(all. 1 - art. 1)
                           METODI UFFICIALI
                    DI ANALISI PER I FERTILIZZANTI
                           Supplemento n. 2
                Parte prima - METODI DI ANALISI C.E.E.
                               Metodi 8
                          ELEMENTI SECONDARI
                              Metodo 8.1
     ESTRAZIONE DEL CALCIO TOTALE, DEL MAGNESIO TOTALE, DEL SODIO
              TOTALE E DELLO ZOLFO PRESENTE COME SOLFATO
1. Oggetto
Il  presente documento fissa un metodo convenzionale per l'estrazione
del calcio totale, del magnesio totale, del sodio totale nonche'  per
l'estrazione  dello  zolfo totale presente sotto forma di solfati, in
modo da determinare, nella misura del possibile, ciascuno  di  questi
elementi effettuando una sola estrazione.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la dichiarazione del calcio  totale,  del  magnesio
totale,  del sodio totale e dello zolfo totale presente come solfato.
3. Principio
Dissoluzione in acido cloridrico diluito portato ad ebollizione.
4. Reattivi
4.1 Acido cloridrico diluito (1:1)
Un volume di acido cloridrico (densita' 1,18) piu' un volume d'acqua.
5. Apparecchiatura
Piastra riscaldante con regolazione di temperatura.
6. Preparazione del campione
Vedi metodo 1.
7. Modo di operare
7.1. Prelievo del campione
L'estrazione  del  calcio,  del magnesio, del sodio e dello zolfo dei
solfati, deve essere effettuata su un campione di 5g, pesato  con  la
precisione di 1 mg.
Tuttavia,  se  il  concime contiene piu' del 15% di zolfo (S), oppure
piu' del 37,5% di SO3, e piu' del 18,8% di calcio (Ca),  ovvero  piu'
del  26,3%  di CaO, l'estrazione del calcio e dello zolfo si effettua
su un campione di 1g, pesato con la precisione di 1 mg.
Il campione viene posto in un becher da 600 ml.
7.2. Dissoluzione
Aggiungere  circa 400 ml di acqua e, poco a poco e con cautela, se il
prodotto contiene una notevole quantita' di carbonati, 50 ml di acido
cloridrico  diluito (4.1). Portare ad ebollizione e mantenerla per 30
minuti. Lasciare raffreddare agitando ogni tanto.
Travasare quantitativamente in un matraccio tarato da 500 ml.
Portare a volume con acqua. Omogeneizzare capovolgendo.
Filtrare  attraverso  un  filtro  asciutto in un recipiente anch'esso
asciutto.
Scartare  le  prime  porzioni;  se  il  filtrato  non  e'  utilizzato
immediatamente, chiudere il recipiente con un tappo.
                              Metodo 8.2
      ESTRAZIONE DELLO ZOLFO TOTALE PRESENTE SOTTO FORME DIVERSE
1. Oggetto
Il  presente  documento  fissa un metodo per l'estrazione dello zolfo
totale contenuto nei fertilizzanti sotto forma elementare  e/o  sotto
forme diverse.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la  dichiarazione dello zolfo totale quando  questo
e' presente  sotto  forme  diverse  (elementare, tiosolfato, solfito,
solfato).
3. Principio
Trasformazione   in   ambiente   alcalino   concentrato  dello  zolfo
elementare in polisolfuri e tiosolfato, seguita da un'ossidazione con
perossido di idrogeno di questi ultimi e  dei  solfiti  eventualmente
presenti.  Le  varie  forme  di  zolfo  sono cosi'   trasformate   in
solfato  che  viene dosato per precipitazione del  solfato  di  bario
(metodo 8.9).
4. Reattivi
4.1. Acido cloridrico diluito (1:1).
Un  volume  di  acido  cloridrico   (densita'  1,18)  piu'  un volume
d'acqua.
4.2.  Soluzione  di  idrossido  di  sodio, al 30% di NaOH come minimo
(densita' 1,33).
4.3. Soluzione di perossido di idrogeno al 30% in peso.
4.4. Cloruro di bario BaCl22.H2O, soluzione acquosa, 122 g/l.
5. Apparecchiatura
5.1. Piastra riscaldante elettrica con regolazione di temperatura.
6. Preparazione del campione
Vedi metodo 1.
7. Modo di operare
7.1. Prelievo del campione
Pesare  con la precisione di 1 mg una quantita' di concime contenente
tra 80 e 350 mg di zolfo (S), ossia da 200 a 875 mg di SO3. Nel  caso
generale (S<15%),pesare 2,500 g. Porre  il  campione  in un becher da
400 ml.
7.2. Ossidazione
Aggiungere  20 ml di soluzione d'idrossido di sodio (4.2) e quindi 20
ml di acqua. Coprire con un vetro da orologio.
Portare  ad ebollizione per 5 minuti sulla piastra riscaldante (5.1).
Allontanare dalla piastra.  Raccogliere  con  uno  spruzzo  di  acqua
bollente  lo  zolfo  che  aderisce  alle  pareti del becher e portare
nuovamente  ad  ebollizione  mantenendola  per  20  minuti.  Lasciare
raffreddare.  Aggiungere  il  perossido  di  idrogeno (4.3), 2 ml per
volta fino a quando la reazione non e' piu' visibile. Sono  necessari
da   6   a  8  ml  di  perossido  di  idrogeno.  Lasciare  continuare
l'ossidazione a freddo per 1 ora. Portare  quindi  ad  ebollizione  e
mantenerla per mezz'ora.
Lasciare raffreddare.
7.3. Preparazione della soluzione da analizzare
Aggiungere  circa  50  ml  di  acqua e 50 ml della soluzione di acido
cloridrico (4.1).
- Se il tenore in zolfo (S) e' inferiore al 5%:
Filtrare  la  soluzione raccogliendola in un becher da 600 ml. Lavare
piu' volte con acqua fredda il residuo sul  filtro.  Al  termine  del
lavaggio,  verificare  l'assenza  di  solfato  nelle  ultime gocce di
filtrato con una soluzione di cloruro di  bario  (4.4).  Il  filtrato
deve essere perfettamente limpido. Effettuare il dosaggio dei solfati
su tutto il filtrato seguendo il metodo 8.9.
- Se il tenore in zolfo (S) e' di almeno il 5%:
Travasare  quantitativamente  il contenuto del becher in un matraccio
tarato  da  250  ml.  Portare  a  volume  con  acqua.   Omogeneizzare
capovolgendo. Filtrare attraverso un filtro asciutto in un recipiente
anch'esso asciutto. Il filtrato deve  essere  perfettamente  limpido.
Tappare   il   recipiente   se  la  soluzione  non  viene  utilizzata
immediatamente. Effettuare il dosaggio dei solfati su una aliquota di
tale  soluzione  per  precipitazione  sotto forma di solfato di bario
seguendo il metodo 8.9.
                              Metodo 8.3
       ESTRAZIONE DELLE FORME SOLUBILI IN ACQUA DEL CALCIO, DEL
  MAGNESIO, DEL SODIO E DELLO ZOLFO PRESENTE SOTTO FORMA DI SOLFATO
1. Oggetto
Il  presente  documento fissa un metodo di estrazione del calcio, del
magnesio, del sodio e dello zolfo presente sotto  forma  di  solfato,
solubili in acqua, allo scopo di determinare il tenore di ciascuno di
questi elementi nei concimi effettuando una sola estrazione.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la dichiarazione  del  calcio,  del  magnesio,  del
sodio e dello zolfo sotto forma di solfato, solubili in acqua.
3. Principio
Gli elementi sono disciolti in acqua bollente.
4. Reattivo
Acqua distillata o demineralizzata di qualita' equivalente.
5. Apparecchiatura
5.1. Piastra riscaldante elettrica regolabile.
6. Preparazione del campione
Vedi metodo 1.
7. Modo di operare
7.1. Prelievo del campione
a)   Fertilizzante   esente   da  zolfo  o  fertilizzante  contenente
contemporaneamente il 3% al massimo di zolfo (S) (= 7,5%SO3) e il  4%
al  massimo  di  calcio  (Ca) (=5,6%CaO): pesare 5g di concime con la
precisione di 1 mg.
b) Fertilizzante contenente piu' del 3% di zolfo (S) e piu' del 4% di
calcio (Ca); pesare 1 g di concime con la precisione di 1 mg.
Porre il campione in un becher da 600 ml.
7.2. Dissoluzione
Aggiungere circa 400 ml di acqua, portare ad ebollizione e mantenerla
per 30 minuti. Lasciare raffreddare agitando ogni tanto.
Travasare quantitativamente in un matraccio tarato da 500 ml.
Portare a volume con acqua. Omogeneizzare capovolgendo.
Filtrare  attraverso  un  filtro  asciutto in un recipiente anch'esso
asciutto. Scartare le prime porzioni di filtrato.
Il  filtrato deve essere perfettamente limpido. Tappare il recipiente
se la soluzione non viene utilizzata immediatamente.
                              Metodo 8.4
ESTRAZIONE DELLO ZOLFO SOLUBILE IN ACQUA, QUANDO LO ZOLFO E' PRESENTE
SOTTO FORME DIVERSE
1. Oggetto
Il  presente  documento  fissa  un  metodo  di estrazione dello zolfo
solubile in acqua quando questo e' presente nel  fertilizzante  sotto
forme diverse.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la dichiarazione dello  zolfo  solubile  in  acqua,
quando  questo  e' presente sotto forme diverse (tiosolfato, solfuro,
solfato).
3. Principio
Lo  zolfo  viene  disciolto  in  acqua fredda e trasformato quindi in
solfato per ossidazione mediante perossido di  idrogeno  in  ambiente
alcalino.
4. Reattivi
4.1 Acido cloridrico diluito (1:1).
Un  volume  di  acido  cloridrico  (densita'  1,18) piu' un volume di
acqua.
4.2.  Soluzione  di  idrossido di sodio contenente almeno 30% di NaOH
(densita' 1,33)
4.3. Soluzione di perossido d'idrogeno al 30% in peso (110 volumi).
5. Apparecchiatura
5.1. Pallone tarato di Stohmann da 500 ml.
5.2. Agitatore rotante a 30/40 giri/min. regolato
5.3. Piastra riscaldante elettrica regolabile.
6. Preparazione del campione
Vedi metodo 1.
7. Modo di operare
7.1. Prelievo del campione
a)  Fertilizzante  contenente  contemporaneamente al massimo il 3% di
zolfo (S) (=7,5%SO3) e, al massimo, il 4% di calcio (Ca)  (=5,6%CaO):
pesare 5 g di concime, con la precisione di 1 mg.
b)  Fertilizzante  contenente contemporaneamente piu' del 3% di zolfo
(S) e piu' del 4% di calcio (Ca):  pesare  1  g  di  concime  con  la
precisione di 1 mg.
Porre il campione in un pallone di Stohmann da 500 ml (5.1).
7.2. Dissoluzione
Aggiungere  circa 400 ml di acqua. Tappare. Lasciare in agitazione 30
minuti sull'agitatore rotante 5.2.
Portare a volume con acqua. Omogeneizzare capovolgendo.
Filtrare  attraverso  un  filtro  asciutto in un recipiente anch'esso
asciutto. Il filtrato deve essere perfettamente limpido.  Tappare  il
recipiente se la soluzione non viene utilizzata immediatamente.
7.3. Ossidazione dell'aliquota da analizzare.
Prelevare dalla soluzione filtrata un'aliquota non superiore a 50 ml,
contenente 20-100 mg di zolfo (S), porla in un  becher  di  capacita'
adeguata.  Portare,  se  necessario,  al  volume  di 50 ml con acqua.
Aggiungere 3 ml di soluzione di idrossido di sodio (4.2) e  2  ml  di
soluzione di perossido di idrogeno (4.3).
Coprire con un vetro da orologio e fare bollire lentamente per un'ora
sulla piastra riscaldante (5.3). Fare  delle  aggiunte  da  1  ml  di
soluzione  di perossido d'idrogeno finche' vi e' reazione evidente (5
ml) al massimo. Lasciare quindi raffreddare,  togliere  e  lavare  il
vetro  da  orologio  nel becher. Acidificare con circa 20 ml di acido
cloridrico  diluito  (4.1).  Portare  a  circa  300  ml  con   acqua.
Effettuare  il  dosaggio  dei  solfati su tutta la soluzione ossidata
seguendo il metodo 8.9.
                              Metodo 8.5
          ESTRAZIONE E DETERMINAZIONE DELLO ZOLFO ELEMENTARE
Avvertenza
Il  metodo  di  analisi  utilizza  solfuro  di  carbonio  (CS2), cio'
richiede particolari misure di sicurezza riguardanti in  particolare:
- Lo stoccaggio di CS2;
- L'attrezzatura di protezione del personale;
- L'igiene del lavoro;
- La protezione contro l'incendio e le esplosioni;
- L'eliminazione del reattivo.
L'applicazione del metodo richiede personale estremamente qualificato
ed una attrezzatura di laboratorio adeguata.
1. Oggetto
Il   Presente  documento  fissa  un  metodo  per  l'estrazione  e  la
determinazione dello zolfo elementare contenuto nei fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la dichiarazione dello zolfo elementare.
3. Principio
Dopo  eliminazione  dei  composti  solubili,  estrazione  dello zolfo
elementare con solfuro di carbonio.
Determinazione gravimetrica dello zolfo estratto.
4. Reattivi
Solfuro di carbonio.
5. Apparecchiatura
5.1. Pallone di estrazione con collo smerigliato da 100 ml.
5.2. Apparecchio di Soxhlet, con relativi ditali filtranti.
5.3. Evaporatore rotante sotto vuoto.
5.4. Stufa elettrica con ventilazione regolata a 90 + o - 2› C.
5.5.  Scatole tipo Petri in porcellana di diametro compreso tra 5 e 7
cm, ed altezza non superiore a 5 cm.
5.6. Piastra riscaldante elettrica regolabile.
6. Preparazione del campione
Vedi metodo 1.
7. Procedimento
7.1. Prelievo del campione
Introdurre  da  5  a 10 g del campione, pesato con la precisione di 1
mg, nel ditale dell'apparecchio di Soxhlet (5.2).
7.2. Estrazione dello zolfo
Lavare  a fondo il contenuto del ditale con acqua calda per eliminare
tutti i composti solubili. Essiccare nella stufa a 90›  C  (5.4)  per
almeno  un'ora.  Introdurre  il  ditale  nell'apparecchio  di Soxhlet
(5.2). Dopo aver introdotto alcune palline di vetro  nel  pallone  di
estrazione (5.1) tararlo (P0) e versarvi 50 ml di solfuro di carbonio
(4.1).
Raccordarlo  quindi  all'apparecchio  di Soxhlet (5.2) ed estrarre lo
zolfo elementare per 6 ore.
Interrompere  il  riscaldamento  e, una volta raffreddato staccare il
pallone di estrazione dall'apparecchio Soxhlet.
Raccordare  il pallone (5.1) all'evaporatore rotante (5.3). Quando il
contenuto  del  pallone  solidifica  formando  una  massa   spugnosa,
interrompere l'evaporazione.
Essiccare  quindi  il  pallone  nella stufa a 90› C (5.4) sino a peso
costante (P1). Di solito e' sufficiente un'ora.
7.3 Determinazione della purezza dello zolfo estratto.
Il  solfuro  di carbonio potrebbe avere estratto altre sostanze oltre
allo zolfo elementare. Per determinare  la  purezza  dello  zolfo  si
procede nel modo seguente:
dopo  aver  omogeneizzato nel miglior modo possibile il contenuto del
pallone, prelevare da 2  a  3  g  di  sostanza  pesarli  (n)  con  la
precisione  di  1  mg.  Porli nella scatola di Petri (5.5). Pesare il
tutto (P2). Metterlo sulla piastra riscaldante (5.6) regolata in modo
da  non  superare  i  220›  C  per non provocare la combustione dello
zolfo. Continuare la sublimazione per 3-4 ore sino  a  peso  costante
(P3).
Nota:  Per  taluni  fertilizzanti  la conoscenza del grado di purezza
dello  zolfo  puo'  essere  priva  di  interesse.  In  questo   caso,
interrompere il procedimento alla fine di 7.2.
8. Espressione del risultato
La  percentuale  di zolfo elementare (S0) del fertilizzante e' uguale
a:
                                       P1 - P0
S0 non puro (%) del fertilizzante = ____________ .  100
                                          m
                                        P2 - P3
Purezza dello zolfo estratto (in %) = ____________ .  100
                                            n
                                (P1 - P0) . (P2 - P3)
S0 puro (%) del fertilizzante = ______________________ .  100
                                        m . n
dove:
m=  e' la massa del campione ridotto del fertilizzante espressa in g.
P0= e' la massa del pallone di Soxhlet espressa in g.
P1=  e'  la  massa in g del pallone di Soxhlet e dello zolfo non puro
dopo essiccazione.
n=  e'  la  massa dello zolfo non puro impiegato per la purificazione
espressa in g.
P2=  e' la massa della scatola di Petri, piu' il campione aggiunto al
punto 7.3, espressa in g.
P3=  e'  la  massa  della scatola di Petri dopo la sublimazione dello
zolfo, espressa in g.
                              Metodo 8.6
DETERMINAZIONE MANGANIMETRICA DEL CALCIO ESTRATTO DOPO PRECIPITAZIONE
SOTTO FORMA DI OSSALATO
1. Oggetto
Il  presente  documento  fissa  un  metodo  per la determinazione del
calcio negli estratti di fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la dichiarazione del calcio totale e/o solubile  in
acqua.
3. Principio
Precipitazione  del  calcio contenuto in una aliquota della soluzione
di  estrazione,  sotto  forma  di  ossalato.   Dopo   separazione   e
dissoluzione  dell'ossalato,  titolazione  dell'acido ossalico con il
permanganato di potassio.
4. Reattivi
4.1. Acqua distillata
4.2. Acido cloridrico diluito (1:1).
Un  volume  di  acido  cloridrico  (densita'  1,18) piu' un volume di
acqua.
4.3 Acido solforico (1:10).
Un volume di acido solforico (densita' 1,84) in 10 volumi di acqua.
4.4. Soluzione di ammoniaca (1:1).
Un volume di ammoniaca (densita' 0,88) piu' un volume di acqua.
4.5.  Soluzione  satura di ossalato di ammonio ( (NH4) 2 C2O4. H2O) a
temperatura ambiente (circa 40g/l).
4.6. Soluzione di acido citrico al 30% (m/v).
4.7. Soluzione di cloruro di ammonio al 5% (m/v).
4.8.  Soluzione  di blu di bromotimolo allo 0,1% (m/v), in etanolo al
95%.
4.9.  Soluzione  di verde di bromocresolo allo 0,04% (m/v) in etanolo
al 95%.
4.10. Soluzione titolata di permanganato di potassio 0,02M.
5. Apparecchiatura
5.1. Crogiolo filtrante in vetro sinterizzato con porosita' da 5 a 20
mm.
5.2 Bagnomaria.
6. Preparazione dell'aliquota da analizzare
Prelevare  con  una pipetta di precisione un'aliquota della soluzione
di estrazione ottenuta con il metodo 8.1 o 8.3 e contenente da  15  a
50  mg  di  Ca (equivalenti a 21 - 70 mg di CaO). Sia v2 il volume di
tale aliquota.
Versarla  in  un  becher  da  400  ml.  Neutralizzare  se  necessario
(viraggio dell'indicatore 4.7 da giallo a blu) con qualche goccia  di
ammoniaca (4.3).
Addizionare  1 ml della soluzione di acido citrico (4.5) e 5 ml della
soluzione di cloruro di ammonio (4.6).
7. Precipitazione dell'ossalato di calcio
Aggiungere  circa 100 ml di acqua distillata. Portare ad ebollizione,
aggiungere da 8 a 10 gocce di indicatore (4.8) e, goccia a goccia, 50
ml  di  una soluzione calda di ossalato di ammonio (4.4). Se si forma
un  precipitato,  scioglierlo  aggiungendo  alcune  gocce  di   acido
cloridrico  (4.1).  Neutralizzare  molto  lentamente con la soluzione
ammoniacale (4.3) agitando in continuazione sino ad  ottenere  un  PH
compreso  tra  4,4  e  4,6 (viraggio dell'indicatore (4.8) da verde a
blu). Porre il becher sul bagnomaria  (5.2)  bollente  per  circa  30
minuti. Togliere il becher dal bagno, lasciarlo riposare per un'ora e
filtrare quindi attraverso il crogiolo (5.1).
8. Titolazione dell'ossalato precipitato
Lavare  il  becher  ed  il  crogiolo  sino  ad  eliminazione completa
dell'eccesso di ossalato di ammonio (questo  puo'  essere  verificato
con  l'assenza di cloruro nelle acque di lavaggio). Porre il crogiolo
nel becher da 400 ml e sciogliere il precipitato con 50 ml  di  acido
solforico caldo (4.2). Aggiungere acqua distillata nel becher sino ad
ottenere 100 ml circa. Portare alla temperatura  di  70  -  80o  C  e
titolare goccia a goccia con una soluzione di permanganato (4.9) sino
a quando la colorazione rosa persiste per un minuto. Sia n il  volume
necessario.
9. Espressione dei risultati
Il tenore in calcio del fertilizzante e':
                                              t           V1
                    Ca (%) = n . 0,2004 . ________  . _________
                                            0,02        V2 . m
dove
n= ml di permanganato 0,02 M impiegati.
m= massa del campione in grammi.
v2= volume in ml dell'aliquota.
v1=  volume  in  ml della soluzione di estrazione ottenuta con metodo
8.2 o 8.3.
t= molarita' della soluzione di permanganato.
CaO (%) = Ca (%). 1,400.
                              Metodo 8.7
   DOSAGGIO DEL MAGNESIO PER SPETTROMETRIA DI ASSORBIMENTO ATOMICO
1.Oggetto
Il  presente  documento  fissa  un  metodo  per la determinazione del
magnesio negli estratti di fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica agli estratti di fertilizzanti ottenuti
con i metodi 8.1 e 8.3 per i quali e' prevista la  dichiarazione  del
magnesio  totale  o  del magnesio solubile in acqua, ad eccezione del
concime n. 7 (Kieserite con solfato di potassio), di cui all'allegato
1A punto 1.3 della legge 748/1984, al quale si applica il metodo 8.8.
Il   presente   metodo   e'  applicabile  a  tutti  gli  estratti  di
fertilizzanti  che  contengono  elementi   in   quantita'   tali   da
interferire nella determinazione complessometrica del magnesio.
3. Principio
Dopo   aver   diluito   opportunamente  l'estratto,  si  effettua  la
determinazione  del  magnesio  per  spettrometria   di   assorbimento
atomico.
4. Reattivi
4.1. Acido cloridrico diluito 1M circa.
4.2. Acido cloridrico diluito 0,5M circa.
4.3. Soluzione di riferimento di magnesio a 1,00 mg/ml.
4.3.1.  Sciogliere 1,013 g di solfato di magnesio (MgSO4. 7H2O) nella
soluzione di acido cloridrico 0,5M (4.2) e portare a 100  ml  con  lo
stesso acido.
4.3.2. Oppure:
Pesare 1,658 g di ossido di magnesio (MgO), precedentemente calcinato
per eliminare qualsiasi traccia di carbonati. Porlo in un becher  con
100  ml  di  acqua  e  120  ml  di  acido  cloridrico  1M (4.1). Dopo
dissoluzione, trasferire quantitativamente in un  pallone  tarato  da
1000 ml, portare a volume con acqua ed omogeneizzare capovolgendo.
4.3.3. Oppure:
Soluzione campione reperibile in commercio.
Il  laboratorio  e'  responsabile  del  controllo  di  tali soluzioni
campione.
4.4. Soluzione di cloruro di stronzio.
Sciogliere 75 g di cloruro di stronzio (SrCl2. 6H2O) in una soluzione
di acido cloridrico diluito (4.2) e portare a 500 ml  con  la  stessa
soluzione di acido.
5. Apparecchiatura
5.1.  Spettrometro  di  assorbimento  atomico,  dotato  di lampada al
magnesio, regolata a 285,2 nm. Fiamma acetilene-aria.
6. Preparazione della soluzione da analizzare
Vedi metodi 8.1 e 8.3.
7. Modo di operare
7.1. Se il concime ha un tenore dichiarato in magnesio (Mg) superiore
al 6% (equivalente al  10%  di  MgO),  prelevare  25  ml  (v1)  della
soluzione  di estrazione (6). Versarli in un pallone tarato da 100 ml
e portare a volume  con  acqua.  Omogeneizzare.  Sia  D1=  100/v1  il
fattore di diluizione.
7.2.  Prelevare  con  una pipetta 10 ml della soluzione di estrazione
(6) o della soluzione (7.1). Versarli in un pallone tarato da 200 ml.
Portare  a  volume  con  la soluzione di acido cloridrico 0,5M (4.2).
Omogeneizzare. Fattore di diluizione: 200/10.
7.3.  Diluire  un certo volume (V2) di detta soluzione (7.2) a 100 ml
con la soluzione di acido cloridrico  0,5M  (4.2)  per  ottenere  una
concentrazione   che   cada  nella  zona  di  lavoro  ottimale  dello
spettrometro (5.1). Sia D2= 100/v2 il fattore di diluizione.
La  soluzione  finale  deve  contenere  il 10% v/v della soluzione di
cloruro di stronzio (4.4).
7.4. Preparazione della soluzione in bianco:
Preparare  una  soluzione in bianco ripetendo tutto il procedimento a
partire dall'estrazione (metodo di estrazione 8.1 e 8.3) ed omettendo
soltanto il campione del fertilizzante.
7.5. Preparazione delle soluzioni per la curva di taratura.
Preparare   almeno   5  soluzioni  di  riferimento  a  concentrazioni
crescenti   corrispondenti   alla    zona    di    misura    ottimale
dell'apparecchio  (5.1),  diluendo  la soluzione di riferimento (4.3)
con l'acido cloridrico 0,5M.
Queste  soluzioni  devono  contenere  il  10%  v/v della soluzione di
cloruro di stronzio (4.4).
7.6. Misure
Preparare lo spettrometro (5.1) per le misurazioni a 285,2 nm.
Polverizzare  nell'ordine  le  soluzioni  di  riferimento  (7.5),  la
soluzione  del  campione  (7.3)  e  la  soluzione  in  bianco   (7.4)
polverizzando   tra  una  misura  e  l'altra  dell'acqua  distillata.
Ripetere tale operazione 3 volte.
Determinare  la  curva  di  taratura riportando in ordinate il valore
ottenuto con lo spettrometro per ciascuna delle soluzioni di taratura
(7.5)  ed  in  ascisse  le  corrispondenti concentrazioni di magnesio
espresse in ug/ml.
Determinare  quindi,  con  l'ausilio  della  curva  di  taratura,  la
concentrazione in magnesio della soluzione campione (7.3),  sia  essa
xs, e la concentrazione della soluzione in bianco (7.4), sia essa xb.
8. Espressione dei risultati
Calcolare la quantita' di magnesio (Mg) o di ossido di magnesio (MgO)
presente nel campione in base alle soluzioni di  riferimento  tenendo
conto della prova in bianco.
Il  tenore in magnesio (Mg), espresso in percentuale di fertilizzante
e':
                  (xs - xb) . D1 . (200/10) . D2 . 500
         Mg (%) = _____________________________________ . 100
                           1000  .  1000  M
con:
xs  =  concentrazione della soluzione da analizzare letta sulla curva
di taratura, in ug/ml.
xb  =  concentrazione  della soluzione in bianco letta sulla curva di
taratura, in ug/ml.
D1  =  fattore di diluizione qualora si effettui la diluizione di cui
in 7.1. Il suo valore e' 4 se si prelevano 25 ml.
Il suo valore e' 1 se non si effettua tale diluizione.
D2 = fattore di diluizione in 7.3.
M = massa in grammi del campione sottoposto ad estrazione.
                         MgO (%) = Mg (%)/0,6
                              Metodo 8.8
             DETERMINAZIONE COMPLESSOMETRICA DEL MAGNESIO
1. Oggetto
Il  presente  documento  fissa  un  metodo  per la determinazione del
magnesio negli estratti di fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
Il  presente metodo si applica ai seguenti estratti dei fertilizzanti
per i quali e' prevista la determinazione del magnesio totale e/o del
magnesio solubile in acqua.
3. Principio
Solubilizzazione  del magnesio con uno dei metodi da 8.1 a 8.3. Prima
titolazione con EDTA del Ca+Mg  in  presenza  di  nero  eriocromo  T.
Seconda  titolazione con EDTA del calcio in presenza di calceina o di
acido calconcarbonico. Determinazione del magnesio per differenza.
4. Reattivi
4.1. Soluzione campione di magnesio 0,05 M
4.1.1.  Sciogliere 1,232 g di solfato di magnesio (MgSO4. 7H2O) nella
soluzione di acido cloridrico 0,5M (4.11) e portare a 100 ml  con  lo
stesso acido.
4.1.2.  Oppure:  Pesare  2,016  g  di ossido di magnesio, previamente
calcinato in modo da eliminare ogni traccia di carbonati. Trasferirli
in  un  becher  con  100 ml di acqua. Aggiungere, agitando, 120 ml di
acido cloridrico 1M circa  (4.12).  Dopo  la  dissoluzione  travasare
quantitativamente in un matraccio tarato da 1000 ml. Portare a volume
ed omogeneizzare.
1 ml delle suddette soluzioni 4.1.1 e 4.1.2 dovra' contenere 1,216 mg
di Mg (= 2,016  mg  di  MgO).  I  laboratori  sono  responsabili  del
controllo del titolo di questa soluzione campione.
4.2. Soluzione di EDTA 0,05 M
Pesare   18,61   g   del   sale   bisodico   di   idrato   dell'acido
etilendiaminotetracetico (C10H14N2Na2O8.  2H2O),  trasferirli  in  un
becher  da 1000 ml e scioglierli con 600 - 800 ml di acqua. Travasare
quantitativamente la soluzione in  un  pallone  tarato  da  1000  ml.
Portare  a volume ed omogeneizzare. Controllare tale soluzione con la
soluzione (4.1), prelevando 20 ml di quest'ultima e titolando con  la
tecnica analitica al punto 8.2.
1  ml  della soluzione di EDTA deve corrispondere a 1,216 mg di Mg (=
2,016 mg di MgO) e a 2,004 mg di Ca (= 2,804 mg di CaO).  (Vedi  note
10.1 e 10.6).
4.3. Soluzione campione di calcio 0,05 M
Pesare 5,004 g di carbonato di calcio secco per analisi e trasferirli
in un becher con 100 ml di acqua.  Aggiungere  lentamente,  agitando,
120  ml  di  acido cloridrico circa 1M (4.12). Portare ad ebollizione
per  eliminare  l'anidride   carbonica,   raffreddare   e   travasare
quantitativamente  in pallone tarato da 1000 ml, portare a volume con
acqua ed  omogeneizzare.  Controllare  la  corrispondenza  di  questa
soluzione  con  la  soluzione  (4.2)  secondo  la  tecnica  analitica
descritta al punto 8.3.
1  ml di questa soluzione dovra' contenere 2,004 mg di Ca (= 2,804 mg
di CaO) e corrispondere ad 1 ml della soluzione EDTA 0,05 M (4.2).
4.4. Indicatore calceina
Miscelare  accuratamente  in  mortaio  1  g  di calceina con 100 g di
cloruro di sodio. Utilizzare 0,010 g di questa miscela.  L'indicatore
vira dal verde all'arancione. Si dovra' titolare fino ad ottenere una
colorazione arancione priva di riflessi verdi.
4.5. Indicatore acido calconcarbonico
Sciogliere  0,040  g  di acido calconcarbonico in 100 ml di metanolo.
Questa soluzione si conserva per  circa  4  settimane.  Utilizzare  3
gocce  di  questa  soluzione.  L'indicatore vira dal rosso al blu. Si
dovra' titolare  fino  ad  ottenere  una  colorazione  blu  priva  di
riflessi rossi.
4.6. Indicatore nero eriocromo T
Sciogliere  0,30  g  di  nero  eriocromo T in una miscela di 25 ml di
1-propanolo e  di  15  ml  di  trietanolamina.  Questa  soluzione  si
conserva  per  circa  4  settimane.  Utilizzare  3  gocce  di  questa
soluzione. Questo  indicatore  vira  dal  rosso  al  blu.  Si  dovra'
titolare  fino  ad  ottenere  una  colorazione  blu priva di riflessi
rossi. Per apprezzare il punto di viraggio puo' risultare  necessario
aggiungere,  durante la titolazione, 1 ml della soluzione campione di
magnesio (4.1).
In  presenza  contemporanea  di  calcio e magnesio, viene complessato
dall'EDTA prima il calcio, poi il magnesio; in questo caso si ottiene
dalla titolazione il totale dei due elementi.
4.7. Soluzione di cianuro di potassio
Soluzione  acquosa  al  2% di KCN (non aspirare con la bocca e vedere
nota 10.7).
4.8. Soluzione di idrossido di potassio e di cianuro di potassio
Sciogliere  in  acqua 280 g di KOH e 66 g di KCN, portare a volume di
un litro ed omogeneizzare.
4.9. Soluzione tampone pH 10,5
Sciogliere in un pallone tarato da 500 ml contenente 200 ml di acqua,
33 g di cloruro di ammonio, aggiungere 250 ml di ammoniaca (d= 0,91),
portare a volume con acqua ed omogeneizzare.
Controllare periodicamente il pH di questa soluzione.
4.10. Acido cloridrico diluito 1:1
Un  volume  di  acido  cloridrico  (densita'  1,18) piu' un volume di
acqua.
4.11. Soluzione di acido cloridrico circa 0,5 M.
4.12. Soluzione di acido cloridrico circa 1 M.
4.13. Soluzione di idrossido di sodio 5 M.
5. Apparecchiatura
5.1. Agitatore magnetico o meccanico
5.2. pH-metro
6. Prova di controllo
Effettuare  una  determinazione  su aliquote delle soluzioni campione
(4.1 e 4.3) tali  da  avere  un  rapporto  Ca/Mg  approssimativamente
uguale a quello della soluzione da analizzare.
A  questo  scopo prelevare una quantita' (a) della soluzione campione
(4.3) e una (b-a) della soluzione campione (4.1).
(a) e (b) sono i millilitri di soluzione di EDTA utilizzati nelle due
titolazioni effettuate sulla soluzione in esame. Questo  procedimento
e'  corretto  solo  se  le soluzioni di EDTA, di calcio e di magnesio
sono esattamente equivalenti. Diversamente, e'  necessario  apportare
le correzioni.
7. Preparazione della soluzione da analizzare
Vedi metodi 8.1 e 8.3
8. Determinazione
8.1. Aliquota da prelevare
L'aliquota  deve contenere nella misura del possibile da 9 a 18 mg di
magnesio (= 15-30 mg di MgO).
8.2. Titolazione in presenza di nero eriocromo T.
Con  una  pipetta  prelevare  una  aliquota della soluzione di cui al
punto 7  da  analizzare  e  trasferirla  in  un  becher  da  400  ml;
Neutralizzare  al  pH-metro  l'acido  in  eccesso con la soluzione di
idrossido di sodio 5 M (4.13). Diluire con acqua fino a circa 100 ml.
Aggiungere 5  ml  della  soluzione  tampone  (4.9).  Il  pH  misurato
potenziometricamente   dovra'  essere  uguale  a  10,5  +  o  -  0,1.
Aggiungere 2 ml della soluzione di cianuro  di  potassio  (4.7)  e  3
gocce dell'indicatore nero eriocromo (4.6). Titolare con la soluzione
di EDTA (4.2) agitando  moderatamente  con  l'agitatore  (5.1)  (vedi
punti 10.2, 10.3, 10.4). Sia "b" il numero di ml di soluzione di EDTA
0,05 molare.
8.3. Titolazione in presenza di calceina o di acido calconcarbonico
Con  una pipetta prelevare una aliquota della soluzione da analizzare
uguale a quella impiegata nella titolazione precedente e  trasferirla
in  un  bicchiere  da  400  ml:  neutralizzare al pH-metro l'acido in
eccesso con la soluzione di idrossido di sodio 5  M  (4.13).  Diluire
con  acqua  fino  a 100 ml circa. Aggiungere 10 ml della soluzione di
idrossido di potassio e di cianuro di potassio (4.8) e  le  quantita'
prescritte  dell'indicatore (4.4 o 4.5). Titolare con la soluzione di
EDTA (4.2) agitando moderatamente con l'agitaore  (5.1)  (vedi  punti
10.2,  10.3, 10.4). Sia "a" il numero di ml di soluzione di EDTA 0,05
molare.
9. Espressione dei risultati
Il tenore in Magnesio del fertilizzante e' dato da:
                            (b - a) . T
                   MgO(%) = ___________
                                 M
                            (b - a) . T'
                   Mg (%) = ___________
                                 M
con:
a=  ml di EDTA 0,05 molare impiegata nella titolazione in presenza di
calceina e di acido calconcarbonico.
b=  ml di EDTA 0,05 molare impiegata nella titolazione in presenza di
nero eriocromo T.
M=  massa di campione espressa in g presente nell'aliquota prelevata.
T= 0,2016 x molarita' della soluzione di EDTA/0,05 (vedi 4.2).
T'= 0,1216 x molarita' della soluzione di EDTA/0,05 (vedi 4.2).
10. Note
10.1.   Il   rapporto   stechiometrico   EDTA-metallo  nelle  analisi
complessometriche e' sempre 1:1,  a  prescindere  dalla  valenza  del
metallo   e   benche'  l'EDTA  sia  quadrivalente.  La  soluzione  di
titolazione dell'EDTA e le soluzioni di  riferimento  saranno  quindi
molari e non normali.
10.2.   Gli   indicatori   complessometrici   sono  spesso  sensibili
all'azione  dell'aria.  Durante  la  titolazione  la  soluzione  puo'
sbiadire.  Occorre  aggiungere  allora una o due gocce di indicatore.
Questo e'  soprattutto  il  caso  del  nero  eriocromo  e  dell'acido
calconcarbonico.
10.3.  I  complessi  metallo-indicatore  sono  a  volte relativamente
stabili e puo' verificarsi un ritardo del viraggio. Le  ultime  gocce
di  EDTA  debbono essere aggiunte lentamente ed occorre essere sicuri
di non aver superato il punto  di  viraggio  aggiungendo  una  goccia
della soluzione 0,05 M di magnesio (4.1) o di calcio (4.3). E' questo
in particolare il caso del complesso eriocromo-magnesio.
10.4.  Occorre  osservare  il  viraggio dell'indicatore non dall'alto
verso il basso ma  orizzontalmente  attraverso  la  soluzione  ed  il
becher  deve  essere  posto  su un fondo bianco adeguatamente esposto
alla luce.
Un  altro  modo  per osservare bene il viraggio e' quello di porre un
becher su un vetro smerigliato,  illuminato  moderatamente  da  sotto
(lampada da 25W).
10.5.  L'esecuzione  di questa analisi richiede una certa esperienza.
Sara' bene  pertanto  esercitarsi  ad  osservare  i  viraggi  con  le
soluzioni di riferimento (4.1 e 4.3). Si consiglia di fare effettuare
tutte le determinazioni dallo stesso analista.
10.6.  L'uso  di una soluzione di EDTA a titolo garantito (ad esempio
Titrisol, Normex) puo'  semplificare  il  controllo  dell'equivalenza
delle soluzioni di riferimento (4.1, 4.2 e 4.3).
10.7.  Le soluzioni contenenti cianuro di potassio non debbono essere
gettate nella rete  di  scarico  senza  avere  trasformato  prima  il
cianuro  in  un  composto non nocivo. Ad esempio, per ossidazione con
ipoclorito di sodio dopo alcalinizzazione.
                              Metodo 8.9
                      DETERMINAZIONE DEI SOLFATI
1. Oggetto
Il  presente  documento fissa un metodo di determinazione dello zolfo
presente come solfato negli estratti di fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
Il  presente  metodo  si  applica  alla  determinazione  dei  solfati
presenti negli estratti ottenuti con i metodi 8.1, 8.2, 8.3 e 8.4.
3. Principio
Determinazione  gravimetrica  dei solfati precipitati come solfato di
bario.
4. Reattivi
4.1. Acido cloridrico diluito: 1:1
Un  volume  di  acido  cloridrico  (densita'  1,18) piu' un volume di
acqua.
4.2. Cloruro di bario BaCl2. 2H2O, soluzione acquosa 122 g/1.
4.3. Nitrato di argento, soluzione acquosa 5 g/l.
5. Apparecchiatura
5.1. Capsule di porcellana per incenerimento.
5.2. Bagnomaria.
5.3. Stufa di essiccazione elettrica regolata a 105› C + o - 1› C.
5.4.  Forno  elettrico  regolato  a  800› C + o - 50› C, in atmosfera
ossidante.
6. Modo di operare
6.1. Prelievo della soluzione
Prelevare  con  una  pipetta  un'aliquota  di  una delle soluzioni di
estrazione indicate al paragrafo 2 contenente 20-100 mg di zolfo (S),
cioe' 50-250 mg di SO3.
Porre  detta  aliquota in un becher di capacita' adeguata. Aggiungere
20 ml di acido cloridrico diluito (4.1). Portare a circa 300  ml  con
acqua.
6.2. Precipitazione
Portare la soluzione ad ebollizione. Aggiungere goccia a goccia 20 ml
circa di soluzione di cloruro di bario (4.2)  agitando  energicamente
la soluzione contenuta nel becher. Fare bollire per alcuni minuti.
Immergere  il  becher coperto con un vetro da orologio nel bagnomaria
bollente (5.2) per un'ora. Lasciare quindi riposare  a  caldo  (circa
60›  C)  sino  alla  chiarificazione  del  surnatante.  Togliere  dal
bagnomaria e lasciare  raffreddare.  Decantare  la  soluzione  chiara
filtrando  attraverso un filtro esente da ceneri a filtrazione lenta.
Lavare piu' volte il  precipitato  per  decantazione  con  un  volume
adeguato di acqua calda.
Filtrare  e proseguire il lavaggio del precipitato sul filtro sino ad
eliminazione dei cloruri. Effettuare la verifica con la soluzione  di
nitrato d'argento (4.3).
6.3. Incenerimento e pesata del precipitato
Porre il filtro con il precipitato in una capsula di porcellana (5.1)
precedentemente tarata con la precisione di 0,1 mg.  Essiccare  nella
stufa  (5.3)  e  calcinare  per  una  mezz'ora  a circa 800› C (5.4).
Lasciare raffreddare in essiccatore e pesare con la precisione di 0,1
mg.
7. Espressione dei risultati
I mg di solfato di bario corrisponde a 0,137 mg di zolfo (S) oppure a
0,343 mg di SO3.
Il tenore in zolfo (S) del fertilizzante e' dato da:
                                    v1
            S (%) = w. 0,0137 . _____________
                                   v2 . m
            SO3 (%) = S (%). 2,5
dove:
w= peso del precipitato di solfato di bario in mg.
v1= volume della soluzione di estrazione in ml.
v2= volume dell'aliquota in ml.
m= massa del campione sottoposto all'analisi in g.
                             Metodo 8.10
                  DETERMINAZIONE DEL SODIO ESTRATTO
1. Oggetto
Il presente documento fissa un metodo per il dosaggio del sodio negli
estratti di fertilizzanti.
2. Campo di applicazione
Il presente metodo si applica ai fertilizzanti per i quali la vigente
normativa prevede la dichiarazione del sodio.
3. Principio
Dopo  opportuna  diluizione dell'estratto ottenuto con i metodi 8.1 e
8.3,  si  determina  il  tenore  in   sodio   della   soluzione   per
spettrometria ad emissione di fiamma.
4. Reattivi
4.1. Acido cloridrico diluito (1:1)
Un  volume di acido cloridrico (densita' 1,18) ed un volume di acqua.
4.2. Nitrato di alluminio Al (NO3) 3. 9H2O.
4.3. Cloruro di cesio, CsCl.
4.4. Cloruro di sodio anidro, NaCl.
4.5. Soluzione di cloruro di cesio e di nitrato di alluminio.
In  una  beuta tarata da 1000 ml, sciogliere in acqua 50 g di cloruro
di cesio (4.3) e 250 g di  nitrato  di  alluminio  (4.2).  Portare  a
volume con acqua. Omogeneizzare capovolgendo.
4.6. Soluzione di riferimento di sodio, 1 mg/ml di Na.
In  un  pallone  tarato  da  1000  ml, sciogliere in acqua 2,542 g di
cloruro di sodio (4.4). Aggiungere 10 ml di acido  cloridrico  (4.1).
Portare a volume con acqua. Omogeneizzare capovolgendo.
5. Apparecchiatura
Spettrometro ad emissione di fiamma regolato alla lunghezza d'onda di
589,3 nm.
6. Soluzioni di riferimento
6.1.  Versare  10  ml della soluzione (4.6) in un matraccio tarato da
250 ml. Portare a volume con acqua.
Omogeneizzare capovolgendo.
6.2.  In  alcuni matracci tarati da 100 ml, versare 0,5-10-15-20 e 25
ml della soluzione intermedia (6.1). Aggiungere 10 ml della soluzione
(4.5). Portare a volume con acqua e omogeneizzare capovolgendo.
Concentrazione delle soluzioni: 0,2-4-6-8-10, ug/ml di Na.
7. Preparazione delle soluzioni da analizzare
A  seconda del tenore di sodio previsto nella soluzione di estrazione
(5 g di fertilizzante in 500 ml), diluire  secondo  quanto  riportato
nella tabella seguente:
-------|---------|---------------------|------------------|--------
       |         |Diluizione intermedia|Diluizione finale |Fattore
       |         |----------|----------|--------|---------|di  di-
Na2O(%)|  Na(%)  | Prelievo |Diluizione|Prelievo|Diluizio-|luizione
       |         |(ml) (v2) |a ml (v3) |(ml)(v4)| ne a ml |
-------|---------|----------|----------|--------|---------|--------
 3-5   | 2,2-3,7 |   10     |    50    |   10   |   100   |    50
 5-10  | 3,7-7,4 |   10     |   100    |   10   |   100   |   100
10-20  | 7,4-15  |   10     |   100    |    5   |   100   |   200
20-38  | 15-28   |    5     |   100    |    5   |   100   |   400
La diluizione intermedia va effettuata con l'acqua. Per la diluizione
finale, aggiungere nel pallone tarato da 100 ml 10 ml della soluzione
(4.5).
Nel  caso  si  effettuino  pesate  di  1  g di fertilizzante, (1 g di
fertilizzante in 500 ml)  moltiplicare  per  5  il  prelievo  per  la
diluizione finale (v4).
8. Determinazioni
Preparare  lo  spettrofotometro  (5.1) per le misurazioni a 589,3 nm.
Tarare  l'apparecchio  misurando  la  risposta  delle  soluzioni   di
riferimento  (6.2).  Regolare quindi la sensibilita' dell'apparecchio
in modo da poter utilizzare tutta la scala quando viene utilizzata la
soluzione di riferimento a concentrazione piu' elevata.
Misurare   quindi   la  risposta  della  soluzione  del  campione  da
analizzare (7). Ripetere tre volte questa operazione.
9. Calcolo dei risultati
Determinare  la  curva  di  taratura  riportando in ordinata le medie
delle riposte per  ciascuna  delle  soluzioni  di  riferimento  e  in
ascissa   le   concentrazioni   corrispondenti   espresse  in  ug/ml.
Determinare quindi sulla curva la concentrazione  in  sodio  in  base
alle   soluzioni   di  riferimento  tenendo  conto  delle  diluizioni
effettuate. Esprimere i risultati in  percentuale  del  campione.  La
percentuale in sodio (Na) del fertilizzante e' data da:
                           v3     v1     10 alla - 2
             Na (%) = x . ___  . ____ . ______________
                           v4     v2          m
             Na 2O (%) = Na (%). 1.348
dove:
x  = concentrazione della soluzione introdotta nello spettrofotometro
in ug/ml.
v1= volume della soluzione di estrazione in ml.
v2= volume dell'aliquota per la diluizione intermedia in ml.
v3= volume della diluizione intermedia in ml.
v4=  volume dell'aliquota in ml per la diluizione finale (in 100 ml).
m = massa in g del campione.
             Parte seconda - METODI DI ANALISI NAZIONALI
Il  seguente  metodo  si  inserisce  dopo  il metodo ufficiale per la
determinazione   del   carbonio   organico   secondo   SPRINGER-KLEE,
pubblicato nei Metodi ufficiali di analisi - Supplemento n. 1.
        VALUTAZIONE DEL CARBONIO ORGANICO DI ORIGINE BIOLOGICA
                      ESTRAIBILE O GIA' ESTRATTO
                                  E
   FRAZIONAMENTO E QUANTIFICAZIONE DEL CARBONIO UMIFICATO PRESENTE
                   IN ALCUNI TIPI DI FERTILIZZANTI
1. OGGETTO
Il  metodo,  articolato  in  4  sezioni  per  rendere  piu'  semplice
l'organizzazione dell'analisi, definisce le modalita' per:
Sezione  1:  l'estrazione  del  carbonio  organico  in  soda  e sodio
pirofosfato 0,1M e la preparazione dei campioni per la determinazione
del  carbonio  organico  nei prodotti gia' trattati industrialmente a
tale scopo.
Sezione  2: il frazionamento del carbonio organico umificato presente
negli estratti in soda e sodio pirofosfato o in acqua, mediante l'uso
di apposito supporto cromatografico.
Sezione  3:  la determinazione del carbonio organico negli estratti e
nei liquidi frazionati per ossidazione con bicromato di potassio;
Sezione   4:   la   definizione   ed  espressione  dei  parametri  di
umificazione.
2. CAMPO DI APPLICAZIONE
Il  metodo e' applicabile ai seguenti fertilizzanti: torba umificata,
leonardite, vermicompost  da  letame,  ammendati  da  residui  solidi
urbani  (compost  maturo),  estratti  umici,  umati  solubili, letame
essiccato ed altri prodotti per i quali in futuro venga richiesta  la
sua applicazione nell'ambito della legislazione sui fertilizzanti.
Per  i  fertilizzanti  per  i  quali  venga dichiarata la presenza di
carbonio  organico  umificato  gia'  in  forma  estratta  (es.  umati
solubili  liquidi  e  solidi,  estratti  umici  in  forma solida o in
soluzione) il procedimento analitico prevede la sola dissoluzione  in
acqua (6.1.2).
3. PREPARAZIONE DEL CAMPIONE
Per  i prodotti solidi, il campione rappresentativo viene essiccato a
60› C fino a peso costante, macinato  e  vagliato  finche'  tutto  il
campione  passa  attraverso  un  vaglio da 0,2 mm. Sul campione cosi'
preparato verra' effettuata una  misura  dell'umidita'  residua  alla
temperatura  di  105› C in concomitanza con l'esecuzione dell'analisi
riportata nel titolo.
Per  i  prodotti  gia'  in  soluzione  o  in  sospensione si operera'
direttamente sul campione tal quale previa accurata omogeneizzazione.
4. REAGENTI
Nel  corso  dell'analisi  utilizzare  acqua  distillata  o di purezza
equivalente e reattivi di qualita' riconosciuta.
4.1 - Sezione 1 - Estrazione del carbonio organico
4.1.1  Soluzione  estraente di soda e sodio pirofosfato 0,1 M: pesare
44,6 g di Na4P2O7.  10  H2O  in  un  matraccio  tarato  da  1000  ml,
aggiungere  4  g  di  NaOH,  sciogliere  in  circa  900  ml  di acqua
distillata e portare a volume.
4.1.2 Azoto gassoso.
4.2 - Sezione 2 - Frazionamento del carbonio organico umificato
4.2.1  Acido  solforico  al 50% (v/v) a partire da H2SO4 al 96% (m/m)
(d= 1,84).
4.2.2 Acido solforico 0,005M.
4.2.3  Polivinilpirrolidone  resina  insolubile  (del  tipo  PVP Cod.
85648/7 Aldrich, West Germany).
4.2.4 Sodio idrato 0,5 M.
4.3 - Sezione 3 - Determinazione del carbonio organico in soluzione
4.3.1 Acido solforico 96% (m/m); (d= 1,84).
4.3.2 Bicromato di potassio (K2Cr2O7), soluzione 1/3 M: porre 98,08 g
di K2Cr2O7 polverizzato ed essiccato (1  ora  a  130-140›  C)  in  un
matraccio  tarato  da  1000  ml  ed  aggiungere circa 800 ml di acqua
distillata. Agitare sino a dissoluzione completa,  portare  a  volume
con acqua distillata ed omogeneizzare.
4.3.3 Acido fosforico 85% (d= 1,71).
4.3.4  Solfato  ferroso  (II),  soluzione  0,4  M:  sciogliere  in un
matraccio tarato da 1000 ml 111,2 g di solfato ferroso (FeSO4.  7H2O)
in  circa  500  ml  di  acqua  distillata,  agitare  fino  a completa
dissoluzione e  aggiungere  20  ml  di  H2SO4  (4.3.1).  Raffreddare,
portare  a volume con acqua distillata ed omogeneizzare. La soluzione
deve essere preparata giornalmente.
4.3.5 Acido 4-difenilamminosolfonico, indicatore: porre 0,2 g di sale
di bario dell'acido difenilammino-solfonico in  matraccio  tarato  da
100  ml, aggiungere circa 50 ml di acqua distillata ed agitare fino a
completa dissoluzione, portare a volume ed omogeneizzare.
Oppure:    porre    0,2   g   di   4-difenilammina-solfonato   sodico
(C12H10NaNO3S) in un matraccio tarato da 100 ml, sciogliere in  H2SO4
(4.3.1) e portare a volume sempre in H2SO4 (4.3.1).
Nel  caso  venga adottata la titolazione in automatico, i reagenti di
cui ai punti 4.3.3 e 4.3.5 non sono necessari.
4.4 - Sezione 4 - Parametri di umificazione
Nessun reagente.
5. APPARECCHIATURA
Corrente attrezzatura da laboratorio e:
5.1 - Sezione 1 - Estrazione del carbonio organico
5.1.1 Stufa.
5.1.2 Setaccio con luce netta delle maglie di 0,2 mm.
5.1.3  Agitatore  a  scosse  in bagno d'acqua termoregolabile a 65o C
(agitatore del tipo Dubnoff).
5.1.4 Centrifuga.
5.1.5 Tubi da centrifuga da 150 ml.
5.1.6  Unita'  filtrante  composta  da  beuta  per vuoto, attacco per
filtrazione e pompa per vuoto (e' sufficiente  anche  la  depressione
creata da una normale pompa ad acqua).
5.1.7  Filtri da 0,8 um del tipo HA della Millipore (fare attenzione,
comunque, che non siano in cellulosa).
5.2 - Sezione 2 - Frazionamento del carbonio organico umificato
5.2.1 Centrifuga.
5.2.2 Tubi da centrifuga da 40 ml.
5.2.3 Siringhe ipodermiche da 10 cm3.
5.2.4 Lana di vetro in fibre.
5.3 - Sezione 3 - Determinazione del carbonio organico in soluzione
Al  fine  di avere maggiore uniformita' nel procedimento analitico si
consiglia di usare vetreria del tipo Duran.
5.3.1  Matraccio  per  attacco  del  tipo  gia'  descritto nel metodo
ufficiale  per  la  determinazione  del  carbonio  organico   secondo
Springer & Klee - Metodi ufficiali di analisi - supplemento n. 1
5.3.2  Termometro  con scala fino a 200›  C con graduazioni di 1› C e
porta-termometro come gia'  descritto  nel  metodo  ufficiale per  la
determinazione del carbonio organico secondo Springer & Klee - Metodi
ufficiali di analisi - Supplemento n. 1.
5.3.3  Bunsen  con  piastre di protezione in vetroceramica tipo Ceran
della Duran.
5.3.4 Titolatore automatico (opzionale) dotato di elettrodo combinato
di Pt-Ag/AgCl.
5.4 - Sezione 4 - Parametri di umificazione
Nessuna apparecchiatura.
6. PROCEDIMENTO
6.1 - Sezione 1 - Estrazione del carbonio organico
6.1.1  Prodotti  contenenti  carbonio  organico  estraibile in soda e
sodio pirofosfato 0,1M.
Pesare  2 g di campione preparato secondo quanto riportato al punto 3
in matraccio di Erlenmeyer da 250 ml (beuta), addizionare 100  ml  di
soluzione  estraente (4.1.1), insufflare per 1 minuto con N2 (4.1.2),
tappare ermeticamente, porre in agitatore a scosse (regolato a 65›  C
e  80  scosse  al minuto) per 48 ore. Raffreddare poi il matraccio in
bagno freddo e travasare quantitativamente in tubo da  centrifuga  da
150  ml.  Centrifugare  a  2.500-2.700 rpm per 20 minuti. Filtrare il
surnatante su filtri del tipo HA da  0,8  mm  (5.1.7).  Travasare  il
filtrato in recipiente pulito e asciutto, insufflare nuovamente per 1
minuto N2 (4.1.2) e tappare ermeticamente. I campioni se non  vengono
analizzati in giornata devono essere conservati in frigorifero a 4› C
e solo per alcuni giorni.
6.1.2 Prodotti contenenti carbonio organico gia' in forma estratta
6.1.2.1  Estrati  solidi  -  Pesare 0,5 g di campione in matraccio di
Erlenmeyer da 250 ml (beuta), addizionare 100 ml di acqua distillata,
tappare  ermeticamente,  porre  in  agitatore  a scosse a temperatura
ambiente per 30 minuti per facilitare la dissoluzione del  materiale.
Travasare   quantitativamente  in  tubo  da  centrifuga  da  150  ml.
Centrifugare a 2.500-2.700 rpm per 20 minuti. Filtrare il  surnatante
su  filtri  del  tipo  HA da 0,8 um (5.1.7). Travasare il filtrato in
recipiente pulito ed asciutto, insufflare per 1 minuto N2  (4.1.2)  e
tappare  ermeticamente.  I  campioni  se  non  vengono  analizzati in
giornata devono essere conservati in frigorifero a 4› C  e  solo  per
alcuni giorni.
6.1.2.2  Estratti  in  soluzione  -  Nel  caso  di  campioni  gia' in
soluzione (es. estratti umici) si procedera' ad una  diluizione  (per
esempio  1:25) con aggiunta di acqua distillata, alla centrifugazione
e  filtrazione  come  descritto  al  punto  6.1.2.1  a  partire   da:
"Centrifugare a 2500-2700 rpm...".
6.2 - Sezione 2 - Frazionamento del carbonio organico umificato
6.2.1  Preparazione del polivinilpirrolidone (PVP) - Introdurre circa
50 g di polvere di  polivinilpirrolidone  insolubile  (4.2.3)  in  un
contenitore   trasparente   almeno   da   1-1,5   litri,   aggiungere
energicamente acqua di rubinetto ed agitare  molto  accuratamente  la
miscela.  Lasciare decantare le parti piu' grossolane per circa 10-15
minuti e scartare le frazioni piu' fini.  Ripetere  l'operazione  con
acqua  di rubinetto per due volte. Lavare ora per due volte con acqua
distillata eliminando sempre la frazione fine ancora in  sospensione,
quindi  aggiungere  una  soluzione  0,005M  di  H2SO4 (4.2.2) tale da
acidificare la resina. Il PVP cosi' preparato deve essere  conservato
in  contenitore  chiuso  anche  a  temperatura  ambiente,  ma  sempre
ricoperto di soluzione.
6.2.2  Preparazione  delle  colonnine  -  Le colonnine possono essere
agevolmente  preparate  utilizzando  delle  siringhe  ipodermiche  in
plastica  da 10 cm3 (5.2.3) eliminando l'ago e inserendo al suo posto
10 cm circa di un tubicino di gomma. Alla base  della  siringa  viene
posto  uno  strato  di circa 0,5 cm di fibre di lana di vetro (5.2.4)
opportunamente pressato  per  evitare  la  fuoriuscita  del  PVP.  Le
colonnine  devono  essere  fissate ad un supporto rigido in posizione
verticale e non devono essere  mosse  dopo  averle  caricate  con  la
resina.   Il   caricamento  del  PVP  viene  effettuato  versando  la
sospensione acida sull'estremita' superiore della  colonnina  stessa,
lasciando sedimentare. L'operazione viene interrotta quando il volume
riempito e' intorno ai 4-6 cm3, facendo attenzione  poi  a  non  fare
seccare   la  colonnina  dopo  avere  concluso  la  preparazione.  La
colonnina ora e' pronta a ricevere il surnatante  dell'acidificazione
dell'estratto totale o della soluzione.
6.2.3 Frazionamento su resina di polivinilpolipirrolidone - Pipettare
25 ml di estratto totale (da ora in poi solo ET), porlo  in  provetta
da  centrifuga  da 40 ml circa, aggiungere 0,3-0,5 ml di H2SO4 al 50%
(4.2.1) fino a  raggiungere  pH<2, tappare, agitare  accuratamente  e
lasciare  riposare  qualche  minuto.  Quindi  mettere  la provetta in
centrifuga a 2.500-2.700  rpm,  circa,  per  20  minuti,  togliere  e
versare  il  surnatante  sulla  colonnina,  preventivamente preparata
impiegando  4-6  cm3  di  polivinilpirrolidone  insolubile   (4.2.3).
Scartare  l'eluito e continuare il lavaggio della colonnina con circa
25 ml di H2SO4 0,005M. Terminata l'operazione  aggiungere  lentamente
sulla  sommita'  della  colonnina  una  soluzione  di  NaOH  0,5M che
consentira' al materiale assorbito sul PVP di scendere.  Il  fenomeno
e'  solitamente  ben  visibile  in  quanto  le sostanze polifenoliche
assorbite  sul  PVP  sono  di  colore  bruno  chiaro-arancio  e  sono
sufficienti   3-4   ml   per  fare  arrivare  la  soluzione  colorata
all'estremita' della colonnina.  Inserire ora la provetta nella quale
e'  precipitata  la  frazione umica (acidi umici, HA) e proseguire il
lavaggio utilizzando 20-25 ml  di  NaOH  0,5M  (se  necessario  anche
volumi   superiori).   Travasare   quantitativamente   la   soluzione
contenente gli HA ora disciolti e gli acidi fulvici (FA), provenienti
dal  lavaggio della colonnina, in un matraccio da 50 ml (talvolta per
materiale  particolarmente  ricchi  di  HA  come  leonarditi,   torbe
umificate,  e'  necessario utilizzare matracci di volume superiore) e
portare a volume con NaOH 0,5M.  Agitare e conservare ET e  HA+FA  in
frigorifero per la successiva determinazione del carbonio organico.
6.3  -  Sezione 3 - Determinazione del contenuto di carbonio organico
delle soluzioni ottenute nelle sezioni precedenti
6.3.1  Dalle  soluzioni  secondo quanto descritto nelle sezioni 6.1 e
6.2, prelevare  un'aliquota  contenente  una  quantita'  di  carbonio
compresa  tra  5 e 25 mg e comunque non superiore a 10 ml di volume e
trasferirla in matraccio da attacco (5.3.1). Per prelievi inferiori a
10  ml,  a  seconda  dei casi, aggiungere soluzione estraente o acqua
distillata fino a raggiungere il volume finale di 10 ml.  Addizionare
poi  all'estratto, per mezzo di una buretta, 5 ml esatti di soluzione
di K2Cr2O7 (4.3.2) e successivamente  goccia  a  goccia,  o  comunque
molto  lentamente,  20  ml  esatti  di H2SO4 (4.3.1), raffreddando in
bagno di acqua e ghiaccio in modo che la temperatura della  soluzione
venga  mantenuta  tra  40  e 50 ›C. Inserire il termometro (5.3.2) in
modo che il bulbo non tocchi il fondo del matraccio.  Posizionare  il
matraccio  su bunsen e piastra del tipo Ceran (5.3.3) precedentemente
riscaldata  e  portare  la  temperatura  della  soluzione   il   piu'
rapidamente  possibile  a  160›  C  +  o  - 2› C. Mantenere in queste
condizioni per 10 minuti esatti,  agitando  di  tanto  in  tanto.  Al
termine    raffreddare    a    temperatura    ambiente,    trasferire
quantitativamente in beuta da 250 ml, lavando piu' volte il matraccio
d'attacco,  fino  ad  un  volume  di  circa  100  ml, quindi lasciare
raffreddare.
6.3.2 Prove in bianco
Scopo  delle  prove  in  bianco  e' quello di accertare il consumo di
ossidante sia nelle condizioni operative  che  in  quelle  a  freddo,
delle  soluzioni  in  esame  utilizzate per l'estrazione del carbonio
organico e per la separazione della frazione umica + fulvica.
Le soluzioni in questione sono:
6.3.2.1  Carbonio  organico  estraibile  (6.1.1): soluzione di soda e
sodio pirofosfato 0,1M.
6.3.2.2  Carbonio  organico  gia'  in  forma  estratta (6.1.2): acqua
distillata.
6.3.2.3  Carbonio  umico  +  fulvico  (6.2.3): soluzione di NaOH 0,5M
acidificata a pH 1-1,5 con H2SO4 50% v/v.
6.3.2.4  Prova  in bianco a caldo: prelevare 10 ml della soluzione in
esame e trasferirla in matraccio da attacco (5.3.1). Addizionare  poi
alla  soluzione  per  mezzo  di  una  buretta  5 ml esatti di K2Cr2O7
(4.3.2), procedendo poi come indicato al punto 6.3.1.
6.3.2.5  Prova in bianco a freddo: prelevare 10 ml della soluzione in
esame e trasferirla in matraccio da attacco (5.3.1). Addizionare  poi
all'estratto,  per  mezzo  di  una  buretta, 5 ml esatti di soluzione
K2Cr2O7 (4.3.2) e successivamente goccia a goccia, o  comunque  molto
lentamente,  20  ml esatti di H2SO4 (4.3.1), raffreddando in bagno di
acqua e ghiaccio in modo che la  temperatura  della  soluzione  venga
mantenuta tra 40 e 50 ›C. Questa soluzione non si scalda a 160 + o ›C
per 10 minuti, ma si trasferisce poi  quantitativamente  direttamente
in  beuta da 250 ml, lavando piu' volte il matraccio d'attacco fino a
circa 100 ml, quindi lasciare raffreddare.
6.3.3 Titolazione del carbonio organico
6.3.3.1 Titolazione manuale: aggiungere alla soluzione da titolare 10
ml di acido fosforico  (4.3.3)  e  4  gocce  di  indicatore  (4.3.5).
Titolare  l'eccesso  di  K2Cr2O7  con FeSO4 0,4M (II) (4.3.4) fino al
viraggio, cioe' al  passaggio  dal  violetto  al  verde,  usando  una
sorgente  luminosa  al  di  sotto  della  beuta  per vedere meglio il
viraggio stesso.
Titolare allo stesso modo sia la prova in bianco a freddo, sia quella
a caldo.
6.3.3.2  Titolazione  in  automatico:  si  procede  allo  stesso modo
descritto al punto precedente, ma in questo caso si omette l'aggiunta
al campione dell'acido fosforico (4.3.3) e dell'indicatore (4.3.5).
7. ESPRESSIONE DEI RISULTATI
Il   contenuto  di  carbonio  organico  determinato  nelle  soluzioni
ottenute secondo le sezioni 6.1 e 6.2, si ricava dalla relazione:
                  C % = (A - B). N1. D. 0,318. 1: P
data da:
              C % = (A - B). N1. D. 0,003. 100: P. 1,06
dove:
A  e'  il volume, espresso in ml, di soluzione di FeSO4 (II) (4.3.4),
consumato per titolare la prova in bianco a caldo (6.3.2.4).
B  e'  il volume, espresso in ml, di FeSO4 (II) (4.3.4) consumato per
titolare il campione.
N1  e'  la  normalita' reale del FeSO4, calcolata facendo il rapporto
fra i 5 ml di K2Cr2O7 1/3M (2N) presenti  nella  prova  in  bianco  a
freddo  (6.3.2.5)  ed  i  ml  di FeSO4 (II) utilizzati per titolarli,
cioe' (5 / ml FeSO4 utilizzati per titolare PB a freddo). 2
La  sua determinazione e' richiesta per eliminare sia l'errore dovuto
alla minima decomposizione del K2Cr2O7 durante il riscaldamente a 160
›C, sia per normalizzare il FeSO4 (II).
Fare attenzione alla differenza fra i ml di FeSO4 (II) utilizzati per
la titolazione della prova in bianco a freddo e quelli impiegati  per
la  titolazione  della  prova  in  bianco a caldo. Se tale differenza
supera 0,4 ml, e' opportuno ripetere sia  le  prove  in  bianco,  sia
verificare l'esatta normalita' dell'FeSO4 (II).
D  e'  il  fattore  di  diluizione,  calcolato  in  base all'aliquota
prelevata  per  la   determinazione   rispetto   al   volume   totale
dell'estratto.
0,003 e' il peso equivalente del carbonio.
P e' il peso del campione secco, espresso in grammi, utilizzato nella
prova.
1,06  un fattore di correzione che tiene conto della sottostima media
che si ha nell'applicazione del metodo.
8.   -  Sezione  4  -  PARAMETRI  DELL'UMIFICAZIONE:  definizioni  ed
espressione
8.1 Parametri dell'umificazione
Per  il  calcolo  dei  parametri  dell'umificazione  sono necessari i
seguenti dati:
8.1.1  C  organico  totale  presente  nel  materiale tal quale (TOC),
determinato secondo il metodo Springer e Klee (pubblicato nei  metodi
ufficiali di analisi - Supplemento n. 1);
8.1.2   C   organico  dell'estratto  totale  (TEC),  sia  proveniente
dall'estrazione nel caso di materiali solidi (6.1.1), o semplicemente
per  diluizione,  centrifugazione  e  filtrazione  per i materiali in
soluzione (6.1.2), determinato con il metodo per il carbonio organico
in soluzione (6.3);
8.1.3  C  organico  estratto  umificato (HA + FA), determinato con il
metodo per il carbonio organico in soluzione (6.3);
8.1.4 C organico estratto non umificato (NH), ottenuto per differenza
nel seguente modo: NH = TEC - (HA + FA).
8.2 Calcolo dei parametri dell'umificazione
                                           (HA + FA)
           GRADO DI UMIFICAZIONE (DH %) = ____________ . 100
                                               TEC
percentuale del C organico umico presente nell'estratto rispetto al C
totale dell'estratto;
                                           (HA + FA)
           GRADO DI UMIFICAZIONE (HR %) = ____________ . 100
                                               TOC
percentuale  del C organico umico presente nell'estratto rispettto al
C totale presente nel campione;
                                               (NH)
           INDICE DI UMIFICAZIONE (HI)   = ____________
                                             (HA + FA)
rapporto fra il C non umico dell'estratto e quello umico.