi  a  gas  ed  i canali provenienti da cappe sovrastanti gli
apparecchi di cottura.

           ---->  Vedere Fig. 10 a Pag. 24 del S.O.  <----

4.3.2. Canne fumarie/Camini
4.3.2.1. Generalita'
Una   canna   fumaria/camino  per  l'evacuazione  nell'atmosfera  dei
prodotti della combustione di apparecchi  a  tiraggio  naturale  deve
rispondere ai seguenti requisiti:
-  essere  a  tenuta  dei  prodotti della combustione, impermeabile e
termicamente isolata/o (secondo  quanto  prescritto  dalla  norma  in
proposito);
-  essere realizzata/o in materiali adatti a resistere nel tempo alle
normali  sollecitazioni  meccaniche,  al  calore  ed  all'azione  dei
prodotti della combustione e delle loro eventuali condense;
-   avere   andamento   verticale  ed  essere  priva/o  di  qualsiasi
strozzatura in tutta la sua lunghezza;
- essere adeguatamente coibentata/o per evitare fenomeni di  condensa
o  di  raffreddamento dei fumi, in particolare se posta/o all'esterno
dell'edificio od in locali non riscaldati;
- essere adeguatamente distanziata/o, mediante intercapedine d'aria o
isolanti  opportuni,  da  materiali   combustibili   e/o   facilmente
infiammabili;
-  avere al di sotto dell'imbocco del primo canale da fumo una camera
di raccolta di materiali solidi ed  eventuali  condense,  di  altezza
pari almeno a 500 mm.
L'accesso  a  detta camera deve essere garantito mediante un'apertura
munita di sportello metallico di chiusura a tenuta d'aria;
- avere sezione interna di forma circolare, quadrata o  rettangolare:
in  questi  ultimi  due casi gli angoli devono essere arrotondati con
raggio non inferiore a 20 mm; sono  ammesse  tuttavia  anche  sezioni
idraulicamente equivalenti;
-  essere  dotata/o  alla  sommita'  di  un comignolo, rispondente ai
requisiti di cui in 4.3.3;
- essere  priva/o  di  mezzi  meccanici  di  aspirazione  posti  alla
sommita' del condotto;
-  in  un camino che passa entro od e' addossato a locali abitati non
deve esistere alcuna sovrappressione.
Per gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale si possono avere:
- Camini singoli (vedere 4.3.2.2)
- Canne fumarie collettive ramificate (vedere 4.3.2.3).
4.3.2.2. Camini singoli
Le dimensioni interne di alcuni tipi di camini singoli sono contenute
nei prospetti 1, 2, 3 e 4 dell'appendice C. Tali prospetti coprono il
campo di potenza termica nominale 10-30 kW  (corrispondente  a  circa
12-35  kW di portata termica) e il campo di temperatura di uscita dei
fumi dall'apparecchio da 100 ›C a 190 ›C, e  prevedono  l'impiego  di
camini  coibentati di refrattario e/o muratura e metallici; essi sono
impiegabili entro i limiti delle condizioni generali e particolari di
applicabilita',  rappresentative   di   situazioni   costruttive   ed
impiantistiche correnti, contenute nella stessa appendice.
Nel  caso  che  i  dati  effettivi  di  impianto  non rientrino nelle
condizioni di applicabilita' o nei limiti  delle  tabelle  si  dovra'
procedere  al  calcolo  del  camino  secondo le norme UNI vigenti. Si
dovra' anche eseguire il calcolo con i dati effettivi di impianto per
tutte le  posizioni  dei  prospetti  in  cui  non  sono  indicate  le
dimensioni delle sezioni.
Per gli apparecchi che possono funzionare a potenza termica variabile
si  deve  inoltre  controllare  che  alla  potenza  termica minima la
temperatura della parete interna allo sbocco del camino sia  maggiore
della temperatura di rugiada dei fumi.
4.3.2.3. Canne fumarie collettive ramificate c.c.r.
Negli  edifici  multipiano, per l'evacuazione a tiraggio naturale dei
prodotti  della  combustione,   possono   essere   utilizzate   canne
collettive  ramificate (c.c.r.) (vedere fig. 11), purche' rispondano,
oltre che ai requisiti indicati in 4.3.2.1 anche ai seguenti:

           ---->  Vedere Fig. 11 a Pag. 26 del S.O.  <----

- il canale da  fumo,  che  unisce  l'apparecchio  utilizzatore  alla
c.c.r.,  deve immettersi nel condotto secondario immediatamente sopra
l'elemento  deviatore.  L'elemento  deviatore  deve  raccordarsi   al
collettore con un angolo non minore di 135› (vedere fig. 12 b));

           ---->  Vedere Fig. 12 a Pag. 26 del S.O.  <----

- la c.c.r. deve avere andamento perfettamente rettilineo e verticale
e non deve subire restringimenti o variazioni di sezione;
-  la c.c.r. deve sempre essere dotata alla sommita' di un comignolo,
rispondente  ai  requisiti  di  cui  in  4.3.3  e  che,  per  le  sue
particolari caratteristiche, funzioni anche da aspiratore statico;
- l'uso della c.c.r. vieta l'impiego di qualsiasi mezzo ausiliario di
aspirazione  e  compressione posto in corrispondenza delle immissioni
ai vari piani, ed esclude  anche  l'impiego  di  mezzi  meccanici  di
aspirazione posti alla sommita' del condotto;
-  l'uso  delle  c.c.r.  consente  solo  l'allacciamento  ai condotti
secondari di apparecchi alimentati con il medesimo combustibile,  del
medesimo  tipo  e  con portate termiche nominali che non differiscono
piu'  del  30%  in  meno  rispetto  alla  massima   portata   termica
allacciabile;  lo  scarico  delle esalazioni delle cappe delle cucine
deve avere una canna collettiva ramificata o camini  singoli  adibiti
solo a tale uso;
-  ad  una c.c.r. deve essere collegato un solo apparecchio per piano
(vedere fig. 13 a) - b));

           ---->  Vedere Fig. 13 a Pag. 27 del S.O.  <----

- il numero massimo di piani servibili  da  una  c.c.r.  deve  essere
rapportato  alla  effettiva  capacita'  di evacuazione del collettore
principale,  il  quale,  comunque,  non  deve  ricevere  piu'  di   5
immissioni  provenienti  dai  relativi  condotti secondari, cioe' una
c.c.r. puo' servire al massimo uno stabile  di  6  piani,  in  quanto
l'ultimo  condotto  secondario,  sempre  facente  parte della c.c.r.,
scarica direttamente nell'atmosfera,  tramite  lo  stesso  comignolo,
senza  immettersi  nel  condotto  principale;  nel caso di stabili di
notevole  altezza  dovranno  essere  installate  due  o  piu'   canne
collettive ramificate (vedere fig. 14);

           ---->  Vedere Fig. 14 a Pag. 27 del S.O.  <----

-  il condotto secondario della c.c.r. deve avere, per tutti i piani,
un'altezza almeno pari a quella di un piano ed entrare nel collettore
con un angolo non minore di 135›;
- l'altezza minima al di sopra dell'imbocco  dell'ultimo  apparecchio
nel secondario sino al comignolo deve essere pari a 3 metri;
-  il  dimensionamento delle canne fumarie collettive ramificate deve
essere eseguito e certificato dalle aziende costruttrici o da tecnici
qualificati,  tenendo  conto  dei  dati   specifici   relativi   alla
installazione degli apparecchi ed alla ubicazione dello stabile.
4.3.3. Comignoli
Dicesi  comignolo  il dispositivo posto generalmente a coronamento di
un camino singolo o di una canna fumaria collettiva ramificata atto a
facilitare la dispersione dei prodotti della combustione.
Esso deve soddisfare ai seguenti requisiti:
- avere sezione utile di uscita non minore del doppio di  quella  del
camino  o  della  canna  fumaria  collettiva  ramificata sul quale e'
inserito;
- essere conformato in modo da impedire la penetrazione nel camino  o
nella canna fumaria della pioggia e della neve;
-  essere  costruito  in  modo  che,  anche  in caso di venti di ogni
direzione ed inclinazione, venga comunque assicurato lo  scarico  dei
prodotti della combustione.
La  quota  di  sbocco (dove per quota di sbocco si intende quella che
corrisponde alla sommita' del camino/canna fumaria, indipendentemente
da eventuali comignoli) deve essere al di fuori della cosidetta  zona
di reflusso, al fine di evitare la formazione di contropressioni, che
impediscano  il  libero  scarico  nell'atmosfera  dei  prodotti della
combustione. E' necessario quindi che  vengano  adottate  le  altezze
minime indicate negli schemi di fig. 15.

     ---->  Vedere Fig. 15 da Pag. 28 a Pag. 30 del S.O.  <----

4.3.4. Scarico diretto all'esterno
Gli  apparecchi  di  tipo  B a tiraggio naturale, previsti per essere
raccordati ad un camino o ad una canna fumaria, possono  scaricare  i
prodotti della combustione direttamente all'esterno, tramite condotto
attraversante le pareti perimetrali dell'edificio.
Lo  scarico  avviene  in  tal caso a mezzo di un condotto di scarico,
cui, all'esterno, e' collegato un terminale di tiraggio.
4.3.4.1. Condotto di scarico
Il condotto di scarico deve rispondere ai medesimi requisiti elencati
in 4.3.1 per i canali da fumo, con le seguenti ulteriori indicazioni:
- deve avere la parte ad andamento sub-orizzontale ridotta al  minimo
e  comunque  di  lunghezza,  nella  parte  interna  all'edificio, non
maggiore di 1 000 mm; per gli apparecchi a scarico verticale non piu'
di 2  cambiamenti  di  direzione  e  per  gli  apparecchi  a  scarico
posteriore  o  laterale  non  piu' di 1 cambiamento di direzione, con
angoli interni maggiori  di  90›  e  realizzati  unicamente  mediante
elementi curvi;
- deve ricevere lo scarico di un solo apparecchio;
-  deve  avere  il  tratto  finale,  cui  dovra'  essere applicato il
terminale di tiraggio, non a filo della parete esterna dell'edificio,
ma sporgente da questa per una lunghezza di almeno due diametri;
-  deve  essere  protetto  con  tubo  guaina  metallico  nel   tratto
attraversante  i  muri:  la  guaina  deve  essere  chiusa nella parte
rivolta verso l'interno dell'edificio ed aperta verso l'esterno.
4.3.4.2. Terminale di tiraggio
Il terminale di tiraggio deve essere realizzato con  dispositivi  che
consentano la corretta evacuazione dei prodotti della combustione.
Nella loro forma piu' semplice possono essere costituiti da:
  a)  un  tratto  di tubo verticale collegato al tratto terminale del
condotto di scarico mediante un gomito a  90›.  Il  tratto  verticale
deve  avere  lunghezza sufficiente affinche' la sezione di sbocco dei
fumi nell'atmosfera sia ad una quota di  almeno  1,50  m  rispetto  a
quella di attacco del condotto di scarico (vedere fig. 16 a)).
La  sezione  di  efflusso  deve essere protetta da idoneo dispositivo
antivento, che elimini le correnti contrarie  e  l'entrata  di  acqua
piovana  e  che  impedisca  l'accidentale ostruzione della sezione di
sbocco;
  b) un aspiratore statico costituito da un tubo verticale  innestato
a  T  sul  tratto orizzontale e di dimensioni tali che i due segmenti
verticali abbiano altezza pari  ad  almeno  tre  diametri  e  che  la
sezione  di  efflusso dei fumi nell'atmosfera sia sempre ad una quota
di almeno 1,50 m rispetto a quella di attacco del condotto di scarico
(vedere fig. 16 b)).

     ---->  Vedere Fig. 16 da Pag. 31 a Pag. 32 del S.O.  <----

In fig. 16  c)  viene  riportato  uno  schema  (non  costruttivo)  di
terminale,  con il quale si smaltiscono in atmosfera i prodotti della
combustione provenienti dall'apparecchio a gas e,  nel  contempo,  si
ottiene  un modesto ricambio di aria (comunque l'ambiente deve essere
ventilato secondo quanto indicato in 3).
Altri dispositivi possono essere adottati purche':
  a) sia identificabile il loro produttore;
  b) ne sia comprovato il funzionamento;
  c) siano corredati di adeguate  istruzioni  per  l'installazione  e
l'eventuale manutenzione;
  d) siano di materiale atto a resistere alle sollecitazioni termiche
e chimiche, nonche' agli agenti atmosferici;
  e)   sia   specificata   la  portata  termica  massima  di  impiego
dell'apparecchio al quale possono essere collegati.
4.3.4.3. Posizionamento dei terminali di tiraggio
I terminali di tiraggio devono:
- essere situati sulle pareti perimetrali esterne dell'edificio;
- essere posizionati (vedere fig. 17) in modo che, per la sezione  di
efflusso  nell'atmosfera, vengano rispettate le distanze indicate nel
prospetto seguente.

           ---->  Vedere Fig. 17 a Pag. 32 del S.O.  <----

   Posizionamento dei terminali per apparecchi a tiraggio naturale
               in funzione della loro portata termica
1.  Posizionamento del terminale
2.  Distanze
3.  Apparecchi da 4 a 7 kW mm min.
4.  Apparecchi oltre 7 fino a 16 kW mm min.
5.  Apparecchi oltre 16 fino a 35 kW mm min.
1.  Sotto finestra
2.  A
3.  1 000***
4.  1 500
5.  2 500
1.  Sotto apertura di aerazione
2.  B
3.  1 000***
4.  1 500
5.  2 500
1.  Sotto gronda
2.  C
3.  300
4.  400
5.  500
1.  Sotto balcone*
2.  D
3.  300
4.  400
5.  500
1.  Da una finestra adiacente
2.  E
3.  400
4.  400
5.  400
1.  Da una apertura di aerazione adiacente
2.  F
3.  600
4.  600
5.  600
1.  Da tubazioni o scarichi verticali od orizzontali**
2.  G
3.  300
4.  300
5.  300
1.  Da un angolo dell'edificio
2.  H
3.  300
4.  500
5.  600
1.  Da una rientranza dell'edificio
2.  I
3.  300
4.  500
5.  600
1.  Dal suolo o da altro piano di calpestio
2.  L
3.  400
4.  1 500
5.  2 500
1.  Fra due terminali in verticale
2.  M
3.  600
4.  1 500
5.  2 500
1.  Fra due terminali in orizzontale
2.  N
3.  300
4.  500
5.  600
1.  Da una superficie frontale prospiciente senza aperture o terminal
    entro un raggio di 3 m dallo sbocco dei fumi
2.  O
3.  600
4.  1 000
5.  1 200
1.  Idem, ma con aperture o terminali entro un raggio di 3 m dallo
    sbocco dei fumi
2.  P
3.  1 200
4.  1 900
5.  2 500

* I terminali sotto un balcone praticabile devono essere collocati in
posizione  tale  che il percorso totale dei fumi, dal punto di uscita
dal terminale al loro  sbocco  dal  perimetro  esterno  del  balcone,
compresa  l'altezza  della eventuale balaustra di protezione, non sia
inferiore a 2 000 mm.
** Nella collocazione dei terminali dovranno essere adottate distanze
non minori  di  500  mm  per  la  vicinanza  di  materiali  sensibili
all'azione  dei  prodotti  della  combustione  (ad  esempio, gronde e
pluviali in materiale plastico, sporti in legname, ecc.)  a  meno  di
non  adottare  adeguate  misure  schermanti  nei  riguardi  di  detti
materiali.
*** Riducibili a 400 mm per apparecchi  da  riscaldamento  installati
sotto il vano finestra.

4.4. Apparecchi di tipo B a tiraggio forzato
4.4.1. Generalita'
Si  intende  per apparecchio a tiraggio forzato un apparecchio in cui
l'evacuazione dei  prodotti  della  combustione  avviene  tramite  un
dispositivo   meccanico   (ventilatore)   facente   parte  integrante
dell'apparecchio.
Un  apparecchio  a  tiraggio  forzato  deve  essere  specificatamente
costruito  a  tale scopo: e' pertanto vietata la trasformazione di un
apparecchio a tiraggio naturale in uno a tiraggio forzato.
4.4.2. Evacuazione dei prodotti della combustione
Gli apparecchi a tiraggio forzato non devono essere allacciati ad una
canna fumaria collettiva ramificata.
Lo scarico di ogni apparecchio a tiraggio forzato deve essere  quindi
canalizzato o verso un proprio camino, o direttamente all'esterno.
4.4.2.1. Scarico a mezzo di un camino
Anche  per  gli  apparecchi  di  questo  tipo  il collegamento con il
camino, per lo scarico dei  prodotti  della  combustione,  avviene  a
mezzo di canali da fumo, che devono rispondere ai seguenti requisiti:
-  essere  a  tenuta e realizzati in materiali adatti a resistere nel
tempo alle normali sollecitazioni meccaniche, al calore ed all'azione
dei prodotti della combustione e delle loro eventuali condense.
In qualsiasi punto del canale da  fumo  e  per  qualsiasi  condizione
esterna,  la  temperatura dei fumi deve essere superiore a quella del
punto di rugiada; l'impiego di condotti corrugati non e' consentito;
- essere collegati a tenuta; se vengono impiegati  materiali  a  tale
scopo, questi devono essere resistenti al calore ed alla corrosione;
-  essere  collocati in vista, facilmente smontabili ed installati in
modo da consentire le normali dilatazioni termiche;
- avere lunghezza compresa fra quella minima e quella  massima  indi-
cate   dal  costruttore  dell'apparecchio,  che  specifichera'  anche
dimensioni e sviluppo, in funzione  della  potenza  del  ventilatore,
facente parte integrante dell'apparecchio stesso;
- avere l'asse della sezione terminale di imbocco perpendicolare alla
parete  opposta  interna  del  camino: il canale da fumo deve inoltre
essere saldamente fissato a tenuta all'imbocco del camino;
- non  avere  dispositivi  di  intercettazione  (serrande):  se  tali
dispositivi fossero gia' in opera, devono essere rimossi;
-  distare  almeno 500 mm da materiali combustibili e/o infiammabili:
se tale distanza non potesse essere realizzata occorre provvedere  ad
una opportuna protezione specifica al calore;
- ricevere lo scarico di un solo apparecchio di utilizzazione.
Per  il  camino  valgono  invece  i  requisiti  gia' indicati per gli
apparecchi di tipo B a tiraggio naturale in 4.3.2.1. Il  ventilatore,
facente  parte integrante dell'apparecchio, puo' essere posto a monte
(apparecchi  di  tipo  B1  32),  oppure  a  valle  della  camera   di
combustione:  ed in questo caso si possono avere i tipi B12 1 e B12 2
a  seconda  che  esista  o  meno,  all'uscita  dall'apparecchio,   il
dispositivo rompitiraggio-antivento (schemi di fig. 18 a) - b) - c)).
La  posizione  del  ventilatore  non ha comunque alcuna influenza nel
calcolo della sezione minima necessaria del camino.

           ---->  Vedere Fig. 18 a Pag. 34 del S.O.  <----

Le  dimensioni  dei  camini  per  gli  apparecchi  a tiraggio forzato
dovranno tener  conto  della  potenza  disponibile  del  ventilatore,
indicata  dal costruttore. Per il calcolo si richiede l'intervento di
uno specialista, che applichera' le norme specifiche in proposito.
4.4.2.2. Scarico diretto all'esterno
Nel caso di  scarico  dei  prodotti  della  combustione  direttamente
all'esterno, il condotto di scarico deve rispondere ai requisiti gia'
menzionati in 4.4.2.1 per i canali da fumo, con le seguenti ulteriori
indicazioni:
- avere il tratto finale, cui dovra' essere applicato il terminale di
protezione,  non  a  filo  della  parete  esterna  dell'edificio,  ma
sporgente da questa di  quanto  necessario  per  l'attacco  di  detto
terminale;
-  essere  protetto  con  guaina metallica nel tratto attraversante i
muri: la guaina  dovra'  essere  chiusa  nella  parte  rivolta  verso
l'interno dell'edificio ed aperta verso l'esterno.
Anche  per  gli  apparecchi a tiraggio forzato il condotto di scarico
deve essere provvisto del relativo  terminale,  ambedue  forniti  dal
costruttore    dell'apparecchio   del   quale   costituiscono   parte
integrante.
L'installazione  del  sistema  di  evacuazione  dei  prodotti   della
combustione  degli apparecchi a tiraggio forzato deve essere conforme
a quanto specificatamente indicato nel libretto di istruzioni di ogni
apparecchio.
4.4.2.3. Posizionamento dei terminali
Facendo ancora riferimento alla fig. 17 (in 4.3.4.3 -  Posizionamento
dei  terminali  di  tiraggio  per gli apparecchi di tipo B a tiraggio
naturale),  le  distanze  minime   per   le   sezioni   di   efflusso
nell'atmosfera  cui  debbono  essere  situati  i  terminali  per  gli
apparecchi di tipo B a tiraggio forzato, sono indicate nel  prospetto
seguente.
   Posizionamento dei terminali per apparecchi a tiraggio forzato
               in funzione della loro portata termica
1.  Posizionamento del terminale
2.  Distanze
3.  Apparecchi da 4 a 7 kW mm min.
4.  Apparecchi oltre 7 fino a 16 kW mm min.
5.  Apparecchi oltre 16 fino a 35 kW mm min.
1.  Sotto finestra
2.  A
3.  300
4.  500
5.  600
1.  Sotto apertura di aerazione
2.  B
3.  300
4.  500
5.  600
1.  Sotto gronda
2.  C
3.  300
4.  300
5.  300
1.  Sotto balcone**
2.  D
3.  300
4.  300
5.  300
1.  Da una finestra adiacente
2.  E
3.  400
4.  400
5.  400
1.  Da una apertura di aerazione adiacente
2.  F
3.  600
4.  600
5.  600
1.  Da tubazioni o scarichi verticali od orizzontali***
2.  G
3.  300
4.  300
5.  300
1.  Da un angolo dell'edificio
2.  H
3.  300
4.  300
5.  300
1.  Da una rientranza dell'edificio
2.  I
3.  300
4.  300
5.  300
1.  Dal suolo o da altro piano di calpestio
2.  L
3.  400#
4.  1 500#
5.  2 500
1.  Fra due terminali in verticale
2.  M
3.  500
4.  1 000
5.  1 500
1.  Fra due terminali in orizzontale
2.  N
3.  500
4.  800
5.  1 000
1.  Da una superficie frontale prospiciente senza aperture o terminal
    entro un raggio di 3 m dallo sbocco dei fumi
2.  O
3.  1 500
4.  1 800
5.  2 000
1.  Idem, ma con aperture o terminali entro un raggio di 3 m dallo
    sbocco dei fumi
2.  P
3.  2 500
4.  2 800
5.  3 000

*  Gli  apparecchi  di  portata  termica  minore  di  4  kW  non sono
obbligatoriamente soggetti a limitazioni per  quel  che  riguarda  il
posizionamento dei terminali, fatta eccezione per i punti O e P.
**  I  terminali sotto un balcone praticabile devono essere collocati
in posizione tale che il percorso totale dei fumi dal punto di uscita
degli stessi dal terminale al loro sbocco dal perimetro  esterno  del
balcone,  compresa l'altezza della eventuale balaustra di protezione,
non sia inferiore a 2 000 mm.
***  Nella  collocazione  dei  terminali  dovranno  essere   adottate
distanze non minori di 500 mm per la vicinanza di materiali sensibili
all'azione  dei  prodotti  della  combustione  (ad  esempio  gronde e
pluviali in materiale plastico, sporti in legname, ecc.)  a  meno  di
non  adottare  adeguate  misure  schermanti  nei  riguardi  di  detti
materiali.
# I terminali devono essere in questo caso costruiti in modo  che  il
flusso   dei   prodotti  della  combustione  sia  il  piu'  possibile
ascensionale  ed  opportunamente   schermato   agli   effetti   della
temperatura.

4.5. Apparecchi di tipo C a tiraggio naturale
Gli apparecchi di tipo C a tiraggio naturale, essendo stagni rispetto
all'ambiente,  non  sono  soggetti  ad  alcun  vincolo  per  quel che
concerne sia la loro ubicazione (vedere 2.5.1.4),  sia  l'apporto  di
aria comburente (vedere 3.1.3) nei locali in cui vengono installati.
Essi  sono  suddivisi  nei  sottogruppi  C11, C21 e C31, nei quali la
prima cifra (1 - 2 - 3) indica il modo in  cui  avviene  il  prelievo
dell'aria  comburente e l'evacuazione dei prodotti della combustione,
mentre la seconda cifra (1) indica trattarsi di apparecchi a tiraggio
naturale.
I tipi C11 sono previsti per ricevere l'aria comburente e scaricare i
prodotti della combustione  direttamente  all'esterno,  mediante  due
orifici concentrici, o, se distinti, sulla stessa parete contenuti in
un quadrato di 500 mm di lato (vedere fig. 19).

           ---->  Vedere Fig. 19 a Pag. 36 del S.O.  <----

I  tipi  C21 sono previsti per essere raccordati ad una canna fumaria
collettiva particolare, avente la  duplice  funzione  di  convogliare
l'aria   comburente   necessaria  e  di  evacuare  i  prodotti  della
combustione.  Questo  tipo  di  installazione  non  viene  preso   in
considerazione nella presente norma.
I  tipi  C31  sono  previsti per essere raccordati da una parte ad un
dispositivo  di  evacuazione  dei  prodotti   della   combustione   e
dall'altra ad una presa dell'aria comburente, ambedue su pareti anche
diverse  del  locale  in  cui  e' installato l'apparecchio, e situati
l'uno lontano dall'altra (vedere fig. 20).

           ---->  Vedere Fig. 20 a Pag. 37 del S.O.  <----

Per  quanto riguarda lo scarico diretto all'esterno occorre ricordare
che, anche in questo caso, i  condotti  di  scarico  vengono  forniti
direttamente  dal  costruttore  come  facenti  parte integrante degli
apparecchi stagni ed e' il costruttore  che  garantisce,  secondo  le
norme   specifiche   dei   singoli   apparecchi,   le  condizioni  di
funzionamento e di sicurezza del  complesso  apparecchio-condotto  di
scarico.
Per  quanto  concerne  i  terminali,  anche  questi  dispositivi sono
forniti dal costruttore unitamente all'apparecchio, sono provati  con
il  complesso  e  devono rispondere ai requisiti costruttivi indicati
nelle norme specifiche.
Gli accessori e le istruzioni  per  il  montaggio  e  l'installazione
dell'apparecchio  e  del  dispositivo  di  adduzione  dell'aria  e di
scarico dei fumi devono essere forniti dal costruttore, il quale deve
specificare chiaramente tutte le precauzioni necessarie per garantire
la sicurezza del funzionamento.
L'apparecchio deve essere installato  conformemente  alle  istruzioni
del  costruttore, utilizzando condotti di scarico della lunghezza fra
la minima  e  la  massima  specificate  dal  costruttore  stesso,  in
particolare per adattarli ai muri che devono attraversare.
I  condotti di scarico dei prodotti della combustione, il circuito di
combustione  e  tutte  le  parti  dell'involucro  che   rendono   gli
apparecchi  di  tipo  C  stagni  rispetto all'ambiente, devono essere
metallici, fatta eccezione per i materiali di tenuta, i quali  devono
essere comunque incombustibili.
I  condotti  di  ingresso dell'aria comburente possono essere, quando
possibile, anche di materiale diverso.
I condotti, le eventuali  curve  ed  il  terminale  del  circuito  di
combustione  devono poter essere collocati correttamente e costituire
un insieme stabile e rigido.
Essi devono infine essere realizzati in materiali adatti a  resistere
nel  tempo  alle  normali  sollecitazioni  meccaniche,  al  calore ed
all'azione dei prodotti della combustione e delle loro eventuali con-
dense; l'impiego di condotti corrugati non e' consentito.
Per quanto riguarda il posizionamento dei terminali, vale, anche  per
questi apparecchi, la tabella di cui in 4.3.4.3.
4.6. Apparecchi di tipo C a tiraggio forzato
Gli  apparecchi  di  tipo  C  a  tiraggio  forzato sono suddivisi nei
sottogruppi C12, C22, C32, C13, C23, C33, nei quali la prima cifra (1
- 2 - 3) indica, come in precedenza per gli apparecchi di  tipo  C  a
tiraggio  naturale,  il  modo  in  cui  avviene il prelievo dell'aria
comburente e l'evacuazione dei prodotti della combustione, mentre  la
seconda   cifra   (2   -  3)  indica  la  posizione  del  ventilatore
incorporato, posto rispettivamente a valle o a monte della camera  di
combustione  (sotto  il  profilo  dell'installazione la posizione del
ventilatore e' comunque ininfluente).
Un esempio di realizzazione di un impianto con apparecchi di tipo C22
e C23 e' dato nelle fig. 21 e 22.

      ---->  Vedere Fig. 21 e Fig. 22 a Pag. 38 del S.O.  <----

Le  considerazioni  sui materiali, l'installazione, ecc., riguardanti
gli apparecchi stagni a tiraggio naturale valgono anche per quelli  a
tiraggio forzato; anche per questi ultimi si deve infatti considerare
l'apparecchio  come  un  unico  complesso,  unitamente al condotto di
allacciamento ed al terminale, garantito dal costruttore  e  previsto
per un funzionamento sicuro ed efficace.
Anche  il ventilatore fa parte integrante dell'apparecchio e sono in-
dicate nelle norme specifiche  l'impossibilita'  di  accesso  diretto
alle  parti rotanti, le protezioni contro la corrosione dei fumi e la
resistenza alle temperature di funzionamento.
Nelle istruzioni per l'installazione il  costruttore  dovra'  fornire
precise  indicazioni  di montaggio per i vari tipi di tubi di scarico
e/o allacciamento, dai tubi di lunghezza minima a  quelli  aventi  la
lunghezza  virtuale  piu'  sfavorevole  fra  tutte  le configurazioni
ritenute sicure ed efficienti previste per  un  determinato  tipo  di
apparecchio.
Per  quanto riguarda il posizionamento dei terminali vale, per questi
apparecchi, la tabella di cui in 4.4.2.3.
4.7. Scarico dei prodotti della combustione di apparecchi a  tiraggio
sia naturale che forzato entro spazi chiusi a cielo libero.
Negli  spazi  chiusi  a  cielo libero (pozzi di ventilazione, cavedi,
cortili e simili) chiusi su tutti i lati, e'  consentito  lo  scarico
diretto dei prodotti della combustione di apparecchi a gas a tiraggio
naturale  o forzato e portata termica oltre 4 e fino a 35 kW, purche'
vengano rispettate le condizioni seguenti:
a) il lato minore in pianta  deve  essere  di  lunghezze  maggiore  o
uguale a 3,5 m;
b)  il  numero  di colonne di terminali di scarico K che e' possibile
installare  (intendendo  per   colonna   una   serie   di   terminali
sovrapposti,  contenuti  entro  una  fascia  verticale  di  0,6  m di
larghezza) deve essere minore od uguale al rapporto fra la superficie
in pianta dello spazio a cielo libero, in m(quadrati), e l'altezza in
metri, della parete piu' bassa delimitante detto spazio;
c) sulla stessa verticale non devono coesistere scarichi di  impianti
termici e prese d'aria di impianti di condizionamento ambienti.
Negli  spazi  a  cielo libero adibiti ad uso esclusivo di impianti di
ventilazione forzata o condizionamento dell'aria, e'  fatto  assoluto
divieto  di  installare  terminali  di  scarico a tiraggio naturale o
forzato  di  qualunque  tipo  di  apparecchio  a   gas,   in   quanto
tecnicamente incompatibili fra loro.
Esempio:
Spazio  a cielo libero delimitato da 4 stabili di 7 piani (di altezza
totale pari a h = 24 m) e dell'area di: A = 3,5 x 8 = 28 m(quadrati).
In base alle condizioni precisate in precedenza si ha:
- condizioni a) e c) rispettate
- condizioni b) K = A/h = 28/24 = 1,16
Pertanto  nello  spazio  a  cielo  libero  con  area  pari  a  quella
sopraindicata ed altezza di 7 piani potra' essere installata una sola
colonna  di terminali (vedere fig. 23 a)), e quindi solo 7 apparecchi
con scarico all'esterno, ciascuno di portata termica non maggiore  di
quanto indicato nelle norme.
Affinche'  sia  possibile  l'installazione  di una seconda colonna di
terminali (K = 2) si deve avere:
1) per h = 24 m:
A = h x K = 24 x 2 = 48 m(quadrati) (vedere fig. 23 b))
2) per A = 28 m(quadrati):
h = A/K = 28 : 2 = 14 m (4 piani)

           ---->  Vedere Fig. 23 a Pag. 39 del S.O.  <----

                             APPENDICE A
        Calcolo dei diametri dei tubi di un impianto interno
Il dimensionamento di un impianto  interno  puo'  avvenire  nel  modo
seguente:
a) in base alla portata termica nominale, riportata sulla targa degli
apparecchi  utilizzatori,  si  determina la massima portata oraria in
volume richiesta per ogni tratto di impianto;
b) si misura lo sviluppo geometrico delle tubazioni e si  sommano  ad
esso le lunghezze equivalenti per i pezzi speciali presenti ottenendo
le  lunghezze  virtuali  (le lunghezze equivalenti dei pezzi speciali
sono state mediate dai prospetti forniti dai costruttori ed indicate,
per i principali tipi di gas, nel prospetto A I. I loro  valori  sono
validi per qualsiasi tipo di materiale impiegato);
c)  in  base  alla  densita' relativa del gas si sceglie il prospetto
corrispondente e si procede al  dimensionamento  tratto  per  tratto,
procedendo  come  nell'esempio,  adottando  per  lunghezze virtuali e
portate i valori piu' vicini per eccesso  dati  dal  prospetto  e  da
questi ricavando il diametro da adottare.
Le  tabelle  riportate in fondo all'appendice sono state calcolate in
base ad una perdita di pressione massima ammessa pari a 0,5 mbar  per
i  gas della prima famiglia (gas manifatturato), a 1,0 mbar per i gas
della seconda famiglia (gas naturale) ed infine a 2,0 mbar per i  gas
della terza famiglia (miscele di GPL).
Nota  -  La  formula utilizzata per il dimensionamento degli impianti
interni e' la seguente:
                                             2
                                   (lambda) V  (gamma)
                         PA - PB =                     . L
                                          200 Di
dove: PA = pressione relativa in un punto A (in mbar);
      PB = pressione relativa in un punto B (in mbar);
(lambda) = coefficiente in attrito = (lambda)o + b/Di
                                   0,612
           (lambda)o = 0,007 2 +         ,
                                    0,35
                                  Re
                         -5     0,109
            b  = 2,9 . 10   . Re     ,
                                               Q         -6
            Re = numero di Reynolds = 354 .            10  ,
                                           Di . (teta)
             Q = portata di gas (in m(cubi)/h, a 15›C e 1 013 mbar),
        (teta) = viscosita' cinematica (in m(quadrati)/s);
     V = velocita' del gas (in m/s) = Q/(2 827 . Di(elevato a 2);
(gamma)= massa volumica del gas (in kg/m(cubi), a 15›C e 1 013 mbar);
     L = lunghezza virtuale della tubazione (in metri);
    Di = diametro interno della tubazione (in metri).
      Prospetto A I - Lunghezze equivalenti dei pezzi speciali
                 Lunghezze equivalenti dei pezzi speciali
                                  m
   Di          curva      raccordo     croce     gomito    rubinetto
   mm          a 90›        a ti
              Gas naturale - Miscele aria/CH4 - Gas di cracking
  < o = 22,3   0,2          0,8         1,5        1,0         0,3
22,3 a  53,9   0,5          2,0         4,0        1,5         0,8
53,9 a  81,7   0,8          4,0         8,0        3,0         1,5
  > o = 81,7   1,5          6,5        13,0        4,5         2,0
             Gas di petrolio liquefatto - Miscele a base di GPL
  < o = 22,3   0,2          1,0         2,0        1,0         0,3
22,3 a  53,9   0,5          2,5         5,0        2,0         0,8
53,9 a  81,7   1,0          4,5         9,0        3,0         1,5
  > o = 81,7   1,5          7,5        15,0        5,0         2,0
Esempio:
Supponiamo  di  utilizzare  un  gas naturale avente potere calorifico
superiore   Hs=38162kJ/m(cubi)   e   potere   calorifico    inferiore
Hi=34425kJ/m(cubi),   con   densita'   all'aria   d=0,6.   Si   debba
dimensionare un impianto interno, in tubo di acciaio, per  alimentare
i seguenti apparecchi (vedere figura):
- cucina      : portata termica nominale Qn = 21 kW
                                       Qn
                portata volumica Qv =      3 600 =      2,0 m(cubi)/h
                                       Hs
- caldaia     : portata termica nominale Qn = 33,5 kW
                                       Qn
                portata volumica Qv =      3 600 =      3,5 m(cubi)/h
                                       Hi
- scaldabagno : portata termica nominale Qn = 33,5 kW
                                       Qn
                portata volumica Qv =      3 600 =      3,5 m(cubi)/h
                                       Hi
- stufa       : portata termica nominale Qn =  9,5 kW
                                       Qn
                portata volumica Qv =      3 600 =      1,0 m(cubi)/h
                                       Hi
                portata volumica totale          =     10,0 m(cubi)/h
Il  dimensionamento  dell'impianto  procede, come si e' detto, tratto
per tratto.

           ---->  Vedere Figura a Pag. 41 del S.O.  <----

N.B. - La cucina e la stufa sono collegate all'impianto  con  attacco
rigido  di  piccola  lunghezza. Nel calcolo delle lunghezze non si e'
tenuto conto dell'impiego di tubi flessibili per il  collegamento  di
questi due apparecchi.
Tratto AC - portata (Q)                              = 10,0 m(cubi)/h
          - lunghezza effettiva del tronco AC        =  3,0 m
          - lunghezza  totale del tronco  (misurata
            fra il contatore  e  l'apparecchio  piu'
            lontano  alimentato dal tronco)          = 11,0 m
          - lunghezza  virtuale del tronco (lunghez-
            za totale  maggiorata  delle  lunghezze
            equivalenti ai cambiamenti di direzione:
            gomito  in  B = 1,5 m,  ti in C = 2,0 m,
            curva in E = 0,5 m,  croce in F = 4,0 m,
            curva  in L = 0,5 m, curva in M = 0,5 m,
            rubinetto in M = 0,8 m, ipotizzando che
            i diametri necessari siano compresi fra
            22,3 e 53,9 mm)                          = 20,8 m
          Dal prospetto A III, relativo alle tubazioni di acciaio, si
          ottiene,  in  corrispondenza  dei  valori  approssimati per
          eccesso della lunghezza virtuale e della portata, il valore
          del diametro interno:
                      Di = 36,6 mm (1 1/4")
In modo analogo si procede per gli altri tratti di impianto:
Tratto CF - portata (Q)                     =  8,0 m(cubi)/h
          - lunghezza effettiva tronco CF   =  4,0 m
          - lunghezza totale                = 11,0 m
          - lunghezza virtuale              = 20,8 m
          - Di = 36,6 mm (1 1/4")
Tratto FM - portata (Q)                     =  3,5 m(cubi)/h
          - lunghezza effettiva tronco FM   =  4,0 m
          - lunghezza totale                = 11,0 m
          - lunghezza virtuale              = 20,8 m
          - Di = 27,9 mm (1")
Tratto CD - portata (Q)                     =  2,0 m(cubi)/h
          - lunghezza effettiva tronco CD   =  1,8 m
          - lunghezza totale                =  4,8 m
          - lunghezza virtuale              = 10,6 m
          - Di = 22,3 mm (3/4")
Tratto FG - portata (Q)                     =  3,5 m(cubi)/h
          - lunghezza effettiva tronco FG   =  0,4 m
          - lunghezza totale                =  7,4 m
          - lunghezza virtuale              = 17,7 m
          - Di = 22,3 mm (3/4")
Tratto FI - portata (Q)                     =  1,0 m(cubi)/h
          - lunghezza effettiva tronco FI   =  2,5 m
          - lunghezza totale                =  9,5 m
          - lunghezza virtuale              = 18,8 m
          - Di = 16,7 mm (1/2")
Se,  al  termine  del  calcolo,  si  sono trovati diametri diversi da
quelli utilizzati per il calcolo delle  lunghezze  virtuali,  occorre
rifare tutto il dimensionamento con un secondo tentativo.
Nei  prospetti  che seguono vengono forniti i valori delle portate di
gas possibili in funzione dei  diametri  interni  delle  tubazioni  e
delle  lunghezze delle stesse, per i gas della prima, della seconda e
della terza famiglia e per tubazioni in acciaio e in rame, che sono i
materiali piu' ricorrenti.
Per le tubazioni  in  polietilene  occorrera'  rifarsi  alla  formula
utilizzata  per  il dimensionamento degli impianti interni (nota pag.
34).
Prospetto A II - Portate in volume (m(cubi)/h a 15 ›C) per gas mani-
                 fatturato, densita' 0,85, calcolate per tubazioni di
                 acciaio, con perdita di carico di 0,5 mbar
1.  Filettatura
2.  3/8
3.  1/2
4.  3/4
5.  1
6.  1 1/4
7.  1 1/2
8.  2
9.  2 1/2
10. 3
1.  Di mm
2.  13,2
3.  16,7
4.  22,3
5.  27,9
6.  36,6
7.  42,5
8.  53,9
9.  69,7
10. 81,7
1.  s mm
2.  2,0
3.  2,3
4.  2,3
5.  2,9
6.  2,9
7.  2,9
8.  3,2
9.  3,2
10. 3,6
1.  L m
2.
3.
4.
5.
6.  Portata m(cubi)/h
7.
8.
9.
10.
1.  2
2.  1,69
3.  3,23
4.  7,13
5.  18,8
6.  27,72
7.  41,75
8.  80,04
9.  161,62
10. 246,99
1.  4
2.  1,14
3.  2,18
4.  4,81
5.  8,89
6.  18,70
7.  28,16
8.  53,96
9.  109,03
10. 168,37
1.  6
2.  0,91
3.  1,73
4.  3,82
5.  7,06
6.  14,85
7.  22,36
8.  42,83
9.  86,53
10. 133,62
1.  8
2.  0,77
3.  1,47
4.  3,25
5.  6,00
6.  12,61
7.  18,98
8.  36,36
9.  73,44
10. 113,38
1.  10
2.  0,68
3.  1,30
4.  2,86
5.  5,28
6.  11,10
7.  16,71
8.  32,01
9.  64,66
10. 99,82
1.  15
2.  0,54
3.  1,03
4.  2,27
5.  4,19
6.  8,81
7.  13,26
8.  25,40
9.  51,30
10. 79,19
1.  20
2.  0,46
3.  0,87
4.  1,93
5.  3,56
6.  7,48
7.  11,26
8.  21,56
9.  43,52
10. 67,18
1.  25
2.  0,40
3.  0,77
4.  1,70
5.  3,14
6.  6,59
7.  9,91
8.  18,98
9.  38,31
10. 59,14
1.  30
2.  0,36
3.  0,69
4.  1,53
5.  2,83
6.  5,94
7.  8,93
8.  17,10
9.  34,52
10. 53,28
1.  40
2.  0,31
3.  0,59
4.  1,30
5.  2,40
6.  5,04
7.  7,58
8.  14,51
9.  29,29
10. 45,20
1.  50
2.  0,27
3.  0,52
4.  1,14
5.  2,11
6.  4,43
7.  6,67
8.  12,77
9.  25,78
10. 39,78
1.  75
2.  0,22
3.  0,41
4.  0,91
5.  1,67
6.  3,52
7.  5,29
8.  10,13
9.  20,44
10. 31,54
1.  100
2.  0,18
3.  0,35
4.  0,77
5.  1,42
6.  2,98
7.  4,49
8.  8,59
9.  17,34
10. 26,75
Prospetto A III - Portate in volume (m(cubi)/h a 15 ›C) per gas natu-
                  rale,  densita'  0,6,  calcolate  per  tubazioni di
                  acciaio, con perdita di carico di 1,0 mbar
1.  Filettatura
2.  3/8
3.  1/2
4.  3/4
5.  1
6.  1 1/4
7.  1 1/2
8.  2
9.  2 1/2
10. 3
1.  Di mm
2.  13,2
3.  16,7
4.  22,3
5.  27,9
6.  36,6
7.  42,5
8.  53,9
9.  69,7
10. 81,7
1.  s mm
2.  2,0
3.  2,3
4.  2,3
5.  2,9
6.  2,9
7.  2,9
8.  3,2
9.  3,2
10. 3,6
1.  L m
2.
3.
4.
5.
6.  Portata m(cubi)/h
7.
8.
9.
10.
1.  2
2.  3,09
3.  5,89
4.  13,04
5.  24,13
6.  50,82
7.  76,58
8.  145,15
9.  288,70
10. 441,42
1.  4
2.  2,09
3.  3,99
4.  8,82
5.  16,31
6.  34,34
7.  51,72
8.  99,19
9.  197,75
10. 302,27
1.  6
2.  1,66
3.  3,17
4.  7,02
5.  12,97
6.  27,29
7.  41,10
8.  78,79
9.  158,46
10. 242,17
1.  8
2.  1,41
3.  2,70
4.  5,96
5.  11,02
6.  23,18
7.  34,90
8.  66,91
9.  135,24
10. 206,91
1.  10
2.  1,25
3.  2,38
4.  5,25
5.  9,71
6.  20,42
7.  30,75
8.  58,94
9.  119,11
10. 183,13
1.  15
2.  0,99
3.  1,89
4.  4,18
5.  7,71
6.  16,22
7.  24,42
8.  46,79
9.  94,55
10. 146,01
1.  20
2.  0,84
3.  1,61
4.  3,55
5.  6,55
6.  13,77
7.  20,73
8.  39,72
9.  80,25
10. 123,92
1.  25
2.  0,74
3.  1,41
4.  3,12
5.  5,77
6.  12,13
7.  18,26
8.  34,98
9.  70,66
10. 109,10
1.  30
2.  0,67
3.  1,28
4.  2,82
5.  5,20
6.  10,93
7.  16,46
8.  31,53
9.  63,68
10. 98,32
1.  40
2.  0,57
3.  1,08
4.  2,39
5.  4,42
6.  9,28
7.  13,97
8.  26,76
9.  54,04
10. 83,43
1.  50
2.  0,50
3.  0,95
4.  2,11
5.  3,89
6.  8,17
7.  12,30
8.  23,56
9.  47,58
10. 73,45
1.  75
2.  0,40
3.  0,76
4.  1,67
5.  3,09
6.  6,49
7.  9,76
8.  18,69
9.  37,74
10. 58,26
1.  100
2.  0,34
3.  0,64
4.  1,42
5.  2,62
6.  5,50
7.  8,28
8.  15,86
9.  32,02
10. 49,42
Prospetto A IV - Portate in volume (m(cubi)/h a 15 ›C) per miscele di
                 G.P.L.,  densita'  1,69,  calcolate per tubazioni di
                 acciaio, con perdita di carico di 2,0 mbar
1.  Filettatura
2.  3/8
3.  1/2
4.  3/4
5.  1
6.  1 1/4
7.  1 1/2
8.  2
9.  2 1/2
10. 3
1.  Di mm
2.  13,2
3.  16,7
4.  22,3
5.  27,9
6.  36,6
7.  42,5
8.  53,9
9.  69,7
10. 81,7
1.  s mm
2.  2,0
3.  2,3
4.  2,3
5.  2,9
6.  2,9
7.  2,9
8.  3,2
9.  3,2
10. 3,6
1.  L m
2.
3.
4.
5.
6.  Portata m(cubi)/h
7.
8.
9.
10.
1.  2
2.  2,61
3.  4,99
4.  11,05
5.  20,45
6.  43,07
7.  64,90
8.  122,79
9.  244,25
10. 373,47
1.  4
2.  1,77
3.  3,38
4.  7,48
5.  13,82
6.  29,10
7.  43,84
8.  84,08
9.  167,31
10. 255,76
1.  6
2.  1,41
3.  2,69
4.  5,95
5.  10,99
6.  23,13
7.  34,84
8.  66,79
9.  134,07
10. 204,91
1.  8
2.  1,20
3.  2,29
4.  5,05
5.  9,34
6.  19,65
7.  29,59
8.  56,72
9.  114,57
10. 175,08
1.  10
2.  1,06
3.  2,01
4.  4,45
5.  8,23
6.  17,31
7.  26,07
8.  49,96
9.  100,98
10. 154,96
1.  15
2.  0,84
3.  1,60
4.  3,54
5.  6,54
6.  13,75
7.  20,70
8.  39,67
9.  80,16
10. 123,79
1.  20
2.  0,71
3.  1,36
4.  3,01
5.  5,55
6.  11,68
7.  17,58
8.  33,68
9.  68,04
10. 105,07
1.  25
2.  0,63
3.  1,20
4.  2,65
5.  4,89
6.  10,28
7.  15,48
8.  29,66
9.  59,91
10. 92,51
1.  30
2.  0,57
3.  1,08
4.  2,39
5.  4,41
6.  9,27
7.  13,95
8.  26,73
9.  54,00
10. 83,37
1.  40
2.  0,48
3.  0,92
4.  2,03
5.  3,74
6.  7,87
7.  11,84
8.  22,69
9.  45,82
10. 70,74
1.  50
2.  0,42
3.  0,81
4.  1,79
5.  3,30
6.  6,93
7.  10,43
8.  19,98
9.  40,34
10. 62,28
1.  75
2.  0,34
3.  0,64
4.  1,42
5.  2,62
6.  5,50
7.  8,28
8.  15,85
9.  32,00
10. 49,40
1.  100
2.  0,29
3.  0,55
4.  1,20
5.  2,22
6.  4,67
7.  7,02
8.  13,45
9.  27,15
10. 41,91
Prospetto A V - Portate in volume (m(cubi)/h a 15 ›C) per  gas  mani-
                manifatturato, densita' 0,85, calcolate per tubazioni
                di rame, con perdita di carico di 0,5 mbar
1.  Di mm
2.  6,0
3.  8,0
4.  10,0
5.  12,0
6.  14,0
7.  16,0
8.  19,0
1.  s mm
2.  1,0
3.  1,0
4.  1,0
5.  1,0
6.  1,0
7.  1,0
8.  1,5
1.  L m
2.
3.
4.
5.  Portata m(cubi)/h
6.
7.
8.
1.  2
2.  0,21
3.  0,46
4.  0,84
5.  1,38
6.  2,10
7.  3,02
8.  4,83
1.  4
2.  0,14
3.  0,31
4.  0,56
5.  0,93
6.  1,41
7.  2,03
8.  3,24
1.  6
2.  0,11
3.  0,24
4.  0,45
5.  0,73
6.  1,12
7.  1,61
8.  2,57
1.  8
2.  0,09
3.  0,21
4.  0,38
5.  0,62
6.  0,95
7.  1,36
8.  2,17
1.  10
2.  0,08
3.  0,18
4.  0,33
5.  0,55
6.  0,83
7.  1,20
8.  1,91
1.  15
2.  0,07
3.  0,14
4.  0,26
5.  0,43
6.  0,66
7.  0,95
8.  1,51
1.  20
2.  0,06
3.  0,12
4.  0,22
5.  0,37
6.  0,56
7.  0,80
8.  1,28
1.  25
2.  0,05
3.  0,11
4.  0,20
5.  0,32
6.  0,49
7.  0,71
8.  1,13
1.  30
2.  0,04
3.  0,10
4.  0,18
5.  0,29
6.  0,44
7.  0,64
8.  1,02
1.  40
2.  0,04
3.  0,08
4.  0,15
5.  0,25
6.  0,37
7.  0,54
8.  0,86
1.  50
2.  0,03
3.  0,07
4.  0,13
5.  0,22
6.  0,33
7.  0,47
8.  0,76
1.  75
2.  0,03
3.  0,06
4.  0,10
5.  0,17
6.  0,26
7.  0,38
8.  0,60
1.  100
2.  0,02
3.  0,05
4.  0,09
5.  0,15
6.  0,22
7.  0,32
8.  0,51
Prospetto A VI - Portate in volume (m(cubi)/h a 15 ›C) per gas  natu-
                 rale, densita' 0,6, calcolate per tubazioni di rame,
                 con perdita di carico di 1,0 mbar
1.  Di mm
2.  6,0
3.  8,0
4.  10,0
5.  12,0
6.  14,0
7.  16,0
8.  19,0
1.  s mm
2.  1,0
3.  1,0
4.  1,0
5.  1,0
6.  1,0
7.  1,0
8.  1,5
1.  L m
2.
3.
4.
5.  Portata m(cubi)/h
6.
7.
8.
1.  2
2.  0,39
3.  0,85
4.  1,56
5.  2,56
6.  3,89
7.  5,60
8.  8,95
1.  4
2.  0,26
3.  0,57
4.  1,04
5.  1,72
6.  2,61
7.  3,78
8.  6,01
1.  6
2.  0,21
3.  0,45
4.  0,83
5.  1,36
6.  2,07
7.  2,98
8.  4,76
1.  8
2.  0,17
3.  0,38
4.  0,70
5.  1,15
6.  1,75
7.  2,52
8.  4,03
1.  10
2.  0,15
3.  0,34
4.  0,62
5.  1,01
6.  1,54
7.  2,22
8.  3,55
1.  15
2.  0,12
3.  0,27
4.  0,49
5.  0,80
6.  1,22
7.  1,76
8.  2,81
1.  20
2.  0,10
3.  0,23
4.  0,41
5.  0,68
6.  1,04
7.  1,49
8.  2,38
1.  25
2.  0,09
3.  0,20
4.  0,36
5.  0,60
6.  0,91
7.  1,31
8.  2,09
1.  30
2.  0,08
3.  0,18
4.  0,33
5.  0,54
6.  0,82
7.  1,18
8.  1,88
1.  40
2.  0,07
3.  0,15
4.  0,28
5.  0,46
6.  0,69
7.  1,00
8.  1,60
1.  50
2.  0,06
3.  0,13
4.  0,24
5.  0,40
6.  0,61
7.  0,88
8.  1,40
1.  75
2.  0,05
3.  0,11
4.  0,19
5.  0,32
6.  0,48
7.  0,70
8.  1,11
1.  100
2.  0,04
3.  0,09
4.  0,16
5.  0,27
6.  0,41
7.  0,59
8.  0,94
Prospetto A VII - Portate in volume (m(cubi)/h a 15›C) per miscele di
                  GPL,  densita'  1,69,  calcolate  per  tubazioni di
                  rame, con perdita di carico di 2,0 mbar
1.  Di mm
2.  6,0
3.  8,0
4.  10,0
5.  12,0
6.  14,0
7.  16,0
8.  19,0
1.  s mm
2.  1,0
3.  1,0
4.  1,0
5.  1,0
6.  1,0
7.  1,0
8.  1,5

1.  L m
2.
3.
4.
5.  Portata m(cubi)/h
6.
7.
8.
1.  2
2.  0,33
3.  0,72
4.  1,32
5.  2,17
6.  3,30
7.  4,75
8.  7,60
1.  4
2.  0,22
3.  0,48
4.  0,89
5.  1,46
6.  2,22
7.  3,19
8.  5,10
1.  6
2.  0,17
3.  0,38
4.  0,70
5.  1,15
6.  1,76
7.  2,53
8.  4,04
1.  8
2.  0,15
3.  0,32
4.  0,59
5.  0,98
6.  1,49
7.  2,14
8.  3,42
1.  10
2.  0,13
3.  0,28
4.  0,52
5.  0,86
6.  1,31
7.  1,88
8.  3,01
1.  15
2.  0,10
3.  0,23
4.  0,41
5.  0,68
6.  1,04
7.  1,49
8.  2,38
1.  20
2.  0,09
3.  0,19
4.  0,35
5.  0,58
6.  0,88
7.  1,26
8.  2,02
1.  25
2.  0,08
3.  0,17
4.  0,31
5.  0,51
6.  0,77
7.  1,11
8.  1,78
1.  30
2.  0,07
3.  0,15
4.  0,28
5.  0,46
6.  0,70
7.  1,00
8.  1,60
1.  40
2.  0,06
3.  0,13
4.  0,24
5.  0,39
6.  0,59
7.  0,85
8.  1,35
1.  50
2.  0,05
3.  0,11
4.  0,21
5.  0,34
6.  0,52
7.  0,75
8.  1,19
1.  75
2.  0,04
3.  0,09
4.  0,16
5.  0,27
6.  0,41
7.  0,59
8.  0,94
1.  100
2.  0,03
3.  0,08
4.  0,14
5.  0,23
6.  0,35
7.  0,50
8.  0,80
                             APPENDICE B
      Schemi di installazioni di apparecchi secondo i vari tipi
              di scarico dei prodotti della combustione

      ---->  Vedere Figure da Pag. 46 a Pag. 54 del S.O.  <----

                             APPENDICE C
         Dimensioni interne di alcuni tipi di camini singoli
Prospetto C I - DIMENSIONI INTERNE DI CAMINI SINGOLI DI REFRATTARIO
                E/O MURATURA COIBENTATI
                Apparecchi  a  gas  di tipo B a tiraggio naturale con
                bruciatore di tipo atmosferico - Temperatura dei fumi
                dopo il dispositivo rompitiraggio antivento 140›C < o
                = tw < 190›C - Dimensioni interne del camino: altezza
                efficace  H(m),  diametro  interno   D(cm)   (sezione
                circolare) o lato interno L(cm) (sezione quadrata)
1.  Potenza termica nominale* Pn kW
2.  Portata in massa fumi . m kg/h
3.  Resistenza termica parete R m(quadrati)K/W
4.  H=4 m
5.
6.  H=5 m
7.
8.  H=7,5 m
9.
10. H=10 m
11.
12. H=12,5 m
13.
14. H=15 m
15.
16. H=17,5 m
17.
18. H=20 m
19.
20. H=25 m
21.
1.
2.
3.
4.  D
5.  L
6.  D
7.  L
8.  D
9.  L
10. D
11. L
12. D
13. L
14. D
15. L
16. D
17. L
18. D
19. L
20. D
21. L
1.
2.
3.
4.  cm
5.  cm
6.  cm
7.  cm
8.  cm
9.  cm
10. cm
11. cm
12. cm
13. cm
14. cm
15. cm
16. cm
17. cm
18. cm
19. cm
20. cm
21. cm
1.  10,0
2.  32,4
3.  > 0,65
4.  12
5.  12
6.  10
7.  10
8.  10
9.  10
10. 10
11. 10
12. 10
13. 10
14. 10
15. 10
16. 10
17. 10
18. -
19. -
20. -
21. -
1.
2.
3.  > 0,22
4.  12
5.  12
6.  12
7.  12
8.  10
9.  10
10. -
11. -
12. -
13. -
14. -
15. -
16. -
17. -
18. -
19. -
20. -
21. -
1.  12,5
2.  40,5
3.  > 0,65
4.  12
5.  12
6.  12
7.  12
8.  12
9.  10
10. 12
11. 10
12. 10
13. 10
14. 10
15. 10
16. 10
17. 10
18. 12
19. -
20. -
21. -
1.
2.
3.  > 0,22
4.  12
5.  12
6.  12
7.  12
8.  12
9.  10
10. 12
11. -
12. 10
13. -
14. -
15. -
16. -
17. -
18. -
19. -
20. -
21. -
1.  15,0
2.  48,6
3.  > 0,65
4.  12
5.  12
6.  12
7.  12
8.  12
9.  12
10. 12
11. 12
12. 12
13. 10
14. 12
15. 10
16. 12
17. 10
18. 12
19. -
20. -
21. -
1.
2.
3.  > 0,22
4.  14
5.  12
6.  12
7.  12
8.  12
9.  12
10. 12
11. -
12. 12
13. -
14. -
15. -
16. -
17. -
18. -
19. -
20. -
21. -
1.  17,5
2.  57,7
3.  > 0,65
4.  14
5.  12
6.  12
7.  12
8.  12
9.  12
10. 12
11. 12
12. 12
13. 12
14. 12
15. 12
16. 12
17. 12
18. 12
19. 12
20. -
21. -
1.
2.
3.  > 0,22
4.  14
5.  14
6.  14
7.  12
8.  12
9.  12
10. 12
11. 12
12. 12
13. 12
14. 12
15. -
16. -
17. -
18. -
19. -
20. -
21. -
1.  20,0
2.  64,8
3.  > 0,65
4.  14
5.  14
6.  14
7.  14
8.  12
9.  12
10. 12
11. 12
12. 12
13. 12
14. 12
15. 12
16. 12
17. 12
18. 12
19. 12
20. 14
21. -
1.
2.
3.  > 0,22
4.  14
5.  14
6.  14
7.  14
8.  12
9.  12
10. 12
11. 12
12. 12
13. 12
14. 12
15. -
16. -
17. -
18. -
19. -
20. -
21. -
1.  22,5
2.  72,9
3.  > 0,65
4.  16
5.  14
6.  14
7.  14
8.  14
9.  14
10. 14
11. 14
12. 12
13. 12
14. 12
15. 12
16. 12
17. 12
18. 12
19. 12
20. 14
21. -
1.
2.
3.  > 0,22
4.  16
5.  14
6.  14
7.  14
8.  14
9.  14
10. 14
11. 14
12. 14
13. 14
14. 14
15. 12
16. 14
17. -
18. -
19. -
20. -
21. -
1.  25,0
2.  81,0
3.  > 0,65
4.  16
5.  14
6.  16
7.  14
8.  14