(Allegato)
                              ALLEGATO 
ATTREZZATURE PER LA PROTEZIONE, IN CASO DI CADUTA DALL'ALTO, DEI 
   LAVORATORI ADDETTI AL MONTAGGIO E  ALLO  SMONTAGGIO  DEI  PONTEGGI
METALLICI. 
 
   La presente  normativa  tecnica  tratta  separatamente  i  singoli
componenti delle attrezzature o cioe': 
    l'imbracatura (paragrafo 1); 
    l'organo di trattenuta con freno incorporato (paragrafo 2); 
    la guida rigida con organo d'ancoraggio scorrevole (paragrafo 3),
fissando le caratteristiche dei metariali, i requisiti costruttivi  e
meccanici dei componenti, nonche' le  prove  di  qualificazione  alle
quali questi devono essere assoggettati. 
   Per gli accertamenti sui materiali e sui singoli elementi  (corde,
nastri, accessori metallici . ) si rinvia alle specifiche norme UNI. 
   La   norma   fornisce,   inoltre,   indicazioni   relative    alla
fabbricazione, commercializzazione, marchiatura e certificazione  dei
prodotti (paragrafi 4 e 5). 
    In figura  1,  a  titolo  indicativo,  e'  riportato  un  disegno
schematico d'insieme dell'attrezzatura con la  nomenclatura  adottata
nel testo. 
1. IMBRACATURA. 
   E' il dispositivo di presa costituito da  un  insieme  di  nastri,
alcuni dei quali allacciabili con possibilita' di registrazione e  di
adattamento a varie  taglie,  con  cui  viene  inviluppato  il  corpo
dell'utente. 
   L'imbracatura e' provvista di un organo di attacco  conformato  ad
anello  (anellone),  posizionato  in  modo  da  risultare  sul  dorso
dell'utente,  che  consente  di  vincolarla   all'estremita'   libera
dell'organo di trattenuta dell'attrezzatura. 
1.1. Requisiti o prescrizioni. 
1.1.1. Requisiti ergonomici. 
   L'imbracatura  deve  possedere  caratteristiche  ergonomiche.   In
particolare: 
    non deve costituire intralcio all'attivita' lavorativa  e,  nello
svolgimento di questo, deve essere  utilizzabile  senza  apprezzabile
fastidio; 
    in caso di caduta del lavoratore  deve  trasmettere  e  ripartire
sulle parti fisiologicamente idonee a resistervi,  le  sollecitazioni
dinamiche indotte nella fase d'arresto della caduta; 
    deve fornire una conveniente  posizione  d'attesa  al  lavoratore
trattenuto in sospensione (v. paragrafo 1.2.2.). 
1.1.2. Prescrizioni concernenti i materiali. 
   I nastri ed i fili di cucitura devono essere realizzati con  fibre
tessili sintetiche  resistenti  alle  muffe  ed  alle  sollecitazioni
dinamiche, poco sensibili ai fenomeni d'invecchiamento. 
  A titolo  indicativo  si  citano  come  fibre  utilizzabili  quelle
ricavate da poliammidi e pollesteri. E' invece da escludere l'impiego
di fibre ricavate dalle polioletine in quanto  presentano  un  rapido
invecchiamento. 
  I fili di cucitura devono essere di colore diverso  da  quello  dei
nastri in modo da agevolare il controllo a vista delle cuciture. 
  Gli accessori metallici (quali l'organo d'attacco  dell'imbracatura
ed i  dispositivi  di  collegamento  e/o  regolazione-fibbie)  devono
risultare resistenti o protetti  contro  la  corrosione.  Quelli  con
funzione portante devono essere  realizzati  impiegando  materiali  e
tecnologie costruttive che assicurino ai prodotti finiti  un'adeguata
resistenza alle sollecitazioni d'urto. 
1.1.3. Caratteristiche geometriche dei nastri. 
   La larghezza dei nastri utilizzabili come  elementi  portanti  non
deve essere minore di 50 mm. 
   Per i nastri costituenti le bretelle ed i cosciali si accetta  una
larghezza minore con il limite inferiore di 30 mm. 
1.1.4. Prescrizioni concernenti la manifattura. 
   L'imbracatura deve  essere  accuratamente  rifinita  in  ogni  sua
parte. 
   Gli  accessori  metallici  devono  essere  conformati,   rifiniti,
disposti e, se necessario, protetti in modo da evitare  che  la  loro
presenza e/o utilizzazione possa risultare mal tollerata o ferire  il
corpo dell'utilizzatore. 
   Le connessioni dei vari elementi devono essere eseguite  a  regola
d'arte  con  sistemi  e  materiali  idonei  che  ne  garantiscono  la
resistenza alle sollecitazioni ipotizzabili nel pratico impiego. 
   A  titolo  indicativo,  nell'appendice   sono   riportati   alcuni
suggerimenti per il taglio, la preparazione dei tratti terminali  dei
nastri, la loro cucitura. 
1.2. Prove di qualificazione e criteri di valutazione dei risultati. 
1.2.1. Prova di resistenza statica. 
   L'imbracatura  applicata  ad  un  manichino   rigido,   saldamente
ancorato, avente la forma e le dimensioni  riprodotte  in  figura  2,
viene sollecitata mediante uno sforzo di trazione di 20 kN  applicato
staticamente all'attacco dell'imbracatura, esercitato nella direzione
ritenuta piu' sfavorevole alla  resistenza  dell'imbracatura  stessa,
mantenuto applicato per due minuti. 
   A descrizione del collaudatore, e' ammesso ripetere la prova su un
nuovo  campione  variando  la  direzione  dello  sforzo  di  trazione
applicativo. 
   In ogni caso, per ogni condizione sperimentale  realizzata,  vanno
effettuate due prove utilizzando ogni volta un campione nuovo. 
   Il risultato della prova  e'  giudicato  positivo  se,  nel  corso
dell'intervallo di tempo a  carico  costante,  l'imbracatura  resiste
senza cedere e senza perdere la presa sul manichino.  Sono  tollerate
scuciture limitate a "piccoli tratti",  quando  non  pregiudicano  la
tenuta del carico. 
   Sul  certificato  di  prova  vanno  riportate   tutte   le   prove
effettuate,  precisando  per  ognuna   le   condizioni   sperimentali
realizzate ed il risultato. 
1.2.2. Prova di resistenza dinamica. 
   Questa   prova   viene   effettuata   utilizzando   un   manichino
antropomorfo,  articolato,  avente  caratteristiche  dimensionali   e
distribuzione delle masse confrontabili  con  quella  del  corpo,  di
taglia media, di un adulto di sesso maschile (*). 
   L'attrezzatura di prova, oltre il manichino, comprende: 
    a) un portale rigido che  consente  l'ancoraggio  dell'organo  di
trattenuta (v. punto c) e la sospensione del manichino  in  modo  che
l'attacco dell'imbracatura applicata al manichino risulti 2 m piu' in
alto dell'ancoraggio anzidetto. 
   Al  di  sotto  dell'ancoraggio  dell'organo  di  trattenuta   deve
risultare uno spazio libero di altezza non inferiore a 4,50 m. 
   Inoltre l'ancoraggio  dell'organo  di  trattenuta  deve  risultare
sufficientemente arretrato,  rispetto  alla  verticale  passante  per
l'attacco dell'imbracatura, per evitare  che  vi  urti  il  manichino
abbandonato in caduta libera; 
    b) un dispositivo di trattenuta e di sgancio rapido del manichino
che consenta a  questo  di  iniziare,  senza  apprezzabile  velocita'
iniziale, la caduta libera presentando verso il basso i piedi  ovvero
la testa; 
    c) uno spezzone di corda per alpinismo, utilizzato con  un  unico
tratto portante come organo  di  trattenuta,  provvisto  di  ganci  o
moschettoni di estremita', lungo complessivamente 2 m, con carico  di
rottura non inferiore a 20 kN, privo di freno. 
   Conduzione della prova. -  Applicata  l'imbracatura  in  prova  al
manichino e collegata all'organo  di  trattenuta  realizzato  con  la
corda per alpinismo, di cui alla lettera c), la prova viene condotta,
con   le   articolazioni   del   manichino   sbloccate,   effettuando
consecutivamente quattro cadute, con un'altezza di caduta  libera  di
circa 4 m, senza cambiare la corda. Le prime due cadute si effettuano
con i piedi in avanti, le altre due con la testa in avanti.  Tra  due
cadute consecutive si osserva una pausa di almeno quindici minuti. 
   Dopo ogni caduta, con il manichino sospeso a fermo nella posizione
finale di equilibrio, si misura l'angolo a  che  l'asse  dorsale  del
manichino forma con la verticale. 
   Il risultato della prova e' giudicato positivo: 
    se nel corso della prova comprendente quattro cadute il manichino
e' costantemente trattenuto dall'imbracatura; 
    e se, contemporaneamente, dopo ogni caduta,  a  manichino  fermo,
risulta minore del 50%. 
   Sul certificato di prova vanno riportati distintamente i risultati
delle quattro cadute. 
------- 
   (*) E' utilizzabile, ad esempio, un manichino conforme alla norma 
francese NF-R-10-101 
ovvero di caratteristiche confrontabili. 
2. ORGANO DI TRATTENUTA CON FRENO INCORPORATO. 
   E' l'organo flessibile, fornito di  freno  incorporato,  provvisto
alle due estremita'  di  dispositivo  di  collegamento  (moschettone,
gancio...),  mediante  il   quale   l'imbracatura   viene   collegata
all'organo d'ancoraggio scorrevole dell'attrezzatura. 
   Il freno ha lo scopo di assorbire e dissipare  parte  dell'energia
cinetica acquistata dal corpo in caduta libera, in modo da  contenere
entro  limiti  prefissati  la  sollecitazione  trasmessa  nella  fase
d'arresto della caduta. 
   Il freno  puo'  essere  realizzato  sfruttando  soluzioni  diverse
quali:  la  scucitura  progressiva  di  un   nastro,   l'allungamento
elastoplastico di un elemento, la frenatura meccanica  di  una  corda
(ottenuta  per  es.  forzandone  il  passaggio  attraverso  un   foro
calibrato). 
   In ogni caso l'intervento del freno per l'arresto  di  una  caduta
comporta  un  allungamento  (delta  l)  dell'organo  di   trattenuta,
interpretabile come spazio di frenata. 
2.1. Prescrizioni concernenti i materiali. 
   2.1.1. L'organo di trattenuta deve essere realizzato con un tratto
di corda per alpinismo ovvero con un nastro ottenuti impiegando fibre
sintetiche resistenti alle muffe ed  alle  sollecitazioni  dinamiche,
poco sensibili ai fenomeni d'invecchiamento, quali quelle ricavate da
poliammidi e poliesteri. E' invece da escludere  l'impiego  di  fibre
ricavate  dalle  pollolefine,  in  quanto  soggette  ad   un   rapido
invecchiamento. 
   La corda ed il nastro devono resistere senza rompersi ad un carico
di trazione di 20 kN applicato staticamente e mantenuto applicato per
due minuti. 
   2.1.2. Il freno, quale che sia la sua realizzazione, deve superare
le prove di qualificazione di cui ai paragrafi 2.3.1.; 2.3.2. 
   2.1.3.  Gli  accessori   metallici   (quali   i   dispositivi   di
collegamento-ganci, moschettoni...)  devono  risultare  resistenti  o
protetti contro la corrosione. Quelli con  funzione  portante  devono
inoltre  essere  realizzati   impiegando   materiali   e   tecnologie
costruttive  che  garantiscono   ai   prodotti   finiti   un'adeguata
resistenza alle sollecitazioni d'urto. 
2.2. Requisiti costruttivi. 
   2.2.1. Il freno deve essere incorporato nell'organo di  trattenuta
in  modo  da  non  risultare  distaccabile  da  quest'organo  se  non
danneggiandolo e rendendolo conseguentemente  inutilizzabile,  ovvero
impiegando un attrezzo speciale. 
   Sollecitando a trazione l'organo di trattenuta, il freno non  deve
intervenire sotto carichi minori di 1,5 kN. 
   Il freno,  inoltre,  deve  risultare  posizionato  in  prossimita'
dell'imbracatura e deve presentare peso  ed  ingombro  contenuti,  in
modo  da  consentire  l'attivita'   lavorativa   senza   apprezzabile
fastidio. 
   2.2.2.  I  dispositivi  di  collegamento  (ganci,  moschettoni...)
devono essere provvisti di chiusura di sicurezza che  ne  impediscano
lo sganciamento accidentale e, nelle condizioni di  normale  impiego,
devono inoltre resistere, eventualmente deformandosi ma senza perdere
la presa, ad uno sforzo di trazione di 20 kN applicato staticamente e
mantenuto applicato per due minuti. 
   2.2.3. Le connessioni dei vari componenti devono essere eseguite a
regola d'arte con sistemi e materiali che garantiscano la  resistenza
delle  connessioni  stesse  alle  massime  sollecitazioni   dinamiche
ipotizzabili nell'uso. 
   Le parti terminali delle corde e dei nastri devono essere trattate
in modo da evitare aperture e/o sfilacciamenti (possono ad es. essere
fuse a caldo o saldate chimicamente). 
   2.2.4. La lunghezza complessiva (l) dell'organo di trattenuta  con
freno incorporato e  provvisto  alle  estremita'  di  dispositivi  di
collegamento non deve superare 2 m. 
2.3. Prove di qualificazione e criteri di valutazione dei risultati. 
2.3.1. Prova di trazione statica. 
   La prova viene condotta come segue. 
   In primo tempo l'organo di trattenuta con  il  freno  incorporato,
completo dei dispositivi terminali di collegamento, viene sollecitato
staticamente a trazione con  carichi  lentamente  e  progressivamente
crescenti, per individuare il carico minimo (F1) a partire dal  quale
il freno comincia ad intervenire. 
   Successivamente si prosegue la prova di  trazione  riprendendo  ad
applicare carichi lentamente e progressivamente crescenti  all'organo
di trattenuta (che in queste condizioni si  allunga  progressivamente
sia  per  l'intervento   del   freno   sia   per   gli   allungamenti
elastoplastici che subisce la corda o il nastro) fino  a  raggiungere
uno sforzo di trazione (F2) di 20 kN. Questo sforzo  viene  mantenuto
applicato per due minuti. 
   Infine si porta a rottura  l'organo  di  trattenuta  rilevando  il
carico di rottura (R). Il risultato della prova e' giudicato positivo
se risulta: 
(F1 maggiore o uguale a 1,5 kN) e se inoltre l'organo  di  trattenuta
con freno incorporato, nell'intervallo di tempo di due minuti durante
il quale il carico viene mantenuto costante, resiste  senza  rompersi
al carico F2 = 20 kN. 
   La prova deve essere effettuata su due campioni nuovi completi. 
   Sul certificato di prova devono essere riportati i risultati  (F1;
tenuta al carico costante di 20 kN; R) delle due prove. 
2.3.2. Prova dinamica per l'accertamento della  capacita'  protettiva
dell'organo di trattenuta con freno incorporato. 
   L'attrezzatura di prova comprende: 
    a) una massa rigida (M) di 100 + 0,1 kg; 
    b) una struttura metallica rigida che consente: 
      b.1) l'ancoraggio dell'organo  di  trattenuta  (A)  tramite  un
trasduttore di forza (T1) per la rilevazione  dei  valori  istantanei
della forza F(t) trasmessa nella fase di frenatura e d'arresto  della
massa (M) al termine della caduta libera verticale; 
      b.2)  la  sospensione  della  massa  M  ad  un  dispositivo  di
trattenuta e di sgancio (D1); 
      b.3) la caduta verticale guidata, con  trascurabile  resistenza
d'attrito,  della  massa  M  per  un'altezza  di  caduta  per  quanto
possibile prossima al valore Hc = 2 lo (avendo  indicato  con  lo  la
lunghezza complessiva iniziale dell'organo di  trattenuta  con  freno
incorporato, completo di dispositivi terminali di collegamento); 
      b.4)  l'ulteriore  corsa  verticale  guidata  dalla   massa   M
corrispondente allo spazio di frenata; 
     c)  una  "catena  di  misura"  che  consente  la  misura  e   la
registrazione, senza distorsione, della  forza  F(t)  e  cioe'  dello
spettro di forze compreso tra una forza di trazione continua e  forze
di trazione di caratteristiche impulsive di frequenza variabile  fino
a 100 Hz (corrispondenti a picchi di durata uguale o superiore a 0,01
secondo). 
   Detta catena di  misura  presenta  generalmente  i  componenti  di
seguito elencati: 
      c.1) un trasduttore di  forza  che  consente  di  misurare  con
precisione forze comprese  nell'intervallo  da  1,2  kN  a  20  kN  e
resiste, senza andare fuori uso, ad una forza di 50 kN; 
      c.2)  un  amplificatore  lineare   dei   segnali   emessi   dal
trasduttore; 
      c.3) un filtro che consente il passaggio di frequenze  comprese
tra zero e 100 Hz; 
      c.4) un registratore che consente di registrare la  forza  F(t)
sia in tempo reale sia in tempo differito, attraverso stoccaggio  del
segnale su banda magnetica. 
   La prova dinamica viene condotta come segue. 
   La massa rigida M1 vincolata all'organo  di  trattenuta  collegato
tramite il  trasduttore  T1  all'ancoraggio  A  e  mantenuta  sospesa
mediante il dispositivo di trattenuta e sgancio D1, viene abbandonata
in caduta verticale libera di altezza per quanto  possibile  prossima
al valore Hc = 2 lo dopo aver attivato la strumentazione che consente
la registrazione della forza F(t) trasmessa dall'organo di trattenuta
al trasduttore T1. 
   Dal grafico della funzione F(t) fornito dal registratore si rileva
il valore massimo (di picco) F max raggiunto dalla forza  F(t)  nella
fase d'arresto della caduta della massa M. 
   Con la massa M ferma nella posizione di equilibrio  inferiore,  si
misura l'allungamento (delta l) subito dall'organo di trattenuta  (di
lunghezza iniziale lo). 
   Effettuate le rilevazioni di F max e di (delta  l),  si  sottopone
l'organo  di  trattenuta   utilizzato   nella   prova   dinamica   ad
un'ulteriore prova di trazione statica, per accertarne la  resistenza
residua, condotta con le stesse modalita' di prova indicate al  punto
2.3.1, ma limitando lo sforzo di trazione finale, mantenuto applicato
per due minuti, al valore di 5 kN. 
   L'esito della prova e' giudicato positivo se risulta: 
 
  F max minore o uguale a 6 kN (delta l) minore o uguale a 0,75 lo 
 
ed inoltre se, nel corso della prova di resistenza residua,  l'organo
di trattenuta non cede sotto il carico di 5  kN  mantenuto  applicato
per due minuti. 
   La prova deve essere effettuata su due campioni nuovi, completi. 
   Sul certificato di prova devono essere riportati  i  risultati  (F
max; (delta l); tenuta residua al carico di 5 kN) delle due prove. Al
certificato va allegata copia del grafico della funzione F(t) fornito
dal registratore. 
   2.4. L'organo di trattenuta e'  giudicato  idoneo  all'impiego  se
tutti  gli  accertamenti  ed  i  risultati  di  tutte  le  prove   di
qualificazione sono risultati positivi. 
3. GUIDA RIGIDA CON ORGANO D'ANCORAGGIO SCORREVOLE. 
   E' il  dispositivo  che,  vincolato  ai  montanti  del  ponteggio,
fornisce  all'organo  di  trattenuta   dell'attrezzatura   protettiva
l'ancoraggio  mobile  con  cui  viene  assicurata  agli  addetti   al
montaggio ed allo smontaggio  dei  ponteggi  metallici  la  mobilita'
necessaria allo svolgimento del lavoro. 
   Comprende sostanzialmente i seguenti elementi: 
    la guida rigida ad asse rettilineo; 
    gli organi d'attacco con i quali  la  guida  viene  vincolata  ai
montanti del ponteggio; 
    l'organo scorrevole lungo la guida provvisto di  attacco  anulare
per l'aggancio dell'organo di trattenuta; 
    gli arresti  fissi  che,  applicati  alla  guida,  consentono  di
limitare la corsa dell'organo scorrevole entro limiti prefissati. 
   Possono essere utilizzati come  arresti  fissi  anche  gli  organi
d'attacco della guida se rispondenti. 
3.1. Requisiti e prescrizioni. 
3.1.1. Requisiti e prescrizioni concernenti i materiali. 
   I  costituenti  metallici  devono  essere  realizzati   impiegando
materiali qualificati e tecnologie costruttive  che  garantiscono  ai
prodotti finiti un'adeguata resistenza alle sollecitazioni d'urto. 
   Devono  inoltre  risultare  resistenti  o   protetti   contro   la
corrosione. 
   I costituenti per i  quali  il  procedimento  costruttivo  prevede
unioni saldate devono essere realizzati  con  materiali  idonei  alla
realizzazione di strutture saldate. 
   I procedimenti di saldatura devono essere  qualificati.  L'impiego
di elettrodi omologati secondo  UNI  5132  esime  da  ogni  prova  di
qualifica del procedimento. 
3.1.2. Requisiti costruttivi. 
   Gli organi d'attacco delle guide ai montanti e gli  arresti  fissi
devono essere posizionati  o  posizionabili  sulle  guide  con  passo
uguale all'interasse di stilata del ponteggio (m 1,80). 
   Il sistema di fissaggio degli organi  d'attacco  e  degli  arresti
fissi deve risultare affidabile, a prova di vibrazioni e di urti. 
   Gli attacchi  assiali  dei  tronchi  di  guida  devono,  oltreche'
stabilire la continuita' della guida, essere concepiti in modo da non
creare lungo questa punti di minor resistenza. 
   Le guide, l'organo  scorrevole,  gli  arresti  fissi,  gli  organi
d'attacco devono superare le prove di cui al punto 3.2. 
   La corsa utile dell'organo scorrevole  compresa  tra  due  arresti
fissi consecutivi (campo) deve  essere  adeguata  alla  procedura  di
montaggio e smontaggio del ponteggio. In fase operativa e' consentito
il trasferimento  dell'ancoraggio  da  un  campo  al  campo  contiguo
purche'  l'operazione  avvenga  in  regime  di  sicurezza   (ad   es.
utilizzando   un   gancio   ausiliario   predisposto   all'estremita'
dell'organo di trattenuta). 
3.2. Prove di qualificazione e criteri di valutazione dei risultati. 
3.2.1. Prove di resistenza statica del sistema comprendente la  guida
e l'organo d'ancoraggio scorrevole. 
   La prova viene predisposta fissando, con gli organi d'attacco,  la
guida, provvista dell'organo d'ancoraggio scorrevole, a due  spezzoni
paralleli di tubo per ponteggio 48,25 x 3,25, disposti con  interasse
di 1,80 m e saldamente vincolati ad una struttura ausiliaria, rigida,
fissa. 
   Quindi l'attacco dell'organo d'ancoraggio scorrevole,  posizionato
in corrispondenza della mezzeria del tratto di guida compreso tra gli
attacchi che lo vincolano ai tubi, viene assoggettato statisticamente
ad  uno  sforzo  di  trazione  (F)  lentamente   e   progressivamente
crescente, esercitato perpendicolarmente all'asse della  guida  nella
direzione secondo la quale si determina nella guida stessa  lo  stato
di sollecitazione piu' sfavorevole alla sua  resistenza,  tra  quelli
razionalmente ipotizzabili nell'uso pratico dell'attrezzatura. 
   Raggiunto il carico F =  20  kN,  questo  carico  viene  mantenuto
applicato per due minuti. 
   A discrezione del collaudatore, e' ammesso ripetere la prova su un
nuovo campione,  variando  la  direzione  dello  sforzo  di  trazione
applicato. 
   In ogni caso, per ogni condizione sperimentale  realizzata,  vanno
effettuate due prove utilizzando ogni volta un campione nuovo. 
   Se la lunghezza dei tronchi di guida e' tale da consentire la loro
connessione  assiale  anche  nel  campo  compreso  tra  due   stilate
adiacenti, almeno una delle due prove va  effettuata  realizzando  il
tratto di guida da assoggettare a prova con  due  spezzoni  di  guida
collegati, in  mezzeria,  mediante  l'attacco  assiale  in  dotazione
all'attrezzatura. 
   Il risultato della prova  e'  giudicato  positivo  se,  nel  corso
dell'intervallo di tempo a carico costante, il sistema resiste, senza
rotture. Sono tollerate deformazioni locali e d'insieme,  quando  non
pregiudicano la tenuta del carico. 
   Sul  certificato  di  prova  vanno  riportate   tutte   le   prove
effettuate,  indicando  per   ognuna   le   condizioni   sperimentali
realizzate ed il risultato. 
3.2.2. Prova di resistenza statica  degli  organi  di  attacco  delle
guide ai montanti. 
   La  prova  precedente  (3.2.1)  viene  ripetuta,  con  le   stesse
modalita'  operative,  su  un  campione  nuovo,  dopo  aver  disposto
l'organo d'ancoraggio scorrevole  in  corrispondenza  di  un  attacco
della guida ai montanti,  in  modo  da  indurre  su  quest'organo  le
sollecitazioni piu' sfavorevoli alla sua resistenza. 
   Il numero delle prove, il criterio di valutazione dei risultati  e
le indicazioni da riportare sul certificato di prova sono gli  stessi
specificati al paragrafo 3.2.1. 
   Se la lunghezza dei tronchi di guida e' tale da consentire la loro
connessione assiale in corrispondenza degli attacchi delle  guide  ai
montanti, almeno una delle prove va effettuata  disponendo  l'attacco
assiale in corrispondenza dell'attacco guida-montante in prova. 
3.2.3. Prova di resistenza statica degli arresti fissi delle guide. 
   Applicato un arresto fisso a ciascuna estremita' di un  tratto  di
guida provvisto di una coppia di organi  d'ancoraggio  scorrevoli,  a
questi, disposti a contatto degli arresti fissi, vengono staticamente
applicati sforzi  antagonisti  (F)  diretti  parallelamente  all'asse
della guida, tendenti a staccare gli arresti fissi dalla guida. 
   Lo  sforzo  di  trazione  viene  lentamente   e   progressivamente
aumentato fino a raggiungere il valore F = 20 kN che viene  mantenuto
applicato per due minuti. 
   Vanno effettuate due prove  utilizzando  ogni  volta  un  campione
nuovo. 
   Il risultato della prova  e'  giudicato  positivo  se,  nel  corso
dell'intervallo di tempo a  carico  costante,  il  campione  resiste,
senza rotture. Sono tollerate deformazini locali e d'insieme,  quando
non pregiudicano la tenuta del carico. 
   Sul  certificato  di  prova  vanno  riportate   tutte   le   prove
effettuate,  indicando  per   ognuna   le   condizioni   sperimentali
realizzate ed il risultato. 
3.3. Il sistema comprendente la guida, l'organo o ancoraggio 
   scorrevole, gli attacchi e gli arresti fissi e' giudicato idoneo 
   all'impiego se tutti gli accertamenti e tutti  i  risultati  delle
prove di qualificazione sono risultati positivi. 
4. FABBRICAZIONE, MARCHIATURA E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI. 
   I singoli componenti dell'attrezzatura di cui ai paragrafi  1,2,3,
possono essere prodotti e commercializzati  da  ditte  diverse.  Ogni
componente deve essere venduto completo di ogni sua parte. 
   Su ciascun componente devono essere riportate in modo visibile  ed
indelebile le seguenti indicazioni: 
    nome o marchio del fabbricante; 
    denominazione commerciale del tipo (eventuale); 
    anno di costruzione (per i componenti di cui ai paragrafi 1 e 2);
altezza di caduta libera (Hc1) massima ammessa. 
   Ogni componente deve essere accompagnato da un foglio  o  libretto
recante, in lingua italiana: 
    - una breve descrizione con l'indicazione di tutti  gli  elementi
costituenti; 
    - tutte le indicazioni utili per un corretto impiego; 
    - le istruzioni per la manutenzione e conservazione; 
    - gli estremi (istituto che ha effettuato le  prove,  numero  del
certificato; data di rilascio) del certificato  di  rispondenza  alle
presenti norme. 
   Del componente di cui al  paragrafo  3,  che  viene  vincolato  al
ponteggio, deve inoltre essere descritto ed  illustrato,  con  chiari
disegni  esplicativi,  il  montaggio  e  l'impiego,  con  gli   altri
componenti  dell'attrezzatura,  nelle  varie  fasi  di  montaggio   e
smontaggio dei ponteggi (a telai prefabbricati ed a  tubi  e  giunti)
facendo riferimento alle  istruzioni  per  il  montaggio,  impiego  e
smontaggio dei ponteggi stessi. Per questo componente  deve,  infine,
essere  indicato  ogni  accorgimento   di   montaggio   e   d'impiego
utilizzabile in pratica per ridurre al  minimo  l'altezza  di  caduta
libera. 
5. Le attrezzature per la protezione, in caso di caduta dall'alto, 
   dei lavoratori addetti al montaggio e allo smontaggio dei ponteggi 
   metallici, e i loro singoli componenti sono riconosciuti e ammessi 
   se legalmente fabbricati e commercializzati in altro Stato membro 
   della Comunita' europea, in modo da garantire un livello di 
   sicurezza equivalente a quello garantito sulla base delle 
   disposizioni,  specifiche  tecniche  e  standard  previsti   dalla
normativa italiana in materia. 
6. CERTIFICAZIONE. 
   Tutte le  prove  di  cui  alla  presente  normativa  tecnica  sono
effettuate presso l'ISPESL che, a  tale  scopo,  si  potra'  avvalere
anche della collaborazione di altri laboratori pubblici, ovvero,  per
le attrezzature provenienti dagli  Stati  membri  della  CEE,  presso
laboratori o istituti  esteri  legalmente  riconosciuti  che  offrano
garanzie  tecniche,  professionali  e   d'indipendenza   adeguate   e
soddisfacenti. Tale, in particolare, e'  il  caso  dei  laboratori  o
istituti che rispondono ai criteri delle norme EN 45000. 
 
 

              Parte di provvedimento in formato grafico

 
 
 
 
 
 
                              APPENDICE 
 
                        SUGGERIMENTI TECNICI 
                  RELATIVI ALLE CUCITURE DEI NASTRI 
 
   (N.B. - I suggerimenti che seguono  sono  forniti  a  puro  titolo
indicativo). 
a) I fili di cucitura devono essere realizzati con fibre sintetiche e
devono inoltre presentare una resistenza a trazione adeguata al  loro
specifico impiego nell'assemblaggio dei nastri. 
b) Taglio e preparazione dei nastri. 
   I nastri possono essere tagliati "a caldo", con apposito attrezzo,
in modo da ottenere la saldatura dei fili sui lembi tagliati. Durante
l'operazione occorre badare a ridurre al minimo le irregolarita'  che
possono presentarsi sui lembi tagliati. Occorre inoltre adottare ogni
precauzione per evitare che le irregolarita'  eventualmente  presenti
possano danneggiare i nastri contigui. 
   Se il taglio non viene effettuato "a caldo"  occorre  trattare  le
estremita' ottenute con il taglio in modo da evitare la sfilacciatura
del tessuto (ad es. realizzando un bordo cucito o con l'impregnazione
del tessuto con idonei collanti). 
   I collanti  eventualmente  impiegati  per  il  posizionamento  dei
nastri prima della  cucitura  non  devono  deteriorare,  per  attacco
chimico, ne' il tessuto ne' i componenti metallici con cui vengono  a
contatto. 
c) Cucitura dei nastri. 
   Il passo dei punti deve essere adeguato  alle  caratteristiche  di
resistenza del filo di cucitura (ad es. se si impiegano  fili  aventi
una resistenza minima a rottura di 30 N puo' adottarsi un  passo  cui
corrispondono da 3 a 4 punti per cm; con fili aventi  una  resistenza
minima a rottura di 50 N puo' adottarsi un passo cui corrispondono  2
punti per cm). 
   La forma delle cuciture (a  grega,  a  zig  zag  .  )  e  la  loro
lunghezza possono essere qualsiasi. 
   Le cuciture dei tratti "portanti" dei nastri non devono indebolire
significativamente la resistenza di questi. 
   I  tratti  cuciti  dei  nastri  portanti  debbono  presentare  una
resistenza a trazione per quanto  possibile  prossima  a  quella  dei
nastri privi di cuciture. 
   Le cuciture debbono interessare l'intera larghezza dei nastri  con
l'avvertenza, pero', di non danneggiare i bordi. In pratica  conviene
mantenere la cucitura ad una distanza da 2 a 4 mm dai bordi. 
   Le cuciture vanno effettuate  in  modo  che  i  fili  di  cucitura
affondino nel nastro di quel tanto che basta a proteggerle dall'usura
superficiale. 
   L'inizio ed il termine di una cucitura devono essere  fermati  con
un tratto di cucitura a ritroso per una lunghezza di almeno 25 mm. 
   Lungo un tratto di cucitura di 10 cm non e'  ammesso  piu'  di  un
difetto di cucitura. Ogni difetto eventualmente presente deve  essere
compensato con una ripresa della cucitura estendentesi per almeno  25
mm a monte ed a valle del difetto. 
   Le cuciture  (portanti  o  di  posizionamento)  il  cui  cedimento
potrebbe  provocare  la  caduta   del   lavoratore   (trattenuto   in
sospensione) devono risultare esenti da difetti e da riprese tutte le
volte che la loro lunghezza, misurata lungo il nastro, e'  minore  di
10 cm. 
   Le cuciture non devono mai interessare i bordi fusi. 
 
          Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale 
                               MARINI