(Allegato n. 1)
                                                        Allegato n. 1 
 
    
N. d'ord.         |Regione e Sito        |Totale        |Note

Siti di interesse nazionale individuati; dalle leggi n. 179/2002;
n. 248/2005; n. 266/2005; dal decreto legislativo n. 152/2006
---------------------------------------------------------------------
               |Lombardia Brescia-Caffaro     |                  |
               |(aree industriali e relative  |                  |
1              |discariche da bonificare)     |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
2              |Lombardia Broni               |Euro 2.272.727,00 |(1)
---------------------------------------------------------------------
3              |Marche Falconara Marittima    |Euro 3.272.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
4              |Piemonte Serravalle Scrivia   |Euro 2.272.727,00 |(2)
---------------------------------------------------------------------
               |Lombardia laghi di Mantova e  |                  |
5              |polo chimico                  |Euro 3.272.727,00 |(3)
---------------------------------------------------------------------
               |Toscana Orbetello area ex     |                  |
6              |Sitoco                        |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
               |Campania aree del litorale    |                  |
7              |vesuviano                     |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
               |Sardegna aree industriali di  |                  |
8              |Porto Torres                  |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
               |Basilicata area industriale   |                  |
9              |della Val Basento             |Euro 2.272.727,00 |(4)
---------------------------------------------------------------------
               |Lazio Territorio del bacino   |                  |
10             |del fiume Sacco               |Euro 4.500.000,00 |(5)
---------------------------------------------------------------------
               |Siciliana Area industriale di |                  |
11             |Milazzo                       |Euro 4.500.000,00 |
---------------------------------------------------------------------
               |Campania Bacino idrografico   |                  |
12             |del fiume Sarno               |Euro 4.500.000,00 |(6)
---------------------------------------------------------------------
               |Toscana Area interessata dalla|                  |
               |bonifica della ex discarica   |                  |
13             |delle Strillaie (Grosseto)    |Euro 1.000.000,00 |
---------------------------------------------------------------------
               |Ulteriori risorse             |                  |
---------------------------------------------------------------------
               |Arenili e aree marine         |                  |
14             |perimetrate                   |Euro 2.501.257,00 |
---------------------------------------------------------------------
               |Vigilanza sul Programma       |                  |
15             |Nazionale di Bonifica         |Euro 3.000.000,00 |
---------------------------------------------------------------------
Totale generale|                              |Euro 60.375.800,00|

    
 
 
 
                    (1) Risorse aggiuntive a quelle giu' assegnate al 
                       comune di Broni con decreto ministeriale prot. 
              0232/QdV/DI/G/SI del 22 marzo 2004 per la realizzazione 
           degli interventi di bonifica di particolare urgenza di cui 
           all'art. 4 del decreto ministeriale n. 101/2003, ricadenti 
          nel sito di «Broni». 
                (2) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate con le 
          ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3304 
          del 30 luglio 2003, art. 3 e n. 3382 del 18 novembre 2004. 
                      (3) Risorse aggiuntive a quelle derivanti dalla 
          transazione con Edison S.p.A. 
                    (4) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate al 
                  comune di Ferrandina con decreto ministeriale prot. 
              0232/QdV/DI/G/SI del 22 marzo 2004 per la realizzazione 
           degli interventi di bonifica di particolare urgenza di cui 
           all'art. 4 del decreto ministeriale n. 101/2003, ricadenti 
          nel sito di «Val Basento». 
                   (5) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate con 
          ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3441 
          del 10 giugno 2005. 
                   (6) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate con 
          ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3348 
          del 2 aprile 2004. 
                           BRESCIA-CAFFARO 
 
Comune - Localita' 
    Brescia, Castegnato, Passirano. 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino  ambientale  area  industriale  e  relative
discariche, il sistema delle rogge e il comparto acque sotterranee. 
Perimetrazione 
    Con l'art. 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179 «Disposizioni in
materia ambientale», sono  stati  aggiunti  all'elenco  dei  siti  di
interesse nazionale di cui all'art. 1, comma 4, della  legge  n.  426
del  9  dicembre  1998  ulteriori  nove  siti  tra  cui   quello   di
«Brescia-Caffaro  (aree  industriali   e   relative   discariche   da
bonificare)». 
    Tale inclusione  trova  la  sua  motivazione  nelle  evidenze  di
contaminazione diffusa da  metalli  pesanti  e  PCB  riscontrata  nel
territorio del  comune  di  Brescia  ed  in  particolare  nelle  aree
limitrofe alle zone industriali e soprattutto nel rinvenimento  negli
alimenti  di  livelli  preoccupanti  di  PCB,   Policlorodiossine   e
Policlorofurani e PCDDD nonche' presenza  di  PCB  nel  sangue  delle
persone residenti. 
    A seguito ditali evidenze  sono  state  emanate  varie  ordinanze
sindacali riferite all'area (un milione di metri  quadrati)  compresa
tra la linea ferroviaria Brescia-Milano a sud, via Milano a nord, via
Industriale, via Tampini e via Dalmazia fino all'intersezione con  la
predetta linea ferroviaria ad est,  il  fiume  Mella  ad  ovest,  che
impongono i seguenti divieti: 
      - divieto di allevamento di animali  destinati  direttamente  o
con i loro prodotti all'alimentazione umana; 
      - divieto di pascolo  degli  animali  di  cui  alla  precedente
alinea; 
      - divieto di consumo di alimenti di origine animale prodotti in
zona; 
      - divieto di utilizzo del sedimento delle rogge; 
      - divieto di asportazione di terreno; 
      - divieto di consumo alimentare umano dei vegetali spontanei  e
dei prodotti degli orti presenti nella zona oggetto di ordinanza. 
    Con  decreto  del  Ministro  dell'ambiente  e  della  tutela  del
territorio del 24 febbraio 2003, e' stato definito il  perimetro  del
sito  che  comprende  per  i  suoli:  l'area  oggetto  dell'ordinanza
sindacale,  il  sistema  delle  rogge   a   sud   dell'area   oggetto
dell'ordinanza, le discariche dette di  via  Caprera,  le  discariche
dette Pianera e Pianerino in comune di Castegnato e Vallosa in comune
di Passirano nonche' le aree Comparto Milano, Bruschi & Muller, 
CamPetroli, Pietra e Spedali Riuniti di Brescia (pozzo P78/1) oggetto
di autodenuncia ex art. 9 del decreto ministeriale n. 471/1999 e, per
il comparto acque sotterranee, un'area piu'  vasta  delimitata  sulla
base delle evidenze analitiche  gia'  disponibili  di  contaminazione
della falda. 
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento 
    L'insediamento  industriale   Caffaro,   Comparto   Milano   (ora
Basileus) ed ex Pietra (ora Aventis)  insistono  al  di  sopra  della
coltre  dei  depositi   fluviali   che   costituiscono   il   livello
fondamentale della pianura bresciana. Sotto l'aspetto litologico essi
sono costituiti in prevalenza da sabbie, ghiaie  e  ciottoli.  Questa
unita' fluviale e' rinvenibile in profondita' sino a circa 25  m  dal
piano campagna e poggia su depositi conglomeratici. 
    L'unita' conglomeratica che si rinviene  a  profondita'  comprese
tra 30 e 75- 80m dal piano campagna, e'  formata  da  conglomerati  e
arenarie passanti a ghiaie e  sabbie,  con  frequenti  intercalazioni
limoso argillose di spessore variabile tra 1 e  8  m  e  di  limitata
estensione  areale.  Tale  unita'  costituisce  la  roccia  serbatoio
dell'acquifero   principale   e   maggiormente   produttivo    (primo
acquifero). 
    L'unita'  conglomeratica  poggia  su  un  complesso  di  depositi
formanti l'unita' argilloso sabbiosa  che  si  rinvengono  sino  alla
profondita' massima di 170-200 m. 
    Il  sito   di   interesse   nazionale   di   Brescia-Caffaro   e'
caratterizzato da un inquinamento da metalli pesanti  e  contaminanti
organici legati alle attivita' svolte nel sito. Suolo,  sottosuolo  e
falda risultano fortemente contaminati da As, Hg, Ni,  Pb,  Cu,  PCB,
PCDD/PCDF,  IPA,  alifatici  clorurati   cancerogeni,   clorobenzeni.
All'interno  del  sito  sono  presenti  aree   interessate   da   una
contaminazione da idrocarburi totali (ex Cam - ora PMB). 
    All'interno dell'area sono  presenti  alcune  discariche  per  le
quali sono in corso attivita' di indagine e di caratterizzazione e di
progettazione di interventi di messa in sicurezza di emergenza. 
    Le  rogge  costituiscono  un  sistema  di  canali   naturali   ed
artificiali le  cui  acque  sono  utilizzate  a  scopi  irrigui.  Una
situazione  di  inquinamento  da  PCB  molto   rilevante   e'   stata
riscontrata anche in prossimita' di un argine del fiume Mella, a nord
dell'area industriale. 
    Le rogge inserite nel perimetro del sito di interesse  hanno  uno
sviluppo lineare di circa 50 km Anche qualora si  supponesse  che  lo
strato contaminato dei sedimenti sul fondo dei terreni  sulle  pareti
delle rogge sia limitato a 30 cm, il volume di  sedimenti  e  terreni
inquinati da rimuovere puo' essere stimato in 50.000 metri cubi. 
Piano di caratterizzazione 
    Ad oggi la caratterizzazione  risulta  conclusa  nelle  aree:  ex
Comparto Milano (ora Basileus), ex Pietra (ora Aventis), ex CAM  (ora
PMIB), Finsibi - Case del Sole, della discarica  Pianera  (comune  di
Castegnato).  E  in  corso  di  completamento  la   caratterizzazione
dell'area Caffaro S.p.A. Sono in fase di attivazione le attivita'  di
caratterizzazione delle  discariche  di  via  Caprera,  di  Pianerino
(comune di Castegnato) e Vallosa (comune di Passirano). 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica 
    E' in corso 1'istruttoria del  progetto  di  messa  in  sicurezza
permanente della discarica Pianera nel  comune  di  Castegriato,  del
progetto preliminare/definitivo di bonifica dell'area Finsibi -  Case
del Sole e  del  progetto  preliminare  di  Bonifica  con  misure  di
sicurezza dell'area ex CAM (ora Finsibi). 
    Sono stati approvati con decreto  interministeriale  il  progetto
definitivo di bonifica dell'area Comparto Milano (ora Basileus) e  il
progetto definitivo di bonifica dell'area ex Pietra (ora Aventis). 
                            SITO DI BRONI 
 
Comune - Localita' 
    Broni (Pavia). 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale area industriale dismessa. 
Soggetto titolare/competente all'intervento 
    Pubblico in sostituzione. 
Perimetrazione del sito 
    Il sito di Broni e' stato  inserito  tra  i  siti  da  bonificare
d'interesse nazionale  con  la  legge  n.  179  del  31  luglio  2002
(Disposizione in materia ambientale)  ed  e'  stato  perimetrato  con
decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del
26 novembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29  gennaio
2003. 
Descrizione del sito 
    Il sito comprende l'area denominata ex Fibronit ed ex Ecored. 
    Lo Stabilimento  ex  Fibronit  sorge  nell'area  industriale  del
comune  di  Broni.  La  destinazione   d'uso   prevista   e'   quella
commerciale/industriale. Gli impianti presenti, attualmente dismessi,
erano legati alla produzione di manufatti di cemento  amianto  (tubi,
lastre per coperture, pezzi speciali, ecc.). L'area ex  Fibronit,  ha
estensione pari a 10 ha. La superficie coperta da capannoni  e'  pari
al  35%.  La  restante  parte,  adibita  a  piazzale  e'  pavimentata
(cls/asfalto) quasi  totalmente  (sono  presenti  quindi  delle  aree
ricoperte da vegetazione). 
    Sono in corso, da parte del comune, le  procedure  amministrative
per l'acquisizione della  restante  parte  del  sito  denominato  «ex
Ecored». 
Piano di Caratterizzazione 
    I primi risultati della caratterizzazione realizzata  all'interno
dell'area ex Fibronit nel 2003 hanno mostrato: 
    Terreni conformi al decreto ministeriale n. 471/1999 ad eccezione
di 3 punti di superamento mentre in riferimento ai rifiuti sono stati
evidenziati 3 punti critici per presenza di rifiuti interrati. 
    Le acque sono  risultate  conformi  al  decreto  ministeriale  n.
471/1999. 
    In ausilio alle attivita' del  comune  e'  stato  predisposto  il
protocollo operativo per il campionamento di amianto da parte di  ASL
e ISPESL. 
Messa in sicurezza d'emergenza 
    Nella conferenza decisoria del 4 luglio 2003 e' stato preso  atto
degli interventi proposti dal comune di Broni. Gli interventi  sinora
intrapresi riguardano esclusivamente l'area ex  Fibronit.  Si  tratta
della rimozione ai fini  della  messa  in  sicurezza  d'emergenza  di
rifiuti contenenti amianto, rifiuti oleosi e vernici con solventi. 
    E' in corso la procedura d'appalto da parte del comune  di  Broni
per gli interventi di messa in sicurezza d'emergenza  riguardanti  il
2° lotto dell'area ex Fibronit. 
                         FALCONARA MARITTIMA 
 
Comune - Localita' 
    Falconara. 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale area industriale ed area  marina
antistante lo stabilimento industriale, bonifica di aree  industriali
dimesse. 
Perimetrazione 
    All'interno del perimetro  definito  dal  decreto  del  Ministero
dell'ambiente del 26 febbraio 2003 sono presenti: 
      - stabilimento API Raffineria di Ancona S.p.A.; 
      - area marina antistante lo stabilimento industriale estesa per
31 km dalla linea di costa; 
      - area Aerdorica S.p.A. 
      - Aerdorica deposito carburante N-E; 
      - Aerdorica deposito carburante S-W; 
      - area via Monti e Tognetti; 
      - Liquigas; 
      - ex discarica RSU; 
      - Parrocchia San Rocco e S. Maria della  Neve  (campo  sportivo
con ceneri di pirite); 
      - aree industriali dimesse: 
        ex Liquigas (ora Area Aspio - stabilimento dismesso); 
        ex industria chimica Bitumi; 
        ex Vibrocementi; 
        ex officina meccanica Gattini; 
        area ex Montedison (ora Azienda Agricola Rocca  Mare  S.r.l.,
Del Poggio S.a.s. e Agricola 92 S.r.l.). 
    L'area perimetrata ricade nel territorio del comune di  Falconara
Marittima (provincia di Ancona), dichiarato «Area di elevato  rischio
di crisi ambientale» ai sensi dell'art. 74 del decreto legislativo n. 
112/1998. 
    L'area marina perimetrata ha un'ampiezza complessiva pari a  1200
ha e si estende, partendo da  Sud  e  risalendo  lungo  la  costa  in
direzione Nord, dalla spiaggia antistante il sottopasso di via  Monti
e Tognetti fino allo stabilimento ex Montedison. 
    Il sito industriale API, utilizzato fin  dagli  anni  40  per  la
raffinazione e il deposito di prodotti petroliferi e' delimitato  dal
tratto terminale del fiume Esino, dal Mare Adriatico (ove insistono i
terminal petroliferi), dalla S.S. 16 in prossimita'  dell'abitato  di
Fiumesino  e  dal  quartiere  residenziale  Villanova.   Occupa   una
superficie complessiva di circa 70 ha. Le tradizionali attivita' sono
state recentemente integrate da un  impianto  di  massificazione  dei
residui di lavorazione e produzione  di  energia  elettrica  mediante
centrale termoelettrica a ciclo combinato (IGGC). 
    L'area ex Montedison, attualmente di proprieta' Azienda  Agricola
Rocca Mare S.r.l., Del Poggio S.a.s. e Agricola 92 S.r.l., e' ubicata
tra la ferrovia Bologna-Otranto e la S.S. Adriatica  al  km  285,  si
estende per una superficie di circa 20 ettari. Il sito e' interessato
da uno stabilimento industriale dimesso per la produzione di  concimi
fosfatici dove veniva  trattata  la  fosforite  con  acido  solforico
(quest'ultimo  era  prodotto  dall'arrostimento  della  pirite  o  da
pannelli di zolfo) e da un'area di arenile prospiciente. 
    L'area via Monti e Tognetti coinvolge una porzione di  territorio
di circa 1 ha ed e' caratterizzata da un inquinamento da  idrocarburi
rilevato durante l'esecuzione di lavori per la  realizzazione  di  un
sottovia ferroviario. 
    L'area Aerdorica S.p.A. si estende, all'interno dell'aeroporto di
Falconara Marittima, per circa 4500 mq ed e' stata  adibita,  durante
le emergenze di  guerra  (Bosnia)  ad  attivita'  di  manutenzione  e
rifornimento aerei. 
    L'area ex Liquigas e' costituita da un ex deposito di idrocarburi
con un'area di 3600 mq. 
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento 
    All'interno  dello  stabilimento  API  Raffineria  di  Ancona  e'
presente una  successione  stratigrafica  costituita  da  terreno  di
riporto, con spessore variabile tra 0.5 m e alcuni metri a lato mare,
a cui seguono strati caratterizzati da estrema variabilita'  laterale
e verticale (limi, argille, ghiaie) che si presentano  sottoforma  di
lenti sovrapposte non collegate tra loro. Per buona  parte  dell'area
in oggetto si e' riscontrato un  livello  argilloso  con  soggiacenza
variabile da circa 8 m nella zona di monte a circa 20-25 m nella zona
lato  mare.  L'area  e'  interessata  da  un  acquifero  freatico   a
soggiacenza variabile fra  1  m  (all'interno  dei  bacini  e  grandi
serbatoi nell'area recuperata dal mare) e 3 m. La presenza di livelli
argillosi di potenza variabile tra  1  e  5  m  consente  una  locale
suddivisione dell'acquifero freatico.  Le  direzioni  principali  del
flusso locale di falda sono verso il fiume  Esino  e  verso  il  mare
Adriatico. 
    L'area di stabilimento e' caratterizzata da  un  inquinamento  da
idrocarburi legato alle attivita' di raffineria. Suolo, sottosuolo  e
falda risultano  fortemente  contaminati  da  idrocarburi  leggeri  e
pesanti,  MTBE,  metalli  pesanti,  IPA.   Una   vasta   area   dello
stabilimento presenta prodotti in galleggiamento sulla falda. 
    L'area ex Montedison e'  caratterizzata  da  depositi  terrazzati
fluviali di potenza variabile tra i 7 e gli 8 metri con  presenza  di
falda freatica  a  circa  2  metri  dal  piano  campagna  in  diretta
interazione con le acque marine. In tale sito sono  stati  depositati
nel tempo grandi quantita' di rifiuti  e  scorie  di  lavorazione  in
particolari riconducibili a ceneri di pirite e residui fosfatici sono
pertanto  presenti  inquinanti  inorganici  come  arsenico,   piombo,
mercurio, rame, cadmnio oltre a solfati, floruri e fosfati. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica 
Piano di caratterizzazione 
    Per quanto concerne lo  stabilimento  API  Raffineria  di  Ancona
S.p.A. a seguito  dell'approvazione  in  sede  locale  del  piano  di
caratterizzazione delle acque di falda e' stata  effettuata  la  loro
caratterizzazione nelle aree interne allo stabilimento. E'  in  corso
di esecuzione una seconda fase di caratterizzazione  che  prevede  la
prosecuzione delle campagne di indagine delle acque  di  falda  e  un
piano di investigazione per la caratterizzazione  dei  suoli  (maglia
50\times 50 m). 
    Per   lo   stabilimento   ex   Montedison   e'    prevista    una
caratterizzazione con maglia 50\times 50 m (per un totale  di  n.  55
sondaggi e n. 16 piezometri). 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica 
                     SITO DI SERRAVALLE SCRIVIA 
 
Comune - Localita' 
    Serravalle Scrivia (Alessandria). 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale area industriale dismessa. 
Soggetto titolare/competente all'intervento 
    Pubblico  ai  sensi  del  comma  9  dell'art.  17   del   decreto
legislativo n. 22/1997. 
Perimetrazione del sito 
    Il sito di Serravalle Scrivia e' stato inserito  tra  i  siti  da
bonificare d'interesse nazionale con la legge n. 179  del  31  luglio
2002 (Disposizione in materia ambientale) ed e' stato perimetrato con
decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del
7 febbraio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale  del  12  aprile
2003. 
Descrizione del sito 
    Il sito comprende l'area dello stabilimento ex Ecolibarna. 
    L'area in questione ha una superficie di circa 70.000  mq  ed  e'
ubicata nel Comune di Serravalle Scrivia a circa 8 km dall'abitato di
Novi Ligure. Il sito e'  stato  attivo  dal  1940,  data  in  cui  la
Gastaldi  Oli  Lubrificanti  S.p.A.  dette  inizio  alle   operazioni
industriali di rigenerazione di  oli  minerali  lubrificanti  esausti
tramite   additivazione   con   acido   solforico    concentrato    e
precipitazione della parte idro carburica catramosa («melme acide»). 
    L'area e' stata gia' oggetto di un primo intervento  di  bonifica
eseguito dalla  ditta  Castalia  e  gestito  dal  Dipartimento  della
protezione civile, che e' ora praticamente fermo senza avere  risolto
completamente le problematiche presenti nell'area. 
    Parte  dei  terreni  interni  ed   alcune   aree   esterne   allo
stabilimento, segnalate dalla provincia di  Alessandria,  presentano,
infatti, ancora una contaminazione diffusa a causa della presenza  di
rifiuti industriali, tra i quali melme acide. 
Piano di Caratterizzazione 
    Nella Conferenza di servizi decisoria del 27 maggio 2003 e' stato
approvato il Piano di  caratterizzazione  redatto  da  Arpa  Piemonte
relativo all'insediamento industriale dismesso  della  ex  Ecolibarna
S.r.l. ed ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A. 
    Relativamente alle diverse  aree  sono  state  gia'  condotte  in
passato diverse indagini dirette ed indirette mirate a  stabilire  lo
stato di contaminazione dell'area. Tali indagini  hanno  permesso  di
individuare zone di stoccaggio  abusivo  di  rifiuti  e  presenza  di
surnatante sulle acque di falda, presumibilmente oli  esausti,  nella
zona  asfaltata  e  che  raggiungono  spessori  pari  ad  un   metro.
All'interno del Piano di caratterizzazione sono  stati  previsti,  in
base alla tipologia  di  area,  una  serie  di  indagini  geofisiche,
perforazione di piezometri, sondaggi, pozzetti esplorativi,  i  quali
permetteranno di raccogliere campioni di suolo, rifiuto e  acque.  Su
tali campioni e su campioni di  acque  superficiali  e  di  sedimenti
prelevati dal Rio Negraro e dal Torrente Scrivia saranno condotte una
serie di analisi chimiche volte alla determinazione dei  contaminanti
presenti in sito, tenendo come set  analitico  l'intera  lista  degli
analiti  riportato  nella  tabella  1,   allegato   1   del   decreto
ministeriale n. 471/1999. 
Ordinanza di Protezione civile 
    Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei  Ministri  del  30
luglio 2003,  n.  3304,  il  sito  di  Serravalle  Scrivia  e'  stato
commissariato ed e' stato  nominato  quale  Commissario  delegato  il
sindaco di Serravalle Scrivia. La medesima ordinanza ha conferito  il
potere di  approvazione  dei  progetti  di  bonifica  al  sindaco  di
Serravalle Scrivia - Commissario delegato. 
Messa in sicurezza d'emergenza 
    A seguito delle valutazioni statiche e strutturali relative  agli
impianti  ed  alle  strutture  civili  con  amianto,  il  Commissario
delegato - Sindaco del comune di Serravalle  Scrivia,  ha  presentato
una proposta di intervento di messa in sicurezza  dello  stabilimento
Ecolibarna al fine di poter effettuare  in  sicurezza  le  successive
operazioni di caratteriz-zazione e bonifica dell'area. Detta proposta
prevede: 
      1) demolizione  delle  parti  di  edifici  civili  in  precarie
condizioni statiche e/o strutturali  al  fine  di  rendere  prive  di
rischio le aree di lavoro; 
      2) interventi  di  bonifica  da  amianto  sui  serbatoi,  sulle
condutture di servizio e pipe-line,  sulle  coperture  degli  edifici
civili; 
      6) smontaggio/demolizione dei  serbatoi,  delle  condutture  di
servizio e pipe-line. 
    Sono state gia' realizzate le seguenti attivita': 
      - demolizione delle strutture pericolanti; 
      - creazione di volumi confinati presso alcuni immobili ove sono
presenti serbatoi con amianto; 
      - abbattimento di alcuni serbatoi sopraelevati. 
                   LAGHI DI MANTOVA E POLO CHIMICO 
 
Comune - Localita' 
    Mantova, Virgilio. 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale dell'area industriale,  di  aree
lacustri (Laghi di  Mantova  e  tratti  del  fiume  Mincio)  e  delle
relative sponde. 
Perimetrazione 
    All'interno del perimetro  definito  dal  decreto  del  Ministero
dell'ambiente  del  7  febbraio  2003,  pubblicato   nella   Gazzetta
Ufficiale n. 86 del 12 aprile 2003, sono presenti: 
      - Stabilimento petrolchimico; 
      - Industria metallurgica; 
      - Industria cartaria; 
      - Raffineria; 
      - Area di deposito di sedimenti di dragaggio di aree lacustri e
fluviali; 
      - Aree lacustri e fluviali. 
    Il sito comprende l'area del Polo  industriale,  dalle  aree  dei
Laghi di Mantova, tratti del fiume Mincio e relative sponde, per  una
estensione di circa 20 Km^2 in gran parte ricompresa all'interno  del
Parco del Mincio. 
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento 
    L'area e' attraversata dal fiume  Mincio  che  in  corrispondenza
della citta' di Mantova forma tre laghi. La citta' e'  ubicata  sulla
sponda destra del fiume mentre su quella  sinistra  insiste  il  Polo
chimico distante dal centro cittadino 2-5 km. 
    I vincoli gravanti sull'area sono: 
      1) legge n. 431/1985 (Galasso); 
      2) Piano assetto idrogeologico (PAI); 
      3) Piano territoriale coordinamento del Parco del Mincio. 
    Il sito e' caratterizzato  da  una  significativa  vulnerabilita'
della falda, tale per cui il deposito non controllato sul terreno  di
rifiuti pericolosi costituisce un effettivo ed elevato rischio per le
acque sotterranee. 
    Numerosi rilievi a partire dagli anni '70 hanno  evidenziato  una
contaminazione da metalli pesanti, principalmente  mercurio,  per  le
aree lacustri e fluviali  e  presenza  di  idrocarburi  per  le  aree
industriali. 
Problematiche del porto 
    Il porto di Mantova e' ubicato in localita'  Valdaro  sul  canale
navigabile  Mantova-Venezia.  La  sua  realizzazione  consentira'  lo
svolgimento di operazioni di carico/scarico delle  merci  trasportate
via  acqua  dai  porti  adriatici  (consentendo  una  alternativa  al
trasporto via gomma) e l'imbarco/sbarco di passeggeri. 
    La realizzazione del porto e' stata suddivisa in  quattro  lotti,
di cui il primo e parte del secondo sono gia'  stati  completati.  E'
stata realizzata la darsena, il collegamento idraulico tra darsena  e
canale navigabile, banchine verticali  e  sponde  inclinate  per  uno
sviluppo complessivo di circa  900  metri,  piazzali  pavimentati  di
movimentazione e stoccaggio merci per 50.000 m^2,  un  capannone,  un
magazzino ed una palazzina adibita ad ufficio. 
    I lavori  del  2°  lotto  prevedono  ampliamento  del  porto  con
realizzazione di nuovi piazzali, una strada di  collegamento  con  il
lotto  precedente  e  la  fognatura.  Preliminari   alle   opere   di
urbanizzazione,  sono  i  lavori  di  sbancamento  con  i  quali   e'
necessario rimuovere 400.000 m^3 di terreno al fine di colmare i  sei
metri di dislivello esistenti tra piano campagna e quello del porto. 
    La movimentazione di tale terreno ha portato al  rinvenimento  di
due discariche, all'interno delle quali sono stati stimati 20.000 m^3
di  rifiuti  stoccati  (prevalentemente  copertoni  e  materiali   di
demolizione). 
    Nell'agosto 2002, durante i lavori di riprofilatura di un  argine
e' stata  rinvenuta  una  terza  discarica.  Dai  primi  sopralluoghi
effettuati sembrerebbe contenere  circa  40.000  m^3  di  rifiuti  di
origine industriale contenuti in fusti. 
    Una prima ricostruzione storica dell'area indica presenza di  una
passata attivita' di  cava,  percio'  tali  ritrovamenti  portano  ad
ipotizzare che buona parte delle aree di Mantova Valdaro sulle  quali
sono in corso e dovranno essere effettuati lavori di scavo, e'  stata
utilizzata in passato dapprima come area di cava per l'estrazione  di
materiali inerti per l'edilizia e successivamente per  lo  stoccaggio
di rifiuti anche di origine industriale. 
    Pertanto, prima di procedere alla infrastrutturazione delle  aree
previste  come  espansione   del   Porto   Valdaro,   dovra'   essere
caratterizzata da un punto di vista ambientale  ed  almeno  in  parte
bonificata. 
Indagini epidemiologiche 
    Al fine di valutare i rischi igienico/ambientali legati  al  sito
di Mantova e' stata istituita una Commissione nazionale per lo studio
della situazione igienico ambientale. Gli esiti dello studio condotto
dalla Commissione  hanno  evidenziato  preoccupanti  dati  di  natura
epidemiologica. I dati ambientali non sembrano allo stato evidenziare
una situazione di contaminazione altrettanto  preoccupante,  tuttavia
gli stessi membri della Commissione concordano  sulla  necessita'  di
approfondire le indagini  ambientali  con  un  approccio  molto  piu'
sistematico  soprattutto  per  quanto  attiene  la  matrice  suolo  e
sedimenti. 
    Dal rapporto suddetto si evince che la casistica dei STM (Sarcomi
dei tessuti molli) relativa alla  provincia  di  Mantova  negli  anni
1989-1998 si caratterizza in primo luogo per un'elevata frequenza  di
sarcomi di Kaposi, anche escludendo  i  casi  HIV  positivi.  L'esame
dell'incidenza  dei   sarcomi   di   Kaposi   per   area   geografica
subprovinciale, mostra valori particolarmente elevati nel  territorio
di Viadana e comuni limitrofi. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica 
    Da una prima stima, i costi per tali interventi ammontano circa a
300-500 miliardi di lire. 
Piani di caratterizzazione 
    Per quanto riguarda  le  aree  del  Polo  industriale,  ad  oggi,
EniChem,  IES  e  Polimeri  Europa  hanno  presentato  i   Piani   di
caratterizzazione delle relative aree  di  proprieta'.  Relativamente
alle aree lacustri e fluviali e' stato presentato solo  il  Piano  di
Caratterizzazione per una piccola area  (Conca  di  Valdaro)  su  cui
insiste un progetto per la realizzazione di una conca di navigazione. 
Progetti di messa in sicurezza e/o di bonifica 
    E' stato approvato con prescrizioni il  Progetto  preliminare  di
bonifica della darsena ex-Enichem e della costruzione della conca  di
navigazione di Valdaro oltreche' il Progetto preliminare di  bonifica
dell'area R1 dello Stabilimento Syndial S.p.A. 
                     ORBETELLO - AREA EX SITOCO 
 
Comune - Localita' 
    Orbetello (Grosseto). 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale dell'area. 
Perimetrazione 
    L'area inclusa nell'elenco dei  siti  di  bonifica  di  interesse
nazionale, di cui all'art. 1, comma 4 della legge 9 dicembre 1998, n. 
426, ed all'art. 14, comma, lettera p-decies della  legge  31  luglio
2002,  n.  179  «Disposizioni  in  materia  ambientale»,   e'   stata
perimetrata, ai sensi dell'art. 1, comma 4  della  legge  9  dicembre
1998, n. 426, con decreto del Ministro dell'ambiente e  della  tutela
del territorio del 2 dicembre 2002. 
    L'ex stabilimento Sitoco situato lungo la  riva  orientale  della
laguna di Orbetello, ha una superficie di circa 12 ha, mentre  l'area
perimetrata a terra e' di circa 64 ha.  Nel  perimetro  del  sito  e'
stata anche inserita  una  porzione  significativa  della  Laguna  di
Orbetello, antistante lo stabilimento, di circa 271 ha. 
    L'impianto, ora dismesso, di proprieta' prima di Montecatini, poi
Montedison e quindi Sitoco (Federconsorzi), dall'aprile 2004,  e'  di
proprieta' della Soc. Laguna Azzurra S.r.l. 
    Lo  stabilimento  ha  da  sempre  operato  nella  produzione   di
fertilizzanti granulari di tipologia altamente solubile, con  diverse
concentrazioni di azoto, fosforo e potassio. 
    Il processo produttivo impiegato per  circa  mezzo  secolo,  puo'
essere sintetizzato come produzione di fertilizzanti chimici a  mezzo
di attacco di materie  prime  con  acido  solforico,  prodotto  nello
stesso stabilimento a partire  dalla  pirite  con  il  sistema  delle
camere a piombo. Le ceneri di pirite prodotte  durante  gli  anni  di
lavorazione  sono  state  accumulate  nei  terreni   circostanti   lo
stabilimento e  nell'area  lagunare  contigua  all'impianto,  nonche'
utilizzate come materiale per la realizzazione di stagni,  attraverso
la costruzione di argini alti fino a circa 2  metri.  Successivamente
negli  anni  '70,  cessata  la  produzione  di  acido  solforico,  lo
stabilimento  ha  proseguito  l'attivita'  con   la   produzione   di
fertilizzanti  a  base  fosfatica;  acquisendo  dall'esterno  l'acido
solforico o nitrico che veniva utilizzato per attaccare la fosforite,
precedentemente macinata e polverizzata, ottenendo  un  impasto  che,
dopo  la  fase  di  maturazione  (sezione  di   processo   denominata
«cantina»)   e   granulazione   (sezione   di   processo   denominata
«granulazione»), veniva inviato all'insacco ed alla distribuzione. 
    Le fonti di contaminazione associate a questo tipo  di  attivita'
sono: 
     ceneri di pirite e  pannelli  di  zolfo,  che  costituiscono  il
residuo dei  forni,  accumulato  nel  corso  del  tempo  nei  terreni
circostanti e nell'area lagunare contigua; 
       cenere amorfa, accumulata in passato nell'area nord e nord-est
della zona industriale; 
      fluorosilicati   e   fanghi   di    chiarificazione,    residui
dell'abbattimento ad umido dell'aria calda proveniente dalla fase  di
maturazione e utilizzati anch'essi quale riporto nell'area antistante
la laguna. 
Principali caratteristiche ambientali 
    Dal punto di vista geologico, l'area in oggetto  fa  parte  della
fossa tettonica formatasi dopo il Miocene superiore,  con  direttrice
corrispondente alla valle di Collecchio. 
    In passato,  a  partire  dal  Pleistocene,  la  laguna  e'  stata
soggetta ad una serie di emersioni ed inondazioni  collegate  con  le
oscillazioni eustatiche del livello del mare, con  la  formazione  di
depositi di origine continentale e depositi di origine marina. 
    Si riscontra pertanto un'alternanza di depositi sabbiosi  e  limo
sabbiosi (strato  piu'  superficiale)  e  depositi  argillo-limosi  e
limo-argillosi. Quest'ultima  formazione  e'  continua,  di  spessore
variabile da 2 a 5 m, riscontrabile a profondita' variabile da 0.5  m
a 5 m. 
    Per   quanto   riguarda   l'inquadramento   idrologico,    l'area
circostante lo stabilimento Sitoco ricade nel lato  di  sinistra  del
fiume Albenga. 
    L'area  in  oggetto,  sembra  essere  interessata  da  due  falde
idriche, una superficiale dovuta alle acque di percolazione e l'altra
piu'  profonda  condizionata  dalle  acque   piovane   che   ricadono
nell'ampio bacino imbrifero. 
    L'idrologia   superficiale   e'   regolata   dal   fenomeno   del
ruscellamento e dalla presenza di un fosso situato  ai  confini  lato
ferrovia e dalla laguna. 
    La diversa profondita' alla quale si e' rinvenuta la presenza  di
depositi semi-impermeabili, il  diverso  spessore,  la  presenza  del
fosso (lato ferrovia)  e  della  laguna  (lato  Ovest),  condizionano
l'andamento dei livelli piezometrici. 
Piano di caratterizzazione 
    Le indagini ambientali pregresse, condotte negli anni dal 1995 al
2003, hanno evidenziato che: 
      - i suoli  risultano  generalmente  contaminati  da  alluminio,
arsenico,  cadmio,  ferro,  manganese,  mercurio,  piombo   e   rame.
Rilevante presenza di arsenico si evidenzia nelle  aree  vicino  allo
stabilimento. Nella subarea nord dello stesso, compresa  tra  i  muri
perimetrali ed il  canale  fognario  sono  state  rinvenute  porzioni
terrose con ammassi di  residui  di  produzione,  quali  pannelli  di
zolfo, anelli delle torri, possibili residui di biacche di piombo; 
      - le acque superficiali e sotterranee evidenziano  presenza  di
arsenico, cadmio, ferro, manganese, piombo, rame  con  contaminazione
diffusa in falda; 
      - le verifiche  effettuate  sugli  intonaci  e  sugli  elementi
strutturali dei fabbricati  industriali  hanno  altresi'  evidenziato
contaminazione da arsenico e piombo in concentrazione apprezzabile. 
    Sono  in  fase  di  attuazione  sia  le  indagini  del  piano  di
caratterizzazione della parte a terra dell'area  ex  Sitoco,  sia  la
caratterizzazione  ambientale  dell'area   lagunare   antistante   lo
stabilimento, preceden-temente approvati. In  Conferenza  di  servizi
decisoria ai sensi dell'art. 14 della legge n. 241/1990. 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica 
    Le  operazioni  di  m.i.s.e.   sul   sito   in   esame   constano
sostanzialmente delle seguenti fasi operative: 
      - rimozione ed  avvio  a  trattamento/smaltimento  dei  rifiuti
abbandonati; 
      - realizzazione di sistemi che impediscano l'afflusso da  monte
delle acque meteoriche nell'area contaminata; 
      - realizzazione  di  sistemi  di  intercettazione  delle  acque
meteoriche dilavanti l'area in questione nonche' pompaggio di  quelle
di falda inquinate con idoneo  trattamento  depurativo  delle  stesse
cosi' da evitare la diffusione dell'inquinamento; 
      - la contaminazione dell'area verso il lato laguna; 
      - la rimozione dei sedimenti non appena saranno  disponibili  i
dati sistematici relativi agli inquinanti rilevati. 
    E' ancora da elaborare il progetto di bonifica. 
                     AREA DEL LITORALE VESUVIANO 
 
Comune - Localita' 
    Aree del Litorale vesuviano. 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale di area industriale e  dell'area
marina antistante, bonifica di aree industriali dismesse. 
Perimetrazione 
    Non e' stato ancora definito il perimetro delle aree del Litorale
vesuviano ai sensi dell'art. 1, comma 4 della legge 9 dicembre  1998,
n. 426, e successive modificazioni. 
Principali caratteristiche ambientali 
    Le aree del Litorale vesuviano comprendono in linea  generale  il
territorio a Sud del Vesuvio che e'  rappresentata  dalla  piana  del
Sarno. I sedimenti riferibili alla paleo-spiaggia di epoca romana  si
riscontrano a profondita' di circa 3-4 m rispetto  al  livello  medio
del mare attuale. Durante l'Olocene la Piana ha subito  una  continua
subsidenza compensata da un'attiva sedimentazione nell'area  suddetta
sono presenti attivita' di produzione di: 
      - materiale ferroviario in aziende che hanno dismesso  la  loro
produzione definitivamente intorno agli anni 1970; 
      -   cantieristica   navale   che   ancora   oggi    rappresenta
un'importante componente economica; 
      - carta e  cartoncini,  sia  da  materia  prima  che  da  carta
riciclata; 
      - discariche di inerti, pericolosi e non pericolosi. 
    Sul territorio sono presenti anche diverse attivita'  artigianali
alcune di rilevata importanza quali: lavorazioni di pelli e pellicce,
lavorazione e  trasformazione  di  stracci,  lavorazione  di  seta  e
fettucce. 
    Si segnala  anche,  nell'area  la  presenza  di  fonti  di  acque
minerali-bicarbonato-alcalino-ferrose, e di stabilimenti termali. 
                            PORTO TORRES 
 
Comune - Localita' 
    Porto Torres. 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica  e  ripristino  ambientale   dell'area   industriale   e
dell'area marina antistante lo stabilimento industriale, bonifica  di
aree industriali dismesse. 
Perimetrazione 
    All'interno del perimetro  definito  dal  decreto  del  Ministero
dell'ambiente del 26 febbraio 2003 sono presenti: 
      - Polo Petrolchimico: stabilimento Syndial S.p.A., Sasol  Italy
S.p.A., EVC S.p.A., Turris Espansi, Turris  PacK,  Coseplast,  Isoex,
SarEuroplast, Officina meccanica Ormes; 
      - Laterizi Torres della Sarda Laterizi; 
      - Distoms S.r.l.; 
      - Deposito costiero ENI S.p.A.; 
      - Deposito costiero ESSO Italiana S.r.l.; 
      - Deposito costiero Liquigas S.r.l.; 
      - Ex Ferriere Sarde; . 
      - Endesa S.p.A.; 
      - Wanda (impianto itticultura dismesso); 
      - Area marino costiera prospiciente  il  sito  di  bonifica  di
interesse nazionale di Porto Torres; 
    L'area a terra interna alla perimetrazione occupa una  superficie
di circa 1830 ha nel territorio del comune Porto Torres (provincia di
Sassari) ed e' caratterizzata dalla presenza di nuclei industriali di
notevole entita', quali: 
      1) il polo petrolchimico:  costituito  da  19  unita'  (di  cui
alcune chiuse nel 1992) in cui si ha  la  produzione  di  cloro-soda,
dicloroetano,   VCM,   PVC,   polietilene,   poliolefine,    benzene,
detergenti,  derivati   del   carbone,   fertilizzanti,   cicloesano,
ciclesanone, fenolo,  rumene,  solventi  organici,  acidi  solforico,
anidride italica. 
    Lo stabilimento petrolchimico e' nato agli inizi degli  anni  '60
ad opera della Sarda Industria Resine (S.I.R.)  ed  ha  un'estensione
complessiva pari a 1165. All'interno dello stabilimento, la  societa'
Syndial rappresenta la maggior presenza industriale,  ma  sono  anche
presenti attivita' gestite dalla EVC (Italia) S.p.A.  e  dalla  Sasol
S.p.A. (gia' Conda Augusta) ed operano  inoltre  autonomamente  altre
piccole realta'; 
      2)  la  centrale  Endesa  Italia  di  Fiume   Santo:   centrale
termoelettrica in cui viene utilizzato come  combustibile  Orimulsion
400. 
    All'interno dell'area sono presenti il Porto  commerciale  ed  il
Porto industriale  di  Porto  Torres  nonche'  un'elevato  numero  di
serbatoi di stoccaggio di materie prime e prodotti petroliferi. 
    L'area marina perimetrata ha un'ampiezza complessiva pari a circa
2700 ha e si estende, fra la diga foranea del porto industriale e  la
foce del fiume Santo. 
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento 
    L'intera area perimetrata risulta fortemente  antropizzata  e  le
numerose attivita' presenti comportano  un  notevole  impatto  su  un
territorio che  si  trova  inserito  in  un  contesto  ambientale  di
notevole pregio come il Golfo dell'Asinara (area marina protetta). 
    Sono presenti stabilimenti che producono DCE/CVM, PVC e  prodotti
chimici, depositi  di  prodotti  petroliferi,  discariche,  aree  con
presenza  di  notevoli  quantita'  di  coperture  in  eternit,   aree
industriali dismesse,  una  centrale  di  produzione  termoelettrica,
l'area marina antistante il polo industriale. 
    L'area  di  stabilimento  e'  caratterizzata  soprattutto  da  un
inquinamento da composti organici,  sia  in  fase  disciolta  che  in
galleggiamento, nelle acque di infiltrazione superficiale e in quelle
dell'acquifero calcarenitico. All'interno  dell'insediamento  Syndial
sono presenti numerosi impianti dismessi e, nel  settore  occidentale
dello stabilimento, discariche controllate e non controllate. 
    Nel sito Endesa Italia di Fiume Santo nel  febbraio  2000  si  e'
verificato il versamento accidentale di circa 700 m^3 di combustibile
«Orimulsion» a seguito della rottura di una tubazione di ricircolo. 
    L'area marina antistante il sito di Porto Torres presenta diversi
gradi  di  compromissione  in  relazione  alla  vicinanza  al   porto
industriale, alla citta' di Porto Torres ed alla foce del Rio Mannu. 
Iter istruttorio 
    La  Conferenza  di  servizi  decisoria  del  22  giugno  2004  ha
deliberato di prendere  atto  delle  Linee  guida  operative  per  la
redazione, esecuzione  e  gestione  dei  Piani  di  caratterizzazione
decreto ministeriale  n.  471/1999  -  Protocollo  d'intesa  per  gli
interventi di risanamento dei siti Enichem S.p.A. e  Polimeri  Europa
S.r.l. in regione Sardegna, e loro revisione, trasmessi dalla regione
autonoma della Sardegna. 
Piani di caratterizzazione 
    La  Conferenza  di  servizi  decisoria  del  22  giugno  2004  ha
deliberato di  approvare  il  Piano  di  caratterizzazione  dell'area
marino-costiera  prospiciente  il  sito  di  bonifica  di   interesse
nazionale di Porto Torres, trasmesso da ICRAM e ha ritenuto, inoltre,
necessario che siano indagate nella prima fase  di  caratterizzazione
le seguenti aree: area Polla, area Lagone, area di escavo dei fondali
del Porto industriale e area adiacente Punta Minciaredda. 
    Nella medesima Conferenza sono stati approvati con  prescrizioni,
il Piano di caratterizzazione delle aree  Syndial  all'interno  dello
stabilimento  industriale   di   porto   Torres   e   il   Piano   di
caratterizzazione  della  Centrale   Termoelettrica   di   Fiumesanto
(Sassari) di proprieta' Endesa Italia. 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica 
    La  Conferenza  di  servizi  decisoria  del  22  giugno  2004  ha
affrontato alcune situazioni di criticita' ambientale rilevate presso
lo  Stabilimento  Syndial,  con  particolare   riferimento   all'area
denominata  «Minciaredda»   (Nord   occidentale)   e   all'area   del
Petrolchimico (Nord orientale) richiedendo  all'Azienda  di  adottare
immediate misure di messa in sicurezza di emergenza. 
    Nella medesima Conferenza ha  deliberato  di  prendere  atto  dei
documenti  Caratterizzazione  del  sottosuolo,  indagini  a  mare   e
Progetto preliminare  degli  interventi  sul  terreno  contaminato  a
seguito della perdita di Orimulsion dal bacino  di  contenimento  del
serbatoio BM001A nell'area Endesa Italia. 
                             VAL BASENTO 
 
Comune - Localita' 
    Ferrandina, Pisticci, Grottole, Miglionico, Pomarico  e  Salandra
(Matera). 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica di aree industriali di tipo chimico ed  aree  produttive
dimesse. 
Perimetrazione 
    Il  sito  dell'area  industriale  della  Val  Basento  e'   stato
individuato quale  intervento  di  bonifica  di  interesse  nazionale
dall'art. 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179. 
    Il perimetro del sito in oggetto comprende le aree potenzialmente
inquinate di pertinenza dei comuni  di  Ferrandina  e  Pisticci  gia'
individuate dalla regione Basilicata nella nota del  3  ottobre  2002
prot. 20899/75B nonche' aree potenzialmente inquinate  ricadenti  nel
territorio dei comuni di Grottole, Miglionico, Pomarico  e  Salandra,
come riportato nel decreto di Perimetrazione del  sito  di  interesse
nazionale della  Val  Basento  del  26  febbraio  2003,  n.  642  del
Ministero   dell'ambiente   e    della    tutela    del    territorio
conseguentemente alle proposte inviate dalla regione Basilicata. 
    L'area occupa una superficie di circa 34 kmq, parte di proprieta'
di soggetti privati  ed  include  al  suo  interno  tre  insediamenti
industriali (Salandra, Ferrandina e Pisticci), inframmezzati da  aree
a prevalente vocazione agricola. 
    Sull'area  insistono  svariate  attivita'  produttive   di   tipo
chimico,  nonche'  aree  dismesse  che  furono  in  passato  sede  di
produzione e manufatti in cemento-amianto, e altre di  produzione  di
metanolo. 
Principali caratteristiche ambientali 
    Il sito  racchiude  un'area  piuttosto  ampia  posizionata  lungo
l'asta  fluviale  del  fiume  Basento,   orientata   secondo   l'asse
nord-ovest/sud-est. La ricostruzione stratigrafica eseguita a seguito
di sondaggi condotti fino ad una profondita' di circa 15 m  nell'area
ha messo in luce la presenza di terreni di  alluvioni  fini  recenti,
quali  sabbie  medio-fini,  limi  ed  argille  limose,  poggianti  su
alluvioni grossolane, quali ghiaie e ciottoli in matrice sabbiosa.  A
profondita' maggiori si rinviene un complesso argilloso, nell'insieme
impermeabile pur presentando  fratture  superficiali  che  localmente
possono limitare tale caratteristica. 
    La vicinanza del  fiume  Basento  e  il  pericolo  connesso  alla
possibile presenza di contaminazione nelle  aree  industriali  attive
e/o dimesse, portano a ritenere che il sito presenti  caratteristiche
di elevato rischio ambientale e sanitario. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica 
    A favore della regione Basilicata sono stati trasferiti  fin  dal
giugno  2003  risorse  pari  a  Euro  166.011,60,  a   valere   dello
stanziamento recato dalla legge 23 marzo 2001, n. 93, art. 20 per  la
realizzazione di una mappatura completa della presenza di amianto sul
territorio nazionale e degli interventi di bonifica urgente.  Inoltre
limitatamente  al  territorio  del  comune  di  Ferrandina  e'  stata
assentita  l'assegnazione  di  risorse  finanziarie   pari   a   Euro
500.000,00 a valere della citata legge 23 marzo 2001, n. 93,  per  il
finanziamento degli interventi di  bonifica  di  particolare  urgenza
dell'area  dello  stabilimento  ex  Materit,  che  produce  manufatti
contenenti amianto. Il 70% di dette risorse finanziarie, pari a  Euro
350.000,00 e' gia' stato trasferito al comune di Ferrandina. 
Piano di caratterizzazione 
    E' stata eseguita  la  caratterizzazione  dei  suoli  delle  aree
agricole  a  basso  rischio  di  inquinamento  incluse  nel  sito  di
interesse nazionale della Val Basento, dalla quale si e'  evidenziato
che tutti i parametri analitici ricercati  hanno  una  concentrazione
inferiore  alla  concentrazione  massima  ammissibile  riportata  nel
decreto ministeriale  n.  471/1999  per  suoli  ad  uso  industriale.
Viceversa, sono stati riscontrati alcuni  superamenti  della  tabella
relativa ai suoli ad uso verde/residenziale  per  i  parametri  cromo
esavalente e mercurio. Per dette aree si  procedera'  ad  un'indagine
integrativa  per  delimitare  la  contaminazione  arealmente   e   in
profondita'. 
    Inoltre, e' stata condotta la  caratterizzazione  delle  aree  di
pertinenza di numerose aziende private. Sono in corso di elaborazione
i  piani  di  caratterizzazione   delle   restanti   aree   ricadenti
all'interno del sito. 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica 
    Sono in atto interventi di messa in sicurezza di emergenza  della
falda ad opera delle medesime aziende private. 
    Inoltre,  sono  stati  eseguiti  i  lavori   di   decommissioning
dell'impianto di desolforazione della Centrale Gas Eni di  Ferrandina
ed, in seguito,  e'  stato  presentato  il  progetto  preliminare  di
bonifica dell'intera area di proprieta' della ditta medesima. 
                TERRITORIO DEL BACINO DEL FIUME SACCO 
 
    L'emergenza ambientale del territorio ricadente  all'interno  del
bacino del fiume Sacco, che scorre attraverso le province di  Roma  e
Frosinone, e' dovuta alla presenza di isomeri  di  esaclorocicloesano
che hanno contaminato l'argine fluviale. 
    La contaminazione sarebbe dovuta alla percolazione  dei  suddetti
agenti chimici situati nell'area del comune di  Colleferro,  occupata
fino a trenta anni fa da un'industria  chimica,  e  dove  sono  stati
rinvenuti fusti interrati e scarti di lavorazioni. 
    Si evidenzia che con decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei
Ministri 19 maggio 2005 e' stato dichiarato, fino al 30 aprile  2006,
lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nel  territorio  del
bacino del fiume Sacco e con successiva ordinanza del Presidente  del
Consiglio dei Ministri 10 giugno 2005, n. 3441, sono  stati  previsti
interventi   urgenti   finalizzati   al   superamento   della    fase
dell'emergenza nel territorio  dei  comuni  di  Colleferro,  Segni  e
Gavignano della provincia di Roma, e dei comuni di  Paliano,  Anagni,
Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino della provincia di Frosinone. 
    Detto sito, e' stato inserito tra i Siti di  interesse  nazionale
da bonificare di competenza del Ministero dell'ambiente.  In  data  2
dicembre   2005,   con   la    disposizione    introdotta    all'art.
11-quaterdecies, comma 15 della  legge  n.  248  -  conversione,  con
modificazioni, del decreto-legge 30  settembre  2005,  n.  203  -  e'
avvenuto tale inserimento. 
    Ora, sulla base delle attivita' gia'  impostate  dalla  Struttura
commissariale, che si riportano di seguito: 
      perimetrazione provvisoria del sito che interessa ad oggi  nove
comuni (Colleferro, Segni e Gavignano  nella  provincia  di  Roma,  e
Paliano,  Anagni,  Ferentino,  Sgurgola,  Morolo  e   Supino,   nella
provincia di Frosinone); 
      individuazione ed attivazione delle prime misure  di  messa  in
sicurezza d'emergenza per rifiuti, suoli e acque contaminati; 
      individuazione    ed    attivazione    delle    indagini     di
caratterizzazione  delle  aree,  pubbliche  e  private,  al  fine  di
definire l'estensione e la gravita' della contaminazione; 
      attivazione  della  sorveglianza  sanitaria,  epidemiologica  e
veterinaria; 
sara' da definire il  perimetro  del  nuovo  sito  da  bonificare  di
interesse nazionale, in accordo con tutti  i  comuni  interessati  ai
sensi dell'art. 1, comma 4 della legge n. 426/1998. 
                               MILAZZO 
 
Comune - Localita' 
    Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela (Messina). 
Tipologia dell'intervento 
    Bonifica e ripristino ambientale  aree  industriali,  discariche,
arenile ed area marina antistante. 
Perimetrazione 
    Il  sito  preliminarmente  individuato  ai  fini   della   futura
perimetrazione  e'  ubicato   all'interno   dell'area   di   sviluppo
industriale di Milazzo e ricade nei territori dei comuni di  Milazzo,
San Filippo del Mela e Pace del Mela, (provincia  di  Messina),  gia'
dichiarati  «area  ad  elevato  rischio  di  crisi   ambientale   del
comprensorio del Mela» ai sensi del decreto legislativo n. 112/1998. 
    La zona attualmente individuata occupa una  superficie  di  circa
500 ha, ed e' delimitata dal Mare  Tirreno  a  nord,  dal  territorio
comunale di Milazzo ad ovest, dalla linea FFSS ed autostrada  Messina
Palermo  a  sud  e  dalla  frazione  Giammoro  (Pace   della   Mela).
All'interno del sito sono presenti, fra l'altro: 
      Raffineria RAM; 
      Centrale elettrica EDIPO WER (ex ENEL); 
      Centrale elettrica Termica Milazzo (ex SONDEL); 
      DUFERDOFIN Siderurgica profilati in ferro; 
      ETS produzione apparecchiature elettriche; 
      Stabilimento Messinambiente S.p.A.; 
      Arenile e area marina antistante le aree industriali. 
    L'arenile  e  l'area  marina  antistante  hanno  una   superficie
indicativa di circa 1000  ha.  L'area  della  Raffineria  RAM  (joint
venture al 50% tra Eni e Kuwait Petroleum Italia) ha  una  superficie
di oltre duecento ettari ed e' stata utilizzata a partire dagli  anni
sessanta per la raffinazione ed il deposito di prodotti  petroliferi.
La raffineria e' autorizzata a lavorare oltre 20 milioni di  ton/anno
di olio grezzo e residui di  varia  provenienza.  I  prodotti  greggi
vengono ricevuti via mare e scaricati in serbatoi di  stoccaggio.  La
maggior parte dei prodotti finiti vengono  recapitati  ai  luoghi  di
destinazione via mare; parte di essi rifornisce la limitrofa centrale
Edipower attraverso un oleodotto, mentre  un'aliquota  viene  gestita
attraverso autobotti. 
    L'area della ex Centrale ENEL, ora EDIPOWER, con  una  superficie
di circa ottanta ettari e' stata  utilizzata  a  partire  dagli  anni
sessanta per la produzione di energia elettrica con utilizzo di  olio
combustibile  denso.  La  centrale  e'  composta  da  6   unita'   di
generazione, di cui 2 da 320 MW e  4  da  160  MW,  per  una  potenza
installata totale di 1.280  MW.  Ogni  sezione  e'  composta  da  una
caldaia con relativi ausiliari (ventilatori, bruciatori, riscaldatori
d'aria, soffiatori, ecc.). 
    L'area del deposito  Messinambiente  S.p.A.,  utilizzato  per  lo
stoccaggio di  elettrodomestici  dismessi,  e'  stato  oggetto  nello
scorso  luglio  di  un  violento  incendio  che   ha   provocato   la
propagazione nell'atmosfera  con  successiva  ricaduta  al  suolo  di
sostanze  tossiche  e  nocive  di  cui  appare  necessario   valutare
l'entita'  e  l'estensione  nonche'  gli  eventuali   effetti   sulla
commestibilita' delle culture ad uso alimentare presenti nell'area. 
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento 
    L'area in  oggetto  presenta  una  leggera  e  costante  pendenza
decrescente verso Nord, che nella toponomastica locale prende il nome
di «Piana di Milazzo».  Tale  piana  costiera  e'  caratterizzata  da
un'ampiezza variabile tra 2 e 6 km ed ospita la maggior  parte  delle
zone urbanizzate.  Il  piano  campagna  del  settore  occupato  dagli
impianti e dagli stoccaggi della Raffineria varia tra  una  quota  di
1,00 e 1,50 m s.l.m. in prossimita' della linea di costa e di 17,00 e
18,00 m s.l.m. nel settore piu' meridionale. 
    A circa 15 km a Sud del sito in oggetto,  vi  e'  la  catena  dei
Monti Peloritani, caratterizzata da una quota media di  circa  500  m
s.l.m. ed una quota massima di 1200 m s.l.m. 
    Dal punto di vista idrologico la regione e' caratterizzata  dalla
presenza delle «fiumare», corsi d'acqua a  carattere  torrentizio,  i
cui letti sono prevalentemente orientati secondo l'asse  N-S,  avendo
origine dalla catena dei Monti Peloritani e convogliando  le  proprie
acque nel Mar Tirreno. In particolare, si riconoscono 3 grandi bacini
imbriferi, in ordine di importanza quello del Torrente  Muto,  quello
del Torrente Corriolo (che attraversa la RAM) e quello  del  Torrente
Mela. 
    Le problematiche ambientali del sito  possono  essere  ricondotte
alla presenza localizzata di idrocarburi  e  metalli  nei  terreni  e
nelle acque sotterranee e ad inquinamento diffuso legato ad emissioni
atmosferiche ed a fenomeni di combustione  incontrollata  di  rifiuti
contenenti fra l'altro materiali plastici (incendio Messinambiente). 
    I principali fenomeni di degrado dell'ambiente marino sono dovuti
all'inquinamento   da   petrolio,    all'inquinamento    termico    e
all'eutrofizzazione. Dovra' inoltre essere valutata la contaminazione
dei sedimenti da metalli pesanti e da idrocarburi. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica 
    Le prime stime, effettuate sulla base  dei  dati  preliminari  di
estensione e di tipologia di inquinamento, indicano un fabbisogno  di
larga massima per gli interventi piu' urgenti pari a circa 55 milioni
di euro. 
Piani di caratterizzazione 
    E'  stato  redatto  e  presentato  alle  amministrazioni   locali
interessate il piano di caratterizzazione  dell'area  della  Centrale
elettrica  EDIPOWER,  mentre  e'  in  corso  di  elaborazione  quello
relativo al l'area della Raffineria RAM. 
    Sono da elaborare i  piani  di  caratterizzazione  relativi  alle
altre zone industriali e alle aree a mare. 
Progetti di messa in sicurezza e/o bonifica 
    Da elaborare. 
                   BACINO IDROGRAFICO FIUME SARNO 
 
Comune - Localita' 
                   BACINO IDROGRAFICO FIUME SARNO 
 
Tipologia dell'intervento 
    Interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione,  bonifica  e
ripristino ambientale dell'area. 
Perimetrazione 
    Bacino idrografico del fiume Sarno e area  marina  antistante  la
foce. 
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento 
    Il fiume Sarno nasce a  S.  Maria  la  Foce  da  alcune  sorgenti
carsiche e raccoglie le acque di un vasto bacino idrografico  che  si
estende per circa 500 km^2 su una  piana  di  origine  alluvionale  e
vulcanica. Il bacino e' delimitato a  Nord  Ovest  dai  versanti  del
complesso Somma-Vesuvio, a Sud-Est dal golfo di Napoli, a  Sud  dalla
Penisola Sorrentina  e  dai  Monti  Lattari,  a  Nord  e  a  Nord-Est
rispettivamente dai monti di Sarno e di Solfora. Nel corso medio, a 3
km ad Ovest di S. Marzano, riceve le acque del torrente Cavaiola  nel
quale, a sua volta, confluisce il torrente Solforana. 
    Nell'area  sono  presenti  diverse  attivita'   produttive   come
concerie, industrie alimentari (lavorazione del pomodoro),  industrie
farmaceutiche e cantieristica  navale.  Inoltre  vi  e'  una  diffusa
presenza di «scarichi civili e/o misti» spesso non depurati. 
    Studi pregressi sull'area testimoniano una condizione di  elevata
criticita' ambientale sui sedimenti dell'alveo del fiume Sarno e  dei
suoi affluenti, le cui forti alterazioni sono causate  principalmente
dall'attivita' umana pregressa e/o attuale. 
    I sedimenti del bacino del fiume Sarno presentano  uno  stato  di
contaminazione diffusa sia dal  punto  di  vista  microbiologico  che
chimico. Dal punto di vista chimico principalmente ad opera di Cromo,
piombo, zinco, composti organoclorurati e idrocarburi pesanti,  e  in
modo piu' puntiforme da  parte  di  nichel,  rame,  diossine.  Tra  i
composti organoclorurati riscontrati nei sedimenti  si  evidenzia  la
presenza significativa di Policlorobifenili (PCB) e di pesticidi,  in
particolare il p,p'-DDE e' presente in maniera costante e diffusa  in
tutto il bacino. 
    La distribuzione dei contaminanti nei sedimenti dell'area  marina
antistante  la  foce  del  Sarno   risulta   influenzata   non   solo
dall'ubicazione  delle  fonti  d'inquinamento  ma  anche  dal  regime
idrodinamico dominante. 
    Infatti le caratteristiche idrodinamiche determinano il trasposto
della frazione fine dei sedimenti, e di conseguenza dei contaminanti,
prevalentemente verso il settore nord occidentale dell'area. 
    Da un punto di  vista  granulometrico,  a  differenza  di  quanto
riscontrato nei  tratti  costieri  limitrofi  dove  si  evidenzia  la
tendenza ad un gradiente dimensionale  dalla  costa  verso  il  largo
(aumento della frazione fine verso il largo), e' presente un accumulo
di sedimenti fluvio-deltizi tipicamente siltosi, e quindi piu'  fini,
a profondita' comprese tra i 30 e i 50 m. Tale accumulo di  sedimenti
influenza di conseguenza la distribuzione degli inquinanti. 
    Nell'area marina antistante la foce del Sarno, si  riscontra  uno
stato di contaminazione diffuso da cromo con  concentrazioni  massime
nella zona antistante la foce del  fiume  Sarno,  una  contaminazione
lieve da mercurio e zinco, e meno diffusa la contaminazione da rame e
piombo. 
    L'area  risulta  inoltre   compromessa   dal   punto   di   vista
microbiologico proprio a causa dell'apporto del Sarno. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica 
    In corso di definizione. 
Piani di caratterizzazione 
    L'Autorita'  di  bacino  del  Sarno  ha  realizzato  uno   studio
preliminare per la caratterizzazione dei corpi idrici superficiali  e
sotterranei (AdB Sarno 2002). 
    Nell'ambito di quanto  previsto  dall'OPCM  3270/2003  (Emergenza
socio economico-ambientale del bacino idrografico  del  fiume  Sarno)
l'APAT ha realizzato il piano di caratterizzazione dei sedimenti del 
bacino del fiume Sarno 
Progetti di messa in sicurezza e/o di bonifica 
    Da elaborare. 
                   SITO DELLE STRILLAIE (GROSSETO) 
 
Comune - Localita' 
    Grosseto. 
Tipologia dell'intervento 
    Interventi combinati  di  messa  in  sicurezza  permanente  e  di
rimozione e smaltimento dei rifiuti. 
Soggetto titolare/competente all'intervento 
    Soggetto pubblico (Amministrazione comunale). 
Perimetrazione del sito 
    Il  Sito  delle  Strillaie  e'  stato  inserito  tra  i  siti  da
bonificare  di  interesse  nazionale  con  decreto   legislativo   n.
152/2006. Nel corso della Conferenza di servizi del  6  luglio  2006,
presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, e' stata acquisita una larga intesa da parte degli Enti  locali
per la perimetrazione, di conseguenza e' stato predisposto il decreto
ministeriale  del  Ministero  dell'ambiente  e   della   tutela   del
territorio e del mare per la predetta perimetrazione del Sito. 
Descrizione del sito 
    L'area  interessata,  che  ricade  nel  territorio  comunale   di
Grosseto, ha superficie complessiva pari a circa 330.000 m^2, di  cui
circa 200.000 m^2 occupati da discarica autorizzata (oggi  chiusa)  e
la restante porzione, che risulta di proprieta'  privata,  utilizzata
in passato per il conferimento di rifiuti  urbani  e  successivamente
riportata agli usi agricoli (Ambito E). 
    Per il sito delle Strillaie e' stato avviato a partire dal giugno
2001  un  procedimento  di  bonifica   ai   sensi   dell'ex   decreto
ministeriale n. 471/1999, di competenza del comune di Grosseto. 
    Dopo la pubblicazione del decreto ministeriale di perimetrazione,
le competenze passeranno dalla sede locale alla sede centrale. 
Piano di caratterizzazione 
    Nel 2001 il comune di Grosseto ha dato incarico al Consorzio Pisa
Ricerche di redigere il Piano di  caratterizzazione  dell'area  della
discarica e dell'area limitrofa (Ambito E). 
    I risultati delle indagini, presentati alla Conferenza di servizi
locale dell'8 novembre 2001 e le indagini integrative  realizzate  su
richiesta di ARPA Toscana nel 2002, hanno evidenziato che  lo  strato
di argilla di isolamento del fondo della discarica, che  si  presenta
omogeneo per la porzione centrale del corpo della  discarica  stessa,
non garantisce l'impermeabilizzazione  nell'area  sud-ovest  rispetto
all'acquifero sottostante. 
    Le risultanza analitiche  relative  alle  acque  di  falda  hanno
infatti   evidenziato   che   1'acquifero    superficiale    presenta
inquinamento  diffuso  da  clorurati,  solfati,   ferro,   manganese.
L'acquifero profondo (oltre 30 m dal p.c.) non risulta interessato da
contaminazione. 
    A seguito della caratterizzazione, il sito e' stato suddiviso  in
Ambiti omogenei: 
      - Ambito B, relativo al corpo centrale, caratterizzato  da  uno
strato omogeneo di  argilla,  di  spessore  di  circa  2  m,  che  ne
garantisce il totale isolamento dall'acquifero; 
      - Ambito D, relativo alla  parte  sud-ovest,  che  risulta  non
perfettamente impermeabilizzata; 
      - Ambito E, relativo alla parte est, area utilizzata in passato
per il conferimento di rifiuti  urbani  e  successivamente  riportata
agli usi agricoli. 
Messa in sicurezza di emergenza 
    Gli interventi previsti quali misure di  messa  in  sicurezza  di
emergenza, presentati alla Conferenza  di  servizi  del  15  novembre
2001, sono i seguenti: 
      - piano di monitoraggio relativo a tutta l'area; 
      - opere di rimodellazione  superficiale,  capping  e  controllo
automatico dei livelli di percolato relative all'Ambito B; 
      -  interventi  di  carattere  gestionale  quali  opere  per  la
captazione del biogas prodotto  nella  vasca  nord  della  discarica;
opere di regimazione del deflusso delle acque meteoriche (Ambito  B);
realizzazione  di  un  impianto  di  stoccaggio  e  trattamento   del
percolato (Ambito B). 
    Non risulta agli atti documentazione relativa all'attuazione  dei
predetti interventi. 
Progetto definitivo di bonifica 
    Il progetto preliminare di bonifica e' stato  approvato  in  sede
locale dalla Conferenza di servizi del 25 luglio 2002. 
    Il progetto definitivo di bonifica e'  stato  approvato  in  sede
locale dalla Conferenza di servizi del 1° aprile 2003. 
    Il progetto  definitivo  approvato  prevede  per  l'Ambito  D  la
rimozione  dei  rifiuti,  con  stoccaggio  provvisorio  in  vasca  da
realizzarsi a servizio della bonifica in area esterna  al  perimetro,
il ripristino del fondo della discarica  mediante  posa  di  adeguato
spessore di uno strato di argilla e  il  ricollocamento  dei  rifiuti
rimossi. 
    Gli interventi di bonifica previsti per l'Ambito E  prevedono  la
rimozione e lo smaltimento (in una vasca  di  stoccaggio  provvisorio
realizzata in Ambito B) di una parte dei rifiuti presenti in  loco  e
la realizzazione di un intervento di messa  in  sicurezza  permanente
medianti capping per la restante porzione di rifiuti presenti. 
    Sara' inoltre realizzata  la  rete  di  regimazione  delle  acque
superficiali e  meteoriche.  Per  l'Ambito  B  non  sono  attualmente
previsti interventi di bonifica. 
    Gli interventi di bonifica  approvati,  a  causa  delle  limitate
risorse finanziare disponibili, sono stati programmati per stralci. 
    Con atto di giunta comunale n. 552 del 12 agosto 2003  il  Comune
ha approvato la prima fase attuativa  degli  interventi  di  bonifica
relativa a una porzione dell'Ambito D (D1A) per un costo  complessivo
pari a Euro 1.350.000. I lavori risultano essere  stati  avviati  nel
periodo marzo-aprile 2005.