MINISTERO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE COMITATO PER L'OSSERVATORIO NAZIONALE PEDOLOGICO E PER LA QUALITA' DEL SUOLO METODI UFFICIALI DI ANALISI CHIMICA DEL SUOLO METODO 1 MODALITA' DI PRELEVAMENTO DEI CAMPIONI DI TERRENO DA SOTTOPORRE AD ANALISI 1. Oggetto e campo di applicazione Descrizione di un metodo per il prelievo dei campioni di terreno da sottoporre ad analisi intese a valutare i componenti della fertilita' o l'inquinamento del suolo. Il metodo non e' applicabile ad altri scopi, quali le indagini pedologiche, la determinazione dell'azoto minerale, gli studi per il drenaggio e in generale le analisi idrologiche. Per tali fini si dovranno adottare appropriati metodi di campionamento. 1.1. Considerazioni preliminari Per campione di terreno si intende una determinata quantita' di suolo che si preleva per scopi analitici da un orizzonte di un suolo di una data unita' tassonomica o cartografica, oppure di un terreno lavorato. Il terreno viene analizzato in laboratorio per confermare, quantificare o integrare le informazioni registrate in campo e per facilitare l'identificazione e la caratterizzazione dell'intero corpo suolo. Il prelevamento dei campioni da sottoporre ad analisi costituisce uno dei punti piu' critici degli studi per la caratterizzazione di un suolo e deve essere effettuato tenendo conto delle considerazioni riportate di seguito. La composizione dei suoli varia notevolmente sia in superficie che in profondita', anche in zone relativamente ristrette. Tessitura, struttura e contenuti in sostanze organiche e nei diversi elementi nutritivi e/o inquinanti hanno una loro variabilita' specifica anche in suoli relativamente omogenei. La scelta della modalita' di prelevamento e la localizzazione ed il numero dei prelievi devono essere in relazione con le finalita' dell'indagine e con il grado di dettaglio che si intende raggiungere. Poiche' le notizie sui punti intermedi ai siti di campionamento di ogni singola unita' territoriale si ottengono per interpolazione, il grado di informazione sulle caratteristiche della superficie oggetto di studio dipende dalla distanza tra i punti di prelievo. Bisogna tener conto della variabilita' verticale dei suoli, dovuta a cause naturali o antropiche. Lo studio del profilo, indispensabile nel caso di una indagine pedologica, deve costituire una premessa anche per la valutazione degli elementi nutritivi o della presenza di inquinanti. I suoli hanno caratteristiche relativamente costanti nel tempo, quali la natura, lo spessore e la distribuzione degli orizzonti, e caratteristiche che variano con le stagioni (in dipendenza ad esempio del livello delle falde acquifere), con le colture (in relazione alle lavorazioni del terreno, alle fertilizzazioni, ecc.), o a seguito di particolari eventi (movimenti di terra, smottamenti, sommersioni). Diversi devono essere quindi i criteri di prelievo a seconda che oggetto di indagine siano i caratteri piu' stabili o quelli variabili nel tempo. 2. Principio Esecuzione di una serie di prelevamenti elementari in una zona presunta omogenea, ad una profondita' predeterminata, per costituire uno o piu' campioni per il laboratorio, rappresentativi del livello medio e/o della variabilita' delle caratteristiche che si intendono esaminare. 3. Definizioni 3.1. Analisi di caratterizzazione: insieme di determinazioni che contribuiscono a caratterizzare le proprieta' fisiche e/o chimiche di un campione di terreno. 3.2. Analisi di controllo: analisi effettuata per il controllo di alterazioni e/o variazioni della composizione del suolo, in particolare a seguito di inquinamenti. 3.3. Analisi diagnostica comparativa: analisi, effettuata per confronto di osservazioni, destinata ad evidenziare una eterogeneita' di caratteristiche. 3.4. Zona di campionamento: zona di terreno sottoposta al campionamento (cfr. 6). Una zona di campionamento e' suddivisa in piu' unita' di campionamento (figura 1.1.). ----> Vedere Figura a Pag. 7 del S.O. <---- 3.5. Unita' di campionamento: quantita' definita di suolo, dotata di limiti fisici o ipotetici. 3.6. Campione elementare: quantita' di terreno prelevata in una sola volta in una unita' di campionamento. 3.7. Campione globale: insieme di campioni elementari prelevati in un unica unita' di campionamento. 3.8. Campione finale: parte rappresentativa del campione globale, ottenuta mediante eventuale riduzione di quest'ultimo. 4. Apparecchiatura Gli strumenti necessari per il campionamento devono essere costruiti con materiali e modalita' che non possano influenzare le caratteristiche che si vogliono determinare nel terreno da campionare. 4.1. Sonda o trivella. 4.2. Vanga. 4.3. Secchio con volume non inferiore a 10 litri. 4.4. Telone asciutto e pulito di circa 2 mq. 4.5. Sacchi di capacita' di almeno un litro, dotati di adeguato sistema di chiusura. 5. Epoca di prelevamento L'epoca di prelevamento dev'essere scelta in relazione alla finalita' dell'indagine. Per calcolare il fabbisogno di fertilizzanti il campionamento dev'essere effettuato almeno 3 mesi dopo l'ultimo apporto di concimi o 6 mesi dopo l'ultimo apporto di ammendanti o correttivi. 6. Zona di campionamento 6.1. Analisi di caratterizzazione 6.1.1. Individuare la zona di campionamento, eventualmente con il concorso dell'interessato o di persone esperte della zona, delimitando un'area che abbia in comune: - colore; - aspetto fisico; - ordinamento colturale; - fertilizzazioni ricevute in passato; - vegetazione coltivata e spontanea. 6.1.2. Nel caso si disponga di una carta dei suoli, individuare la zona di campionamento all'interno di una sola unita' pedologica. Evitare comunque di campionare in prossimita' dei bordi dell'unita' pedologica. 6.1.3. Le operazioni di cui ai punti 6.1.1. e 6.1.2. potranno portare alla suddivisione in due o piu' zone di campionamento, ognuna delle quali presenti le caratteristiche di omogeneita' sopra descritte. Valutare pero' attentamente l'opportunita' di campionare zone di supeficie troppo ridotta per influenzare sensibilmente gli obiettivi che si intendono raggiungere con il campionamento e l'analisi (cfr. figura 1.1.). 6.2. Analisi di controllo Individuare la zona che si presume abbia subito l'alterazione e, se possibile, un'altra zona di confronto con caratteristiche analoghe (cfr. 6.3). 6.3. Analisi diagnostica comparativa Individuare, eventualmente col concorso dell'interessato o di persone esperte della zona, le due (o piu') aree che abbiano le maggiori differenze di comportamento, ovvero quelle dove il fenomeno che si intende esaminare si manifesta maggiormente e quelle dove non si manifesta. 7. Numero e ripartizione dei campioni elementari 7.1. Analisi di caratterizzazione 7.1.1. Qualunque sia la superficie della zona di campionamento, effettuare almeno 15 campioni elementari, prelevando non meno di 6 campioni per ettaro ed utilizzando uno degli schemi di seguito riportati. 7.1.2 Campionamento sistematico 7.1.2.1. Suddividere idealmente la zona di campionamento (figura 1.2., A), nel numero prescelto di unita' di campionamento (B), utilizzando un reticolo di dimensioni opportune (C): le unita' devono avere tutte approssimativamente la medesima dimensione. La dimensione della griglia dipende dal dettaglio che si intende raggiungere. 7.1.2.2. All'interno di ogni unita' di campionamento prelevare casualmente un campione (D), evitando i bordi della zona di campionamento e le aree: - a quota inferiore o superiore alla media; - dove sono stati accumulati fertilizzanti, prodotti o sottoprodotti; - dove hanno stazionato animali; - di affioramento del sottosuolo; - aventi differenze di irrigazione e/o di drenaggio; - dove ristagna l'acqua. ----> Vedere Figura da Pag. 8 a Pag. 9 del S.O. <---- 7.1.3. Campionamento irregolare Scegliere i punti di prelievo utilizzando i numeri casuali riportati dai manuali di statistica e prelevare una campione elementare in ogni punto, seguendo i principi esposti in 7.1.2.2. Tale procedura puo' portare ad una copertura irregolare della superficie da investigare e rendere difficili le interpolazioni. 7.1.4. Campionamento non sistematico a X o a W Scegliere i punti di prelievo lungo un percorso tracciato sulla superficie da investigare, formando delle immaginarie lettere X o, preferibilmente, W e prelevare una campione elementare in ogni punto, seguendo i principi esposti in 7.1.2.2 (figura 1.3). Tale procedura puo' portare ad una copertura non completa della superficie da investigare e si limita quindi a fornire dati orientativi. 7.2. Analisi di controllo 7.2.1. Per il controllo degli effetti di una sorgente puntiforme di alterazione o inquinamento effettuare un campionamento a griglia circolare, individuando i punti di campionamento all'intersezione di cerchi concentrici con le linee che uniscono i principali otto punti del compasso (figura 1.4). 7.2.2. Negli altri casi procedere come indicato al punto 7.1, utilizzando di preferenza il campionamento sistematico. 7.2.3. Qualunque sia il piano di campionamento prescelto, non mescolare i campioni elementari, che formeranno quindi altrettanti campioni globali, ognuno dei quali dovra' essere analizzato separatamente (cfr. 10). 7.3. Analisi diagnostica comparativa Prelevare un numero adeguato di campioni elementari in ognuna delle zone da porre a confronto. Preferibilmente effettuare i prelievi in luoghi significativi del fenomeno da indagare. 8. Profondita' di prelevamento 8.1. Analisi di caratterizzazione 8.1.1. Nei terreni arativi, o comunque soggetti a rovesciamenti o rimescolamenti, prelevare il campione alla massima profondita' di lavorazione del suolo. 8.1.2. Nei terreni a prato o pascolo e nei frutteti inerbiti, eliminare la parte aerea della vegetazione e la cotica e prelevare il campione alla profondita' interessata dalla maggior parte delle radici. Nel caso sia prevista la rottura del prato procedere come indicato al punto precedente. 8.1.3. Per i campionamenti del sottosuolo determinare la profondita' di prelievo sulla base del profilo pedologico. Evitare comunque di mescolare il suolo superficiale con il sottosuolo e, in generale, il terreno proveniente da diversi orizzonti. 8.2. Analisi di controllo e analisi diagnostica comparativa Scegliere la profondita' di prelievo in funzione delle caratteristiche del fenomeno che si intende controllare. 9. Esecuzione del prelevamento elementare 9.1. Una volta individuato il sito di campionamento, eliminare, se necessario, la vegetazione che copre il suolo. 9.2. Introdurre verticalmente la sonda o la trivella 4.1 fino alla profondita' voluta ed estrarre il campione elementare di terreno. 9.3. Nel caso di terreni sabbiosi o pulverulenti la sonda puo' essere introdotta nel suolo diagonalmente, ponendo attenzione a rispettare la profondita' scelta. ----> Vedere Figura a Pag. 9 del S.O. <---- 9.4. Nel caso di terreni molto compatti o con elevata presenza di scheletro, che non permettono l'uso della sonda, scavare con la vanga 4.2 una piccola buca a pareti verticali fino alla profondita' prescelta. Prelevare quindi una fetta verticale che interessi tutto lo strato, mantenendo costante la frazione di terreno proveniente dalle diverse profondita' (cfr. tabella 4.1). 10. Formazione dei campioni 10.1. Campione globale 10.1.1. Analisi di caratterizzazione Inserire i diversi campioni elementari, man mano che vengono prelevati, nel secchio 4.3. Rovesciare il secchio su una superficie solida, piana, asciutta e pulita, coperta con il telone 4.4. Mescolare il terreno ed omogeneizzarlo accuratamente. 10.1.2. Analisi di controllo Mantenere separato ciascun campione elementare, ognuno dei quali costituisce un campione globale. Se i campioni devono essere ridotti, omogeneizzarli come indicato in 10.1.1. 10.1.3. Analisi diagnostica comparativa Per ogni gruppo di subcampioni effettuare separatamente le operazioni indicate in 10.1.1. 10.2. Campione finale 10.2.1. Se non e' necessaria una riduzione, ogni campione globale costituira' un campione finale. 10.2.2. Se il campione dev'essere ridotto, stendere il terreno, omogeneizzato come indicato in 10.1. Prelevare casualmente una decina di campioni di circa 50 g ognuno, distribuiti su tutta la superficie e che interissino tutto lo spessore del campione globale. Unire questi prelevamenti per costituire uno o piu' campioni finali, del peso di circa 500 g ognuno. 11. Condizionamento dei campioni finali 11.1. Inserire ciascun campione finale in un imballaggio asciutto, pulito, che non interagisca con il terreno e sia impermeabile all'acqua ed alla polvere. 11.2. Chiudere l'imballaggio e predisporre due etichette uguali nelle quali sia chiaramente identificato il campione. Sulle etichette porre dei riferimenti biunivoci al verbale di campionamento. 11.3. Collegare un'etichetta al sistema di chiusura ed attaccare l'altra alla superficie esterna dell'imballaggio. Non inserire mai etichette all'interno, a contatto col suolo. 11.4. Nel caso sia necessario sigillare il campione effettuare l'operazione in maniera tale che non sia possibile aprire l'imballaggio senza violare il sigillo, al quale dev'essere incorporata una delle etichette. 12. Verbale di campionamento Nel verbale di campionamento identificare con precisione la zona di campionamento con opportuni riferimenti catastali o geografici, e riportare sempre la data di campionamento e la profondita' di prelievo. Riportare inoltre un riferimento biunivoco alle etichette poste sul campione finale.