ALLEGATO Al Ministro dell'interno Il rag. Antonio Fago e' stato eletto consigliere del comune di Taranto nelle consultazioni amministrative del 6 maggio 1990. Con decreto del giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Taranto in data 20 dicembre 1991, il predetto amministratore e' stato rinviato al giudizio del Tribunale per avere compiuto, in concorso con altre persone, con piu' azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, atti diretti a sostituire assegni circolari provenienti da rapina aggravata e da furto. In particolare il Fago e' accusato di aver ricevuto assegni circolari per complessivi 440 milioni di lire, in parte in assegni della Banca nazionale del lavoro provenienti da un furto consumato ai danni dell'Enpas-Mutui e in parte in assegni dell'Istituto centrale delle banche popolari italiane provenienti da una rapina consumata sull'autostrada Caserta-Salerno (articoli 110, 81, 648 e 648- bis del codice penale). Il suddetto Fago risulta, inoltre, rinviato al giudizio del pre- tore circondariale di Taranto per il reato di truffa aggravata (articoli 61, n. 7, e 640 del codice penale). Nel decreto di citazione a giudizio si contesta che egli abbia prospettato ad una terza persona, con artifici e raggiri, un lucroso affare consistente nell'aggiudicazione di un appalto pubblico, facendosi indebitamente consegnare assegni per 75 milioni di lire. Risulta inoltre che il Fago, il giorno 3 aprile del 1984, venne tratto in arresto dalla guardia di finanza di Ventimiglia, mentre insieme ad altra persona si apprestava a superare il valico di frontiera in possesso di 690 milioni di lire tra contanti ed assegni. Fatti per i quali lo stesso e' stato poi assolto per insufficienza di prove in primo grado, e per non essere il fatto piu' previsto come reato, in appello. Lo stesso Fago, infine, tra gli anni 1974 e 1985, e' stato condannato sei volte per emissione di assegni a vuoto. Il medesimo frequentemente appare nell'elenco dei protesti bancari ed inoltre conduce una vita dispendiosa che non trova giustificazioni nelle attivita' lavorative, produttive o professionali espletate. Il comportamento tenuto dal suddetto amministratore, pertanto, appare in contrasto con l'esercizio delle funzioni pubbliche cui il medesimo e' preposto e con le esigenze di decoro, dignita' e prestigio della carica di consigliere comunale. La permanenza del Fago all'interno del consiglio rischia di compromettere la legalita' e la trasparenza dell'azione amministrativa del comune di Taranto con possibile turbativa dell'ordine pubblico. Tutto cio' premesso, si ritiene che ricorrano le condizioni previste dall'art. 40 della legge 8 giugno 1990, n. 142, per addivenire all'adozione del provvedimento di rimozione del sig. Antonio Fago dalla carica di consigliere del comune di Taranto. Mi pregio, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma il relativo decreto. Roma, 21 marzo 1992 Il direttore generale: MALPICA