(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
                                                  (di cui all'art. 1)
              ESTRAZIONE DEI FOSFATI SOLUBILI IN ACQUA
                      E CITRATO AMMONICO NEUTRO
1. Oggetto
    Il   presente   documento  fissa  le  modalita'  esecutive  e  le
condizioni  per  la  estrazione  in  sequenza dei fosfati solubili in
acqua  e  in citrato ammonico neutro operando sulla stessa pesata del
campione in esame.
2. Campo di applicazione
    Il  metodo  si  applica  a  tutti i concimi organo-minerali per i
quali  in etichetta venga dichiarata l'anidride fosforica solubile in
acqua  e  citrato  ammonico  neutro,  nonche' le singole solubilita',
qualora vengano dichiarate.
3. Principio
    I   fosfati   solubili   in   acqua   vengono  estratti  mediante
percolazioni  successive.  I  fosfati  solubili  in  citrato ammonico
neutro  vengono  estratti  a  caldo  dal  residuo dell'estrazione con
acqua, mediante la soluzione citrico ammoniacale.
4. Reattivi
    Nel    corso    dell'analisi   impiegare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reattivi  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Soluzione   neutra   di   citrato  ammonico  preparata  come
descritto  al  punto  4.1.  del Metodo 3.1.4. riportato nella Parte I
della  raccolta  dei  metodi  ufficiali di analisi (metodi di analisi
comunitari).
    4.2. Acido nitrico diluito 1 + 1.
5. Apparecchiatura
    5.1.  Imbuti  di  vetro  Ø 7,5  cm  con  insenature  interne  per
filtrazioni rapide, angolo 60.
    5.2. pHmetro.
    5.3. Matracci tarati da 500 ml.
    5.4.  Bagno termostatico capace di mantenere la temperatura di 65
oC,  munito  di  un adatto agitatore (vedere ad es. fig. 8 citata nel
metodo 3.1.4).
    5.5.  Filtri  rapidi  tipo  Supervelox  o equivalenti. In caso di
particellato  molto  fine ricorrere a filtri tipo Schleicher & Schüll
5892 Ø cm 9 o equivalenti.
6. Procedimento
    Pesare   1 g  (con  l'approssimazione  di  0,001 g)  di  campione
preparato  secondo quanto previsto dal Metodo 1 riportato nella Parte
I della raccolta dei metodi ufficiali d'analisi.
    6.1. Estrazione dei fosfati solubili in acqua.
    Trasferire  il  campione  sul  filtro  tarato da 9 cm di diametro
(5.5.),  convenientemente  preparato sull'imbuto (5.1.), e lavare per
gravita'  con acqua mediante piccole aliquote successive fino a circa
400 ml di filtrato; raccogliere il filtrato in un matraccio da 500 mL
(5.3.) contenente 5 mL di HNO in base 3 (4.2.).
    Lasciare  che  ciascuna  frazione  di liquido passi completamente
attraverso il filtro prima di effettuare la nuova aggiunta. Terminato
l'ultimo   lavaggio,   rimuovere  il  filtro  contenente  il  residuo
insolubile  in  acqua;  lavare l'imbuto con acqua, portare a volume e
agitare. L'operazione descritta deve avvenire entro 1 ora.
    6.2. Estrazione dei fosfati solubili in citrato.
    6.2.1. Preparazione dell'estratto citro-ammoniacale.
    Dopo il trattamento con acqua, entro 1 ora trasferire il filtro e
il  residuo,  ottenuti a seguito dell'estrazione 6.1. in una beuta da
mL  200  o  250 contenente mL 100 della soluzione di citrato ammonico
(4.1.)  previamente scaldata a 65 oC. Chiudere ermeticamente la beuta
con un tappo di gomma tenera, agitare vigorosamente, poi togliere per
un  momento il tappo per equilibrare la pressione. Immergere la beuta
nel  bagnomaria (5.4.) e fissarla all'agitatore. Durante l'agitazione
il  livello della sospensione nella beuta dovra' costantemente essere
al  di  sotto  del  livello  dell'acqua  del bagnomaria. L'agitazione
meccanica  sara' tale da mantenere sempre in sospensione il materiale
(N.B.:  in mancanza di un agitatore meccanico, si puo' agitare a mano
ogni 5 minuti).
    Esattamente  1  ora  dopo  l'aggiunta  del  filtro e del residuo,
togliere  la  beuta  dal  bagnomaria  e filtrare immediatamente su un
filtro  tarato  da 9 cm di diametro (5.5.) convenientemente preparato
su  imbuto  in vetro (5.1.), in un matraccio tarato da 500 mL (5.3.).
Al  fine  di un recupero quantitativo, lavare il filtro ed il residuo
rimasti  ancora  nella  beuta  di  estrazione con piccole aliquote di
acqua  a 65 oC, fino a 400 ml di filtrato, trasferendo ogni volta sul
filtro  di  raccolta, assicurandosi che il filtro rimasto nella beuta
sia  completamente  schiarito  al  termine  dei  lavaggi  da tutte le
sostanze    coloranti    eventualmente    provenienti   dal   concime
organo-minerale.    Al   termine   dell'ultimo   lavaggio,   lasciare
raffreddare  e poi portare a volume con acqua e agitare. Un eventuale
intorbidamento  che  dovesse verificarsi durante o dopo i lavaggi con
acqua,  dovuto  a  fenomeni  di  idrolisi,  non ha importanza ai fini
dell'esattezza  dell'analisi  e  vi  si potra' ovviare aggiungendo al
filtrato,  prima di portare a volume, 1-2 mL di acido nitrico diluito
(4.2.).
    6.3. Dosaggio.
    Prelevare  con  pipetta di precisione uguali aliquote di estratto
acquoso  (6.1.)  e  di  estratto  in  citrato  (6.2.) in modo che, in
totale,  la  quantita'  di P in base 2 O in base 5 presente sia circa
pari  a  0,010 g  e  poi  procedere  alla  determinazione dei fosfati
secondo  il  Metodo n. 3.2 riportato nella Parte I della raccolta dei
metodi ufficiali di analisi.
    6.4. In  tabella  1 vengono riportate le aliquote da prelevare in
funzione dei titoli dichiarati in P in base 2 O in base 5 solubile in
acqua e citrato ammonico neutro dei concimi organominerali.
                                                            Tabella 1


====================================================================
              |        |  Diluizione in mL |  Prelievi degli |
              |        |                   |  estratti in mL |
% P in base 2 | Pesata |-------------------|-----------------|Totale
 O in base 5  | in g   |         |         |        |  in    |  mL
 dichiarato   |        |  acqua  | citrato |acquoso |citrato |
              |        |         |         |        | neutro |
--------------|--------|---------|---------|--------|--------|------
  5-10....    |   1    |   500   |   500   |   50   |   50   | 100
 10-25....    |   1    |   500   |   500   |   25   |   25   |  50
  > 25....    |   1    |   500   |   500   |   10   |   10   |  20

               DETERMINAZIONE DI CADMIO, CROMO, RAME,
                        NICHEL E ZINCO TOTALI
1. Oggetto
    Il  presente  documento  fissa un metodo per la determinazione di
cadmio,  cromo,  rame, nichel e zinco estraibili mediante trattamento
con acqua regia.
2. Campo di applicazione
    Il metodo e' applicabile ai concimi nazionali, agli ammendanti ed
ai correttivi.
3. Principio
    La  solubilizzazione  dei  metalli viene effettuata con soluzione
nitrico-cloridrica a caldo.
    La  determinazione dei metalli estratti viene effettuata mediante
spettrometria di assorbimento atomico con atomizzazione in fiamma.
    Gli  elementi  normalmente  presenti nei fertilizzanti non creano
significative interferenze in questa determinazione.
4. Reattivi
    Nel    corso    dell'analisi   impiegare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reattivi  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Acido cloridrico concentrato HC1 al 37% (rho = 1,186)
    4.2. Acido cloridrico, soluzione 1:1
    Diluire 500 mL di acido cloridrico (4.1) con 500 mL di acqua.
    4.3. Acido cloridrico, soluzione 10 mL/L.
    Diluire  10  mL di acido cloridrico (4.1.) in un matraccio tarato
da 1000 mL con acqua fino a volume.
    4.4.   Acido   nitrico   concentrato,  HNO  in  base  3,  al  65%
(rho = 1,40)
    4.5. Acido nitrico, soluzione 1:1
    Diluire 500 mL di acido nitrico (4.4.) con 500 mL di acqua.
    4.6. Acido nitrico, soluzione 10 mL/L:
    Diluire  10  mL di acido nitrico (4.4.) in un matraccio tarato da
1000 mL con acqua fino a volume.
    4.7. Soluzione di lantanio (10 g/L).
    Utilizzare  tale  reattivo per il dosaggio dello zinco. Porre, in
un  matraccio tarato da 1 L, 11,73 g di lantanio ossido (La in base 2
O  in  base  3),  unitamente a 150 mL di acqua. Aggiungere quindi con
cautela  100  mL  di  acido  cloridrico  al  37 % (4.1.), mescolare e
portare a volume di 1 L con acqua.
    4.8. Cadmio, soluzione di riferimento a 1000 mg/L di Cd.
    Pesare  1,000  g di cadmio metallico purissimo in un bicchiere da
250  mL. Addizionare lentamente 50 mL di acido cloridrico 1:1 (4.2.),
far reagire a temperatura ambiente per 30 min. e quindi completare la
dissoluzione   ponendo  il  bicchiere  su  piastra  calda.  Travasare
quantitativamente  in  un  matraccio  tarato  da  1000 mL e portare a
volume con acido cloridrico 10 mL/L (4.3.). Tappare ed omogeneizzare.
    4.9. Cromo, soluzione di riferimento a 1000 mg/L di Cr.
    Pesare  3,735 g di potassio cromato, (K in base 2 CrO in base 4),
previamente essiccato a 130 oC per due ore, in un matraccio tarato da
1000  mL,  solubilizzare  e  portare  a  volume con acqua. Tappare ed
omogeneizzare.
    4.10. Rame, soluzione di riferimento a 1000 mg/L di Cu.
    Pesare  1,000  g  di  rame metallico purissimo in un bicchiere da
250 mL, addizionare lentamente 50 mL di acido nitrico 1:1 (4.5.), far
reagire  a  temperatura  ambiente  per 30 min. e quindi completare la
dissoluzione   ponendo  il  bicchiere  su  piastra  calda.  Travasare
quantitativamente  in  un  matraccio  tarato  da  1000 mL e portare a
volume con acido nitrico 10 mL/L (4.6.). Tappare ed omogeneizzare.
    4.11. Nichel, soluzione di riferimento a 1000 mg/L di Ni.
    Pesare  1,000  g di nichel metallico purissimo in un bicchiere da
250 mL, addizionare lentamente 50 mL di acido nitrico 1:1 (4.5.), far
reagire  a  temperatura  ambiente  per 30 min. e quindi completare la
dissoluzione   ponendo  il  bicchiere  su  piastra  calda.  Travasare
quantitativamente  in  un  matraccio  tarato  da  1000 mL e portare a
volume con acido nitrico 10 mL/L (4.6.). Tappare ed omogeneizzare.
    4.12. Zinco, soluzione di riferimento a 1000 mg/L di Zn.
    Pesare  1,000  g  di zinco metallico purissimo in un bicchiere da
250 mL,  addizionare lentamente 50 mL di acido cloridrico 1:1 (4.2.),
far reagire a temperatura ambiente per 30 min. e quindi completare la
dissoluzione   ponendo  il  bicchiere  su  piastra  calda.  Travasare
quantitativamente  in  un  matraccio  tarato  da  1000 mL e portare a
volume con acido cloridrico 10 mL/L (4.3.). Tappare ed omogeneizzare.
    Nota: E' possibile utilizzare, in alternativa, soluzioni standard
in  commercio  a titolo garantito (1000 mg/L) di cadmio, cromo, rame,
nichel e zinco.
    4.13. Soluzioni di riferimento intermedie.
    Prelevare,   con   buretta  di  precisione,  dalle  soluzioni  di
riferimento, le aliquote indicate nella seconda colonna della tabella
1  ponendole  in  un  solo  matraccio da 500 mL. Portare a volume con
acqua,  tappare  ed  omogeneizzare. La soluzione cosi' ottenuta ha le
concentrazioni indicate nella terza colonna della tabella 1.
                                                            Tabella 1
                 SOLUZIONE DI RIFERIMENTO INTERMEDIA

=====================================================================
     Soluzione di     |Aliquota da prelevare |    Concentrazione
     riferimento      |         (mL)         |       raggiunta
=====================================================================
        4.8.          |         12,5         |      25 mg/L Cd
---------------------------------------------------------------------
        4.9.          |         25,0         |      50 mg/L Cr
---------------------------------------------------------------------
        4.10.         |         25,0         |      50 mg/L Cu
---------------------------------------------------------------------
        4.11.         |         25,0         |      50 mg/L Ni
---------------------------------------------------------------------
        4.12.         |         12,5         |      25 mg/L Zn

    4.14 Soluzioni di riferimento finali.
    Prelevare,  con  buretta di precisione, dalle soluzioni riportate
in  4.13.,  le  tre  aliquote  indicate  in  tabella  2, ponendole in
altrettanti matracci tarati da 500 mL.
    Addizionare a ciascun matraccio 1 mL di acido nitrico concentrato
(4.4.).
    Nel caso della soluzione 4.12., addizionare 10 mL di soluzione di
lantanio 10 g/L (4.8.).
    Portare  quindi  a  volume  di  500  mL  con  acqua.  Tappare  ed
omogeneizzare.
    Le  soluzioni ottenute sono stabili per circa un mese ed hanno le
concentrazioni indicate nella tabella 2.
                                                            Tabella 2
       SOLUZIONI DI RIFERIMENTO FINALI


==============================================
            | Concentrazione raggiunta, mg/L
            |---------------------------------
Metallo     |   Aliquota da prelevare
            |---------------------------------
            | 10 mL  |   20 mL  |   40 mL
------------|--------|----------|-------------
 Cd....     |  0,5   |   1,0    |   2,0
 Cr....     |  1,0   |   2,0    |   4,0
 Cu....     |  1,0   |   2,0    |   4,0
 Ni....     |  1,0   |   2,0    |   4,0
 Zn....     |  0,5   |   1,0    |   2,0

5. Apparecchiatura
    Tutta  la vetreria graduata utilizzata per l'esecuzione di questa
analisi  deve  avere  una  precisione certificata almento equivalente
alla classe "B", meglio se di classe "A".
    5.1. Piastra riscaldante.
    5.2. Refrigerante di Liebig.
    5.3. Spettrofotometro   per   assorbimento   atomico,  dotato  di
correttore del fondo.
    5.4. Lampade e catodo cavo per gli elementi da determinare.
    5.5. Gas  per  l'alimentazione della fiamma (aria o protossido di
azoto e acetilene).
6. Procedimento
    6.1. Dissoluzione del campione
    Pesare  5  g  di  campione, preparato secondo quanto previsto dal
Metodo A riportato nella Parte II della raccolta dei metodi ufficiali
di  analisi,  in beuta di Erlenmeyer da 250 mL con collo smerigliato,
umettare  il campione con pochi mL di acqua, addizionare 21 mL di HC1
(4.1.) e 7 mL di HNO in base 3 (4.4.).
    Applicare il refrigerante (5.2.) e lasciare a riposo una notte.
    Scaldare  per  due  ore  su piastra (5.1.) in modo che la zona di
riflusso  si  collochi  a  circa  1/3 della lunghezza della canna del
refrigerante.
    Interrompere  il  riscaldamento, lasciare a riposo fino a cessata
ebollizione  e  lavare  la  canna del refrigerante con 10 mL di acido
nitrico  soluzione  (4.6). Travasare quantitativamente la sospensione
in  matraccio  tarato  da  100 mL, raffreddare e portare a volume con
acqua.
    Omogeneizzare  accuratamente,  lasciare decantare e sottoporre ad
analisi la fase liquida.
    Preparare  contemporaneamente  una  prova  in  bianco  con i soli
reagenti.
    6.2. Curva di taratura
    Preparare  la  curva  di  calibrazione  utilizzando  le  seguenti
lunghezze d'onda:
      Cadmio..  228,8 nm
      Cromo...  357,9 nm
      Rame....  324,8 nm
      Nichel..  232,0 nm
      Zinco...  213,9 nm
    Predispone sullo strumento la lampada specifica per l'elemento da
dosare selezionando la lunghezza d'onda sopra riportata.
    Azzerare lo spettrofotometro con una soluzione preparata diluendo
1 mL di acido nitrico concentrato (4.4.) a 500 mL con acqua.
    Rilevare  di seguito le assorbanze delle soluzioni di riferimento
e  costruire la curva di taratura riportando su carta millimetrata in
ordinata le assorbanze ed in ascissa le relative concentrazioni.
    Avvertenze:   Per  l'analisi  del  cromo  utilizzare  una  fiamma
protossido  di  azotoacetilene,  Per  gli  altri  elementi  la fiamma
aria-acetilene.
    Definire  per  lo  strumento  in  dotazione  condizioni  tali  da
rispettare  la  proporzionalita' tra l'assorbanza e la concentrazione
delle soluzioni di cui al punto 4.14.
    6.3. Dosaggio
    Rilevare  di  seguito le assorbanze delle soluzioni in esame dopo
avere effettuato, se necessario, le eventuali diluizioni.
    Riportare  i  valori  di assorbanza sulla curva di calibrazione e
leggere i corrispondenti valori di concentrazione.
7. Espressione dei risultati
    La  quantita' di metalli estratti, presente nel campione in esame
ed  espressa come milligrammi di singolo metallo (C) per chilogrammo,
viene calcolata applicando la seguente espressione:


         A · V · D · 1000
    C = -----------------
                P
dove:

  C = concentrazione del metallo nel campione, espressa in mg/kg;
  A = concentrazione del metallo, espressa in mg/L, ricavata
      dalla curva di calibrazione;
  V = volume, espresso in litri, della soluzione in esame (= 0,1);
  D = fattore di diluizione;
  P = massa del campione sottoposto ad analisi, espressa in grammi.

Nota:
    Riportare  il  dato  analitico  con  una  cifra  decimale  se  la
concentrazione e' compresa tra 1 e 20 mg/kg.
    Riportare   il   dato   analitico  senza  cifra  decimale  se  la
concentrazione e' superiore a 20 mg/kg.
8. Limiti di rilevabilita'
    Nelle  condizioni di riferimento riportate nel presente metodo, i
limiti di rilevabilita' sono i seguenti:
      Cadmio..  1 mg/kg
      Cromo...  8 mg/kg
      Rame....  2 mg/kg
      Nichel..  8 mg/kg
      Zinco...  1 mg/kg
                  DETERMINAZIONE DEL PIOMBO TOTALE
                          NEI FERTILIZZANTI
1. Oggetto
    Il  presente  documento fissa un metodo per la determinazione del
piombo  totale, considerando come tale il piombo estraibile con acqua
regia.
2. Campo di applicazione
    Il metodo e' applicabile ai concimi nazionali, agli ammendanti ed
ai correttivi.
3. Principio
    La  solubilizzazione  del  metallo viene effettuata con soluzione
nitrico-cloridrica a caldo.
    La  determinazione del metallo estratto viene effettuata mediante
spettrometria di assorbimento atomico con atomizzazione in fiamma.
4. Reattivi
    Nel    corso   dell'analisi   utilizzare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reagenti  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Acido cloridrico, HC1, al 37% (rho = 1,186).
    4.2. Acido nitrico, HNO in base 3, al 65% (rho = 1,40).
    4.3. Acido nitrico, HNO in base 3, soluzione 1:1.
    Diluire 500 mL di HNO in base 3 (4.2.) con 500 mL di acqua.
    4.4. Acido nitrico, HNO in base 3, soluzione 10 mL/L
    Diluire  10 mL di HNO in base 3, (4.2.) in un matraccio tarato da
1000 mL con acqua sino a volume.
    4.5. Piombo, soluzione standard a 1000 mg/L di Pb.
    Pesare  g  1  di  piombo metallico purissimo con la precisione di
1 mg  e porlo in un becher da 250 mL. Addizionare lentamente 50 mL di
HNO  in  base  3  (4.3.),  far  reagire a temperatura ambiente per 30
minuti  e  quindi  completare  la  dissoluzione  ponendo il becher su
piastra  calda. Travasare quantitativamente in un matraccio tarato da
1000 mL  e  portare  a  volume  con  HNO  in base 3 (4.4.). Tappare e
omogeneizzare.
    Nota: E'  possibile  utilizzare,  in  alternativa,  una soluzione
standard di piombo in commercio a titolo garantito (1000 mg/L).
    4.6. Soluzione di riferimento intermedia
    Dalla  soluzione  (4.5.) prelevare con una buretta da 50 mL (div.
1/10),  50 mL  da  trasferire  in  un  matraccio da 500 mL. Portare a
volume  con  HNO  in  base  3  (4.4.)  ed omogeneizzare. La soluzione
contiene 100 mg/L di Pb.
    4.6.1. Soluzioni di riferimento finali
    Dalla   soluzione   4.6.  prelevare  con  una  buretta  da  50 mL
10-20-30 mL   da   trasferire  in  altrettanti  matracci  da  250 mL.
Addizionare  a  ciascun  matraccio  5 mL  di  HNO  in base 3 (4.2.) e
portare  a  volume  con acqua. Tappare ed omogeneizzare. Le soluzioni
ottenute  contengono rispettivamente 4-8-12 mg/L di Pb. Se conservate
in bottiglie di politene, le soluzioni sono stabili un mese.
5. Apparecchiatura
    5.1. Piastra riscaldante.
    5.2. Refrigerante di Liebig.
    5.3. Spettrofotometro  ad  assorbimento atomico dotato di sistema
di correzione del fondo.
    5.4. Lampada a catodo cavo per piombo.
    5.5. Gas  per l'alimentazione della fiamma (protossido di azoto -
acetilene).
6. Procedimento
    6.1. Preparazione del campione per l'analisi.
    Preparare  il  campione  secondo  quanto  previsto  dal  Metodo A
riportato  nella  Parte  II  della  raccolta  dei metodi ufficiali di
analisi.
    6.2. Dissoluzione del campione
    Pesare  5 g di campione in beuta da 250 mL con collo smerigliato,
umettare  il campione con pochi mL di acqua, addizionare 21 mL di HC1
(4.1.)  e  7  mL di HNO in base 3 (4.2.). Applicare il refrigerante e
lasciare  a riposo una notte. Scaldare per 2 ore su piastra (5.1.) in
modo  che la zona di riflusso si collochi a circa 1/3 della lunghezza
della canna del refrigerante. Interrompere il riscaldamento, lasciare
a   riposo   fino  a  cessata  ebollizione  e  lavare  la  canna  del
refrigerante   con   10  mL  di  HNO  in  base  3  (4,4.).  Travasare
quantitativamente   la   sospensione  in  un  matraccio  da  100  mL,
raffreddare e portare a volume con acqua.
    Omogeneizzare accuratamente, filtrare su filtro a basso contenuto
di ceneri scartando le prime frazioni filtrate e quindi sottoporre ad
analisi la fase limpida.
    Preparare contemporaneamente un bianco con i soli reattivi.
    6.3. Curva di taratura.
    Predisporre  sullo  strumento  la  lampada  specifica  del piombo
selezionando  la lunghezza d'onda di 217 nm ed attivare il sistema di
correzione  del  fondo.  Azzerare  lo  strumento  con la soluzione in
bianco.
    Rilevare  le assorbanze delle soluzioni di riferimento (4.6.1.) e
costruire  la  curva di taratura riportando su carta millimetrata, in
ordinata le assorbanze ed in ascissa le relative concentrazioni.
    6.4. Dosaggio.
    Rilevare  di  seguito le assorbanze delle soluzioni in esame dopo
avere effettuato, se necessario, le eventuali diluizioni.
    Riportare  i  valori  di  assorbanza  sulla  curva  di taratura e
leggere i corrispondenti valori di concentrazione.
7. Espressione dei risultati
    Il  contenuto  di  Pb  si  esprime  in  mg/kg, con arrotondamento
all'unita' e viene calcolato utilizzando la seguente espressione:


         A · V · D · 1000
   Pb = -----------------
                P
dove:

  A = concentrazione del metallo, espressa in mg/L, ricavata
      dalla curva di taratura;
  V = volume, espresso in litri, della soluzione in esame;
  D = fattore di diluizione;
  P = massa del campione sottoposto ad analisi, espressa
      in grammi.

8. Limiti di rilevabilita'
    Nelle   condizioni   standard   sopra  riportate,  il  limite  di
rilevabilita'  del  Pb  e'  pari a 8 mg/kg. Alla concentrazione di 30
mg/kg,   i   valori  di  analisi  replicate  devono  essere  compresi
nell'intervallo  30±  3 mg/kg. Nel caso di variabilita' piu' elevata,
occorre ripetere l'analisi ripartendo dalla pesata.
            RICONOSCIMENTO DI TORBE, LEONARDITI E LIGNITI
                          NEI FERTILIZZANTI
1. Oggetto
    Il  presente  documento  fissa un metodo per il riconoscimento di
torbe, leonarditi e ligniti nei fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
    Il metodo e' applicabile agli ammendanti organici naturali.
3. Principio
    Il   riconoscimento   si   basa   sulle  differenze  del  profilo
elettroforetico  ottenuto per isoelettrofocalizzazione della sostanza
organica estratta in sodio idrossido + sodio pirofosfato.
4. Reattivi
    Nel    corso   dell'analisi   utilizzare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reagenti  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Sodio idrossido, NaOH, > 99%.
    4.2. Sodio  pirofosfato decaidrato, Na in base 4 P in base 2 O in
base 7 · 10 H in base 2 O, > 99%.
    4.3. Soluzione di NaOH 0,1 M e Na in base 4 P in base 2 O in base
7 · 10 H in base 2 O 0,1 M.
    Pesare  4 g di NaOH (4.1.) e 44,6 g di Na in base 4 P in base 2 O
in base 7 (4.2.) con una precisione di 0,01 g e porli in un matraccio
tarato  da  1000  mL,  aggiungere circa 600 mL di acqua, agitare fino
alla  completa  dissoluzione, portare a volume. Questa soluzione deve
essere  conservata in un contenitore dotato di una chiusura ermetica.
Se correttamente conservata la soluzione ha una durata di 2 mesi.
    4.4. Acrilammide, CH in base 2 CHCONH in base 2, > 99,9%.
    4.5. N,N'-metilene bisacrilammide (Bis), CH in base 2 CHCONHCH in
base 2 NHCOCHCH in base 2, > 99,9%.
    4.6. Soluzione di acrilammide: Bis 37,5:1 (30%T, 2,6%C).
    Pesare  29,22  g di acrilammide (4.4.) e 0,78 g di Bis (4.5.) con
una  precisione  di 0,001 g e porli in un matraccio tarato da 100 mL,
aggiungere  circa  70 mL  di  acqua,  agitare  dolcemente  fino  alla
completa  dissoluzione, portare a volume, omogeneizzare perfettamente
e  filtrare su carta. Conservare in un contenitore in polietilene a +
4 oC al massimo per 30 giorni.
    4.7. Ampholine(r)  a  pH  3,5-5,0 Pharmacia LKB (80-1125-89), 0,4
g/mL.
    4.8. Ampholine(r)  pH  4,0-6,0  Pharmacia  LKB  (80-1125-90), 0,4
g/mL.
    4.9. Ampholine(r)  pH  6,0-8,0  Pharmacia  LKB  (60-1125-93), 0,4
g/mL.
    4.10. N,N,N',N'-tetrametiletilenediammina (TEMED), (CH in base 3)
in base 2 NCH in base 2 CH in base 2 N(CH in base 3) in base 2.
    4.11.Soluzione di TEMED al 3% v/v
    Diluire 6 mL di TEMED (4.10.) in un matraccio tarato da 50 mL con
acqua. Conservare al buio a +4o C al massimo per 2 mesi.
    4.12. Ammonio  persolfato, (NH in base 4) in base 2 S in base 2 O
in base 8, 98%.
    4.13. Soluzione di ammonio persolfato 1,5% p/v
    Pesare 0,15 g di ammonio persolfato (4.12.) con una precisione di
0,001  g, porli in un matraccio tarato da 10 mL, portare a volume con
acqua,  agitare  dolcemente fino alla completa dissoluzione del sale.
Questa soluzione deve essere preparata fresca ogni volta.
    4.14. Soluzione di sodio idrossido 0,2 M (catodo)
    Pesare  0,8  g  di  sodio  idrossido (4.1.) con una precisione di
0,001 g e metterlo in un matraccio tarato da 100 mL, portare a volume
con  acqua,  agitare  dolcemente  fino  alla  completa  dissoluzione.
Filtrare su carta e conservare in un contenitore di polietilene a + 4
oC al massimo per 2 mesi.
    4.15.  Acido  o-fosforico,  H  in  base  3 PO in base 4, 85% (rho
=1,71).
    4.16. Soluzione di acido o-fosforico 0,2 M (anodo)
    Diluire  1,35  mL  di  acido  o-fosforico (4.15.) in un matraccio
tarato  da  100  mL  con  acqua. Filtrare su carta e conservare in un
contenitore di polietilene a +4 oC al massimo per 2 mesi.
    4.17.  Repel-Silane(r)  ES,  dimetildiclorosilano  al 2% (p/v) in
ottometil ciclo-ottosilano, Pharmacia (17-1332-01).
    4.18. Etanolo, C in base 2 H in base 5 OH, 95 %.
    4.19. Acido acetico glaciale, CH in base 3 COOH, 100%.
    4.20.  Blu brillante R-250 Coomassie, C in base 45 H in base 44 N
in base 3 NaO7,S in base 2.
    4.21. Rame (II) solfato pentaidrato, CuSO in base 4.5 H in base 2
O, > 99,5%.
    4.22.  Soluzione colorante: Blue R-250 0,025%, CuSO in base 4 1%,
etanolo 15%, acido acetico 15%
    Pesare  10  g  di  CuSO  in  base 4 (4.21.) con una precisione di
0,01 g,  porli in un matraccio tarato da l .000 mL, aggiungere 400 mL
di  acqua,  agitare  dolcemente  fino  alla completa dissoluzione del
sale.  Pesare  0,25 g  di  Blue  R-250  (4.20.) con una precisione di
0,001 g e aggiungerlo al matraccio contenente la soluzione di CuSO in
base 4, aggiungere 150 mL di etanolo (4.18.), 150 mL di acido acetico
(4.19.),  agitare  con  un  agitatore  magnetico  rotante  fino  alla
completa  dissoluzione  del  colorante,  portare a volume con acqua e
omogeneizzare.  Filtrare  su  carta e conservare in un contenitore in
vetro  con  chiusura  ermetica.  Se  correttamente  conservata questa
soluzione  ha  una  durata  di  2  mesi,  ovvero deve essere comunque
sostituita dopo la colorazione di 5 piastre.
    4.23.  Soluzione fissante: Blue R-250 0,0025%, CuSO in base 4 1%,
etanolo 15%, acido acetico 15%.
    Pesare  10  g  di  CuSO  in  base 4 (4.21.) con una precisione di
0,01 g, mettere in un matraccio tarato da 1.000 mL, aggiungere 400 mL
di  acqua,  agitare  dolcemente  fino  alla completa dissoluzione del
sale.  Pesare  0,025  g  di  Blue R-250 (4.20.) con una precisione di
0,001 g e aggiungerlo al matraccio contenente la soluzione di CuSO in
base  4,  addizionare  150  mL  di  etanolo (4.18.) e 150 mL di acido
acetico (4.19.), agitare con un agitatore magnetico rotante fino alla
completa  dissoluzione  del  colorante,  portare  a volume con acqua.
Filtrare  su  carta  e  conservare  in  un  contenitore  in vetro con
chiusura  ermetica.  Se  correttamente conservata questa soluzione ha
una  durata di 2 mesi, ovvero deve essere comunque sostituita dopo la
colorazione di 5 piastre.
    4.24. Soluzione decolorante: etanolo 10%, acido acetico 10%.
    Diluire  100  mL  di  etanolo  (4.18.)  e 100 mL di acido acetico
(4.19.)  in  un  matraccio  tarato  da  l  .000 mL con acqua, agitare
dolcemente  fino  alla  completa  omogeneizzazione.  Conservare in un
contenitore  di  polietilene  con  chiusura ermetica al massimo per 2
mesi.
    4.25. Acido cloridrico, HC1, 35% (p/p).
    4.26. Soluzione di acido cloridrico 3 M.
    Diluire 250 mL di acido cloridrico (4.25.) in un matraccio tarato
da  l  .000  mL  con  acqua,  agitare  dolcemente  fino alla completa
omogeneizzazione.  Conservare  in  un  contenitore di polietilene con
chiusura ermetica al massimo per 2 mesi.
5. Apparecchiatura
    5.1. Tubi   da  dialisi  in  cellulosa  rigenerata  con  pori  di
dimensioni molecolari nominali di 1.000 daltons.
    5.2. Liofilizzatore.
    5.3. Lastre in vetro 125x260x3 mm.
    5.4. Lastre  in  vetro  125x260x3  mm  con  guarnizione a U dello
spessore di 0,5 mm.
    5.5. Pinze  (n.  4)  con  guarnizioni  in  gomma per lastre dello
spessore 0,5 mm.
    5.6. GelBond(r) PAG film, 124x258 mm, con una superficie idrofila
ed una idrofoba, Pharmacia (80-1129-36).
    5.7. Cella  elettroforetica  orizzontale con piatto refrigerabile
in ceramica 210x270 mm ed elettrodi al platino.
    5.8. Criostato  a  circolazione  di  acqua del tipo con capacita'
refrigerante  200  W  a  5 oC,  capacita'  pompa:  pressione 0,3 bar,
flusso = 12 L/min, intervallo di lavoro: -10 ÷ + 90 oC.
    5.9. Alimentatore,  intervallo  di  tensione: 35-3500 V, corrente
massima: 400 mA, potenza massima 200 W.
    5.10. IEF electrode strip, Pharmacia (18-1013-73).
    5.11. pHmetro dotato di elettrodo per misure di superficie.
    5.12. Densitometro laser (lambda = 633 nm).
    5.13. Fogli di cellophane 210x320 mm, Pharmacia (80-1129-38).
6. Procedimento
    6.1 Preparazione del campione per l'analisi.
    Preparare  il  campione  secondo  quanto  previsto  dal  Metodo A
riportato  nella  Parte  II  della  raccolta  dei metodi ufficiali di
analisi.
    6.2 Estrazione della sostanza organica.
    Estrarre la sostanza organica secondo quanto previsto dal decreto
ministeriale  21 dicembre  2000  "Metodi  ufficiali  di  analisi  dei
fertilizzanti.  Supplemento  n.  6"  Gazzetta  Ufficiale n. 21 del 26
gennaio 2001.
    6.3 Purificazione della sostanza organica estratta.
    Neutralizzare  20  mL  di estratto (6.2.) con HC1 (4.26.), quindi
porre  la  soluzione in un tubo da dialisi (5.1.) lungo circa 30 cm e
immergere  un'estremita'  all'interno  di una vasca contenente acqua.
Cambiare  l'acqua  della  vasca  ogni  12  ore  per  almeno 3 giorni.
Controllare  il  termine della dialisi verificando con una cartina al
tornasole  che  il ph dell'estratto contenuto nel tubo e quello della
acqua  nella  vasca  siano uguali. Terminata la dialisi, liofilizzare
(5.2.)  la  sostanza  organica  estratta e purificata. Pesare 5 mg di
liofilizzato,porli  in  una  microprovetta tipo Eppendorf da 1,5 mL e
aggiungere  l  mL di acqua, agitare dolcemente fino alla dissoluzione
del  liofilizzato,  conservare  a  -16 oC.  I campioni possono essere
conservati fino a 2 mesi.
    6.4 Preparazione della piastra.
    Fare  aderire  alla lastra in vetro (5.3.) la faccia idrofoba del
supporto  per  gel  tipo  GelBond  (5.5.)  con  alcune gocce d'acqua.
Montare  la  piastra  unendo  la  faccia trattata con il Repel silane
(4.18.) della lastra dalla guarnizione a U (5.4.) con la faccia della
lastra  di  vetro  (5.3.)  dove  e'  stato  fatto  aderire il GelBond
bloccando la piastra con le apposite pinze (5.5.).
    6.5. Preparazione del gel di poliacrilammide (5%T, 2,6%C).
    In  una beuta da 150 mL mettere nell'ordine: 4,15 mL di soluzione
di  acrilammide-Bis (4.7.), 0,72 mL di Ampholine 3,5-5,0 (4.8.), 0,24
mL di Ampholine 4,0-6,0 (4.9.), 0,24 mL di Ampholine 6,0-8,0 (4.10.),
0,35  mL  di soluzione di TEMED (4.12.), 18,4 mL di acqua e 0,9 mL di
soluzione  di ammonio persolfato (4.14.); mescolare bene per circa un
minuto  senza  provocare  la  formazione  di bolle d'aria all'interno
della  soluzione,  eventualmente  insufflare  azoto  per  un  minuto.
Versare molto lentamente la soluzione nella fessura della piastra con
una  pipetta  o  una  siringa evitando la formazione di bolle d'aria.
Lasciare  gelificare  al  buio,  a  temperatura  ambiente  per l ora.
Conservare al buio a +4 oC al massimo per 48 ore.
    6.6. Isoelettrofocalizzazione.
    Reidratare  il  gel  (6.5.)  versando  alcune gocce d'acqua nella
fessura della piastra.
    Disporre il gel nella cella elettroforetica (5.7.) mantenendola a
+2  oC con il criostato (5.8.), disporre sul gel due strisce di strip
(5.10.)  ai  due  bordi  lunghi del gel, una (catodo) imbibita con la
soluzione  di  sodio  idrossido  (4.15.)  e  l'altra  (anodo)  con la
soluzione  di  acido fosforico (4.17.), collegare gli elettrodi della
cella  con gli strip e chiudere il circuito. Accendere l'alimentatore
(5.9.) della cella e impostare le seguenti condizioni di precorsa:
      - tensione (massima): 1.200 V;
      - intensita': 0,9 mA/cm;
      - potenza: 0,6 W/cm;
      - tempo: 3 ore.
    Trascorse  le  3  ore  di precorsa, interrompere l'alimentazione,
disporre  sul gel, a circa 0,5 cm dallo strip contenente la soluzione
di  sodio  idrossido (catodo), dei rettangoli di strip lunghi circa 1
cm  e  distanti  l'uno  dall'altro  circa 0,5 cm, deporre 20-50 µL di
campione (6.3.), portare a completa imbibizione i rettangoli di strip
con  acqua,  rimontare la cella, riaccendere l'alimentare e impostare
le seguenti condizioni di corsa:
      - tensione (massima): 1.200V;
      - intensita': 0,9 mA/cm;
      - potenza: 0,6 W/cm;
      - tempo: 2 ore.
    Trascorse  le 2 ore interrompere l'alimentazione, togliere il gel
dalla  cella  e  misurare,  con  il  piaccametro (5.11.), il pH della
superficie del gel facendo letture ad intervalli di 0,5 cm dall'anodo
verso  il  catodo,  registrare  i  valori delle letture e la distanza
dall'anodo.
    6.7. Colorazione del gel
    Riempire  una  vaschetta  con  la  soluzione  colorante (4.23.) e
immergervi  il  gel,  agitare  dolcemente  per  1  ora, sostituire la
soluzione  colorante  con  quella fissante (4.24.) agitare dolcemente
per  l2 ore, togliere la soluzione fissante ed eliminare il colorante
in eccesso con ripetuti lavaggi con la soluzione decolorante (4.24.).
    6.8. Scansione del gel
    Misurare  l'intensita'  delle  bande colorate con un densitometro
laser (5.12.) (lambda = 633 nm) e registrare il profilo dall'anodo al
catodo.
    6.9. Conservazione del gel
    Avvolgere  il  gel  nella  apposita  busta  di cellophane (5.13.)
facendo  attenzione  a  formare  il  minor  numero possibile di bolle
d'aria,  seccarlo  all'aria  mantenendolo  sotto  tensione per alcuni
giorni  e  conservare  il  gel seccato in ambiente pulito e secco. Se
correttamente  seccato e conservato il gel mantiene le bande colorate
per 1 anno.
7. Espressione dei risultati
    Il  riconoscimento  di  torbe,  leonarditi  e ligniti si basa sul
confronto dei rispettivi profili di elettrofocalizzazione a 633 nm.
    Le  torbe (Fig. 1) sono caratterizzate da una banda molto intensa
a  pH  3,5,  seguita da una poco intensa a pH 3,8 (regione A) e da un
gruppo  di  bande (almeno 5 ben distinte) a pH compreso tra 4,0 e 4,4
(regione  B);  non  sono  presenti  bande intense e ben focalizzate a
pH > 4,4  (regione  C).  Le  regioni  A  e  B  sono  quelle che hanno
la maggiore area relativa del profilo elettroforetico (Tab. 1).
    Le  leonarditi  (Fig.  1) presentano una banda molto intensa a pH
3,5,   seguita   da   una   poco   intensa  a  pH  3,8  (regione  A);
nell'intervallo  di  pH  compreso  tra  pH 3,8 e 4,4 (regione B) sono
presenti  un gruppo di bande ben focalizzate (almeno 5), fra le quali
quella   a   pH maggiore  e'  sempre  la  piu'  intensa  del  gruppo;
nell'intervallo  di  ph  compreso fra 4,4 e 6,0 (regione C) e' sempre
presente un gruppo di bande molto intense (almeno 5). La regione C ha
un'area relativa del profilo elettroforetico del 67% (Tab. 1), mentre
le regioni A e B hanno un'area relativa del 14 e 19%, rispettivamente
(Tab. 1).
    Le ligniti (Fig. 1) hanno un picco a pH 3,5 meno intenso rispetto
alle  torbe  e  alle  leonarditi;  nell'intervallo  tra  pH 3,8 e 4,4
(regione  B) presentano bande poco intense e poco focalizzate, mentre
nella  regione  a  pH > 4,4 (regione C) presentano un gruppo di bande
focalizzate  abbastanza  intense (sono riconoscibili almeno 4 bande).
La  regione C ha un'area relativa del 81% (Tab. 1), mentre le regioni
A e B hanno un'area relativa del 8 e 11% rispettivamente (Tab. 1).

              ---->  Vedere immagine di pag. 39   <----

Figura  1  -  Confronto tra i profili di elettrofocalizzazione di una
torba, una leonardite e una lignite.

                                                            Tabella 1
                 AREA RELATIVA DELLE DIVERSE REGIONI
                     DEL PROFILO ELETTROFORETICO


=====================================================================
           |    |       Regione del profilo elettroforetico
  Matrice  | N. |----------------------------------------------------
           |    |  A (pH 3,5-3,8) | B (pH 3,8-4,4) | C (pH 4,4-6,0)
-----------|----|-----------------|----------------|-----------------
Torbe....  | 31 | 51,3 ±  9,7 (1) |  45,1 ±  6,9   |   3,6 ±   9,1
Leonarditi.| 15 | 13,9 ±  5,0     |  19,5 ±  6,9   |  66,7 ±  10,0
Ligniti....|  5 |  7,6 ±  0,9     |  11,3 ±  4,1   |  81,0 ±   4,6

    (1) Media ±  deviazione standard.
             DETERMINAZIONE DEL GRADO DI RACEMIZZAZIONE
                          NEI FERTILIZZANTI
1. Oggetto
    Il  presente  documento fissa un metodo per la determinazione del
grado   di   racemizzazione,  considerando  come  tale,  il  rapporto
percentuale  tra  la  forma  D  (R) dell'alanina libera rispetto alla
somma delle forme L (S) e D (R) dell'alanina libera.
2. Campo di applicazione
    Il  metodo  e'  applicabile ai concimi organici azotati fluidi ed
agli  ammendanti  per i quali e' richiesta la dichiarazione del grado
di racemizzazione.
3. Principio
    La   separazione   degli   enantiomeri   viene   effettuata   per
elettroforesi   capillare   utilizzando  la  beta-ciclodestrina  come
selettore chirale.
4. Reattivi
    Nel    corso   dell'analisi   utilizzare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reagenti  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Tampone  Tris(idrossimetil)-amminometano (TRIS) 0,1 M/borato
0,1  M  +  acido  etilendiamminotetracetico  (EDTA)  2,5  mM  + sodio
dodecilsolfato (SDS) 0,1% + urea 7 M, pH 8,6 (Fluka, 82616).
    4.2. beta-ciclodestrina,  C in base 42 H in base 70 O in base 35,
> 99%.
    4.3. Tampone per elettroforesi capillare
    Disciogliere   in   100   mL   del  tampone  (4.1.)  1,135  g  di
beta-ciclodestrine  (4.2.),  agitare  dolcemente  fino  alla completa
dissoluzione, conservare a + 4 oC. Se correttamente conservata ha una
durata di 2 mesi.
    4.4. Acetonitrile (ACN), CH in base 3 CN, > 99,8%.
    4.5. Dansil  cloruro,  5-dimetilamminonaftalene 1-sufonil cloruro
(DNS-Cl), > 99%.
    4.6. Dansil cloruro, soluzione 15 mM in acetonitrile
    Disciogliere in 5 mL di ACN (4.4.) 20 mg di DNS-C1 (4.5.), questa
soluzione deve essere preparata fresca ogni volta.
    4.7. Sodio bicarbonato, NaHCO in base 3, > 99,8%.
    4.8. Sodio bicarbonato, NaHCO in base 3 soluzione 0,5 M
    Pesare  36  g  di  sodio bicarbonato (4.7.) con una precisione di
0,01  g  e porlo in un pallone tarato da 1 L, aggiungere circa 600 mL
di  acqua,  agitare  fino alla completa dissoluzione del bicarbonato,
quindi  portare  a  volume. La soluzione deve essere conservata in un
contenitore  dotato di una chiusura ermetica e mantenuta a + 4 oC. Se
correttamente conservata la soluzione ha una durata di 2 mesi.
    4.9. L  (S) alanina, CH in base 3 CH(NH in base 2)CO in base 2 H,
99%.
    4.10. D (R) alanina, CH in base 3 CH(NH in base 2)CO in base 2 H,
99%.
    4.11. L  (S)  D  (R)  alanina, CH in base 3 CH(NH in base 2)CO in
base 2 H, 99%.
    4.12. L (S) alanina soluzione 10 mM.
    Pesare  0,089  g  di L (S) alanina (4.9.) con una precisione di 1
mg,  porla  in un pallone tarato da 100 mL, aggiungere circa 60 mL di
acqua,  agitare fino alla completa dissoluzione, portare a volume. La
soluzione  deve  essere  conservata  in  un  contenitore con chiusura
ermetica  e  mantenuta  a  -16 oC.  Se  correttamente  conservata  la
soluzione ha una durata di 2 mesi.
    4.13. D (R) alanina soluzione 10 mM.
    Pesare  0,089  mg  di D (R) alanina (4.10.) con una precisione di
1 mg, porla in un pallone tarato da 100 mL, aggiungere circa 60 mL di
acqua,  agitare fino alla completa dissoluzione, portare a volume. La
soluzione  deve  essere  conservata  in  un  contenitore con chiusura
ermetica  e  mantenuta  a  -16 oC.  Se  correttamente  conservata  la
soluzione ha una durata di 2 mesi.
    4.14. L (S) D (R) alanina soluzione 10 mM
    Pesare  0,089  mg di L (S) D (R) alanina (4.9) con una precisione
di 1 mg, porla in un pallone tarato da 100 mL, aggiungere circa 60 mL
di  acqua, agitare fino alla completa dissoluzione, portare a volume.
La  soluzione  deve  essere conservata in un contenitore con chiusura
ermetica  e  mantenuta  a  -16 oC.  Se  correttamente  conservata  la
soluzione ha una durata di 2 mesi.
5. Apparecchiatura
    5.1. Stufa o agitatore riscaldante a bagno d'acqua.
    5.2. Centrifuga per microprovette.
    5.3. Siringhe da l mL tipo usa e getta.
    5.4. Filtri  da  siringa da 1 mL con pori del diametro di 0,45 µm
in politetrafluoroetilene idrofilo (PTFE).
    5.5. Elettroforesi  capillare  con  rilevatore spettrofotometrico
dotato  di una lampada al deuterio e di un programma d'integrazione e
calcolo delle aree dei picchi degli elettroferogrammi.
    5.6. Capillare   in   silice  fusa,  rivestito  esternamente  con
poliimmide   ed   internamente   con  poliacrilammide  (BIOCAPTM  XL,
148-3081,  BIO-RAD)  di lunghezza totale (TL) di 50 cm e di lunghezza
effettiva al rilevatore (EL) 45,4 cm, con diametro interno (ID) di 50
µm e diametro esterno (OD) di 375 µm.
6. Procedimento
    6.1. Preparazione del campione per l'analisi.
    Pesare   una   quantita'  compresa  tra  50-100  mg  di  campione
all'interno  di una microprovetta tipo Eppendorf da 1,5 mL con tappo,
quindi  aggiungere 1 mL di acqua, tappare la microprovetta ed agitare
fino alla completa dissoluzione.
    6.2. Derivatizzazione del campione.
    In   una  microprovetta  con  tappo  tipo  Eppendorf  da  0,5  mL
aggiungere nell'ordine 10-50 µL di campione (6.1), 50 µL di soluzione
di  bicarbonato  (4.8), 150 µL di soluzione di dansil cloruro (4.6) e
acqua  in  quantita'  tale  da  portare  il  volume  totale a 250 µL.
Omogeneizzare  il tutto agitando dolcemente per alcuni minuti, quindi
porre nell'agitatore riscaldante a bagno d'acqua (5.1) a 65 0C per 45
minuti.  Trascorso  questo  tempo togliere i campioni dall'agitatore,
lasciarli   raffreddare   a  temperatura  ambiente  al  buio,  quindi
centrifugarli  (5.2)  a  5.000. g  per 10 minuti a 4 oC. Prelevare il
surnatante  con  una  siringa  (5.3) e filtrarlo (5.4) recuperando il
campione derivatizzato nelle apposite microprovette per elettroforesi
capillare.
    A  parte,  derivatizzare  insieme  al  campione, in microprovette
separate,  10  µL  delle  soluzioni  di  L  (S) alanina (4.12), D (R)
alanina  (4.13)  e  L  (S)  D (R) alanina (4.14). Questi tre campioni
marcati  servono per il preciso riconoscimento dei picchi della L (S)
e D (R) alanina del campione.
    6.3 Elettroforesi capillare.
    Installare   nello   strumento   (5.5)   il   capillare  (5.6)  e
condizionarlo lavandolo con acqua per 10 minuti e tampone (4.3) per 5
minuti  sotto  alta  pressione  (7  bar).  Procedere  all'analisi dei
campioni predisponendo le seguenti condizioni:
      campo elettrico (costante) = 300 V . cm elevato a -1;
      polarita': da - a +;
      intensita' (limite): 50 mA;
      rilevazione: lambda = 240-260 nm;
      iniezione  campione: 2 psi · s = 30,4 Pa · s = 0,23 mm Hg · s =
3-10 elevato a -4 bar · s;
      tempo di corsa: 35 minuti;
      temperatura capillare: 25 oC.
    Prima  di  ogni corsa lavare il capillare sotto alta pressione (7
bar) con acqua per 3 minuti e tampone (4.3) per 2 minuti.
    Il  riconoscimento dei picchi della L (S) alanina e D (R) alanina
deve  essere fatto confrontando gli elettroferogrammi del campione da
solo  con  quelli  del  campione  marcato. Le aree dei picchi dei due
enantiomeri  devono  essere valutate per mezzo di un idoneo programma
di integrazione e calcolo.
7. Espressione dei risultati
    Il  Grado  di  racemizzazione  si  esprime  in  percentuale ed e'
calcolato utilizzando la seguente espressione:
Grado di racemizzazione (%)


                area picco D(R) alanina
=2 · ---------------------------------------------------- · 100
      area picco D(R) alanina + area picco L(S) alanina}

    Nota:  Il  fattore  di  trasformazione 2 deriva dall'accezione di
racemo  che, ai fini del presente metodo, viene definito come miscela
proveniente  da  una  racemizzazione spinta, a seguito della quale il
rapporto dei due enantiomeri D/L e' superiore a 0,5.
           DETERMINAZIONE DELLE MASSE MOLECOLARI NOMINALI
              (NMW) < 10.000 DALTONS NEI FERTILIZZANTI
                   A BASE DI PROTEINE IDROLIZZATE.
1. Oggetto
    Il presente documento fissa un metodo per la determinazione delle
masse molecolari (NMW) prendendo come riferimento un cut-off a 10.000
daltons.
    Nota:  Il  presente  metodo  puo'  essere  applicato anche per la
determinazione  di  masse  molecolari  (NMW)  diverse (per es. 1.000,
5.000, 20.000 daltons).
2. Campo di applicazione
    Il metodo e' applicabile ai fertilizzanti organici azotati fluidi
per i quali e' richiesta la dichiarazione delle masse molecolari.
3. Principio
    La  separazione  delle  NMW viene effettuata per ultrafiltrazione
con  membrane  di  esteri  di  cellulosa (CE), con pori di dimensione
molecolare  nominale  (NMW) diverse, in questo caso di 10.000 daltons
(2,5 nm) in condizioni di pH e forza ionica costanti, sotto flusso di
gas inerte a +4oC.
4. Reattivi
    Nel    corso   dell'analisi   utilizzare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reagenti  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Potassio cloruro, KC1, > 99,5%.
    4.2. Potassio cloruro, KC1 soluzione 10 mM
    Pesare  0,746  g  di potassio cloruro (4.1) con una precisione di
0,001  g e porli in un pallone tarato da 1 L, aggiungere circa 600 mL
di  acqua, agitare fino alla completa dissoluzione, portare a volume.
La  soluzione  deve  essere  conservata  in  un contenitore dotato di
chiusura  ermetica e a +4oC. Se correttamente conservata la soluzione
ha una durata di 2 mesi.
    4.3. o-ftalaldeide (OPA), C in base 8 H in base 6 O in base 2.
    4.4. Sodio  tetraborato decaidrato, Na in base 2 B in base 4 O in
base 7 · 10 H in base 2 O, > 99%.
    4.5. Soluzione di sodio tetraborato 0,2 M
    Pesare  19,07  g  di  sodio  tetraborato decaidrato (4.4) con una
precisione  di  0,01 g, in un matraccio tarato da 1000 mL e portare a
volume   con  acqua.  La  soluzione  deve  essere  conservata  in  un
contenitore  dotato  di una chiusura ermetica e mantenuta a + 4oC. La
soluzione,  se correttamente conservata, puo' essere utilizzata per 2
mesi.
    4.6. Acido borico, H in base 3 BO in base 3, > 99,8%.
    4.7. Soluzione di acido borico 0,2 M
    Pesare  12,36  g di acido borico (4.6) con una precisione di 0,01
g, in un matraccio tarato da 1000 mL e portare a volume con acqua. La
soluzione  deve  essere  conservata  in  un contenitore dotato di una
chiusura ermetica e mantenuta a +4 oC. Se correttamente conservata la
soluzione ha una durata di 2 mesi.
    4.8. Tampone acido borico-borato, pH 9.
    In  un  matraccio  tarato da 200 mL, miscelare 50 mL soluzione di
acido borico (4.7) con 59 mL di soluzione di sodio tetraborato (4.5),
portare a volume con acqua. La soluzione deve essere conservata in un
contenitore  dotato di una chiusura ermetica e mantenuta a + 4 oC. Se
correttamente conservata la soluzione ha una durata di 2 mesi.
    4.9. Etanolo, C in base 2 H in base 5 OH, 95% v/v.
    4.10. Soluzione di OPA
    In  una  provetta di vetro da 10 mL con chiusura ermetica mettere
nell'ordine: 2 mL di etanolo (4.9), una punta di spatola di OPA (4.3)
e  5  mL  di  tampone  acido  borico-borato  (4.8). Tappare e agitare
dolcemente fino alla completa dissoluzione dell'OPA. Questa soluzione
deve  essere  conservata  al buio a +4 oC ed e' necessario prepararla
fresca ogni volta.
    4.11. Acido  solforico,  H  in  base  2  SO in base 4 al 96% (p =
1,89).
    4.12. Soluzione di acido solforico 2 M
    Diluire  con  acqua  110  mL  di  acido  solforico  (4.11)  in un
matraccio  tarato  da 1000 mL sino a volume. La soluzione deve essere
conservata  in  un  contenitore  dotato  di una chiusura ermetica. Se
correttamente conservata la soluzione ha una durata di 2 mesi.
5. Apparecchiatura
    5.1. Cella da ultrafiltrazione con una capacita' di 10 mL.
    5.2. Filtri  da  ultrafiltrazione in esteri di cellulosa (CE) con
NMW da 10.000 daltons.
    5.3. Gas inerte per forzare la filtrazione (elio).
    5.4. Camera fredda o criostato a + 4 oC.
6. Procedimento
    6.1 Preparazione del campione per l'analisi
    Omogeneizzare  accuratamente il campione, pesare 10 g di campione
con  una  precisione  di 0,01 g all'interno di un matraccio tarato da
100  mL,  quindi  portare  a  volume  con la soluzione di KC1 (4.2) e
agitare fino alla completa omogeneizzazione.
    6.2 Condizionamento della membrana
    Installare   la   membrana   nella   cella  avendo  cura  di  non
danneggiarla,  quindi  condizionarla  facendovi passare attraverso un
opportuno  volume di soluzione di KC1 (4.2), in genere e' sufficiente
un volume pari a 5 volte la capacita' della cella. L'ultrafiltrazione
deve  essere  eseguita  sotto  flusso  di  un  gas  inerte (elio) e a
temperatura costante (+ 4 oC).
    6.3 Ultrafiltrazione
    Mettere  nella  cella (5.1) 2 mL di campione (6.1), pari a 200 mg
di  campione  iniziale  ed  aggiungere  KC1  (4.2) fino a riempire la
cella.  Recuperare  l'eluato  (<  10.000  daltons)  dalla cella in un
matraccio  tarato da 100 mL contenente 5 mL di soluzione di H in base
2  SO  in  base  4 (4.12). Man mano che la cella si vuota deve essere
nuovamente  riempita  con  la  soluzione di KC1 (4.2). Il termine del
passaggio di materiale organico azotato con massa molecolare < 10.000
daltons  viene  valutato  recuperando  alcune gocce dell'eluito dalla
cella  all'interno  di  una  provetta  di  vetro  dotata  di  tappo e
aggiungendovi  1  mL della soluzione di OPA (4.10). Dopo aver agitato
dolcemente la provetta per un minuto, riporla al buio a + 4 oC per 20
minuti,  trascorsi  i  quali  controllare  il  colore della soluzione
contro  quello  della  soluzione  di  OPA  (4.10). Se il colore della
soluzione  contenente  le  gocce di eluito e' piu' scura di quella di
OPA  (4.10) continuare l'ultrafiltrazione, se non e' possibile notare
a  vista alcuna differenza l'ultrafiltrazione puo' essere considerata
conclusa.  Quindi  terminata  l'ultrafiltrazione  portare a volume il
matraccio   contenente  la  frazione  eluita  (<  10.000  daltons)  e
recuperare in modo quantitativo in un matraccio da 100 mL la frazione
(>  10.000  daltons)  di  campione  rimasta  nella cella, utilizzando
sempre la soluzione di KC1 (4.2).
    6.4 Determinazione  del  contenuto  in  azoto organico e carbonio
organico
    Sul   campione  iniziale  e  su  entrambe  le  frazioni  ottenute
determinare:
      -   il  contenuto  in  azoto  organico  (sottrarre  dal  valore
dell'azoto totale il valore dell'azoto ammoniacale e nitrico) secondo
quanto  previsto  dal Metodo 2 riportato nella Parte Prima (Metodi di
analisi CEE) del decreto ministeriale 24 marzo 1986 "Approvazione dei
metodi   ufficiali   di  analisi  per  i  fertilizzanti"  supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 5 agosto 1986;
      - il contenuto in carbonio organico secondo quanto previsto dal
decreto  ministeriale  21 dicembre  2000 "Metodi ufficiali di analisi
dei  fertilizzanti.  Supplemento  n.  6" Gazzetta Ufficiale n. 21 del
26 gennaio 2001.
    7. Espressione dei risultati
    Le  masse molecolari si esprimono mediando i valori del contenuto
in  azoto  organico  (Norg)  e  del  carbonio organico (Corg) di ogni
frazione  (>10kDa  e  <10kDa), espressi in percentuale sui rispettivi
contenuti totali:



                   Norg <10kDa(%)    Corg <10kDa(%)
                   --------------- + --------------
                   Norg totale(%)    Corg totale(%)
Frazione <10kDa = ---------------------------------- · 100
                                   2



                   Norg >10kDa(%)    Corg >10kDa(%)
                   --------------- + --------------
                   Norg totale(%)    Corg totale(%)
Frazione >10kDa = ---------------------------------- · 100
                                   2

               DETERMINAZIONE DEL pH NEI FERTILIZZANTI
                       ED AMMENDANTI ORGANICI
1. Oggetto
    Il  presente  documento fissa un metodo per la determinazione del
grado di reazione (pH) nei fertilizzanti e negli ammendanti organici.
2. Campo di applicazione
    Il  metodo  e'  applicabile a tutti i fertilizzanti ed ammendanti
organici.
3. Principio
    Il  pH  viene  determinato per via potenziometrica, dopo taratura
del sistema di misura, su sospensioni di:
      -  fertilizzante-acqua:  il  valore  ottenuto e' indicativo del
grado di reazione del sistema;
      -   fertilizzante-CaC1   in  base  2:  il  valore  ottenuto  e'
virtualmente indipendente dal contenuto iniziale in sali presenti nel
campione.
4. Reattivi
    Nel    corso   dell'analisi   utilizzare   acqua   distillata   o
demineralizzata   di  purezza  equivalente  e  reagenti  di  qualita'
analitica riconosciuta.
    4.1. Soluzioni  tampone del commercio pronte all'uso (pH = 4, 7 e
10).
    4.2. Soluzione  di  calcio  cloruro  (0,01 M): sciogliere in H in
base 2 O, in un matraccio tarato da 1000 mL, 1,11 g di calcio cloruro
(CaC1 in base 2) (o 1,47 g di CaC1 in base 2 · 2H in base 2 O).
5. Apparecchiatura
    Attrezzatura di laboratorio di uso comune. In particolare:
    5.1. pH-metro  con  compensazione della temperatura, elettrodo di
vetro con elettrodo di riferimento o elettrodi combinati.
    5.2. Agitatore magnetico a velocita' regolabile.
    5.3. Beaker in vetro da 100 mL.
    5.4. Ancorette magnetiche.
    5.5. Bilancia  tecnica  elettronica (unita' di formato almeno 0,1
g).
6. Procedimento
    6.1. Taratura del pH-metro
    Tarare  il  sistema di misura utilizzando le soluzioni tampone di
riferimento aventi pH inferiore e superiore a quello del campione.
    6.2. Misurazione del pH (in H in base 2 O e CaC1 in base 2)
    In  un beaker da 100 mL, pesare 3,0 g di campione preventivamente
seccato  all'aria,  accuratamente  omogeneizzato,  od  una  quantita'
equivalente  di  campione  umido.  Aggiungere  50 mL di H in base 2 O
distillata  o  50 mL della soluzione di CaC1 in base 2 0,01M. Pone in
agitazione per 30 minuti a temperatura ambiente. Lasciare sedimentare
la  sospensione  per alcuni minuti. Introdurre il sistema elettrodico
del pH-metro nel surnatante e rilevare il valore di pH.
7. Espressione dei risultati
    Per  il  pH determinato in acqua, riportare il risultato come "pH
in H in base 2 O".
    Per il pH determinato in soluzione salina, riportare il risultato
come "PH in CaC1 in base 2".
8. Note
    I  valori  di  pH determinati in CaC1 in base 2 sono generalmente
inferiori di circa 0,5-0,8 unita' di pH rispetto a quelli rilevati in
H in base 2 O.
    Nel  caso  di  matrici organiche particolarmente fibrose (come le
torbe  da  sfagno)  e'  possibile  variare  il rapporto di estrazione
solido:liquido (es. 3 g in 70 mL).
          DETERMINAZIONE DELLA SALINITA' NEI FERTILIZZANTI
                       ED AMMENDANTI ORGANICI
1. Oggetto
    Il presente documento fissa un metodo per la determinazione della
salinita' nei fertilizzanti e negli ammendanti organici.
2. Campo di applicazione
    Il  metodo  e'  applicabile a tutti i fertilizzanti ed ammendanti
organici.
3. Principio
    Il   metodo   consiste   nella   determinazione   diretta   della
conducibilita'   (o  conduttanza)  della  sospensione  in  acqua  del
fertilizzante  o  dell'ammendante  organico.  Il contenuto in sali e'
infatti  correlato  alla  conducibilita'  elettrica della sospensione
acquosa.
4. Reattivi
    Nel  corso  dell'analisi utilizzare acqua bidistillata di purezza
equivalente e reagenti di qualita' analitica riconosciuta.
      4.1. Soluzioni  standard  di  potassio  cloruro (0,1 M; 0,02 M;
0,002 M).
    Soluzione  0,1  M  di  KC1:  sciogliere  in  H in base 2 O, in un
matraccio  tarato  da  1000  mL,  7,455  g di potassio cloruro (KC1).
Portare a volume con H in base 2 O.
    Soluzione  0,02  M  di  KC1: prelevare, in un matraccio tarato da
1000  mL, 200 mL della soluzione di KC1 0,1 M. Portare a volume con H
in base 2 O.
    Soluzione  0,002  M  di KC1: prelevare, in un matraccio tarato da
1000  mL,  20 mL della soluzione di KC1 0,1 M. Portare a volume con H
in base 2 O.
5. Apparecchiatura
    Attrezzatura di laboratorio di uso comune. In particolare:
      5.1. Matracci tarati di classe A da 1000 mL.
      5.2. Pipette tarate di classe A da 20 mL.
      5.3. Cilindri tarati di classe A da 100 mL.
      5.4. Agitatore oscillante a 120-140 cicli/minuto.
      5.5. Contenitori  in  plastica  da  200 mL con tappo a chiusura
ermetica.
      5.6. Imbuti in plastica.
      5.7. Filtri di carta Whatman(r) n. 42.
      5.8. Conduttometro con cella di misura.
      5.9. Bilancia tecnica elettronica (unita' di formato almeno 0,1
g).
6. Procedimento
    6.1. Pesare  10,0  g di campione umido e porli nel contenitore in
plastica.  Aggiungere 100 mL di H in base 2 O bidistillata ed agitare
meccanicamente  per  30 minuti. Lasciare decantare la sospensione per
almeno  30  minuti. Se il liquido surnatante risulta sufficientemente
limpido,  misurarne  direttamente la conducibilita'. Se il surnatante
si presenta torbido, filtrare su filtro di carta Whatman(r) asciutto,
avendo cura di scartare la prima porzione di filtrato. Se il filtrato
risulta ancora torbido, filtrare nuovamente sullo stesso filtro.
    6.2. Misurazione della conducibilita'
    Utilizzando  una  apparecchiatura in grado di fornire i valori di
conducibilita'  (conduttivita'  a  25 oC), e' sufficiente rilevare il
valore  accertato,  espresso  in  dSx m elevato a -1. Nel caso in cui
l'apparecchiatura  fornisca  i  valori  di conduttanza e' necessario,
mediante  l'utilizzo  delle  soluzioni  standard  di  KC1  preparate,
calcolare  il  fattore  di  cella  (K). Successivamente, e' possibile
risalire   al  valore  di  conducibilita'  (conduttivita'  a  25 oC),
introducendo nel calcolo un opportuno fattore di correzione (F).
    6.3. Calcolo della costante di cella (K)
    La  costante  si ricava misurando soluzioni a conduttivita' nota.
Nella  Tabella  l  vengono  riportate le conducibilita' specifiche di
soluzioni di KC1 a varie temperature (in dSx m elevato a -1).
    Tabella   1.   Conduttivita'   di  soluzioni  di  KC1  a  diverse
concentrazioni  ed  a differenti temperature. Per valori intermedi di
T,   i   valori   di   conducibilita'   specifica  si  ottengono  per
interpolazione.

=====================================================================
    Temperatura (T)     |    0,1 N    |    0,02 N    |    0,002 N
=====================================================================
           15           |    10,48    |    2,243     |     0,239
           20           |    11,67    |    2,501     |     0,266
           25           |    12,88    |    2,765     |     0,293
           30           |    14,12    |    3,031     |     0,321

    Per  il  calcolo  della costante di cella si utilizza la seguente
espressione:


            L
     K =  -----
            C

dove:

    K =  costante di cella
    L =  conduttività delle soluzioni standard di KC1.
    C =  conduttanza misurata di una delle soluzioni
         standard di KC1.

    6.4. Correzione della lettura (F)
    La  conducibilita'  letta  per  il  campione in esame deve essere
corretta per la temperatura. In tabella 2 sono riportati i fattori di
conversione (F) in funzione della temperatura.
    Tabella 2. Fattori di conversione F.

=====================================================================
    Temperatura     |      F       |    Temperatura    |      F
=====================================================================
         5          |    1,613     |        20         |    1,112
         10         |    1,411     |        25         |    1,000
         15         |    1,247     |        30         |    0,907

7. Espressione dei risultati
    Per  il  calcolo  della  conducibilita'  si  utilizza la seguente
espressione:


    Lx = C x F x K

dove:

    Lx = conduttività a 25 °C della sospensione in esame
    C  = conduttanza misurata (nelle condizioni operative)
    K  = costante di cella
    F  = fattore di conversione della temperatura

    Calcolare  la  salinita' (in meq x 100 g) indirettamente, tenendo
conto  che  una  conducibilita' di 1 dSx m elevato a -1 corrisponde a
circa 12,5 meq x L di sali, mediante la seguente formula:


   [(V x 1,25 x Lx)/P] x f
.sp,
dove:

    V  = volume del liquido (espresso in millilitri)
    P  = la massa del campione umido (espresso in grammi)
    Lx = conduttività a 25 °C della sospensione in esame
    f  = fattore analitico per riportare il dato analitico
         alla sostanza secca {f=100/100-umidità %)}

    Nel caso specifico, poiche' l'estratto acquoso e' 10 g/100 mL, la
formula diventa:


     12,5 x Lx x f

8. Note
    I  valori  di  conducibilita'  vengono spesso espressi in mS x cm
elevato a -1. Secondo il nuovo sistema internazionale delle unita' di
misura (unita' SI) e' tuttavia necessario riportare tali risultati in
dS x m elevato a -1. Non e' necessario operare alcuna correzione, dal
momento  che i valori risultano numericamente uguali (mS x cm elevato
a -1 = dS x m elevato a -1).