(Allegato 1) (parte 2)
                              profondità, natura e composizione del
                              substrato.
---------------------------------------------------------------------
Macroinvertebrati bentonici   profondità, natura e composizione del
                              substrato
---------------------------------------------------------------------

* Gli elementi idromorfologici non  rientrano  nella  classificazione
finale ma sono utilizzati per una migliore interpretazione  dei  dati
acquisiti per gli altri elementi di qualita' 
 
Tab. 4.3.2/b - Elementi fisico-chimici a sostegno dei  vari  EQB  con
indicazione dell'applicazione ai  fini  della  classificazione  dello
stato ecologico 

---------------------------------------------------------------------
                    Elementi fisico-chimici   Elementi fisico-chimici 
      EQB           per la classificazione*   per l'interpretazione**
---------------------------------------------------------------------
Fitoplancton        ossigeno disciolto,       trasparenza,
                    nutrienti                 temperatura, salinità
---------------------------------------------------------------------
Macroalghe ed       ossigeno disciolto,       trasparenza, 
Angiosperme         nutrienti                 temperatura, salinità, 
---------------------------------------------------------------------
Macroinvertebrati   ossigeno disciolto,       trasparenza, 
bentonici           nutrienti                 temperatura, salinità 
---------------------------------------------------------------------

*   Elementi   fisico-chimici   che   rientrano   nel   sistema    di
classificazione dello stato ecologico da assegnare al corpo idrico 
**  Elementi  fisico-chimici  che  non  rientrano  nel   sistema   di
classificazione dello stato ecologico da assegnare al corpo, ma  sono
utilizzati ai fini interpretavi dei risultati degli altri elementi 
 
Elementi di qualita' fisico-chimica e relativi limiti di classe 
 
Ossigeno disciolto e nutrienti 
L'ossigeno  disciolto  e  i  nutrienti,   unitamente   al   parametro
clorofilla a, sono  valutati  attraverso  l'applicazione  dell'Indice
TRIX,  al  fine  di  misurare  il  livello  trofico  degli   ambienti
marino-costieri. L'Indice TRIX puo' essere  utilizzato  non  solo  ai
fini della valutazione del  rischio  eutrofico  (acque  costiere  con
elevati livelli trofici e importanti apporti fluviali), ma anche  per
segnalare  scostamenti  significativi  dalle  condizioni  di   trofia
tipiche di aree naturalmente a basso livello trofico. 
Ai fini dell'applicazione di tale indice, nella classificazione dello
stato ecologico delle  acque  marino-costiere,  nella  Tab.  4.3.2/c,
vengono riportati i  valori  di  TRIX  (espressi  come  valore  medio
annuo), ossia i  limiti  di  classe  tra  lo  stato  buono  e  quello
sufficiente,  per  ciascuno  dei  macrotipi   individuati   su   base
idrologica. 
 
Tab. 4.3.2/c - Limiti di classe, espressi in termini del TRIX, tra lo
stato buono e quello sufficiente 

---------------------------------------------
Macrotipo               Limiti di classe TRIX 
                        (Buono/Sufficiente) 
---------------------------------------------
1: Alta stabilità       5,0
2: Media stabilità      4,5
3: Bassa stabilità      4,0
---------------------------------------------


Nella procedura di classificazione dello stato ecologico, il giudizio
espresso per ciascun EQB deve essere percio' congruo con il limite di
classe di TRIX: in caso di stato ecologico "buono" il  corrispondente
valore di TRIX deve essere minore della soglia riportata in  tabella,
per ciascuno dei tre macrotipi individuati.  Qualora  il  valore  del
TRIX sia conforme alla  soglia  individuata  dallo  stato  biologico,
nell'esprimere il giudizio di stato ecologico si  fa  riferimento  al
giudizio espresso sulla base degli elementi  di  qualita'  biologica.
Poiche' il monitoraggio degli  elementi  fisico-chimici  e'  annuale,
alla fine del ciclo di monitoraggio operativo (3 anni)  si  ottengono
tre valori di TRIX. Il valore di TRIX da attribuire al sito, si  basa
sul calcolo della media dei valori di TRIX ottenuti per ciascuno  dei
3 anni di campionamento. Nel caso in cui le misure di risanamento  ed
intervento siano gia' in atto, si utilizzano solo i dati  dell'ultimo
anno. 
 
Temperatura e salinita' 
La temperatura e la  salinita'  sono  elementi  fondamentali  per  la
definizione dei tipi: essi concorrono alla definizione della densita'
dell'acqua di mare e, quindi, alla stabilita', parametro  su  cui  e'
basata la tipizzazione su base  idrologica.  Dalla  stabilita'  della
colonna d'acqua discende la tipo-specificita' delle metriche e  degli
indici utilizzati per la classificazione degli EQB. 
 
Trasparenza 
Per la trasparenza, espressa come misura del Disco Secchi, si  adotta
la stessa risoluzione  valida  per  gli  elementi  idromorfologici  a
sostegno: essa e' utilizzata come elemento ausiliario per integrare e
migliorare l'interpretazione del monitoraggio degli EQB, in  modo  da
pervenire all'assegnazione di uno stato ecologico certo. 
 
A.4.4 Acque di transizione 
Fermo restando le disposizioni di cui alla lettera A.1  del  punto  2
del presente allegato, sono riportati, ai fini della  classificazione
dello stato ecologico delle acque di transizione, le metriche e/o gli
indici da utilizzare per i seguenti elementi di qualita' biologica: 
- Macroalghe 
- Fanerogame 
- Macroinvertebrati bentonici 
 
Tipizzazione e condizioni di riferimento 
La  suddivisione  dei  corpi  idrici  in  tipi  e'  funzionale   alla
definizione delle condizioni di riferimento tipo-specifiche. 
Le condizioni di riferimento sono di seguito riportate per macrotipi,
sulla base dell'escursione di marea e di intervalli di  salinita'  (>
30 PSU e < 30 PSU) gli intervalli di  salinita'  sono  riferiti  solo
alla marea > 50 cm . 
Pertanto ai fini della classificazione i corpi idrici di  transizione
sono distinti in tre macrotipi (vedi Tab. 4.4/a). 
 
Tab. 4.4/a - Macrotipi ai fini della definizione delle condizioni  di
riferimento  per  gli  elementi  di  qualita'  biologica  macroalghe,
fanerogame e macroinvertebrati bentonici. 

-----------------------------------------------------------------------------------
   Marea              non tidale                        microtidale
-----------------------------------------------------------------------------------
salinità     oligo/meso/poli/eu/iperalino  oligo/meso/polialino     eu/iperalino
-----------------------------------------------------------------------------------
Codice DM      AT01/AT02/AT03/AT04/AT05      T11/AT12/AT13/     AT14/AT15/AT19/AT20
trasmissione   AT06/AT07/AT08/AT09/AT10      AT16/AT17/AT18
dati
-----------------------------------------------------------------------------------
Macrotipo              M-AT-1                   M-AT-2                M-AT-3
-----------------------------------------------------------------------------------


I sistemi di classificazione dello stato ecologico per  le  acque  di
transizione definiti nel presente decreto non si  applicano  al  tipo
foci fluviali - delta. 
Tali corpi idrici devono comunque essere  tipizzati,  secondo  quanto
previsto dall'allegato 3, sezione A del presente decreto e monitorati
secondo quanto previsto dalla lettera A.3 del punto  2  del  presente
allegato 
 
A.4.4.1 Criteri tecnici  per  la  classificazione  sulla  base  degli
elementi di qualita' biologica 
 
Fanerogame e macroalghe 
Per l'EQB Macrofite, viene utilizzato l'indice E-MaQI, che integra  i
due elementi di qualita' biologica macroalghe e fanerogame. 
L'affidabilita' dell'indice e' legata al numero  di  specie  presenti
nelle stazioni di monitoraggio; l'applicabilita' dell'indice richiede
la presenza di almeno 20 specie. 
Nel caso in cui il numero di specie presenti sia inferiore a  20,  si
applica l'indice R-MaQI, modificato. 
 
Valori di riferimento e limiti di classe 
Le soglie relative al Rapporto di Qualita'  Ecologica  (RQE)  per  la
suddivisione dello stato nelle 5 classi previste e' riportato in Tab.
4.1.1/a; i valori si applicano  ai  tre  macrotipi  (M-AT-1,  M-AT-2,
M-AT3). 
 
Tab.  4.4.1/a  -  Limiti  di  classe  per  l'E-MaQI  e  per  l'R-MaQI
modificato. 

---------------------------------------------------------------------
                  Rapporto di Qualità Ecologica
---------------------------------------------------------------------
Elevato/Buono  Buono/Sufficiente  Sufficiente/Scarso  Scarso/Cattivo
---------------------------------------------------------------------
     0,8             0,6                  0,4              0,2
---------------------------------------------------------------------

Le condizioni di riferimento per l'indice E  MaQI  sono  espresse  in
Tab. 4.1.1/b 
 
Tab. 4.4.1/b - Valori di riferimento per  l'applicazione  dell'indice
E-MaQI per i diversi macrotipi 

---------------------------------------------------------------------
Macrotipo    Geomorfologia     Escursione    Salinità      Valori di 
                                 Marea                    riferimento
                                                           (E-MaQI)
---------------------------------------------------------------------
M-AT-1      Laguna costiera    Non tidale        -           1,00
---------------------------------------------------------------------
M-AT-2      Laguna costiera    microtidale   Oligo/meso/     1,00
                                                poli
---------------------------------------------------------------------
M-AT-3      Laguna costiera    microtidale     Eu/iper       1,03
---------------------------------------------------------------------


L'indice R-MaQI modificato restituisce direttamente  il  rapporto  di
qualita' ecologica (RQE),le  condizioni  di  riferimento  dell'indice
sono intrinseche nel metodo. 
 
Macroinvertebrati bentonici 
Per l'EQB Macroinvertebrati bentonici ai fini  della  classificazione
dello  stato  di  qualita'  viene   applicato   l'indice   M-AMBI   e
facoltativamente anche l'indice BITS. 
L'M-AMBI e' un indice  multivariato  che  deriva  da  una  evoluzione
dell'AMBI integrato con l'Indice di diversita' di  Shannon-Wiener  ed
il numero di specie (S). La modalita' di calcolo dell'M-AMBI  prevede
l'elaborazione delle suddette 3 componenti con  tecniche  di  analisi
statistica multivariata. Per il  calcolo  dell'indice  e'  necessario
l'utilizzo di un software gratuito (AZTI  Marine  Biotic  Index-  New
Version AMBI 4.1)  da  applicarsi  con  l'ultimo  aggiornamento  gia'
disponibile della lista delle specie. Il valore dell'M-AMBI varia tra
0 ed 1 e corrisponde al Rapporto di Qualita' Ecologica (RQE). 
In aggiunta puo' essere utilizzato anche l'indice BITS. 
L'applicazione  dell'indice  BITS  e'  finalizzata  ad   un'eventuale
sostituzione dell'M-AMBI nei successivi piani di gestione. 
 
Valori di riferimento e limiti di classe 
 
Tab. 4.4.1/c - Limiti di classe in termini di RQE per l'M-AMBI 

---------------------------------------------------------------------
                  Rapporto di Qualità Ecologica
---------------------------------------------------------------------
Elevato/Buono  Buono/Sufficiente  Sufficiente/Scarso  Scarso/Cattivo
---------------------------------------------------------------------
     0,96             0,71               0,57             0,46
---------------------------------------------------------------------


Le condizioni di riferimento sono state definite  sulla  base  di  un
criterio misto statistico/geografico. L'indice M-AMBI  e'  un  indice
multivariato, pertanto le condizioni di  riferimento  vanno  indicate
per i tre indici che lo compongono: AMBI,  Indice  di  Diversita'  di
Shannon-Wiener e numero di specie (S). 
 
Tab.  4.4.1/d   -   Valori   di   riferimento   tipo-specifiche   per
l'applicazione dell'M-AMBI 

-----------------------------------------------------------------------------------
Macrotipo   Geomorfologia    Escursione   Salinità      AMBI   Diversità  Numero di 
                               Marea                           di Shannon  Specie 
                                                                -Wiener     (S)
-----------------------------------------------------------------------------------
M-AT-1     Laguna costiera   Non tidale       -          1,85     3,3        25
-----------------------------------------------------------------------------------
M-AT-2     Laguna costiera   microtidale  Oligo/meso/    2,14     3,40       28
                                             poli
-----------------------------------------------------------------------------------
M-AT-3     Laguna costiera   microtidale    Eu/iper      0,63     4,23       46
-----------------------------------------------------------------------------------


Tab. 4.4.1/e - Limiti di classe in termini di RQE per il BITS 

---------------------------------------------------------------------
                      Limiti di classe (RQE)
---------------------------------------------------------------------
Elevato/Buono  Buono/Sufficiente  Sufficiente/Scarso  Scarso/Cattivo
---------------------------------------------------------------------
     0,87            0.,68               0,44             0,25
---------------------------------------------------------------------


Tab.  4.4.1/f   -   Valori   di   riferimento   tipo-specifiche   per
l'applicazione del BITS 

---------------------------------------------------------------------
Macrotipo    Geomorfologia     Escursione     Salinità       BITS 
                                 Marea                    
---------------------------------------------------------------------
M-AT-1      Laguna costiera    Non tidale        -           2,80
---------------------------------------------------------------------
M-AT-2      Laguna costiera    microtidale   Oligo/meso/     3,40
                                                poli
---------------------------------------------------------------------
M-AT-3      Laguna costiera    microtidale     Eu/iper       3,40
---------------------------------------------------------------------


A.4.4.2 Criteri tecnici  per  la  classificazione  sulla  base  degli
elementi di qualita' fisico-chimica e idromorfologici a sostegno 
Nella  classificazione  dello  stato   ecologico   delle   acque   di
transizione gli elementi fisico -chimici a sostegno del biologico  da
utilizzare sono i seguenti: 
- Azoto inorganico disciolto (DIN); 
- Fosforo reattivo (P-PO4); 
- Ossigeno disciolto; 
 
Limiti di classe  per  gli  elementi  di  qualita'  fisico-chimica  a
sostegno 
Si riportano in Tab. 4.4.2/a di seguito  i  limiti  di  classe  degli
elementi  fisico-chimici  a  sostegno  degli  elementi  di   qualita'
biologica per la classificazione  dello  stato  ecologico  dei  corpi
idrici di transizione. I limiti di classe per l'azoto  sono  definiti
per 2 diverse classi di salinita' (>30 psu e <30 psu). Il limite  per
il fosforo reattivo e' definito per gli ambienti  con  salinita'  >30
psu. 
 
Tab. 4.4.2/a  -  Limiti  di  classe  per  gli  elementi  di  qualita'
fisico-chimica nella colonna d'acqua 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Note alla tab. 4.4.2/a 
*Valore espresso come  medio  annuo;  considerata  l'influenza  degli
apporti di acqua dolce, per la definizione degli standard di qualita'
dell'azoto e del  fosforo  si  forniscono  valori  tipo-specifici  in
relazione alla salinita' dei corpi idrici. 
**Anossia:  valori  dell'ossigeno  disciolto  nelle  acque  di  fondo
compresi fra 0-1.0 mg/l (campionamento effettuato  in  continuo)  (ex
D.Lgs 152/99), Ipossia: valori dell'ossigeno disciolto nelle acque di
fondo compresi fra 1-2.0 mg/l (campionamento effettuato in  continuo)
(ex D.Lgs 152/99) 
 
Criteri di utilizzo  degli  elementi  di  qualita'  fisico-chimica  a
sostegno 
 
Nutrienti 
Qualora gli elementi di qualita' biologica monitorati  consentano  di
classificare le acque di transizione in stato buono  o  elevato,  ma,
per uno o entrambi i nutrienti, siano superati  i  limiti  di  classe
riportati in Tab 4.4.2/a , e comunque di un incremento non  superiore
al 75% del limite di classe  riportato  nella  suddetta  tabella,  le
autorita'  competenti  possono  non  declassare   automaticamente   a
sufficiente il corpo  idrico,  purche'  attivino  un  approfondimento
dell'attivita' conoscitiva,  un'  analisi  delle  pressioni  e  degli
impatti ed il contestuale avvio di un monitoraggio di indagine basato
su : 
a) la verifica dello  stato  degli  elementi  di  qualita'  biologica
rappresentativi dello stato trofico  del  corpo  idrico  (macroalghe,
angiosperme e fitoplancton); 
b) il controllo dei nutrienti con frequenza mensile. 
Le attivita' necessarie  ad  escludere  il  declassamento  del  corpo
idrico come sopra indicato rivestono durata minima diversa a  seconda
dell'entita' del superamento: 
1) superamento<50% di uno o entrambi i parametri: 
* il monitoraggio d'indagine sopra dettagliato  e'  eseguito  per  un
solo anno; 
* il corpo idrico puo' essere classificato in stato buono anche  alla
fine del  successivo  monitoraggio  operativo,  senza  effettuare  un
ulteriore monitoraggio di indagine, purche' risultino assenti impatti
sulla comunita' biologica indagata e non sia  presente  una  tendenza
significativa di aumento della concentrazione dei nutrienti; 
Se il superamento dei limiti di classe dei nutrienti riportati in Tab
4.4.2/a si verifica  durante  il  monitoraggio  di  sorveglianza,  il
monitoraggio dei parametri fisico-chimici della colonna d'acqua  deve
essere effettuato per i 2 anni successivi al campionamento. 
2) un superamento > 50%,  e  comunque  inferiore  a  75%,  di  uno  o
entrambi i parametri: 
* il monitoraggio di indagine sopra dettagliato e'  seguito  per  due
anni consecutivi; 
* il corpo idrico puo' essere classificato in stato buono anche  alla
fine del  successivo  monitoraggio  operativo,  senza  effettuare  un
ulteriore monitoraggio di indagine, purche' risultino assenti impatti
sulla comunita' biologica indagata e non sia  presente  una  tendenza
significativa di aumento della concentrazione dei nutrienti; 
* il monitoraggio di indagine negli anni intermedi tra  i  successivi
monitoraggi   operativi   puo'   essere   proseguito    a    giudizio
dell'autorita' competente. 
Resta fermo che anche  in  caso  di  esito  positivo  delle  suddette
attivita' volte ad escludere il declassamento,  il  corpo  idrico  e'
classificato in stato buono, anche nel caso in cui gli EQB  siano  in
stato elevato. 
Nel caso in cui non sia attivata la procedura volta ad  escludere  il
declassamento  del  corpo  idrico   sopra   descritta,   poiche'   il
monitoraggio degli elementi fisico-chimici e' annuale, alla fine  del
ciclo di monitoraggio operativo (tre anni) si ottengono tre valori di
concentrazione  dei  nutrienti.  Il  valore  di   concentrazione   da
utilizzare per la classificazione e' la media dei valori ottenuti per
ciascuno dei tre anni di campionamento. Nel caso in cui le misure  di
risanamento ed intervento siano gia' in atto, si  utilizzano  solo  i
dati dell'ultimo anno. 
 
Ossigeno 
Qualora  gli  elementi  di  qualita'   biologica,   controllati   nel
monitoraggio di sorveglianza od operativo, consentano di classificare
le acque di transizione in stato buono o elevato  ma  si  verifichino
condizioni di anossia/ipossia si procede come descritto di seguito: 
1) Condizioni di anossia(6) per 1 o piu'  giorni  all'interno  di  un
anno 
Il corpo idrico viene automaticamente classificato in stato ecologico
sufficiente. 
2) Condizioni di anossia(7)  di  durata  inferiore  ad  1  giorno  ma
ripetute per piu' giorni consecutivi e/o condizioni di ipossia(8) per
piu' di 1 giorno/anno. 
--------- 
(6) Anossia: valori dell'ossigeno  disciolto  nelle  acque  di  fondo
compresi fra 0-1,0 mg/l (campionamento effettuato  in  continuo)  (ex
D.Lgs 152/99) 
(7) Anossia: valori dell'ossigeno  disciolto  nelle  acque  di  fondo
compresi fra 0-1,0 mg/l (campionamento effettuato  in  continuo)  (ex
D.Lgs 152/99) 
(8) Ipossia: valori dell'ossigeno  disciolto  nelle  acque  di  fondo
compresi fra 1-2,0 mg/l (campionamento effettuato  in  continuo)  (ex
D.Lgs 152/99) 
 
Si effettua per i due anni successivi e consecutivi al  campionamento
la  verifica  dello  stato  dei  macroinvertebrati  bentonici  (anche
qualora non selezionati per il monitoraggio operativo) quali elementi
di qualita' biologica indicativi delle  condizioni  di  ossigenazione
delle acque di fondo, al fine  di  verificare  un  eventuale  ritardo
nella risposta biologica. 
In  assenza  di  impatti  sulla  comunita'  biologica  per  due  anni
consecutivi, il corpo idrico puo' essere classificato in buono  stato
ecologico (anche nel caso in cui gli EQB siano in stato elevato),  in
caso contrario si classifica come sufficiente. 
Alla  fine  del  ciclo  di  monitoraggio  operativo  (tre  anni),  si
classifica sulla base del valore peggiore nei tre anni. Nel  caso  in
cui le misure di risanamento ed intervento siano gia' in atto, allora
si utilizzano solo i dati dell'ultimo anno. 
Il superamento dei limiti dell'ossigeno comporta il monitoraggio  dei
parametri fisico-chimici della colonna d'acqua  per  i  successivi  2
anni anche nel caso di monitoraggio di sorveglianza. 
Qualora il posizionamento della sonda per il rilevamento in  continuo
dell'ossigeno ponga dei problemi di gestione possono  essere  dedotti
indirettamente fenomeni  di  anossia  pregressi  o  in  corso,  dalla
concentrazione del parametro ferro labile (LFe) e del rapporto tra  i
solfuri volatili disponibili e il  ferro  labile  (AVS/LFe)  entrambi
rilevati nei sedimenti. 
Al riguardo le frequenze di campionamento dei suddetti parametri sono
le seguenti: 
* tra giugno e luglio e tra fine agosto e settembre (in  concomitanza
con le maree di quadratura) quando il rischio di anossia e' elevato; 
* tra febbraio e marzo (in concomitanza  con  le  maree  di  sizigia)
quando la riossigenazione del sistema e' massima. 
  
Di seguito sono riportati i limiti di  classe  per  il  ferro  labile
(Lfe) e per il rapporto tra i solfuri volatili disponibili e il ferro
labile (AVS/Lfe) 
 
Tab. 4.4.2/b- Limiti di  classe  per  il  ferro  labile  (LFe)  e  il
rapporto tra  i  solfuri  volatili  disponibili  e  il  ferro  labile
(AVS/Lfe) nei sedimenti. 

---------------------------------------------------------------------
             Fe labile (µmol/ cm3)        Classificazione stato
            ---------------------------
             >100     50-100       <50
---------------------------------------------------------------------
AVS/Lfe     <0.25      <0.25      <0.25              Buono
            >=0.25    >=0.25     >=0.25           Sufficiente
---------------------------------------------------------------------


Altri parametri 
Il valore  della  trasparenza  e  della  temperatura  non  concorrono
direttamente alla classificazione  dello  stato  ecologico,  ma  sono
utilizzati per migliorare l'interpretazione dei risultati biologici e
evidenziare  eventuali  anomalie  di  origine  antropica.  Lo  stesso
criterio vale per i parametri fisico-chimici a sostegno, indicati nel
protocollo di monitoraggio ISPRA per i quali non sono stati  definiti
valori di soglia. 
 
Elementi di qualita' idromorfologica a sostegno 
La valutazione degli elementi di qualita'  idromorfologica  influenza
la classificazione dello stato ecologico solo nel passaggio tra stato
"buono ed elevato". 
I parametri idromorfologici a supporto  degli  elementi  di  qualita'
biologica previsti dalla tab. A.1.1 del punto 2 del presente allegato
sono: 
 
Condizioni morfologiche 
- variazione della profondita' 
- massa, struttura e substrato del letto 
- struttura della zona intertidale 
 
Regime di marea 
- flusso di acqua dolce 
- esposizione alle onde 
Le condizioni idromorfologiche dei corpi idrici  di  transizione  per
gli elementi sopra indicati sono valutate tramite  giudizio  esperto,
come di seguito indicato. 
 
Variazione della profondita' 
I dati di profondita'  derivanti  dai  rilievi  morfobatimetrici  dei
fondali previsti dalla lettera A.3.3.4 del punto 2 dell'allegato 1 al
presente decreto da eseguirsi sono utilizzati  secondo  le  frequenze
riportate nella tabella 3.7 del punto 2 del presente allegato, almeno
una volta nell'arco temporale del Piano di Gestione. 
E' necessario indicare la presenza di attivita' antropiche rilevanti,
quali dragaggio di canali e bassofondali o ripascimenti. 
 
Struttura della zona intertidale 
La valutazione  della  struttura  della  zona  intertidale  comprende
diversi aspetti, quali l'estensione degli habitat caratteristici (es.
barene, velme) e la copertura e composizione della vegetazione. 
Per una prima analisi e' utile l'utilizzo di supporti cartografici  e
di foto aeree o satellitari, integrate dai  risultati  dell'attivita'
di monitoraggio della vegetazione da eseguirsi secondo  le  frequenze
riportate nella tabella 3.7 del punto 2 del presente allegato. 
 
Massa struttura e composizione del substrato. 
Per  l'analisi  del  substrato  si  utilizzano  i  dati  rilevati  in
corrispondenza delle stazioni  di  macroinvertebrati  e  angiosperme,
ovvero granulometria, densita' e contenuto  organico  del  sedimento.
Qualora tali elementi di qualita' biologica, nel caso di monitoraggio
operativo, non siano stati selezionati, e'  necessario  provvedere  a
appositi  campionamenti  del  substrato  o  utilizzare   informazioni
derivanti da altre attivita' di monitoraggio. 
Va inoltre considerata la presenza di attivita' antropiche rilevanti,
quali ripascimenti con sedimenti di diverse caratteristiche. 
 
Flusso di acque dolce 
L'analisi diretta  della  variazione  dei  flussi  d'acqua  dolce  e'
possibile qualora siano attive (o previste) stazioni di  monitoraggio
degli apporti d'acqua derivanti dai corsi d'acqua  o  artificialmente
da idrovore e altri scarichi  (possibilmente  integrati  dagli  altri
elementi  conoscitivi  utili   alla   determinazione   del   bilancio
idrologico del corpo idrico). 
Ad integrazione delle analisi, le variazioni di flusso di acqua dolce
possono essere indirettamente valutate tramite i  dati  di  salinita'
derivanti  dai  campionamenti  della  matrice   acqua   previsti   in
corrispondenza delle  stazioni  di  monitoraggio  degli  elementi  di
qualita' biologica o integrati da dati derivanti da  altre  attivita'
di monitoraggio. 
 
Esposizione alle onde 
Non si ritiene necessaria l'installazione obbligatoria nelle acque di
transizione di ondametri per l'analisi del moto ondoso. L'impiego  di
tali strumenti puo' essere previsto nel  caso  in  cui,  dall'analisi
delle condizioni morfologiche, siano evidenti fenomeni di erosione  e
instabilita' del substrato dei bassofondali o delle zone  interditali
e  si  ritenga  necessaria   la   quantificazione   delle   pressioni
idrodinamiche. 
 
A.4.5 Elementi chimici a sostegno (altri inquinanti specifici di  cui
all'allegato 8 e non appartenenti all'elenco di priorita') 
Per la classificazione dello stato ecologico attraverso gli  elementi
chimici a sostegno si deve fare riferimento a quanto riportato  nella
tabella 4.5/a in merito alla  definizione  di  stato  elevato,  buono
sufficiente. Per la classificazione  del  triennio  del  monitoraggio
operativo si utilizza il valore peggiore della  media  calcolata  per
ciascun anno.  Nel  caso  del  monitoraggio  di  sorveglianza  si  fa
riferimento al valor medio di un singolo anno; qualora nell'arco  dei
sei anni le regioni programmino il monitoraggio di  sorveglianza  per
piu' di un anno si deve considerare il valore medio annuale peggiore.
Qualora nel medesimo corpo idrico si  monitorino  piu'  siti  per  il
rilevamento dei parametri chimici ai fini della  classificazione  del
corpo idrico si considera lo stato  peggiore  tra  quelli  attribuiti
alle singole stazioni. 
 
Tab. 4.5/a - Definizioni dello stato Elevato, Buono e Sufficiente per
gli elementi chimici a sostegno 
--------------------------------------------------------------------- 
Stato Elevato 
La media delle concentrazioni delle  sostanze  di  sintesi,  misurate
nell'arco  di  un  anno,  sono  minori  o   uguali   ai   limiti   di
quantificazione  delle  migliori   tecniche   disponibili   a   costi
sostenibili. Le concentrazioni delle  sostanze  di  origine  naturale
ricadono entro i livelli di fondo naturale o nel caso  dei  sedimenti
entro i livelli di fondo naturali delle regioni geochimiche. 
--------------------------------------------------------------------- 
Stato Buono 
La media delle concentrazioni di  una  sostanza  chimica,  monitorata
nell'arco  di  un  anno,  e'  conforme  allo  standard  di   qualita'
ambientale di cui alla tab. 1/B o 3/B, lettera  A.2.6  punto  2,  del
presente allegato e successive modifiche e integrazioni. 
--------------------------------------------------------------------- 
Stato Sufficiente 
La media delle concentrazioni di  una  sostanza  chimica,  monitorata
nell'arco di un anno, supera lo standard di  qualita'  ambientale  di
cui alla tab. 1/B o 3/B lettera A.2.6 punto 2, del presente  allegato
e successive modifiche e integrazioni. 
--------------------------------------------------------------------- 
 
Per  la  selezione  delle  sostanze  chimiche,  rimangono  ferme   le
disposizioni di cui alla  lettera  A.3.2.5  e  A.3.3.4  del  presente
allegato 
 
A.4.6 Identificazione dello stato delle acque superficiali e relativa
presentazione 
 
A.4.6.1 Stato ecologico 
Lo stato ecologico del corpo idrico  e'  classificato  in  base  alla
classe piu' bassa, risultante  dai  dati  di  monitoraggio,  relativa
agli: 
- elementi biologici; 
-  elementi  fisico-chimici  a  sostegno,  ad  eccezione  di   quelli
indicati, nel presente allegato, come utili ai fini interpretativi; 
- elementi  chimici  a  sostegno  (altre  sostanze  non  appartenenti
all'elenco di priorita'). 
Qualora  lo  stato  complessivo  risulti  "elevato",  e'   necessario
provvedere  ad  una  conferma   mediante   l'esame   degli   elementi
idromorfologici. Se  tale  conferma  risultasse  negativa,  il  corpo
idrico e' declassato allo stato "buono". 
Fanno eccezione le acque marino-costiere per le  quali  gli  elementi
idromorfologici non rientrano nella classificazione  finale  ma  sono
utilizzati per una migliore interpretazione dei  dati  acquisiti  per
gli altri elementi di qualita'. 
Si riportano  di  seguito  gli  schemi  che  chiariscono  le  2  fasi
necessarie per arrivare  alla  classificazione  ecologica  dei  corpi
idrici superficiali. 
 
Fase I: Integrazione tra gli  elementi  biologici,  fisico-chimici  e
idromorfologici (distinta per  fiumi,  laghi/invasi  e  acque  marino
costiere/acque di transizione) 
Fase II: Integrazione risultati della Fase I con gli elementi chimici
(altri inquinanti specifici) 
Secondo passaggio: Integrazione Primo passaggio / Elementi chimici  a
sostegno 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Presentazione dello stato ecologico 
Per le varie categorie di acque superficiali, le Autorita' competenti
forniscono una mappa  che  riporta  la  classificazione  dello  stato
ecologico  di  ciascun  corpo  idrico  secondo  lo  schema  cromatico
delineato nella tabella 4.6.1/a di seguito  riportata.  Le  Autorita'
competenti indicano inoltre, con un punto nero sulla mappa,  i  corpi
idrici per cui lo stato ecologico non e' stato raggiunto a causa  del
mancato soddisfacimento di uno o  piu'  degli  standard  di  qualita'
ambientale fissati per il corpo idrico in questione  relativamente  a
determinati inquinanti sintetici e non sintetici. 
 
Tab. 4.6.1/a - Schema cromatico per  la  presentazione  delle  classi
dello stato ecologico 

-------------------------------------------------
Classe dello stato ecologico     Colori associati
-------------------------------------------------
Elevato                          blu
-------------------------------------------------
Buono                            verde
-------------------------------------------------
Sufficiente                      giallo
-------------------------------------------------
Scarso                           arancione
-------------------------------------------------
Cattivo                          rosso
-------------------------------------------------


A.4.6.2 Potenziale ecologico 
Per i corpi idrici fortemente modificati o artificiali, il potenziale
ecologico del corpo idrico in questione e' classificato  in  base  al
piu' basso dei valori riscontrati durante il monitoraggio  biologico,
fisico-chimico e  chimico  (inquinanti  specifici)  relativamente  ai
corrispondenti elementi qualitativi  classificati  secondo  la  prima
colonna della tabella 4.6.2/a  di  seguito  riportata.  Le  Autorita'
competenti forniscono una mappa che riporta  la  classificazione  del
potenziale ecologico  di  ciascun  corpo  idrico  secondo  lo  schema
cromatico delineato, per i corpi idrici  artificiali,  nella  seconda
colonna della medesima tabella e, per quelli  fortemente  modificati,
nella terza. Le Autorita' competenti indicano inoltre, con  un  punto
nero sulla mappa, i corpi idrici per cui il buon potenziale ecologico
non e' stato raggiunto a causa del mancato soddisfacimento di  uno  o
piu' degli standard di  qualita'  ambientale  fissati  per  il  corpo
idrico in questione relativamente a determinati inquinanti  sintetici
e non sintetici. 
 
Tab. 4.6.2/a - Schema cromatico per la presentazione delle classi del
potenziale ecologico 

---------------------------------------------------------------------
                     |                Colori associati
Classe del potenziale|-----------------------------------------------
Ecologico            |    Corpi idrici              Corpi idrici 
                     |    artificiali          fortemente modificati
---------------------------------------------------------------------
Buono e oltre        |Rigatura uniforme        rigatura uniforme 
                     |verde e grigio chiaro    verde e grigio scuro
---------------------------------------------------------------------
Sufficiente          |Rigatura uniforme        rigatura uniforme
                     |giallo e grigio          giallo e grigio scuro
                     |chiaro
---------------------------------------------------------------------
Scarso               |Rigatura uniforme        rigatura uniforme
                     |arancione e grigio       arancione e grigio
                     |chiaro                   scuro
---------------------------------------------------------------------
Cattivo              |Rigatura uniforme        rigatura uniforme
                     |rosso e grigio chiaro    rosso e grigio scuro
---------------------------------------------------------------------


A.4.6.3 Stato chimico 
In conformita' a quanto riportato al punto A.2.6 e A.2.8 del presente
allegato, il corpo idrico che soddisfa, per le  sostanze  dell'elenco
di priorita', tutti gli standard di qualita'  ambientale  fissati  al
punto 2, lettera A.2.6 tabella 1/A, o 2/A del presente  allegato,  e'
classificato in buono stato chimico. 
In caso negativo, il corpo idrico e' classificato come  corpo  idrico
cui non e' riconosciuto il buono stato chimico. 
Per  la  selezione  delle  sostanze  chimiche,  rimangono  ferme   le
disposizioni di cui alla  lettera  A.3.2.5  e  A.3.3.4  del  presente
allegato. 
Le Autorita' competenti forniscono una  mappa  che  indica  lo  stato
chimico di ciascun corpo idrico secondo lo schema cromatico delineato
nella seconda colonna della tabella 4.6.3/a di seguito riportata  per
rispecchiare la classificazione dello stato chimico del corpo idrico. 
 
Tab. 4.6.3/a - Schema cromatico per la rappresentazione delle  classi
dello stato chimico 

-------------------------------------------------------------
Classificazione dello stato chimico          Colori associati
-------------------------------------------------------------
Buono                                        blu
-------------------------------------------------------------
Mancato conseguimento dello stato buono      rosso
-------------------------------------------------------------


A.4.6.4 Trasmissione dati 
I dati di  cui  ai  punti  A.4.6.1,  A.4.6.2  e  A.4.6.3  sono  parte
integrante delle  informazioni  fornite  ai  sensi  del  decreto  del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare  del
17  luglio  2009  recante:  "   Individuazione   delle   informazioni
territoriali  e   modalita'   per   la   raccolta,   lo   scambio   e
l'utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei  rapporti
conoscitivi sullo stato di attuazione  degli  obblighi  comunitari  e
nazionali in materia di acque". 
 
B. ACQUE SOTTERRANEE 
 
Buono stato delle acque sotterranee 
 
Parte A - Buono stato chimico 
 
Nella Tabella 1 e' riportata la definizione di  buono  stato  chimico
delle acque sotterranee. 
 
Tabella 1- definizione del buono stato chimico 

---------------------------------------------------------------------
Elementi          Stato Buono
---------------------------------------------------------------------
Generali          La composizione chimica del corpo idrico
                  sotterraneo è tale che le concentrazioni di
                  inquinanti:
                    * non presentano effetti di intrusione salina;
                    * non superano gli standard di qualità ambientale
                      di cui alla tabella 2 e i valori soglia di cui
                      alla tabella 3 in quanto applicabili;
                    * non sono tali da impedire il conseguimento
                      degli obiettivi ambientali di cui agli articoli
                      76 e 77 del decreto n.152 del 2006 per le acque
                      superficiali connesse né da comportare un
                      deterioramento significativo della qualità
                      ecologica o chimico di tali corpi né da recare
                      danni significativi agli ecosistemi terrestri
                      direttamente dipendenti dal corpo idrico
                      sotterraneo.
---------------------------------------------------------------------
Conduttività      Le variazioni della conduttività non indicano
                  intrusioni saline o di altro tipo nel corpo idrico
                  sotterraneo.
---------------------------------------------------------------------


A.1 - Standard di qualita' 
Nella Tabella 2 sono inclusi gli standard di qualita'  individuati  a
livello comunitario. 
 
Tabella 2- Standard di qualita' 

---------------------------------------------------------------------
Inquinante                                     Standard di qualità
---------------------------------------------------------------------
Nitrati                                        50  mg/L
---------------------------------------------------------------------
Sostanze attive nei pesticidi, compresi i      0,1µg/L
loro pertinenti metaboliti, prodotti di        0,5µg/L  (totale) **
degradazione e di reazione  *
---------------------------------------------------------------------

* Per pesticidi si intendono i prodotti  fitosanitari  e  i  biocidi,
quali  definiti   all'articolo   2,   rispettivamente   del   decreto
legislativo 17 marzo 1995, n.  194,  e  del  decreto  legislativo  25
febbraio 2000, n. 174. 
**  "Totale"  significa  la  somma  di  tutti  i  singoli   pesticidi
individuati e quantificati nella procedura di monitoraggio,  compresi
i corrispondenti metaboliti e i prodotti di degradazione e reazione. 
 
- I risultati dell'applicazione degli  standard  di  qualita'  per  i
pesticidi ai fini del presente decreto non pregiudicano  i  risultati
delle procedure di valutazione di rischio prescritte dal decreto,  n.
194 del 1995 dal decreto del Presidente della  Repubblica  23  aprile
2001, n. 290, e dal decreto n. 174 del 2000. 
- Quando per un determinato corpo idrico sotterraneo si considera che
gli standard di qualita' in materia possono impedire il conseguimento
degli obiettivi ambientali specificati agli  articoli  76  e  77  del
decreto n.152 del 2006 per i corpi  idrici  superficiali  connessi  o
provocare un deterioramento significativo della qualita' ecologica  o
chimica di tali  corpi  o  un  danno  significativo  agli  ecosistemi
terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico  sotterraneo  sono
stabiliti valori soglia piu' severi conformemente  all'articolo  3  e
all'Allegato 3. I programmi e le misure richiesti in relazione a tali
valori soglia si applicano anche alle  attivita'  che  rientrano  nel
campo di applicazione dell'articolo 92 del decreto n.152 del 2006. 
 
A.2 - Valori soglia ai fini del buono stato chimico 
Il superamento dei valori soglia di cui alla tabella 3, in  qualsiasi
punto di  monitoraggio  e'  indicativo  del  rischio  che  non  siano
soddisfatte una o piu' condizioni concernenti il buono stato  chimico
delle acque sotterranee di cui all'articolo 4, comma  2,  lettera  c,
punti 1, 2 e 3. 
I valori soglia  di  cui  alla  tabella  3  si  basano  sui  seguenti
elementi:l'entita'  delle  interazioni  tra  acque   sotterranee   ed
ecosistemi acquatici associati ed ecosistemi terrestri che  dipendono
da essi; l'interferenza con legittimi usi  delle  acque  sotterranee,
presenti o futuri; la tossicita' umana, l'ecotossicita', la  tendenza
alla dispersione, la persistenza e il loro potenziale di bioaccumulo. 
 
Tabella 3- Valori soglia da considerare  ai  sensi  dell'articolo  3,
comma 2, del presente decreto 

---------------------------------------------------------------------
INQUINANTI              VALORI SOGLIA      VALORI SOGLIA (µg/L) *
                           (µg/L)            (interazione acque          
                                               superficiali)
---------------------------------------------------------------------
METALLI
---------------------------------------------------------------------
Antimonio               5
---------------------------------------------------------------------
Arsenico                10
---------------------------------------------------------------------
Cadmio**                5               0,08 (Classe 1)
                                        0,09 (Classe 2)
                                        0,15 (Classe 3)
                                        0,25 (Classe 4)
---------------------------------------------------------------------
Cromo Totale            50
---------------------------------------------------------------------
Cromo VI                5
---------------------------------------------------------------------
Mercurio                1               0,03
---------------------------------------------------------------------
Nichel                  20
---------------------------------------------------------------------
Piombo                  10              7,2
---------------------------------------------------------------------
Selenio                 10
---------------------------------------------------------------------
Vanadio                 50
---------------------------------------------------------------------
INQUINANTI INORGANICI
---------------------------------------------------------------------
Boro                    1000
---------------------------------------------------------------------
Cianuri liberi          50
---------------------------------------------------------------------
Fluoruri                1500
---------------------------------------------------------------------
Nitriti                 500
---------------------------------------------------------------------
Solfati                 250 (mg/L)
---------------------------------------------------------------------
Cloruri                 250 (mg/L)
---------------------------------------------------------------------
Ammoniaca (ione
ammonio)                500
---------------------------------------------------------------------
COMPOSTI ORGANICI 
AROMATICI
---------------------------------------------------------------------
Benzene                 1
---------------------------------------------------------------------
Etilbenzene             50
---------------------------------------------------------------------
Toluene                 15
---------------------------------------------------------------------
Para-xilene             10
---------------------------------------------------------------------
POLICLICI AROMATICI
---------------------------------------------------------------------
Benzo (a) pirene        0,01
---------------------------------------------------------------------
Benzo (b) fluorantene   0,1             (0,03 sommatoria di benzo(b)
                                        e benzo (k) fluorantene)
---------------------------------------------------------------------
Benzo (k) fluorantene   0,05
---------------------------------------------------------------------
Benzo (g,h,i,)                          (0,002 sommatoria di benzo
perilene                0,01            g,h,i perilene + indeno
                                        (1,2,3-cd) pirene)
---------------------------------------------------------------------
Dibenzo (a,h) 
antracene               0,01
---------------------------------------------------------------------
Indeno (1,2,3-c,d) 
pirene                  0,1
---------------------------------------------------------------------
ALIFATICI CLORURATI 
CANCEROGENI
---------------------------------------------------------------------
Triclorometano          0,15
---------------------------------------------------------------------
Cloruro di Vinile       0,5
---------------------------------------------------------------------
1,2 Dicloroetano        3
---------------------------------------------------------------------
Tricloroetilene         1,5
---------------------------------------------------------------------
Tetracloroetilene       1,1
---------------------------------------------------------------------
Esaclorobutadiene       0,15            0,05
---------------------------------------------------------------------
Sommatoria
Organoalogenati         10
---------------------------------------------------------------------
ALIFATICI CLORURATI 
NON CANCEROGENI
---------------------------------------------------------------------
1,2 Dicloroetilene      60
---------------------------------------------------------------------
ALIFATICI ALOGENATI 
CANCEROGENI
---------------------------------------------------------------------
Dibromoclorometano      0,13
---------------------------------------------------------------------
Bromodiclorometano      0,17
---------------------------------------------------------------------
NITROBENZENI
---------------------------------------------------------------------
Nitrobenzene            3,5
---------------------------------------------------------------------
CLOROBENZENI
---------------------------------------------------------------------
Monoclorobenzene        40
---------------------------------------------------------------------
1,4 Diclorobenzene      0,5
---------------------------------------------------------------------
1,2,4 Triclorobenzene   190                  
---------------------------------------------------------------------
Triclorobenzeni 
(12002-48-1)                            0,4
---------------------------------------------------------------------
Pentaclorobenzene       5               0,007
---------------------------------------------------------------------
Esaclorobenzene         0,01            0,005
---------------------------------------------------------------------
PESTICIDI
---------------------------------------------------------------------
Aldrin                  0,03
---------------------------------------------------------------------
Beta-esaclorocicloesano 0,1             0,02 Somma degli
                                        esaclorocicloesani
---------------------------------------------------------------------
DDT, DDD, DDE           0,1             ***DDT totale: 0,025
                                        p,p DDT: 0,01
---------------------------------------------------------------------
Dieldrin                0,03
---------------------------------------------------------------------
Sommatoria (aldrin, 
dieldrin, endrin, 
isodrin)                                0,01
---------------------------------------------------------------------
DIOSSINE E FURANI
---------------------------------------------------------------------
Sommatoria PCDD, PCDF   4x10 elevato 
                        a -6
---------------------------------------------------------------------
ALTRE SOSTANZE
---------------------------------------------------------------------
PCB                     0,01****
---------------------------------------------------------------------
Idrocarburi totali 
(espressi come n-esano) 350
---------------------------------------------------------------------
Conduttività (µScm 
elevato a –1 a 20°C)
-acqua non aggressiva.  2500
---------------------------------------------------------------------

Nei corpi idrici sotterranei in cui e' dimostrata scientificamente la
presenza  di  metalli  e  altri  parametri  di  origine  naturale  in
concentrazioni di fondo  naturale  superiori  ai  limiti  fissati  in
tabella, tali livelli di fondo costituiscono i valori soglia  per  la
definizione del buono stato chimico. 
- Per i pesticidi per cui sono stati  definiti  i  valori  soglia  si
applicano tali valori in  sostituzione  dello  standard  di  qualita'
individuato alla tabella 2. 
- Per i metalli il valore dello standard  di  qualita'  si  riferisce
alla concentrazione  disciolta,  cioe'  alla  fase  disciolta  di  un
campione di acqua ottenuta per filtrazione con un filtro da 0,45 µm. 
-  Per  tutti  gli  altri  parametri  il  valore  si  riferisce  alla
concentrazione totale nell'intero campione di acqua 
* Tali valori sono cautelativi anche per gli ecosistemi  acquatici  e
si applicano ai corpi  idrici  sotterranei  che  alimentano  i  corpi
idrici  superficiali  e  gli  ecosistemi  terrestri  dipendenti.   Le
Regioni, sulla  base  di  una  conoscenza  approfondita  del  sistema
idrologico superficiale e sotterraneo, possono applicare ai valori di
cui alla colonna (*) fattori di attenuazione o diluizione. In assenza
di tale conoscenza, si  applicano  i  valori  di  cui  alla  medesima
colonna. 
** Per il cadmio e composti i valori dei  valori  soglia  variano  in
funzione della durezza dell'acqua classificata  secondo  le  seguenti
quattro categorie: Classe 1: <50 mg CaCO3/l, Classe 2: da 50  a  <100
mg CaCO3/l, Classe 3: da 100 a <200 mg CaCO3/l e Classe 4:  >=200  mg
CaCO3/l. 
*** Il DDT totale comprende la somma degli isomeri 1,1,1-tricloro-2,2
bis(p-clorofenil)etano (numero CAS  50-29-3;  numero  UE  200-024-3),
1,1,1-tricloro-2(o-clorofenil)-2-(p-clorofenil)etano   (numero    CAS
789-02-6;      numero      UE       212-332-5),       1,1-dicloro-2,2
bis(p-clorofenil)etilene (numero CAS 72-55-9; numero UE 200-784-6)  e
1,1-dicloro-2,2 bis(p-clorofenil)etano (numero CAS 72-54-8; numero UE
200-783-0). 
**** Il valore della sommatoria  deve  far  riferimento  ai  seguenti
congeneri: 28,52, 77, 81, 95, 99, 101, 105, 110, 114, 118, 123,  126,
128, 138, 146, 149, 151, 153, 156, 157, 167, 169,170, 177, 180,  183,
187, 189. 
 
      A.2.1 Applicazione degli standard di qualita' ambientale 
                         e dei valori soglia 
 
1 La conformita' del valore  soglia  e  dello  standard  di  qualita'
ambientale deve essere calcolata attraverso la  media  dei  risultati
del  monitoraggio,  riferita  al  ciclo  specifico  di  monitoraggio,
ottenuti in ciascun punto del corpo idrico o gruppo di  corpi  idrici
sotterranei. 
2  Il  limite  di  rivelabilita'  e'  definito  come  la  piu'  bassa
concentrazione di un analita nel campione di prova  che  puo'  essere
distinta in modo  statisticamente  significativo  dallo  zero  o  dal
bianco. Il limite di rivelabilita' e' calcolato come la  somma  di  3
volte lo  scarto  tipo  del  segnale  ottenuto  dal  bianco  e  della
concentrazione media del bianco. 
3 Il limite  di  quantificazione  e'  definito  come  la  piu'  bassa
concentrazione di un analita che  puo'  essere  determinato  in  modo
quantitativo  con  una   determinata   incertezza.   Il   limite   di
quantificazione e' definito come 3 volte il limite di rivelabilita'. 
4 Incertezza di misura: e' il parametro associato al risultato di una
misura che caratterizza la dispersione dei valori che possono  essere
attribuiti al parametro. 
5 Il risultato e' sempre  espresso  indicando  lo  stesso  numero  di
decimali usato nella formulazione dello standard. 
6 I criteri minimi di prestazione  per  tutti  i  metodi  di  analisi
applicati sono basati su un'incertezza di misura del 50% o  inferiore
(k=2) stimata ad un livello pari al valore degli standard di qualita'
ambientali e su di un limite di quantificazione uguale o inferiore al
30% dello standard di qualita' ambientale. 
7 Ai fini dell'elaborazione della  media,  nell'eventualita'  che  un
risultato analitico sia inferiore al limite di quantificazione  della
metodica analitica utilizzata viene utilizzato il 50% del valore  del
limite di quantificazione . 
8 Il paragrafo 7 non si applica alle sommatorie di sostanze,  inclusi
i loro metaboliti e prodotti di reazione o  degradazione.  In  questi
casi i risultati inferiori al limite di quantificazione delle singole
sostanze sono considerati zero. 
9 Nel caso in cui il 90%  dei  risultati  analitici  siano  sotto  il
limite di quantificazione non e' effettuata la media dei  valori;  il
risultato e' riportato come "minore del limite di quantificazione". 
10 I metodi analitici da utilizzare per la  determinazione  dei  vari
analiti  previsti  nelle  tabelle   del   presente   Allegato   fanno
riferimento alle piu' avanzate tecniche  di  impiego  generale.  Tali
metodi sono tratti da raccolte di metodi standardizzati pubblicati  a
livello nazionale o a livello internazionale e  validati  in  accordo
con la norma UNI/ ISO/ EN 17025. 
11 Per le sostanze inquinanti per cui allo stato attuale non esistono
metodiche   analitiche   standardizzate   a   livello   nazionale   e
internazionale si applicano le migliori tecniche disponibili a  costi
sostenibili riconosciute come appropriate dalla  comunita'  analitica
internazionale. I  metodi  utilizzati,  basati  su  queste  tecniche,
presentano prestazioni minime pari a quelle elencate nel  punto  6  e
sono validati in accordo con la norma UNI/ ISO/EN 17025. 
12 a) per le sostanze per cui  non  sono  presenti  metodi  analitici
normalizzati, in attesa che metodi analitici validati ai sensi  della
ISO 17025 siano resi disponibili  da  ISPRA,  in  collaborazione  con
IRSA-CNR ed ISS, il  monitoraggio  sara'  effettuato  utilizzando  le
migliori  tecniche,  sia  da  un  punto  di  vista  scientifico   che
economico, disponibili. 
b) I risultati delle attivita'  di  monitoraggio  pregresse,  per  le
sostanze inquinanti 
di cui al punto 11, sono utilizzati a titolo conoscitivo. 
 
Parte B - Stato quantitativo 
Nella  Tabella  4  e'  riportata  la  definizione  di   buono   stato
quantitativo delle acque sotterranee. 
 
Tabella 4- Definizione di buono stato quantitativo 

---------------------------------------------------------------------
Elementi      Stato buono
---------------------------------------------------------------------
 Livello      Il livello/portata di acque sotterranee nel corpo
Delle acque   sotterraneo è tale che la media annua dell'estrazione a
Sotterranee   lungo termine non esaurisca le risorse idriche     
              sotterranee disponibili.
              Di conseguenza, il livello delle acque sotterranee non
              subisce alterazioni antropiche tali da:
              -impedire il conseguimento degli obiettivi ecologici
              specificati per le acque superficiali connesse;
              -comportare un deterioramento significativo della
              qualità di tali acque;
              -recare danni significativi agli ecosistemi terrestri
              direttamente dipendenti dal corpo  idrico sotterraneo.
              Inoltre, alterazioni della direzione di flusso
              risultanti da variazioni del livello possono
              verificarsi, su base temporanea o permanente, in
              un'area delimitata nello spazio; tali inversioni non
              causano tuttavia l'intrusione di acqua salata o di
              altro tipo né imprimono alla direzione di flusso alcuna
              tendenza antropica duratura e chiaramente
              identificabile che possa determinare siffatte
              intrusioni.
              Un importante elemento da prendere in considerazione al
              fine della valutazione dello stato quantitativo è
              inoltre, specialmente per i complessi idrogeologici
              alluvionali, l'andamento nel tempo del livello
              piezometrico. Qualora tale andamento, evidenziato ad
              esempio con il metodo della regressione lineare, sia
              positivo o stazionario, lo stato quantitativo del copro
              idrico è definito buono. Ai fini dell'ottenimento di un
              risultato omogeneo è bene che l'intervallo temporale ed
              il numero di misure scelte per la valutazione del trend
              siano confrontabili tra le diverse aree. E' evidente
              che un intervallo di osservazione lungo permetterà di
              ottenere dei risultati meno influenzati da variazioni
              naturali (tipo anni particolarmente siccitosi).
---------------------------------------------------------------------


La media annua dell'estrazione a lungo termine di  acque  sotterranee
e' da ritenersi tale da non esaurirne le risorse idriche qualora  non
si  delineino  diminuzioni  significative,  ovvero   trend   negativi
significativi, delle medesime risorse. 
Ai fini della valutazione della conformita' a  dette  condizioni,  e'
necessario, nell'ambito della revisione dei piani di gestione  e  dei
piani di tutela da pubblicare nel  2015,  acquisire  le  informazioni
utili a valutare il bilancio idrico. 
 
Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei 
Al fine di  controllare  lo  stato  quali-quantitativo  di  un  corpo
idrico, e' necessario realizzare due specifiche reti di  monitoraggio
volte a rilevare: 
a) per lo stato quantitativo, una stima  affidabile  dello  stato  di
tutti i corpi idrici o gruppo di corpi idrici  sotterranei,  compresa
la stima delle risorse idriche sotterranee disponibili; 
b) per lo stato chimico, una panoramica corretta e complessiva  dello
stato chimico delle acque sotterranee all'interno di  ciascun  bacino
idrogeologico  e  tale  da   rilevare   eventuali   trend   crescenti
dell'inquinamento antropico sul lungo periodo. 
 
I  programmi  di  monitoraggio  delle  acque  sotterranee   ricadenti
all'interno di ciascun bacino idrografico devono comprendere: 
a) una rete per il monitoraggio quantitativo: al fine di integrare  e
validare la caratterizzazione e la definizione  del  rischio  di  non
raggiungere l'obiettivo di buono stato quantitativo per tutti i corpi
idrici o gruppi di corpi idrici, di cui alla Parte B dell'Allegato 1;
il  principale  obiettivo  e',  quindi,  quello  di   facilitare   la
valutazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei; 
b) una rete per il monitoraggio chimico che si articola in: 
1. una rete per il monitoraggio di sorveglianza: al fine di integrare
e validare la caratterizzazione e la identificazione del  rischio  di
non raggiungere l'obiettivo di buono stato chimico per tutti i  corpi
idrici o gruppi di corpi idrici, di cui alla Parte B dell'Allegato 1;
fornire informazioni utili a valutare le  tendenze  a  lungo  termine
delle  condizioni  naturali  e  delle  concentrazioni  di  inquinanti
derivanti dall'attivita' antropica; indirizzare, in concomitanza  con
l'analisi delle pressioni e degli impatti, il monitoraggio operativo; 
2. una rete per il monitoraggio operativo: al fine  di  stabilire  lo
stato di qualita' di tutti i corpi idrici o gruppi  di  corpi  idrici
definiti a rischio; stabilire la presenza di significative e durature
tendenze ascendenti nella concentrazione di inquinanti. 
Nei  corpi  idrici   sotterranei   destinati   all'approvvigionamento
idropotabile, in caso di particolari pressioni, sono considerati  nel
monitoraggio    anche    l'Escherichia    Coli,    come    indicatore
microbiologico, e le sostanza chimiche di cui al decreto  legislativo
2 febbraio 2001, n. 31 "Attuazione della direttiva 98/83/CE  relativa
alla qualita' delle acque destinate al consumo umano". 
Detti parametri sono monitorati almeno una volta prima ed una durante
ciascun  periodo  di  pianificazione  della   gestione   del   bacino
idrografico. Con particolare riferimento all'Escherichia  Coli,  tale
parametro non e' utilizzato ai fini della classificazione dello stato
di qualita' dei corpi idrici, ma come indicatore per l'individuazione
delle misure  da  intraprendere.  Inoltre,  lo  stesso  parametro  e'
monitorato solo in assenza di adeguati controlli. 
 
I risultati dei programmi di monitoraggio  devono  essere  utilizzati
per: 
a) stabilire lo stato chimico e quantitativo di tutti i corpi  idrici
sotterranei,  inclusa   una   valutazione   delle   risorse   idriche
sotterranee disponibili; 
b)  supportare  l'  ulteriore  caratterizzazione  dei  corpi   idrici
sotterranei; 
c) validare la valutazione del rischio; 
d) stimare la direzione e la  portata  delle  acque  sotterranee  che
oltrepassano la frontiera tra Stati Membri; 
e) assistere la progettazione dei programmi di misure; 
f) valutare l'efficacia dei programmi di misure; 
g) dimostrare la conformita' con gli obiettivi  delle  aree  protette
comprese  le  aree  protette  designate  per  l'estrazione  di  acque
destinate al consumo umano; 
h) definire la qualita' naturale delle acque sotterranee, incluse  le
tendenze naturali; 
i) identificare le tendenze nella  concentrazione  di  inquinanti  di
origine antropica e la loro inversione. 
 
Le Regioni assicurano che  i  programmi  di  monitoraggio  dei  corpi
idrici sotterranei siano basati su: 
a) l'identificazione dei corpi idrici di cui all'Allegato 1, Parte A; 
b) i risultati della caratterizzazione, compresa la  valutazione  del
rischio, di cui 
all'Allegato 1, Parte B; 
c) il modello concettuale di cui all'Allegato 1, Parte C. 
I monitoraggi, da effettuarsi con modalita' e frequenze stabilite nel
presente Allegato, hanno valenza sessennale, al fine  di  contribuire
alla  revisione  dei  piani  di  gestione  del  bacino   idrografico,
all'interno di ciascun distretto, e dei piani di tutela delle  acque.
Il primo periodo sessennale e' 2010-2015. Resta fermo che i risultati
del monitoraggio effettuato nel periodo 2008, ai sensi del decreto n.
152 del 2006, sono utilizzati per la predisposizione del primo  piano
di gestione da pubblicare entro il 22 dicembre 2009. 
 
Caratteristiche dei  siti  per  il  monitoraggio  chimico  e  per  il
monitoraggio quantitativo 
La selezione,  l'ubicazione  e  l'appropriata  densita'  di  siti  di
monitoraggio   devono   essere   basate   sul   modello   concettuale
(caratteristiche  idrogeologiche  e  pressioni)  e   possono   essere
supportate dalle seguenti informazioni esistenti: 
a) dati esistenti sulla qualita' e/o quantita'; 
b) caratteristiche costruttive degli esistenti siti di monitoraggio e
regime delle estrazioni; 
c)  distribuzione  spaziale  dei  siti  esistenti  in  rapporto  alle
dimensioni del corpo idrico sotterraneo; 
d)  considerazioni  pratiche  inerenti  la  facilita'   di   accesso,
l'accesso a lungo termine e la sicurezza. 
La selezione di appropriati tipi di siti di monitoraggio  all'interno
di una rete a livello di corpi idrici sotterranei deve essere  basata
sulla conoscenza degli  obiettivi  del  monitoraggio,  del  tempo  di
percorrenza e/o dell'eta' delle acque sotterranee  che  nel  sito  di
monitoraggio vengono campionati.  Queste  conoscenze  possono  essere
migliorate con  la  datazione  delle  acque  sotterranee,  attraverso
specifiche metodiche quali, ad  esempio,  Trizio  e  Carbonio-14.  Le
coppie isotopiche 18O/ 16O e 2 H/ 1H danno informazioni sul tasso  di
rinnovamento delle falde e permettono di  distinguere  gli  acquiferi
confinati da quelli liberi; inoltre, permettono  di  identificare  le
zone di ricarica in relazione ai dati isotopici dell'acqua piovana. 
Le informazioni dettagliate sui  siti  devono  essere  disponibili  e
revisionate periodicamente. Dette informazioni, riportate  a  livello
indicativo nella  successiva  tabella  1,  devono  essere  usate  per
valutare  l'adeguatezza  del  sito  e  costituiscono   supporto   per
l'individuazione dei programmi di monitoraggio pertinenti. 
 
Tabella 1- Informazioni utili per un sito di monitoraggio 

---------------------------------------------------------------------
                                            Siti di        Siti di 
Fattore                                   monitoraggio   monitoraggio
                                            Chimico      quantitativo
---------------------------------------------------------------------
Acquifero/i monitorato/i                       E*             E
---------------------------------------------------------------------
Ubicazione (coordinate geografiche), nome 
del sito e codice di identificazione           E              E
---------------------------------------------------------------------
Corpo idrico interessato dal sito              E              E
---------------------------------------------------------------------
Finalità del sito di monitoraggio              E              E
---------------------------------------------------------------------
Tipo di sito di monitoraggio (pozzo in
azienda agricola, pozzo industriale,
sorgente, etc.)                                E              E
---------------------------------------------------------------------
Profondità e diametro/i dei pozzi
---------------------------------------------------------------------
Descrizione della parte esterna del pozzo 
(integrità del rivestimento, pendenza 
della zona limitrofa esterna al pozzo) 
---------------------------------------------------------------------
Profondità delle sezioni a griglia o 
aperte dei pozzi 
---------------------------------------------------------------------
Vulnerabilità o indicazione dello 
spessore e del tipo di sottosuolo in 
corrispondenza del sito di monitoraggio
---------------------------------------------------------------------
Valutazione dell'area di ricarica 
(inclusi l'uso del suolo, le pressioni 
e le potenziali fonti di pressioni 
puntuali, attraverso analisi di immagini 
satellitari e foto aeree )
---------------------------------------------------------------------
Dettagli costruttivi
---------------------------------------------------------------------
Quantitativi estratti o portata totale 
(alle sorgenti)
---------------------------------------------------------------------
Regime pompaggio (descrizione 
qualitativa, per esempio intermittente, 
continuo, notturno etc.)
---------------------------------------------------------------------
Abbassamento piezometrico (livello 
dinamico)
---------------------------------------------------------------------
Area di ricarica 
---------------------------------------------------------------------
Profondità di pompaggio
---------------------------------------------------------------------
Livello idrico statico o di riposo
---------------------------------------------------------------------
Livello di riferimento per le 
misurazioni e caposaldo topografico 
di riferimento
---------------------------------------------------------------------
Fenomeni di risalite artesiane o di 
tracimazioni
---------------------------------------------------------------------
Stratigrafia del pozzo
---------------------------------------------------------------------
Proprietà dell'acquifero (trasmissività, 
conduttività idraulica, etc.)
---------------------------------------------------------------------

*  (E):  informazioni  essenziali.  Per  quanto  riguarda  le   altre
informazioni non identificate come essenziali, se  ne  raccomanda  la
raccolta. 
 
Per la selezione dei siti del monitoraggio quantitativo si  riportano
le seguenti indicazioni: 
a) nei siti di monitoraggio  non  si  devono  svolgere  attivita'  di
pompaggio o possono essere svolte solo per periodi brevi e  in  tempi
ben definiti, e comunque interrotto per tempi significativi, in  modo
tale che le misurazioni del livello idrico riflettano  le  condizioni
naturali; 
b) l'ubicazione dei siti deve  essere  al  di  fuori  del  raggio  di
influenza  idraulico  della  pressione  (pompaggio)  cosi'   che   le
variazioni quotidiane dovute al pompaggio non siano  evidenziate  nei
dati di monitoraggio. 
c) possono essere utilizzate sorgenti caratterizzate da  una  portata
totale superiore a 1 litro/secondo. 
Ove non vi siano alternative, i dati provenienti da siti che  fungono
da pozzi di estrazione continua possono essere  ritenuti  accettabili
solo se vi siano opportune correlazioni tra il livello statico ed  il
livello dinamico. 
Al  fine  di  ottimizzare  i  monitoraggi  previsti   da   specifiche
disposizioni in relazione a differenti  obiettivi,  e'  raccomandato,
ove  possibile,  procedere  alla  individuazione   di   siti   comuni
rappresentativi dei diversi obiettivi. Tale  pratica  costituisce  il
monitoraggio integrato  che  contribuisce  significativamente  ad  un
monitoraggio a basso rapporto costi/efficacia, combinando i requisiti
del monitoraggio di cui all'art. 92, comma 5, del decreto  n.152  del
2006,  alle  aree  protette  designate  per  l'estrazione  di   acque
destinate al consumo umano, alla registrazione  di  prodotti  per  la
protezione delle piante o biocidi, di cui al decreto n. 59 del  2005,
e la conformita' al presente decreto legislativo. 
 
4.1 Raggruppamento dei corpi idrici 
I corpi idrici sotterranei possono essere  raggruppati  ai  fini  del
monitoraggio garantendo che le informazioni ottenute  forniscano  una
valutazione  affidabile  dello  stato   di   ciascun   corpo   idrico
all'interno del gruppo e la conferma di ogni  tendenza  significativa
ascendente della concentrazione di inquinanti. 
Il raggruppamento non  deve  compromettere  il  raggiungimento  degli
obiettivi ambientali  e  di  monitoraggio  di  ciascun  corpo  idrico
componente il gruppo. 
Il  raggruppamento  puo'  avvenire  purche'  i  corpi  idrici   siano
assimilabili in termini di: 
a) caratteristiche dell'acquifero; 
b) alterazione delle linee di flusso; 
c) pressioni a cui il corpo idrico e' sottoposto; 
d) attendibilita' della valutazione del rischio. 
Se i corpi idrici sotterranei sono classificati come "non a rischio",
non e' necessario che gli stessi siano adiacenti ne'  prevedere  siti
di monitoraggio  per  ogni  corpo  idrico  appartenente  allo  stesso
raggruppamento. In quest'ultimo caso deve comunque  essere  garantito
un monitoraggio complessivo sufficiente a rappresentarli. 
Se i corpi idrici sotterranei sono classificati come "a rischio",  il
raggruppamento e' possibile solo quando gli  stessi  sono  adiacenti,
fatta eccezione per i piccoli corpi idrici sotterranei simili o per i
corpi idrici sotterranei ricadenti nelle isole  di  medie  o  piccole
dimensioni. Per ciascun corpo idrico e' raccomandato almeno  un  sito
di monitoraggio. Per determinare la relazione  tra  i  corpi  idrici,
comunque,  il  numero  di  siti  di  monitoraggio  dipendera'   dalle
caratteristiche  dell'acquifero,  direzione   di   deflusso   idrico,
pressioni a cui il corpo idrico e' sottoposto e attendibilita'  della
valutazione del rischio. 
Il monitoraggio operativo puo' essere rivolto ad  uno  o  piu'  corpi
idrici componenti il  gruppo,  selezionati  sulla  base  del  modello
concettuale, di cui alla Parte C  dell'Allegato  1,  per  esempio  il
corpo o i corpi  idrici  piu'  sensibili.  Quest'ultimo  criterio  e'
finalizzato all'ottimizzazione del monitoraggio ambientale in termini
di rapporto costi/efficacia. 
 
4.2 Monitoraggio dello stato chimico e valutazione delle tendenze 
I programmi di monitoraggio delle acque  sotterranee  sono  necessari
per fornire un quadro conoscitivo completo  e  corretto  dello  stato
delle acque all'interno di ciascun bacino idrografico,  per  rilevare
la presenza di tendenze ascendenti all'aumento  delle  concentrazioni
di inquinanti nel lungo termine  causate  dall'impatto  di  attivita'
antropiche ed assicurare la conformita'  agli  obiettivi  delle  aree
protette. 
In base  alla  caratterizzazione  ed  alla  valutazione  dell'impatto
svolti  conformemente  all'Allegato  1,  le  Regioni  definiscono  un
programma di monitoraggio di sorveglianza per ciascun periodo cui  si
applica un piano di gestione del bacino idrografico. I risultati  del
programma  del  monitoraggio  di  sorveglianza  sono  utilizzati  per
elaborare un programma di monitoraggio operativo da applicare per  il
restante periodo coperto dal piano. 
Il piano riporta le stime sul livello di attendibilita' e  precisione
dei risultati ottenuti con i programmi di monitoraggio. 
 
                 4.2.1 Monitoraggio di sorveglianza 
 
Il monitoraggio di sorveglianza, da condurre durante ciascun ciclo di
gestione del bacino idrografico, va effettuato  nei  corpi  idrici  o
gruppi di corpi idrici sia a rischio sia non a rischio. 
Il programma di monitoraggio di sorveglianza  e'  inoltre  utile  per
definire le concentrazioni di fondo  naturale  e  le  caratteristiche
all'interno del corpo idrico. 
 
Selezione dei parametri 
Le Regioni devono obbligatoriamente monitorare i  seguenti  parametri
di base: 
- Tenore di ossigeno (OD), qualora ci sia un'interazione con le acque
superficiali; 
- pH; 
- Conduttivita' elettrica (CE); 
- Nitrati; 
- Ione ammonio. 
Qualora sia appropriato, tra i parametri da monitorare devono  essere
inclusi la temperatura ed un set di ioni diffusi  ed  in  traccia  ed
indicatori selezionati. 
L'elenco  dei  parametri  di  base  deve  anche  includere  ulteriori
parametri inorganici specifici della struttura geologica  locale  per
l'acquisizione di informazioni  sullo  stato  qualitativo  del  fondo
naturale, per poter verificare l'efficacia del  modello  concettuale,
del  piano  di  monitoraggio,  del  campionamento  e  dei   risultati
analitici. 
In aggiunta ai parametri di base,  le  Regioni,  sulla  base  di  una
dettagliata analisi delle  pressioni,  selezionano  tra  le  sostanze
riportate di seguito quelle potenzialmente immesse nel  corpo  idrico
sotterraneo. In assenza di detta analisi tutte le sostanze di seguito
riportate devono essere monitorate. 
Inquinanti di origine naturale 
* Arsenico 
* Cadmio 
* Piombo 
* Mercurio 
* Cloruri 
* Solfati 
Inquinanti di sintesi 
* Tricloroetilene 
* Tetracloroetilene 
Inoltre e' necessario monitorare  obbligatoriamente  quelle  sostanze
indicative  di  rischio  e  di  impatto   sulle   acque   sotterranee
ascrivibili alle pressioni definite nella fase di  caratterizzazione,
tenendo in considerazione la lista dei  contaminanti  definita  nelle
tabelle 2 e 3, Parte A, dell'Allegato 3. In questa fase di  selezione
risulta fondamentale utilizzare il modello concettuale che  consente,
tra  l'altro,  di  identificare  qualunque  pressione  che  vada   ad
influenzare ciascun sito di campionamento. 
Per i corpi idrici che, in base alla  caratterizzazione,  si  ritiene
rischino di non raggiungere lo stato buono, il monitoraggio  riguarda
anche   i   parametri   indicativi   dell'impatto   delle   pressioni
determinanti il rischio. 
Sono monitorati, se necessario, anche parametri addizionali quali, ad
esempio, la torbidita' ed il potenziale redox (Eh). 
In corrispondenza di tutti i siti e' raccomandato  il  controllo  del
livello piezometrico o della portata al fine di descrivere "lo  stato
fisico  del  sito"  come  supporto  per  interpretare  le  variazioni
(stagionali) o le tendenze nella  composizione  chimica  delle  acque
sotterranee. 
I  corpi  idrici  transfrontalieri  sono  controllati   rispetto   ai
parametri utili  per  tutelare  tutti  gli  usi  legittimi  cui  sono
destinate le acque sotterranee. 
 
Selezione dei siti 
Il processo di selezione dei siti di monitoraggio e'  basato  su  tre
fattori principali: 
a) il modello concettuale (o  i  modelli  concettuali),  compresa  la
valutazione  delle  caratteristiche  idrologiche,  idrogeologiche   e
idrochimiche  del  corpo  idrico  sotterraneo,  quali  i   tempi   di
percorrenza, la distribuzione dei  diversi  tipi  di  uso  del  suolo
(esempi:  insediamenti,  industria,  foresta,   pascolo/agricoltura),
alterazione delle linee di flusso, sensibilita' del recettore e  dati
di qualita' esistenti; 
b)  la  valutazione  del  rischio  e  grado   di   confidenza   nella
valutazione, compresa la distribuzione delle pressioni principali; 
c) considerazioni pratiche relative all'adeguatezza dei singoli  siti
di campionamento. I siti devono essere facilmente accessibili a breve
e a lungo termine e sicuri. 
Una rete efficace di monitoraggio deve essere in grado di  monitorare
impatti potenziali delle pressioni identificate e l'evoluzione  della
qualita' delle acque sotterranee lungo le linee di flusso all'interno
del corpo idrico. 
Nel caso in cui i rischi riguardino alcuni recettori  specifici  come
ad esempio alcuni ecosistemi particolari, devono essere previsti siti
addizionali di campionamento nelle aree adiacenti a questi  recettori
specifici  (ad  esempio,  corpi  idrici   superficiali   ad   elevata
biodiversita'). 
I principi fondamentali da seguire ai fini  dell'identificazione  dei
siti, che comunque non puo' prescindere da una analisi caso per caso,
sono: 
a)  siti  adatti:  la  selezione  deve  essere  basata  sul   modello
concettuale regionale dei corpi idrici (o dei gruppi di corpi  idrici
sotterranei) e su una revisione dei siti di monitoraggio esistenti  e
candidati sul modello concettuale locale. Estese aree di estrazione e
sorgenti possono fornire  adeguati  siti  di  campionamento,  poiche'
prelevano  acqua  da  una  grande  area   e   volume   dell'acquifero
particolarmente in sistemi omogenei. Le sorgenti sono particolarmente
raccomandate in acquiferi in  cui  predominano  fratture  carsiche  o
superficiali. Comunque, una rete rappresentativa di monitoraggio deve
idealmente basarsi su un mix bilanciato di diversi tipi  di  siti  di
monitoraggio.  In  alcuni  sistemi  idrogeologici  in   cui   l'acqua
sotterranea contribuisce in maniera significativa al flusso  di  base
di un corso d'acqua, il campionamento  dell'acqua  superficiale  puo'
fornire campioni rappresentativi dell'acqua sotterranea; 
b)  rappresentativita':  nei  sistemi  acquiferi  caratterizzati   da
fenomeni di stratificazione, la collocazione dei siti di monitoraggio
deve ricadere  su  quelle  parti  del  corpo  idrico  che  sono  piu'
suscettibili all'inquinamento.  In  genere  tali  parti  sono  quelle
superiori.  Per   avere   una   valutazione   rappresentativa   della
distribuzione dei contaminanti in tutto il corpo idrico, puo'  essere
necessario prevedere ulteriori punti di monitoraggio; 
c) corpi a rischio: i siti di monitoraggio di sorveglianza servono  a
fornire la base per il monitoraggio operativo, ossia, a  partire  dai
risultati  la  rete  puo'  essere  adattata  di  conseguenza.  Per  i
programmi di sorveglianza  ed  operativo  possono  essere  usati  gli
stessi siti; 
d) corpi non a rischio dove la  confidenza  per  la  valutazione  del
rischio e' bassa: il numero dei  siti  di  monitoraggio  deve  essere
sufficiente  a  rappresentare  il  range  delle  pressioni  e   delle
condizioni del percorso dell'inquinante nei corpi idrici  sotterranei
(o gruppi di corpi idrici sotterranei) con lo scopo di  fornire  dati
sufficienti ad integrare la valutazione di rischio. L'ubicazione  dei
siti  di  campionamento  puo'  dunque  ricadere   sulla   aree   piu'
suscettibili   del   corpo   idrico   per    ciascuna    combinazione
pressione/percorso.  Si  raccomanda  un  minimo   di   3   punti   di
campionamento in un  corpo  idrico  sotterraneo  o  gruppo  di  corpi
idrici; 
e) gruppi di corpi  idrici  sotterranei  in  cui  le  pressioni  sono
limitate (basse o assenti): nei gruppi di  corpi  idrici  sotterranei
definiti non a rischio e per i quali la confidenza nella  valutazione
del rischio e' elevata, i siti di  campionamento  sono  necessari  in
primo luogo per valutare le concentrazioni di  fondo  naturale  e  le
tendenze naturali. 
 
Frequenza di monitoraggio 
Il monitoraggio di sorveglianza deve essere effettuato  durante  ogni
periodo di pianificazione della gestione di un bacino  idrografico  e
non puo'  superare  la  periodicita'  dei  6  anni  prevista  per  la
revisione  e  l'aggiornamento  dei  Piani  di  gestione  dei   bacini
idrografici;  le  Regioni  ne  possono  aumentare  la  frequenza   in
relazione ad esigenze territoriali. 
La scelta di un'appropriata frequenza di monitoraggio di sorveglianza
e'  generalmente  basata  sul  modello  concettuale  e  sui  dati  di
monitoraggio delle acque sotterranee esistenti. 
Laddove vi sia  una  adeguata  conoscenza  del  sistema  delle  acque
sotterranee e sia gia' stato istituito un programma di monitoraggio a
lungo  termine,  questo  deve  essere  utilizzato   per   determinare
un'appropriata frequenza del monitoraggio di sorveglianza. 
Qualora le conoscenze siano inadeguate e i dati non  disponibili,  la
tabella 2 indica le frequenze minime di monitoraggio di  sorveglianza
che possono essere adottate per differenti tipi di acquiferi. 
 
Tabella 2 - frequenze minime del monitoraggio di sorveglianza 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Al  fine  di  definire  un  programma  corretto  delle  frequenze  di
monitoraggio  e'  necessario  considerare  anche  quanto  di  seguito
riportato. 
Di grande importanza  sono  i  cambiamenti  nell'andamento  temporale
della concentrazione degli inquinanti che influenza la  frequenza  di
monitoraggio selezionata  cosi'  come  l'accresciuta  conoscenza  del
modello concettuale. 
In generale, i  corpi  sotterranei  di  prima  falda  sono  piuttosto
dinamici nelle variazioni qualitative  e  quantitative  delle  acque.
Quando si verifica tale variabilita', la  frequenza  di  monitoraggio
deve essere selezionata in modo tale  da  caratterizzare  in  maniera
adeguata la stessa variabilita'. 
Nei  sistemi  di  corpi  idrici   sotterranei   meno   dinamici   due
campionamenti per anno possono, inizialmente, essere sufficienti  per
il monitoraggio di sorveglianza. Se questo  monitoraggio  non  mostra
significative variazioni in un  ciclo  di  pianificazione  di  bacino
idrografico ( 6 anni), puo' essere opportuna una successiva riduzione
della frequenza di campionamento. 
A causa dei  probabili  cambiamenti  temporali  nell'andamento  della
concentrazione di inquinanti, specialmente  nei  sistemi  con  flusso
sotterraneo  piuttosto  dinamico,  i  campionamenti   nei   siti   di
monitoraggio devono essere eseguiti ad uguali  intervalli  temporali.
Questo   garantisce   risultati   di   monitoraggio   comparabili   e
un'appropriata valutazione delle tendenze. 
Sulla base dei risultati del monitoraggio di sorveglianza  acquisiti,
le frequenze  devono  essere  riviste  regolarmente  ed  adeguate  di
conseguenza al fine di assicurare la qualita' delle informazioni. 
 
                    4.2.2 Monitoraggio operativo 
 
Il monitoraggio operativo e' richiesto solo  per  i  corpi  idrici  a
rischio di non raggiungere gli obiettivi di qualita' ambientale. 
Deve essere effettuato tutti gli anni nei periodi intermedi  tra  due
monitoraggi di sorveglianza a una frequenza  sufficiente  a  rilevare
gli impatti delle pressioni e, comunque, almeno una volta all'anno. 
Deve essere finalizzato principalmente a valutare i rischi  specifici
che determinano il non raggiungimento degli obiettivi. 
Nella progettazione di un programma  di  monitoraggio  operativo,  la
confidenza  richiesta  nei  risultati  di  monitoraggio  deve  essere
definita. Tale confidenza nei  monitoraggi  operativi  dipende  dalla
variabilita'  delle  sorgenti  di  impatto,   dalle   caratteristiche
dell'acquifero o delle acque sotterranee in questione, cosi' come dai
rischi in caso  di  errore.  In  teoria  l'incertezza  derivante  dal
processo di  monitoraggio  non  deve  aggiungersi  significativamente
all'incertezza nel controllo del rischio. 
L'accettabilita' di  non  individuare  un  nuovo  rischio  o  di  non
controllarne uno conosciuto deve essere stabilita, usata per  fissare
gli obiettivi di variabilita' delle proprieta' in questione  e  usata
per il  controllo  della  qualita'  del  monitoraggio  rispetto  alla
variabilita' dei dati. 
 
Selezione dei parametri 
 
Nella maggior parte dei casi sia i parametri di base,  sia  parametri
selezionati sono richiesti in ogni stazione di monitoraggio. 
Il processo di selezione di tali parametri e' basato su: 
a)  caratterizzazione   e   modello/i   concettuale/i   inclusa   una
valutazione  della   suscettibilita'   del   percorso   delle   acque
sotterranee, sensibilita' del recettore, il tempo necessario  perche'
ciascun programma di misure sia efficace e la capacita' di discernere
tra gli effetti delle varie misure; 
b) valutazione del rischio e livello di confidenza nella valutazione;
inclusa la distribuzione delle pressioni principali identificate  nel
processo di  caratterizzazione  che  possono  determinare  lo  "stato
scarso" del corpo idrico; 
c) considerazioni pratiche relative alla idoneita' dei  singoli  siti
di monitoraggio. 
 
Selezione dei siti 
 
Nel selezionare i siti di monitoraggio operativo la  priorita'  nella
ubicazione degli stessi deve essere basata su: 
a) disponibilita' di siti idonei esistenti (ad esempio siti impiegati
nei   monitoraggi   di   sorveglianza)   che   forniscano    campioni
rappresentativi; 
b) potenzialita' nel supportare differenti programmi di  monitoraggio
(per es. determinate sorgenti possono fungere da siti di monitoraggio
per la qualita' e la quantita' delle acque sotterranee e per le acque
superficiali); 
c) potenzialita' per monitoraggi integrati-multiobiettivo ad  esempio
combinando i requisiti del monitoraggio di cui all'articolo 92, comma
5, del decreto n.152 del 2006, del  monitoraggio  di  cui  alle  aree
protette designate per l'estrazione di  acque  destinate  al  consumo
umano, del monitoraggio connesso alla registrazione di  prodotti  per
la protezione delle piante o biocidi, del monitoraggio ai  sensi  del
decreto n.59 del 2005, e la conformita' al presente decreto; 
d) potenziali collegamenti  con  siti  di  monitoraggio  delle  acque
superficiali esistenti o pianificati. 
 
Qualora il rischio coinvolga ecosistemi significativi di corpi idrici
superficiali  connessi  alle  acque  sotterranee,  la  Regione   puo'
prevedere siti  di  campionamento  addizionali  da  ubicare  in  aree
prossime ai corpi idrici superficiali. Detto monitoraggio  suppletivo
puo'  includere  il   controllo   delle   parti   piu'   superficiali
dell'acquifero ed eventualmente delle acque che  drenano  dai  suoli,
per esempio tramite campionatori multilivello, lisimetri e  prove  di
drenaggio in situ. I dati ottenuti, oltre che contribuire a  valutare
lo stato e le tendenze,  possono  anche  aiutare  a  distinguere  gli
impatti dei  differenti  tipi  di  pressioni,  valutare  l'estensione
spaziale degli impatti e determinare il destino dei contaminanti e il
trasporto tra la sorgente e il recettore. 
Nel caso in cui i rischi e le pressioni riguardino  le  stesse  acque
sotterranee, per esempio pressioni diffuse, i siti  di  campionamento
devono essere maggiormente  distribuiti  lungo  il  corpo  idrico,  e
devono  essere  rivolti  alle  differenti  pressioni  e   alla   loro
distribuzione all'interno del corpo idrico  sotterraneo.  Nell'ambito
di tale monitoraggio e' importante tenere  conto  della  combinazione
tra le pressioni piu' rappresentative e la sensibilita'  delle  acque
sotterranee. 
 
Frequenza di monitoraggio 
 
La selezione della frequenza nell'ambito di ogni anno di monitoraggio
e' generalmente basata sul modello  concettuale  e,  in  particolare,
sulle caratteristiche dell'acquifero e sulla sua suscettibilita' alle
pressioni inquinanti. 
La tabella 3 individua frequenze minime di monitoraggio operativo per
differenti tipologie di acquifero  dove  il  modello  concettuale  e'
limitato e i dati esistenti non sono disponibili. 
Se, invece, vi e' una buona conoscenza  della  qualita'  delle  acque
sotterranee e del comportamento del  sistema  idrogeologico,  possono
essere adottate  frequenze  ridotte  di  monitoraggio,  comunque  non
inferiori ad una volta l'anno. 
La frequenza e la  tempistica  del  campionamento  in  ogni  sito  di
monitoraggio deve, inoltre, considerare i seguenti criteri: 
a) i requisiti per la valutazione della tendenza; 
b) l'ubicazione del sito di campionamento rispetto alla pressione  (a
monte, direttamente al disotto, o a  valle).  Infatti  le  ubicazioni
direttamente  al  disotto  di  una   pressione   possono   richiedere
monitoraggi piu' frequenti; 
c) il livello  di  confidenza  nella  valutazione  del  rischio  e  i
cambiamenti della stessa valutazione nel tempo; 
d)  le  fluttuazioni  a  breve  termine  nella  concentrazione  degli
inquinanti, per esempio effetti  stagionali.  Laddove  sia  probabile
riscontrare effetti stagionali e altri effetti a  breve  termine,  e'
essenziale che le frequenze di campionamento e le  tempistiche  siano
adattate (incrementate) di conseguenza e che il  campionamento  abbia
luogo nello stesso momento ogni anno, o nelle stesse condizioni,  per
rendere comparabili i dati per la  valutazione  delle  tendenze,  per
accurate caratterizzazioni  e  per  la  valutazione  degli  stati  di
qualita'; 
e) la tipologia di gestione dell'uso del suolo, per  esempio  periodo
di  applicazione  di  nitrati  o  pesticidi.  Questo  e'   importante
specialmente per i sistemi a rapido scorrimento  come  gli  acquiferi
carsici e/o i corpi idrici sotterranei di prima falda. 
 
Il  campionamento  per  il  monitoraggio  operativo  deve  continuare
finche' il corpo idrico  sotterraneo  e'  considerato,  con  adeguata
confidenza, non piu' nello stato scarso o a rischio di essere in  uno
stato scarso e ci sono adeguati  dati  che  dimostrano  un'inversione
delle tendenze. 
Tabella 3- Frequenze minime del monitoraggio operativo nell'ambito di
ciascun anno 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
4.3 Monitoraggio dello stato quantitativo 
La  rete  di  monitoraggio  dello  stato  quantitativo  delle   acque
sotterranee e' progettata in modo da  fornire  una  stima  affidabile
dello stato quantitativo di tutti i corpi idrici o  gruppi  di  corpi
idrici  sotterranei,  compresa  la  stima   delle   risorse   idriche
sotterranee disponibili. Le Regioni inseriscono nei piani  di  tutela
una o piu' mappe che riportano detta rete. 
Il Monitoraggio dello stato quantitativo ha l'obiettivo di  integrare
e confermare la validita' della caratterizzazione e  della  procedura
di valutazione di rischio,  determinare  lo  stato  quantitativo  del
corpo idrico  sotterraneo,  supportare  la  valutazione  dello  stato
chimico, l'analisi delle tendenze e la progettazione e la valutazione
dei programmi di misure. 
Come per le altre reti di monitoraggio, la progettazione  della  rete
per il monitoraggio  quantitativo  deve  essere  basata  sul  modello
concettuale del sistema idrico sotterraneo e sulle pressioni. 
Gli elementi chiave del modello concettuale quantitativo sono: 
a) la valutazione della ricarica e del  bilancio  idrico  predisposto
secondo le linee guida di cui all'Allegato 1 al decreto  ministeriale
del 28 luglio  2004,  pubblicato  nella  Gazzetta  Ufficiale  del  15
novembre 2004, n. 268; 
b) le valutazioni esistenti  del  livello  dell'acqua  sotterranea  o
della portata ed informazioni pertinenti  sui  rischi  per  le  acque
superficiali e gli ecosistemi terrestri  che  dipendono  dalle  acque
sotterranee; 
c)  il  grado  di  interazione  tra  acque  sotterranee  e   relativi
ecosistemi  terrestri  e  superficiali  dove  questa  interazione  e'
importante  e  potrebbe   potenzialmente   determinare   un'influenza
negativa sullo stato di qualita' del corpo idrico superficiale. 
Lo sviluppo di una rete  di  monitoraggio  quantitativo  puo'  essere
iterativo; i dati raccolti dai nuovi  siti  di  monitoraggio  possono
essere usati per migliorare e perfezionare  il  modello  concettuale,
usato per collocare ogni  sito  di  monitoraggio,  sull'intero  corpo
idrico sotterraneo, e  la  gestione  del  programma  di  monitoraggio
quantitativo. 
L'implementazione di un modello numerico delle acque sotterranee o di
un modello idrologico che integri le acque superficiali e sotterranee
sono utili  strumenti  per  compilare  ed  interpretare  i  dati  del
monitoraggio quantitativo ed identificare le risorse e gli ecosistemi
a rischio. Inoltre, le stime di incertezza che  si  possono  ottenere
con un modello numerico possono essere d'aiuto per identificare parti
del corpo idrico sotterraneo  che  necessitano  dell'integrazione  di
siti per meglio descrivere la quantita'  e  la  portata  delle  acque
sotterranee. 
 
Selezione dei parametri 
 
Per la valutazione dello stato quantitativo delle  acque  sotterranee
sono raccomandati almeno i seguenti parametri: 
a) livelli delle acque sotterranee nei pozzi o nei piezometri; 
b) portata delle sorgenti; 
c) caratteristiche del flusso e/o livelli idrici  dei  corsi  d'acqua
superficiali  durante  i  periodi  di  siccita'  (ad  es.  quando  il
contributo delle piogge  al  flusso  delle  acque  superficiali  puo'
essere trascurato e la portata del fiume e' mantenuta sostanzialmente
dall'acqua sotterranea); 
d) livelli  idrici  delle  zone  umide  e  dei  laghi  che  dipendono
significativamente dalle acque sotterranee. 
La selezione dei siti di monitoraggio e  dei  parametri  deve  essere
basata su un solido modello concettuale del  corpo  idrico  che  deve
essere monitorato. 
Un monitoraggio addizionale per supportare la caratterizzazione e  la
classificazione delle acque sotterranee tiene conto almeno di: 
a)  parametri  chimici  e  indicatori   (per   esempio   temperatura,
conduttivita', etc.) per monitorare l'intrusione salina  o  di  altra
natura. Qualora venga utilizzato un unico sito  di  monitoraggio  sia
per la valutazione dello stato chimico sia per la  valutazione  dello
stato quantitativo e i controlli avvengano contemporaneamente, i dati
per il controllo dei parametri chimici  addizionali  sono  utilizzati
per le finalita' sopra riportate. Per gli acquiferi delle isole  puo'
essere appropriato monitorare le zone di transizione tra acqua  dolce
ed acqua marina; 
b)  piovosita'   e   altri   componenti   richiesti   per   calcolare
l'evapotraspirazione (per  il  calcolo  della  ricarica  delle  acque
sotterranee); 
c) monitoraggio ecologico degli ecosistemi  terrestri  connessi  alle
acque sotterranee (inclusi gli indicatori ecologici); 
d) estrazione di acque sotterranee. 
I requisiti specifici per i dati di  monitoraggio  di  supporto,  che
integrano le conoscenze ottenute dal monitoraggio del  livello  delle
acque sotterranee, sono fortemente determinati dagli strumenti o  dai
metodi adoperati per supportare la valutazione del  rischio  o  dello
stato e della confidenza richiesta in queste valutazioni. 
La chiave per la selezione  dei  parametri  dipende  da  quanto  quel
parametro sia rappresentativo dello scenario idrogeologico monitorato
e della sua importanza nel determinare il  rischio  o  lo  stato  del
corpo idrico. 
In alcuni scenari idrogeologici particolarmente  complessi,  limitare
il  monitoraggio  al  solo  livello  delle  acque   sotterranee   nei
piezometri puo' essere inappropriato per le  finalita'  del  presente
decreto e in alcuni casi altamente fuorviante. In queste  circostanze
le caratteristiche del flusso dei  corsi  d'acqua  o  delle  sorgenti
connesse puo' fornire dati migliori con  i  quali  intraprendere  una
valutazione. 
Cio' e' maggiormente probabile nei casi di bassa permeabilita'  o  di
acquiferi fratturati. Ci sono  casi  in  cui  il  livello  dell'acqua
rimane piu' o meno stabile, ma si verificano fenomeni  di  intrusione
di  acqua  proveniente  da  altri  acquiferi  o   da   corpi   idrici
superficiali  o  dal  mare.  Specifiche  condizioni   devono   essere
considerate nel caso dei copri idrici  sotterranei  delle  isole.  Se
c'e' il rischio di  intrusione,  allora  specifici  indicatori  della
qualita'  delle  acque  andranno  monitorati   (   per   esempio   la
conduttivita' elettrica e la temperatura dell'acqua). 
 
Densita' dei siti di monitoraggio 
 
La rete per  il  monitoraggio  quantitativo  deve  essere  progettata
prevedendo un numero di pozzi tale  da  consentire  il  controllo  su
eventuali  variazioni  dello  stato  quantitativo  del  corpo  idrico
sotterraneo. 
La  rete  si   articola   in   sufficienti   siti   di   monitoraggio
rappresentativi per stimare il livello  delle  acque  sotterranee  di
ciascun corpo idrico o gruppi di corpi  idrici,  tenuto  conto  delle
variazioni  del  ravvenamento  a  breve  e  a  lungo  termine  ed  in
particolare: 
a) per i corpi idrici sotterranei che  si  ritiene  rischino  di  non
conseguire gli obiettivi ambientali, bisogna assicurare una  densita'
dei punti di monitoraggio  sufficiente  a  valutare  l'impatto  delle
estrazioni sulle variazioni  dello  stato  quantitativo  delle  acque
sotterranee; 
b) per i corpi idrici sotterranei le cui acque  fluiscono  attraverso
la frontiera tra l'Italia ed altri  Paesi,  e'  necessario  designare
sufficienti punti di monitoraggio  per  stimare  la  direzione  e  la
portata delle acque sotterranee attraverso la frontiera. 
Il monitoraggio quantitativo puo' essere richiesto su due  differenti
piani. 
In primo luogo, se possibile, bisogna valutare i livelli e  i  flussi
delle acque lungo un corpo idrico sotterraneo. Questi possono  essere
correlati alla valutazione  del  bilancio  idrico  dell'intero  corpo
idrico  sotterraneo  predisposto  secondo  le  linee  guida  di   cui
all'Allegato 1 al decreto ministeriale del 28 luglio 2004, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale del 15 novembre 2004, n. 268. 
In secondo luogo, puo' essere  necessario  un  monitoraggio  "locale"
piu' mirato sui flussi e sui  livelli  riferiti  ai  corpi  recettori
pertinenti che sono localmente alimentati dalle acque sotterranee, ad
es. corpi idrici superficiali (fiumi, laghi ed estuari) ed ecosistemi
terrestri   dipendenti   dalle   acque   sotterranee.    Quest'ultimo
monitoraggio puo' includere informazioni integrative sulla  salinita'
(con riferimento alle intrusioni saline) o  informazioni  integrative
derivanti dal monitoraggio ecologico svolto ai sensi della  normativa
nazionale  e  comunitaria  vigente  (come  prova  dell'impatto  sugli
ecosistemi dovuti all'estrazione di acqua sotterranea). 
Nei corpi idrici  o  gruppi  di  corpi  idrici  classificati  "non  a
rischio" il monitoraggio quantitativo puo' essere  ridotto.  Infatti,
non e' necessario svolgere  il  monitoraggio  su  ogni  corpo  idrico
all'interno di un gruppo di corpi idrici, a patto che tutti  i  corpi
idrici del gruppo siano comparabili dal punto di vista idrogeologico. 
Nei corpi idrici o gruppi di corpi idrici classificati "a rischio" la
distribuzione dei siti di monitoraggio deve  essere  sufficiente  per
capire   le   condizioni   idrogeologiche   relative   ai   recettori
identificati come a rischio e alla loro importanza. 
La densita' del monitoraggio deve essere sufficiente  per  assicurare
un'appropriata valutazione degli  impatti  sul  livello  delle  acque
sotterranee causati dalle estrazioni. 
Per quei corpi idrici sotterranei che attraversano la  frontiera  tra
l'Italia  ed  uno  o  piu'  Stati  Membri,  il  numero  di  siti   di
campionamento deve essere sufficiente per stimare la direzione  e  la
portata delle acque sotterranee attraverso il confine. 
 
Frequenza di monitoraggio 
 
La frequenza dei rilevamenti deve essere sufficiente a permettere  di
stimare lo stato quantitativo di ciascun corpo  idrico  o  gruppo  di
corpi  idrici  sotterranei,  tenuto  conto   delle   variazioni   del
ravvenamento a breve e lungo termine. In particolare: 
a) per i corpi idrici sotterranei che  si  ritiene  rischino  di  non
conseguire gli obiettivi ambientali, e' fissata una  frequenza  delle
misurazioni sufficiente a valutare  l'impatto  delle  estrazioni  sul
livello delle acque sotterranee; 
b) per i corpi idrici sotterranei le cui acque  fluiscono  attraverso
la frontiera tra l'Italia ed altri Paesi, e'  fissata  una  frequenza
delle misurazioni sufficiente a stimare la  direzione  e  la  portata
delle acque sotterranee attraverso la frontiera. 
La frequenza dei  monitoraggi  si  stabilisce  sulla  base  dei  dati
necessari per determinare rischio e stato dei corpi idrici e, laddove
necessario,  per  supportare  la  progettazione  e  valutazione   dei
programmi di misure. 
La   frequenza   di   monitoraggio   dipende   principalmente   dalle
caratteristiche di un corpo idrico e dal sito di monitoraggio. I siti
con una significativa variabilita' annuale devono  essere  monitorati
piu' frequentemente rispetto  a  siti  con  minore  variabilita'.  In
generale  un  monitoraggio  trimestrale  sara'  sufficiente  per   il
monitoraggio quantitativo  dove  la  variabilita'  e'  bassa,  ma  un
monitoraggio giornaliero  e'  preferito,  in  particolare  quando  si
misurano le portate. La frequenza deve essere rivista quando migliora
la comprensione della risposta e del comportamento  dell'acquifero  e
in relazione all'importanza di ciascun  cambiamento  delle  pressioni
sul corpo idrico sotterraneo. Questo assicura che  sia  mantenuto  un
programma caratterizzato da un basso rapporto costi/efficacia. 
 
4.4 Controlli di qualita' 
Per il campionamento e l'analisi devono  essere  stabilite  procedure
appropriate per il controllo di qualita'; tali misure sono necessarie
per ridurre al minimo le incertezze. 
Gli elementi minimi che devono essere  presi  in  considerazione  nei
controlli di qualita' sono: 
a) identificazione e registrazione dei campioni; 
b) metodi di campionamento, pianificazione del campionamento e report
per esercizi di campo; 
c) trasporto e magazzinaggio del campione; 
d) validazione dei metodi analitici; 
e) procedure per le misure analitiche; 
f) controlli di qualita' interni dei metodi; 
g) partecipazione in schemi  esterni  per  i  controlli  di  qualita'
(intercalibrazione); 
h) elaborazione dei risultati; 
i) tracciabilita' dei documenti e delle misure. 
Per i laboratori di analisi l'accreditamento deve avvenire  ai  sensi
della ISO 17025. 
 
4.5 Protocollo per il campionamento-ISO raccomandate 
Un appropriato piano di campionamento deve includere la selezione dei
siti di campionamento, la frequenza e la durata del campionamento, le
procedure di campionamento, il trattamento dei campioni  e  l'analisi
dei campioni. 
Le procedure di campionamento e di trattamento del campione  dovranno
riferirsi a linee guida e/o  standard  internazionali  incluse  parti
rilevanti della norma ISO 5667 nello stato di ultima revisione. 
Allo stato attuale le  parti  della  norma  ISO  5667  utili  per  il
monitoraggio delle acque sotterranee sono le seguenti: 
La norma ISO 5667-1:  2006  fornisce  i  principi  per  una  corretta
progettazione del campionamento negli ambienti acquatici. 
La  norma  ISO  5667-3:  2003  fornisce  indicazioni  riguardo   alla
preparazione, stabilizzazione, trasporto e conservazione dei campioni
di acqua. 
La  norma  ISO  5667-11:  1993  fornisce  i  principi   a)   per   la
progettazione dei programmi  di  campionamento,  b)  le  tecniche  di
campionamento, c) la manipolazione dei campioni e d)  il  sistema  di
identificazione del  campione  e  le  procedure  di  registrazione  e
tracciabilita' delle acque sotterranee; 
La norma ISO 5667-18: 2001 fornisce dei  principi  per  i  metodi  di
campionamento delle acque sotterranee nei siti contaminati. 
La norma ISO 5667-14: 1993 fornisce linee guida per il  controllo  di
qualita'  delle  operazioni  di  campionamento  e   trattamento   del
campione. 
 
APPENDICE 
 
SEZIONE A 
 
Tabella  1a.  Elenco   dei   tipi   fluviali   presenti   in   Italia
settentrionale e inclusi nel sistema MacrOper 
In molti casi, cioe' quando siano disponibili valori  di  riferimento
distinti per le aree di pool,  riffle  o  riferiti  ad  una  raccolta
proporzionale  generica  di  invertebrati  bentonici,  il   tipo   e'
riportato in piu' righe. Cio' e' stato  ritenuto  utile  per  rendere
piu' agevole associare i valori  riportati  in  Tabella  1b  ai  tipi
fluviali  qui  elencati.  La  prima   colonna   ('ord')   rappresenta
l'elemento di unione tra le tre tabelle e consente  di  associare  un
tipo fluviale in una determinata area regionale tra le tre tabelle. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Tabella 1b. Valori di riferimento per le metriche componenti e per lo
STAR ICMi nei tipi fluviali dell'Italia  settentrionale  inclusi  nel
sistema MacrOper 
In tabella vengono anche indicati i limiti di classe. I  valori  sono
riportati, quando disponibili, in funzione di  dove  si  effettui  la
raccolta  dei  macroinvertebrati:  per  aree  di   pool,   riffle   o
campionamento generico. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Tabella 2a. Elenco dei tipi fluviali presenti in  Italia  centrale  e
inclusi nel sistema MacrOper 
In molti casi, cioe' quando siano disponibili valori  di  riferimento
distinti per le aree di pool,  riffle  o  riferiti  ad  una  raccolta
proporzionale  generica  di  invertebrati  bentonici,  il   tipo   e'
riportato in piu' righe. Cio' e' stato  ritenuto  utile  per  rendere
piu' agevole associare i valori  riportati  in  Tabella  2b  ai  tipi
fluviali  qui  elencati.  La  prima   colonna   ('ord')   rappresenta
l'elemento di unione tra le due tabelle e consente  di  associare  un
tipo fluviale in una determinata area regionale tra le due tabelle. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Tabella 2b. Valori di riferimento per le metriche componenti e per lo
STAR ICMi nei tipi fluviali dell'Italia centrale inclusi nel  sistema
MacrOper 
In tabella vengono anche indicati i limiti di classe. I  valori  sono
riportati  in  funzione  di  dove  si  effettui   la   raccolta   dei
macroinvertebrati: per aree di pool, riffle o campionamento generico. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Tabella 3a. Elenco dei tipi fluviali presenti in Italia meridionale e
inclusi nel sistema MacrOper 
In molti casi, cioe' quando siano disponibili valori  di  riferimento
distinti per le aree di pool,  riffle  o  riferiti  ad  una  raccolta
proporzionale  generica  di  invertebrati  bentonici,  il   tipo   e'
riportato in piu' righe. Cio' e' stato  ritenuto  utile  per  rendere
piu' agevole associare i valori riportati nella successiva tabella 3b
ai tipi fluviali qui elencati. La prima colonna  ('ord')  rappresenta
l'elemento di unione tra le due tabelle e consente  di  associare  un
tipo fluviale in una determinata area regionale tra le due tabelle. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Tabella 3b. Valori di riferimento per le metriche componenti e per lo
STAR ICMi nei  tipi  fluviali  dell'Italia  meridionale  inclusi  nel
sistema MacrOper 
In tabella vengono anche indicati i limiti di classe. I  valori  sono
riportati  in  funzione  di  dove  si  effettui   la   raccolta   dei
macroinvertebrati: per aree di pool, riffle o campionamento  generico
qualora il campione sia disponibile da diversi mesohabitat. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
Tabella 4. Valori  di  riferimento  per  le  metriche  componenti  lo
STAR ICMi, per lo STAR ICMi e per l'indice MTS nei fiumi molto grandi
e/o non accessibili 
 
Tabella 5. Valori di riferimento per le metriche componenti e per  lo
STAR ICMi 
I valori sono organizzati per macrotipi fluviali, validi per  i  tipi
fluviali non inclusi nelle tabelle di  dettaglio  relative  a  Italia
settentrionale, centrale e meridionale. Tali valori sono validi per i
2 anni successivi all'emanazione del decreto classificazione, qualora
nel frattempo non si rendessero disponibili dati di dettaglio  per  i
singoli tipi fluviali. In tabella vengono anche indicati i limiti  di
classe. I valori sono riportati in funzione di dove  si  effettui  la
raccolta  dei  macroinvertebrati:  per  aree  di   pool,   riffle   o
campionamento generico. 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
SEZIONE B 
 
Tabella    1.    Comunita'    ittiche    attese    nelle    9    zone
zoogeografico-ecologiche fluviali principali. 

---------------------------------------------------------------------
ZONE ZOOGEOGRAFICO-ECOLOGICHE 
FLUVIALI PRINCIPALI                  Comunità ittiche attese
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI SALMONIDI DELLA       Salmo (trutta) trutta (ceppo
REGIONE PADANA                 mediterraneo)(10), Salmo (trutta)
                               Marmoratus(11), Thymallus
                               thymallus(10), Phoxinus phoxinus,
                               Cottus gobio(10).
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI CIPRINIDI A           Leuciscus cephalus, Leuciscus souffia
DEPOSIZIONE LITOFILA DELLA     muticellus, Phoxinus phoxinus,
REGIONE PADANA                 Chondrostoma genei, Gobio gobio,
                               Barbus plebejus, Barbus meridionalis
                               caninus, Lampetra zanandreai, Anguilla
                               anguilla, Salmo (trutta) marmoratus,
                               Sabanejewia larvata, Cobitis taenia
                               bilineata, Barbatula barbatula
                               (limitatamente alle acque del
                               Trentino-Alto Adige e del Friuli-
                               Venezia Giulia), Padogobius martensii,
                               Knipowitschia punctatissima 
                               (limitatamente agli ambienti di
                               risorgiva, dalla Lombardia al Friuli
                               Venezia Giulia)
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI CIPRINIDI A           Rutilus erythrophthalmus, Rutilus
DEPOSIZIONE FITOFILA DELLA     pigus, Chondrostoma soetta, Tinca
REGIONE PADANA                 tinca, Scardinius erythrophthalmus,
                               Alburnus alburnus alborella, Leuciscus
                               cephalus, Cyprinus carpio, Petromyzon
                               marinus (stadi giovanili), Acipenser
                               naccarii (almeno stadi giovanili),
                               Anguilla anguilla, Alosa fallax (stadi
                               giovanili), Cobitis taenia bilineata,
                               Esox lucius, Perca fluviatilis,
                               Gasterosteus aculeatus(12), 
                               Syngnathus abaster.
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI SALMONIDI DELLA       Salmo (trutta) trutta (ceppo
REGIONE ITALICO-PENINSULARE    mediterraneo, limitatamente 
                               all'Appennino settentrionale), Salmo
                               (trutta) macrostigma (limitatamente al
                               versante tirrenico di Lazio, Campania,
                               Basilicata e Calabria), Salmo fibreni
                               (limitatamente alla risorgiva
                               denominata Lago di Posta Fibreno).
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI CIPRINIDI A           Leuciscus souffia muticellus,
DEPOSIZIONE LITOFILA DELLA     Leuciscus cephalus, Rutilus rubilio,
REGIONE ITALICO-PENINSULARE    Alburnus albidus (limitatamente alla
                               Campania, Molise, Puglia e 
                               Basilicata), Barbus plebejus, Lampetra
                               planeri (limitatamente al versante
                               tirrenico di Toscana, Lazio, Campania
                               e Basilicata; nel versante adriatico,
                               la sola popolazione dell'Aterno-
                               Pescara), Anguilla anguilla, Cobitis
                               tenia bilineata, Gasterosteus
                               aculeatus, Salaria fluviatilis, Gobius
                               nigricans (limitatamente al versante
                               tirrenico di Toscana, Umbria e Lazio).
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI CIPRINIDI A           Tinca tinca, Scardinius
DEPOSIZIONE FITOFILA DELLA     erythrophthalmus, Rutilus rubilio,
REGIONE ITALICO-PENINSULARE    Leuciscus cephalus, Alburnus albidus
                               (limitatamente alla Campania, Molise,
                               Puglia e Basilicata), Petromyzon
                               marinus (stadi giovanili), Anguilla
                               anguilla, Alosa fallax (stadi
                               giovanili), Cobitis taenia bilineata,
                               Esox lucius, Gasterosteus aculeatus,
                               Syngnathus abaster(13).
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI SALMONIDI DELLA       Salmo (trutta) macrostigma.
REGIONE DELLE ISOLE
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI CIPRINIDI A           Anguilla anguilla, Gasterosteus
DEPOSIZIONE LITOFILA DELLA     aculeatus, Salaria fluviatilis.
REGIONE DELLE ISOLE:
---------------------------------------------------------------------
ZONA DEI CIPRINIDI A           Cyprinus carpio, Petromyzon marinus
DEPOSIZIONE FITOFILA DELLA     (stadi giovanili), Anguilla anguilla, 
REGIONE DELLE ISOLE            Gasterosteus aculeatus, Alosa fallax
                               (stadi giovanili), Syngnathus 
                               abaster.
---------------------------------------------------------------------

(10) Le popolazioni del ceppo mediterraneo di Salmo  (trutta)  trutta
hanno naturalmente un areale  molto  frammentato.  Per  ogni  regione
andrebbe stabilito meglio l'areale. 
(11) In Piemonte, a esclusione dei tributari di destra del Po a valle
del Tanaro e, nel bacino del Tanaro, a valle della confluenza con  il
torrente Rea. 
(12) In Piemonte, la distribuzione e' limitata al solo Verbano. 
(13) Non presente in Umbria. 
 
SEZIONE C 
 
Tabella 1. Valore di riferimento (mediana siti  riferimento)  per  la
componente relativa alla presenza di strutture artificiali nel tratto
considerato (indice HMS) e per la  componente  relativa  all'uso  del
territorio nelle aree fluviali e perifluviali (indice LUI). 

---------------------------------------------------------------------
Descrizione sommaria dell'ambito 
di applicazione                      HMS    RQ _HMS    LUI    RQ _LUI
---------------------------------------------------------------------
Tutti i tipi fluviali                 0        1        0        1
---------------------------------------------------------------------


Il valore utilizzato per convertire l'HMS in RQ e'  pari  a  100.  Il
valore utilizzato per convertire il LUI in RQ e' pari a 39,2. 
 
Tabella 2. Valori di riferimento (mediana siti  riferimento)  per  la
componente relativa alla diversificazione e  qualita'  degli  habitat
fluviali e ripari (indice HQA) 

---------------------------------------------------------------------
Descrizione sommaria dell'ambito        Macrotipi
di applicazione                         fluviali       HQA     RQ_HQA
---------------------------------------------------------------------
Fiumi alpini                            A1, A2         54      1
---------------------------------------------------------------------
Fiumi Appenninici                       M1, M2, M4     64      1
---------------------------------------------------------------------
Fiumi Appenninici poco diversificati    M1, M2, M4     52      1
---------------------------------------------------------------------
Fiumi Mediterranei temporanei           M5             58      1
---------------------------------------------------------------------
Piccoli fiumi di pianura                C, M1          56      1
---------------------------------------------------------------------
Tutti gli altri fiumi                   -              57      1
---------------------------------------------------------------------


E' opportuno far riferimento alla categoria "Tutti gli  altri  fiumi"
qualora il tipo fluviale in  esame,  per  la  sua  peculiarita',  non
risulti  attribuibile  con  certezza  ad  una  delle   macrocategorie
riportate in tabella.  Per  la  conversione  dell'HQA  in  RQ  si  e'
considerato come valore minimo 11 per tutte le categorie