(all. 1 - art. 1)
                       MINISTERO DELLA SALUTE
                DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE
                             Linee Guida
             PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
                      NEGLI AMBIENTI CONFINATI

Presentazione

   Con  decreto ministeriale 8 aprile 1998, e' stata istituita presso
l'ex  Dipartimento  della  Prevenzione  del Ministero della Salute la
"Commissione  indoor",  con  il compito di fornire linee di indirizzo
tecnico  volte  a promuovere lo sviluppo di iniziative di prevenzione
primaria  e  secondaria  in  materia  di  inquinamento degli ambienti
confinati  e  per  l'approfondimento  delle  conoscenze  sulle  cause
d'inquinamento e del relativo impatto sulla salute.
   La predetta Commissione, composta da ingegneri, architetti, medici
del  lavoro,  igienisti, allergologi, broncopneumologi, epidemiologi,
fisici  e  chimici ed esperti dell'ISS e dell'ISPESL, dopo un anno di
attivita'  ha  messo  a punto un rapporto concernente: La tutela e la
promozione  della salute negli ambienti confinati, in merito al quale
e'  stato  acquisito  il parere favorevole del Consiglio Superiore di
Sanita'.
   Il rapporto fornisce informazioni, fondamentali per la valutazione
e  gestione, in termini di sanita' pubblica, dei rischi per la salute
connessi  all'inquinamento  dell'aria  indoor  (IAQ)  ed  indicazioni
tecniche  per  orientare le azioni di prevenzione e controllo di tali
rischi.
   Le  seguenti  "Linee  guida"  illustrano  in  chiave  sintetica le
principali problematiche sanitarie evidenziate nel rapporto elaborato
dalla   Commissione   e   forniscono   indicazioni  generali  per  la
realizzazione  di  un  programma  nazionale  per  la prevenzione e la
promozione della salute negli ambienti confinati.
   Anche  se  alcuni  obiettivi  strategici  risultano  di non facile
realizzazione,    la    principale   finalita'   del   documento   e'
essenzialmente  quella di promuovere ed implementare le iniziative di
promozione  della  salute e di prevenzione dei rischi "indoor", nella
programmazione  sanitaria  nazionale, regionale e locale, seguendo il
principio  di  sussidiarieta' e di cooperazione tra Stato, Regioni ed
Enti  locali  e  creando  un'occasione di dialogo, di concertazione e
coordinamento tra i diversi livelli organizzativi istituzionali.
   Con  Linee  guida per la tutela e la promozione della salute negli
ambienti  confinati  si  e'  inteso  indicare  la  metodologia  e gli
strumenti  principali  per raggiungere alcuni importanti obiettivi di
salute dell'U.E. dell'OMS (HFA) e del Piano Sanitario Nazionale (vedi
tabella 3). A tal fine il documento e' teso a:

- fornire  una rassegna delle condizioni che determinano la relazione
  esposizione  indoor/effetti  sanitari  e  un'analisi dei principali
  fattori di rischio;
- evidenziare  le  situazioni  che possono determinare un equilibrato
  miglioramento   della   relazione  esposizione/effetti  e  come  le
  situazioni o i fattori nocivi possano essere modificati;
- fornire  una serie di indicazioni tecniche e linee di intervento da
  mettere  in  atto  nel  settore  degli ambienti confinati per porre
  rimedio (ove possibile) ai rischi per la salute documentati.

Struttura del documento

Il documento consta di tre parti:

   Parte   I:   "Relazione  introduttiva",  che  fornisce  un  quadro
conoscitivo dello stato dell'IAQ ed un'analisi dei principali fattori
che   contribuiscono   ad  essa,  evidenziando  le  aree  prioritarie
d'intervento  e  gli  obiettivi  verso  cui  indirizzare le azioni di
prevenzione o riduzione dei rischi sanitari;
   Parte II: "Programma di Prevenzione indoor", che fornisce le linee
di   indirizzo   tecnico  indispensabili  alla  realizzazione  di  un
Programma   Nazionale  di  Prevenzione  negli  ambienti  indoor,  che
concerti  in  modo  organico  le  iniziative  di  prevenzione  con il
necessario coordinamento di altre competenze istituzionali:
   Parte  III: "Linee strategiche per la messa in opera del programma
di prevenzione indoor", che analizza gli strumenti disponibili per la
gestione  dei rischi correlati agli ambienti confinati e le strategie
che   devono   essere   promosse  ai  diversi  livelli  (governativo,
regionale,  locale) per la realizzazione del Programma di Prevenzione
indoor".
   Occorre sottolineare che alcuni aspetti prioritari, trattati nella
II  Parte  del  documento,  sono  stati  approfonditi e sviluppati in
maniera   piu'   puntuale  da  gruppi  di  lavoro  ad  hoc,  operanti
nell'ambito della stessa "Commissione indoor", in particolare sono in
fase   avanzata  di  elaborazione  i  documenti  tecnici  di  seguito
indicati:

1) "Guida per la qualita' dell'aria nelle abitazioni";
2) Linee guida per l'individuazione dei requisiti impiantistici nelle
   zone  fumatori  e per la definizione di protocolli tecnici per gli
   interventi   di   manutenzione   predittiva   sugli   impianti  di
   climatizzazione;
3) "Il Piano Nazionale Radon";
4) "Linee guida per il controllo delle emissioni di composti organici
   volatili nei prodotti da costruzione";
5) "Criteri   per   il   controllo   di  qualita'  dell'aria  indoor,
   relativamente al rischio allergologico, negli ambienti domestici e
   pubblici. Proposta di un programma specifico per le scuole".
                               PARTE I
                      "RELAZIONI INTRODUTTIVA"
Premessa

   Il  Piano  sanitario nazionale 1999-2000 sottolinea che "qualsiasi
contaminante  presente  nell'ecosistema interagisce con gli organismi
viventi.  L'attivazione  del  processo  finalizzato al mantenimento e
miglioramento  della  salute  non  puo'  pertanto  prescindere  dalla
valutazione  dei  determinanti ambientali. In particolare la qualita'
dell'aria,  dell'acqua  e  degli  alimenti  e  dell'ambiente  in toto
riveste  un  ruolo  determinante.  La  qualita' dell'ambiente dipende
sostanzialmente  dai  modelli  di  vita  e  di produzione dei beni in
essere  sul  territorio;  essa quindi e' direttamente orientata dalle
scelte di governo del sistema"
   La  buona  qualita'  dell'aria e' un importante determinante della
salute.  I miglioramenti della ricerca epidemiologica di quest'ultimo
decennio,  e recenti studi piu' approfonditi hanno evidenziato che la
salute  della  popolazione puo' essere danneggiata dall'esposizione a
certi comuni inquinanti dell'aria, a livelli molto inferiori a quanto
ritenuto fino a qualche anno fa. Dal momento che il raggiungimento di
una  situazione  senza  rischi appare improbabile, l'obiettivo, della
gestione  della  qualita'  dell'aria  dovrebbe mirare a minimizzare i
rischi  per la salute. Cio' presuppone una caratterizzazione adeguata
di tali rischi.
   La  qualita'  dell'aria  indoor  rappresenta un importante tema di
sanita'   pubblica.   Nei   paesi  industrializzati,  la  popolazione
trascorre  la  maggior  parte  del  proprio  tempo  (fino  al 90%) in
ambienti chiusi.
   Il contesto internazionale
   Nel  1977  la  30a  Assemblea  Mondiale della Sanita' stabili' che
obiettivo   principale   dei  governi  e  dell'OMS,  deve  essere  il
conseguimento,  da  parte di tutti i cittadini del mondo entro l'anno
2000,   di  un  livello  di  salute  che  renda  possibile  una  vita
socialmente  ed  economicamente  produttiva" (Resolution World Health
Assembly 30/43).
   A  tale  scopo  l'Ufficio  Regionale  Europeo  dell'QMS  nel  1984
formulo'   un'organica   strategia   europea  per  il  raggiungimento
dell'obiettivo  "salute" per tutta la popolazione entro l'anno 2000 e
lo  slogan  che  esplicitava questa proposta era per l'appunto Health
For  All  (HFA).  La strategia proposta dall'QMS si concretizza negli
obiettivi  HEALTH  21, con i quali sono forniti ai governi europei le
linee  guida  per  il  raggiungimento  dei  "Target" di salute per il
prossimo  decennio  e  sono  individuate  alcune  aree prioritarie di
intervento.  Alcuni  di  questi  "Target"  riguardano  lo sviluppo di
azioni  specifiche  volte  alla  prevenzione  e alla promozione della
salute negli ambienti confinati. Tra essi ricordiamo:


Target 8    Riduzione delle     Per l'anno 2020 la morbosità, la
            malattie non        disabilità e la mortalità prematura
            trasmissibili       dovuta alle malattie croniche più
                                importanti dovrebbe essere ridotta
                                ai più bassi livelli ottenibili in
                                tutta la Regione europea.
Target 9    Riduzione delle     Entro l'anno 2020 vi dovrebbe
            lesioni dovute a    essere un significativo e
            violenza ed         sostenibile decremento delle
            incidenti           lesioni, disabilità e morti dovute
                                ad incidenti e violenze nella
                                Regione.
Target 10   Ambiente fisico     Per l'anno 2015, le genti della
            sano e salubre      Regione europea dovrebbero vivere
                                in un ambiente fisico più sicuro,
                                con esposizione ai contaminati
                                pericolosi per la salute a livelli
                                non eccedenti gli standard
                                concordati internazionalmente.
Target 11   Adottare stili di   Per l'anno 2015 le genti della
            vita più sani       Regione europea dovrebbero adottare
                                stili di vita più sani.
Target 13   Condizioni          Per l'anno 2015 le genti della
            favorevoli alla     Regione europea dovrebbero avere la
            salute              possibilità di vivere in un
                                contesto fisico e sociale
                                favorevole alla salute, a casa, a
                                scuola, nel loro luogo di lavoro e
                                nei luoghi pubblici.

   L'Italia  e' uno dei Paesi firmatari della Dichiarazione di Londra
su  "Ambiente  e  Salute"  sottoscritta,  in  occasione  della  terza
Conferenza    Interministeriale,    dai   Ministri   della   Sanita',
dell'Ambiente  e  dei  Trasporti  dei  50 paesi della regione Europea
della  Organizzazione  Mondiale della Sanita'. Con questo documento i
governi  si  sono  impegnati  ad  assumere  tutte  le  iniziative per
contrastare  gli  effetti  sulla  salute correlati alle esposizioni a
inquinanti ambientali, ivi compresi gli inquinanti indoor. Sono stati
considerati   di   particolare   interesse,   specie  per  la  salute
dell'infanzia,  due aspetti connessi alla qualita' dell'aria interna;
l'esposizione al fumo passivo, l'asma bronchiale e le allergie e sono
state  individuate  le  seguenti azioni specifiche da intraprendere a
livello nazionale:

   Fumo di sigarette

   1.  Avviare tutti gli sforzi necessari per assicurare una adeguata
informazione  dei cittadini sulla dipendenza che il fumo di sigaretta
produce  e  sui  suoi  effetti  nocivi.  Promuovere  tulle  le  forme
possibili  di educazione sanitaria per i genitori, gli insegnanti, il
personale sanitario.
   2.  Proibire il fumo in tutti i luoghi pubblici e avviare tutte le
misure perche' i divieti vengano rispettati.
   3.  Proibire tutte le forme dirette e indirette di pubblicita' del
fumo

   Asma bronchiale ed allergie

   1.  Aumentare  la  consapevolezza della popolazione sui fattori di
rischio  dell'asma  bronchiale  e  sulle  loro conseguenze in sanita'
pubblica.  Partecipare  allo  sforzo  internazionale  a  favore della
ricerca sulle cause dell'aumento della malattia.
   2.   Promuovere   gli  interventi  per  migliorare  le  condizioni
abitative con particolare riguardo per gli standard di ventilazione e
i livelli di umidita' interna.
   3.  Sviluppare  linee  guida  sulla  qualita' delle abitazioni per
minimizzare  i  rischi associati alla polvere domestica, alle forfore
animali, all'umidita' e muffe, e ai prodotti di combustione interni.
   4.  Creare  scuole libere da allergeni, bandire l'uso di moquettes
nelle   strutture  scolastiche,  limitare  l'uso  di  agenti  chimici
irritanti per la pulizia, proibire le attivita' di costruzione e/o di
manutenzione  edilizia  quando  sono presenti bambini nella struttura
scolastica.
   Occorre  sottolineare  che l'Organizzazione Mondiale della Sanita'
ha  evidenziato l'importanza e l'urgenza per ogni Paese di dotarsi di
un  "Piano nazionale di prevenzione indoor" e, a tal fine, ha diffuso
nel  1999  una  pubblicazione specificamente destinata alle strategie
con  le  quali tale Piano deve essere sviluppato. L'OMS raccomanda ai
singoli  governi di elaborare un "Piano nazionale per la creazione di
un  ambiente  indoor  sostenibile"  in  cui  devono  essere  indicati
interventi  sugli  edifici  esistenti  e  su  quelli  da  costruire e
definite le strategie che ne consentano la realizzazione.

   Il contesto nazionale

   Per  quanto riguarda il contesto nazionale bisogna rilevare che la
legge   833  del  1978,  di  riforma  sanitaria,  recependo  i  nuovi
orientamenti   di   politica   sanitaria   internazionali   emergenti
attribuisce  alla  prevenzione  delle malattie, alla promozione della
salute,  alla salvaguardia della salubrita' dell'ambiente naturale di
vita   e   di   lavoro,  ed  alla  lotta  all'inquinamento  un  ruolo
fondamentale  nella  definizione  dei  programmi e degli obiettivi di
salute per il Sistema Sanitario Nazionale.
   In particolare, vengono previsti tra i compiti e le funzioni delle
USL:
   "la  promozione  e  la salvaguardia della salubrita' dell'ambiente
naturale, l'igiene degli alimenti, l'identificazione e l'eliminazione
delle cause degli inquinanti dell'atmosfera..."
   "l'individuazione  l'accertamento  ed  il controllo dei fattori di
nocivita',  e  di  deterioramento degli ambienti di vita e di lavoro,
l'indicazione  delle  misure  idonee  all'eliminazione dei fattori di
rischio...;
   Il  D.Lvo  502/92,  modificato dal D.Lvo 517/93, che ha introdotto
sostanziali   modifiche   sia  all'assetto  complessivo  del  sistema
sanitario  pubblico  che  allo  specifico  settore della prevenzione,
stabilisce che le regioni istituiscano un Dipartimento di Prevenzione
presso  ogni  USL,  cui  sono  attribuite le funzioni gia' svolte dai
servizi  delle USL, istituiti dagli articoli 16, 20, e 21 della Legge
833/78.
   Il  Piano  sanitario  nazionale  (PSN), per il triennio 1998-2000,
seguendo  i  target  e  gli  indicatori  sanitari  internazionali, ha
sottolineato   con   particolare  enfasi  e  centralita'  l'approccio
preventivo  e  affronta  le  principali  tematiche  sanitarie con una
visione   multidisciplinare,   all'interno  della  quale  i  problemi
inerenti  la  salute  e  l'ambiente  vengono visti congiuntamente. In
particolare nel Piano l'orientamento preventivo e di promozione della
salute  contraddistingue  l'obiettivo  I, "promuovere comportamenti e
stili  di  vita  per  la  salute"  e  l'obiettivo III, "migliorare il
contesto   ambientale",   ma   e'   implicitamente   espresso   anche
nell'obiettivo   II,   "contrastare   le   principali   patologie"  e
sottolineato  nell'obiettivo  IV,  "rafforzare la tutela dei soggetti
deboli".
   Per   quanto   concerne  il  Sistema  sanitario  nazionale  ed  in
particolare   l'articolazione   dei   livelli  di  assistenza,  viene
rimarcata   "l'esigenza   di  valorizzare  le  attivita'  svolte  dal
Dipartimento  di Prevenzione (DP), in armonia con quanto previsto con
il  D.Lvo 502/92 [...] e in coerenza con l'obiettivo di potenziare le
attivita' di prevenzione [...].
   Tutti  i  livelli  di  assistenza  sanitaria individuati dal Piano
nell'area  sanitaria  collettiva  in  ambiente di vita e di lavoro si
configurano  propriamente  tra  le attivita' preventive garantite dai
Dipartimenti.
   Con  il  D.Lvo  n.  229  del  19 giugno 1999, di riordino del SSN,
vengono   ulteriormente   evidenziate   le  relazioni  tra  politiche
ambientali, della sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro ed il loro
impatto  sulla  salute,  a cui le diverse amministrazioni interessate
devono  congiuntamente  dare  risposte.  Inoltre  il  D.Lvo 229/99 ha
ulteriormente   precisato  le  caratteristiche  del  Dipartimento  di
Prevenzione,  previsto  dal D.Lvo 502/92, ridefinendone le funzioni e
l'organizzazione.  Il  DP  viene  definito  come "struttura operativa
dell'unita'  sanitaria  locale  che garantisce la tutela della salute
collettiva,   perseguendo   obiettivi  di  promozione  della  salute,
prevenzione  delle  malattie e delle disabilita', miglioramento della
qualita'  della  vita".  Il decreto ne specifica le funzioni (in base
alla    definizione    dei   livelli   essenziali   di   assistenza),
l'organizzazione (chiarendo che opera nell'ambito del Piano attuativo
locale,  ha  autonomia organizzativa e contabile ed e' organizzato in
centri di costo e di responsabilita'"), il coordinamento interno (con
altri servizi e dipartimenti aziendali ) ed esterno con altri enti ed
istituti  (Agenzie regionali per l'ambiente, Istituti zooprofilattici
sperimentali,  posti  di ispezione frontaliera e Uffici veterinari di
confine, ispettori del lavoro ed INAIL).
   Al  Dipartimento  sono  attribuiti  anche  compiti  relativi  alla
individuazione  e rimozione delle cause di nocivita' e di malattie di
origine  ambientale, per i quali si avvalgono delle agenzie regionali
e  provinciali  per  la  protezione  dell'ambiente, stabilendo che le
funzioni   di  prevenzione  collettiva  e  di  controllo  ambientale,
esercitate dal DP e dall'ARPA, debbono prevedere azioni coordinate ed
integrate.

   1 - La qualita' dell'aria indoor (IAQ)

   L'espressione   "ambiente   indoor"   e'  riferita  agli  ambienti
confinati di vita e di lavoro non industriali (per quelli industriali
vige  una  specifica  normativa  restrittiva),  ed  in particolare, a
quelli  adibiti  a  dimora, svago, lavoro e trasporto. Secondo questo
criterio,  il termine "ambiente indoor" comprende: le abitazioni, gli
uffici  pubblici  e  privati,  le  strutture  comunitarie  (ospedali,
scuole,  caserme,  alberghi,  banche,  etc.),  i  locali destinati ad
attivita'  ricreative  e/o  sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi,
strutture sportive, etc.) ed infine i mezzi di trasporto pubblici e/o
privati (auto, treno, aereo, nave, etc.).
   Nelle  societa'  moderne, la popolazione trascorre una parte molto
rilevante  del  proprio  tempo  negli ambienti confinati. Nell'ambito
dell'indagine  nazionale  sul  radon  nelle  abitazioni, condotta nel
1989-1994 in un campione di circa 5000 abitazioni di tutte le regioni
italiane,  si  e' rilevato che la popolazione italiana trascorre, nel
suo complesso, circa il 60% del tempo in casa (66% le donne e 54% gli
uomini).
   In  questi  ultimi decenni sono stati condotti studi piu' puntuali
della qualita' dell'aria indoor (IAQ) documentando profondi mutamenti
quali-quantitativi  della  stessa,  con  un  progressivo  aumento  in
assoluto delle sostanze inquinanti.
   In  Italia,  a  seguito  della  crisi  delle  risorse  energetiche
mondiali,  si  sono imposti nuovi criteri tecnico-progettuali per gli
edifici  ad  uso  civile. La necessita' di contenere i consumi per il
riscaldamento e per la ventilazione ha imposto un migliore isolamento
degli  edifici,  con  conseguente  spinta  a  sigillare  gli ambienti
interni  ed  a  sostituire  le  modalita'  naturali  di  aerazione ed
illuminazione  con mezzi artificiali. Alle trasformazioni strutturali
degli  edifici  si sono accompagnate modifiche rilevanti degli arredi
(nuovi materiali per mobili, rivestimenti, ecc.) e degli strumenti di
lavoro   (crescente   impiego   di   fotocopiatrici,  videoterminali,
stampanti,   ecc.).   Infine,   tra   le  piu'  importanti  cause  di
inquinamento  indoor  c'e'  sicuramente  il  fumo  di sigaretta ed il
radon.

   2 - Relazione inquinamento indoor - outdoor

   Per  una  valutazione  corretta  dell'esposizione  personale  agli
inquinanti    dell'aria    e'    necessaria    la   caratterizzazione
dell'esposizione  personale  complessiva  ad agenti aerodispersi, che
tenga  conto  sia  dell'esposizione negli ambienti confinati (indoor)
che dell'esposizione che si verifica all'esterno (outdoor).
   Alcuni  inquinanti  indoor  possono  provenire dall'esterno e sono
legati all'inquinamento atmosferico, ma la maggior parte di essi sono
prodotti all'interno degli edifici stessi.
   Dei  numerosi inquinanti considerati dalle leggi vigenti, soltanto
l'ozono   ed   il   biossido   di  zolfo  sono  prevalenti  nell'aria
atmosferica.
   I   livelli  di  concentrazione  che  gli  inquinanti  raggiungono
all'interno  degli  edifici  generalmente  sono  uguali o superiori a
quelli  dell'aria  esterna  e  soprattutto le esposizioni indoor sono
maggiori  di  quelle  outdoor, principalmente perche' la quantita' di
tempo  trascorso  dalle persone all'interno degli edifici, rispetto a
quello trascorso all'esterno, e' di un ordine di grandezza maggiore.
   Uno  studio,  condotto  dall'IEMB  (Indoor  Environment Management
Branch)   dell'EPA   (1998)   ha   inteso   determinare  il  rapporto
indoor/outdoor  (I/O)  tra  le  concentrazioni  e  tra le esposizioni
relativamente  a  diversi inquinanti dell'aria. L'analisi dei dati ha
supportato  l'ipotesi  che  l'esposizione  indoor  alla maggior parte
degli  inquinanti  considerati supera notevolmente quella outdoor; le
concentrazioni  indoor  riscontrate  sono generalmente da 1 a 5 volte
maggiori  e  l'esposizione  indoor  e'  da  10  a  50 volte superiore
all'esposizione outdoor.

   3 - Definizione del problema

   L'inquinamento  dell'aria  degli ambienti confinati rappresenta un
problema  importante per la sanita' pubblica, con grandi implicazioni
sociali  ed  economiche per molteplici motivi. In primo luogo, per la
prolungata  permanenza  della  popolazione  negli ambienti intenti di
varia  natura  (casa,  lavoro, svago, mezzo di trasporto), in secondo
luogo  perche'  il rischio espositivo non e' limitato a categorie ben
definite   (come  per  il  rischio  esclusivamente  professionale  od
occupazionale),  ma,  oltre  ad  interessare  una  parte estesa della
popolazione,  risulta  di particolare gravita' per alcuni gruppi piu'
suscettibili  quali  bambini,  anziani  e  persone  gia'  affette  da
patologie    croniche   (malattie   cardiache,   respiratorie,   asma
bronchiale,  allergie)  che  trascorrono  negli  ambienti  chiusi una
percentuale di tempo particolarmente elevata, inoltre, molte malattie
croniche  sono correlate a diversi aspetti dell'IAQ, per cui il danno
economico e sociale attribuibile all'inquinamento indoor in Italia e'
verosimilmente rilevante.
   La  presenza  di  numerosi  inquinanti,  in  primo  luogo  il fumo
passivo,  e  il  clima  caldo-umido  delle  abitazioni  (favorente la
crescita  degli  acari  e  di  funghi nella polvere domestica), hanno
sicuramente contribuito all'aumento dell'incidenza e della prevalenza
di  patologie  respiratorie  croniche, come l'asma, ed all'incremento
della loro evoluzione verso forme persistenti, gravi ed invalidanti.
   Gli studi scientifici di questi ultimi decenni hanno messo in luce
che  alcuni  inquinanti  sono  in grado di contribuire all'aumento di
incidenza  di tumori maligni. Un maggior rischio di cancro al polmone
e'  stato  associato  all'esposizione  al  fumo di tabacco ambientale
(environmental  tobacco smoke, ETS) ed ai prodotti di decadimento del
radon sulla base di indagini epidemiologiche sulla popolazione.
   Come evidenziato nel Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, il 5-20%
dei  casi di neoplasia polmonare osservati nella popolazione italiana
e'  attribuibile  all'esposizione  a radon il che corrisponde a circa
1500-6000  casi  all'anno.  Una  gran parte di questi tumori colpisce
probabilmente  i fumatori, a causa dell'effetto sinergico tra radon e
fumo.   Va   pero'  sottolineato  che  sussistono  ancora  incertezze
rilevanti  sul  rischio  per  i  non fumatori e sull' interazione tra
radon  e  fumo  passivo. Per quanto riguarda l'esposizione al fumo di
tabacco (ETS), si stima che i non fumatori, che vivono a contatto con
fumatori,  sviluppino  un  rischio di cancro al polmone aumentato del
30%, se confrontati con la popolazione non esposta.
   Inoltre,  molti  composti  chimici  presenti nell'aria indoor sono
noti o sospettati di causare irritazione o stimolazione dell'apparato
sensoriale  e possono dare vita a un senso di disagio sensoriale e ad
altri  sintomi  comunemente  presenti  nella  cosiddetta "Sindrome da
Edificio  Malato" (Sick Buiding Syndrome). Studi condotti in uffici e
in  altri edifici ad uso pubblico in diversi paesi hanno rivelato una
frequenza  di  disturbi,  tra  gli occupanti, compresa tra il 15 e il
50%.
   Gli  effetti  sulla riproduzione, sulle malattie cardiovascolari e
su   altri  sistemi  e  organi  non  risultano  ad  oggi  essere  ben
documentati. Tuttavia, alcuni dati mostrano che l'inquinamento indoor
puo'   rappresentare  un  importante  cofattore  nella  genesi  delle
malattie cardiovascolari e di altre malattie sistemiche.
   In particolare, l'esposizione a fumo passivo e' stata associata ad
un   aumento   di   rischio   di   malattia  ischemica  cardiaca.  In
considerazione  del  fatto  che  tali  malattie  hanno  una frequenza
elevata,  anche  un  piccolo  aumento  percentuale  del  rischio puo'
determinare  l'insorgenza  di  migliaia  di  nuovi  casi a livello di
popolazione.
   Si  evidenzia,  infine,  che  ogni anno in Italia l'intossicazione
acuta  da  monossido  di  carbonio  e'  responsabile  di centinaia di
decessi  e  di  ricoveri  ospedalieri. L'incremento di questo tipo di
incidenti,  in  relazione  soprattutto  al diffondersi degli impianti
autonomi  di  riscaldamento  ed  alla  presenza di caldaie nei locali
abitati,  potrebbe  essere  notevolmente contenuto e molte vite umane
potrebbero  essere  risparmiate  mediante una adeguata informazione e
formazione degli utenti e del personale tecnico.

   4 - Sorgenti di inquinamento indoor

   Gli  inquinanti indoor sono numerosi e possono essere originati da
diverse sorgenti; le concentrazioni sono motto variabili nel tempo, a
seconda  delle sorgenti interne, della ventilazione e delle abitudini
degli occupanti.
   Le  sorgenti  di  inquinamento  interno  che rilasciano inquinanti
nell'aria  costituiscono la causa primaria dei problemi relativi alla
qualita'  dell'aria  indoor. Le principali fonti sono l'uomo e le sue
attivita',  i  materiali  da  costruzione  gli  arredi,  i sistemi di
trattamento dell'aria.
   Molte attivita' degli occupanti contribuiscono ad inquinare l'aria
degli ambienti chiusi; uno dei fattori piu' importanti e' sicuramente
il fumo di tabacco, oltre ai processi di combustione. Altre possibili
fonti   di   inquinamento  sono  i  prodotti  per  la  pulizia  e  la
manutenzione  della  casa,  gli  antiparassitari  e  l'uso  di colle,
adesivi,  solventi  etc. Possono determinare una emissione importante
di  sostanze  inquinanti  l'utilizzo  di  strumenti  di  lavoro quali
stampanti,  plotter e fotocopiatrici e prodotti per l'hobbistica (es.
colle).
   Un'altra  importante fonte di inquinamento indoor sono i materiali
utilizzati  per  la costruzione (es. isolamenti contenenti amianto) e
l'arredamento  (es. mobili fabbricati con legno truciolare o trattati
con antiparassitari, moquettes, rivestimenti).
   Infine,  il  malfunzionamento  del  sistema  di ventilazione o una
errata  collocazione  delle  prese  d'aria  in prossimita' di aree ad
elevato   inquinamento   (es.   vie   ad  alto  traffico,  parcheggio
sotterraneo,    autofficina)    possono   determinare   un'importante
penetrazione dall'esterno di inquinanti. I sistemi di condizionamento
dell'aria  possono, inoltre, diventare terreno di coltura per muffe e
altri  contaminanti  biologici  e  diffondere  tali  agenti  in tutto
l'edificio.

   5 - Inquinanti indoor

   Gli   inquinanti   che  possono  essere  presenti  negli  ambienti
confinati  non-industriali  sono  molto  numerosi.  In particolare si
possono  individuare  tre  categorie di inquinanti: chimici, fisici e
biologici.

   5.2 - Inquinanti chimici

   5.1.1 - Ossidi di azoto (NO2, NO3)

   Le  principali  fonti  indoor di ossidi d'azoto sono costituite da
radiatori  a  cherosene,  da stufe e radiatori a gas privi di scarico
esterno  e  dal  fumo  di  tabacco,  i  valori  piu'  elevati vengono
generalmente  rilevati  nelle  cucine.  I  livelli  di NO2 durante la
cottura di cibi con stufe e fornelli a gas o durante l'uso di stufe a
cherosene possono essere superiori a 1.000 (g/mc
   In presenza di stufe e fornelli a gas il valore piu' frequente del
rapporto tra concentrazione indoor e outdoor e' tra 2 e 3 e raggiunge
circa  5  nel  caso  di  sistemi  riscaldamento  e fornelli a gas con
ventilazione e scarico all'esterno inefficienti.

   5.1.2 - Ossidi di zolfo (SO2)

   Le  principali  fonti di SO2 negli ambienti indoor sono costituite
da radiatori a cherosene, da stufe e radiatori a gas privi di scarico
e  dal  fumo  di  tabacco;  valori  elevati  superiori a 250 (g/mc si
riscontrano  nelle  abitazioni  riscaldate  con stufe a cherosene. Le
stufe  a cherosene possono emettere anche grandi quantita' di aerosol
acidi.

   5.1.3- Monossido di carbonio (CO)

   I livelli di CO sono significativamente influenzati dalla presenza
di  processi di combustione, quali sistemi di riscaldamento e cottura
senza  ventilazione  o  con scarsa ventilazione e fumo di tabacco; in
questi   casi  le  concentrazioni  interne  possono  superate  quelle
esterne.  La  vicinanza  di  sorgenti  outdoor  (ad esempio, strade a
levato  traffico,  garage  e  parcheggi)  possono  avere  un  impatto
significativo sulle concentrazioni all'interno di edifici.

   5.1.4 - Ozono (O3)

   La  quota  proveniente  dall'esterno  rappresenta  generalmente la
maggior  parte dell'ozono presente nell'aria interna, tuttavia, in un
ambiente  confinato  puo'  essere  emesso in maniera significativa da
strumenti  elettrici  ad  alto  voltaggio,  quali  motori  elettrici,
stampanti   laser   e   fax,   da   apparecchi  che  producono  raggi
ultravioletti,   da   filtri   elettronici   per  pulire  l'aria  non
correttamente installati o senza adeguata manutenzione.

   5.1.5 - Particolato aerodisperso (PM 2,5, PM 10)

   Negli  ambienti  indoor  il particolato e' prodotto principalmente
dal  fumo  di sigaretta, dalle fonti di combustione e dalle attivita'
degli occupanti. La composizione del particolato da combustione varia
in  base  al tipo di combustibile e alle condizioni in cui avviene la
combustione.  L'esame  di  particolato  fine  raccolto all'interno ed
all'esterno  di  abitazioni ed edifici ha consentito di verificare la
presenza  di  n-alcani,  acidi  gassi  (palmitico e stearico), esteri
ftalati in particolato indoor.

   5.1.6. Composti organici volatili (VOC)

   Negli  uffici  importanti  fattori  sono  sicuramente  il  fumo di
sigaretta e gli strumenti di lavoro quali stampanti e fotocopiatrici.
Altre   importanti   fonti   di  inquinamento  sono  i  materiali  di
costruzione  e  gli  arredi (es. mobili, moquettes, rivestimenti) che
possono  determinare emissioni continue durature nel tempo (settimane
o  mesi):  importanti  concentrazioni  di  VOC  sono riscontrabili in
particolare  nei periodi immediatamente successivi alla posa dei vari
materiali  o alla installazione degli arredi. Possono determinare una
emissione  importante,  anche  se  di  breve  durata  nel  tempo,  il
funzionamento di dispositivi di riscaldamento e l'uso di materiali di
pulizia  e di prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi). Un'errata
collocazione  delle  prese  d'aria  in prossimita' di aree ad elevato
inquinamento  (es.  vie  ad  alto  traffico,  parcheggio sotterraneo,
autofficina)  possono  determinare una importante penetrazione di VOC
dall'esterno.

   5.1.7 - Benzene

   Per  quanto  concerne  specificamente  gli  ambienti interni degli
edifici  (indoor),  le sorgenti di maggior rilievo sono i prodotti di
consumo, come adesivi, materiali di costruzione e vernici. Il fumo di
una  sigaretta  contiene  un  quantitativo di benzene significativo e
considerevolmente variabile, misurato nell'intervallo da 6 (g/mc a 73
(g/mc.
   Numerosi  studi  indicano  che il contributo di sorgenti indoor di
benzene,  non  ultimo  il  fumo  di  tabacco, ma anche il rilascio da
materiali,  da  prodotti  di consumo e l'impatto di parcheggi interni
agli  edifici  puo'  essere  rilevante, e nei termini da alcuni (g/mc
sino  alla  decina  e  piu'  di  (g/mc,  con  i  valori  piu' elevati
attribuibili  in  linea  di  massima  ad elevate quantita' di fumo di
tabacco.

   5.1.8 - Formaldeide

   La  formaldeide e' un composto organico in fase vapore che oltre a
essere  un  prodotto  della  combustione,  e'  anche emesso da resine
urea-formaldeide usate per l'isolamento (cosiddette UFFI) e da resine
usate per truciolato e compensato di legno, per tappezzerie, moquette
e per altro materiale da arredamento. Negli ambienti indoor i livelli
sono   generalmente  compresi  tra  10  e  50  (g/mc.  Concentrazioni
particolarmente  elevate  sono  state  osservate  in certe situazioni
quali  in  case prefabbricate ed in locali con recente posa di mobili
in truciolato o moquette.

   5.1.9 - Idrocarburi aromatici policiclici (IPA)

   Le sorgenti principali sono le fonti di combustione (es. caldaie a
cherosene) ed il fumo di sigaretta. I dati di letteratura disponibili
sull'esposizione   indoor   ad   IPA  sono  piuttosto  scarsi  e,  in
maggioranza, si riferiscono a situazioni ambientali non confrontabili
con  quelle  italiane  per  le  differenze  nei  combustibili  per il
riscaldamento e la cucina.
   L'esposizione  conseguente  all'uso  delle  stufe a legna e' stata
valutata  in  due  piccoli  centri  urbani  nelle province di Pavia e
Genova  (Valerio  et  al..,  1996):  tale  forma  di riscaldamento ha
comportato  livelli  indoor  di  BaP  superiori a quelli esterni, con
concentrazioni  indoor  fino  a  23  ng/mc  misurati in condizioni di
cattiva manutenzione della canna fumaria.

   5.1.10 - Fumo di tabacco ambientale (ETS)

   Il   fumo   presente   nell'ambiente  risulta  costituito  da  una
componente  detta  "mainstream  smoke-MS"  e da una detta "sidestream
smoke.SS",  il  mainstrieam  e'  il  fumo  inalato  dai  fumatori. Il
sidestream   e'   invece   l'aerosol   derivato   direttamente  dalla
combustione  della sigaretta; il sidestream e' il piu' importante dei
due,  perche' rappresenta il principale costituente dell'aerosol e di
circa la meta' della porzione corpuscolata dell'ETS.
   Le  principali  sostanze  tossiche del fumo liberate nell'ambiente
sono:  il  monossido  di  carbonio  (CO),  gli  idrocarburi aromatici
policiclici  (come  il  benzoapirene), numerosi VOC, l'ammoniaca e le
ammine  volatili, l'acido cianidrico e gli alcaloidi del tabacco. Nel
fumo di sigaretta si trova anche una frazione particolata, costituita
da  sostanze  presenti  in  fase  solida,  tra  le quali il catrame e
diversi composti poliaromatici.
   Circa  300-400  dei  3800  composti  presenti nel fumo, sono stati
isolati  dal  sidestream;  tra questi alcuni riconosciuti cancerogeni
sono  presenti  in  concentrazioni  superiori  rispetto  al maistream
(N-nitrosoammine  concentrate nel sidestream da 6 a 100 volte di piu'
rispetto al mainstream).
   Il fumo, inoltre, agisce come elemento potenziante la nocivita' di
altre sostanze cancerogene, come l'amianto ed il radon.

   5.1.11 - Fumo di legna

   In  alcune regioni del nostro paese e' diffuso l'uso di caminetti:
il  loro  non  ottimale  utilizzo  puo'  incrementare  notevolmente i
livelli  di  particelle  respirabili  all'interno  del  microambiente
durante la stagione invernale.

   5.1.12 - Antiparassitari

   Sono  presenti  in  prodotti  usati per eliminare zanzare, mosche,
blatte  ed  altri  insetti. Gli antiparassitari penetrano all'interno
degli  edifici,  anche  quando vengono applicati all'esterno, tramite
soluzioni  di continuita' e fessure presenti nelle fondazioni e negli
scantinati. Un settore particolare di applicazione di questi composti
e'  il  trattamento  antimuffa  del  legno. Una rilevante esposizione
cronica ad antiparassitari (in particolare pentaclorofenolo) e' stata
documentata  in  soggetti  che abitano ambienti ove vi e' presenza di
superfici  di  legno  trattate,  che rilasciano lentamente e per anni
tali composti nell'aria ambientale.

   5.1.33 - Amianto

   Nei   decenni   passati   l'amianto   e'  stato  ampiamente  usato
nell'industria meccanica, edile e navale per le sue notevoli qualita'
di isolamento termico e di materiale resistente alle alte temperature
e  alla  frizione.  Con  la  legge  257  del  22/3/1992  l'Italia  ha
dichiarato  fuori legge l'amianto; esso, infatti non puo' essere piu'
estratto ne' utilizzato per produrre manufatti.
   La  liberazione di fibre di amianto all'interno degli edifici puo'
avvenire  per  lento  deterioramento  dei  materiali costitutivi, per
danneggiamento  diretto  degli  stessi da parte degli occupanti o per
interventi di manutenzione.

   5.1.14 - Fibre minerali sintetiche (MMMF)

   Sono  fibre minerali prodotte artificialmente: fibre vetrose (lana
di  vetro e di roccia), fibre ceramiche, fibre di carbonio e numerose
altre  che sono andate nel tempo a sostituire le fibre di amianto. In
particolare   i   diversi  tipi  di  materiali  fibrosi  naturali  ed
artificiali  sono  suddivisi  in fibre artificiali minerali (man made
mineral  fibers,  MMMF)  e  in  fibre artificiali organiche (man made
organic  fibers, MMOF). Le MMMF comprendono a loro volta diversi tipi
di  materiali  fibrosi,  tra  cui  in  particolare  le  fibre vetrose
artificiali (man made vitreous fibers, MMVF) e le fibre ceramiche.

   5.2 - Inquinanti fisici

   5.2.1 - Radon

   Il  radon  e'  un  gas  radioattivo  classificato, insieme ai suoi
prodotti di decadimento, come agente cancerogeno di gruppo 1 (massima
evidenza  di  cancerogenicita)  dall'Agenzia  Internazionale  per  la
Ricerca  sul  Cancro  (OMS): l'esposizione al radon e' considerata la
seconda causa per cancro polmonare dopo il fumo di sigaretta.
   Come  rilevato in precedenza, si stima che l'esposizione domestica
al  radon  sia responsabile in Italia del 5-20% dei tumori polmonari,
molti  dei  quali  tra  i  fumatori  a  causa di un probabile effetto
sinergico tra radon e fumo. Le principali sorgenti di provenienza del
radon  indoor  sono il suolo sottostante l'edificio ed i materiali da
costruzione.
   In  Italia,  l'esposizione  della  popolazione  e'  stata valutata
tramite  un  indagine  nazionale  promossa e coordinata dall'istituto
Superiore di Sanita' e dall'ANPA e realizzata negli anni 1989-1996 in
collaborazione   con   le  Regioni  su  un  campione  di  oltre  5000
abitazioni.  L'indagine ha permesso di stimare la distribuzione della
concentrazione   di  radon  nelle  abitazioni:  il  valore  medio  e'
risultato  di  70-75  Bq/mc,  a  cui  corrisponde,  secondo una stima
preliminare,  un  rischio individuale sull'intera vita dell'ordine di
0.5%.   In   circa   l'1%   di   abitazioni  e'  stata  misurata  una
concentrazione  di  radon  superiore  a 400 Bq/mc e in circa il 4% di
esse (800 mila) la concentrazione e' risultata superiore a 200 Bq/mc.

   5.3 - Contaminanti microbiologici

   Le  principali fonti di inquinamento microbiologico degli ambienti
indoor sono gli occupanti (uomo ed animali), la polvere, le strutture
ed i servizi degli edifici.
   Altre  possibili  sorgenti di microrganismi sono gli umidificatori
ed i condizionatori dell'aria, dove la presenza di elevata umidita' e
l'inadeguata    manutenzione    facilitano    l'insediamento   e   la
moltiplicazione  dei  microrganismi  che  poi  vengono  diffusi negli
ambienti dall'impianto di distribuzione dell'aria.
   In   particolare,   diversi   studi   hanno  evidenziato  che  gli
umidificatori  di  impianti  centralizzati  sono  idonei  terreni  di
coltura  per  batteri  termofili  e  termoresistenti  e  serbatoi  di
endotossine   batteriche.  Negli  umidificatori  domestici  e'  stata
riscontrata  anche  la  presenza  di  funghi mesofili. Altri siti che
possono  costituire  serbatoi di contaminanti biologici sono le torri
di  raffreddamento  degli  impianti  di  condizionamento  ed  anche i
serbatoi e la rete distributiva dell'acqua ad uso domestico.
   Tra  i  contaminanti  ambientali  di interesse emergente, un ruolo
sempre  piu'  importante  assumono gli allergeni indoor. L'aumento di
prevalenza dell'asma registrato negli ultimi anni nei bambini e negli
adolescenti   e'  soprattutto  a  carico  delle  forme  perenni  (non
stagionai),  in  una considerevole parte delle quali e' evidenziabile
una sensibilizzazione a allergeni presenti negli ambienti indoor.
   I  principali  allergeni  all'interno  degli  edifici  sono dovuti
solitamente  agli  acari,  agli  animali domestici ed a microrganismi
come  funghi  e batteri. La condizione ambientale che ne favorisce la
crescita e' l'elevata umidita' dell'aria e delle murature.
   Gli  allergeni  prodotti dagli animati domestici sono presenti nei
peli,  nella  forfora,  nella  saliva  e  nell'urina.  Il  principale
allergene  del  gatto  (Fel  d  I)  e'  contenuto nella forfora ed e'
diffuso  nell'aria  da  particelle di 1-10 (m di diametro. Nelle case
dove  vi  e' almeno un gatto la concentrazione di allergeni nell'aria
varia da 250 a 1140 ng/mc.
   Il principale allergene del cane e' il Can f 1. Nelle case dove il
cane e' presente la concentrazione supera i 10 (g/g polvere.
   I  biocontaminanti  prodotti  da animali domestici sono facilmente
trasportabili  dalle  persone  (tramite  gli  indumenti), pertanto si
diffondono  anche in ambienti in cui solitamente non ci sono animali.
Negli   ambienti   in   cui   questi   sono  vissuti,  dopo  il  loro
allontanamento  ci  vogliono  sei  mesi  per  riportare  i livelli di
concentrazione ai valori delle case in cui l'animale non e' presente.

6. Effetti sulla salute e sul comfort ambientale della IAQ

6.1 - Introduzione

   Le  patologie aventi un quadro clinico ben definito e per le quali
puo'  essere  identificato  uno  specifico  agente  causale  presente
nell'ambiente  confinato  vengono incluse nel gruppo delle cosiddette
"Malattie   associate   agli   edifici   o  Building-reiated  illness
(B.R.I.)".  Sono  comprese  le  patologie causate da specifici agenti
biologici,  chimici  e  fisici (polveri, formaldeide, radon, amianto,
ecc.);  nel  complesso  si  tratta  di  effetti sulla salute a carico
dell'apparato  respiratorio,  cute, mucose esposte, sistema nervoso e
sistema  immunologico,  come  malattie  respiratorie, asma, febbre da
umidificatori, alveolite allergica, legionellosi, etc.
   Recentemente  e'  stata  rivolta  una  particolare  attenzione  al
possibile  rischio  di  tumori  legato  alla  presenza negli ambienti
indoor  di  composti  con  dimostrata evidenza di cancerogenicita'. I
principali  cancerogeni  che  possono  essere presenti negli ambienti
indoor  sono  il  fumo  di  sigaretta, il radon e l'amianto; e' stato
ipotizzato  che  anche  l'inquinamento  indoor  da  composti organici
volatili (es. formaldeide, benzene) possa costituire un significativo
rischio  cancerogeno  per  i  soggetti che trascorrono molto tempo in
ambienti  confinati  e  contribuisca in modo significativo al rischio
cancerogeno complessivo della popolazione generale.
   Tra le patologie determinate dall'esposizione ad agenti indoor, le
forme  piu'  frequenti  comprendono  quadri clinici caratterizzati da
effetti  neurosensoriali  che  determinano  condizioni  di malessere,
diminuzione  del  comfort degli occupanti e percezione negativa della
qualita'  dell'aria.  In  questo  contesto la "Sindrome dell'edificio
malato  o  Sick  Building-Syndrome  (S.B.S.)" viene definita come una
sindrome  caratterizzata  da  sintomi  che  vengono  lamentati  dalla
maggior parte degli occupanti di un edificio.
   Un  quadro  patologico particolare e' la "Sindrome da sensibilita'
chimica  multipla  o Multiple Chemical Sensitivity syndrome (M.C.S.)"
che  comprende  una  sindrome  caratterizzata  da  reazioni  negative
dell'organismo   a   agenti   chimici   ed   ambientali   presenti  a
concentrazioni generalmente tollerate dalla maggioranza dei soggetti.

   6.2 - Effetti cancerogeni

   6.2.1 - Fumo passivo

   I  primi studi epidemiologici sulla relazione tra tumore polmonare
ed  esposizione  a  fumo  passivo  sono del 1981. Hirayama riporto' i
risultati  di uno studio prospettico condotto su una coorte di 91.540
donne  non  fumatrici  in  Giappone:  i  rapporti  standardizzati  di
mortalita'   (SMR)   per  tumore  del  polmone  aumentavano  in  modo
statisticamente  significativo  con  la quantita' di sigarette fumate
dal coniuge.
   Nel  1986,  sulla base delle evidenze epidemiologiche disponibili,
vennero  pubblicati tre rapporti che concludevano che il fumo passivo
e'  una  causa  del tumore polmonare. L'Agenzia Internazionale per la
Ricerca  sul Cancro (LARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'
concludeva  che  "il fumo passivo fa aumentare il rischio di cancro".
Nello  stesso anno, anche due rapporti americani, rispettivamente del
National  Research  Council  e del Surgeon General, conclusero che il
fumo  passivo  aumenta  l'incidenza  di  tumore del polmone tra i non
fumatori.
   Nel  1992,  l'Environmental Protection Agency (EPA), sulla base di
una   meta-analisi  degli  studi  pubblicati  fino  a  quel  momento,
classifico'  il  fumo  passivo come carcinogeno di classe A, cioe' un
carcinogeno umano noto. Complessivamente, l'analisi trovo' un rischio
significativamente  piu'  elevato  di  tumore  polmonare in donne non
fumatrici  sposate  con uomini fumatori. Molti altri studi sono stati
pubblicati  negli  Stati  Uniti. Lo studio multicentrico di Fontham e
coll,  e'  il  piu'  grande rapporto americano ad oggi con 651 casi e
1253   controlli.   Lo   studio  ha  messo  in  evidenza  un  aumento
significativo del rischio relativo complessivo. Dallo studio risulto'
anche   un   rischio   statisticamente   significativo  associato  ad
esposizione   al   fumo   passivo  in  ambiente  lavorativo.  Infine,
recentemente   sono  stati  pubblicati  i  risultati  di  uno  studio
multicentrico  condotto in Europa, coordinato dalla IARC, al quale ha
partecipato  l'Italia con tre centri (Torino, Veneto, e Roma), che ha
confermato l'aumento di rischio per l'esposizione al fumo del coniuge
e l'esposizione al fumo passivo in ambienti di lavoro.

   6.2.3 - radon e dei suoi prodotti di decadimento

   Il  radon  da'  origine  ad  una serie di prodotti di decadimento,
solitamente  chiamati  prodotti  di decadimento del radon o figli del
radon.   Il   radon  ed  suoi  prodotti  di  decadimento  sono  stati
classificati dallo IARC (International Agency for Research on Cancer,
dell'Organizzazione   Mondiale   della   Sanita)  nel  gruppo  1  dei
cancerogeni, cioe' nel gruppo di sostanze per le quali vi e' evidenza
sufficiente  di cancerogenicita' sulla base di studi su esseri umani,
in  questo  caso sulla base degli studi su coorti di minatori. Quando
il  radon  ed  i  suoi  prodotti  di  decadimento vengono inalati, la
maggiore  dose al tessuto polmonare viene rilasciata dalle radiazioni
alfa  emesse  dai  figli  del  radon,  soprattutto  quelli  liberi  o
attaccati  a  particelle  di aerosol di piccole dimensioni, mentre il
contributo  del  radon  stesso e' relativamente piccolo. Il radon, in
sostanza,  agisce  soprattutto come trasportatore e sorgente dei suoi
prodotti  di  decadimento. E' stata evidenziata una relazione lineare
tra  l'esposizione ai prodotti di decadimento del radon ed eccesso di
rischio  per  tumore  polmonare,  nonche'  un  effetto  sinergico tra
esposizione  a  radon e fumo di sigaretta, la cui entita' e' alquanto
incerta.
   Eventuali  effetti sanitari del radon diversi dal tumore polmonare
non sono sufficientemente comprovati.

   6.2.4 - Amianto e altre fibre minerali

   E'  ormai  noto  alla  comunita'  scientifica  internazionale  che
l'esposizione  a  fibre  di  amianto  produce un aumentato rischio di
patologie   polmonari   come  pneumoconiosi,  cancro  del  polmone  e
mesotelioma,  in  particolare la IARC classifica l'amianto nel gruppo
1,  cioe'  nel  gruppo  di  sostanze  per  le  quali  vi  e' evidenza
sufficiente  di  cancerogenicita'  nell'uomo.  Per quanto riguarda il
tumore  polmonare vi e' un effetto sinergico con l'esposizione a fumo
di  sigaretta e vi e' evidenza di un aumentato rischio correlato alle
dosi  di  asbesto inalate; per quanto riguarda il mesotelioma, non vi
e'  relazione  con  il  fumo di sigaretta e vi e' evidenza di casi di
tumore anche per dosi molto basse di asbesto.
   Le  progressive  ingravescenti preoccupazioni per la salute, anche
della  popolazione  generale,  legate all'utilizzo dell'amianto hanno
stimolato  la  ricerca,  e conseguente produzione, di altri materiali
fibrosi artificiali in grado di sostituire vantaggiosamente l'asbesto
nelle  sue  eccellenti  proprieta'  tecniche  e  nelle sue differenti
applicazioni  industriali,  senza  rappresentare  un  pericolo per la
salute dell'uomo.
   Alla  luce  delle  evidenze  attualmente disponibili, le MMMF (man
made  vitreous  fibers),  sono risultate caratterizzate da una minore
attivita'  biologica  delle rispetto all'asbesto, tanto negli effetti
fibrotici quanto in quelli neoplastici.
   Sulla base principalmente di studi sperimentali, peraltro condotti
mediante  impianto  del  materiale  nell'organismo  degli  animali da
laboratorio,  l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha classificato
nel  1987 i materiali lana di vetro, lana di roccia, lana di scoria e
fibre ceramiche quali "agenti potenzialmente cancerogeni per l'uomo",
allocati  nella  categoria  "2B"  secondo  i  criteri stabiliti dalla
International Agency for Research on Cancer di Lione.
   Successivi  studi  sia sperimentali, che epidemiologici attuati in
popolazioni   professionalmente   esposte,   hanno   portato  ad  una
rivalutazione della classificazione adottata dall'Unione Europea: per
la  "lana  di roccia/scoria, produzione" e' prevista etichettatura di
pericolosita'  quale  "T, R49" (tossico, cancerogeno per inalazione),
mentre  per  la "lana di vetro, produzione" e' prevista etichettatura
di  pericolosita'  quale  "Xn,  R40" (nocivo, possibilita' di effetti
irreversibili).

   6.2.4 - Formaldeide e benzene

   E'  stato  ipotizzato  che  anche la presenza di VOC (formaldeide,
benzene)  nell'aria  indoor possa costituire un significativo rischio
cancerogeno per i soggetti che trascorrono molto tempo negli ambienti
confinati  e contribuisca in modo significativo a rischio cancerogeno
complessivo della popolazione generale.

   6.3 - Malattie respiratorie

   L'apparato  respiratorio  rappresenta  la porta d'ingresso di vari
contaminanti aerei presenti nell'aria degli ambienti confinati.
   Nella   tabella   1   sono  descritti  gli  effetti  sull'apparato
respiratorio in relazione ai principali inquinanti indoor.

Tab.  1  -  Principali inquinanti chimici degli ambienti confinanti e
loro effetti sulla salute respiratoria dei soggetti esposti.


====================================================================
INQUINANTE       FONTI       EFFETTI SULLA SALUTE
====================================================================
                             Bambini              Adulti

Fumo di tabacco  fumo di     Incremento della     Probabile aumento
ambientale (ETS) tabacco     frequenza di         della frequenza
                             sintomi respiratori  di sintomi
                             cronici              respiratori
                                                  cronici

                             Incremento della     Probabile
                             frequenza di         decremento della
                             episodi infettivi    funzione
                             acuti                respiratoria
                                                  ventilatoria

                             Ipersensività
                             bronchiale (aumento
                             rischio di
                             sviluppare patologia
                             asmatica)

                             Malattia più severa
                             nei soggetti
                             asmatici

                             Ridotto sviluppo
                             della funzione
                             respiratoria
                             ventilatoria

Particolato      Fumo di     Incremento della     Probabile
totale           tabacco     frequenza di         decremento della
sospeso (TPS)    Sistemi di  sintomi respiratori  funzione
                 riscald-    cronici              respiratoria
                 amento                           ventilatoria

                 Inquinamento
                 esterno
                 Combustione
                 di legna

Biossido di      Cucine      Probabile            Incremento della
azoto(NO2)       a gas       abbassamento della   frequenza di
                             soglia di            sintomi
                 Stufe       sensibilizzazione    respiratori
                 a gas       a vari allergeni     cronici

                 Caldaie     Incremento della     Incerto l'effetto
                             frequenza di         sulla funzione
                 Auto-       sintomi respiratori  respiratoria
                 veicoli     cronici              ventilatoria
                 posti       In soggetti
                 nelle       asmatici: Incremento
                 vicinanze   del numero di
                             episodi
                             broncospastici e
                             ridotta risposta
                             alla terapia
                             antiasmatica

Fumo di          Caminetti   Incremento della     Aumentato rischio
Legna                        frequenza di         per lo sviluppo
                 Stufe a     sintomi respiratori  di BPCO
                 legna       cronici (notevole
                             produzione di
                             particolato)

Formaldeide      Materiali   Possibili            Possibili fenomeni
                 da costru-  fenomeni             broncoreattivi in
                 zione       broncoreattivi       soggetti asmatici
                             in soggetti
                 Forniture   asmatici
                 e prodotti
                 per la casa

                 Fumo di
                 tabacco

                 Processi di
                 combustione
--------------------------------------------------------------------

6.4 - Malattie cardiovascolari

   Le  esposizioni  a  monossido  di  carbonio (CO) ed a fumo passivo
(Environmental  Tobacco  Smoke - ETS) sono state associate ad effetti
cardiovascolari nell'uomo ed, in particolare, alla malattia ischemica
del cuore (Coronary Heart Disease - CHD).
   La  Environmental  Protection  Agency dello stato della California
negli USA ha recentemente affermato che esiste un aumento del rischio
(30%)  per  CHD associato all'esposizione al fumo passivo. L'American
Heart  Association's  Council on Cardiopulmonary and Critical Care ha
concluso  che  il  fumo  di  tabacco ambientale aumenta il rischio di
malattia  del  miocardio  ed  e'  una importante causa prevenibile di
malattia  e di morte per malattie cardiovascolari. Queste conclusioni
sono  state confermate nel 1998 dallo Scientific Committee on Tobacco
and  Health  degli  USA.  Le recenti linee guida della Organizzazione
Mondiale  della  Sanita'  per  la  qualita'  dell'aria  (Air  Quality
Guidelines, WHO, 1999) riconoscono un ruolo causale della esposizione
al  fumo  ambientale  nei  riguardi  della  patologia coronarica. Una
importante  meta-analsi,  pubblicata nel 1999 sul New England Journal
of  Medicine,  ha  messo  in evidenza un rischio relativo di 1.25 per
malattia  coronarica  tra  i non fumatori esposti a ETS. Inoltre, gli
autori hanno evidenziato un trend lineare in crescita, significativo,
anche  in  relazione alla durata in anni dell'esposizione al fumo del
coniuge.
   Molte  persone sono esposte al fumo passivo e, poiche' le malattie
cardiovascolari   sono   una  causa  molto  comune  di  morbilita'  e
mortalita'  nel  nostro Paese, anche se il rischio relativo di questi
eventi associato al fumo passivo e' piccolo, il numero di persone che
ne  possono  essere  affette  e'  potenzialmente  molto elevato. Data
l'elevata  prevalenza di fumatori, le conseguenze sociali e sanitarie
del  fumo  passivo di sigaretta in relazione alla malattia ischernica
del miocardio sono dunque importanti.

   6.5 - Malattie da infezioni di origine indoor

   I  dati  italiani  sulle  infezioni  causate  dalla contaminazione
microbiologica   dell'aria   e   dei   sistemi   di   ventilazione  e
climatizzazione  sono  relativamente  scarsi  e coincidono con quelli
riportati  in altri Paesi europei ed extraeuropei, spesso limitati ad
indagini ristrette a particolari ambienti (ospedali, sale chirurgiche
e  di  terapia intensiva, palestre, scuole) e limitatamente ad alcuni
agenti infettivi.
   Tali  studi hanno evidenziato come la contaminazione microbica sia
legata  a  scarsa  o,  talvolta,  assente  idoneita' delle condizioni
igienico-edilizie  dei locali presi in considerazione dagli studi, al
sovraffollamento  dei locali, alla scarsa manutenzione dei sistemi di
climatizzazione.
   L'inquinamento  microbiologico  all'interno  degli ambienti chiusi
puo'  essere  considerato  una  fonte  di  trasmissione  di  numerose
malattie  infettive  a  carattere  epidemico:  influenza, variccella,
morbillo,        polmoniti        pneumococciche,       legionellosi,
psittacosi-ornitosi,  ecc.  Queste patologie sono di grande rilevanza
sociale  sia per il grande numero di soggetti che viene coinvolto sia
per   le   complicanze  che  possono  sopraggiungere,  rendendo  piu'
complesso  il trattamento farmacologico con conseguenti ripercussioni
sui costi.
   Particolare   attenzione   va  rivolta  alle  infezioni  trasmesse
nell'ambito ospedaliero, dove la diffusione di microrganismi patogeni
attraverso  le  condutture degli impianti di climatizzazione potrebbe
rivestire  un  ruolo  importante  nella  trasmissione delle infezioni
nosocomiali.
   La  possibilita'  di trasmissione di infezioni in comunita' chiuse
quali  scuole,  asili, carceri, caserme, uffici fa comprendere quanto
importante  sia  condurre  indagini  rivolte  a  definire  il rischio
microbiologico per poter prevenire con interventi igienico-ambientali
l'insorgere di epidemie.

   6.6 - Malattie da allergenti indoor

   L'aumentata  propensione  alle  allergie ha reso pericolose alcune
normali  componenti  biologiche del nostro ambiente di vita (un tempo
innocue),  quali  gli  acari della polvere, derivati del pelo e della
saliva degli animali domestici, alcuni pollini, alcune muffe.
   Per   questi   motivi,   le  malattie  allergiche,  specie  quelle
respiratorie   (asma)   rappresentano,  nell'ambito  delle  patologie
influenzate  dagli ambienti indoor, un settore che pone problematiche
del   tutto   particolari.   In   questo   caso,  infatti,  l'effetto
potenzialmente  nocivo  delle  sostanze presenti nell'ambiente non e'
riferibile  alle  loro  proprieta'  intrinseche,  ma  ad una risposta
anomala di una quota di popolazione che si sensibilizza nei confronti
di  sostanze  allergizzanti.  Gli  allergeni  non sono inquinanti, ma
componenti "normali" dell'ambiente, privi di tossicita' intrinseca.
   Un'entita'  nosologica  non trascurabile e' l'"alveolite allergica
estrinseca"  anche  se  l'impatto  epidemiologico  sulla  popolazione
italiana  non e' rilevante rispetto alle altre allergie respiratorie,
tuttavia,  essa riveste un notevole interesse in medicina del lavoro.
Tale   patologia  consegue  ad  un'abnorme  risposta  immunitaria  ad
esposizioni ripetute a polveri organiche. Nei bambini viene osservata
specialmente  intorno  ai  10  anni  di eta' in forma prevalentemente
subacuta.  La  cessazione  dell'esposizione  fa  regredire  il quadro
clinico.
   Infine,  oltre  alle forme classiche di asma bronchiale allergico,
si  segnala  una  sindrome di notevole interesse, definita "febbre da
umidificatore".  In  alcuni  episodi  a  carattere micro-epidemico e'
emerso  il  chiaro  coinvolgimento  dell'impianto di condizionamento.
Tuttavia l'agente eziologico coinvolto puo' rimanere sconosciuto, pur
nell'ambito di allergeni, tossine batteriche, endotossine.
   Pur   non   svolgendo   alcun   ruolo  causale  inducente,  alcuni
contaminanti  dell'aria  indoor  possono svolgere un ruolo importante
nell'aggravare  malattie  allergiche gia' avviate. Esistono, infatti,
sostanze per le quali si sospetta un ruolo favorente ("adiuvanti") il
processo  di  sensibilizzazione in soggetti predisposti, e altre, tra
cui   molti   inquinanti   veri   e  propri,  che  possono  scatenare
("triggers")  nuovi  attacchi  di  sintomi  in quei soggetti che gia'
soffrano di allergie.

   6.7  -  Sindrome  dell'edificio  malato  o  Sick-Building Syndrome
(S.B.S.)

   L'espressione  S.B.S.  indica un quadro sintomatologico abbastanza
ben  definito, descritto negli ultimi 20 anni, che si manifesta in un
elevato numero di occupanti edifici moderni o recentemente rinnovati,
dotati di impianti ventilazione meccanica e di condizionamento d'aria
globale  (senza immissione di aria fresca dall'esterno) ed adibiti ad
uffici,  scuole,  ospedali,  case  per  anziani, abitazioni civili. I
reperti  obiettivi  sono  limitati,  probabilmente,  ad una riduzione
della stabilita' del film lacrimale.
   Queste  manifestazioni  cliniche  sono aspecifiche, insorgono dopo
alcune ore di permanenza in un determinato edificio e si risolvono in
genere rapidamente, nel corso di qualche ora o di qualche giorno (nel
caso dei sintomi cutanei) dopo l'uscita dall'edificio.
   Sebbene  i  sintomi siano di modesta entita', i casi di S.B.S. che
si  verificano  in  ambienti  lavorativi  possono avere un costo piu'
elevato  di alcune malattie gravi ed a prognosi peggiore, a causa del
significativo calo della produttivita'.
   L'eziologia e' ancora sconosciuta, probabilmente multifattoriale e
variabile  da caso a caso. Fattori legati agli edifici, ai sistemi di
condizionamento  e  di ventilazione, ai programmi di manutenzione, al
tipo  e  alla  organizzazione del lavoro e fattori personali svolgono
certamente un ruolo rilevante.
   Il  National  Institute For Occupazional Safety and Health (NIOSH)
ha  effettuato  ottre  600 accertamenti in edifici in cui erano stati
segnalati  problemi  di  salute o di comfort. Dai risultati e' emerso
che  il  problema  prevalente  (in  quasi  la  meta'  dei  casi)  era
costituito da una ventilazione inadeguata.
   In  Italia  sono riportati episodi significativi da oltre 10 anni.
Non  sono  stati  eseguiti  studi  epidemiologici  su larga scala che
abbiano  interessato  piu' edifici. Anche nell'esperienza italiana le
alterazioni   dei   parametri  ambientali,  sebbene  in  alcuni  casi
significative   (es.  rilievo  di  fibre  di  vetro  su  pavimento  e
superfici, bassa umidita' dell'aria, eccessiva illuminazione, elevata
temperatura,   etc.)   non   sembrano   da  sole  poter  giustificare
l'elevatissima  prevalenza  di  una  sintomatologia cosi' complessa e
strettamente correlata con la permanenza con gli edifici studiati.
   Alcuni  lavori  italiani hanno focalizzato l'attenzione sui costi,
in  termini  puramente economici, di episodi di S.B.S., confermandone
l'elevato impatto sociale.

   6.8  -  Effetti  irritativi e sul comfort della qualita' dell'aria
indoor

   Comfort  ambientale  e  benessere microclimatico si riferiscono ad
una  condizione  dell'aria  percepita  come ottimale dal soggetto dal
punto  di  vista delle proprieta' sia fisiche (temperatura, umidita',
ventilazione)  che chimiche (aria "pulita" o "fresca".). Dal punto di
vista  igienico-sanitario una condizione ambientale e' da considerare
accettabile  non  solo  quando  i principali parametri microclimatici
sono  nell'intervallo  di  normalita'  e  nell'aria non sono presenti
contaminanti  specifici  in  concentrazioni  dannose ma, soprattutto,
quando  la  grande maggioranza delle persone esposte (80% o piu) sono
soddisfatte della qualita' dell'aria.
   E'  da sottolineare che hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo
degli effetti sulla salute, oltre ai livelli di esposizione, anche le
caratteristiche   individuali   dei  soggetti  esposti,  che  causano
differenze  nella  manifestazione  di  tali  effetti (suscettibilita'
individuale).  La  risposta  dei  singoli  individui  ad  una  stessa
esposizione  ambientale,  o  di  uno stesso individuo nel tempo puo',
infatti,  variare  per  una  serie di condizioni personali. Alla base
della   ipersuscettibilita'   vi   possono  essere  fattori  genetici
congeniti (es. deficit enzimatici) o fattori fisiologici o patologici
(es.  eta', sesso, gravidanza, stato nutrizionale, abitudine al fumo,
malattie  preesistenti,  allergia,  asma).  Gruppi  della popolazione
particolarmente  ipersuscettibili  sono  i  bambini,  gli anziani, le
donne  gravide ed i soggetti con situazioni patologiche preesistenti,
quali   malattie   polmonari,   asma   bronchiale,  sensibilizzazione
allergica.
   Il microclima (complesso dei parametri ambientali che condizionano
lo  scambio  termico  soggetto-ambiente), unitamente all'inquinamento
chimico,  incide  in  maniera  significativa  sulla  "qualita'" degli
ambienti  in  cui  si  vive  e si lavora e quindi sul benessere delle
persone.  In effetti il conseguimento del benessere termico, cioe' lo
stato  di  piena  soddisfazione  nei  confronti dell'ambiente stesso,
costituisce  una  condizione  indispensabile  e  prioritaria  per  il
conseguimento  del  benessere  totale.  La  valutazione  completa  di
benessere  termico  prevede che siano prese in considerazione, sia in
fase  di  studio  che  successivamente in quella di intervento, anche
altre   condizioni:  elevata  differenza  verticale  di  temperatura;
pavimento  troppo  caldo  o  troppo  freddo; correnti d'aria; elevata
asimmetria  di  temperatura radiante, che costituiscono le principali
cause  di "disagio locale". Perche' vi sia benessere non deve esserci
disagio locale, dovuto a non uniformita' delle variabili ambientali.
   I   quadri   clinici   caratterizzati   da  effetti  irritativi  e
neurosensoriali  che determinano condizioni di malessere, diminuzione
del  comfort  degli  occupanti  e  percezione negativa della qualita'
dell'aria, sono le forme piu' frequenti, tra le patologie determinate
dall'esposizione ad agenti indoor.
   I  principali composti chimici responsabili di reazioni irritative
negli  ambienti confinati sono: formaldeide e altre aldeidi, composti
organici  volatili  (VOC)  e  sostanze  presenti  nel fumo di tabacco
ambientale,  fibre  minerali artificiali. L'intensita' della risposta
dell'organismo   all'effetto   irritante   dipende  anche  da  alcuni
parametri microclimatici, quali temperatura ed umidita'.
   Anche  le  fibre  minerali  artificiali, in particolare la lana di
vetro,  possono essere responsabili di effetti irritativi cutanei che
si  manifestano  con  prurito  intenso  conseguente alla stimolazione
meccanica  diretta  delle  microfibre  aerodisperse che si depositano
sulla  cute.  Epidemie  di  dermatiti  da  fibre  minerali sono state
osservate   in  edifici,  specialmente  in  occasione  di  lavori  di
manutenzione  su pannelli coibentanti, od a seguito di contaminazione
delle  condutture dell'aria forzata causate da rotture dei condotti e
penetrazione del coibente nel quale erano avvolte.
   Alle  sollecitazioni  ambientali rispondono non solo vista, udito,
tatto,  odorato  ma  anche  recettori (chemorecettori) meno specifici
situati  nella  pelle  e  nelle mucose della bocca e degli occhi. Gli
effetti  sensoriali  associati  alla  qualita'  dell'aria indoor sono
definiti  come  sensazioni  soggettive negative conseguenti a stimoli
ambientali che non causano danni permanenti. Gli effetti sensoriali a
lungo  termine,  collegati  ad  un disagio prolungato, si manifestano
come   irritabilita',  depressione,  incapacita'  di  concentrazione,
ansieta',   cefalea,  problemi  di  digestione,  mal  di  schiena  ed
insonnia.
   Infine,  alterazioni  comportamentali o effetti psico-sociali sono
altri  tipi  di  effetti  secondari  che  possono essere osservati in
presenza di disagio sensoriale legato alla qualita' dell'aria: esempi
di   tali   effetti   di   una   certa  rilevanza  sono  assenteismo,
conflittualita', decremento della produttivita', ecc.
   Stime  della  Organizzazione  Mondiale  della Sanita' indicano che
effetti  sensoriali  primari  o secondari, espressione di disagio, si
rilevano  nei  soggetti  che  risiedono  nel  30%  di  tutte le nuove
costruzioni.

   6.9  -  Sindrome  da  sensibilita'  chimica  multipla  o  Multiple
Chemical Sensitivity syndrome (M.C.S.)

   Con  il  termine  di  sindrome da sensibilita' chimica multipla si
definisce  una  sindrome  caratterizzata  da reazioni di intolleranza
dell'organismo    ad   agenti   chimici   ed   ambientali   presenti,
singolarmente   o  in  combinazione,  a  concentrazioni  generalmente
tollerate  dalla  maggioranza  dei  soggetti.  La  reale  esistenza e
definizione  di  questa  sindrome  e'  oggetto  di  ampio dibattito a
livello scientifico ed al momento non vi sono ancora solidi parametri
di riferimento per la diagnosi di tale patologia.
   6.10 - Intossicazione da monossido di carbonio
   Per  concentrazioni  di  CO  superiori  all'80% si ha l'exitus per
arresto  cardiorespiratorio.  Le  statistiche  ufficiali piu' recenti
riportano   500-600   morti   l'anno   in   Italia,   in  seguito  ad
intossicazione acuta da CO, di cui circa i 2/3 di origine volontaria.
Tali  cifre  sicuramente  sottostimano l'entita' del problema poiche'
molti casi di intossicazione, soprattutto quelli accidentali o i casi
non  mortali,  non  vengono correttamente diagnosticati e registrati.
Particolarmente sensibili all'azione dell'ossido di carbonio sono gli
anziani,  le  persone  con  affezioni dell'apparato cardiovascolare e
respiratorio,  la  donna  gravida, il feto, il neonato e i bambini in
genere.
   Molto si e' discusso sull'esistenza di un quadro di intossicazione
cronica   da   CO.   In  alcuni  soggetti  esposti  per  lungo  tempo
all'assorbimento di piccole quantita' del tossico, e' stata descritta
una  sintomatologia  caratterizzata  da  astenia, cefalea, vertigini,
nevriti,   sindromi  parkinsoniane  ed  epilettiche,  aritmie,  crisi
anginose.

   6.11  - Effetti da esposizione ad antiparassitari e insetticidi di
uso domestico

   Questi  composti sono tossici per definizione ed esercitano i loro
effetti   principalmente   sul   sistema   nervoso,   sul   fegato  e
sull'apparato   riproduttore.   Taluni   sono  anche  sensibilizzanti
allergici.   Per   questo   gruppo  di  sostanze  non  esistono  dati
sull'entita' della esposizione della popolazione.

   7.   L'impatto   degli   inquinanti   indoor  sulla  salute  della
popolazione italiana

   La  valutazione  quantitativa  dell'impatto della esposizione agli
inquinanti sulla popolazione in termini di effetti sanitari, di costi
diretti  per  l'assistenza  medica,  di  impatto  economico generale,
necessita  di  molte  informazioni  sui  livelli di esposizione della
popolazione,  sui  rischi  individuali  ad  essi associati, sul costo
unitario   dell'attivita'   assistenziale   sanitaria,   sul   valore
"economico" da assegnare agli anni di vita perduta. Tuttavia, vi sono
poche  applicazioni  della analisi comparativa delle stime di impatto
per  il  complesso  degli  inquinanti  indoor  in  grado  di  fornire
indicazioni  operative  sulla  dimensione  del  fenomeno  e utili per
stabilire le priorita' degli interventi di prevenzione.
   Una  stima adeguata dell'impatto sanitario degli inquinanti indoor
nel   nostro   Paese  necessita  di  una  molteplicita'  di  dati  ed
informazioni   (caratteristiche   e   frequenza   delle  esposizioni,
coefficienti   della   relazione   dose-risposta   specifici  per  la
popolazione  italiana)  che  al  momento  sono  disponibili  in  modo
parziale e frammentario.

   7.1  -  Stime  dell'impatto  sanitario  degli inquinanti indoor in
Italia

   L'agenzia   per   la   protezione  ambientale  degli  Stati  Uniti
(Environmental  Protection  Agency,  EPA)  ha  proposto  un approccio
interessante e indubbiamente utile - specie nelle situazioni in cui i
dati di base sono carenti - per classificare e valutare l'impatto dei
fattori  indoor  sulla  salute della popolazione (EPA, 1990). Vengono
distinte  le  esposizioni  che  interessano  una  parte rilevante dei
cittadini  (ad  esempio, superiore al 10%) ed esposizioni riguardanti
un  numero  limitato  di  soggetti; gli effetti per la salute vengono
classificati  in  affezioni di rilevante gravita' (malattie croniche,
morte)  ed  effetti  minori  (malattie  lievi, disturbi, fastidi). Ne
deriva  una  matrice  (effetti  gravi  e  diffusi,  gravi e in numero
limitato,  lievi  e  diffusi,  lievi  ed in numero limitato) che puo'
fornire una guida operativa per le indicazioni di priorita'.
   Sulla  base  dei  suggerimenti  della  EPA, e considerando che per
alcuni  inquinanti specie quelli associati ad effetti meglio indagati
e  piu' gravi - e' possibile una prima approssimativa valutazione del
rischio,  e'  stata elaborata una stima grezza dell'impatto di alcuni
fattori  di  rischio  nella  realta' italiana (tabella 2). La tabella
considera  solo  i  pochi inquinanti molto diffusi (allergeni, radon,
fumo  di  tabacco  ambientale,  benzene, monossido di carbonio) e che
producono   effetti   molto  gravi  sulla  salute.  Risulta,  invece,
prematura una stima di impatto per altri inquinanti (o altri effetti)
meno  diffusi (o piu' lievi); gli effetti considerati sono quelli per
i  quali  esiste  una  adeguata evidenza scientifica sulla causalita'
della associazione. Alle stime di impatto deve essere necessariamente
associato  un  range  di  variazione  che  dipende  dalle  molteplici
assunzioni e dalla variabilita' dei dati disponibili. In questa prima
approssimazione  si e' ritenuto di poter fornire solo le stime minime
del numero di casi di malattia o di decesso attribuibili ogni anno in
Italia  agli  inquinanti  considerati. In sostanza, il numero di casi
attribuibili,  e'  probabilmente  superiore, ma e' si e' preferito un
approccio valutativo conservativo.


Tabella 2 - Valutazione quantitativa dell'impatto sulla salute della
popolazione e dei costi diretti (in Lire) per l'assistenza sanitaria
attribuibili ogni anno agli inquinanti indoor in Italia
====================================================================
Inquinante        Malattia         Impatto           Costi diretti
                                   sanitario
====================================================================
Allergeni (acari, Asma bronchiale  >160.000 casi     >160 miliardi
muffe, forfore    (bambini/         prevalenti/anno
animali)          adolescenti)
--------------------------------------------------------------------
Radon             Tumore del       1.500-6.000       52-210 miliardi
                  polmone          decessi/anno
--------------------------------------------------------------------
Fumo di tabacco   Asma brorichiale >30.000 casi      >30 miliardi
ambientale        (bambini/        prevalenti/anno
                  adolescenti)
                  --------------------------------------------------
                  Infezioni acute  >50.000 nuovi     non valutabile
                  delle vie aeree  casi/anno
                  sup. ed inf.
                  --------------------------------------------------
                  Tumore del       >500 decessi/anno >18 miliardi
                  polmone
                  --------------------------------------------------
                  Infarto del      >900 decessi/anno >15 miliardi
                  miocardio
--------------------------------------------------------------------
Benzene           Leucemia         36-190 casi/anno  1-7 miliardi
--------------------------------------------------------------------
Monossido di      Intossicazione   >200 decessi/anno 1 miliardo
carbonio(CO)     acuta da CO
--------------------------------------------------------------------

7 - Conclusioni

   L'inquinamento   "indoor",   rispetto   a   quello  "outdoor",  si
caratterizza  per il particolare coinvolgimento che in esso hanno gli
occupanti  degli edifici. Questi, infatti, sopportano direttamente le
conseguenze  negative  dell'inquinamento  in  termini  di benessere e
qualita'  della  vita  ed allo stesso tempo, con i loro comportamenti
possono  essere responsabili dell'inquinamento stesso. Proprio questo
ruolo  attivo  del cittadino deve essere proficuamente utilizzato per
realizzare   opportune   strategie  per  la  gestione  del  problema,
soprattutto attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita
positivi, improntati alla salute.
   Per   questi   motivi,   e'  necessario  sviluppare  programmi  di
prevenzione   volti   a   migliorare  i  livelli  di  conoscenza,  di
comprensione  e  di  percezione da parte della popolazione dei rischi
presenti   negli  ambienti  confinati,  tradizionalmente  considerati
"sicuri"  (abitazioni, scuola, uffici, ambienti sportivi e ricreativi
etc.)   e   promuovere  iniziative  per  la  prevenzione  dei  rischi
attribuibili  all'inquinamento  dell'aria indoor al fine di garantire
alla collettivita' un elevato livello di protezione sanitaria.
                              PARTE II
                      PROGRAMMA DI PREVENZIONE
                   "per la tutela e la promozione
               della salute negli ambienti confinati"

1 - Finalita'

   Lo scopo principale di questo documento e' realizzare un'occasione
di  dialogo,  di  concertazione e coordinamento tra i diversi livelli
organizzativi  istituzionali  sugli  obiettivi  di  promozione  della
salute e di prevenzione primaria nel settore degli ambienti confinati
e di stimolare la progettazione ispirata ai bisogni locali sulla base
delle  indicazioni internazionali e dei dati nazionali. Esso fornisce
gli  elementi  indispensabili  per  la  realizzazione di un programma
nazionale  di  tutela  della  salute  della popolazione generale e di
ruppi particolarmente vulnerabili.

   2 - Principi dell'intervento

   Le  iniziative  di prevenzione per la tutela e la promozione della
salute   negli   ambienti  interni  si  fondano  su  alcuni  principi
fondamentali:

1. diritto  per  tutti,  in particolare anziani, bambini e allergici,
   alla salute, definita, in accordo con l'OMS, uno stato di completo
   benessere psicofisico "e non solamente come assenza di malattia";
2. "sostenibilita'"   degli   edifici,   dal  punto  di  vista  della
   progettazione,  costruzione,  ristrutturazione e gestione, per gli
   aspetti che riguardano l'ambiente e l'energia;
3. prevenzione scientificamente giustificata, cioe' fondata su solide
   conoscenze  scientifiche  e  sulla  priorita'  della  tutela degli
   interessi  della  sanita'  pubblica  rispetto  a quelli economici,
   dell'industria, del commercio e della produzione;
4. partecipazione  dei  cittadini  alla  gestione  delle politiche di
   intervento  preventivo  e  rispetto delle regole di sussidiarieta'
   negli  interventi  tra  Stato  ed  Enti Locali e tra Enti Locali e
   cittadini.

3 - Obiettivi

   Gli  indirizzi  programmatici  per la tutela e la promozione della
salute   negli  ambienti  indoor  fanno  specifico  riferimento  agli
obiettivi  del Piano sanitario nazionale 1998-2000 ed al Target HFA -
2000 dell'OMS (Tabella 3).
   In   particolare   il  Programma  di  prevenzione  indoor  mira  a
perseguire i seguenti obiettivi strategici:

1) promuovere   iniziative  nell'ambito  della  prevenzione  e  della
   promozione   della  salute  in  base  alla  "domanda  prevalente",
   rappresentata  dalle  patologie di alta rilevanza nazionale, quali
   sono,   appunto,   le  patologie  correlate  all'ambiente  indoor:
   patologie  cardio-respiratorie,  oncologiche,  asma, allergie, gli
   incidenti domestici, etc., e, allo stesso tempo personalizzare gli
   interventi di prevenzione, partendo dai bisogni locali:
2) migliorare  il contesto ambientale, in particolare quello relativo
   agli ambienti confinati di vita e di lavoro;
3) rafforzare  la  tutela  dei  soggetti  deboli  (infanzia, donne in
   gravidanza, anziani, malati, classi svantaggiate).

   La  realizzazione  degli  obiettivi  strategici per la tutela e la
promozione  della  salute  negli  ambienti  confinati  deve  favorire
l'integrazione  dei  servizi  e  degli interventi per la tutela della
salute  sia  nell'ambito  dei  settori della sanita', sia tra settori
diversi:  sociale,  ambientale,  educativo  ed  altro,  attivando uno
strumento capace di analizzare, orientare e valorizzare le iniziative
di  promozione  e  di  tutela  della  salute  nella programmazione ai
diversi  livelli  (nazionale,  regionale e locale), che si traduca in
strategie condivise per obiettivi comuni.

obiettivi specifici

Il  Programma  di  prevenzione  indoor  persegue i seguenti obiettivi
specifici:

1. conoscenza  delle condizioni abitative e degli stili di vita della
   popolazione e promozione di stili di vita sani;
2. ambienti di lavoro che garantiscano benessere e produttivita';
3. ambienti  di  vita  sani  e  sicuri;  riduzione  dell'inquinamento
   domestico, (specie l'esposizione al fumo passivo);
4. incentivazione  e  per  taluni aspetti, obbligo alla costruzione e
   ristrutturazione  di  edifici  e  di  ambienti igienicamente sani,
   compatibili con l'ambiente ed efficienti nell'uso dell'energia;
5. prevenzione  dei  costi sanitari e sociali legati all'inquinamento
   indoor;
6. tutela  del  consumatore e incentivo alla produzione ed al consumo
   di materiali/prodotti sani.

   Per  individuare  le  proprieta'  negli  ambiti  d'intervento,  il
Programma segue i seguenti criteri fondamentali;

1) privilegiare  gli  interventi  di  prevenzione  previsti dal Piano
   sanitario  nazionale  e  per  i  quali  esiste  la  documentazione
   scientifica  della  loro efficacia nel ridurre l'esposizione della
   popolazione    e/o    nel    ridurre    le   patologie   correlate
   all'inquinamento;
2) gli   interventi   di   prevenzione   devono  affrontare  in  modo
   prioritario  i  temi  delle disuguaglianze dello stato di salute e
   favorire  comportamenti  e stili di vita improntati alla salute ed
   al miglioramento della qualita' della vita.

4 - Strategie di lavoro

   Seguendo  una  strategia  generale  di  sanita'  pubblica, bisogna
prevedere  una  concertazione  di azioni, nella quale si integrino le
competenze    igienico-sanitarie    con   quelle   dell'architettura,
dell'ingegneria e delle scienze gestionali e sociali.
   In  vista  dei  diversi  settori  interessati,  e'  indispensabile
prevedere,  per  la realizzazione del programma, il coinvolgimento ed
il      coordinamento     degli     altri     settori     interessati
dell'Amministrazione,   in  particolare  i  Ministeri  dell'Ambiente,
dell'Industria,  Commercio  e  Artigianato dei Lavori Pubblici, degli
Affari   Sociali,   della   Pubblica   Istruzione   e  della  Ricerca
Scientifica.  Nella  tab. 4 sono indicate alcune delle possibili aree
di    intervento   che   interessano   in   maniera   diretta   altre
Amministrazioni centrali.
   Un  ruolo  significativo  nella  realizzazione delle iniziative di
prevenzione  per  la tutela della salute negli ambienti indoor spetta
anche   alle   Amministrazioni  Regionali  che  sono  depositarie  di
specifiche  funzioni  e  materie  delegate  in  molti  dei settori di
competenza.
   Una  parte  rilevante  dell'intervento  deve  essere  rivolta alla
informazione ed alla educazione della popolazione, cosicche' essa sia
in  grado  di  svolgere  un  ruolo  attivo  nella prevenzione e nella
promozione  della  salute,  e  devono essere coinvolte anche le parti
sociali e le associazioni.
   Oltre  agli  interventi  di  tipo normativo, basati su standard di
sanita'   pubblica,   il   Programma   indoor  deve  operare  con  la
predisposizione  di  strumenti  tecnici,  con  campagne formative del
personale  tecnico  del  Servizio  sanitario  nazionale  e  di quello
operante  in  altri  settori,  con  campagne  di  informazione  e  di
educazione  sanitaria  e  con  il  supporto  di  un  piano  nazionale
finalizzato di ricerca. Quando possibile, si possono utilizzare anche
strumenti di mercato ed incentivi economici e fiscali per orientare i
comportamenti  ed  i  consumi  della  popolazione verso gli obiettivi
desiderati.


====================================================================
Tabella 4 - Aree di intervento che interessano altre Amministrazioni
            centrali dello Stato
====================================================================
Ministero dell'Ambiente

- sviluppo di attività normativa coordinata con il ministero della
  Sanità in tema di qualità dell'aria e qualità dell'ambiente
- sviluppo di attività coordinate di ricerca e monitoraggio degli
  inquinanti
- messa a punto di un programma di formazione per i tecnici del SSN,
  dell'ANPA e delle Agenzie Regionali

Ministero dei Trasporti

- sviluppo coordinato di norme per la IAQ sui mezzi di trasporto
- sviluppo della ricerca sui problemi specifici relativi all'IAQ sui
  mezzi di trasporto e sulle possibilità di intervento per
  migliorarla

Ministero dell'industria, Commercio e Artigianato

- messa a punto di tecniche standard per la valutazione delle
  emissioni e per la classificazione dei materiali
- sviluppo di procedure di etichettatura dei materiali e di
  certificazione
- concerto con il Min. Sanità nella definizione di normativa
  sull'impiego dei biocidi e dei prodotti chimici di largo consumo
- promozione di campagne di informazione presso i produttori e gli
  utilizzatori primari

Ministero dei Lavori Pubblici

- definizione di principi e di standard per l'integrazione dei
  regolamenti edilizi
- definizione di norme per l'edilizia pubblica, residenziale e non
  coerenti con i temi dell'IAQ

Ministero degli Affari Sociali

- sviluppo di campagne di informazione ed educazione della
  popolazione
- sviluppo di attività rivolte alla tutela dei consumatori

Ministero della Pubblica Istruzione

- definizione di principi e di standard per la qualità dell'ambiente
  dell'edilizia scolastica
- promozione di interventi di educazione sanitaria, con particolare
  riferimento alla popolazione in età scolare, agli insegnanti ed ai
  genitori, sui temi relativi ai fumo di tabacco attivo e passivo e
  sui rischi per la salute presenti negli ambienti confinati (es.
  avvelenamento da CO)

Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica

- coordinamento del piano nazionale finalizzato di ricerca sulla IAQ
- sviluppo di attività di formazione universitaria nelle aeree
  scientifiche, progettuali e produttive
--------------------------------------------------------------------
NOTA. Questo schema non tiene conto delle nuove leggi di riordino
      della Pubblica Amministrazione e in particolare del D.L.vo
      30 Luglio 1999, n. 300 di "Riforma dell'organizzazione del
      Governo a norma dell'art. 11 della Legge 15 marzo 1997, n. 39"

5 - Azioni proposte a livello normativo e tecnico

5.1.  Requisiti  funzionali degli ambienti e standard/valori guida di
qualita' dell'aria

Premessa

   In  Italia non si dispone ancora di una normativa specifica per il
controllo  della qualita' dell'aria negli ambienti di vita chiusi. Le
norme  per  la  salubrita'  delle  abitazioni  sono fissate, per ogni
Comune,  dal  Regolamento  di igiene e sanita'. In base al T.U. delle
leggi  sanitarie  (R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 -Titolo III, Cap. IV,
dell'Igiene  degli  abitati  urbani  e  rurali e delle abitazioni). I
Regolamenti  Locali  di igiene e sanita' stabiliscono le norme per la
salubrita' dell'aggregato urbano e rurale e delle abitazioni, secondo
le  istruzioni  di  massima emanate, nei tempi attuali, dal Ministero
della  Salute.  Essi  forniscono  indicazioni circa l'allocazione sul
territorio,  la  compatibilita'  degli  edifici (rispetto ai punti di
captazione   acque  ad  uso  potabile,  rispetto  ad  aree  stradali,
ferroviarie,   fluviali   etc.),  l'esposizione  la  aerazione  degli
alloggi,  la superficie degli spazi abitativi, le altezze ed i volumi
interni   dei   locali,   l'illuminazione  naturale,  i  servizi,  il
fonoisolamento,  la presenza di canne di esalazione, di ventilazione,
di canne fumarie e di camini.
   Il  Regolamento  Comunale  rappresenta, quindi, il primo strumento
normativo  del nostro Stato. Esso mantiene una sua specifica utilita'
anche  a  seguito  dell'attuazione della riforma sanitaria, con legge
833/78, n. 833, che attribuisce alle regioni la competenza a regolare
con  legge  l'esercizio delle funzioni in materia di igiene e sanita'
pubblica.
   Per  la  salubrita'  dell'aria  negli ambienti di lavoro indoor si
applicano  le  norme relative all'igiene del lavoro ed in particolare
al   D.L.vo   626/94   (e   successiva   normativa)   riguardante  il
miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo
di  lavoro.  Tali  norme, pero', non disciplinano in maniera completa
tutti i complessi aspetti relativi alla IAQ.
   In  generale  gli  standard  elaborati  per gli ambienti di lavoro
fanno riferimento all'esperienza specifica degli ambienti industriali
e,  come tali, non risultano adatti agli ambienti ad uso ufficio cui,
di  solito,  si  applicano  gli  standard  per  la qualita' dell'aria
esterna,  oppure specifici standard elaborati per gli ambienti indoor
di tipo civile.

   Principali linee d'intervento

   Bisogna  prevedere  l'emanazione di una normativa che coordini, in
modo  organico,  i  requisiti  igienici  e  funzionali degli ambienti
interni.  In  particolare  devono  essere  definiti  valori  guida di
qualita'  dell'aria  raccomandati per i diversi tipi di ambienti e le
azioni  necessarie  o  prescritte  a  seconda del livello di qualita'
raggiunto.
   Per  gli  edifici  ad uso pubblico o aperti al pubblico, i vigenti
regolamenti  locali  di  igiene  devono essere integrati con standard
minimi di qualita' e livelli di azione e devono prevedere standard di
ventilazione in rapporto alle diverse tipologie funzionali.
   Per  gli  ambienti  di  lavoro,  e' necessario che la normativa si
accordi  alle  disposizioni  previste  dal  D.L.vo  626/94  e vengano
indicati standard minimi di qualita' e livelli di azione.
   E'  necessario  programmare  azioni  specifiche  per le condizioni
igieniche  delle  scuole  e degli ospedali e per i mezzi di trasporto
sia  mediante  standard  minimi  di  qualita' e livelli di azione che
mediante standard di ventilazione.

   5.1.1 prevenzione ambientale nelle scuole

   Premessa

   Negli     edifici    scolastici    molti    bambini    trascorrono
obbligatoriamente  da  4  a  8  ore al giorno, per almeno 10 anni. La
scuola  e'  anche  un  luogo di lavoro: in Italia si stima che il 15%
della  popolazione,  circa  10.000.000 persone, fra alunni e docenti,
studi o lavori ogni giorno in circa 32.000 edifici scolastici.
   I   bambini  sono  piu'  sensibili  all'effetto  degli  inquinanti
rispetto  agli  adulti e, come e' noto, le prime eta' della vita sono
le  piu'  importanti  per lo sviluppo di sensibilizzazione allergica,
pertanto  la  qualita'  dell'aria  nelle scuole anche relativamente a
quest'aspetto, appare di primaria importanza per la sanita' pubblica.
   Gli  studi  fino  ad  ora  effettuati  dimostrano  che gli edifici
scolastici      presentano      frequentemente     gravi     problemi
igienico-sanitari, a causa della cattiva qualita' delle costruzioni e
della  manutenzione  e  problemi collegati al cattivo condizionamento
dell'aria.  Spesso si riscontrano alti livelli di VOC, di allergeni e
di muffe. I plessi costruiti con tecniche prefabbricate dopo gli anni
'60  presentano,  inoltre, diversi rischi attribuibili a isolamento e
inerzia  termica  inadeguati (ponti termici, umidita' da condensa) ed
alla  scarsa  tenuta  all'aria  e  all'acqua  (infiltrazioni d'acqua,
muffe) ed alla presenza di radon.
   Per  quanto  riguarda il radon, indagini effettuate in oltre 2.000
scuole  materne  ed elementari di sei regioni italiane hanno messo in
evidenza  che  in  questa tipologia di edifici si riscontrano livelli
equivalenti   o  superiori  a  quelli  delle  abitazioni,  in  quanto
generalmente  tali  edifici scolastici si estendono principalmente al
piano  terra,  che e' piu' vicino alla principale sorgente del radon,
che e' appunto il terreno sottostante.

   Principali linee d'intervento

   Per  tutti  questi  motivi  e'  necessario  definire i criteri per
regolamentare  l'edilizia  scolastica,  in  termini di progettazione;
costruzione,   materiali   di   arredo;   elaborare   raccomandazioni
specifiche   o  linee  guida  per  il  controllo  dell'aria  interna:
promuovere   e   sostenere   iniziative   di   ricerca,  campagne  di
informazione   e   sensibilizzazione   rivolte  agli  studenti,  alle
famiglie,  al  personale  scolastico, alle istituzioni, alle societa'
scientifiche   e   all'opinione   pubblica:   nonche'  promuovere  la
formazione di studenti, insegnanti, presidi ed altri lavoratori della
scuola.
   Si   rimanda,   infine,  ad  un  apposito  ed  urgente  intervento
legislativo  l'attuazione  di  una  normativa  specifica per il radon
nelle scuole, piu' protettiva.

   5.1.2 Prevenzione ambientale abitazioni:

   Principali linee d'intervento

   E'  necessario  indicare valori raccomandati di qualita' dell'aria
e,  per  il  radon,  i livelli di azione oltre i quali raccomandare o
imporre  di  intervenire  per  ridurre  i valori di concentrazione. A
scopo  preventivo  vanno  predisposte  norme  costruttive  specifiche
anti-radon  per  le nuove costruzioni, piu' stringenti nelle zone con
maggiore   presenza  di  radon,  nonche'  norme  per  la  limitazione
dell'emissione  di  radon  (e  radiazione  gamma)  dai  materiali  da
costruzione.
   Le  azioni  di supporto consistono nella predisposizione di metodi
di  misura  di riferimento, nella formazione del personale del SSN, e
nella  garanzia  di servizi di misura di qualita' certificata tramite
strutture  pubbliche e private accreditate. Anche in questo caso sono
raccomandate  iniziative a favore dell'informazione e dell'educazione
sanitaria dei cittadini.

   5.2. Linee di azione specifiche per sorgenti o inquinanti

   5.2.1. Fumo passivo (ETS)

   Il  fumo  di  sigarette  e  di altri prodotti derivati dal tabacco
rappresenta,  secondo  la  definizione  dell'OMS,  la "prima causa di
morte  facilmente  evitabile". E' pertanto, necessario dare priorita'
assoluta  alle  azioni  di  prevenzione  contro  il  fumo di tabacco,
estendendo  gli  ambienti soggetti a proibizione, vietando il fumo in
tutti  gli  ambienti  di  lavoro  a  breve  termine,  realizzando una
normativa  specifica  per gli ambienti per fumatori, e sviluppando la
ricerca  e  l'uso  di misuratori attivi e passivi, particolarmente in
ambienti  quali  scuole,  ospedali e altri edifici aperti al pubblico
(bar, ristoranti, luoghi di lavoro al chiuso non aperti al pubblico).
   Appropriate  campagne  di  informazione  e di educazione Sanitaria
devono  promuovere  comportamenti  preventivi  nelle  abitazioni  per
interni, specie al fumo passivo.
   Considerando  che il 50% dei bambini sono correntemente esposti al
fumo  passivo  nelle mura domestiche ed i livelli di esposizione sono
piu'  elevati  nelle  famiglie  di condizione sociale di livello piu'
basso,  gli  interventi  devono  essere rivolti in modo prioritario a
favore    di   gruppi   sociali   meno   avvantaggiati,   rispondendo
all'obiettivo  della  riduzione  delle  disuguaglianze  nei confronti
della salute.
   I  messaggi  devono  essere  semplici e recepibili soprattutto dai
giovani,  che  sono  il  vero  bersaglio  delle malattie respiratorie
legate  al  fumo,  ma anche dai genitori e dagli altri familiari, che
sono i principali responsabili dell'esposizione dell'infanzia al fumo
passivo nelle abitazioni.
   Si raccomandano interventi programmati di carattere nazionale, che
coinvolgano  un  vasto  numero  di soggetti, che affrontino in chiave
strategica  il  tema  del fumo, concertino in modo organico le azioni
attraverso  la  realizzazione di un Piano nazionale di lotta al fumo,
promosso dal Ministero della Salute che dovrebbe prevedere azioni per
prevenire  l'acquisizione  dell'abitudine  al  fumo  tra  i  giovani,
favorire  la  cessazione  del  fumo  tra  i  fumatori  e proteggere i
fumatori dall'esposizione al fumo passivo (ETS).
   Si  rimanda ad un apposito intervento legislativo l'estensione del
divieto  di  fumo anche nei luoghi a frequentazione pubblica, esclusi
dalla normativa vigente: bar, ristoranti, luoghi di lavoro indoor non
aperti  al  pubblico,  al  fine  di  tutelare la salute delle persone
dall'esposizione al fumo passivo.

   5.2.2 - Radon:

   e'  necessario  predisporre  a breve termine un Piano nazionale di
azione  per  il  radon,  in  analogia  a  quanto fatto in altri Paesi
Europei.   Il   Piano,  promosso  dal  Ministero  della  Sanita',  in
collaborazione  con  le  amministrazioni e gli enti interessati, deve
comprendere:

a) linee  guida  per  una normativa sul radon negli ambienti di vita,
   che  si raccordi con quella sul radon nei luoghi di lavoro (D.L.vo
   241/00)  e  che  contenga:  i  livelli  di azione raccomandati e/o
   imposti,  proposte  di incentivi per la realizzazione di azioni di
   rimedio  o  preventive sugli edifici. La regolamentazione dell'uso
   di  particolari  materiali  da  costruzione:  l'istituzione  di un
   registro  nazionale  delle misure di concentrazione di radon negli
   edifici   ed   azioni  di  rimedio  e/o  preventive,  al  fine  di
   ottimizzare gli interventi e valutarne l'efficacia;
b) indicazioni   sui   metodi   e   le   tecniche   di  misura  della
   concentrazione  di  radon  e  sulle  procedure di assicurazione di
   qualita';
c) criteri  e  modalita'  per  l'individuazione  delle  zone  e degli
   edifici piu' a rischio;
d) sintesi  delle  soluzioni  tecniche  edilizie  da  adottare  negli
   edifici esistenti ed in quelli da costruire;
e) valutazione del rischio per gruppi specifici della popolazione, in
   particolare per fumatori e non fumatori.

5.2.3 - Materiali per edilizia (compresi isolanti) e arredo:

Premessa

   La  responsabilita'  dei  materiali da costruzione e di arredo nel
causare  l'inquinamento  dell'aria interna e' notoriamente rilevante,
anche se devono essere tenute in considerazione altre cause, quali il
comportamento degli abitanti e il funzionamento degli impianti.
   Pertanto, e' determinante valutare oltre alla costituzione chimica
del  prodotto  e  delle  sostanze  con  cui  viene a contatto (p. es.
sostanze   per  la  posa),  anche  le  sue  caratteristiche,  le  sue
proprieta',  le  condizioni  di uso e il comportamento in presenza di
agenti chimici e fisici.
   Un documento interpretativo della Direttiva CEE 89/106 (CEC. 1993)
specifica  quali  requisiti  applicare  ai  prodotti da costruzione e
quali  materiali  da  costruzione  siano  essenziali  per  rispettare
igiene,  salute  e  ambiente.  Un  requisito menzionato nel documento
concerne  un  ambiente interno salubre per gli occupanti" e specifica
che  uno  dei  modi  per  conseguire questo obiettivo e' il controllo
delle  fonti,  eliminando  o  limitando  il rilascio degli inquinanti
nell'aria.  In  accordo  col  documento  interpretativo, comunque, un
prerequisito   per   attuare   il  controllo  della  sorgente  e'  la
formulazione  di specificazioni tecniche unificate per la misurazione
di  inquinanti ed emissioni. Purtroppo queste specificazioni non sono
ancora  utilizzabili,  ma  in  Commissione Tecnica 264 (Air Pollution
Control)   dell'   European   Standardization   Committece  (CEE)  ha
incaricato   un  gruppo  di  lavoro  (WG7)  di  preparare  un  metodo
standardizzato.

   Principali linee strategiche

   La  strategia  di  intervento  consiste  nel limitare l'impiego di
materiali  pericolosi  o insalubri e nell'incentivo alla produzione e
all'impiego   di  materiali  igienicamente  idonei.  A  tal  fine  e'
necessaria  la  definizione  di procedure tecniche standard di saggio
delle  emissioni,  classificazione  dei  materiali  per le proprieta'
igieniche  e  ambientali,  etichettatura  e  marchi  di  qualita' dei
prodotti  per  l'orientamento  dei  professionisti  del settore e dei
consumatori,  tenendo  conto anche di quanto previsto dalla Direttiva
89/106/CEE,  concernente i materiali da costruzione e dalla Direttiva
67/548/CEE  concernente  la limitazione dell'immissione sul mercato e
dell'uso di talune sostanze e preparati pericolosi, recepita dal D.M.
12.8.1998  del  Ministero della Sanita' e che prevede che non debbono
essere  immessi  sul  mercato  sostanze e preparati classificati come
cancerogeni,  mutageni e tossici per la riproduzione, nelle categorie
1 e 2.
   Comunque, l'obiettivo strategico non e' di mettere al bando alcuni
materiali,  ma piuttosto di promuovere la diffusione di quei prodotti
da  costruzione  che abbiano solo effetti trascurabili sulla salute e
sul comfort. Per raggiungere questo obiettivo puo' essere promosso un
sistema  di  (labelling)  etichettatura  "positiva" che identifichi i
prodotti "salubri" (ECA-IAQ, 1997).

   5.2.4 - Prodotti chimici di largo consumo:

   Principali linee strategiche

   Si   deve  procedere  alla  predisposizione,  in  armonia  con  la
Direttiva  98/8/CEE,  della  normativa  nazionale  per  l'impiego dei
biocidi,  con particolare attenzione alla valutazione del rischio per
il  consumatore  ed  al  loro impatto sulla qualita' dell'aria, anche
alla   luce   del   D.M.   12.8.1998  del  Ministero  della  Sanita'.
Analogamente si dovrebbe procedere per i materiali per le pulizie.

   5.2.5 - Gas di combustione:

   Per  fornelli,  stufe  a  gas,  e  stufe  con  l'utilizzo di altri
combustibili e' necessario, migliorare ulteriormente la normativa, le
procedure  di  certificazione,  e  la normativa tecnica relativa alle
verifiche ed alla manutenzione.

   5.2.5.1 - Monossido di carbonio

   Premessa

   Nonostante l'emanazione di leggi e di norme tecniche, ivi comprese
la  legge  46/90  sulla  "Sicurezza  degli  impianti". DPR 447/92, DM
20.2.92,  DM  21.3.93  ed  infine  il  DPR  4.2.93,  gli incidenti da
impianti  a  gas  e  le  intossicazioni  da  CO  continuano ad essere
frequenti in Italia. E' stata evidenziata, inoltre, la difficolta' se
non  l'impossibilita'  di disporre di informazioni sui casi accettati
di intossicazione da CO, attraverso i sistemi correnti di notifica.
   E'   evidente  che  questi  incidenti  domestici  sono  facilmente
prevenibili  con  il semplice rispetto della normativa vigente ed una
regolare   manutenzione   degli   impianti,  da  parte  di  personale
specializzato.
   Infatti  tra  le  principali  cause degli eventi segnalati vi sono
difetti  degli  impianti  facilmente  identificabili  e  tecnicamente
correggibili,  come  lo scarico dei fumi, l'assenza di ventilazione e
la carenza di manutenzione.

   Principali linee strategiche

   E'  necessario  attivare  un progetto mirato di prevenzione, a cui
devono  partecipare  tutti  i  soggetti istituzionali e professionali
coinvolti   in  questo  settore  specifico:  strutture  del  servizio
sanitario  nazionale, operatori sanitari, responsabili dei laboratori
chimico-clinico,  organi di vigilanza comunale, autorita' di pubblica
sicurezza etc.
   A  livello territoriale un ruolo importante deve essere svolto dai
Dipartimenti di Prevenzione delle AUSL che ricevono le segnalazioni e
dispongono  le verifiche ed i controlli necessari per i provvedimenti
di  competenza  e  per la raccolta e la trasmissione dei dati e delle
informazioni.
   Deve  esser rafforzata l'azione preventiva di controllo, ma devono
essere  anche  promosse le azioni volte all'informazione degli utenti
ed  alla  formazione  dei  responsabili  della  manutenzione  e degli
utilizzatori degli impianti.
   L'uso  di  apparecchiature  rivelatrici  della presenza di CO puo'
essere  incoraggiato,  ma non deve essere considerato una alternativa
ad una appropriata manutenzione.
   Una   corretta   informazione  della  popolazione  generale  sulla
pericolosita' del monossido di carbonio rappresenta il punto centrale
nella  prevenzione  degli effetti dannosi da CO. Campagne informative
dovrebbero   essere  condotte  soprattutto  nei  periodi  a  maggiore
rischio, come durante i mesi invernali, o in previsione di tempeste e
forti venti.
   La classe medica deve essere sensibilizzata in modo particolare al
problema,  affinche'  venga  considerato sempre monossido di carbonio
come  probabile  agente  eziologico  in  presenza  di  quadri clinici
compatibili.

5.2.6 - Agenti biologici

   Si  devono  sviluppare tecniche qualificate per la valutazione del
rischio  biologico  negli ambienti indoor, metodi standard di misura,
valori guida di riferimento nell'aria.
   Per la legionella si rimanda alle Linee Guida per la prevenzione e
controllo della legionellosi, pubblicare sulla G.U. S.G. n. 203 del 5
maggio 2003.

   5.2.6.1 - Allergeni

   E'  necessario promuovere azioni specifiche per la riduzione della
concentrazione degli allergeni indoor e dell'esposizione dei soggetti
allergici  agli  agenti  indoor.  Le  azioni  devono essere di ordine
conoscitivo (epidemiologico, clinico, sperimentale), di divulgazione,
di  educazione  ed  in  alcuni  casi  di  tipo  normativo. Le diverse
iniziative devono essere modulate sulla peculiare situazione italiana
e mirate a risultati nel breve, medio, lungo termine.

   Principali linee strategiche

   Si sottolinea l'importanza di prevedere raccomandazioni specifiche
per  il  controllo della qualita' dell'aria, relativamente al rischio
allergologico nelle abitazioni e nelle scuole: promuovere campagne di
informazione   volte  agli  studenti,  alle  famiglie,  al  personale
scolastico,   alle   istituzioni,   alle   societa'   scientifiche  e
all'opinione   pubblica;   promuovere   la   formazione  di  studenti
insegnanti  ed  altro  personale  della  scuola, definire criteri per
regolamentare  l'edilizia  scolastica  in  termini  di progettazione,
costruzione, materiali di arredo.

   Linee strategiche specifiche contro gli Acari

   Le iniziative di prevenzione primaria devono essere dirette da una
parte  a  contrastare  la  proliferazione  degli  acari, dall'altra a
impedire  il  loro  contatto  con  il  corpo  umano.  Le  prime  sono
applicabili  a  tutti  gli  ambienti indoor, pubblici e domestici, le
seconde  elettivamente  all'ambiente  domestico  ed a quegli ambienti
pubblici  come  gli  alberghi, le cuccette delle navi o dei treni, in
cui vi siano letti.
   Le  indicazioni  e  le  raccomandazioni  per  la  prevenzione e la
riduzione  del  rischio  allergologico potrebbero essere riportate in
opuscoli  informativi,  destinati  alla popolazione ed in particolare
alle categorie a rischio.

   5.3. Progettazione, costruzione e gestione degli edifici

   Le azioni devono riguardare e seguenti aree:

- definizione  di  principi  e  standard  che integrino gli strumenti
  normativi  vigenti  (Regolamento  edilizio,  Regolamento  d'igiene,
  Norme  tecniche) finalizzandoli allo stato igienico-sanitario degli
  impianti aeraulici ed al controllo della qualita' dell'aria;
- linee-guida  dettagliate  per  la  progettazione  edilizia e per le
  soluzioni  di ventilazione (portate di aria esterna minime, griglie
  di  ventilazione  e  misura  del  numero  di  ricambi  d'aria nelle
  residenze);
- strumenti di valutazione per la scelta dei materiali (ecolabel);
- regole per la commissione e vendita degli edifici;
- regole  per la manutenzione degli edifici, istituzione obbligatoria
  del libretto di manutenzione;
- regole  per  la progettazione, gestione, e manutenzione dei sistemi
  di  ventilazione  e  climatizzazione, volte a garantire la qualita'
  per il consumatore;
- accreditamento  e  certificazione  dei servizi di manutenzione agli
  edifici;
- accreditamento e certificazione dei consulenti e dei servizi per la
  qualita' dell'aria.

5.3.1  -  Indicazioni  generali relative ai requisiti igienici per le
operazioni di manutenzione degli impianti di climatizzazione

   I  sistemi  di  condizionamento dell'aria e di ventilazione devono
essere  progettati, costruiti ed istallati in modo tale da consentire
la  pulizia di tutte le superfici interne e di tutti i componenti, in
conformita'  alle disposizioni della ENV 12097 ("Rete delle condotte,
Requisiti  relativi  ai  componenti atti a facilitare la manutenzione
delle reti delle condotte" - Gennaio 1997).
   Cio'  costituisce  premessa  indispensabile affinche' tali sistemi
possano  funzionare  ed essere sottoposti a manutenzione in modo tale
che i requisiti igienici siano permanentemente rispettati.
   A  questo  proposito devono essere effettuate ispezioni tecniche e
manutentive  regolari insieme a frequenti controlli igienici da parte
del   personale  interno  all'azienda  addetto  alla  manutenzione  e
ispezioni igieniche ulteriori a intervalli di tempo maggiori da parte
di   personale   specializzato.  Si  raccomanda  di  registrare  ogni
controllo.   In   particolare   il   primo  controllo  deve  avvenire
contestualmente  all'attivazione  dell'impianto  al fine di accertare
che  lo  stesso sia stato posto in opera pulito (assenza di detriti e
polvere  di  cantiere  etc.). Il limite ammissibile per il articolato
depositato   nei   condotti   d'aria  considerati  puliti,  privi  di
rivestimento  interno, e' 0.1 g/mc, le procedure per la prova, almeno
per  quanto  riguarda  le  condotte  non  coibentate, sono quelle per
aspirazione, secondo la metodologia descritta in NADCA - National Air
Duct Cleaners Association (1996) "Mechanical Cleaning of HVAC systems
-  Specifications  -  Developed for Architects. Consultino Engineers,
Facility Managers" Section 15891,2/96, Washington, DC.
   Si  raccomanda di controllare regolarmente i sistemi impiantistici
per evidenziare eventuali contaminazioni e di pulirli, se necessario,
ricorrendo  a personale qualificato. Un sistema puo' essere mantenuto
pulito solo quando tutte le superfici del sistema (in particolare dei
condotti  d'aria) non presentano accumuli di particolare ritenuti non
accettabili.
   La contaminazione puo' essere riferita sia alla presenza di agenti
patogeni  ben  individuati  (ad esempio quelli classificati a maggior
rischio nella 626/94), sia al superamento delle concentrazioni limite
della  carica  micotica e batterica. Per le condotte pulite, prive di
rivestimento  interno,  il  NADCA  fornisce i seguenti valori limite:
carica  batterica  <30.000  CFU/g. carica micotica < 15.000 CFU/g. Il
limite  per  la  contaminazione  ammissibile nei condotti d'aria e' 1
g/mc,  le  procedure  per  la  prova,  almeno  per quanto riguarda le
condotte  non  coibentate,  sono  quelle  per aspirazione, secondo la
metodologia descritta in NADCA 1.
   Si raccomanda di ispezionare regolarmente i filtri e, se vi e' una
evidente  contaminazione,  di rimpiazzarli, senza considerare la loro
vita utile.

   6. Azioni previste a livello formativo

   Bisogna  attribuire  grande  rilievo alle azioni di formazione, in
particolare  per  i  professionisti che operano nel settore edilizio,
tecnologico-impiantistico e nei servizi di prevenzione.
   Allo  scopo  di migliorare la diffusione delle conoscenze generali
sulla prevenzione dell'inquinamento dell'aria negli ambienti interni,
si  deve  valutare  come  inserire  i  temi della prevenzione e della
qualita'  dell'aria  nei curricula formativi delle scuole superiori e
dell'universita'.  Programmi  specifici devono essere predisposti per
la formazione dei formatori.
   Per  il  personale  tecnico  del  SSN, ISS, ISPESL, ANPA, ARPE, ed
altri  enti territoriali e' necessario varare un programma poliennale
di corsi di orientamento, formazione e aggiornamento.
   E'  opportuno  prevedere  un addestramento specifico del personale
sanitario  e  tecnico  circa  le tecniche di valutazione del rischio,
metodi  di  misura,  le  tecniche  per  valutare  l'esposizione  e le
tecniche  di  prevenzione per i principali inquinanti (radon, fumo di
tabacco, VOC, particolato, microrganismi, allergeni).

   7. Azioni previste a livello informativo e di educazione sanitaria

   L'informazione    e    l'educazione   sanitaria   sono   strumenti
indispensabili  per il coinvolgimento dei cittadini, per promuovere e
sollecitare  la  loro  partecipazione  consapevole alle iniziative di
tutela della salute e di prevenzione.
   Si deve prevedere la partecipazione e la collaborazione di tutti i
soggetti  sociali  e le forze istituzionali: le Regioni, i Comuni, le
Province,  le associazioni di volontariato, la scuola, le famiglie il
mondo imprenditoriale ed i mezzi di comunicazione di massa.
   In  particolare, in collaborazione con gli ordini professionali ed
associazioni,  si  deve  procedere  alla  realizzazione  di materiale
informativo,  scientificamente  qualificato,  da  utilizzare  per  la
promozione  di  campagne  informative  rivolte  sia  alla popolazione
generale  (famiglie,  consumatori,  insegnanti, studenti della scuola
dell'obbligo,   rappresentanti   dei  lavoratori  per  la  sicurezza,
pazienti  asmatici, soggetti allergici) sia ai professionisti: medici
(medico  di  famiglia,  igienisti,  medici del lavoro, specialisti di
malattie    respiratorie,    allergologi);   ingegneri,   architetti,
designers;   proprietari   e   gestori   immobiliari;  impiantisti  e
termotecnici: fornitori di servizi agli edifici: presidi delle scuole
in  quanto  responsabili di edifici scolastici; personale dei servizi
tecnici  degli  enti locali; gestori di mezzi di trasporto, stazioni,
aeroporti, ecc.

   8. Azioni previste a livello di ricerca

   Si  raccomanda  di  promuovere un programma nazionale di ricerca a
medio termine su queste aree prioritarie:

1. Valutazione  dell'esposizione  della  popolazione  (indagine sulle
   condizioni abitative e di vita, esposizione ambientale e personale
   agli    inquinanti,    distribuzione   dell'esposizione,   fattori
   determinanti,  rapporto sorgenti/esposizione, biomarkers, tecniche
   di valutazione dell'esposizione, ecc.).
2. Valutazione  degli  effetti  sulla  salute  e  del  rischio per la
   popolazione  (studi  epidemiologici,  in  particolare  sul rischio
   radon  per  i  non fumatori e sugli effetti sinergici, tra radon e
   fumo   passivo,   meccanismi   d'azione,   tecniche  diagnostiche,
   allergie,  asma,  effetti  respiratori,  tumori,  effetti tossici,
   effetti sensoriali, SBS, ecc.)
3. Metodi  di  misura  e  di studio delle sorgenti e degli inquinanti
   (standardizzazione  delle  tecniche  di  misura, misura emissioni,
   sorgenti   complesse,  caratterizzazione  POM,  allergeni,  agenti
   biologici, ecc.).
4. Tecniche  per  il miglioramento della qualita' dell'aria interna e
   per la conseguente riduzione del rischio per la salute tecniche di
   controllo  delle  sorgenti  e di riduzione delle concentrazioni in
   aria,  filtrazione  dell'aria,  sistemi di ventilazione, sensori e
   demand-ventilation, ecc.).
5. Strumenti e metodi per la formazione professionale, l'informazione
   della popolazione e l'educazione sanitaria.

9. Destinatari del Programma di prevenzione indoor

   I  principali  destinatari  del  Programma  di prevenzione per gli
ambienti  confinati  sono: le Amministrazioni centrali nazionali ed i
loro   organismi,  le  autorita'  regionali,  provinciali,  comunali,
settori economici (industria, commercio, agricoltura etc.) il sistema
sanitario   nazionale,   ai  vari  livelli.  I  cittadini,  tutte  le
componenti  di  settore,  gli organismi non governativi, gli "opinion
maker".
                              PARTE III
             LINEE STRATEGICHE E STRUMENTI PER LA MESSA
            IN OPERA DEL PROGRAMMA DI PREVENZIONE INDOOR

   La  caratteristica  multisettoriale  del  Programma di prevenzione
indoor  pone  la  necessita'  di  avviare nel Paese un vero e proprio
"patto",  che  impegni  le  istituzioni centrali ed una pluralita' di
soggetti.  I  risultati di salute e di miglioramento delle condizioni
igienico-sanitarie    negli    ambienti    indoor   dipendono   dalla
responsabilizzazione  dei  soggetti  coinvolti,  in  particolare  gli
occupanti  degli  edifici,  e  dalla  loro  capacita' di collaborare.
Questo principio rappresenta il cardine del Programma. La tutela e la
promozione  della  salute  negli  ambienti indoor presuppone, quindi,
l'assunzione  da  parte  di  tutti i cittadini di una responsabilita'
personale  e  consapevole  nei  confronti  dei  rischi presenti negli
ambienti  di  vita e di lavoro, avvalendosi di tutti gli organismi di
partecipazione  e  concertazione,  utili  a  migliorare le conoscenze
sulla prevenzione e gestione di tali rischi.
   E'   fondamentale,   ai  fini  di  un'efficace  realizzazione  del
progetto,  l'adeguato  coinvolgimento  dei  lavoratori, gestori degli
stabili,  progettisti, costruttori, ditte interessate alla produzione
di materiali e di attrezzature per la casa e quelle che sovrintendono
alla  manutenzione  degli  stabili,  nonche'  il coinvolgimento ed il
coordinamento  di  soggetti e realta' operative interne ed esterne al
SSN.
   Il  SSN,  istituito con la Legge 833/78, con l'obiettivo, indicato
all'art.  32  della  costituzione  italiana, di tutelare la salute di
ogni  cittadino, quale bene individuale ed interesse della comunita',
deve   garantire   nell'ambito  dei  servizi  relativi  all'igiene  e
profilassi  di  comunita',  il  controllo degli ambienti di vita e di
lavoro  ed  il controllo dei rischi sanitari connessi, utilizzando le
attivita'  di prevenzione effettuate dai Distretti e dai Dipartimenti
delle  AUSL  ed  il coordinamento tra i Dipartimenti di Prevenzione e
ARPA.
   Giova  ribadire  che  la  promozione della salute e la prevenzione
delle    malattie   richiedono   interventi   complessi   di   natura
intersettoriale,  da  realizzarsi  attraverso la collaborazione ed il
coordinamento  di  soggetti  e realta' operative interni e esterni al
sistema sanitario.
   Come  sottolinea  il  Piano  sanitario nazionale e' indispensabile
realizzare  un  sistema  di connessione a rete tra i diversi soggetti
impegnati  nel settore al fine di promuovere ogni possibile sinergia.
La  creazione  di  tale  network  permette  tra  l'altro di impostare
correttamente  la valutazione del rischio per la salute connessa alle
matrici ambientali e la sua conseguente gestione.
   In  via  prioritaria  bisognera'  promuovere  l'interazione  e  lo
sviluppo  del  sistema informativo ambientale e sanitario, garantendo
la   lettura  integrata  dei  problemi  sanitari  ed  ambientali  del
territorio.  Il  sistema  informativo deve rispondere all'esigenza di
informare  non  solo  gli  addetti ai lavori ma in modo particolare i
cittadini/utenti,  favorendo  il piu' alto livello di conoscenza e di
comprensione dei rischi sanitari derivanti dall'inquinamento, la loro
percezione   e   gestione.   Ai   cittadini  deve  essere  assicurata
un'informazione   adeguata   tale   da   influire  positivamente  sui
comportamenti  sugli  stili  di  vita  e  migliorare il controllo dei
fattori di rischio.
   Le   Regioni  possono  contribuire  attivamente  al  miglioramento
complessivo  dell'igiene  e  della  salubrita' degli ambienti indoor,
utilizzando  uno strumento efficace come il Regolamento di igiene, in
grado  di  integrare  nel  suo interno tutte le normative nazionali e
regionali,  la'  dove carenti o insufficienti, con norme tecnicamente
adeguate  ad  affrontare  specifiche  cause di insalubrita' esistenti
nelle  diverse realta' locali. Questo strumento normativo puo' essere
redatto  o  aggiornato  con  la predisposizione di proposte tecniche,
attraverso  la  collaborazione  delle Amministrazioni Comunali, degli
Assessorati Regionali e dei tecnici delle AUSL.
   La  messa  in  opera del Programma di prevenzione deve seguire una
impostazione  che  tenga  conto  delle  realta' e delle problematiche
nazionali e locali.
   Le  linee  strategiche  di seguito indicate possono essere portate
avanti  contemporaneamente o in sequenza, a seconda delle finalita' a
cui sono destinate e delle reali possibilita' di intervento.

   1.  Predisposizione  di  dati  nazionali per un quadro conoscitivo
della IAQ

   Il  punto  di  partenza  per  una strategia volta al miglioramento
della  IAQ  consiste  nell'elaborazione di un'indagine sul patrimonio
edilizio   nazionale  relativamente  al  numero  e  tipo  di  edifici
esistenti  ed  al  loro  "stato  di  salute"  per quanto riguarda gli
inquinati  presenti.  Questo  potra'  consentire  di  effettuare  una
valutazione  sanitaria e socio-economica dell'impatto delle strategie
proposte.
   Sono  utili  studi  epidemiologici  al  fine  di  discriminare gli
effetti  derivanti  dallo  stato  della  qualita' dell'aria indoor da
quelli derivanti da altre cause.

   2. Linee guida sulla IAQ per i diversi tipi di ambienti confinati

   Le  linee  guida verranno utilizzate dai progettisti e costruttori
di  edifici  come punto di riferimento progettuale; consentiranno una
valutazione  della  qualita' igienico-sanitaria degli edifici ai loro
gestori,  agli  organismi  di  controllo  ed agli occupanti. Dovranno
raccordarsi  in  modo organico alla normativa vigente per la qualita'
dell'aria  esterna  e,  nel  caso  degli ambienti di lavoro, dovranno
tener conto della normativa specifica ed integrarsi ad essa. Le linee
guida possono essere elaborate, in prima istanza, facendo uso di dati
disponibili  a  livello internazionale, in particolare le Linee Guida
per la qualita' dell'aria dell'OMS e le esperienze di altri paesi.

   3. Standard di ventilazione

   I  problemi legati alla IAQ possono essere controllati, almeno per
alcuni  inquinanti,  dalla ventilazione. Gli standard di ventilazione
devono  tener conto degli effetti sanitari e del comfort e, una volta
fissati,  devono  essere introdotti nei codici costruttivi. Pertanto,
e' essenziale l'opera di sensibilizzazione, attraverso l'informazione
e  l'addestramento,  nei  confronti di tutte le maestranze coinvolte:
costruttori,  architetti, proprietari. Una volta fissati gli standard
di  ventilazione,  questi devono essere applicati a tutti gli edifici
di  nuova  costruzione.  Per gli edifici esistenti, tale applicazione
puo'  comportare  spese ingenti, si puo' favorire, quindi, l'adozione
di  standard  volontari, lasciando ai tecnici la valutazione su quali
valori attestarsi.

   4. Registro degli inquinanti indoor

   E'  importante  tener  presente che i principali inquinanti indoor
sono  noti  ed  i  loro  effetti  documentati, tuttavia e' necessario
prestare  attenzione  alla  presenza  di  nuove  sostanze che possono
rivelarsi   dannose  per  la  salute.  A  tal  fine  dovranno  essere
individuate le modalita' di istituzione e tenuta di un registro degli
inquinanti indoor.

   5. Protocolli relativi alla manutenzione dei sistemi di aerazione

   E'  necessaria  la  messa  a  punto  di  protocolli  relativi alla
manutenzione  dei  sistemi  di aerazione. Essi possono essere redatti
sotto  forma  di  guide  che  prevedano  l'ispezione  dei  filtri, il
controllo  dei sistemi di condizionamento, le verifiche periodiche di
tutti   i   sistemi   interessati,   ed   in   particolar  modo  dopo
l'effettuazione di modifiche.

   6. Codici costruttivi

   I  requisiti relativi alla IAQ devono essere introdotti nei codici
costruttivi,  con  particolare  riguardo  ai  sistemi  per  prevenire
l'ingresso  di  radon  dal suolo, sistemi di ventilazione, scelta dei
materiali,  sistemi  di  tenuta  dell'edificio,  ecc,. Considerata la
complessita'  dell'argomento,  le  iniziative  vanno  raccordate  con
quanto  avviene  a  livello  nazionale  e  locale  ed esaminate nelle
strutture all'uopo preposte.

   7.   Identificazione   dei   prodotti  con  bassa  emissivita'  di
inquinanti utilizzati negli ambienti interni - Etichettatura

   L'identificazione   dei   prodotti   con   bassa   emissivita'  di
inquinanti,   attraverso   l'etichettatura   dei   contenitori,  puo'
costituire    un   incentivo   per   l'industria   a   sviluppare   e
commercializzare tali prodotti.
   L'etichettatura  ha  la  funzione di informare i consumatori sulle
caratteristiche  del prodotto senza costituire una qualificazione del
prodotto   dal  punto  di  vista  sanitario,  inoltre  favorisce  una
riduzione   generale   delle   emissioni,   ovviamente  a  fronte  di
un'adeguata opera di informazione nei confronti degli utilizzatori.

   8. Accreditamento degli operatori nella IAQ

   E'   opportuno   predisporre   dei   sistemi   di   qualificazione
(accreditamento)  per  coloro  che svolgono attivita' nel campo della
diagnostica e della messa in opera dei sistemi di miglioramento della
IAQ.  A  questo  proposito  devono essere previsti anche dei corsi di
addestramento  per  le  maestranze coinvolte; tali corsi devono tener
conto  della multidisciplinarita' dei problemi trattati. Le procedure
di  accreditamento  devono uniformarsi a quanto viene fatto a livello
internazionale.

   9. Localizzazione progettazione e costruzione degli edifici

   9.1)  Localizzazione: indagini sul sito di localizzazione hanno lo
scopo di stabilire la sua idoneita' nei confronti di alcuni requisiti
relativi  alla qualita' dell'aria. Particolare attenzione va dedicata
alle indagini sul radon ed all'accumulo di umidita'.
   9.2)  Proqettazione:  all'atto  della progettazione di un edificio
devono  essere previste tutte le azioni volte a garantire un'adeguata
IAQ.  In  particolare,  si  devono prevedere impiego di materiali con
bassa  emissivita'  di sostanze inquinanti, la presenza di aperture e
volumi  che  consentano  una  buona  ventilazione.  L'isolamento  dal
terreno sottostante ecc.
   9.3)  Scelta dei materiali e dei sistemi di combustione: materiali
impiegati  devono  avere  bassa emissivita' di sostanze inquinanti. A
tale  scopo e' opportuno quindi che i progettisti lavorino in stretto
contatto  con  i fabbricanti per scegliere i materiali piu' adeguati.
Per  quel  che  riguarda  le  attrezzature destinate alla combustione
occorre, anche in questo caso, che progettisti e fabbricanti valutino
congiuntamente  i  requisiti dei sistemi di aerazione in relazione ai
fumi di combustione.

   10. Normativa

   La  normativa  costituisce  uno  strumento  essenziale per rendere
operative  le  azioni  volte  alla tutela della salute negli ambienti
confinati.  Nel  nostro  Paese  non  esiste  allo  stato  attuale una
normativa   di   riferimento,   nonostante  siano  in  essere  alcune
disposizioni  nazionali  e direttive comunitarie su argomenti diversi
riguardanti  la  qualita' dell'aria. La sua frammentarieta' impedisce
una gestione unitaria della materia.
   Si  potranno  prevedere  due  tipi di strumenti: raccomandazioni o
misure  impositive.  Queste  ultime  possono essere richieste per gli
ambienti  pubblici  e  di lavoro, mentre per le abitazioni, almeno in
prima  istanza  possono  essere  emanate  delle raccomandazioni, che,
qualora  l'opera  di informazione e sensibilizzazione abbia raggiunto
gli   obiettivi,   possono   essere   messe   in   atto  in  caso  di
ristrutturazioni di vecchi edifici e rese obbligatorie all'atto della
costruzione  di nuovi edifici, incentivi finanziari, ad esempio sotto
forma  di  mutui  agevolati,  detrazione  dalle  imposte, ecc. devono
essere previsti per coloro che mettono in atto le raccomandazioni.

   11. Protocollo tecnico-operativo

   Si   evidenzia   la   necessita'  di  valutare  l'opportunita'  di
realizzare  un  Protocollo  tecnico-operativo ai fini di una corretta
valutazione    igienico-sanitaria    dei    progetti    dell'edilizia
residenziale,  con  l'intento  di pervenire ad un indirizzo omogeneo,
evitando ingiustificate difformita' tra i singoli regolamenti edilizi
comunali.

   12. Verifica delle azioni

   E'  opportuna  la  verifica  dell'efficacia  delle azioni messe in
atto.
   I  sistemi  di  controllo  e verifica possono essere messi in atto
facendo  ricorso  a  diversi  strumenti quali: controllo a livello di
progettazione  e  costruzione  degli  edifici,  gestione adeguata del
programma  di  IAQ:  controlli  periodici  sull'inquinamento rilevato
negli  ambienti.  Per  taluni  inquinanti, tra cui il radon, si rende
necessaria  la realizzazione di un archivio delle rilevazioni e degli
interventi.


TABELLA 3 - Healt for all (HFA) - 2000 dell'OMS, PSN 1998-2000 e
            Programma nazionale di prevenzione per la tutela e la
            promozione della salute negli ambienti confinanti

====================================================================
Target  Obiettivi       Area di     Obiettivi        Azioni del
del HFA del PSN         intervento  del Prog.        Piano di
2000    1998-2000                   di Prev.         Prev indoor
                                    Indoor
====================================================================
II      I - Promuovere  Fumo di     Lotta al         Estensione del
        componenti e    Tabacco     fumo attivo      divieto di fumo
        stili di vita               e passivo.       nei locali
        per la salute               Protezione       pubblici e
                                    dei non          negli ambienti
                                    fumatori         di lavoro.
                                    dall'esposizione Locali per
                                    involontaria     fumatori.
                                    al fumo passivo. Informazione,
                                                     formazione ed
                                                     educazione
                                                     sanitaria
                                                     (specie popola-
                                                     zione in età
                                                     scolare).
                                                     Ricerca.
--------------------------------------------------------------------
8,9     II - Contra-    Malattie    Riduzione del    Azioni
        stare le        cardio e    rischio di       specifiche nei
        principali      cerebro-    complicanze      confronti di
        patologie       vascolari   cardiache e      inquinanti
                                    dell'insorgenza  chimici (CO,
                                    di infarto del   fumo passivo).
                                    miocardo.        Informazione,
                                                     formazione ed
                                                     educazione
                                                     sanitaria.
--------------------------------------------------------------------
                        Tumori      Riduzione        Azioni
                                    dell'incidenza   specifiche nei
                                    di tumori,       confronti di
                                    in particolare   inquinanti
                                    del cancro       cancerogeni
                                    polmonare.       (fumo passivo
                                                     benzene, radon,
                                                     amianto, etc.).
                                                     Informazione,
                                                     formazione ed
                                                     educazione
                                                     sanitaria.
--------------------------------------------------------------------
                        Malattie    Riduzione        Azioni
                        infettive   dell'incidenza   specifiche nei
                                    delle malattie   confronti di
                                    infettive        inquinanti
                                    correlate        biologici
                                    all'inquinamento (legionella,
                                    indoor.          bitubercolare,
                                                     etc.).
                                                     Informazione,
                                                     formazione ed
                                                     educazione
                                                     sanitaria.
--------------------------------------------------------------------
                        Incidenti   Riduzione del    Sorveglianza
                        domestici   numero di        Sensibilizza-
                                    incidenti        zione e
                                    domestici dovuti informazione.
                                    ad avvelenamento Informazione
                                    da CO.           del personale
                                                     specializzato.
                                                     Raccolta,
                                                     gestione e
                                                     diffusione
                                                     dati.
                        Patologie   Salute,          Azioni
                        correlate   benessere        specifiche
                        al lavoro   e comfort nei    sugli aspetti
                                    luoghi di        strumentali,
                                    lavoro.          funzionali e di
                                    Riduzione        gestione degli
                                    dell'incidenza   edifici.
                                    della sick       Informazione
                                    building         formazione.
                                    syndrome         Ricerca.
--------------------------------------------------------------------
                        Altre       Riduzione della  Azioni
                        malattie    mortalità,       specifiche per
                        di rilievo  morbosità e      la diminuzione
                        sociale:    disabilità       della presenza
                        malattie    causate dalle    di allergeni
                        allergiche  malattie         indoor, quali
                        (specie in  allergiche e     acari della
                        età pedia-  dell'apparato    polvere, muffe
                        trica       cardio-          ecc.
                        nelle forme respiratorio     Interventi
                        respira-                     per il miglio-
                        torie),                      ramento delle
                        malattie                     condizioni
                        dell'apparato                abitative
                        cardio-                      (microclima).
                        respiratorio                 Informazione,
                        in (asma                     formazione ed
                        bronchiale e                 educazione
                        bronchite                    sanitaria.
                        cronica)                     Ricerca
--------------------------------------------------------------------
10-11   III Migliora-   Aria        Miglioramento    Azioni
        mento contesto  interna     IAQ.             specifiche di
        ambientale                  Riduzione/       tipo tecnico
                                    abbattimento     e/o normativo
                                    dell'esposizione su aspetti
                                    della popola-    strumentali,
                                    zione agli       funzionali e di
                                    inquinanti       gestione degli
                                    (specie bambini, edifici.
                                    anziani, donne   Azioni
                                    in gravidanza e  specifiche per
                                    soggetti a       i prodotti
                                    rischio).        chimici di
                                    Riduzione della  largo consumo,
                                    morbosità per    per i prodotti
                                    malattie         da costruzione
                                    associate agli   e da arredo.
                                    edifici (BRI)    Azioni
                                    Sindrome da      specifiche per
                                    edificio (SBS).  la protezione
                                    Sindrome da      dei soggetti a
                                    sensibilità      rischio.
                                    chimica (MCS)    Informazione e
                                    Riduzione del    sensibilizza-
                                    rischio tumori.  zione della
                                                     popolazione.
                                                     Educazione
                                                     sanitaria.
                                                     Formazione dei
                                                     soggetti che
                                                     concorrono al
                                                     progetto di
                                                     prevenzione
                                                     (costruttori,
                                                     produttori,
                                                     progettisti,
                                                     impiantisti,
                                                     medici, etc.).
                                                     Creazione di
                                                     un Centro
                                                     Nazionale di
                                                     Documentazione
                                                     Indoor.
                                                     Sorveglianza
                                                     epidermiologica
                                                     malattie
                                                     correlate
                                                     all'inquina-
                                                     mento indoor.
                                                     Ricerca.
--------------------------------------------------------------------
                        Radiazioni  Riduzione        Programma di
                                    dell'esposi-     azione
                                    zione della      nazionale per
                                    popolazione alla il radon.
                                    radioattività    Ricerca.
                                    naturale negli
                                    ambienti di
                                    vita e di
                                    lavoro.
--------------------------------------------------------------------
2-3     IV - Rafforzare Infanzia e  Ambienti indoor  Azioni di tipo
        la tutela dei   adolesce-   sani e sicuri    normativo e/o
        soggetti        nza, donne  (abitazioni,     tecnico.
        deboli          in gravi-   scuole, ospedali Informazione,
                        danza.      ecc.).           formazione ed
                        Anziani.    Riduzione        educazione
                        Malati      dell'esposizione sanitaria.
                        Classi      dell'infanzia e  Ricerca.
                        svantag-    delle donne in
                        giate.      gravidanza al
                                    fumo passivo ed
                                    all'inquinamento
                                    in genere.
                                    Riduzione
                                    dell'incidenza
                                    delle malattie
                                    allergiche
                                    nell'infanzia.
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