(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
                      METODI DI DETERMINAZIONE
Metodi biologici.
    Una serie di procedure per il test sui topi, che differiscono nel
materiale  di  prova  (epatopancreas  o  corpo intero) e nei solventi
utilizzati  per  le  fasi  di estrazione e purificazione, puo' essere
utilizzata  per  la  determinazione  delle tossine di cui all'art. 1.
Sensibilita'  e  selettivita'  dipendono  dalla  scelta  dei solventi
utilizzati  per  le  fasi  di  estrazione  e  purificazione e di cio'
occorre tenere conto in sede di decisione del metodo da utilizzare al
fine di coprire l'intera gamma di tossine.
    Un unico test sui topi, che comporta estrazione con acetone, puo'
essere  utilizzato  per individuare acido okadaico, dinophysitossine,
pectenotossine  e  yessotossine.  Il test puo' essere, se necessario,
completato  mediante  fasi di separazione liquido/liquido con acetato
d'etile/acqua   o   diclorometano/acqua   per   eliminare  potenziali
interferenze.  Per  l'individuazione  di  azaspiracidi  il  test deve
essere condotto sul corpo intero.
    Per  ogni  test occorre utilizzare tre topi. La morte di due topi
su  tre entro 24 ore dall'inoculazione di un estratto equivalente a 5
gr  di  epatopancreas o 25 gr del corpo intero (in ciascun topo) deve
essere  considerato  un  risultato  positivo per la presenza di una o
piu'  tossine  di cui all'art. 1 a livelli superiori a quelli fissati
dagli articoli 2, 3 e 4.
    Il  test  sul topo condotto con estrazione del materiale di prova
con  acetone  mediante  separazione liquido/liquido con etere etilico
puo'  essere  utilizzato  per  individuare acido okadaico, tossine da
dinoflagellate   e   pectenotossine.  Tale  metodo  non  consente  la
determinazione  completa  di  yessotossine  e  azaspiracidi in quanto
perdite   di   tali   tossine   possono  verificarsi  nella  fase  di
separazione.  Per  ogni test occorre utilizzare tre topi. La morte di
due  topi  su  tre  entro  24  ore  dall'inoculazione  di un estratto
equivalente  a  5  gr  di  epatopancreas o 25 gr del corpo intero (in
ciascun  topo)  deve  essere  considerato un risultato positivo della
presenza   di   acido   okadaico,   tossine   da   dinoflagellate   e
pectenotossine a livelli superiori a quelli di cui all'art. 2.
    Il  test  sui  ratti  puo' individuare acido okadaico, tossine da
dinoflagellate  e  azaspiracidi. Per ogni test occorre utilizzare tre
ratti.   Una  reazione  diarreogena  dei  tre  ratti  e'  considerata
risultato  positivo  della  presenza  di  acido  okadaico, tossine da
dinoflagellate  e  azaspiracidi  a  livelli superiori a quelli di cui
all'art. 2 e all'art. 4.
Metodi alternativi di determinazione.
    Una  serie  di  metodi  quali  la  cromatografia  liquida ad alto
rendimento  (HPLC  con determinazione fluorimetrica, la cromatografia
liquida   (LC-spettrometria   di   massa  (MS)  immunosaggi,  e  test
funzionali quali il test di inibizione della fosfatasi possono essere
utilizzati come metodi alternativi o complementari ai metodi di prova
biologici a condizione che, da soli o in combinazione, siano in grado
di determinare almeno i seguenti analoghi:
      acido  okadaico  e  tossine  da  dinoflagellate: puo' risultare
necessaria una fase idrolitica per individuare la presenza di DTX3;
      pectenotossine: PTX1 e PTX2;
      yessotossine: YTX, 45 OH YTX, Homo YTX, e 45 OH Homo YTX;
      azaspiracidi: AZA1, AZA2 e AZA3.
    Se  vengono  scoperti nuovi analoghi che rivestono importanza per
la sanita' pubblica, occorre includerli nell'analisi.
    Dovranno  essere  disponibili degli standard ai fini dell'analisi
chimica.  La  tossicita'  complessiva  e'  calcolata  avvalendosi  di
fattori  di conversione basati sui dati di tossicita' disponibili per
ciascuna tossina.
    Le  caratteristiche  di  rendimento  di tali metodi devono essere
definite   e  convalidate  da  un  protocollo  concordato  a  livello
internazionale.
               DETERMINAZIONE DI TOSSINE LIPOSOLUBILI
            (AOs, DTXs, PTXs, YTXs e AZAs) Protocollo 1.
1. Scopo e applicazione.
    Questa   procedura   ha   lo  scopo  di  determinare  le  tossine
liposolubili  AOs,  DTXs,  PTXs,  YTXs  e AZAs nei molluschi bivalvi,
echinodermi,   tunicati   e   gasteropodi   marini.   Il   metodo  e'
semiquantitativo.  La  quantita' minima di tossina capace di uccidere
un  topo  di  20 g entro le 24 ore, dopo iniezione intraperitoneo, e'
definita  unita' topo (UT). Questa corrisponde, ad esempio, a circa 4
µg di acido okadaico (AOs) o a circa 3,6 µg di DTX1.
2. Specificita'.
    Il  metodo  rileva  tutte  le componenti storicamente incluse nel
gruppo  delle DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning): acido okadaico ed
analoghi   (AOs),  dinophysitossine  (DTXs),  pectenotossine  (PTXs),
yessotossine  (YTXs);  tossine  liposolubili  diarroiche identificate
recentemente come azaspiracidi (AZAs).
    Sono   inoltre  rilevate  con  lo  stesso  metodo:  brevitossine;
gymnodimine,   spirolidi,  pinnatossine,  ciguatossine,  palytossine,
aplysiatossine e lyngyatossine.
    La  presenza  di  alcune  di  queste  tossine  liposolubili,  non
riferibili   all'AOs   e  DTXs,  puo'  essere  sospettata  osservando
attentamente i sintomi nel topo dopo iniezione intraperitoneale.
3. Precauzioni.
    Devono  essere adoperati i guanti per manipolare sia il materiale
che puo' contenere le tossine che gli animali.
4. Interferenze.
    Gli acidi grassi liberi possono produrre interferenze.
5. Principio.
    5.1  Il  metodo  si  basa  sull'effetto  della  tossicita'  acuta
provocata in topi adulti dopo una inoculazione intraperitoneale di un
estratto  di  corpo intero edibile di molluschi bivalvi, echinodermi,
tunicati e gasteropodi marini. La procedura include:
      prelievo della parte edibile;
      omogeneizzazione;
      estrazione delle tossine con acetone e con metanolo;
      evaporazione degli estratti;
      estrazione con dietiletere del residuo risospeso con acqua;
      evaporazione dell'estratto in dietiletere;
      risospensione  del  residuo  lipidico  in una soluzione acquosa
all'1% di Tween 60 (emulsionante);
      inoculazione intraperitoneale in un topo dell'estratto lipidico
emulsionato;
      determinazione  de1 tempo di morte del topo e valutazione della
tossicita'.
6. Apparecchiatura.
    6.1  Stabulario  o armadio stabulario opportunamente climatizzati
per il benessere dei topi e relativi box per gli animali.
    6.2 Cappa chimica.
    6.3 Bilancia tecnica con sensibilita' di 0,1 g.
    6.4 Omogenizzatore a lame rotanti.
    6.5 Omogenizzatore ad immersione ad alta velocita'.
    6.6 Agitatore magnetico.
    6.7 Strumento ad ultrasuoni.
    6.8 Centrifuga in grado di operare a 3000 r.p.m.
    6.9 Essiccatore a vuoto rotante.
    6.10 Bagnomaria in grado di operare tra 40 oC e 70 oC.
    6.11 Pompa per vuoto meccanica o ad acqua.
    6.12 Cronometro.
    6.13  Forbici,  pinze,  coltelli,  cucchiai,  retina, propipette,
guanti monouso.
7. Vetreria.
    7.1 Palloni in vetro da 1 o 2 l e 100 ml con relativi raccordi.
    7.2 Imbuti separatori da 250 ml.
    7.3 Cilindri da 50 mL e 100 ml.
    7.4 Pipette graduate e Pasteur.
    7.5  Bacinelle, portaprovette, contenitori vari, siringhe monouso
con ago da insulina.
    7.6  Provettoni  in  vetro  o  di  altro  materiale resistente ai
solventi impiegati, da circa 500 ml.
    7.7 Provette graduate con tappo.
8. Reagenti.
    8.1 Tutti i reagenti devono essere di qualita' analitica.
    8.1.2 Acqua distillata.
    8.1.3 Acetone.
    8.1.4 Metanolo.
    8.1.5 Dietiletere.
    8.1.6 Butanolo.
    8.1.7 Tween 60.
9. Soluzioni.
    9.1  Tween  60  all'1%:  1g di Tween 60 e' disciolto in 100 ml di
acqua distillata
10. Animali per il test.
    10.1  Utilizzare  topi albini di razza Swiss di peso compreso fra
18-20g.
    Gli  animali devono essere tenuti nelle strutture di stabulazione
(6.1) per almeno cinque giorni prima del saggio.
11. Procedimento.
    11.1 Preparazione del campione.
    11.1.1  Pulire esternamente con acqua una quantita' opportuna del
campione  di  prova.  Prelevare  il  corpo  intero edibile di ciascun
individuo  ponendo  la  massima attenzione a non danneggiare le parti
molli.  Risciacquare  con  acqua  distillata,  qualora  ce  ne  fosse
bisogno,  la  parte  intera  edibile  del  campione  da  provare  per
rimuovere  eventuale materiale estraneo. Non si devono usare fonti di
calore o anestetici per prelevare il materiale edibile.
    11.1.2  Prelevare  circa  150  g  del  campione  cosi' ottenuto e
trasferirli su una retina dove vengono lasciati sgocciolare per circa
5 minuti.
    11.1.3 Omogeneizzare finemente.
    11.2 Estrazione.
    11.2.1  Effettuare  le  fasi  di estrazione con solventi organici
sotto cappa chimica.
    11.2.2 Pesare 100  ±  0,2 g di omogenato (11.1.3).
    11.2.3  Aggiungere  all'omogenato  (11.2.2)  300 ml di acetone ed
estrarre con omogenizzatore ad immersione per 2 minuti.
    11.2.4   Filtrare  sotto  pressione  ridotta  o  centrifugare  il
materiale  (11.2.3) a 3000 rpm per 5 minuti e raccogliere il filtrato
o il surnatante in un pallone da 1000 ml.
    11.2.5  Riprendere  il  residuo, riestrarlo con metanolo (300 ml)
con omogenizzatore ad immersione per 2 minuti e ripetere l'operazione
come descritta nel punto 11.2.4.
    11.2.6  Evaporare  sotto pressione ridotta l'estratto acetonico e
metanolico  riuniti fino ad un volume di circa 50 ml (preferibilmente
in  un  pallone  da  1 o 2 l). Puo' essere aggiunto del butanolo (non
piu' di 50 ml) per evitare la formazione di eccessiva schiuma.
    11.2.7   Trasferire   la   soluzione   condensata  in  un  imbuto
separatore.
    11.2.8 Sciacquare il pallone utilizzato per l'evaporazione con un
piccolo  volume  di  acqua  (minore di 5 (ml) e dietiletere (100 ml).
Aggiungere   questa   miscela   nell'imbuto   separatore   e  agitare
delicatamente.
    11.2.9  Terminata  la  separazione delle due fasi, allontanare la
fase acquosa e conservarla.
    11.2.10  Sciacquare  ancora  due volte la fase di dietiletere con
circa  50  ml  acqua.  A  causa  dell'emulsione,  parte delle tossine
potrebbe  rimanere nella fase acquosa. Sciacquare la fase acquosa con
20   ml   di  dietiletere  e  aggiungerlo  all'estratto  iniziale  di
dietiletere.
    11.2.11  Ridurre  per evaporazione il volume di dietiletere in un
pallone.
    11.2.12  Trasferire  e  completare  l'evaporazione  del  solvente
(estratto lipidico) in una provetta graduata con tappo.
12. Preparazione dell'inoculo.
    12.1 Portare il residuo lipidico (11.2.12) ad un volume finale di
4 ml con Tween 60 all'1% (9.1).
    12.2  Curare la formazione di un'emulsione omogenea e senza grumi
eventualmente con l'uso di ultrasuoni o con ancoretta magnetica.
13. Inoculazione degli animali.
    13.1 Pesare tre topi di 18-20 g.
    13.2  Iniettare  intraperitoneo  a  ciascuno  dei tre topi pesati
(13.1)  1 ml  dell'emulsione (12.2), equivalente a 25 g di tessuto di
parte edibile, utilizzando una siringa monouso con ago da insulina.
    13.3 Tenere gli animali in osservazione per 24 ore.
14. Interpretazione dei risultati.
    14.1  La  morte  di  due  dei  tre topi entro le 24 ore indica la
presenza  di una o piu' tossine appartenenti ai seguenti gruppi: AOs,
DTXs, PTXs, YTXs e AZAs, a livelli superiori a quelli stabiliti nella
decisione  della Commissione 2002/225/CE del 15 marzo 2002 ed il test
e' considerato positivo.
    La  sopravvivenza  di  almeno  due  topi  oltre  le 24 ore indica
l'assenza delle tossine sopra menzionate o la loro presenza a livelli
inferiori  a  quelli  stabiliti  nella  decisione  della  Commissione
2002/225/CE  del  15 marzo  2002; il test e' considerato negativo. In
caso di test positivo i molluschi non sono idonei al consumo umano.
15. Note.
    15.1  La  soluzione di acetone e metanolo sviluppa molta schiuma,
pertanto si consiglia l'utilizzo di grandi palloni per l'evaporazione
(1-2 l). L'aggiunta di circa 50 ml di butanolo evita la formazione di
schiuma  e  accelera  il processo di evaporazione dell'acqua formando
una  miscela  azeotropica.  Non  aggiungere  un  volume  eccessivo di
butanolo, poiche' esso potrebbe rimanere nel condensato.
    15.2  Le YTXs portano alla morte del topo persino anche a livelli
inferiori a 1 mg /Kg di parte edibile. Se i topi muoiono con spasmi e
convulsioni,  e'  sospetta  la  presenza  di  tali tossine, sebbene i
sintomi  delle  PTXs  e delle AZAs ad alte concentrazioni siano molto
simili.  Nel  caso sia sospetta la presenza di YTXs deve essere usato
il protocollo 2.
    15.3   Quando  i  solventi  utilizzati  per  la  prova  (acetone,
metanolo,  dietiletere  e  butanolo) non sono usati da lungo tempo e'
opportuno  verificare  la  loro  idoneita'  al  test con una prova in
bianco.
16. Bibliografia.
    16.1  Metodo  sviluppato  dal Prof. Yasumoto T., JPRL, basato sul
metodo: Yasumoto T., Murata M., Oshima Y., Matsumoto G.K., and Clardy
J.  (1984)  - Diarrhetic Shellfish Poisoning. In: "E.P. Ragelis (Ed):
Seafood Toxins, p 207-214. American Chemical Society.
               DETERMINAZIONE DI TOSSINE LIPOSOLUBILI
                   (AOs, DTXs, PTXs, AZAs e YTXs)
Protocollo 2.
1. Scopo e applicazione.
    Questa   procedura   ha   lo  scopo  di  determinare  le  tossine
liposolubili  AOs,  DTXs,  PTXs,  YTXs  e  AZAs ai molluschi bivalvi,
echinodermi,   tunicati   e   gasteropodi   marini.   Il   metodo  e'
semiquantitativo.  La  quantita' minima di tossina capace di uccidere
un  topo  di  20 g entro le 24 ore, dopo iniezione intraperitoneo, e'
definita  unita' topo (UT). Questa corrisponde, ad esempio, a circa 4
µg di acido okadaico (AOs) o a circa 3,6 µg di DTX1.
2. Specificita'.
    Il  metodo  rileva  tutte  le componenti storicamente incluse nel
gruppo  delle DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning): acido okadaico ed
analoghi   (AOs),  dinophysitossine  (DTXs),  pectenotossine  (PTXs),
yessotossine  (YTXs);  tossine  liposolubili diarretiche identificate
recentemente come azaspiracid (AZAs).
    Sono   inoltre  rilevate  con  lo  stesso  metodo:  brevitossine;
gymnodimine,   spirolidi,  pinnatossine,  ciguatossine,  palytossine,
aplysiatossine e lyngyatossine.
    La  presenza  di  alcune  di  queste  tossine  liposolubili,  non
riferibili   all'AOs   e  DTXs,  puo'  essere  sospettata  osservando
attentamente i sintomi sul topo dopo iniezione intraperitoneale.
3. Precauzioni.
    Devono  essere adoperati i guanti per manipolare sia il materiale
che puo' contenere le tossine che gli animali.
4. Interferenze.
    Gli acidi grassi liberi possono produrre interferenze.
5. Principio.
    5.1  Il  metodo  si  basa  sull'effetto  della  tossicita'  acuta
provocata in topi adulti dopo una inoculazione intraperitoneale di un
estratto  di  corpo intero edibile di molluschi bivalvi, echinodermi,
tunicati e gasteropodi marini. La procedura include:
      prelievo della parte edibile;
      omogeneizzazione;
      estrazione delle tossine con acetone e con metanolo;
      evaporazione degli estratti;
      risospensione   del   residuo   con   diclorometano:   metanolo
60% (1:2);
      evaporazione dell'estratto in diclorometano (Step 1);
      risospensione  del  residuo  lipidico  in una soluzione acquosa
all'1% di Tween 60 (emulsionante);
      inoculazione intraperitoneale in un topo dell'estratto lipidico
emulsionato;
      determinazione  del tempo di morte del topo e valutazione della
tossicita';
      evaporazione di una aliquota dell'estratto metanolico (Step 2);
      risospensione  del  residuo metanolico in una soluzione acquosa
all'1% di Tween 60 (emulsionante);
      inoculazione intraperitoneale in un topo dell'estratto lipidico
emulsionato;
      determinazione  del tempo di morte del topo e valutazione della
tossicita'.
6. Apparecchiatura.
    6.1  Stabulario  o armadio stabulario opportunamente climatizzati
per il benessere dei topi e relativi Box per gli animali.
    6.2 Cappa chimica.
    6.3 Bilancia tecnica con sensibilita' di 0,1 g.
    6.4 Omogenizzatore a lame rotanti.
    6.5 Omogenizzatore ad immersione ad alta velocita'.
    6.6 Agitatore magnetico.
    6.7 Strumento ad ultrasuoni.
    6.8 Centrifuga in grado di operare a 3000 r.p.m.
    6.9 Essiccatore a vuoto rotante.
    6.10 Bagnomaria in grado di operare tra 40 oC e 70 oC.
    6.11 Pompa per vuoto meccanica o ad acqua.
    6.12 Cronometro.
    6.13  Forbici,  pinze,  coltelli,  cucchiai,  retina, propipette,
guanti monouso.
7. Vetreria.
    7.1 Palloni in vetro da 1 o 2 l e 100 ml con relativi raccordi.
    7.2 Imbuti separatori da 250 ml.
    7.3 Cilindri da 50 ml e 100 ml.
    7.4 Pipette graduate e Pasteur.
    7.5  Bacinelle, portaprovette, contenitori vari, siringhe monouso
con ago da insulina.
    7.6  Provettoni  in  vetro  o  di  altro  materiale resistente ai
solventi impiegati, da circa 500 ml.
    7.7 Provette graduate con tappo.
8. Reagenti.
    8.1 Tutti i reagenti devono essere di qualita' analitica.
    8.1.1 Acqua distillata.
    8.1.2 Acetone.
    8.1.3 Diclorometano.
    8.1.4 Metanolo.
    8.1.5 Butanolo.
    8.1.6 Tween 60.
9. Soluzioni.
    9.1  Tween  60  all'1%:  1g di Tween 60 e' disciolto in 100 ml di
acqua distillata.
    9.2 Metanolo al 60% (metanolo: acqua 6:4).
    9.3  Diclorometano-metanolo  presaturati (diclorometano: metanolo
60% 1 : 2).
10. Animali per il test.
    10.1  Utilizzare  topi albini di razza Swiss di peso compreso fra
18-20 g.
    Gli  animali devono essere tenuti nelle strutture di stabulazione
(6.1) per almeno 5 giorni prima del saggio.
11. Procedimento.
    11.1 Preparazione del campione.
    11.1.1  Pulire esternamente con acqua una quantita' opportuna del
campione  di  prova.  Prelevare  il  corpo  intero edibile di ciascun
individuo  ponendo  la  massima attenzione a non danneggiare le parti
molli.  Risciacquare  con  acqua  distillata,  qualora  ce  ne  fosse
bisogno,  la  parte  intera  edibile  del  campione  da  provare  per
rimuovere  eventuale materiale estraneo. Non si devono usare fonti di
calore o anestetici per prelevare il materiale edibile.
    11.1.2 Prelevare circa 150 g di corpo intero edibile del campione
e  trasferirli su una retina dove sono lasciati sgocciolare per circa
5 minuti.
    11.1.3 Omogeneizzare finemente.
    11.2 Estrazione.
    11.2.1  Effettuare  le  fasi  di estrazione con solventi organici
sotto cappa chimica.
    11.2.2  Pesare  100  ±  0,2 g di omogenato (11.1.3) in un tubo da
centrifuga.
    11.2.3  Aggiungere  all'omogenato  (11.2.2)  300 ml di acetone ed
estrarre con omogenizzatore ad immersione per 2 minuti.
    11.2.4   Filtrare  sotto  pressione  ridotta  o  centrifugare  il
materiale  (11.2.3) a 3000 rpm per 5 minuti e raccogliere il filtrato
od il surnatante in un pallone da 1000 ml.
    11.2.5  Riprendere  il  residuo, riestrarlo con metanolo (300 ml)
con omogenizzatore ad immersione per 2 minuti e ripetere l'operazione
come descritta nel punto 11.2.4.
    11.2.6  Evaporare  sotto pressione ridotta l'estratto acetonico e
metanolico  riuniti  (preferibilmente in un pallone da 1 o 2 l). Puo'
essere  aggiunto  del  butanolo  (non  piu'  di 50 ml) per evitare la
formazione di eccessiva schiuma.
    11.2.7 Trasferire il residuo in un imbuto separatore con 30 ml di
diclorometano  e  60 ml di metanolo al 60% (metanolo:acqua = 6:4). E'
essenziale  che  i  due  solventi  siano  presaturati,  altrimenti si
potrebbe ottenere un'emulsione troppo densa.
    11.2.8  Agitare  l'imbuto  separatore delicatamente. Terminata la
separazione  delle  due  fasi, prendere l'estratto di diclorometano e
conservare quello di metanolo.
    11.2.9  Estrarre  la soluzione di diclorometano per due volte con
60 ml di metanolo al 60%.
    11.2.10 Unire gli estratti di metanolo.
    11.2.11 Note:
    La  presenza di AOs, DTXs, PTXs e AZ e' evidenziata nella fase di
diclorometano.
    La presenza di YTXs e' evidenziata nella fase di metanolo 60%.
12. Determinazione di AOs, DTXs, PTXs e AZAs (Step 1).
    12.1  Ridurre  per  evaporazione,  in un pallone, il volume della
fase di diclorometano.
    12.2  Trasferire  e completare l'evaporazione del solvente in una
provetta graduata con tappo.
13. Preparazione dell'inoculo.
    13.1  Portare il residuo lipidico (12.2) ad un volume finale di 4
ml con Tween 60 all'1% (9.1).
    13.2  Curare la formazione di un'emulsione omogenea e senza grumi
eventualmente con l'uso di ultrasuoni o con ancoretta magnetica.
14. Inoculazione degli animali.
    14.1 Pesare tre topi di 18-20 g.
    14.2  Iniettare  intraperitoneo  a  ciascuno  dei tre topi pesati
(13.1)  1 ml  dell'emulsione  (13.2),  equivalente a 25 g di tessuto,
utilizzando una siringa monouso con ago da insulina.
    14.3 Tenere gli animali in osservazione per 24 ore.
15. Interpretazione dei risultati.
    15.1  La  morte  di  due  dei  tre topi entro le 24 ore indica la
presenza  di una o piu' tossine appartenenti ai seguenti gruppi: AOs,
DTXs,  PTXs  e  AZAs,  a  livelli  superiori a quelli stabiliti nella
decisione  della Commissione 2002/225/CE del 15 marzo 2002 ed il test
e' considerato positivo.
    La  sopravvivenza  di  almeno  due  topi  oltre  le 24 ore indica
l'assenza delle tossine sopra menzionate o la loro presenza a livelli
inferiori  a  quelli  stabiliti  nella  decisione  della  Commissione
2002/225/CE  del  15 marzo  2002; il test e' considerato negativo. In
caso di test positivo i molluschi non sono idonei al consumo umano.
16. Determinazione di YTXs (step 2).
    16.1  Portare  gli  estratti metanolici 60% raccolti a 200 ml con
metanolo.
    16.2  Prendere 16 ml della soluzione metanolica acquosa (16.1) ed
evaporarli quasi completamente.
    16.3  Trasferire  e completare l'evaporazione dei solventi in una
provetta graduata con tappo.
17. Preparazione dell'inoculo.
    17.1  Portare il residuo lipidico (16.4) ad un volume finale di 4
ml con Tween 60 all'1% (9.1).
    17.1.1  Curare  la  formazione  di  un'emulsione omogenea e senza
grumi   eventualmente   con  l'uso  di  ultrasuoni  o  con  ancoretta
magnetica.
18. Inoculazione degli animali.
    18.1 Pesare tre topi di 18-20 g.
    18.2  Iniettare  intraperitoneo  a  ciascuno  dei tre topi pesati
(18.1)  1 ml  dell'emulsione  (17.2), equivalente a 2 g di tessuto di
parte edibile, utilizzando una siringa monouso con ago da insulina.
    18.3 Tenere gli animali in osservazione per 6 ore.
19. Interpretazione dei risultati.
    19.1  La  morte  di  due  dei  tre  topi entro le 5 ore indica la
presenza  di  YTXs,  a  livelli  superiori  a  quelli stabiliti nella
decisione  della Commissione 2002/225/CE del 15 marzo 2002 ed il test
e' considerato positivo. La sopravvivenza di almeno due topi oltre le
5  ore  indica  l'assenza  delle  tossine  sopra menzionate o la loro
presenza a livelli inferiori a quelli stabiliti nella decisione della
Commissione  2002/225/CE  del  15 marzo  2002; il test e' considerato
negativo.  Se si verifica la sopravvivenza di due topi oltre le 5 ore
ma  il  terzo  ha un tempo di sopravvivenza inferiore alle tre ore il
test  deve  essere  ripetuto.  Si determina quindi la mediana dei sei
tempi  di  sopravvivenza  registrati  complessivamente  se  questa e'
inferiore  alle  5 ore il test si considera positivo. In caso di test
positivo i molluschi non sono idonei al consumo umano.
    19.2   Quando  i  solventi  utilizzati  per  la  prova  (acetone,
metanolo,  diclorometano e butanolo) non sono usati da lungo tempo e'
opportuno  verificare  la  loro  idoneita'  al  test con una prova in
bianco.
20. Bibliografia.
    20.1  Metodo  sviluppato  dal Prof. Yasumoto T., JPRL, basato sul
metodo:
      Yasumoto  T.,  Murata M., Oshima Y., Matsumoto G.K., and Clardy
J.  (1984)  - Diarrhetic Shellfish Poisoning. In: "E.P. Ragelis (Ed):
Seafood Toxins, p 207-214. American Chemical Society.
             DETERMINAZIONE DELLE BIOTOSSINE ALGALI PSP
                    (PARALYTIC SHELLFISH POISON)
1. Principio.
    1.1  Il  metodo si basa sulla inoculazione intraperitoneale di un
estratto  di  molluschi  in  topi  adulti. La presenza di tossina PSP
provoca la morte degli animali.
2. Materiali.
    2.1 Si utilizzano topi albini di razza Swiss di peso compreso fra
i  19  e 21 g. Se il peso e' maggiore di 21 o minore di 19 si applica
il fattore di correzione del peso. Non si possono utilizzare topi con
peso maggiore di 23 g e topi gia' usati.
3. Preparazione del campione.
    3.1   I  molluschi  da  analizzare  vengono  puliti  esternamente
lavandoli  con  acqua.  Si  aprono tagliando i muscoli adduttori e si
rimuovono  i tessuti molli (polpa) del mollusco dalla conchiglia. Non
si  debbono  usare  ne'  calore  ne'  anestetici  prima  di aprire il
mollusco e bisogna evitare di danneggiare o tagliarne il corpo.
    3.2  Circa 100-150 g di polpa vengono trasferiti su una retina di
plastica, dove vengono lasciati scolare per 5'.
    3.3 Si omogeneizza il campione in frullatore elettrico.
4. Estrazione del campione.
    4.1 Si pesano 100 g di materiale omogeneizzato.
    4.2  Si  aggiungono  100 ml di HCl 0,25 N, si agita e si verifica
che il pH sia compreso fra 2 e 2,5.
    4.3  La  miscela viene portata ad ebollizione e si lascia bollire
lentamente per 5'.
    4.4  Si  lascia  raffreddare a temperatura ambiente e si verifica
nuovamente il valore del pH che deve essere compreso fra 2 e 2,5. Per
abbassarlo  si  aggiunge HCl 5 N, agitando fino ad ottenere il valore
del  pH  voluto. Per alzare il pH si aggiunge alla miscela NaOH 0,1 N
lasciandola  cadere  a  gocce ed agitando costantemente per prevenire
una  alcalinizzazione  locale  e  di conseguenza la distruzione della
tossina.
    4.5 Si trasferisce la miscela in un cilindro graduato da 200 ml e
si porta a volume con acqua.
    4.6 Si centrifuga la miscela a 3000 r.p.m. per 5'.
    4.7  Il sopranatante viene trasferito in una beuta e si controlla
di nuovo il pH.
5. Inoculazione degli animali.
    5.1  Si  inocula  nel  peritoneo  di  ciascun  topo  test 1 ml di
estratto acido.
    5.2  Si  annota  con  un  cronometro  il  tempo  all'inizio della
inoculazione e si osserva attentamente il topo per stabilire il tempo
di morte indicato dall'ultimo respiro.
    5.3  Si puo' usare per l'iniziale determinazione un topo solo, ma
e' preferibile usarne 2 o 3.
    5.4  Se  tutti i topi inoculati sopravvivono oltre i 60 minuti la
prova  deve  ritenersi  terminata  in  quanto la concentrazione delle
tossine e' da considerarsi non determinabile (N.D.).
    5.4 Se il tempo di morte o la mediana dei tempi di morte dei topi
e'  minore  di 5 minuti si fa una diluizione per ottenere un tempo di
morte compreso tra 5 e 7 minuti.
    5.5  Se  il tempo di morte di 1 o 2 topi a cui e' stato iniettato
l'estratto  non diluito risulta maggiore di 7 minuti, tre o piu' topi
devono essere inoculati per stabilire la tossicita' del campione.
    5.6  Se  e'  necessaria una elevata diluizione, si aggiusta il pH
della  soluzione  aggiungendo gocce di HCl (0,1 o 0,01 N) per portare
il pH ad un valore tra 2 e 2,5.
    5.7  Si  inoculano tre topi con la diluizione che da' un tempo di
morte di 5-7 minuti.
6. Interpretazione dei risultati.
    6.1  Si  determina  il  tempo  mediano  di morte dei topi tenendo
presente  anche  quelli  sopravvissuti  e  tramite  la  tabella  2 si
determinano i corrispondenti valori di unita' topo.
    6.2 Se il peso degli animali e' minore di 19 g o maggiore di 21 g
si opera una correzione per ciascun topo moltiplicando le unita' topo
corrispondenti  al  tempo  di  morte per il fattore di correzione del
peso  per  quel  topo  ricavato  in  base alla tabella 3 ed infine si
sceglie  il  valore  mediano  delle  unita'  topo corrette per gruppo
(considerare  il  tempo  di morte dei sopravvissuti come minore di 60
minuti  o  equivalente  a  minore  di  0,875  U.T.  nel calcolo della
mediana).
    6.3  Si  convertono  le U.T. in microprogrammi (µg) di tossina/ml
moltiplicandole  per  il  valore  del  fattore di conversione (C.F.).
Quest'ultimo  e'  dato  dal  rapporto  tra microgrammi di tossina PSP
della  soluzione  di  riferimento  inoculata  in  peritoneo  e l'U.T.
corretta: µg di tossina/100 g di polpa (µ/ml) x fattore di diluizione
x 200.
7. Standardizzazione del metodo biologico.
    7.1   Preparare   una   soluzione  standard  di  lavoro  di  PSP,
utilizzando   una   soluzione   madre   USA,  fino  ad  ottenere  una
concentrazione  di  µg/ml.  Si  ottiene  portando  1  ml di soluzione
standard  madre  a  100  ml con acqua distillata. Questa soluzione e'
stabile numerose settimane a 3-4 oC.
    7.2 Calcolo del valore del C.F. (fattore di conversione).
    7.2.1  Si  diluiscono  aliquote di 10 ml di soluzione standard di
lavoro (1 µg/ml) con 10-15-20-25-30 ml di H2O. Il pH delle diluizioni
deve essere compreso fra 2 e 2,5.
    7.2.2  Viene scelta quella diluizione che iniettata in tre o piu'
topi  per  via  intraperitoneale alla dose di 1 ml determina la morte
degli animali in un tempo mediano di 5-7 minuti.
    7.2.3  La diluizione scelta viene provata con variazioni di +1 ml
di  H2O  (ad  esempio  se  10 ml di standard diluiti con 25 ml di H2O
uccidono i topi in 5-7 minuti, si provano soluzioni diluite 10 + 24 e
10 + 26). Si inietta un gruppo di topi con 1 ml di ciascuna delle 2 o
3  diluizioni  che  determinano  la  morte  nel  tempo mediano di 5-7
minuti.
    7.2.4  Si  inietta  una  dose  di  1  ml  a  ciascun topo per via
intraperitoneale  e  si determina il tempo di morte corrispondente al
tempo  trascorso  fra l'esecuzione della iniezione e l'ultimo respiro
del topo.
    7.2.5  Si  ripete  la  prova  1  o  2 giorni piu' tardi usando le
diluizioni  preparate  come  sopra  descritto,  che  differiscono per
variazioni di + 1 ml di H2O rispetto alla diluizione usata.
    7.2.6  Si  ripete poi l'intero test partendo con nuove diluizioni
ottenute  dalla  soluzione  standard  di  lavoro  (1 µg/ml) preparata
fresca prima dell'uso.
    7.2.7  Si calcola il tempo mediano di morte per ciascun gruppo di
10  topi  utilizzati  e  per  ciascuna delle diluizioni preparate. Se
tutti  i  gruppi  di 10 topi iniettati con qualunque diluizione danno
tempi  mediani di morte minore di 5 o minore di 7 minuti non si tiene
conto  dei  risultati  di  questa  diluizione nei calcoli successivi.
D'altra  parte, se anche per uno solo dei gruppi di 10 topi iniettati
con  una  qualsiasi  diluizione si verifica un tempo mediano di morte
compreso tra 5 e 7, minuti si includono nei calcoli tutti i gruppi di
10  topi  usati  con  questa  diluizione,  anche  se alcuni dei tempi
mediani di morte sono minore di 5 o minore di 7 minuti.
    7.2.8 Dal tempo mediano di morte per ciascun gruppo di 10 topi di
ciascuna  delle  diluizioni selezionate si determina il tempo mediano
di U.T./ml tramite la tabella 2.
    7.2.9 Si dividono i microgrammi di tossina calcolati per 1 ml per
le  U.T./ml  al  fine di ottenere il fattore di conversione (C.F.) il
quale esprime i microgrammi di tossina equivalenti ad 1 U.T.
    7.2.10  Si  calcola il valore medio del C.F. e si usa tale valore
come punto di riferimento per controllare le prove di routine.
    7.2.11  I  valori  di  C.F. possono variare in modo significativo
nell'ambito dello stesso laboratorio se le tecniche e i topi non sono
rigidamente controllati.
8. Uso dello standard per prove di routine sui molluschi.
    8.1 Si controlla periodicamente il valore del C.F.
    8.1.1  Se  i  molluschi  sono  analizzati  meno  di  una  volta a
settimana,  si  determina il valore del C.F. in ciascun giorno in cui
sono  effettuate le prove, iniettando 5 topi con opportune diluizioni
dello standard di lavoro.
    8.1.2   Se   le   prove  vengono  effettuate  in  giorni  diversi
nell'ambito   di  una  settimana,  e'  necessario  fare  soltanto  un
controllo  settimanale  con  diluizioni di standard tali che il tempo
mediano  di  morte  risulti  compreso tra 5 e 7 minuti. Il valore del
C.F.  cosi' determinato dovrebbe essere compreso nel valore medio del
C.F. ± 20%.
    8.1.3  Se  il controllo non cade in questo ambito, si completa un
gruppo  di 10 topi (aggiungendone 5 ai 5 gia' iniettati) e si inocula
un secondo gruppo di 10 topi con la stessa diluizione di standard.
    8.1.4  Si  media  il  valore  del  C.F. per il secondo gruppo con
quello  del  primo e si prende il risultato come nuovo valore di C.F.
Variazioni  del  C.F.  minore  di 20% rappresentano una significativa
modificazione della risposta dei topi alla tossina o alle tecniche di
laboratorio.  Modificazioni  di questo tipo richiedono un cambiamento
del valore del C.F.
    8.1.5 Controlli ripetuti del valore di C.F. di solito conducono a
risultati  compresi  in  una  variazione del ± 20%. Se si riscontrano
frequentemente  variazioni  piu' ampie sarebbe opportuno procedere ad
un  controllo  di tutta la tecnica prima di continuare con le normali
prove di routine.
                                                 Tabella 2

              ---->  Vedere Tabella 2 di pag. 21  <----

                                                 Tabella 3

              ---->  Vedere Tabella 3 di pag. 22  <----

                    METODO PER L'IDENTIFICAZIONE
               E LA DETERMINAZIONE DELL'ACIDO DOMOICO
                 NEI MOLLUSCHI EDULI LAMELLIBRANCHI
1. Scopo e campo di applicazione.
    Il    metodo    descritto   permette   l'identificazione   e   la
determinazione dell'acido domoico nei molluschi eduli lamellibranchi.
Il limite di rivelazione del metodo e' di 0,2 µg di acido domoico per
g di tessuto edibile.
2. Principio del metodo.
    L'acido  domoico  e'  estratto  dalla  polpa  dei  molluschi  con
soluzione  metanolo: acqua,  1:1  (v:v), e, dopo ultrafiltrazione, e'
determinato mediante cromatografia liquida ad alta risoluzione (HPLC)
su   colonna   C18,  con  rivelazione  spettrofotometrica  UV,  alla
lunghezza d'onda di 242 nm.
3. Reagenti.
    3.1   Tutti  i  reagenti  impiegati  devono  essere  di  qualita'
analitica.
    3.2 L'acqua usata deve essere bidistillata.
    3.3 Acetonitrile.
    3.4 Acido domoico.
    3.5 Metanolo.
    3.6 Acido trifluoroacetico (TFA) per spettroscopia.
4. Apparecchiature.
    4.1 Vetreria di laboratorio.
    4.2 Bilancia tecnica.
    4.3 Bilancia analitica.
    4.4 Omogeneizzatore a lame rotanti.
    4.5 Omogeneizzatore ad immersione.
    4.6 Centrifuga.
    4.7  Unita' filtro di tipo Millipore Ultrafree-MC, membrana PLGC,
a basso assorbimento, da 10.000 NMWL, o unita' filtro equivalenti.
    4.8 Sistema per degassaggio eluenti.
    4.9 Pompa per HPLC.
    4.10 Valvola d'iniezione con loop fisso.
    4.11 Sistema di termostatazione colonne.
    4.12 Pre-colonna per HPLC impaccata con 5 µm di ODS.
    4.13  Colonna  analitica per HPLC (250 x 4.6 mm), impaccata con 5
µm di ODS, termostatata a 40o C (4.11).
    4.14 Rivelatore spettrofotometrico UV.
    4.15 Sistema per l'acquisizione e l'elaborazione dei dati.
5. Soluzioni.
    5.1 Soluzione acetonitrile: acqua, 10:90 (v:v).
    5.2  Soluzione  concentrata  di acido domoico [100 µg/ml]. Pesare
0,5  mg  di acido domoico (3.4) e disciogliere in 5,0 ml di soluzione
acetonitrile: acqua, 10:90 (v:v) (5.1).
    5.3 Soluzioni di riferimento. Diluire la soluzione concentrata di
acido  domoico  (5.2)  con soluzione acetonitrile: acqua, 10:90 (v:v)
(5.1)  in  modo da ottenere soluzioni di concentrazioni di 0,4 µg/ml,
2,0 µg/ml, 4,0 µg/ml e 8,0 µg/ml di acido domoico.
    5.4 Soluzione estraente di acqua: metanolo, 1:1 (v:v).
    5.5  Fase  mobile. Miscelare 100 ml acetonitrile (3.3) con 400 ml
di  acqua  (3.2); aggiungere 0,2 ml TFA (3.6), e portare a volume con
acqua (3.2) in matraccio tarato da 1000 ml. Assicurare il degassaggio
della fase mobile.
6. Procedimento.
6.1 Preparazione dei campioni.
    6.1.1  Pulire  esternamente,  lavandoli con acqua, i molluschi da
analizzare.
    6.1.2   Aprire  i  molluschi  tagliando  i  muscoli  adduttori  e
rimuovere  i tessuti molli (polpa) del mollusco dalla conchiglia. Non
si  devono  usare  ne'  calore,  ne'  anestetici  prima  di aprire il
mollusco e nel corso dell'operazione bisogna evitare di danneggiare o
tagliare il corpo.
    6.1.3  Prelevare  un  campione  di  ca.  100 g di polpa (6.1.2) e
trasferirlo  su  una  retina  di  plastica,  lasciando  scolare per 5
minuti.
    6.1.4  Omogeneizzare  il  campione  (6.1.3) con omogeneizzatore a
lame rotanti (4.4).
    Nota:  Conservare la polpa residua (6.1.3) a temperatura minore o
uguale a -10 oC.
6.2 Estrazione.
    6.2.1  Pesare  accuratamente  un'aliquota  di  4  g  di  campione
omogeneizzato   (6.1.4)  e  trasferirla  in  un  tubo  da  centrifuga
graduato.
    6.2.2  Aggiungere  all'omogeneizzato (6.2.1) 16,0 ml di soluzione
estraente  (5.4)  ed estrarre con omogeneizzatore ad immersione (4.5)
per 3 mm a 10.000 rpm.
    6.2.3  Centrifugare  (4.6)  l'estratto  (6.2.2) a 3000 rpm per 10
min.
6.3 Ultrafiltrazione.
    6.3.1  Prelevare dalla fase liquida (6.2.3) un'aliquota di 0,1 ml
e trasferirla nell'unita' di ultrafiltrazione (4.7).
    6.3.2 Ultrafiltrare centrifugando per 30 minuti a 9000 rpm.
    Note:   Analizzare   l'estratto  filtrato  (6.3.2)  in  un  breve
intervallo di tempo.
    Conservare  gli  estratti  residui (6.3.1) a temperatura minore o
uguale a -10 oC.
6.4 Determinazione HPLC-UV.
    6.4.1 Condizioni cromatografiche:
      separazione mediante eluizione isocratica, a 40 oC (4.11);
      a fase mobile: (5.5);
      flusso: 1 ml/min;
      volume iniettato 20 µl;
      rivelazione spettrofotometrica a 242 nm.
    6.4.2 Costruzione della curva di taratura.
      Iniettare le soluzioni di riferimento (5.3);
      costruire una curva di taratura di tipo y = ax + b,
      dove: y = area del picco dell'acido domoico; x = concentrazione
della  soluzione  di  riferimento  (5.3)  in  µg/ml; a = coefficiente
angolare; b = intercetta sull'asse delle y.
    6.4.3  analisi  dei  campioni  per  la  ricerca di acido domoico:
iniettare  20  µl  di estratto filtrato (6.3.2) per la determinazione
HPLC-UV.
    Nota:  Eseguire  prima  di ogni serie analitica la determinazione
del "bianco-reagente" applicando l'intero metodo di analisi omettendo
la   porzione  di  campione  per  l'analisi.  Nel  cromatogramma  del
bianco-reagente  non  dovrebbero  essere presenti picchi interferenti
con l'acido domoico, oppure presenti a livelli trascurabili.
7. Identificazione.
    7.1 L'identificazione dell'acido domoico si ottiene per confronto
del  tempo  di  ritenzione  del  picco  del  campione  ed il tempo di
ritenzione del picco dello standard di acido domoico.
    7.2     Per    informazioni    supplementari    ricorrere    alla
co-cromatografia.
    7.2.1 Ripartire l'estratto (6.3.2) in 2 aliquote:
      a) su  un  aliquota  effettuare  direttamente la determinazione
HPLC-UV (6.4);
      b) addizionare  all'altra  aliquota  un  volume trascurabile di
soluzione  standard  di  acido  domoico  (5.2  o 5.3) in modo tale da
ottenere  una  concentrazione  finale  di acido domoico nell'estratto
pari  a  circa il doppio della concentrazione che si ritiene presente
nell'estratto in esame.
    7.2.2    L'identificazione    del    picco   dell'acido   domoico
nell'aliquota  (7.2.1.b) e' basata sulla presenza di un picco, la cui
area  incrementa,  rispetto  all'area  del  picco  dell'estratto  non
addizionato  (7.2.1,  a)  in  modo  proporzionale  alla  quantita' di
analita  addizionato.  La  larghezza del picco (7.2.1, b), misurata a
meta'  altezza,  deve essere 90-110 % della larghezza ottenuta per il
picco  dell'estratto  non  addizionato  (7.2.1,  a)  ed  il  tempo di
ritenzione   deve  coincidere  con  quello  del  picco  ottenuto  per
l'estratto non addizionato (7.2.1, a).
8. Determinazione.
    8.1   La   determinazione  quantitativa  e'  realizzata  mediante
interpolazione  dell'area  del picco dell'acido domoico nell'estratto
campione sulla curva di taratura (6.4.2).
    8.2  Per  campioni  ad elevate concentrazioni di acido domoico e'
opportuno procedere a diluizioni dell'estratto filtrato (6.3.2) prima
della   determinazione   cromatografica,  al  fine  di  ottenere  una
concentrazione  di  analita  compresa  nell'intervallo  di linearita'
verificato (6.4.2).
    8.3 Espressione dei risultati.
    La  concentrazione  C  di  acido  domoico,  espressa  µg di acido
domoico per g di polpa, e' calcolata secondo la seguente equazione:

              ---->  Vedere formula di pag. 23   <----

dove:
    y  = Area  del  picco  di  acido  domoico  dell'estratto campione
(6.4.3).
    b  = Intercetta della curva (6.4.2) sull'asse delle y.
    a  = Coefficiente angolare della curva di taratura (6.4.2).
    R in base m  = Recupero medio (%), calcolato come al punto 9.2.9.
    V  = Volume finale dell'estratto (6.2.2).
    m  = Massa in g dell'aliquota di campione (6.2.1).
    D  = Fattore  di  diluizione  (se e' stata operata una diluizione
dell'estratto) (8.2).
9. Valutazione del metodo.
    9.1 Limite di rivelazione.
    Il  limite di rivelazione del metodo, ca1colato con un S/N = 5:1,
e pari a 0,2 µg di acido domoico per g di polpa.
    9.2 Calcolo del recupero
    9.2.1  Valutare  il  recupero  del  metodo  effettuando  prove di
recupero  su  "biancocampione"  di  molluschi per il quale attraverso
precedenti   determinazioni   cromatografiche  sia  stata  dimostrata
l'assenza  del  picco  dell'acido  domoico  o  di picchi interferenti
nell'intorno del tempo di ritenzione dell'acido domoico.
    9.2.2  Preparare il bianco-campione come descritto in 6.1 fino ad
ottenere un omogeneizzato di bianco-campione.
    9.2.3  Suddividere il bianco-campione omogeneizzato (9.2.2) in un
numero  di aliquote corrispondenti ai livelli di fortificazione, piu'
un'aliquota per la prova in bianco.
    9.2.4 Fortificare le aliquote (9.2.3), ad eccezione dell'aliquota
destinata  alla  prova  in  bianco,  con  ridotti volumi di soluzione
concentrata  di  acido  domoico  (5.2)  in  modo  da ottenere in ogni
aliquota  una  diversa  concentrazione  di  acido domoico (livello di
fortificazione). I livelli di fortificazione devono essere almeno 2.
    9.2.5   Procedere  con  l'estrazione  e  l'analisi  dei  campioni
fortificati e della prova in bianco, come descritto in 6.2 - 6.4.
    9.2.6  Verificare  l'assenza  di  picchi  nell'intorno  tempo  di
ritenzione dell'acido domoico nella prova in bianco.
    9.2.7  Calcolare  il  recupero  in  percentuale (R), sui campioni
fortificati, come segue:

              ---->  Vedere formula di pag. 23   <----

dove:
    y   = Area  del  picco  di  acido  domoico dell'estratto campione
(6.4.3).
    b   = Intercetta della curva (6.4.2) sull'asse delle y.
    a   = Coefficiente angolare della curva di taratura (6.4.2).
    C   in   base   r  = Concentrazione   teorica  di  acido  domoico
nell'aliquota di campione fortificato (9.2.4).
    V  = Volume finale dell'estratto (6.2.2).
    m  = Massa in g dell'aliquota di campione (6.2.1).
    9.2.8.  Eseguire  le  prove  di  recupero, per ciascun livello di
fortificazione, in triplicato, per due giorni consecutivi (n maggiore
o uguale a 12).
    9.2.9 Stima dell'accuratezza e precisione.
    Analizzare  statisticamente i valori di recupero (9.2.7) ottenuti
nelle  diverse  prove  (9.2.8)  per  ottenere il recupero medio (R in
base m) e la deviazione standard del metodo.
    Nota:  Valori  indicativi  di recupero medio (%) per i livelli di
fortificazione  di  2  e 20 µg/g sono rispettivamente di 91,9 ± 6,2 e
96,3 ± 3,8 con un valore medio di 94,3 ± 5,3.
10. Sicurezza.
    L'acido  domoico e' una neurotossina e deve essere maneggiata con
cautela.
    Acetonitrile e metanolo sono solventi tossici e volatili.
    L'acido  trifluoroacetico e' tossico, volatile e corrosivo e deve
essere maneggiato sotto cappa.
    Tutte   queste  sostanze  sono  nocive  se  ingerite,  inalate  o
assorbite per via cutanea.
12. Riferimenti.
    Quilliam,  M.  A.,  Xie,  M., and Hardstoff, W. R. (1995) J. AOAC
Int. 78, 543-554.