Al Presidente della Repubblica Il consiglio comunale di Terlizzi (Bari), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 28 maggio 1989, presenta fenomeni di infiltrazione della criminalita' organizzata che compromettono l'imparzialita' dell'organo elettivo, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Invero, dal prefetto di Bari, con relazione in data 1 marzo 1993, sono state evidenziate gravi forme di condizionamento e di pressione che, attuate anche con la violenza, compromettono l'imparzialita' degli organi elettivi ed il buon andamento dell'amministrazione di Terlizzi. L'inquietante contiguita' di interessi mafiosi con l'amministrazione di Terlizzi emerge da alcuni episodi che hanno caratterizzato la vita del comune nel corso degli anni. Detti episodi costituiscono segnali inequivocabili dell'esistenza di un costante processo di penetrazione della criminalita' nel tessuto sociale ed economico della zona. In particolare, nella notte del 2 novembre 1990, si verificava un'esplosione nello studio privato di un ex sindaco della citta'; il 22 agosto 1991 un incendio doloso distruggeva il Carro Trionfale, simbolo artistico di antiche tradizioni locali; il 10 settembre 1991 veniva incendiata l'auto del sindaco Mauro Maggialetti che aveva recentemente presieduto una seduta di giunta dedicata all'esame della situazione della criminalita' e che, poche ore prima dell'attentato, aveva dichiarato, in una conferenza stampa, di voler contrastare il dilagante fenomeno estorsivo operato dalla malavita; nel corso del novembre 1992 un consigliere comunale veniva aggredito da un noto pregiudicato locale e cio' ad avviso degli inquirenti accadeva in relazione al mancato rilascio di una concessione edilizia in sanatoria. Dagli accertamenti svolti e' inoltre emerso che alcuni componenti del consiglio sono stati coinvolti in inchieste e procedimenti penali e sono risultati in rapporti di amicizia o affari con noti personaggi della malavita locale. Il consigliere comunale Pasquale Tricarico e' stato implicato in un procedimento penale, attualmente in grado di appello, per i reati di concorso in furto aggravato ed estorsione, insieme, tra gli altri, al noto pregiudicato Giovanni Dello Russo gia' sorvegliato speciale di P.S. Nell'ambito di recenti indagini dirette all'accertamento di illeciti commessi da pubblici amministratori in materia edilizia, la procura della Repubblica di Trani ha formulato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del sindaco Mauro Maggialetti e dei componenti della commissione edilizia perche' imputati del reato di abuso d'ufficio in casi non preveduti specificamente dalla legge, per aver rilasciato una concessione edilizia, in violazione della disciplina urbanistica, a favore della moglie del citato pregiudicato Giovanni Dello Russo. Sempre per vicende attinenti la materia urbanistica risulta indagato l'assessore ai lavori pubblici Aldo Sigrisi. In tale contesto assume particolare significato l'episodio verificatosi il 27 novembre scorso, e riportato anche dalla stampa, della denuncia da parte di quattordici consiglieri comunali dell'impossibilita' di espletare il loro mandato per la mancanza, in seno al consiglio, delle "condizioni di vivibilita', di leale confronto politico e di sicurezza personale". Risulta infine che al sindaco Maggialetti e' stata recentemente inviata informazione di garanzia per abuso d'ufficio e falso ideologico in relazione alla vicenda del cennato incendio del "Carro Trionfale", e che nei confronti del vice sindaco Vittorio De Chirico, dell'assessore Giuseppe Barile e di un componente della commissione edilizia e' stata emessa ordinanza di custodia cautelare. Il clima di grave condizionamento e degrado, in cui versa il consiglio comunale di Terlizzi, la cui libera determinazione risulta piegata agli interessi delle locali organizzazioni mafiose, la palese inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto della cosa pubblica utilizzata per il perseguimento di fini estranei al pubblico interesse hanno minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica e, nel compromettere le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, hanno ingenerato diffusa sfiducia nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini. Da quanto sopra esposto emerge l'esigenza dell'intervento dello Stato mediante provvedimenti incisivi in direzione dell'amministrazione di Terlizzi, caratterizzata da collegamenti diretti ed indiretti tra amministratori e criminalita' organizzata che condizionano la libera determinazione degli stessi, inficiano il buon andamento dell'amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi alla medesima affidati. Il prefetto di Bari, ai sensi dell'art. 1, comma 2, del decreto- legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito, con modificazioni, nella legge 22 luglio 1991, n. 221, ha dato avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale di Terlizzi e nelle more, attesa la grave ed urgente necessita', con provvedimento del 1 marzo 1993, n. 261/12B1/Gab., ha disposto la sospensione del consiglio comunale di Terlizzi. Ritenuto per quanto esposto che ricorrono le condizioni indicate nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito nella legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale di Terlizzi (Bari), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore. Roma, 24 marzo 1993 Il Ministro dell'interno: MANCINO