(Allegato)
                          Educazione civica 
                              PREMESSA 
 
  L'educazione civica si propone di  soddisfare  l'esigenza  che  tra
Scuola e Vita si creino rapporti di mutua collaborazione. 
  L'opinione pubblica avverte imperiosamente,  se  pur  confusamente,
l'esigenza che la Vita venga a fecondare la cultura scolastica, e che
la Scuola acquisti nuova virtu' espansiva, aprendosi verso le forme e
le strutture della Vita associata. 
  La Scuola  a  buon  diritto  si  pone  come  coscienza  dei  valori
spirituali da trasmettere e da promuovere,  tra  i  quali  acquistano
rilievo quelli sociali, che essa  deve  accogliere  nel  suo  dominio
culturale e critico. 
  Le  singole  materie  di  studio  non  bastano  a  soddisfare  tale
esigenza, specie alla stregua di tradizioni  che  le  configurano  in
modo  particolaristico  e  strumentale.  Puo'  accadere  infatti  che
l'allievo concluda  il  proprio  ciclo  scolastico  senza  che  abbia
piegato la mente a riflettere, con organica meditazione, sui problemi
della persona umana, della liberta', della famiglia, della comunita',
della dinamica internazionale, ecc. Nozioni  sui  problemi  accennati
sono accolte in modo limitato e frammentario si' che i  principi  che
con la loro azione, spesso invisibile, sollecitano gli individui e le
societa' restano velati anche nelle discipline - come le  lingue,  la
storia, la filosofia, il diritto - nelle quali pur sono impliciti. 
  La Scuola giustamente rivendica il diritto di preparare alla  vita,
ma e' da chiedersi se, astenendosi dal promuovere  la  consapevolezza
critica della strutturazione civica, non prepari piuttosto solo a una
carriera. 
  D'altra parte il fare entrare nella  scuola  allo  stato  grezzo  i
moduli in cui la vita si articola non puo' essere che sterile  e  fin
anche deviante. 
  La soluzione del problema va cercata dove essa e' iscritta, e cioe'
nel concetto di educazione civica. Se ben  si  osservi  l'espressione
"educazione civica" con il primo termine "educazione  "si  immedesima
con il fine della scuola e col secondo "civica" si proietta verso  la
vita sociale, giuridica, politica, verso cioe' i principi che reggono
la collettivita' e le forme nelle quali essa si concreta. 
  Una educazione civica non puo' non  rapportarsi  a  un  determinato
livello mentale ed effettivo. 
  Il livello dello sviluppo psichico si e' soliti  segnalarlo  a  tre
diverse altezze: il primo nel  periodo  6-11  anni;  il  secondo  nel
periodo 11-14 anni; il terzo nel periodo 14-18. 
  E' evidente  che  per  l'educazione  civica  si  deve  tener  conto
soltanto  di  questi  livelli,  che,  sia  pure  con  approssimazione
empirica, sono indicati dall'eta'. 
  Un alunno dell'avviamento, ad esempio, e un alunno di scuola  media
seguono ancora programmi scolastici differenti,  ma  unico  sara'  il
contesto dell'educazione civica. Ed e' proprio questo svolgimento per
linee orizzontali che alla educazione civica da' virtu' formativa, in
quanto ignora differenza di classi, di censi, di carriere, di studi. 
  Se pure e' vero che ogni insegnante prima di essere  docente  della
sua materia, ha da essere eccitatore di moti di  coscienza  morale  e
sociale; se pure e' vero,  quindi,  che  l'educazione  civica  ha  da
essere presente in ogni insegnamento, l'opportunita' evidente di  una
sintesi organica consiglia  di  dare  ad  essa  quadro  didattico,  e
percio' di indicare orario e programmi, ed  induce  a  designare  per
questo specifico compito il docente di storia. E' la  storia  infatti
che  ha  dialogo  piu'  naturale,  e  percio'   piu'   diretto,   con
l'educazione civica, essendo a questa concentrica.  Oggi  i  problemi
economici, sociali, giuridici, non sono piu' considerati  materie  di
specialisti, in margine quindi a quella  finora  ritenuta  la  grande
storia. L'aspetto piu' umano della storia, quello  del  travaglio  di
tante genti per conquistare condizioni di vita e statuti degni  della
persona umana, offre, quindi, lo spunto piu' diretto ed efficace  per
la trattazione del temi di educazione civica. 
  L'azione educativa dovra', dunque, svilupparsi  in  relazione  agli
accennati tre diversi livelli dello sviluppo psichico. 
  Nulla e'  da  dire  per  quanto  riguarda  il  ciclo  della  scuola
primaria, per la quale si e' provveduto col  decreto  del  Presidente
della Repubblica 14 giugno 1955, n. 503. 
  In rapporto al primo ciclo (11-14 anni) della scuola secondaria  e'
da tener presente che l'influenza dei fattori sociali  e'  in  questo
periodo dominante. Mentre, pero', la scoperta  dei  valori  estetici,
morali, religiosi, e' immediata, quella dei  valori  civici  e'  piu'
lenta ed incerta per  cui,  se  a  questi  ultimi  manca  un  ausilio
chiarificatore, non  e'  improbabile  che  essi  restino  allo  stato
embrionale. 
  L'educatore non puo' ignorare che in  questo  delicato  periodo  si
pongono premesse di catastrofe  o  di  salvezza,  le  quali,  se  pur
lontane, hanno segni premonitori, che occorre sapere interpretare. 
  Ma  l'impegno  educativo  non  puo'  essere  assolto  con  retorica
moralistica, che si diffonda in  ammonizione,  divieti,  censure:  la
lucidita' dell'educatore rischiari le  eclissi  del  giudizio  morale
dell'alunno, e si adoperi a mutare segno  a  impulsi  associali,  nei
quali e' pur sempre un potenziale di energia. 
  Conviene al fine dell'educazione  civica  mostrare  all'allievo  il
libero confluire di volonta' individuali nell'operare collettivo. 
  Se non tutte le manifestazioni della vita sociale hanno presa su di
lui, ce n'e' di quelle che pero' ne stimolano vivamente  l'interesse.
Il lavoro di squadra, per esempio,  ha  forte  attrattiva  in  questa
eta', onde l'organizzazione di "gruppi di  lavoro"  per  inchieste  e
ricerche d'ambiente, soddisfa il  desiderio  di  vedere  in  atto  il
moltiplicarsi della propria azione nel convergere di intenzioni e  di
sforzi comuni, e svela aspetti reali della vita umana. 
  Attraverso l'utilizzazione, poi, della stessa organizzazione  della
vita scolastica, come viva esperienza di rapporti sociali  e  pratico
esercizio di diritti e di doveri, si chiarira'  progressivamente  che
la vita sociale non e' attivita' lontana e indifferente, cui solo gli
adulti abbiano interesse, e che lo  spirito  civico,  lungi  da  ogni
convenzionalismo, riflette la vita nella sua forma piu' consapevole e
piu' degna. 
  All'aprirsi del secondo ciclo, verso il  quattordicesimo  anno,  la
scoperta di se stesso e' ricerca e  avventura,  che  ha  per  schermo
preferito la societa'. La lente  interiore  di  proiezione  e'  pero'
spesso deformante. 
  L'azione educativa, in questa  fase  di  sviluppo  psichico,  sara'
indirizzata a costituire un solido e armonico equilibrio  spirituale,
vincendo incertezze e vacillamenti, purificando impulsi,  utilizzando
e incanalando il  vigore,  la  generosita'  e  l'intransigenza  della
personalita' giovanile. 
  Alcune materie di studio, come la filosofia, il diritto, l'economia
hanno tematica civica ricchissima, e, per  cosi'  dire,  diretta.  La
storia della liberta' traluce dalle pagine di queste discipline. 
  Sara' utile accostarsi anche  a  qualche  testo  non  compreso  nel
programma scolastico.  Platone  nel  libro  VIII  della  "Repubblica"
potra' per esempio farci comprendere l'evoluzione di certe democrazie
attuali. Seneca sa farci vedere come la societa' riduce in diritto il
privilegio e l'ingiuria. Nel suo pensiero l'aspirazione sacrosanta al
costituirsi di un diritto di umanita' ha accenti di vera  commozione.
E' i cinque secoli che  debbono  passare  prima  che  questo  diritto
diventi definizione di dottrina giuridica, daranno,  agli  alunni  il
senso del lungo travaglio della verita' prima che possa  far  sentire
la sua voce. 
  Il processo di conquista della dignita'  umana  nella  solidarieta'
sociale e', nei suoi momenti  fondamentali,  presente  nella  cultura
scolastica ma occorre renderlo chiaro e  vivo  nei  giudizi  e  negli
affetti degli alunni onde  ogni  comunita',  da  quella  familiare  a
quella nazionale, non sia considerata gratuita ed immutabile. 
  La tendenza a vedere nel  gruppo  una  struttura  naturalistica  e'
costante negli alunni, che credono di vivere nella propria  comunita'
come nel paesaggio, del quale non e' possibile mutare natura. 
  Trarre appunto l'alunno dal chiuso di questo cerchio, dove  non  e'
visibile raggio  di  liberta'  ne'  moto  di  ascesa,  e'  obbiettivo
primario. 
  Si potra' cominciare col muovere la fantasia degli alunni  mediante
immagini rovesciate, tali cioe' da mostrare la loro vita e quella dei
loro  cari  scardinata  dalla  tutela  invisibile  della   legge,   o
proiettata in un passato schiavista, o  mortificata  dall'arbitrio  e
dall'insolenza di caste privilegiate, o  alla  merce'  dell'avidita',
della violenza e della frode. Il riferimento storico potra' man  mano
rendersi piu' diretto e puntuale. 
  Sia pure in forma piana l'insegnante dovra' proporsi  di  tracciare
una storia comparativa del potere, nelle sue  forme  istituzionali  e
nel suo esercizio, con lo scopo  di  radicare  il  convincimento  che
morale e politica non possono legittimamente essere separate, e  che,
pertanto, meta della politica e' la  piena  esplicazione  del  valore
dell'uomo, La consapevolezza dunque che la dignita', la liberta',  la
sicurezza non sono beni gratuiti  come  l'aria,  ma  conquistati,  e'
fondamento dell'educazione civica. 
  Dal fatto al valore e' l'itinerario metodologico da percorrere. Per
gli allievi idee come Liberta', Giustizia, Legge, Dovere, Diritto,  e
simili solo allora saranno chiare  e  precise,  quando  le  anime  un
contenuto effettivo, attinto alla riflessione sui fatti umani, si che
l'io profondo di ciascuno possa  comprenderla  e  sia  sollecitato  a
difenderle con un consenso interiore, intransigente e definitivo. 
  Il campo dell'educazione  civica,  a  differenza  di  quello  delle
materie di studio, non e'  definibile  per  dimensioni,  non  potendo
essere delimitato dalle nozioni, e spingendosi invece su  quel  piano
spirituale dove quel che non e' scritto e' piu' ampio di  quello  che
e' scritto. 
  Se l'educazione civica mira, dunque, a  suscitare  nel  giovane  un
impulso morale, ad assecondare e  promuovere  la  libera  e  solidale
ascesa delle persone nella societa', essa si giova, tuttavia,  di  un
costante  riferimento  alla  Costituzione   della   Repubblica,   che
rappresenta il culmine della nostra attuale esperienza storica, e nei
cui principi fondamentali si esprimono i valori morali che  integrano
la trama spirituale della nostra civile convivenza. 
  Le garanzie della liberta', la disciplina  dei  rapporti  politici,
economici, sociali e gli stessi Istituti nei  quali  si  concreta  la
organizzazione statale, svelano  l'alto  valore  morale  della  legge
fondamentale, che  vive  e  sempre  piu'  si  sviluppa  nella  nostra
coscienza. 
  Non e' da temere  che  gli  alunni  considerino  lontano  dai  loro
interessi  un  insegnamento  che  non  e'  giustificato  da  esigenze
scolastiche. Essi  potranno  rifiutare  consenso  interiore  a  detto
insegnamento solo quando vi sentano, vera o immaginaria,  cadenza  di
politica. 
  Ma il desiderio di "essere un cittadino" piu' o  meno  consapevole,
e' radicato nei giovani, connaturale alla loro personalita', ed e' un
dato fondamentale positivo per la loro completa formazione umana. 
 
            Visto, il Ministro per la pubblica istruzione 
                                MORO 
 
                              PROGRAMMA 
 
                             PRIMO CICLO 
                    (scuola secondaria inferiore) 
 
  Nella I e II classe della  scuola  secondaria  l'educazione  civica
tende soprattutto a enucleare  dai  vari  insegnamenti  tutti  quegli
elementi che concorrono alla formazione della personalita'  civile  e
sociale dell'allievo. 
  Tuttavia possono essere trattati, in modo  elementare,  i  seguenti
temi: la famiglia, le persone, i  diritti  e  i  doveri  fondamentali
nella vita sociale, l'ambiente  e  le  sue  risorse  economiche  (con
particolare riguardo alle attivita' di  lavoro),  le  tradizioni,  il
comportamento,       l'educazione       stradale,        l'educazione
igienico-sanitaria, i servizi pubblici, le istituzioni e  gli  organi
della vita sociale. 
 
                             CLASSE III 
 
  Principi ispiratori  e  lineamente  essenziali  della  Costituzione
della Repubblica italiana. Diritti e doveri del cittadino. 
  Lavoro, sua organizzazione e tutela. Le organizzazioni  sociali  di
fronte allo Stato. Nozioni  generali  sull'ordinamento  dello  Stato.
Principi della cooperazione internazionale. 
  Nell'ambito dell'orario fissato per l'insegnamento della storia  il
docente dovra' destinare  due  ore  mensili  alla  trattazione  degli
argomenti suindicati. 
 
            Visto, il Ministro per la pubblica istruzione 
                                MORO 
 
                            SECONDO CICLO 
                    (scuola secondaria superiore) 
 
  Nelle classi del primo biennio gli argomenti  da  trattare  sono  i
seguenti: Diritti  e  doveri  nella  vita  sociale.  Il  senso  della
responsabilita' morale come fondamento  dell'adempimento  dei  doveri
del cittadino. interessi individuali ed Interesse generale. I bisogni
collettivi. I pubblici servizi. La  solidarieta'  sociale  nelle  sue
varie forme. Il  lavoro,  sua  organizzazione  e  tutela.  Lineamenti
dell'ordinamento dello Stato  italiano.  Rappresentanza  politica  ed
elezioni. Lo Stato e il cittadino. 
  Nelle classi del triennio successivo  gli  argomenti  da  trattarsi
sono i seguenti: inquadramento storico e  principi  ispiratori  della
Costituzione della Repubblica italiana. Doveri e diritti dell'uomo  e
del  cittadino.  La  liberta',  sue  garanzie  e  suoi   limiti.   La
solidarieta' sociale nello Stato moderno, in particolare  i  problemi
sociali anche con riferimento alla loro evoluzione storica. Il lavoro
e la sua organizzazione. 
  Previdenza ed assistenza. Le  formazioni  sociali  nelle  quali  si
esplica la personalita' umana.  La  famiglia.  Gli  enti  autarchici.
L'ordinamento dello Stato italiano.  Gli  organi  costituzionali,  in
particolare formazione e attuazione delle leggi. 
  Gli organismi internazionali e supernazionali per  la  cooperazione
tra i popoli. 
  Nell'ambito dell'orario fissato per l'insegnamento della storia  il
docente dovra' destinare  due  ore  mensili  alla  trattazione  degli
argomenti suindicati. 
 
            Visto, il Ministro per la pubblica istruzione 
                                MORO