(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato

PRESCRIZIONI   E   RACCOMANDAZIONI   PROPOSTE   DAL  MINISTERO  DELLE
                   INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

                        PARTE I Prescrizioni
1. Da assolvere nella redazione del progetto definitivo.
    1.1 Quadro di riferimento progettuale:
      a) dettagliare,   qualitativamente   e   quantitativamente,   i
materiali   derivanti  dalla  demolizione  delle  opere  esistenti  e
indicare le modalita' di smaltimento;
      b) contenere  le  prescrizioni  relative alla mitigazione degli
impatti  in  fase  di  costruzione  e quelle relative alla conduzione
delle  attivita'  di cantiere nei documenti progettuali relativi agli
oneri  contrattuali  dell'appaltatore dell'infrastruttura (capitolati
d'appalto);
      c) anticipare,  per  quanto  possibile,  la realizzazione delle
opere   di   mitigazione   e  compensazione  ambientale  rispetto  al
completamento dell'infrastruttura;
      d) dettagliare   i   quantitativi   e  le  caratteristiche  dei
materiali  di  scavo; per lo smaltimento di quelli in esubero, dovra'
essere  definito  il  Piano  di deposito temporaneo e di smaltimento,
individuando  le  aree  di  stoccaggio  definitivo;  dovranno  essere
previste le modalita' di conservazione della coltre vegetale nel caso
se ne preveda il riutilizzo;
      e) stralciare   dal   progetto  l'area  di  servizio  posta  in
corrispondenza  dell'area  a  maggiore criticita' n. 2 che si estende
dalla progressiva 8+000 alla 9+000;
      f) raccordarsi   con   lo   «Studio   di   fattibilita'   della
sistemazione  idraulica  del fiume Secchia nel tratto da Castellarano
alla  confluenza  in  Po»,  che  ha  in  corso la stessa Autorita' di
bacino,  per  i  tratti  ricadenti  nelle  fasce  fluviali delimitate
dall'Autorita'  di  bacino  del Po. Prevedere tra la prog. 0+000 e la
prog.  2+950,  per  l'interferenza con le fasce fluviali previste dal
PAI, l'adozione della tipologia in viadotto in luogo del rilevato;
      g) predisporre  un  piano  di circolazione dei mezzi d'opera in
fase  di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga i
dettagli operativi di quest'attivita' in termini di:
        percorsi  impegnati  ed  eventuali  alternative  in  caso  di
inagibilita' temporanea dei percorsi programmati;
        tipo di mezzi;
        volume  di  traffico,  velocita' di percorrenza, calendario e
orari di transito;
        percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate;
        messa  in evidenza, se del caso, delle misure di salvaguardia
degli edifici sensibili;
      a) prevedere  la  realizzazione, contestuale alla realizzazione
dell'opera   autostradale   principale,  previa  convenzione  con  la
societa'  RFI,  dei sottopassi ferroviari dell'appaltando progetto di
rilocazione  della  linea FS storica Cittanova - S. Cataldo in comune
di Modena;
      b) raccordarsi    con   l'analogo   progetto   di   mitigazione
dell'appaltando  progetto  di  rilocazione  della  linea  FS  storica
Cittanova - S. Cataldo in comune di Modena;
      c) valutare  con il comune di Modena la possibilita' di ridurre
o meglio distribuire il numero dei sovrappassi previsti nella zona di
Marzaglia  individuando  soluzioni alternative in grado di soddisfare
le esigenze di collegamento (nuclei abitati, fondi agricoli, percorso
ciclo-pedonale  Secchia,  parco  fluviale,  etc.)  delle  porzioni di
territorio «tagliate» dalla nuova infrastruttura;
      d) qualificare l'intersezione prevista in uscita dal raccordo a
livelli  sfalsati  di  Marzaglia con la attuale S.P. 15 attraverso la
previsione  di  una ulteriore rotatoria commisurata con le previsioni
dei flussi da sostenere;
      e) dovranno  essere riconsiderate le valutazioni fatte circa la
compatibilita'  o  meno delle opere in relazione agli insediamenti ed
alla  definizione  di  misure  compensative  e/o  di protezione degli
stessi,   ivi   incluse   le  possibilita'  di  rilocalizzazione  con
trasferimento delle potenzialita' edificatorie;
      f) dettagliare  il  sistema  degli  accessi ai fondi privati al
fine di valutare eventuali misure compensative e/o mitigative per gli
insediamenti,  nonche'  prevedere  le  necessarie opere per garantire
l'accessibilita' agli stessi;
      g) l'opera  identificata  sulle  planimetrie  di  progetto come
«Scatolare  ferroviario  scalo merci», necessario al collegamento tra
scalo  merci  e  zona fiera, dovra' essere realizzata contestualmente
alla infrastruttura stradale;
      h) il  ponte previsto per il passaggio sul fiume Secchia dovra'
contenere  adeguati spazi per l'attraversamento ciclabile e pedonale;
dovra'  essere  dimensionato  in  modo  tale  da  garantire un futuro
ampliamento a quattro corsie (due per senso di marcia);
      i) limitatamente   alle  conseguenze  sul  progetto  in  esame,
tenendo  conto  che appare necessario che la ferrovia di collegamento
con  la  stazione di Rubiera sia spostata a ovest della variante alla
s.s. 9  mantenendo  la  funzionalita' anche in fase di esecuzione dei
lavori      e      che      il     nuovo     raccordo     ferroviario
«Cittanova/Marzaglia-Dinazzano   sia  posizionato  sull'attuale  sede
della  ferrovia  Acciaierie-Terminal-Stazione di Rubiera, il progetto
del  «Raccordo  autostradale Campogalliano - Sassuolo di collegamento
tra  la  A22 e la s.s. 467 Pedemontana» deve tenere in considerazione
che  le  due  ferrovie siano raccordate con uno scatolare di scavalco
della  Variante alla s.s. 9 o con soluzioni alternative da concordare
con la provincia di Reggio Emilia ed il comune di Rubiera;
      j) integrare  il  progetto  prevedendo  un ulteriore svincolo a
rotatoria  in  corrispondenza  dell'incrocio  tra  via  Ancora  e via
Emilia-Romagna in comune di Sassuolo;
      k) confermare,  al  fine  di  mantenere  adeguata permeabilita'
soprattutto  pedonale  e ciclabile verso il Parco fluviale, in comune
di  Sassuolo i collegamenti gia' previsti nel Piano particolareggiato
di  iniziativa  pubblica  di  attuazione  del P.A.E. e che quindi sia
ripristinato  il  collegamento,  in  prossimita'  dello  svincolo a T
tramite  il  quale  l'autostrada  si connette alla Pedemontana, della
carreggiata  esistente che serve un immobile collocato in prossimita'
del fiume, che risulterebbe altrimenti inaccessibile;
      l) realizzare  un  sistema  di  convogliamento  delle  acque di
troppo  pieno  che  recapiti  in uno dei decantatori-disoleatori gia'
previsti  per il trattamento delle acque di prima pioggia provenienti
dall'autostrada  per il lago di raccolta delle acque situato a est di
ca' Siviglia in comune di Sassuolo, che a seguito della realizzazione
dell'autostrada viene ad assumere una configurazione chiusa;
      m) studiare  una  soluzione progettuale che consenta di ridurre
il numero delle pile in alveo rinunciando ad elementi standardizzati,
da  concordare  con la Soprintendenza per i beni architettonici ed il
paesaggio  di  Bologna,  fermo restando che sara' sviluppata anche la
soluzione presentata nel presente progetto preliminare;
      n) approfondire  gli aspetti di rischio archeologico secondo le
consuete  modalita'  adottate  per  le opere pubbliche di particolare
impatto:  ricerche  bibliografiche,  archivistiche,  esame della foto
aerea,   ricognizioni  di  superficie,  sondaggi  di  verifica.  Tali
indagini  conoscitive  si  devono  considerare  del tutto preliminari
all'intervento e dovranno essere realizzate da operatori archeologici
sotto  la  direzione  della  Soprintendenza  per  i beni archeologici
dell'Emilia-Romagna-Bologna;
      o) rispetto   alle   mitigazione  e  compensazioni  ambientali,
dovra':
        utilizzare   tutte   le   superfici   intercluse   tra  opere
infrastrutturali  e non piu' utilizzabili a scopi agricoli, quindi da
espropriare, per potenziare le compensazioni e dotazioni a verde;
        incrementare   le   dotazioni   a  verde  per  strutturare  e
potenziare  corridoi  ecologici  esistenti  o  di progetto, nonche' i
collegamenti escursionistici ciclo-pedonali esistenti;
        uniformarsi, recependo le parti di competenza, al progetto di
mitigazione  a  verde delle nuove opere ferroviarie (delocalizzazione
linea  ferroviaria  MI-BO  tra  Cittanova e Modena-San Cataldo, Scalo
merci  di  Marzaglia,  Terzo binario merci indipendente), in corso di
approvazione da parte dell'amministrazione comunale di Modena.
    1.2 Quadro di riferimento ambientale:
      a) sviluppare  gli  elementi  di  mitigazione  e  le  opere  di
compensazione  cosi'  come proposti nello Studio d'impatto ambientale
esaminato  e  sue  integrazioni, e integrate alla luce delle presenti
prescrizioni,  dettagliandone  la  localizzazione,  la  tipologia, le
modalita' di esecuzione e i costi analitici;
      b) prevedere  la  raccolta  e  l'appropriato  trattamento delle
acque  di  dilavamento  della  piattaforma,  approfondendo gli schemi
delle  opere  di  raccolta  e  trattamento  proposti nel preliminare,
definendo  e  dimensionando  l'intero sistema sia alle portate locali
smaltibili   che   al  contenimento  degli  sversamenti  accidentali;
determinare i tempi e i modi degli interventi di emergenza e studiare
gli  apparati  in  grado  di  garantire  l'efficienza del sistema nel
tempo;  infine  tutte  le  cunette e i fossi di guardia devono essere
impermeabilizzati;  nell'ambito della progettazione definitiva dovra'
essere  data  priorita'  all'utilizzo di sistemi biotecnici quali gli
ecosistemi filtro;
      c) approfondire     lo     studio     delle     caratteristiche
idrogeomorfologiche  del  fiume  Secchia  e  della  sua  rete minore,
dettagliando  le misure specifiche per evitare che la realizzazione e
l'esercizio  dell'infrastruttura di progetto influisca sulla qualita'
delle  acque,  sul  regime  idraulico e sull'ecosistema proprio della
porzione del reticolo idrografico interessato;
      d) verificare in dettaglio, in corrispondenza dello svincolo di
raccordo   con  la  tangenziale  di  Modena,  l'interferenza  con  la
superficie piezometrica prevedendo eventualmente la messa in opera di
elementi  drenanti con caratteristiche permanenti atte a garantire la
continuita' del deflusso idrico ipogeo;
      e) verificare  in  dettaglio  dal  Km  5+500  al  Km  8+300  la
possibile  interferenza  con  il  massimo livello stimato della falda
superficiale  di massima piena del fiume Secchia garantendo un franco
costante tra il piano viario e la falda stessa;
      f) prevedere  corridoi protetti di attraversamento della fauna,
in  numero,  forma  e  dimensioni  adeguati garantendo la continuita'
strutturale  e  funzionale  della  rete  ecologica; in particolare in
corrispondenza   del   Fosso  di  Santa  Liberata,  l'attraversamento
previsto   con  le  integrazioni  dovra'  essere  completato  con  la
rinaturalizzazione  delle  aree prossime all'imbocco. Dovranno essere
permeabili  alla fauna gli attraversamenti dei corsi d'acqua di minor
entita';
      g) al   fine   di   mitigare   gli   impatti  sulle  componenti
naturalistiche,  paesaggistiche,  ed  acustico  e  per  mantenere  la
continuita' dell'oasi, la galleria artificiale del Colombarone dovra'
interessare il tratto compreso tra il Km 9+000 al Km 10+200;
      h) prevedere   per   quanto   riguarda   il   ripristino  della
vegetazione,  l'impiego  di specie appartenenti alle serie autoctone,
raccogliendo   eventualmente   in  loco  il  materiale  per  la  loro
propagazione   (sementi,  talee,  etc.)  al  fine  di  rispettare  la
diversita'  biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette) e
di consentire la produzione di materiale vivaistico;
      i) coordinare le attivita' di ripristino ambientale previste in
corrispondenza  del Parco del fiume Secchia con lo specifico progetto
del comune di Sassuolo;
      j) provvedere  alla riduzione dell'effetto barriera urbanistica
facilitando  l'attraversamento  della  strada  a  mezzo  di  passaggi
pedonali  e ciclabili rispettando le previsioni di localizzazione dei
percorsi, in particolare nel tratto ove l'opera corre in parallelo al
Secchia;
      k) sviluppare  le  opere di sistemazione a verde, di ripristino
ambientale  e  di  rinaturazione  previste in progetto, applicando le
tecniche dell'ingegneria naturalistica; assumendo come riferimento:
        «Linee  guida  per  capitolati  speciali  per  interventi  di
ingegneria  naturalistica  e  lavori  di opere a verde» del Ministero
dell'ambiente, Servizio VIA, settembre 1997;
      altri manuali qualificanti quali, ad esempio:
        «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti» dell'APAT,
2002;
        «Manuale   di   ingegneria   naturalistica»   della   regione
Emilia-Romagna;
      l) approfondire  l'analisi  revisionale del rumore considerando
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 novembre 1997
in fase di esercizio delle opere in progetto, verificandone i livelli
sui   ricettori   nelle   condizioni   di   traffico  piu'  critiche;
specificando  la  localizzazione,  la  tipologia  e  le  modalita' di
realizzazione  delle  opere  di  mitigazione  acustica, assicurandone
l'inserimento  paesaggistico  e  privilegiando l'adozione di barriere
acustiche integrate con barriere a verde;
      m) approfondire  l'elaborazione degli interventi di mitigazione
delle  vibrazioni  cosi'  da  garantire  il rispetto dei limiti delle
norme UNI 9614;
      n) verificare  per  il ricettore n. 20 (rumore) tutti i sistemi
mitigativi   attivi   e  passivi  ed  eventualmente  provvedere  alla
delocalizzazione del ricettore impattato;
      o) dettagliare  la  qualita'  e  la quantita' delle emissioni e
degli  scarichi in fase di cantierizzazione, e le misure proposte per
la loro mitigazione;
      p) essere   accompagnato   da   un   progetto  di  monitoraggio
ambientale  redatto secondo linee guida predisposte dalla commissione
speciale VIA prevedendone il relativo costo nel quadro economico;
      q) predisporre   quanto   necessario  per  adottare,  entro  la
consegna  dei lavori, un Sistema di gestione ambientale conforme alla
norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001);
      r) redigere   gli   elaborati,  anche  successivi  al  progetto
definitivo,  in  conformita' alte specifiche del Sistema cartografico
di riferimento;
      s) prevedere  tutti gli accorgimenti per evitare che nella fase
di  realizzazione  dei  viadotti  e/o  laddove  siano  presenti falde
superficiali:
        le attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni
di  pile  e  spalle determinino l'insorgere del rischio di diffusione
delle sostanze inquinanti dovute ai fluidi di perforazione;
        l'utilizzazione   dei   fanghi   di  perforazione  riduca  la
permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate;
      t) prevedere   lo   spostamento   dei   fossi   acquedottistici
eventualmente interferiti in zone contermini;
      u) prevedere  misure  di compensazione di importo non inferiore
al 3% dell'importo dei lavori;
      v) realizzare,   previo   adeguato   progetto   acustico,   una
schermatura   completa  del  lato  est  dell'infrastruttura  e  dello
svincolo  per  Rubiera,  nel  tratto  indicativamente  compreso tra i
civici: strada Nuova di Marzaglia n. 146 e strada Marzaglia n. 178/2,
per uno sviluppo lineare complessivo di circa 1400 m;
      w) dovra'  considerare  e  risolvere  le interferenze dirette e
non,  con  il  Percorso  natura  realizzato lungo il fiume Secchia da
Modena  a  Sassuolo;  la  soluzione delle interferenze dovra' passare
necessariamente  attraverso  la previsione di opere di mitigazione da
realizzarsi  per minimizzare l'impatto visivo e acustico, nonche' per
garantire i collegamenti con la rete viaria ordinaria circostante; la
funzionalita'  del  percorso dovra' essere garantita anche durante la
fase di realizzazione dell'opera;
      x) i  manufatti  di raccolta dovranno essere dotati di vasche e
organi  di  compartimentazione per poter raccogliere eventuali reflui
derivanti da sversamenti accidentali;
      y) dovra'  realizzare  tutti  i  manufatti necessari ad evitare
infiltrazione  delle  acque  meteoriche e di dilavamento superficiale
nei tratti a vulnerabilita' elevata e molto elevata;
      z) per  quanto  concerne  il  sistema  di drenaggio delle acque
reflue  di  origine  meteorica e di origine accidentale (sversamenti,
acque  di  spegnimento  incendi, acque di lavaggio della piattaforma,
etc.) dell'infrastruttura occorre prevedere per tutti i corsi d'acqua
presidi idraulici;
      aa) al fine di minimizzare le possibili interferenze ed impatti
sul deflusso e sulla qualita' delle acque superficiali e sotterranee,
e'  necessaria  la  predisposizione di presidi di controllo idrico su
tutti  i recapiti del sistema di drenaggio dell'infrastruttura; a tal
fine  occorre  prevedere  impianti  di depurazione con pretrattamenti
meccanici  di  grigliatura  e  disoleazione  e trattamenti primari di
sedimentazione,  per  le  acque  reflue di prima pioggia e di origine
accidentale  (sversamenti,  acque  o  fluidi  di spegnimento incendi,
acque di lavaggio della piattaforma, etc.), prima dei recapiti;
      bb)   il tratto stradale dovra' essere munito di strutture atte
a    garantire,   lungo   tutti   i   tratti   insistenti   in   zone
idrogeologicamente   molto   vulnerabili   (secondo   la   carta   di
vulnerabilita'  degli acquiferi) oltre che lungo il tratto secante la
zona  di  rispetto  allargata  del  campo  acquifero di Marzaglia, la
fuoriuscita  di strada di autoveicoli e conseguentemente i potenziali
sversamenti di inquinanti nelle zone adiacenti l'asse stradale;
      cc) dovranno  essere potenziati gli interventi di compensazione
al  fine  di  non  impoverire  l'efficienza ecologica del corridoio e
ridurre  l'impatto  dell'opera  sul  territorio  in  generale  (fasce
boscate,  opere  di  rinaturazione);  tali interventi dovranno essere
realizzati  lungo  tutto  il tracciato della bretella con particolare
riferimento  ai  tratti  in  corrispondenza  delle aree naturali piu'
interessanti  (Casse,  ex  Cave Rametto) ed in prossimita' dei centri
abitati al fine di non compromettere le connessioni ecologiche tra la
fascia  fluviale  e  il territorio agricolo posto ad est del raccordo
autostradale in fase di forte rinaturazione;
      dd) nell'area  sensibile  di impatto 4 (pag. 69 appendice B) ex
Cave Rametto, dovra' essere ridotta al massimo la frammentarieta' del
sito  e dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari per
non  danneggiare  le  eventuali  risorgive;  dovranno  inoltre essere
previsti sistema di raccolta delle acque della piattaforma stradale e
smaltimento delle stesse all'esterno dell'area al fine di tutelare le
acque presenti nei bacini;
      ee) dovranno essere attuate le prescrizioni previste nel SIA ed
inoltre si dovra':
        inserire  i sottopassi di attraversamento per la fauna minore
non contemplati nelle misure di mitigazione;
        le  piante  messe  a  dimora  e le semine di erbacee dovranno
essere certificate di produzione locale;
        le  piante  di  biancospino  attualmente non sono ammesse per
decreto  regionale  a  causa  della  diffusione  del  colpo  di fuoco
batterico  che colpisce gran parte delle rosacee ed in particolare il
biancospino;  per  la pianura comunque e' il Crataegus monogyna e non
Coxyacantha   che  occupa  la  fascia  montana.  In  sostituzione  e'
possibile l'uso del prugnolo (Prunus spinosa) e della rosa canina;
      ff) siano  verificate le seguenti condizioni in prossimita' del
fiume Secchia e delle sue aree di pertinenza:
        l'insieme    delle    opere   costituenti   l'attraversamento
(ponte-viadotto   e   rilevati   di   accesso)  non  deve  comportare
condizionamenti   al   deflusso   della  piena  e  non  deve  indurre
modificazioni all'assetto morfologico dell'alveo;
          la  soluzione  progettuale  adottata  per  il ponte e per i
rilevati  di  accesso  deve  garantire  l'assenza  sia  di effetti di
rigurgito  tali  da comportare un aumento delle condizioni di rischio
per  il  territorio  circostante,  sia  di riduzione degli effetti di
laminazione della piena;
          l'insieme   delle   opere  deve  essere  in  condizioni  di
sicurezza intrinseca rispetto ai fenomeni di piena;
          tenuto  conto  che  l'Autorita'  di  Bacino  ha in corso lo
«Studio  di  fattibilita'  della  sistemazione  idraulica  del  fiume
Secchia  nel  tratto  da  Castellarano  alla  confluenza in Po» e che
quindi  e'  necessario raccordare tra loro i due progetti, si ritiene
opportuno  un  incontro  tecnico  tra  i  progettisti  dell'ANAS e la
predetta Autorita' di bacino.
2. Da assolvere nella redazione del progetto esecutivo:
      a) in  generale  si  dovranno  utilizzare  specie autoctone e/o
naturalizzate,   che  garantiscono  un  maggior  successo  d'impianto
(facilita'  all'attecchimento, adattamento pedo-climatico, buona resa
nello   sviluppo,  minori  costi  di  manutenzione);  latifoglie  non
autoctone  possono  essere tollerate in misura minore e limitatamente
agli  ambiti  fortemente urbanizzati in cui sono necessari interventi
con  finalita'  estetiche;  stessa  logica deve essere seguita per le
specie  arbustive  non  autoctone;  assolutamente  da evitare sono le
specie riconosciute come invadenti (Robinia, Ailanto, Amorpha, etc.);
      b) la  fascia  boscata deve essere sempre articolata prevedendo
diversi  livelli  di  vegetazione  (alberi di I, II e III grandezza e
arbusti)  e diversificazione specifica occupando, in questo modo, sia
lo  spazio  orizzontale  sia  quello  verticale  a disposizione della
fascia stessa;
      c) la  tipologia  di  impianto  e  gli  standard  vivaistici da
utilizzare nella progettazione esecutiva, dovranno favorire un rapido
sviluppo  della  vegetazione,  utilizzando  piante a pronto effetto e
sedime  forestale  in  funzione  degli  obbiettivi  che  si  vorranno
perseguire:  verde  d'arredo,  verde  schermante,  verde con funzione
naturalistica, etc.;
      d) particolare  attenzione  dovra'  essere  posta  al  tipo  di
terreno e all'eventuale livello di inquinamento accumulatosi, poiche'
eccessive   concentrazioni,  o  anche  la  sola  presenza  di  alcune
sostanze,  possono  inficiare  l'attecchimento  di  alcune  specie  o
precluderne  la  sopravvivenza nel tempo; inoltre si dovra' prevedere
in  caso  di  necessita' uno strato di terreno vegetale per almeno 80
cm;
      e) il  progetto,  pur  evidenziando  nel  S.I.A. la presenza di
ambiti  naturali di un certo pregio (fiumi Secchia e Panaro, torrenti
Tiepido  e  Samoggia),  non  ne prevede il potenziamento, limitandosi
alla   ««ricucitura   con   la  vegetazione  esistente»;  si  ritiene
necessario potenziare tali tratti con sistemazioni a verde naturale;
      f) ogni intervento in ambito naturale (fluviale, di cava, etc.)
dovra' prevedere l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica;
      g) assolutamente  fondamentale  e  necessaria  e'  la scelta di
ricomprendere le operazioni di manutenzione degli impianti per almeno
tre  anni dalla messa a dimora; a questa si aggiunge la necessita' di
prevedere   un   reimpianto   delle   fallanze   nel  primo  anno  di
manutenzione;
      h) predisporre  un  piano  di  monitoraggio  per verificare gli
effettivi  livelli  sonori  post  operam in prossimita' dei ricettori
residenziali;  le fasi realizzative e le sorgenti che il monitoraggio
dovra' caratterizzare sono: aree fisse cantiere, fase di costruzione,
fase  finale  di  esercizio;  le  modalita'  di  misura  i periodi di
osservazione e la scelta dei ricettori dovranno essere concordate con
il  comune  di  Modena;  la  situazione  ante  operam  dovra'  essere
acquisita prima dell'inizio della fase di cantiere;
      i) caratterizzare  i  fanghi  di  decantazione,  depurazione  e
disoleazione  al fine di scegliere le idonee modalita' di stoccaggio,
pretrattamento  e  smaltimento;  la  gestione e la manutenzione sara'
necessariamente a carico di ANAS;
      j) contenere  il «piano di gestione, manutenzione e verifica di
funzionalita'  del  sistema di raccolta e trattamento dei fanghi»; in
particolare  la  manutenzione  degli impianti dovra' essere garantita
con una cadenza minima di 4 volte all'anno;
      k) contenere  il «piano di gestione, manutenzione e verifica di
funzionalita'  del  sistema  di drenaggio, invaso e trattamento delle
acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali»
da  presentare per l'approvazione ad ARPA ed alla provincia di Modena
e Reggio Emilia; in particolare la manutenzione degli impianti dovra'
essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno;
      l) in  relazione  alla vulnerabilita' idrogeologica della falda
acquifera,  progettare  presidi  idrogeologici  di monitoraggio delle
opere  di  realizzazione dei manufatti, grazie ad appositi piezometri
da  mettere in opera in fase esecutiva; i presidi devono possedere le
seguenti   caratteristiche   generali:   ogni  presidio  idrico  deve
prevedere  la  messa  in  opera  di appositi piezometri; i piezometri
devono   captare   un  solo  acquifero  cadauno;  non  devono  essere
attrezzati  con  un  dreno  continuo,  devono  essere cementati negli
orizzonti  acquiferi  che  non  sono  di  specifico interesse; devono
disporre di cementazione della testata; devono avere diametri tali da
eseguire  prove  di pompaggio a portata costante di lunga durata, con
portate  che  siano  significative  ai  fini  del dimensionamento del
sistema di disinquinamento;
      m) nei  presidi devono essere controllati i seguenti parametri:
pH,   conducibilita'   elettrica,  alcalinita',  ammoniaca,  nitrati,
cloruri,  solfati,  sodio,  potassio,  calcio,  magnesio,  fosforo, i
principali  metalli  pesanti,  idrocarburi  disciolti e non, composti
organo  alogenati,  materiale  in  sospensione; per le determinazioni
chimico-fisiche  dirette  in  sito,  devono essere monitorati anche i
seguenti  parametri:  temperatura  dell'acqua, temperatura dell'aria,
ossigeno disciolto (per le modalita' di prelevamento, stabilizzazione
e  conservazione,  dei  campioni  d'acqua si deve fare riferimento ai
metodi  Irsa  e decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988).
Si ricorda la necessita' di operare idoneo spurgo dei pozzi adottando
ad esempio i criteri relativi ai volumi prelevati;
      n) prevedere  un piano di monitoraggio da effettuare durante la
fase  di  cantiere  per  verificare  le  effettive  concentrazioni di
inquinanti  in  corrispondenza  dei  ricettori residenziali posti sia
lungo  il  tracciato che in prossimita' delle aree fisse di cantiere;
il  piano  dovra'  essere  concordato  con  il  comune  di Modena; la
situazione  ante  operam  dovra'  essere  acquisita prima dell'inizio
della fase di cantiere.
3.  Da  assolvere  nella fase di cantiere; da inserire nel Capitolato
speciale d'appalto a carico dell'esecutore dei lavori:
      a) l'asfaltatura  delle piste di cantiere e la loro sistematica
pulizia  con frequenza da valutare anche in relazione alle condizioni
meteo,   per  garantire  la  minima  diffusione  delle  polveri  aero
disperse;
      b) per  limitare  le  emissioni  diffuse  e puntuali di polveri
derivanti   dalla   movimentazione   dei  materiali  di  costruzione,
dall'esercizio  di impianti fissi e dalla movimentazione dei mezzi su
sede stradale di cantiere sterrata e' necessario:
        per   l'impianto   di  betonaggio  e  altri  impianti  fissi,
prevedere  sistemi  di  abbattimento per le polveri in corrispondenza
degli  sfiati da serbatoi e miscelatori durante il carico e scarico e
la lavorazione;
        prevedere la umidificazione dei depositi temporanei di terre,
dei  depositi di materie prime ed inerti e delle vie di transito da e
per  i cantieri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze
di un aggregato urbano;
        per  il  trasporto  prevedere  un  sistema di ricopertura dei
cassoni con teloni;
       qualora  nella  composizione  del  calcestruzzo  rientri  come
materia prima il polistirolo, il ciclo delle acque usate, provenienti
anche  dal  lavaggio  delle autobetoniere, non dovra' essere svolta a
cielo  aperto  e  comunque, prima dello scarico delle acque usate nel
contenitore  preparato allo scopo, dovranno essere interposte griglie
di trattenimento del materiale plastico;
        acquisire  le  autorizzazioni  necessarie per le emissioni di
inquinanti in atmosfera ai sensi delle vigenti normative;
      c) la    perforazione    di    nuovi   pozzi   delle   medesime
caratteristiche  di  quelli  esistenti  qualora  la nuova strada crei
interferenze   tali   da   renderli   inutilizzabili;   il   soggetto
aggiudicatore  prevedera'  tra  le somme a disposizione una copertura
economica per far fronte a tale eventualita';
      d) divieto  di  utilizzare additivi nella realizzazione di pali
di fondazione per evitarne la dispersione in falda;
      e) nelle  aree dei cantieri principali, al fine di garantire il
regolare deflusso delle acque di origine meteorica e di assicurare il
controllo   di   eventuali   sversamenti  accidentali  dovra'  essere
predisposta la separazione della rete delle acque bianche dalle nere,
di  cui va presentato il progetto corredato di relazione descrittiva;
la  rete  delle  acque  bianche  dovra'  essere dotata di un apposito
impianto di ritegno dei fluidi incidentalmente sversati;
      f) per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue industriali
(derivanti da miscelazione di materie prime, lavaggio dei macchinari,
dei  piazzali  e  degli autoveicoli), dovra' essere realizzato quanto
segue:
        impianto   di   riciclo   delle   acque   provenienti   dalla
miscelazione delle materie prime nell'impianto di betonaggio;
        a  monte  dello  scarico  in  pubblica fognatura, impianto di
depurazione chimico-fisico;
        predisposizione  di  una  apposita  area  per  l'attivita' di
lavaggio di autocarri, betoniere o di veicoli e contenitori in genere
con riciclo delle acque;
      g) si  dovra'  provvedere alla pavimentazione delle intere aree
di  cantiere  e  alla realizzazione di canalette perimetrali di scolo
con apposito recapito finale, garantendo l'eventuale ripristino delle
aree  alla  condizione  precedente il cantiere, in rapporto alla loro
destinazione d'uso;
      h) dovra'   essere   predisposto  un  piano  di  emergenza  per
accidentali  sversamenti  di sostanze inquinanti nel suolo che dovra'
essere inviato ad ARPA, provincia e comuni interessati dai cantieri;
      i) si  dovra' indicare, per quanto attiene le aree dei cantieri
principali,  al fine della protezione dagli inquinamenti accidentali,
l'esatta  individuazione delle aree destinate al deposito di sostanze
pericolose  quali  carburanti, lubrificanti, rifiuti industriali, oli
esausti  etc.  e  delle  aree  di carico e scarico; andranno indicate
inoltre  le  modalita'  di  stoccaggio,  eventuale  pretrattamento  e
smaltimento  finale dei rifiuti (fanghi di depurazione, decantazione,
disoleazione, espurghi, oli esausti, rifiuti da officina etc.);
      j) le  aree  destinate al deposito di sostanze pericolose quali
carburanti,  lubrificanti,  rifiuti  industriali,  oli esausti etc. e
delle  aree  di  carico  e  scarico dovranno essere localizzate al di
fuori  delle aree classificate a vulnerabilita' elevata e comunque al
di  fuori  delle  aree  di tutela assoluta e di rispetto ristretta ed
allargata dei pozzi ad uso idropotabile;
      k) dovra'   essere   evitato   l'interramento   di  contenitori
destinati  all'immagazzinamento  di  sostanze o preparati pericolosi,
carburanti e rifiuti compresi, preferendo l'installazione di depositi
epigei;
      l) i depositi devono essere sistemati al coperto in locali resi
a   tenuta   mediante   la   costruzione   di   solette  rialzate  in
corrispondenza  degli ingressi, o immagazzinati all'interno di bacini
di contenimento impermeabilizzati.
4. Da assolvere prima dell'inizio della fase di esercizio:
      a) dovra'   essere   presentato,   per   l'approvazione   prima
dell'inizio  della  fase  di  esercizio,  ad ARPA, provincia e comuni
interessati   un   nuovo   piano   di  mitigazione  che  tenga  conto
dell'incertezza  del  modello e dei limiti futuri imposti dal decreto
ministeriale n. 60/2002;
      b) dovra'   essere   presentato   per   l'approvazione,   prima
dell'inizio  della  fase  di  esercizio,  ad ARPA, provincia e comuni
interessati  un  piano  di  monitoraggio  che  comprenda  almeno  due
stazioni; gli inquinanti da monitorare dovranno comprendere almeno il
CO,  il  PM10, il PM2,5, il NO2 ed il benzene; tali stazioni dovranno
essere integrate con le reti di rilevamento provinciali;
      c) per quanto attiene il ramo di raccordo con la tangenziale di
Rubiera,  tale  raccordo  potra'  essere  aperto  al  traffico solo a
seguito  dell'entrata in esercizio del ramo di collegamento del ponte
con  la  S.P.  51  che,  secondo  gli accordi connessi all'A.V., deve
essere  realizzato  da  TAV,  come pista di cantiere, e completato da
ANAS.
                      PARTE II Raccomandazioni
      a) avvalersi  per  il  monitoraggio  ambientale del supporto di
competenze    specialistiche   qualificate,   anche   attraverso   la
definizione  di specifici protocolli e/o convenzioni; cio' anche allo
scopo   di   promuovere  la  costituzione  di  centri  di  ricerca  e
formazione, funzionali sia alla realizzazione dell'infrastruttura sia
all'ampliamento  delle conoscenze scientifiche, sia alla creazione di
nuove professionalita' nel settore;
      b) scegliere   le   caratteristiche   di   ciascuna  misura  di
mitigazione   verificandone   gli  effetti  su  tutte  le  componenti
ambientali;
      c) per     il     generale    miglioramento    dell'inserimento
paesaggistico-ambientale dei ponti e dei viadotti:
        preferire   l'adozione   di  strutture  continue,  a  sezione
variabile e con forme arrotondate;
        verificare la possibilita' di inserire le opere di protezione
dal rumore nelle strutture portanti, ad esempio adottando impalcati a
via inferiore;
        definire  con particolare cura il disegno delle forme e delle
superfici  delle  pile  e  delle spalle e della loro naturalizzazione
(piantumazioni e mascheramenti);
        verificare  sotto  il profilo idraulico le sezioni delle pile
delle opere d'arte;
      d) per il generale miglioramento dell'inserimento paesaggistico
ambientale dell'infrastruttura:
        prevedere   che  le  opere  di  sostegno  siano  a  paramento
inclinato  con  coronamento  continuo e rivestimento in pietra locale
montata secondo gli usi tradizionali locali;
        conformare  gli  imbocchi  delle gallerie secondo le pendenze
del versante attraversato e raccordarli con continuita' alle opere di
sostegno all'aperto;
      e) privilegiare l'impianto di formazioni alberate di estensione
adeguata per ripristinare la continuita' dei relitti di vegetazione e
per rinaturalizzare le aree dismesse e quelle intercluse;
      f) il  progetto di illuminotecnica dovra' conseguire il massimo
contenimento  possibile  delle  emissioni  luminose,  in  particolare
attraverso   l'impiego   di   tecnologie  e  dispositivi  di  massima
efficienza  energetica e la scelta di soluzioni di schermature atte a
evitare  al  massimo  le  dispersioni  verso l'alto e verso l'intorno
territoriale;
      g) assicurarsi che il realizzatore dell'infrastruttura possegga
o,  in  mancanza, acquisisca, per le attivita' di cantiere anche dopo
la  consegna  dei  lavori  e  nel  piu'  breve  tempo  possibile,  la
certificazione  ambientale  14001  o  la  registrazione  ai sensi del
Regolamento CEE 761/2001 (EMAS);
      h) per  l'approvvigionamento idrico preferire alla perforazione
di  nuovi  pozzi  l'uso  di  acque  superficiali verificando che, nel
periodo  estivo  il  prelievo  sia  compatibile  con il DMV dei corsi
d'acqua captati;
      i) incrementare  l'estensione  della  fascia boscata che dovra'
essere realizzata in modo da massimizzare la biomassa, in particolare
in  prossimita'  dei  centri  abitati;  il  soggetto aggiudicatore si
relazionera' allo scopo con gli enti locali;
      j) per  garantire  la funzionalita' del costruendo collegamento
autostradale  si  dovra'  verificare  con  gli  enti  interessati  la
possibilita'  di realizzare per tempo anche il quadruplicamento della
S.P.  467  fra il tratto di confluenza del collegamento e Fiorano, in
corrispondenza con il cd. collegamento Modena-Sassuolo;
      k) studiare  l'ipotesi che l'opera venga realizzata in viadotto
dal  km  0+740 al km 1+859 onde ridurre il rischio idraulico, data la
vicinanza  al  fiume Secchia, e consentire una maggiore permeabilita'
del territorio;
      l) considerare  un  eventuale  esproprio, o un equo indennizzo,
per  gli  edifici  censiti  al catasto del comune di Campogalliano al
foglio  33  mapp.  89,  92,  93,  99,  100,  103 in quanto situati in
prossimita'  del  nuovo  svincolo tra l'A22 e l'A1 e pertanto, forse,
oggettivamente incompatibili con l'opera;
      m) poiche'  l'area  interessata dall'opera e' caratterizzata da
diversi  fattori  critici  individuati  dal  P.T.C.P.  verificare  la
effettiva   necessita'   di   realizzare   la   seconda  stazione  di
rifornimento   carburante   che  si  ritiene  abbia  un  impatto  non
sostenibile per l'area stessa;
      n) verificare  con  i  soggetti  interessati  la  funzionalita'
complessiva  del  sistema  infrastutturale di area vasta e locale che
risulta  condizionato  dalla  completa  attuazione  di tutte le opere
previste,   con  particolare  riferimento  al  completamento  del  3°
stralcio  della  Modena-Sassuolo  urbana (tratto Casinalbo-Fiorano) e
soprattutto del 4° stralcio (tratto Fiorano-Ponte Secchia);
      o) coordinarsi  con  R.F.I.  per  l'aspetto di contiguita' e di
coordinamento   architettonico   del  ponte  sul  Secchia  di  futuro
collegamento alla tangenziale di Rubiera.