Allegato PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI PARTE I Prescrizioni 1. Da assolvere nella redazione del progetto definitivo. 1.1 Quadro di riferimento progettuale: a) dettagliare, qualitativamente e quantitativamente, i materiali derivanti dalla demolizione delle opere esistenti e indicare le modalita' di smaltimento; b) contenere le prescrizioni relative alla mitigazione degli impatti in fase di costruzione e quelle relative alla conduzione delle attivita' di cantiere nei documenti progettuali relativi agli oneri contrattuali dell'appaltatore dell'infrastruttura (capitolati d'appalto); c) anticipare, per quanto possibile, la realizzazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto al completamento dell'infrastruttura; d) dettagliare i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di scavo; per lo smaltimento di quelli in esubero, dovra' essere definito il Piano di deposito temporaneo e di smaltimento, individuando le aree di stoccaggio definitivo; dovranno essere previste le modalita' di conservazione della coltre vegetale nel caso se ne preveda il riutilizzo; e) stralciare dal progetto l'area di servizio posta in corrispondenza dell'area a maggiore criticita' n. 2 che si estende dalla progressiva 8+000 alla 9+000; f) raccordarsi con lo «Studio di fattibilita' della sistemazione idraulica del fiume Secchia nel tratto da Castellarano alla confluenza in Po», che ha in corso la stessa Autorita' di bacino, per i tratti ricadenti nelle fasce fluviali delimitate dall'Autorita' di bacino del Po. Prevedere tra la prog. 0+000 e la prog. 2+950, per l'interferenza con le fasce fluviali previste dal PAI, l'adozione della tipologia in viadotto in luogo del rilevato; g) predisporre un piano di circolazione dei mezzi d'opera in fase di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga i dettagli operativi di quest'attivita' in termini di: percorsi impegnati ed eventuali alternative in caso di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati; tipo di mezzi; volume di traffico, velocita' di percorrenza, calendario e orari di transito; percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate; messa in evidenza, se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili; a) prevedere la realizzazione, contestuale alla realizzazione dell'opera autostradale principale, previa convenzione con la societa' RFI, dei sottopassi ferroviari dell'appaltando progetto di rilocazione della linea FS storica Cittanova - S. Cataldo in comune di Modena; b) raccordarsi con l'analogo progetto di mitigazione dell'appaltando progetto di rilocazione della linea FS storica Cittanova - S. Cataldo in comune di Modena; c) valutare con il comune di Modena la possibilita' di ridurre o meglio distribuire il numero dei sovrappassi previsti nella zona di Marzaglia individuando soluzioni alternative in grado di soddisfare le esigenze di collegamento (nuclei abitati, fondi agricoli, percorso ciclo-pedonale Secchia, parco fluviale, etc.) delle porzioni di territorio «tagliate» dalla nuova infrastruttura; d) qualificare l'intersezione prevista in uscita dal raccordo a livelli sfalsati di Marzaglia con la attuale S.P. 15 attraverso la previsione di una ulteriore rotatoria commisurata con le previsioni dei flussi da sostenere; e) dovranno essere riconsiderate le valutazioni fatte circa la compatibilita' o meno delle opere in relazione agli insediamenti ed alla definizione di misure compensative e/o di protezione degli stessi, ivi incluse le possibilita' di rilocalizzazione con trasferimento delle potenzialita' edificatorie; f) dettagliare il sistema degli accessi ai fondi privati al fine di valutare eventuali misure compensative e/o mitigative per gli insediamenti, nonche' prevedere le necessarie opere per garantire l'accessibilita' agli stessi; g) l'opera identificata sulle planimetrie di progetto come «Scatolare ferroviario scalo merci», necessario al collegamento tra scalo merci e zona fiera, dovra' essere realizzata contestualmente alla infrastruttura stradale; h) il ponte previsto per il passaggio sul fiume Secchia dovra' contenere adeguati spazi per l'attraversamento ciclabile e pedonale; dovra' essere dimensionato in modo tale da garantire un futuro ampliamento a quattro corsie (due per senso di marcia); i) limitatamente alle conseguenze sul progetto in esame, tenendo conto che appare necessario che la ferrovia di collegamento con la stazione di Rubiera sia spostata a ovest della variante alla s.s. 9 mantenendo la funzionalita' anche in fase di esecuzione dei lavori e che il nuovo raccordo ferroviario «Cittanova/Marzaglia-Dinazzano sia posizionato sull'attuale sede della ferrovia Acciaierie-Terminal-Stazione di Rubiera, il progetto del «Raccordo autostradale Campogalliano - Sassuolo di collegamento tra la A22 e la s.s. 467 Pedemontana» deve tenere in considerazione che le due ferrovie siano raccordate con uno scatolare di scavalco della Variante alla s.s. 9 o con soluzioni alternative da concordare con la provincia di Reggio Emilia ed il comune di Rubiera; j) integrare il progetto prevedendo un ulteriore svincolo a rotatoria in corrispondenza dell'incrocio tra via Ancora e via Emilia-Romagna in comune di Sassuolo; k) confermare, al fine di mantenere adeguata permeabilita' soprattutto pedonale e ciclabile verso il Parco fluviale, in comune di Sassuolo i collegamenti gia' previsti nel Piano particolareggiato di iniziativa pubblica di attuazione del P.A.E. e che quindi sia ripristinato il collegamento, in prossimita' dello svincolo a T tramite il quale l'autostrada si connette alla Pedemontana, della carreggiata esistente che serve un immobile collocato in prossimita' del fiume, che risulterebbe altrimenti inaccessibile; l) realizzare un sistema di convogliamento delle acque di troppo pieno che recapiti in uno dei decantatori-disoleatori gia' previsti per il trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dall'autostrada per il lago di raccolta delle acque situato a est di ca' Siviglia in comune di Sassuolo, che a seguito della realizzazione dell'autostrada viene ad assumere una configurazione chiusa; m) studiare una soluzione progettuale che consenta di ridurre il numero delle pile in alveo rinunciando ad elementi standardizzati, da concordare con la Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio di Bologna, fermo restando che sara' sviluppata anche la soluzione presentata nel presente progetto preliminare; n) approfondire gli aspetti di rischio archeologico secondo le consuete modalita' adottate per le opere pubbliche di particolare impatto: ricerche bibliografiche, archivistiche, esame della foto aerea, ricognizioni di superficie, sondaggi di verifica. Tali indagini conoscitive si devono considerare del tutto preliminari all'intervento e dovranno essere realizzate da operatori archeologici sotto la direzione della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna-Bologna; o) rispetto alle mitigazione e compensazioni ambientali, dovra': utilizzare tutte le superfici intercluse tra opere infrastrutturali e non piu' utilizzabili a scopi agricoli, quindi da espropriare, per potenziare le compensazioni e dotazioni a verde; incrementare le dotazioni a verde per strutturare e potenziare corridoi ecologici esistenti o di progetto, nonche' i collegamenti escursionistici ciclo-pedonali esistenti; uniformarsi, recependo le parti di competenza, al progetto di mitigazione a verde delle nuove opere ferroviarie (delocalizzazione linea ferroviaria MI-BO tra Cittanova e Modena-San Cataldo, Scalo merci di Marzaglia, Terzo binario merci indipendente), in corso di approvazione da parte dell'amministrazione comunale di Modena. 1.2 Quadro di riferimento ambientale: a) sviluppare gli elementi di mitigazione e le opere di compensazione cosi' come proposti nello Studio d'impatto ambientale esaminato e sue integrazioni, e integrate alla luce delle presenti prescrizioni, dettagliandone la localizzazione, la tipologia, le modalita' di esecuzione e i costi analitici; b) prevedere la raccolta e l'appropriato trattamento delle acque di dilavamento della piattaforma, approfondendo gli schemi delle opere di raccolta e trattamento proposti nel preliminare, definendo e dimensionando l'intero sistema sia alle portate locali smaltibili che al contenimento degli sversamenti accidentali; determinare i tempi e i modi degli interventi di emergenza e studiare gli apparati in grado di garantire l'efficienza del sistema nel tempo; infine tutte le cunette e i fossi di guardia devono essere impermeabilizzati; nell'ambito della progettazione definitiva dovra' essere data priorita' all'utilizzo di sistemi biotecnici quali gli ecosistemi filtro; c) approfondire lo studio delle caratteristiche idrogeomorfologiche del fiume Secchia e della sua rete minore, dettagliando le misure specifiche per evitare che la realizzazione e l'esercizio dell'infrastruttura di progetto influisca sulla qualita' delle acque, sul regime idraulico e sull'ecosistema proprio della porzione del reticolo idrografico interessato; d) verificare in dettaglio, in corrispondenza dello svincolo di raccordo con la tangenziale di Modena, l'interferenza con la superficie piezometrica prevedendo eventualmente la messa in opera di elementi drenanti con caratteristiche permanenti atte a garantire la continuita' del deflusso idrico ipogeo; e) verificare in dettaglio dal Km 5+500 al Km 8+300 la possibile interferenza con il massimo livello stimato della falda superficiale di massima piena del fiume Secchia garantendo un franco costante tra il piano viario e la falda stessa; f) prevedere corridoi protetti di attraversamento della fauna, in numero, forma e dimensioni adeguati garantendo la continuita' strutturale e funzionale della rete ecologica; in particolare in corrispondenza del Fosso di Santa Liberata, l'attraversamento previsto con le integrazioni dovra' essere completato con la rinaturalizzazione delle aree prossime all'imbocco. Dovranno essere permeabili alla fauna gli attraversamenti dei corsi d'acqua di minor entita'; g) al fine di mitigare gli impatti sulle componenti naturalistiche, paesaggistiche, ed acustico e per mantenere la continuita' dell'oasi, la galleria artificiale del Colombarone dovra' interessare il tratto compreso tra il Km 9+000 al Km 10+200; h) prevedere per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, l'impiego di specie appartenenti alle serie autoctone, raccogliendo eventualmente in loco il materiale per la loro propagazione (sementi, talee, etc.) al fine di rispettare la diversita' biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette) e di consentire la produzione di materiale vivaistico; i) coordinare le attivita' di ripristino ambientale previste in corrispondenza del Parco del fiume Secchia con lo specifico progetto del comune di Sassuolo; j) provvedere alla riduzione dell'effetto barriera urbanistica facilitando l'attraversamento della strada a mezzo di passaggi pedonali e ciclabili rispettando le previsioni di localizzazione dei percorsi, in particolare nel tratto ove l'opera corre in parallelo al Secchia; k) sviluppare le opere di sistemazione a verde, di ripristino ambientale e di rinaturazione previste in progetto, applicando le tecniche dell'ingegneria naturalistica; assumendo come riferimento: «Linee guida per capitolati speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde» del Ministero dell'ambiente, Servizio VIA, settembre 1997; altri manuali qualificanti quali, ad esempio: «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti» dell'APAT, 2002; «Manuale di ingegneria naturalistica» della regione Emilia-Romagna; l) approfondire l'analisi revisionale del rumore considerando il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 novembre 1997 in fase di esercizio delle opere in progetto, verificandone i livelli sui ricettori nelle condizioni di traffico piu' critiche; specificando la localizzazione, la tipologia e le modalita' di realizzazione delle opere di mitigazione acustica, assicurandone l'inserimento paesaggistico e privilegiando l'adozione di barriere acustiche integrate con barriere a verde; m) approfondire l'elaborazione degli interventi di mitigazione delle vibrazioni cosi' da garantire il rispetto dei limiti delle norme UNI 9614; n) verificare per il ricettore n. 20 (rumore) tutti i sistemi mitigativi attivi e passivi ed eventualmente provvedere alla delocalizzazione del ricettore impattato; o) dettagliare la qualita' e la quantita' delle emissioni e degli scarichi in fase di cantierizzazione, e le misure proposte per la loro mitigazione; p) essere accompagnato da un progetto di monitoraggio ambientale redatto secondo linee guida predisposte dalla commissione speciale VIA prevedendone il relativo costo nel quadro economico; q) predisporre quanto necessario per adottare, entro la consegna dei lavori, un Sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001); r) redigere gli elaborati, anche successivi al progetto definitivo, in conformita' alte specifiche del Sistema cartografico di riferimento; s) prevedere tutti gli accorgimenti per evitare che nella fase di realizzazione dei viadotti e/o laddove siano presenti falde superficiali: le attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di pile e spalle determinino l'insorgere del rischio di diffusione delle sostanze inquinanti dovute ai fluidi di perforazione; l'utilizzazione dei fanghi di perforazione riduca la permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate; t) prevedere lo spostamento dei fossi acquedottistici eventualmente interferiti in zone contermini; u) prevedere misure di compensazione di importo non inferiore al 3% dell'importo dei lavori; v) realizzare, previo adeguato progetto acustico, una schermatura completa del lato est dell'infrastruttura e dello svincolo per Rubiera, nel tratto indicativamente compreso tra i civici: strada Nuova di Marzaglia n. 146 e strada Marzaglia n. 178/2, per uno sviluppo lineare complessivo di circa 1400 m; w) dovra' considerare e risolvere le interferenze dirette e non, con il Percorso natura realizzato lungo il fiume Secchia da Modena a Sassuolo; la soluzione delle interferenze dovra' passare necessariamente attraverso la previsione di opere di mitigazione da realizzarsi per minimizzare l'impatto visivo e acustico, nonche' per garantire i collegamenti con la rete viaria ordinaria circostante; la funzionalita' del percorso dovra' essere garantita anche durante la fase di realizzazione dell'opera; x) i manufatti di raccolta dovranno essere dotati di vasche e organi di compartimentazione per poter raccogliere eventuali reflui derivanti da sversamenti accidentali; y) dovra' realizzare tutti i manufatti necessari ad evitare infiltrazione delle acque meteoriche e di dilavamento superficiale nei tratti a vulnerabilita' elevata e molto elevata; z) per quanto concerne il sistema di drenaggio delle acque reflue di origine meteorica e di origine accidentale (sversamenti, acque di spegnimento incendi, acque di lavaggio della piattaforma, etc.) dell'infrastruttura occorre prevedere per tutti i corsi d'acqua presidi idraulici; aa) al fine di minimizzare le possibili interferenze ed impatti sul deflusso e sulla qualita' delle acque superficiali e sotterranee, e' necessaria la predisposizione di presidi di controllo idrico su tutti i recapiti del sistema di drenaggio dell'infrastruttura; a tal fine occorre prevedere impianti di depurazione con pretrattamenti meccanici di grigliatura e disoleazione e trattamenti primari di sedimentazione, per le acque reflue di prima pioggia e di origine accidentale (sversamenti, acque o fluidi di spegnimento incendi, acque di lavaggio della piattaforma, etc.), prima dei recapiti; bb) il tratto stradale dovra' essere munito di strutture atte a garantire, lungo tutti i tratti insistenti in zone idrogeologicamente molto vulnerabili (secondo la carta di vulnerabilita' degli acquiferi) oltre che lungo il tratto secante la zona di rispetto allargata del campo acquifero di Marzaglia, la fuoriuscita di strada di autoveicoli e conseguentemente i potenziali sversamenti di inquinanti nelle zone adiacenti l'asse stradale; cc) dovranno essere potenziati gli interventi di compensazione al fine di non impoverire l'efficienza ecologica del corridoio e ridurre l'impatto dell'opera sul territorio in generale (fasce boscate, opere di rinaturazione); tali interventi dovranno essere realizzati lungo tutto il tracciato della bretella con particolare riferimento ai tratti in corrispondenza delle aree naturali piu' interessanti (Casse, ex Cave Rametto) ed in prossimita' dei centri abitati al fine di non compromettere le connessioni ecologiche tra la fascia fluviale e il territorio agricolo posto ad est del raccordo autostradale in fase di forte rinaturazione; dd) nell'area sensibile di impatto 4 (pag. 69 appendice B) ex Cave Rametto, dovra' essere ridotta al massimo la frammentarieta' del sito e dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari per non danneggiare le eventuali risorgive; dovranno inoltre essere previsti sistema di raccolta delle acque della piattaforma stradale e smaltimento delle stesse all'esterno dell'area al fine di tutelare le acque presenti nei bacini; ee) dovranno essere attuate le prescrizioni previste nel SIA ed inoltre si dovra': inserire i sottopassi di attraversamento per la fauna minore non contemplati nelle misure di mitigazione; le piante messe a dimora e le semine di erbacee dovranno essere certificate di produzione locale; le piante di biancospino attualmente non sono ammesse per decreto regionale a causa della diffusione del colpo di fuoco batterico che colpisce gran parte delle rosacee ed in particolare il biancospino; per la pianura comunque e' il Crataegus monogyna e non Coxyacantha che occupa la fascia montana. In sostituzione e' possibile l'uso del prugnolo (Prunus spinosa) e della rosa canina; ff) siano verificate le seguenti condizioni in prossimita' del fiume Secchia e delle sue aree di pertinenza: l'insieme delle opere costituenti l'attraversamento (ponte-viadotto e rilevati di accesso) non deve comportare condizionamenti al deflusso della piena e non deve indurre modificazioni all'assetto morfologico dell'alveo; la soluzione progettuale adottata per il ponte e per i rilevati di accesso deve garantire l'assenza sia di effetti di rigurgito tali da comportare un aumento delle condizioni di rischio per il territorio circostante, sia di riduzione degli effetti di laminazione della piena; l'insieme delle opere deve essere in condizioni di sicurezza intrinseca rispetto ai fenomeni di piena; tenuto conto che l'Autorita' di Bacino ha in corso lo «Studio di fattibilita' della sistemazione idraulica del fiume Secchia nel tratto da Castellarano alla confluenza in Po» e che quindi e' necessario raccordare tra loro i due progetti, si ritiene opportuno un incontro tecnico tra i progettisti dell'ANAS e la predetta Autorita' di bacino. 2. Da assolvere nella redazione del progetto esecutivo: a) in generale si dovranno utilizzare specie autoctone e/o naturalizzate, che garantiscono un maggior successo d'impianto (facilita' all'attecchimento, adattamento pedo-climatico, buona resa nello sviluppo, minori costi di manutenzione); latifoglie non autoctone possono essere tollerate in misura minore e limitatamente agli ambiti fortemente urbanizzati in cui sono necessari interventi con finalita' estetiche; stessa logica deve essere seguita per le specie arbustive non autoctone; assolutamente da evitare sono le specie riconosciute come invadenti (Robinia, Ailanto, Amorpha, etc.); b) la fascia boscata deve essere sempre articolata prevedendo diversi livelli di vegetazione (alberi di I, II e III grandezza e arbusti) e diversificazione specifica occupando, in questo modo, sia lo spazio orizzontale sia quello verticale a disposizione della fascia stessa; c) la tipologia di impianto e gli standard vivaistici da utilizzare nella progettazione esecutiva, dovranno favorire un rapido sviluppo della vegetazione, utilizzando piante a pronto effetto e sedime forestale in funzione degli obbiettivi che si vorranno perseguire: verde d'arredo, verde schermante, verde con funzione naturalistica, etc.; d) particolare attenzione dovra' essere posta al tipo di terreno e all'eventuale livello di inquinamento accumulatosi, poiche' eccessive concentrazioni, o anche la sola presenza di alcune sostanze, possono inficiare l'attecchimento di alcune specie o precluderne la sopravvivenza nel tempo; inoltre si dovra' prevedere in caso di necessita' uno strato di terreno vegetale per almeno 80 cm; e) il progetto, pur evidenziando nel S.I.A. la presenza di ambiti naturali di un certo pregio (fiumi Secchia e Panaro, torrenti Tiepido e Samoggia), non ne prevede il potenziamento, limitandosi alla ««ricucitura con la vegetazione esistente»; si ritiene necessario potenziare tali tratti con sistemazioni a verde naturale; f) ogni intervento in ambito naturale (fluviale, di cava, etc.) dovra' prevedere l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica; g) assolutamente fondamentale e necessaria e' la scelta di ricomprendere le operazioni di manutenzione degli impianti per almeno tre anni dalla messa a dimora; a questa si aggiunge la necessita' di prevedere un reimpianto delle fallanze nel primo anno di manutenzione; h) predisporre un piano di monitoraggio per verificare gli effettivi livelli sonori post operam in prossimita' dei ricettori residenziali; le fasi realizzative e le sorgenti che il monitoraggio dovra' caratterizzare sono: aree fisse cantiere, fase di costruzione, fase finale di esercizio; le modalita' di misura i periodi di osservazione e la scelta dei ricettori dovranno essere concordate con il comune di Modena; la situazione ante operam dovra' essere acquisita prima dell'inizio della fase di cantiere; i) caratterizzare i fanghi di decantazione, depurazione e disoleazione al fine di scegliere le idonee modalita' di stoccaggio, pretrattamento e smaltimento; la gestione e la manutenzione sara' necessariamente a carico di ANAS; j) contenere il «piano di gestione, manutenzione e verifica di funzionalita' del sistema di raccolta e trattamento dei fanghi»; in particolare la manutenzione degli impianti dovra' essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno; k) contenere il «piano di gestione, manutenzione e verifica di funzionalita' del sistema di drenaggio, invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali» da presentare per l'approvazione ad ARPA ed alla provincia di Modena e Reggio Emilia; in particolare la manutenzione degli impianti dovra' essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno; l) in relazione alla vulnerabilita' idrogeologica della falda acquifera, progettare presidi idrogeologici di monitoraggio delle opere di realizzazione dei manufatti, grazie ad appositi piezometri da mettere in opera in fase esecutiva; i presidi devono possedere le seguenti caratteristiche generali: ogni presidio idrico deve prevedere la messa in opera di appositi piezometri; i piezometri devono captare un solo acquifero cadauno; non devono essere attrezzati con un dreno continuo, devono essere cementati negli orizzonti acquiferi che non sono di specifico interesse; devono disporre di cementazione della testata; devono avere diametri tali da eseguire prove di pompaggio a portata costante di lunga durata, con portate che siano significative ai fini del dimensionamento del sistema di disinquinamento; m) nei presidi devono essere controllati i seguenti parametri: pH, conducibilita' elettrica, alcalinita', ammoniaca, nitrati, cloruri, solfati, sodio, potassio, calcio, magnesio, fosforo, i principali metalli pesanti, idrocarburi disciolti e non, composti organo alogenati, materiale in sospensione; per le determinazioni chimico-fisiche dirette in sito, devono essere monitorati anche i seguenti parametri: temperatura dell'acqua, temperatura dell'aria, ossigeno disciolto (per le modalita' di prelevamento, stabilizzazione e conservazione, dei campioni d'acqua si deve fare riferimento ai metodi Irsa e decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988). Si ricorda la necessita' di operare idoneo spurgo dei pozzi adottando ad esempio i criteri relativi ai volumi prelevati; n) prevedere un piano di monitoraggio da effettuare durante la fase di cantiere per verificare le effettive concentrazioni di inquinanti in corrispondenza dei ricettori residenziali posti sia lungo il tracciato che in prossimita' delle aree fisse di cantiere; il piano dovra' essere concordato con il comune di Modena; la situazione ante operam dovra' essere acquisita prima dell'inizio della fase di cantiere. 3. Da assolvere nella fase di cantiere; da inserire nel Capitolato speciale d'appalto a carico dell'esecutore dei lavori: a) l'asfaltatura delle piste di cantiere e la loro sistematica pulizia con frequenza da valutare anche in relazione alle condizioni meteo, per garantire la minima diffusione delle polveri aero disperse; b) per limitare le emissioni diffuse e puntuali di polveri derivanti dalla movimentazione dei materiali di costruzione, dall'esercizio di impianti fissi e dalla movimentazione dei mezzi su sede stradale di cantiere sterrata e' necessario: per l'impianto di betonaggio e altri impianti fissi, prevedere sistemi di abbattimento per le polveri in corrispondenza degli sfiati da serbatoi e miscelatori durante il carico e scarico e la lavorazione; prevedere la umidificazione dei depositi temporanei di terre, dei depositi di materie prime ed inerti e delle vie di transito da e per i cantieri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze di un aggregato urbano; per il trasporto prevedere un sistema di ricopertura dei cassoni con teloni; qualora nella composizione del calcestruzzo rientri come materia prima il polistirolo, il ciclo delle acque usate, provenienti anche dal lavaggio delle autobetoniere, non dovra' essere svolta a cielo aperto e comunque, prima dello scarico delle acque usate nel contenitore preparato allo scopo, dovranno essere interposte griglie di trattenimento del materiale plastico; acquisire le autorizzazioni necessarie per le emissioni di inquinanti in atmosfera ai sensi delle vigenti normative; c) la perforazione di nuovi pozzi delle medesime caratteristiche di quelli esistenti qualora la nuova strada crei interferenze tali da renderli inutilizzabili; il soggetto aggiudicatore prevedera' tra le somme a disposizione una copertura economica per far fronte a tale eventualita'; d) divieto di utilizzare additivi nella realizzazione di pali di fondazione per evitarne la dispersione in falda; e) nelle aree dei cantieri principali, al fine di garantire il regolare deflusso delle acque di origine meteorica e di assicurare il controllo di eventuali sversamenti accidentali dovra' essere predisposta la separazione della rete delle acque bianche dalle nere, di cui va presentato il progetto corredato di relazione descrittiva; la rete delle acque bianche dovra' essere dotata di un apposito impianto di ritegno dei fluidi incidentalmente sversati; f) per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue industriali (derivanti da miscelazione di materie prime, lavaggio dei macchinari, dei piazzali e degli autoveicoli), dovra' essere realizzato quanto segue: impianto di riciclo delle acque provenienti dalla miscelazione delle materie prime nell'impianto di betonaggio; a monte dello scarico in pubblica fognatura, impianto di depurazione chimico-fisico; predisposizione di una apposita area per l'attivita' di lavaggio di autocarri, betoniere o di veicoli e contenitori in genere con riciclo delle acque; g) si dovra' provvedere alla pavimentazione delle intere aree di cantiere e alla realizzazione di canalette perimetrali di scolo con apposito recapito finale, garantendo l'eventuale ripristino delle aree alla condizione precedente il cantiere, in rapporto alla loro destinazione d'uso; h) dovra' essere predisposto un piano di emergenza per accidentali sversamenti di sostanze inquinanti nel suolo che dovra' essere inviato ad ARPA, provincia e comuni interessati dai cantieri; i) si dovra' indicare, per quanto attiene le aree dei cantieri principali, al fine della protezione dagli inquinamenti accidentali, l'esatta individuazione delle aree destinate al deposito di sostanze pericolose quali carburanti, lubrificanti, rifiuti industriali, oli esausti etc. e delle aree di carico e scarico; andranno indicate inoltre le modalita' di stoccaggio, eventuale pretrattamento e smaltimento finale dei rifiuti (fanghi di depurazione, decantazione, disoleazione, espurghi, oli esausti, rifiuti da officina etc.); j) le aree destinate al deposito di sostanze pericolose quali carburanti, lubrificanti, rifiuti industriali, oli esausti etc. e delle aree di carico e scarico dovranno essere localizzate al di fuori delle aree classificate a vulnerabilita' elevata e comunque al di fuori delle aree di tutela assoluta e di rispetto ristretta ed allargata dei pozzi ad uso idropotabile; k) dovra' essere evitato l'interramento di contenitori destinati all'immagazzinamento di sostanze o preparati pericolosi, carburanti e rifiuti compresi, preferendo l'installazione di depositi epigei; l) i depositi devono essere sistemati al coperto in locali resi a tenuta mediante la costruzione di solette rialzate in corrispondenza degli ingressi, o immagazzinati all'interno di bacini di contenimento impermeabilizzati. 4. Da assolvere prima dell'inizio della fase di esercizio: a) dovra' essere presentato, per l'approvazione prima dell'inizio della fase di esercizio, ad ARPA, provincia e comuni interessati un nuovo piano di mitigazione che tenga conto dell'incertezza del modello e dei limiti futuri imposti dal decreto ministeriale n. 60/2002; b) dovra' essere presentato per l'approvazione, prima dell'inizio della fase di esercizio, ad ARPA, provincia e comuni interessati un piano di monitoraggio che comprenda almeno due stazioni; gli inquinanti da monitorare dovranno comprendere almeno il CO, il PM10, il PM2,5, il NO2 ed il benzene; tali stazioni dovranno essere integrate con le reti di rilevamento provinciali; c) per quanto attiene il ramo di raccordo con la tangenziale di Rubiera, tale raccordo potra' essere aperto al traffico solo a seguito dell'entrata in esercizio del ramo di collegamento del ponte con la S.P. 51 che, secondo gli accordi connessi all'A.V., deve essere realizzato da TAV, come pista di cantiere, e completato da ANAS. PARTE II Raccomandazioni a) avvalersi per il monitoraggio ambientale del supporto di competenze specialistiche qualificate, anche attraverso la definizione di specifici protocolli e/o convenzioni; cio' anche allo scopo di promuovere la costituzione di centri di ricerca e formazione, funzionali sia alla realizzazione dell'infrastruttura sia all'ampliamento delle conoscenze scientifiche, sia alla creazione di nuove professionalita' nel settore; b) scegliere le caratteristiche di ciascuna misura di mitigazione verificandone gli effetti su tutte le componenti ambientali; c) per il generale miglioramento dell'inserimento paesaggistico-ambientale dei ponti e dei viadotti: preferire l'adozione di strutture continue, a sezione variabile e con forme arrotondate; verificare la possibilita' di inserire le opere di protezione dal rumore nelle strutture portanti, ad esempio adottando impalcati a via inferiore; definire con particolare cura il disegno delle forme e delle superfici delle pile e delle spalle e della loro naturalizzazione (piantumazioni e mascheramenti); verificare sotto il profilo idraulico le sezioni delle pile delle opere d'arte; d) per il generale miglioramento dell'inserimento paesaggistico ambientale dell'infrastruttura: prevedere che le opere di sostegno siano a paramento inclinato con coronamento continuo e rivestimento in pietra locale montata secondo gli usi tradizionali locali; conformare gli imbocchi delle gallerie secondo le pendenze del versante attraversato e raccordarli con continuita' alle opere di sostegno all'aperto; e) privilegiare l'impianto di formazioni alberate di estensione adeguata per ripristinare la continuita' dei relitti di vegetazione e per rinaturalizzare le aree dismesse e quelle intercluse; f) il progetto di illuminotecnica dovra' conseguire il massimo contenimento possibile delle emissioni luminose, in particolare attraverso l'impiego di tecnologie e dispositivi di massima efficienza energetica e la scelta di soluzioni di schermature atte a evitare al massimo le dispersioni verso l'alto e verso l'intorno territoriale; g) assicurarsi che il realizzatore dell'infrastruttura possegga o, in mancanza, acquisisca, per le attivita' di cantiere anche dopo la consegna dei lavori e nel piu' breve tempo possibile, la certificazione ambientale 14001 o la registrazione ai sensi del Regolamento CEE 761/2001 (EMAS); h) per l'approvvigionamento idrico preferire alla perforazione di nuovi pozzi l'uso di acque superficiali verificando che, nel periodo estivo il prelievo sia compatibile con il DMV dei corsi d'acqua captati; i) incrementare l'estensione della fascia boscata che dovra' essere realizzata in modo da massimizzare la biomassa, in particolare in prossimita' dei centri abitati; il soggetto aggiudicatore si relazionera' allo scopo con gli enti locali; j) per garantire la funzionalita' del costruendo collegamento autostradale si dovra' verificare con gli enti interessati la possibilita' di realizzare per tempo anche il quadruplicamento della S.P. 467 fra il tratto di confluenza del collegamento e Fiorano, in corrispondenza con il cd. collegamento Modena-Sassuolo; k) studiare l'ipotesi che l'opera venga realizzata in viadotto dal km 0+740 al km 1+859 onde ridurre il rischio idraulico, data la vicinanza al fiume Secchia, e consentire una maggiore permeabilita' del territorio; l) considerare un eventuale esproprio, o un equo indennizzo, per gli edifici censiti al catasto del comune di Campogalliano al foglio 33 mapp. 89, 92, 93, 99, 100, 103 in quanto situati in prossimita' del nuovo svincolo tra l'A22 e l'A1 e pertanto, forse, oggettivamente incompatibili con l'opera; m) poiche' l'area interessata dall'opera e' caratterizzata da diversi fattori critici individuati dal P.T.C.P. verificare la effettiva necessita' di realizzare la seconda stazione di rifornimento carburante che si ritiene abbia un impatto non sostenibile per l'area stessa; n) verificare con i soggetti interessati la funzionalita' complessiva del sistema infrastutturale di area vasta e locale che risulta condizionato dalla completa attuazione di tutte le opere previste, con particolare riferimento al completamento del 3° stralcio della Modena-Sassuolo urbana (tratto Casinalbo-Fiorano) e soprattutto del 4° stralcio (tratto Fiorano-Ponte Secchia); o) coordinarsi con R.F.I. per l'aspetto di contiguita' e di coordinamento architettonico del ponte sul Secchia di futuro collegamento alla tangenziale di Rubiera.