Allegato 1 I - TIPOLOGIA DELLE ATTIVITA' DEI CENTRI PER L'EDUCAZIONE E LA RIABILITAZIONE FUNZIONALE VISIVA Il campo di attivita' dei centri per l'educazione e la riabilitazione visiva, cosi' come individuato dalla legge 28 agosto 1997, n. 284 non riguarda tutti gli interventi mirati alla tutela della salute visiva, ma si concentra in attivita' di prevenzione della cecita' e riabilitazione funzionale visiva che, per poter essere correttamente monitorate e valutate, necessitano di essere connotate e individuate in maniera univoca. A tal proposito, e' opportuno sottolineare che lo spirito della legge sia quello di richiamare l'attenzione sulla necessita' di contrastare, nel modo piu' efficace possibile, la disabilita' visiva grave, che comporta una situazione di handicap tale da diminuire significativamente la partecipazione sociale di coloro che ne sono affetti. La collocazione strategica principale dei centri e' quella di servizi specialistici di riferimento per tutti gli altri servizi e gli operatori del settore, a cui inviare pazienti per una piu' completa e approfondita valutazione diagnostico-funzionale (assessment diagnostico-funzionale) e per la presa in carico per interventi di riabilitazione funzionale visiva di soggetti con diagnosi di ipovisione (soggetti con residuo visivo non superiore a 3/10, con la migliore correzione ottica possibile in entrambe gli occhi, o con un campo visivo non superiore al 60%, secondo i criteri esplicitati nella legge 3 aprile 2001, n. 138 recante: «Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici»). Considerando l'ampiezza e la differenziazione delle aree patologiche, anche in rapporto all'eta' dei soggetti interessati, le regioni e province autonome possono prevedere l'assegnazione di funzioni piu' specifiche e specialistiche a ciascuno dei centri individuati. Con riferimento alle competenze di riabilitazione visiva, affidate dall'art. 1 della legge 28 agosto 1997, n. 284 ai centri, le regioni e province autonome possono prevedere che i medesimi, siano referenti per la prescrizione delle protesi specifiche e degli ausili tiflotecnici, previsti dal Servizio sanitario nazionale per la riabilitazione visiva. E' facolta' delle regioni e province autonome prevedere, nell'ambito dei propri programmi di prevenzione, la partecipazione dei centri a iniziative di prevenzione secondaria, cioe' mirate a individuare precocemente gli stati patologici, nel loro stadio di esordio o in fase asintomatica, pervenendo alla guarigione o limitando, comunque, il deterioramento visivo. Si ritiene che l'obiettivo essenziale della riabilitazione sia quello di ottimizzare le capacita' visive residue, per il mantenimento dell'autonomia e la promozione dello sviluppo, garantire le attivita' proprie dell'eta' ed un livello di vita soddisfacente. La piu' importante distinzione operativa concerne la differenza esistente tra soggetti in eta' evolutiva (infanzia, adolescenza, da 0 a 18 anni) e soggetti in eta' adulta, sia in relazione alla specificita' dei bisogni, e quindi agli obiettivi di intervento, sia in relazione alle modalita' di attuazione dei trattamenti. Per ciascuna fascia di eta' viene proposta la tipologia di attivita' necessarie per attivare un corretto programma riabilitativo. A) Riabilitazione funzionale e visiva per pazienti in eta' evolutiva (0-18 anni). In questa fascia di eta' una particolare attenzione va dedicata alla I e II infanzia (0-12 anni). Questi pazienti, infatti, presentano bisogni riabilitativi molto complessi perche' l'ipovisione, oltre a determinare una disabilita' settoriale, interferisce con lo sviluppo di altre competenze e funzioni (motorie, neuropsicologiche, cognitive, relazionali). Infine, e' opportuno ricordare che le minorazioni visive della prima infanzia sono spesso associate ad altri tipi di minorazioni. Anche per tale ragione, occorre che la presa in carico riabilitativa venga condotta sulla base di una duplice competenza: quella di tipo oftalmologico e quella relativa allo sviluppo delle funzioni neurologiche e neuropsicologiche. Per questa fascia di eta', oltre alle competenze dell'area oftalmologica, potra' pertanto rendersi necessaria la collaborazione con operatori della neuropsichiatria infantile. Le principali azioni per la definizione e realizzazione del programma riabilitativo sono le seguenti: 1. Formulazione di un giudizio diagnostico relativo agli aspetti quantitativi e qualitativi della minorazione visiva; 2. Valutazione dell'interferenza dell'ipovisione sulle diverse aree dello sviluppo. 3. Formulazione di una prognosi visiva e una prognosi di sviluppo. 4. Formulazione di un bilancio funzionale basato su tutti gli elementi indicati in precedenza. 5. Formulazione di un progetto di intervento riabilitativo integrato. 6. Pianificazione di interventi mirati alla realizzazione del progetto riabilitativo integrato anche nei luoghi di vita del soggetto. B) Riabilitazione funzionale e visiva per pazienti in eta' adulta. Le principali azioni per la definizione e realizzazione del programma riabilitativo sono le seguenti: 1. Definizione di un quadro conoscitivo esauriente dei bisogni del paziente; 2. Valutazione della funzionalita' residua del sistema visivo, in relazione al danno oculare e/o cerebrale; 3. Formulazione di una prognosi sulle possibilita' di recupero della funzione visiva residua; 4. Formulazione di un progetto riabilitativo ritenuto idoneo a soddisfare le esigenze espresse dal paziente e giudicate pertinenti; 5. Pianificazione di interventi mirati alla realizzazione del progetto riabilitativo integrato anche nei luoghi di vita del soggetto. Sulla base delle tipologie sopra indicate e nell'ottica del miglioramento continuo della qualita' delle prestazioni e delle metodologie, i centri per l'educazione e la riabilitazione visiva attuano idonee strategie di valutazione dei risultati di ciascun progetto riabilitativo, in rapporto agli obiettivi prefissati. Per essere efficace, tale valutazione deve riguardare sia i risultati al termine del trattamento riabilitativo, sia i risultati a distanza, con opportuno «follow-up».